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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/03/21 in tutte le aree
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Visto che nella carrellata di scudi di Vittorio Emanuele I , recentemente proposta nelle altre discussioni, manca quello datato 1819....provvedo ad inserire un esemplare in alta conservazione di questo millesimo ? ( ovviamente non e' piu' in vendita ) Roberto6 punti
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Quelli non sono segni di riporto al marco ma è causato dalla mescola della pasta metallica che in quel punto ha lasciato quelle striature nel metallo del tondello che sono meno esposte all'ossidazione, facendo si che patina sia più "sottile". Se vogliamo è un po la stessa cosa che accade nella "patina a bersaglio", in cui appunto il bersaglio patina quasi nulla.4 punti
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Carissimi, ho seguito con molto piacere questa interessante discussione in cui entrambe le parti ( sostenitori della falsità e della autenticità) hanno fatto del loro meglio per sostenere le proprie tesi, senza lesinare sforzi e frutti della propria esperienza, a cui va comunque il ringraziamento del Forum . La mia personale esperienza mi porta a dire che al momento una conclusione certissima e soprattutto condivisa in un senso o nell'altro non l'avremo, almeno fino a quando il pezzo non venga per lo meno visto dal vivo, possibilmente sotto un ottimo microscopio. Certo, la cosa migliore sarebbe "smontare" in maniera professionale la moneta, nel senso di togliere lo spesso strato di cere, grassi e olii che si sono certamente accumulati nel tempo, lasciando così vedere la vera moneta con le sue incrostazioni o corrosioni.... ma non sembra facile prevedere che venga attuata... un peccato per certi versi, in quanto l'importanza del pezzo richiederebbe un giusto approfondimento scientifico e pratico. Solo vorrei aggiungere che la mia impressione a prima vista non è stata delle migliori, complice il fatto che le lettere sembrano quantomeno ritoccate e appaiono strane, come pure le tuniche dei due personaggi al rovescio.... ma anche qui bisognerebbe capire se è un intervento di cattivo restauro o di modifica della fusione, cosa che per fotografia sembra impossibile determinare con assoluta certezza ed uniformità di pareri. Certo, i dubbi (dato anche il contesto di costante falsificazione dei pezzi di bronzo di Tranquillina) rimangono tanti e pesanti, ma ritengo si possa avere una assoluta certezza in un senso o nell'altro solo dal VIVO. Un sola nota : i sesterzi che nella mia vita ho potuto osservare di Tranquillina ( 3 credo) erano a mio giudizio certamente falsi, e credo che anche il pezzo citato in questa discussione ( ex Rauch) lo sia : da Rauch 2004 ( foto 1) partiva da 100 euro e fece 6600 ( molti di più, ma pochissimi per un autentico), però l'anno dopo venne rivenduto nel 2005 da Inasta ( foto 2) a ..................130 euro ! ! ? Del sesterzio le lettere ( molte saltate) , lo stile etc confermano ragionevolmente la falsificazione, a dispetto di una patina piuttosto verosimile .... Un cordiale saluto, Enrico P.S. @le90 mi sapresti indicare chi sia il venditore francese e dove operi di quei medaglioni falsi seicenteschi, li ho trovati molto interessanti P.P.S. Trovato.... Ebay Francia... però mi sembrano più moderni...3 punti
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Quello del "premonetale" è un argomento tanto interessante quanto è complesso. L'uso della moneta ci è così familiare che fatichiamo a comprendere come possa essere esistito un mondo senza di essa. Quella della moneta è soltanto una parte della storia del "denaro" e degli scambi; una storia, peraltro, piuttosto breve, della durata di circa 2500 anni, o poco più (a introdurla non fu Creso, ma qualcun altro qualche decennio prima di lui). Bisognerebbe anche capire cosa si intenda per moneta: sembra banale, ma non è facile definirla univocamente, specialmente se si parla delle prime fasi della sua introduzione. La ricerca di una "moneta" prima della "moneta vera e propria" non sempre porta ai risultati sperati. In Mesopotamia si parla spesso di argento a peso come antenato della moneta, ma a ben vedere il suo uso non era comunque così pervasivo nelle transazioni quotidiane. Anche nel Vicino Oriente Antico è nota l'esistenza di oggetti di peso e forme standardizzate, che potrebbero essere intesi come antenati della moneta: