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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/31/21 in tutte le aree
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Seguendo una discussione ho scoperto che la sezione di Monete medievali di Zecche Italiane non aveva un curatore. A questa sezione partecipano molti utenti esperti e preparati in questa monetazione che è sicuramente una delle più interessanti e complesse della numismatica. Tuttavia, proprio per la complessità della materia, credo che ai collezionisti che si avvicinano ad essa per la prima volta un curatore possa essere utile. E così, dopo due anni di riposo, ho proposto a @Reficul di riprendere la collaborazione come curatore di questa sezione. La monetazione medievale italiana è una materia vastissima e, pur avendo un'infarinatura generale, non sono un esperto di tutte le zecche. Quindi spero in una vostra collaborazione e in un vostro aiuto per rendere questa sezione sempre interessante e utile per tutti. Arka Diligite iustitiam8 punti
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Arrivati il 1818 e 1820 (dall'ultima asta Negrini) a far compagnia al 1816 e 1817 Monete relativamente comuni in bassa conservazione, ma già così non sono così facili da trovare (senza svenarsi). Adesso manca un bel 1819 e il 1821, decisamente meno raro di quello che dicono i cataloghi (compare praticamente in tutte le aste) Foto per l'archivio prima di metterle a riposare con le sorelline sul velluto in banca5 punti
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Buonasera @Josh09, come promesso ecco la mia Piastra del 1852 di Ferdinando II. Pure per me modello base con qualche difetto di conio al bordo. Queste imperfezioni, come i graffi di lima, è cosa normale per questo tipo di monetazione. Saluti e buona domenica. Sergio.5 punti
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Piastra 1834, Falso d'epoca realizzato in con leghe di metalli bianchi. Proviene dal noto sito, il venditore garantiva la sua autenticità..... Peso grammi 26,30 Collezione Rocco68 - N° 512/652. Al dritto e al rovescio nel morso di saggiatura del metallo, sono rimasti dei pezzettini di dente del truffato ?4 punti
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Per @carmhack condivido questa immagine di 9 sovrani europei riunitisi in occasione dei funerali di Edoardo VII nel 1910. Alcuni di questi, un paio, saranno gli ultimi re del loro paese. Per esempio Guglielmo II di Germania. Inoltre la guerra che di lì a quattro anni sarebbe scoppiata in Europa avrebbe visto tutti questi rappresentanti di paesi qui riuniti in pace dividersi in due schieramenti contrapposti. A partire dal nuovo re del Regno Unito e Imperatore d'India Giorgio V con dietro appoggiato al suo schienale il futuro nemico Guglielmo II. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:The_Nine_Sovereigns_at_Windsor_for_the_funeral_of_King_Edward_VII.jpg3 punti
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Buona domenica a tutti. Proseguo con il mezzo tornese del 1848 Peso grammi 1,80 Il simbolo sotto il busto dovrebbe essere una stellina a 6 punte (senza la solita punta alta sinistra).3 punti
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Sei libero di fare quel che vuoi @skubydu, ma "urlare L autenticità di un pezzo", esclude un "modo [...] educato". te lo ho hanno già spiegato, che i falsari, nei loro modellati riproducono quello che vogliono. So benissimo cosa fanno i falsari, senza che me lo si spieghi, credimi. Per questo mi sto spendendo nella discussione. poi, io nell ultima comparazione che hai postato vedo lettere differenti per forma ed anche i rilievi lo sono. Con tutto il rispetto del mondo, perdonami. 1) la comparazione dell'ultima immagine era mirata alla perlinatura, non alle lettere. 