è il caso, per esempio, di bracciali, simili a quelli oggetto della discussione. La loro circolazione era però strettamente connessa a un ambito "cerimoniale" e di "prestigio": avevano valore, in quanto d'argento, ma difficilmente un cittadino comune ne avrebbe avuto accesso o li avrebbe utilizzati per comprare del pane. Non mi stupirebbe se anche queste popolazioni europee avessero usato questi bracciali standardizzati in un "ambito di circolazione" simile a quello dei bracciali d'argento mesopotamici: una circolazione legata alla sfera "cerimoniale", di "prestigio" e di "scambi di doni", piuttosto che di mercato, quello dominato dalla moneta, come oggi lo conosciamo. Scusate per la pessima sintassi, ma è un po' tardi. Grazie per la condivisione, sicuramente da approfondire3 punti
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Seguendo una discussione ho scoperto che la sezione di Monete medievali di Zecche Italiane non aveva un curatore. A questa sezione partecipano molti utenti esperti e preparati in questa monetazione che è sicuramente una delle più interessanti e complesse della numismatica. Tuttavia, proprio per la complessità della materia, credo che ai collezionisti che si avvicinano ad essa per la prima volta un curatore possa essere utile. E così, dopo due anni di riposo, ho proposto a @Reficul di riprendere la collaborazione come curatore di questa sezione. La monetazione medievale italiana è una materia vastissima e, pur avendo un'infarinatura generale, non sono un esperto di tutte le zecche. Quindi spero in una vostra collaborazione e in un vostro aiuto per rendere questa sezione sempre interessante e utile per tutti. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Vorrei condividere questo piccolo articolo uscito su Focus: Gli antenati delle monete? Anelli, piccoli archi e lame di asce Le popolazioni europee dell'Antica Età del Bronzo usavano come monete piccoli oggetti in bronzo di forma e peso molto simili. Eppure, non avevano la bilancia. I piccoli archi in bronzo utilizzati come moneta durante l'Antica Età del Bronzo. M.H.G. Kuijpers CC-BY 4.0, Le monete come le conosciamo oggi, tondi oggetti in metallo, sono nate relativamente di recente, ma l'invenzione delle monete intese come oggetto per la compravendita di beni risale infatti a 5. 000 anni fa: nell'Antica Età del Bronzo, infatti, le popolazioni europee iniziarono a utilizzare per i loro acquisti oggetti in bronzo di forma e peso simile. Uno studio pubblicato su PLOS One ha analizzato queste monete ante litteram, cercando di capire se potessero effettivamente considerarsi degli antenati del nostro Euro. LA LEGGE DI WEBER. Una caratteristica tipica dei soldi è la loro standardizzazione: ma come facevano le popolazioni antiche a pesare dei metalli per poterne uniformare il valore? In assenza di strumenti di misurazione, mettevano in pratica la cosiddetta legge di Weber: se due oggetti hanno quasi lo stesso peso, un essere umano non riuscirà a notare la differenza tenendoli in mano. I ricercatori hanno analizzato oltre 5. 000 oggetti, tra cui anelli, piccoli archi e lame di asce, spesso ritrovati raggruppati tra loro come se fossero appartenuti a un gruppo di monete dello stesso valore. I risultati hanno evidenziato che la maggior parte di questi oggetti erano sufficientemente simili per forma e peso (circa 200 grammi) da risultare indistinguibili e poter essere utilizzati come denaro. A PESO D'ORO. Fino a qualche secolo dopo, tuttavia, questi strumenti di transazione rimasero piuttosto rudimentali: «Le prime bilance risalgono alla Media Età del Bronzo (2. 000–1. 550 a. C. ) e, a giudicare dalla loro grandezza, venivano probabilmente utilizzate per misurare l'oro», si legge nello studio. Ci vorranno ancora diverse centinaia di anni per arrivare alla prima moneta vera e propria che, secondo la tradizione, venne coniata nel VI secolo a. C da Creso, re della Lidia (l'attuale Turchia). https://www.focus.it/cultura/storia/antenati-delle-monet2 punti
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Partecipo con le mie Piastre del 34 (che tempo fa postai in altra discussione evidenziando le caratteristiche salienti): la prima con 13 torrette, la seconda con 11 e le ultime due che presantano una "strana" sovrapposizione della "S" di FERDINANDVS su di uno strano simbolo e che vi ripropongo in fondo a questo mio post.2 punti
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La prima difficile da giudicare da una foto così sgranata, potrebbe essere corrosa e spatinata come un falso la seconda sospetta, busto troppo emergente dalla moneta, lo stile non mi sembra coerente Lascierei perdere entrambe2 punti
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@vitellio Certo, la cosa migliore sarebbe "smontare" in maniera professionale la moneta, nel senso di togliere lo spesso strato di cere, grassi e olii che si sono certamente accumulati nel tempo, lasciando così vedere la vera moneta con le sue incrostazioni o corrosioni.... Sono d’accordo. Una possibile soluzione al dilemma può derivare dalla visione diretta, quantomeno per ciò che concerne la patina. In questa discussione abbiamo analizzato la moneta e i suoi simili in ogni aspetto, per quanto è stato possibile fare attraverso delle immagini, non sempre e non tutte ad alta risoluzione. Ad ogni modo ritengo che si sia sviluppata una bella discussione, seppur con visioni differenti. Sono state reperite immagini di altri esemplari grazie ad alcuni utenti, creando al contempo quindi anche un piccolo “database” di bronzi, autentici e falsi, a nome di Tranquillina. Si è fatto innanzitutto un servizio alla Numismatica. @gionnysicily A prescindere dei nostri giudizi, rimane sempre tenere alta la guardia, in occasioni di monete dubbiose. Pienamente d’accordo. Peccato che ne io e, penso, nemmeno le90, avremmo l'occasione di poter visionare il dupondio di Tranquillina. Mi piacerebbe moltissimo poterlo fare…Mai dire mai. Approfitto, postando la foto di un asse di Tranquillina passato alla NAC nel dicembre 2016( e penso che li ci siano elementi validi per stabilire la bontà della moneta). Ho dato le mie impressioni su questo esemplare qualche post fa e, soprattutto per stile, ritengo si possa collocare tra i pochissimi esemplari in bronzo noti genuini, assieme all’asse raffigurato sul RIC e conservato sempre al British.2 punti
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Ringrazio dell'intervento di @vitellio e capisco il suo punto di vista, cosa che anche io avevo scritto, una visione dal vivo, sicuramente darebbe molte spiegazioni, alle nostre opinioni. Ringrazio @le90, che con i suoi (lunghi) messaggi, a dato la possibilità di confronto, sempre con toni moderati e a beneficio di tanti utenti appassionati di Numismatica Romana. Grazie anche al nostro Forum, che ci dà la possibilità di esprimerci su temi molto delicati, anche quello dei falsi, in Musei importanti. A prescindere dei nostri giudizi, rimane sempre tenere alta la guardia, in occasioni di monete dubbiose. Peccato che ne io e, penso, nemmeno le90, avremmo l'occasione di poter visionare il dupondio di Tranquillina. Approfitto, postando la foto di un asse di Tranquillina passato alla NAC nel dicembre 2016( e penso che li ci siano elementi validi per stabilire la bontà della moneta). Moneta che per la sua conservazione, la definisco un "rudere", ma se dovrebbe essere ritenuta genuina, da qui si possono trarre elementi interessanti. In attesa di pareri, ecco la foto in HD e la descrizione NAC, che fa riferimento ad un EX Lanz. Gionnysicily.2 punti
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Buongiorno amici...mi sembra di capire che non ci sono idee in merito ...e credo pure che nessuno dei citati abbia sto tondello in collezione altrimenti l'avrebbe accennato...intanto allora non posso che confermare quanto ho potuto riscontrare io, se il 7 punte è molto raro ma più di qualche esemplare l'ho visto passare (ne ho due in collezione), di questo invece gli esemplari che ho riscontrato sono pochi: il mio, quello nel nostro catalogo e altri due...reputo quindi il SICILAR rarissimo. E pensare che il Gigante (2018) lo classifica NC, chissà se è stato aggiornato! In attesa che saltino fuori altri SICILAR e altri pareri proseguo con un altro tondello raro... 1 grano 1815 , lettera e cifra del valore grandi "G1", e non posti sotto il grappolo ma ai lati. La conservazione non è il top, ma confido che qualche altro lamonetiano abbia un esemplare migliore da condividere . Saluti2 punti
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Ho aggiornato alcune rarità sul sito www.circolocastellani.org ciao2 punti