2) l'ultima immagine confronta British e l'esemplare di un privato, da Madrid. Abbiamo già passato, diversi interventi fa, lo step in cui è appurato, concordemente, che British, Tolosa, Weber, BNF, Madrid, vengono tutte dalle stesse impronte. Quindi, quando dici "poi, io nell ultima comparazione che hai postato vedo lettere differenti per forma ed anche i rilievi lo sono", che cosa intendi dire? Che non vengono dalle stesse impronte? Se intendi dire questo, rileggiti i post precedenti. Oppure, se ne sei convinto, spenditi a fare qualche dimostrazione, come qualcuno ha fatto per dimostrare ciò che dice. "Io vedo, "io sento", "io penso"... @gionnysicily L'immagine sarebbe troppo pesante da caricare, ma puoi andare direttamente alla moneta da questo link: https://www.britishmuseum.org/collection/object/C_1867-0101-2205 per vederla ingrandita ed eventualmente ricavarti le immagini che ti servono. Come ho scritto prima, una impronta al dupondio del BM ( e non galvano ) sarà stato possibile ottenerla, per studio, in qualsiasi periodo, niente di più facile. Sì, ma si può escludere che il dupondio di Tolosa (da collezione del XVIII secolo), con perlinatura, provenga da un calco commissionato dal British come ipotizzato più su, in quanto quest'ultimo è entrato in possesso della moneta nel 1867 ( @grunf "il BM ha fatto dei galvani, e da questi probabilmente sono poi state prodotte le fusioni"). Qualunque ipotetico lavoro fatto a livello di aggiunta, deve essere collocato entro la prima metà del XVIII secolo. E comunque, ripeto, questi lavori generalmente possono saltare all'occhio per diversità d'esecuzione, mentre sui dupondi "aggiustati" c'è armonia tra ipotetiche aggiunte e moneta di base. Addirittura la perlinatura sarebbe stata eseguita negli stessi punti di quella originale, pur lievissimamente visibile, e nello stesso stile. Inoltre, dove collochiamo l'esemplare BNF? Con più dettagli rispetto alla moneta British su gran parte dell'acconciatura e sul diadema, ma sempre con perlinatura assente, come sull'esemplare British? Un falsario che stavolta si è impegnato a metà? Eppure sul BNF i dettagli "aggiunti" sul ritratto sono gli stessi degli altri con la perlinatura. Perchè qui non è presente se è la "stessa mano"? Oltretutto non c'è la minima traccia di coniazione su nessuna lettera dell'esemplare British. E, osservando le lettere dell'esemplare British, le ultime due A hanno le cavità occluse (a differenza delle altre e della B). Ma sono vuote, invece, nell'esemplare BNF. Vuote sono anche sull'esemplare Madrid, che pure ha invece, come evidenziato da Gionny alcune lettere occluse o meno definite. Come giustifichiamo le lettere occluse sull'esemplare British, che pure ne ha di aperte, e le lettere aperte sul Madrid, che pure ne ha di occluse? L'anomalia dell'esecuzione delle lettere che alludi, lo condivido, ma è un'altra cosa. Ma ugualmente pertinente al tema della discussione. Con tutte queste falsificazioni, in possesso anche di altri musei rispettabili, al pari del British, e con uno stile anomalo riscontrabile in tutte le monete "tipo British", come si fa ad essere certi dell'originalità dell'esemplare inglese? Le mie non sono convinzioni "granitiche", sono idee maturate in base ai confronti che ho fatto inizialmente con l'esemplare di Tolosa, il primo in cui mi sono imbattuto. Abbiamo un esemplare, quello British, dallo stile errato, con lettere completamente sbagliate, che non mostra tracce di coniazione nelle lettere, che condivide lo stesso D/ e R/ con altri esemplari certamente falsi, ma alcuni con più dettagli e che presenta lettere occluse al pari di altri falsi. Non sarebbe più logico, come Ockam insegna, considerarle tutte come produzione fraudolenta del XVIII secolo, anzichè postulare l'esistenza di copie successive realizzate da calchi alterati, e neanche tutte da questi, dato che l'esemplare BNF ha più dettagli sul ritratto ma niente perlinatura? Vorrei a tal proposito, ricordare la figura di Claude Augustin De Saint- Urbain, di cui Pink parla nell'articolo che ho citato nel mio primo intervento, incisore attivo nella prima parte del XVIII secolo, nato a Roma ma attivo tra Francia e Austria. Venne a mancare proprio a Vienna, nel 1761 dopo essersi qui trasferito nel 1737. A lui Pink riconduce le monete false, realizzate ex novo (non cioè da calchi di monete originali) rintracciate nel Museo di Vienna. E ragionerei anche sul fatto che diversi esemplari falsi hanno attualmente provenienza francese, quali Tolosa, BNF, Inumis, e forse il BM (già presente nella collezione del conte di Blacas d'Aulps) e che tre esemplari falsi, delle stesse impronte dei dupondi Weber (e quindi dell'esemplare British) sono stati individuati nella collezione del Museo di Vienna. "specie nel Settecento e nell'ottocento, dove pochi, ma ricchi collezionisti, erano alla ricerca anche di quello che non esisteva." Hai colto perfettamente il punto.3 punti