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Qualche informazione : Il Tesoro di Sutton Hoo è la scoperta Archeologica più importante dell’Alto Medioevo Inglese Sutton Hoo è un sito archeologico risalente all’alto medioevo che si trova in Inghilterra, nella zona anticamente chiamata Anglia Orientale. Il sito nascondeva una nave sepolcrale con i resti di Redwald, un sovrano britannico del quale si sarebbero quasi perse le tracce se non fosse, appunto, per la sua tomba. Il Re inglese regnò nel VII secolo e fu figlio di Tytila, nipote di Wuffa e membro della dinastia Wuffinga. L’Anglia era, in quel particolare periodo storico, un centro assai importante per la nascente identità britannica, seguente al dominio romano di pochissimi secoli prima, e base per la nuova cultura anglo-sassone. Circa 10 anni prima della sua morte, avvenuta nel 624, Redwald era il sovrano più potente a sud del fiume Humber, e venne chiamato addirittura “Bretwalda”, “righello della Bretagna”, a simboleggiare l’importanza e la forza del suo dominio. Sutton Hoo fu il sito scelto per la sua tomba di altissimo pregio, un monumento funerario giunto sino ai giorni nostri e che rappresenta una delle scoperte di archeologia medioevale più importante per la Gran Bretagna. Il sepolcro del sovrano è costituito da una nave lunga circa 27 metri, che fu ricoperta di terra sino al XX secolo, quando venne scoperta in modo decisamente rocambolesco e poco scientifico. Nel 1926 la signora Edith Pretty divenne la proprietaria dell’appezzamento di terra che si rivelerà essere ospite (inatteso) del cimitero di Sutton Hoo. Il terreno, ancora lontano dall’esser definito “sepolcrale”, veniva utilizzato come appezzamento agricolo da tempo immemore, un particolare che si rivelerà essere non di poco conto nel prosieguo degli scavi. I suggerimenti arrivarono in seguito alle voci che volevano presenze “paranormali” infestare l’area, con i tumuli che venivano indicati come luoghi in cui osservare i fantasmi dei guerrieri sepolti. La signora fece iniziare gli scavi a Basil Brown, un appassionato di archeologia locale che, dopo aver esplorato 3 tre diversi tumuli, che però erano già stati violati, dopo circa un anno dall’inizio degli scavi giunse al tumulo che conteneva la nave di 27 metri di Re Redwald. Nel giro di pochissimo tempo fu evidente che la scoperta era di grande importanza, e giunsero altri esperti di Archeologia da Cambridge che però si trovarono al centro di un alterco con il museo locale. Dopo differenti vicissitudini, il confronto con dei Medium e altri episodi “curiosi”, nel Giugno del ’39 moltissimi dei manufatti di Sutton Hoo furono inviati a Londra, i quali però vennero subito rispediti al mittente per il caos generatosi in corrispondenza con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale. La signora Pretty fu riconosciuta proprietaria degli oggetti e, con una generosità da nobile inglese, la decise di donare tutto il sito e quanto vi fosse contenuto alla nazione. I tesori di Sutton Hoo All’interno di numerosi tumuli si nascondevano tesori che, per la storia inglese e per gli esperti di archeologia rappresentarono una scoperta cardine per scoprire usi, costumi e vicende di quel periodo dell’Inghilterra post-romana. L’Alto Medioevo fu infatti un’epoca assai poco documentata della storia britannica e il ritrovamento di tombe intatte, colme di manufatti e oggetti che descrivono e mostrano la vita dei personaggi di quel periodo, rappresentò un avvenimento epocale. Oltre ai resti della nave, vennero trovate un’armatura di metallo ricoperta d’oro e gemme preziose, un casco cerimoniale, uno scudo con la spada, una lira, 37 monete d’oro e molti altri oggetti, anche piccoli, che ci consentono di comprendere come, circa 1.500 anni fa, l’Inghilterra fosse già una nazione protagonista della storia e della politica europea. Sotto: il sepolcro di Redwald ricostruito. Fotografia di Arne Koehler via Wikipedia: La Lira. Fotografia di Steven Plunkett condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia: Un coprispalla. Fotografia di Rob roy via Flickr: Lo scudo restaurato. Fotografia di Colin Payne via Wikipedia: Inserto. Fotografia di Rob Roy via Wikipedia: La Fibbia d’Oro. Fotografia di Rob Roy via Wikipedia: La nave. Fotografia di Searoom SF via Flickr: Un elemento di uno scudo. Fotografia di Wordridden via Flickr: Inserto. Fotografia di Paul Hudson via Flickr: Elementi diversi. Fotografia di Rob Roy via Flickr: L’elmo di Redwald ricostruito. Fotografia di Bill Tyne via Flickr: L’elmo restaurato allo stato originale: Oggi Sutton Hoo è stata ulteriormente scavata e studiata, scoprendo anche un secondo cimitero poco lontano dal primo, i cui tumuli erano stati distrutti durante le normali lavorazioni della terra agricola dei secoli precedenti. Il cimitero fu in uso sino a circa il IX secolo e ospitò, in netto contrasto con le sepolture nobiliari dei tumuli, diverse decine di condannati a morte per impiccagione e decapitazione. Chi era Redwald? Adesso in tantissime trasmissioni inizierebbero a parlarvi della sua storia in modo certo, come se noi sapessimo davvero di chi stiamo parlando. La realtà è che, in effetti, noi non conosciamo quasi nulla di chi fu e di cosa fece. Per essere ancora più precisi, non siamo certi se il sepolcro di Sutton Hoo sia davvero quello del Re. La sua storia si intreccia con la diffusione del cristianesimo in Inghilterra, e quindi la possiamo evincere da diverse cronache di religiosi dell’epoca. Intrecciando tutti i “pochi” dati che abbiamo a disposizione, fra cui è importante citare la Historia ecclesiastica gentis Anglorum, di Beda il Venerabile, la prima fonte che parla di Redwald, viene fuori una vicenda umana che, come è facile intuire, è tutto fuorché precisa, ma affrontiamola lo stesso. Redwald nasce nel VI secolo dopo cristo, più o meno fra il 560 e il 580 (ma non conosciamo neanche il decennio) in un contesto di instabilità politica dell’Inghilterra post-romana. Forse è discendente della casata dei Wuffinga, e sposò una donna che gli diede almeno due figli, Raegenhere ed Eorpwald. (scusate la pronuncia, vi scrivo i nomi sotto). Forse ebbe un altro figlio, Sigeberth, e forse lo esiliò in Gallia, ma come è facile intuire qui la storia si intreccia con la leggenda. In quel periodo arrivò in Inghilterra Agostino di Canterbury, mandato da Papa Gregorio I a evangelizzare la remota “Albione”, e furono in molti a convertirsi al cristianesimo, fra cui forse i figli di Redwald. Anche Redwald si convertì, ma la sua casata non seguì il suo esempio, e nella sua casa non c’era solo un altare dedicato a Cristo ma anche un altro che Beda descrive come “per le vittime di demoni”. Bisogna specificare che in quel periodo la commistione di religioni era molto più normale di quanto non possa apparirci con gli occhi di oggi. Le vicende militari che rendono Redwald un personaggio significativo anche dal punto di vista politico sono legate alla campagna che questi condusse contro Aethelfrith, il sovrano della Northumbria. Aethelfrith aveva scacciato tale Edwin, il quale si era rifugiato da Redwald. Nel 616 o nel 617 le truppe di Redwald diedero battaglia a quelle di Aethelfrith sulle rive del fiume Idle, e quest’ultimo fu ucciso. Il figlio di Aethelfrith venne esiliato, la Northumbria fu data in premio a Edwin, e Redwald aumentò a dismisura il proprio potere. Rimasto come unico sovrano già cristiano d’Inghilterra, egli viene definito da Beda “Rex Anglorum”, un titolo che di cui fu accreditato anche grazie al debito di riconoscenza che Edwin aveva nei suoi confronti. Redwald probabilmente morì nel 624, anno più, anno meno. Per capire quanto le vicende di questi personaggi siano a noi sconosciute basta pensare che la sua morte viene registrata due volte da Ruggero di Wendover, nel 599 e nel 624, anche se probabilmente il 599 è riferito alla morte di Tytila, il padre di Redwald. https://www.vanillamagazine.it/il-tesoro-di-sutton-hoo-e-la-scoperta-archeologica-piu-importante-dell-alto-medioevo-inglese-1/amp/2 punti
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LUCANIA. Paestum (Poseidonia). Second Punic War, 218-201 BC. Sextans (Bronze, 15 mm, 3.57 g, 4 h). Head of Demeter to right, wearing wreath of grain ears; to left, two pellets (mark of value). Rev. ΠΑΙS Boar running right; below, crescent above two pellets (mark of value). Crawford, Paestum, 10/3. HN Italy 1215. Good very fine. Questa moneta viene in asta a fine mese. La stessa casa d'asta l'aveva proposta ad agosto ed era stata aggiudicata ad un prezzo che mi era parso rilievo: avevo partecipato ma senza successo. Rivederla ora - con una base d'asta bassa - mi fa sorgere qualche domanda. Devo pensare che sia insorto qualche dubbio o vale la pena di riprovarci. Vi ringrazio per l'attenzione che vorrete dare ai miei dubbi. Attesa la monetazione apro anche una discussione su Romane provinciali1 punto
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a me il rovescio ricorda un pò il tripode di questa moneta Elagabalus, 218 - 222 AD AE14, Moesia Inferior, Marcianopolis Mint, 1.67 grams Obverse: Laureate haed of Antoninus right. Reverse: Tripod with serpent entwined around central leg. Varbanov1425 Elagabalus (218-222). Moesia Inferior, Marcianopolis. Æ (16mm, 3.64g, 12h). Laureate head r. R/ Tripod, serpent entwined around central leg. AMNG I 916; Varbanov 1425. Good VF1 punto