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Ho visto il film che narra la scoperta del sepolcreto di Sutton Hoo, diciamo che il novanta per cento della vicenda è incentrata su Basil Brown, scavatore del sito, e sui personaggi che ruotano attorno alla storia con patemi e tragedie connessi al tutto. Ma quel dieci percento rimanente è emozionante, soprattutto la scena della scoperta del tesoro, pensate che tra i primi oggetti rinvenuti viene citato"un tremisse merovingio", non una generica moneta d'oro, credo che sia la prima volta che nella filmografia mondiale viene citata la classe dei tremissi ?2 punti
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Riporto su questa interessantissima discussione e ,per iniziare, posto un Tre Cavalli di Filippo IV che mi fu donato anni fa proprio da @Rex Neap che di sicuro lo ricorda molto bene ? Magliocca 133 P/R 125 CNI 976 Gaetano2 punti
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A seguire il 1849, per anni si assegnò la rarità alla variante con la cifra 1 speculare della data. Con il tempo si è notato che è frequente trovare questa variante anziché il pezzo con la cifra corretta. Di seguito i miei due esemplari di Mezzo Tornese del 1849.2 punti
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Cambridge, scoperto cimitero medievale nel King's College: ritrovate 60 tombe Descritto come "una delle più importanti scoperte archeologiche anglosassoni dal 19esimo secolo" - è emerso durante i lavori di demolizione di un vecchio studentato. Rinvenuti, oltre a scheletri ottimamente conservati, anche 200 reperti, tra cui bracciali, pugnali, contenitori di terracotta. Il tutto viene fatto risalire a un periodo tra il quinto e il settimo secolo dopo Cristo È descritta come "uno dei più importanti ritrovamenti archeologici anglosassoni dal 19esimo secolo" l'eccezionale scoperta avvenuta al King’s College di Cambridge, grazie alla quale è venuto alla luce un vasto cimitero risalente all'Alto Medioevo. I reperti sono stati rinvenuti durante i lavori di demolizione di un vecchio studentato di Cambridge: nell'area sono state trovate 60 tombe e circa 200 oggetti, tra cui bracciali di bronzo, collane, spade, pugnali, contenitori di terracotta e fiaschette di vetro. La maggior parte dei ritrovamenti risale al primo periodo anglosassone tra il quinto e il settimo secolo dopo Cristo, ma i residui di alcune strutture risalgono all'età del ferro e all'epoca romana. Secondo il quotidiano The Guardian, è la "scoperta del secolo" nel campo dell'archeologia britannica. Sempre sul Guardian, Caroline Goodson, professoressa di storia medievale del King's College, ha sottolineato lo stato di ottima conservazione degli scheletri, dovuto al terreno alcalino che ha impedito la decomposizione delle ossa. Gli scienziati avranno così la possibilità di ricorrere alle tecniche più moderne per studiare il Dna dei defunti e scoprire la loro dieta. Goodson ha poi espresso "sorpresa" per il ritrovamento di così tante tombe medievali nei pressi dell'antico insediamento romano di Cambridge, che era stato abbandonato nel quinto secolo dopo Cristo. "Sapevamo già che Cambridge non era stata abbandonata del tutto", ha spiegato la docente al Guardian, "ma quello che vediamo ora offre un quadro più vasto e chiaro della vita negli ex insediamenti romani". Secondo Goodson, il sito agli albori del Medioevo era abitato da discendenti dei Romani e le nuove popolazioni anglosassoni che si erano impossessate della Gran Bretagna al tramonto dell'impero. Cimitero forse costruito dai Romani "Non vivevano più come vivevano i Romani, mangiavano in modo diverso, si vestivano in modo diverso e avevano un modo diverso di sfruttare le risorse della terra", spiega Goodson, "stavano cambiando modo di vivere durante un periodo di considerevole fluidità". In particolare, secondo Goodson "sarebbe molto interessante" scoprire se il cimitero era stato costruito dai romani e aveva continuato a essere utilizzato anche dopo la loro partenza, come emergerebbe dalla struttura di alcune tombe e dal ritrovamento di alcuni oggetti di fattura romana. https://tg24.sky.it/lifestyle/2021/01/31/cambridge-cimitero-medievale-kings-college2 punti
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Tutto bene quel che finisce bene... Il forum si conferma utile strumento di confronto e apprendimento, anche su temi delicati che si presterebbero meglio ad una discussione “da circolo”. Per quanto riguarda la soluzione: il costo di spedizione che ci rimetti è molto poco se lo consideri come il costo dell’apprendimento che porterai con te. ES2 punti