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Ho iniziato dall'euro ed è una collezione che mi affascina perché cresce con me, è in progress; ma poi la bellezza dei coni di VEIII mi ha conquistato, adesso le proseguo entrambe...leggendo, provando a studiare e ad approfondire...sapendo che il richiamo prossimo è quello della mia terra, Siena. Ma qui voglio addentrarmi i solo dopo che la mia conoscenza sarà maggiore. Il post di tonycamp1978 mi ha acceso il collegamento emotivo a quello razionale...sono attratto da quelle monetazioni che mi parlano, che hanno rimandi con la mia storia e le mie radici....forse per questo pur riconoscendo la bellezza di certe monetazioni (es. Venezia, dollari Morgan, ecc), non sento quella compulsione che ho per queste altre...1 punto
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L'argomento 'dimples' e' sempre stato molto dibattuto, ecco una vecchia discussione che tratta l'argomento:1 punto
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Scusami se dissento, non sono esperto in monete classiche, ma nelle medievali i punti dovuti al compasso sui coni risultavano in rilievo poi sulle monete... ..io comunque non conosco il motivo di quei fori o mancanze...1 punto
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1973 Oman - 100 baiza Nel 1970 avevo postato lo stesso biglietto come Sultanato di Muscat e Oman, banconota identica ma con la scritta 'MUSCAT' presente al retro.1 punto
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Bella medaglia, complimenti, il medaglista Dal Castagnè fece una serie di medaglie dedicate ai suoi compaesani.1 punto
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La monete non è stata martellata ne per rabbia ne tantomeno in modo casuale ma come già detto, il lavoro è stato eseguito per un determinato uso della stessa. Teniamo conto che ridurre di diametro una monete con l'uso di un martello, al di là di quanto si possa immaginare non è affatto semplice. Per quanto riguarda, "il perchè", le motivazioni possono essere svariate ma sicuramente riconducibili sicuramente ad una esigenza di spessore da applicare ad un macchinario piuttosto che ad un utensile ecc. ecc. Nell'ambito della meccanica artigianale/industriale, si è fatto ricorso spesso all'uso di qualche monetina per raggirare un problema improvviso pur di riuscire a portare a termine un determinato lavoro. Ricordo benissimo quando nelle officine si forava una moneta pur di utilizzarla come rondella su un perno di tenuta (non è il nostro caso in questione ma solo per rendere l'idea). Posso anche citare un esempio dei giorni nostri quando ho visto utilizzare un 5 centesimi di euro da interporre tra un pistone e un estrattore per poter togliere lo spinotto di biella. Come vedete l'argomento è molto ampio, basta solo avere un pò di immaginazione e per i più fortunati, aver lavorato in determinati settori per capire quanto una semplice monetina a volte può improvvisamente cambiare totalmente il suo percorso. Un saluto a tutti.1 punto
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@gennydbmoney ti ringrazio di aver riproposto questa vecchia discussione sul 4 cavalli di Ferdinando IV, un ripasso fa sempre piacere, trovo interessanti la tua teoria e quella di @Asclepiami verrebbe da dire ( è proprio vero che noi non abbiamo inventato niente) questa è una frase che amiamo ripetere io ed un vecchio amico dell'infanzia quando discutiamo sugli antichi romani , ma abbiamo sempre attinto al nostro passato. ? Spero mi perdonerete per l'Off Topic Saluti Alberto1 punto
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Prima di tutto complimenti a lucerio. Ho visitato il museo di Vienna a metà anni 90 in occasione di una vacanza.....in quel periodo ero attratto dalle monete Toscane e ricordo ancora l'emozione nel vedere le 5 Doppie d'oro di Alberico Cybo Malaspina ! Decisamente tra i testoni papali più rari in assoluto, non mi risulta mai apparso....(peccato) Una domanda a lucerio: hai mica chiesto se hanno un doppione in Austria ? anche di bassa conservazione..... ??? Daniele1 punto
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Ciao Alberto e grazie dell'intervento...io non saprei risponderti in modo esaustivo e preciso, credo che sia stata una scelta di gusto classico, legata alla monetazione antica...di più non so. Posso però fare un riferimento andando nell'altra direzione temporale, cioè verso i giorni nostri e guardando i grani di Ferdinando III mi vengono in mente le lire in Italma Le 5 lire col grappolo (1 grano) le 10 lire col pegaso (2 grani) 1 lira con la cornucopia (10 grani) Saluti1 punto