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Credo che la sezione sia sbagliata. Se la moneta è bulinata non è un falso, ma solo un esemplare autentico che ha subito alterazioni. La sezione corretta dovrebbe essere Magna Grecia e Sicilia.2 punti
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Spero vi faccia piacere ri-ri-ri-rivederla di nuovo. Piastra 1834 con contromarca BOMBA sul collo di Ferdinando II. D/ FERDINANDVS II. - DEI GRATIA REX R/ REGNI VTR. SIC ET HIER Taglio inciso al rovescio Riferimenti : D'Incerti 173/L Pagani 193/B Magliocca 539/1 R3 Collezione Rocco68 N° 394 Provenienza: InAsta N°9 del 7 Novembre 2004 - lotto 877 Peso grammi 27,462 punti
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Buon giorno a tutti, @Rocco68ci farebbe molto piacere se condividessi anche il falso d'epoca e la BOMBA... Sono testimonianze storiche importanti.2 punti
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Buongiorno a tutti e buona domenica. Partecipo anche io alla condivisione delle Piastre del 1834, sperando possano essere utili a Raffaele e Beppe per il lavoro che stanno portando avanti con ammirevole e rara passione. Inizio con la prima: D/ FERDINANDVS II. DEI GRATIA REX Busto rivolto a destra, sotto 1834 R/ Stemma Borbonico coronato, sotto il valore G. 120 Intorno: REGNI VTR. - SIC. ET HIER da notare al rovescio la "svirgolata" in rilievo sulla cifra 2 del valore. Taglio PROVIDENTIAOPTIMI (unito) PRINCIPIS impresso al dritto, separato da un Giglio Borbonico posizionato orizzontale e nello stesso verso del motto. Riferimenti : D'Incerti 173/d Pagani 193/a Traina 27 Magliocca 539 Collezione Rocco68 N°441 Provenienza Asta Varesi del 19/20 Aprile 2006 - lotto 1084, peso grammi 27,40 prezzo pagato (diritti e spedizione inclusa) Euro 143,90 Giudicata in conservazione SPL Piastra Comune.2 punti
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1848, variante cifre della data più alte a ridosso della barra e cerchio lineare al dritto, anziché perlinato. Riferimenti : D'Incerti 421/a Pagani 472/a Magliocca 798 Peso grammi 1,652 punti
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Ciao Amici!Riportando su questa discussione,posto il mio esemplare di piastra Muntoni 4,veramente di rara osservazione, anche perché il capitolo delle varianti è, ancora,poco documentato e campo di applicazione dei soli specialisti2 punti
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Voi parlate principalmente di case d'asta, ma il ragionamento è di più ampio respiro e, in particolar modo, colpisce con maggiore incisività determinate tipologie di collezioni e conseguentemente particolari settori di mercato. La situazione delle case d'asta l'avete espressa e analizzata bene, fin qui. Ma vanno presi in considerazione anche altri fattori. La situazione normativa inglese sui ritrovamenti e sull'immissione nel mercato delle monete antiche è differente rispetto a quella di molti altri paesi, ergo, la moneta antica (o il ripostiglio) rinvenuti nel regno unito e regolarmente denunciati alle autorità competenti, se non ritenute di interesse nazionale e acquistate da qualche museo, vengono restituite allo scopritore e al proprietario del fondo su cui sono state scoperte. Queste poi vengono reimmesse nel mercato. Al più, se giudicate "tesoro" sono soggette a un certificato di esportazione (che non prevede costi, almeno io non ho mai pagato alcunché per averlo!). Questo comporta l'immissione di una gran quantità di "materia prima" nel mercato numismatico con frequenza pressoché costante. C'è quindi tutta una tipologia di monetazione antica (romana) che entra nel mercato numismatico e che proviene dall'Inghilterra e che segue sì i canali di vendita delle aste ma anche dei negozi fisici e virtuali dei professionisti britannici e le piattaforme di vendita online in cui operano anche i privati. Materiale che fino al 01/01/2021 non subiva particolari maggiorazioni di prezzo, anzi! Data la relativa grande disponibilità permetteva anche un prezzo di mercato abbastanza competivo rispetto ad analoghi esemplari nel mercato da tempi più "storici". Nello specifico io colleziono monete imperiali del III secolo, principalmente usurpatori britannici, impero gallico e monete provenienti da ripostigli registrati e catalogati. Per ciascuna moneta mi sono sempre premurato di avere tutti gli