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1973 Canada - 25 cent 100° Anniversario della Royal Canadian Mounted Police1 punto
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Caro Skuby, purtroppo il dritto è meno ben conservato ma... almeno non è bulinata come tante altre.1 punto
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Puoi metterle a confronto con quelle documentate in questo sito e poi trarre le conclusioni. https://web.archive.org/web/20170926164207/http://medusacoins.reidgold.com/newyork.html1 punto
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@Arka Considerato che alcune lettere del D/ e del R/ per le loro caratteristiche non paiono provenire da una coniazione, come ho accennato precedentemente, le due A finali “piene” del dritto del BM difficilmente trovano una spiegazione con un parziale rottura o danneggiamento del conio. Proprio perché una è “piena” e un’altra “piena” parzialmente, la perdita di definizione è comparabile a quella presente su altre lettere visibili sulle fusioni correlate alla moneta del BM, dove pure si incontrano lettere meno definite. Considerando la legenda del rovescio, in particolare la seconda V di AVGVSTORVM, si nota come il difetto evidenziato da @gionnysicily , che appare spesso e poco definito in realtà sull’esemplare Madrid, presente nello stesso punto, sia più sottile e armonico con l’intera “composizione”, come che fosse un dettaglio già presente, in quel modo, sul prototipo. Prototipo che non può essere il BM, dove il difetto sembra “ispessito” dalla presenza della patina. Possiamo tirare in ballo anche in questo caso il rimaneggiamento del calco ma l’ipotesi più semplice è che il Madrid, che presenta in quel punto un difetto più nitido, non può derivare dal BM, semmai può essere vero il contrario. Passando alla prima lettera V, invece, sull’esemplare BM appare avere un contorno incerto che stona, per esempio, con la V immediatamente successiva. Paradossalmente invece, la stessa V appare avere angoli più netti in confronto, pur trattandosi di una moneta ottenuta per fusione. Tornando al discorso patina, riposto la stessa immagine, riproponendo la stessa osservazione. Quello che si osserva, superando le differenti vedute, è un distaccamento di patina che separa uno strato “superiore” da uno “inferiore”. Ebbene, come spiegare la sfumatura verde chiaro e ocra che si trova tanto sullo strato superiore quanto su quello inferiore, senza soluzione di continuità? Sempre parlando di patine, vorrei portare come contributo alla discussione queste riproduzioni di medaglioni romani, vendute come tali da un commerciante francese. Vengono definite “Paduan”, forse un po’ impropriamente, collocate tra 1500 e 1600 e provenienti da una "specialist collection of 15th-19th century Medallions" Tralasciando queste informazioni, la cosa secondo me interessante è che tutti questi esemplari, dichiaratamente copie fuse (e ciò è anche accertabile dalla visione delle foto) presentano patine diverse tra loro ma tutte più o meno strutturate e non certo “banali”. Sempre dallo stesso canale proviene questo medaglione di Massimino I, che per stile va ad inserirsi a buon titolo tra le produzioni fraudolente di qualche secolo fa. Non è una copia da originale, ma forse ugualmente ottenuto con il metodo della fusione, a giudicare da alcune caratteristiche. Lo stile completamente errato, comunque, tradisce un’origine più moderna. Il pizzetto di Massimino indica forse una produzione Seicentesca? Battute a parte, anche qui si osserva una patina strutturata con tanto di corrosioni del metallo. Venendo invece allo stile incongruo delle lettere, mi sembra davvero semplicistico spiegarlo con una maestranza di basso livello. Gran parte della monetazione di Tranquillina emessa dalla zecca di Roma forse fu concentrata al periodo delle celebrazioni per le nozze, nel 241, con Gordiano III, considerata soprattutto la rarità delle monete a suo nome, specialmente enee. Un’emissione di questo tipo difficilmente sarebbe affidata a qualcuno con scarse capacità, fosse anche per l’esecuzione delle lettere delle legende. Al contrario, le monete di Tranquillina presentano ritratti di bello stile e legende eleganti e curate. Certo non del tipo riscontrabile su queste monete. Lo stile delle lettere è, ripeto, completamente sbagliato per il periodo. Non mostrano la tipica inclinazione verso destra tipica dei caratteri utilizzati in quell'epoca e in molti casi non hanno le “basette” alle estremità. Quelle lettere non provengono da un incisore poco esperto della metà del III secolo, semplicemente quelle lettere non provengono dalla metà del III secolo.1 punto