appoggi burocratici necessari per l'acquisto e, se previsto, per l'importazione. Data la tipologia di monete che seguo, un 80% delle monete della mia collezione proviene da venditori professionali inglesi (negozi fisici, negozi che operano online su vCoins, MaShop ed eBay o su siti propri, case d'asta inglesi o con base uk), un 15% da venditori francesi, un 4% da venditori tedeschi e un marginale 1% da USA, Svizzera, Austria, Spagna e Olanda. L'applicazione di dazi e comunque dell'iva più i costi fissi dello sdoganamento colpirà quindi l'80% dei miei acquisti futuri, un 80% di cui solo una parte abbastanza marginale proviene da case d'asta (diciamo un 15/20%) in quanto la restante parte deriva direttamente da commercianti al dettaglio (con alcuni ho un rapporto più o meno diretto e li contatto anche al di fuori delle piattaforme in cui operano acquistando, sempre con fattura e documentazione, direttamente da loro). Ora sto aspettando che mi contatti la dogana per un ultimo acquisto fatto da un commerciante tramite eBay. Il pacchetto con una manciata di monetine da ripostiglio e regolare fattura d'acquisto, è fermo da 10 giorni a Milano, per i controlli doganali. Il venditore mi ha detto che ha dichiarato l'esatto valore che ho pagato (perché è ligio e non fa magheggi o dichiarazioni mendaci per non avere, giustamente, grane). La soglia è inferiore alle 135£ quindi non ho dazi doganali, ma essendo superiore comunque ai 22€ sto aspettando la comunicazione della dogana per sapere l'importo relativo all'iva e ai diritti di sdoganamento (questi ultimi li so già memore di un precedente acquisto dalla Svizzera e ammontano a 7,50€). Sapevo della situazione e dei cambiamenti in atto dal 1 gennaio. L'acquisto l'avevo fatto a dicembre, ma - causa le festività - e l'aggiunta di un'altra moneta all'ordine, la spedizione è partita il 2 gennaio e il venditore è stato anche più che tempestivo... tant'è che io il pagamento l'ho fatto il 3 gennaio, quindi dopo la spedizione! Conoscendoci, sebbene virtualmente, ovviamente sapeva che di me ci si può fidare quanto ad affidabilità per i pagamenti. Purtroppo questa spedizione è andata così, e le monete subiranno una maggiorazione di circa 1/3 rispetto a quanto le ho pagate. Ho pendenti due offerte presso ROMA NUMISMATICS per un importo che ho stimato a filo budget provando a stimare da me i costi di importazione per l'iva e dovrei stare al di sotto del limite dei dazi (se non incide una qualche maggiorazione estremamente pesante del corriere!), ma che sarà soggetta al balzello dell'IVA. Questo fa sì che le mie offerte non saranno passibili di rilanci qualora superate perché altrimenti sforo il limite di spesa impostomi. Capite bene che la situazione post Brexit nel mio caso incide in maniera considerevole. E' vero, gli operatori italiani nel mercato sono molti e l'offerta è variegata. Tuttavia, non trovo operatori italiani che abbiano la stessa disponibilità di materiale (per la mia specifica collezione) come gli operatori inglesi, in particolar modo per le monete provenienti da ripostigli. Tutto ciò non bloccherà la mia collezione, ma ne limiterà la prosecuzione in maniera alquanto pesante... al che mi sorge il sospetto, che dietro a tutto questo ci sia un manovratore oscuro... un burattinaio che tesse le fila e che ha portato gli inglesi a volere la Brexit con tutte le conseguenze del caso. E credo anche di aver capito chi è: mia MOGLIE!!!! Così può finalmente smettere di lamentarsi perché compro un sacco di monete! Perdonatemi la battuta finale... ma dovevo sdrammatizzare perché per me la Brexit è stata una vera batosta numismatica!!!2 punti
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Giusto, sarebbe un ottima base per iniziare una collezione. Inoltre ti resterebbe il ricordo del nonno o del parente che te le ha lasciate. Saluti, Sergio.1 punto
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Non solo è na bella bombazza,ma è pure messa bene bene,con patina elegante?1 punto
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Ricordo anche il Principe Aimone di Savoia - Aosta, nominato Re di Croazia il 18.5.1941 con il nome di Tomislav II°. Ne fu così felice che non vi si recò mai,e fece bene : se non ricordo male l'idea era stata di Ante Pavelic e mise in imbarazzo casa Savoia....1 punto
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Come sempre spezzo una lancia a favore dei 2€ CC Proof. Non sono in Oro, ma per il momento la maggior parte mantiene o aumenta il valore d'emissione.1 punto