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@gpittini Sul diritto di questi bronzi di Laodicea ad Mare, in Siria, possiamo trovare Caracalla con sua moglie Plautilla o Elagabalo o non so chi altro, ma sul rovescio c’è sempre la statua di Artemide Brauronia protettrice delle donne in gravidanza e del parto, che aveva il suo santuario principale a Braurone, un demo sulla costa orientale dell’Attica. Per questo sarei curioso di vedere il diritto. Secondo il mito, Braurone era il luogo rivelato dalla dea Atena in cui Ifigenia sarebbe tornata dalla Tauride insieme a Oreste portando un'immagine sacra di Artemide, nel quale sarebbe stata consacrata sua sacerdotessa e poi morta e sepolta. apollonia1 punto
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Salve, si tratta di una delle versioni dello "stemma" del Nastro Azzurro, istituto che raggruppa i combattenti decorati al valor militare. Ho usato la parola fra virgolette perché quest'emblema è realizzato in maniere coerenti con la tecnica del blasone, ma sfugge all'esigenza basilare dell'araldica che consiste nell'identificazione immediata e diretta del titolare: difatti gli "stemmi" del Nastro Azzurro sono creati in funzione di tipologia e quantità delle decorazioni ricevute dal singolo combattente, le quali normalmente sono comuni a un numero più o meno ampio di persone. Per capirci: se ho un cognome, normalmente (e salvo difficoltà specifiche) posso risalire allo stemma; e viceversa, se vedo uno stemma posso risalire c.s. al cognome. Invece, se i militari Tizio, Caio, Sempronio e 200 altri hanno ricevuto un identico numero e tipo di decorazioni al valore, tutti e 203 riceveranno anche un identico "stemma" Nastro Azzurro: quindi, viceversa, se io vedo uno qualsiasi di questi "stemmi" identici non potrò sapere a quale dei 203 militari appartiene, ma potrò soltanto desumere quali decorazioni abbiano ricevuto.1 punto
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1973 Canada - 1 dollaro 100° Anniversario dell'adesione alla Confederazione canadese dell'isola del Principe Edoardo.1 punto
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Nuovo entrato in collezione Peso monetale genovese della Quadrupla d'oro. Di fattura Genovese, epoca ultimi anni del XVI - prima metà XVII sec.1 punto
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Buon giorno, a scopo didattico per i neofiti della Sezione vi presento il seguente esemplare. Fa parte di una famiglia abbastanza ampia che copre anche un lasso temporale abbastanza vasto. Questa iconografia abbastanza comune, stranamente è da abbastanza tempo che non la vedo passare in Sezione. "Potevi sceglierne uno messo meglio, Illyricum!" - direte - ma volevo metter un po' di pepe nella ricerca. Vi chiedo quindi: - a quale grande famiglia appartiene? - chi è l'emittente? - chi sono i tre personaggi del rovescio? Buona ricerca, Illyricum1 punto
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la mia collezione tipologica è incentrata sul regno d'Italia, nonostante le preunitari siano oggettivamente molto belle non sento l'esigenza di acquistarle, mi sono chiesto il motivo.. e mi sono dato una risposta... non sento alcun legame affettivo con l'autorità o il sovrano che l'ha emessa. Invece da vittorio Emanuele II in poi, inizio ad avvertire qualcosa dentro, una sensazione di riconoscenza/ammirazione verso i padri fondatori dell'Italia unita, se non avessi provato questo sentimento di appartenenza credo che non avrei mai iniziato a collezionare..1 punto
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Arrivato oggi, ho fatto la foto in questa maniera per far rendere l’idea di questo corposo volume. Sicuramente un libro con una mole di informazioni su questo particolare tema, sotto l’immagine della copertina.1 punto
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Secondo me non andranno mai fuori corso, saranno come i dollari che anche quelli" vecchi" che sono sempre convertibili in nuovi biglietti. TIBERIVS1 punto
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