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REGNO D'ITALIA - 5 LIRE 1872 ZECCA DI MILANO1 punto
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REGNO D'ITALIA - 5 LIRE 1872 ZECCA DI ROMA Saluti a tutti1 punto
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Aggiungo alla discussione anche queste cartine dell'Europa che mostrano in rosso le monarchie e in blu le repubbliche. 1815 1930 19501 punto
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Grazie @Meleto per la foto. La conoscevo e mi fa lo stesso effetto della foto della Conferenza di Jalta. Questa qui è ancora più particolare proprio perché è la foto di un'Europa di regni e imperi che non esistono più. Riguardo alla collezione, la scelta dei monarchi è ancora in corso. Ci sono tante cose che sto analizzando e su cui sto facendo delle ricerche. Ammetto che tante cose le sto scoprendo proprio grazie a questa collezione. L'elenco dei regni e imperi che ho incluso fino ad ora è il seguente (in corsivo quelle già presenti in collezione): - Impero di Francia - Napoleone III (1870) - Regno Portogallo - Manuele II (1910) - Impero Austro-Ungarico - Francesco Giuseppe (1916) - Impero Russo - Nicola II (1917) - Regno di Serbia - Petar I (1918) - Impero Tedesco - Guglielmo II (1918) - Regno del Montenegro - Nicola I (1918) - Regno d'Albania - Zog I (1939) - Regno di Bulgaria - Boris III (1943) - Regno d'Islanda - Cristiano X (1944) - Regno di Jugoslavia - Pietro II (1945) - Regno d'Italia - Vittorio Emanuele III (1946) - Regno di Romania - Michele I (1947) - Regno di Grecia - Costantino II (1973) In particolare, sono state fatte delle scelte riguardo tre monarchi di cui non esistono monete: Carlo I (Impero Austro-Ungarico), Umberto II (Regno d'Italia), Simeone II (Regno di Bulgaria). In questo caso, è stato scelto il monarca precedente. Monarchie escluse Ho deciso di escludere le monarchie ancora presenti, anche quelle interrotte e poi riprese (come per la Spagna). Quindi sono fuori dalla collezione: Regno del Belgio, Regno di Danimarca, Regno dei Paesi Bassi, Regno di Norvegia, Regno di Svezia, Regno di Spagna, Regno Unito, Stato Vaticano. Altri regni Sugli altri regni dal 1800 in poi sono ancora molto indeciso, sia per la loro breve durata sia per la loro stessa natura di colonie o stati vassalli, come il Regno di Polonia di cui parlava @sdy82. Se avete suggerimenti, però, sono ben accetti. Qualità delle monete Per quanto riguarda le monete, sto cercando di non andare al di sotto del BB. Capisco che probabilmente è un opinione impopolare, ma non mi interessa che siano FDC le monete. Mi interessa solo la loro storia e la loro bellezza e questo probabilmente mi rende un collezionista strambo ai vostri occhi. Grazie per i contributi e le discussioni. Da questa collezione sto imparando tanto e mi piace come sta prendendo forma.1 punto
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Un doveroso ringraziamento pubblico ad Arka che nelle non troppe occasioni purtroppo in cui ho avuto il piacere di incontrarlo e parlargli di persona mi ha sempre impressionato favorevolmente per la grande passione e cultura numismatica che lo caratterizza. Certamente saprà ben fare anche qui !1 punto
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Davvero molto bello, il ritratto del re poi è affascinante. Interessante la vita “rocambolesca” della 18161 punto
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Ah!.. ora si può valutare meglio; aspettiamo @gionnysicily che è il migliore deputato a dare giudizi alle patine. ( a me personalmente non fa una gran inpressione)1 punto
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Perchè dopo Caracalla l'Historia Augusta è imbevuta di aneddoti totalmente inventati, a volte appositamente introdotti dall'autore per fa intuire, soprattutto ai lettori più edotti del suo tempo, che parte della sua narrazione è perlopiù una storia romanzata, che non ha intenti "didascalici" bensì moralistici e politici. Il fatto che non siano state trovate monete e invece si riferisca esplicitamente di come Trebelliano ne avesse coniate a suo nome, è altresì la spia più evidente di come l'autore volesse far intuire che si trattasse di un personaggio di finzione. D'altronde l'autore della Historia Augusta oltre ad essere uno storico, era certamente un numismatico, molto informato e competente sulla monetazione imperiale, capace allo stesso tempo di introdurre sia informazioni monetali molto dettagliate ed erudite per il tempo, sia altre fittizie (soprattutto dalle vite dopo Alessandro Severo), ma apparentemente verosimili e poste ad arte (per far smascherare da chi lo leggeva la poco "serietà" del suo resoconto storico) che solo chi, come lui, conosceva profondamente la monetazione romana era in grado di disseminare facendole passare come credibili. Sapeva ad esempio che non esistevano monete circolanti di alcun Trebelliano, così come sapeva che non esistevano monete di un altro usurpatore (anzi, usurpatrice), ossia Vittoria (Tyranni Triginta 31, 3), che per l'autore coniò (nel testo si usa il termine tecnico "cudere", che solo un vero appassionato della materia numismatica poteva utilizzare) monete in oro, argento e bronzo a Treviri; e monete non ne sono state trovate neppure per l'ennesimo usurpatore inventato dall'autore, Firmo (Quadriga Tyrannorum 2, 1), sul quale viene inventata una fasulla polemica storiografica con un altro storico (fasullo anche lui), tale Marco Fonteio, che riteneva Firmo non un vero imperatore, ma un avventuriero: per dimostrare che invece fosse divenuto imperatore a tutti gli effetti, il nostro autore gli controbatte come esistessero monete da lui coniate come Augusto. Quindi tre usurpatori di cui conosciamo l'esistenza dalla sola Historia e dalla quale sappiamo che coniarono a loro nome, ma per nessuno di loro è stata mai trovata una moneta. Ergo, sono tutti e tre inventati. Ma perchè l'autore li inventò? Probabilmente per un motivo collaterale, ovvero dimostrare che lui conoscesse quale fosse uno dei principali insignia imperii, ossia il poter battere moneta a proprio nome e che la numismatica, anche nell'antichità, dovesse essere considerata la disciplina sussidiaria prediletta della ricerca storica, e le monete la fonte autorevole e dirimente in questioni di tale genere.1 punto
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Sicuramente molti sprovveduti ci saranno cascati. Il metallo dal vivo sembra argento, solo il peso e il "suono" nel batterla su un tavolo ne tradiscono la genuinità. Poi se confrontiamo i particolari di lettere in legenda e lo stemma nel rovescio, noteremo l'assenza dei tre gigli nella palla dei medici, la forma del leone e delle 12 torrette nello stemma del Portogallo e la G di Grana. Un bel pezzo della nostra storia.1 punto
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Vorrei dire la mia valutazione sulla lite in questa discussione precisando che io sono incompetente in numismatica. Io compro monete che ritengo belle per guardarle e non per studiarle. ci sono alcune discussioni su questo forum col tema monete ovali iniziate da Apollonia e mi sono sempre chiesto il senso di queste discussioni e non l'ho trovato. Ho aggiunto anche io una foto o due a queste discussioni perche' trovavo divertente la cosa, ma il tutto finiva li. sul non-senso di queste discussioni do dunque ragione a Tinia, malgrado il fatto che non dovrei esprimermi sulla cosa perche' io sono per principio incompetente. sulla forma della discussione invece do torto a Tinia perche' Tinia si esprime spesso come un elefante al galoppo che attraversa una cristalleria. Credo che Tinia manchi del tatto comune che si ha quando si interloquisce con altre persone. Nessuno e' perfetto ma risulta spesso sgradevole leggere i suoi commenti quando non sono su aspetti tecnici ma vanno a colpire nel privato altre persone.1 punto
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1 cruzeiro Brasile 1972 (commemorativo dichiarazione d'indipendenza)1 punto
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a mio parere non può essere un falso moderno. probabilmente si tratta di un falso d'epoca, non di un suberato con lamina d'argento, ma una moneta fraudolenta con una leggera argentatura di superfice scomparsa completamente. Si trovano a volte dei quadrigati tardi completamente in bronzo. Il peso eccessivo può essere dovuto al fatto che a differenza dai suberati, che erano emessi da zecche ufficiali, questo potrebbe essere opera di falsari occasionali, non organizzati per riprodurre fedelmente il peso dei tondelli. forse1 punto
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Grazie Sergio, Io posto quella con la torrette orizzontale e punteggiatura completa. Quindi secondo voi il modello base quale è? Un saluto Raffaele.1 punto
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Buona domenica, a tutti. Pubblico anche io, la mia comunissima piastra 1834. Nessuna punteggiatura al dritto1 punto
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Buonasera a tutti, torno a scrivere sul forum dopo un periodo d’assenza visto che l’argomento della discussione e il modo in cui è stata affrontata mi hanno imposto quasi l’obbligo morale di scrivere alcune righe. Scusatene la lunghezza. Vorrei innanzitutto partire commentando il tono della discussione. È vero che è da qualche anno che non frequento il forum ma mi sembra di ricordare che è un posto dove vige la libertà di parola (entro certi limiti, s’intende), pertanto chiunque può esprimere liberamente un suo pensiero e nessuno, a mio modo di vedere, può arrogarsi il diritto di stabilire chi “dovrebbe avere almeno il pudore di stare zitto e imparare prima di parlare” e chi invece può parlare. Mi riferisco al commento di @simonesrt che peraltro, oltre a questo passaggio quantomeno discutibile, non ha apportato nulla di costruttivo alla discussione. Non mi pare poi sia legge non scritta che la preparazione numismatica di un utente dipende da quanto tempo egli sia registrato sul forum. Dando uno sguardo agli interventi di Agrippina vedo che è stata perlopiù attiva nella sezione identificazioni, rispondendo ad alcune richieste. Una nuova iscritta ma attiva e non il classico utente “da una botta e via” interessato al valore di quello che ha tra le mani e che poi, una volta ottenuta risposta, sparisce. Ad ogni modo, passando al merito della questione, leggo che nessuno di quelli che sostengono l’autenticità dell’esemplare, ha mostrato immagini di esemplari incontrovertibilmente autentici e simili a quello del British. Si parla di un dupondio di Tranquillina, moneta R4 sul RIC, e già soltanto questo dovrebbe imporre cautela nel dare giudizi affrettati, nell’uno e nell’altro senso. “Moneta autentica.” con tanto di punto perentorio scrive @skubydu, chiedendoci, immagino, di credergli sulla parola. Nell’attesa che @Crivoz fornisca le immagini di cui ha parlato, vorrei fare alcune osservazioni sui bronzi di Tranquillina e i suoi dupondi, visto che un esemplare di questi è argomento del topic. Non sarei così fiducioso, innanzitutto, di trovare dupondi originali nelle vendite all’incanto. Essendo i bronzi molto più rari dei già rarissimi esemplari argentei a nome di Tranquillina, ci si può aspettare l’esistenza di una nutrita produzione fraudolenta, non soltanto moderna, ma anche risalente agli scorsi due o tre secoli. Non è certo un mistero che i vecchi collezionisti facevano a gara per inserire nella loro collezione i pezzi o i nominativi più rari, incappando spesso in esemplari non autentici o facendoseli realizzare appositamente (nel caso di esemplari rarissimi o di nominativi di cui non erano e non sono tuttora note monete) come “tappabuchi” per la raccolta. E infatti nell’IBSCC troviamo scritto "It has long been a suspicion that most known sestertii of Tranquillina, if not all were made in the 19th century”. Possiamo estendere questo “suspicion” anche ai medi bronzi? In un articolo del 1933 pubblicato su The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, Fifth Series, Vol. 13, No. 51, pp. 203-219, Karl Pink parla del falsario Claude Augustin De Saint Urbain (1703-1761) e delle sue produzioni, tra cui si annovera anche un denario di Tranquillina. Nella nota 12 a questo esemplare, a pagina 412, egli cita alcuni esemplari di dupondi di Tranquillina, di cui tre nella collezione del Museo di Vienna: “According to Elmer, all three Vienna pieces are from the same die and false. The same is true of Weber Sale, Pl XXXII, 2144,2145 and of the coin (? the same as 2145) in Riechmann, Lager-kat., May 1921, xvii, 1734. Is there a genuine original, and, if so, where?” Pink afferma quindi che Elmer ha ritenuto falsi gli esemplari di Vienna, tutti provenienti da stesso conio, e lo stesso vale per gli altri. Si chiede, quindi, se esistono esemplari autentici di dupondi di Tranquillina e, se esistono, dove sono. Ho deciso quindi di pormi la stessa domanda di Pink e facendo qualche ricerca, mi sono imbattuto in un dupondio di Tranquillina conservato nella collezione del Museo Archeologico Saint-Raymond di Tolosa. L’esemplare non soltanto appare essere una vecchia fusione, di quelle tipiche sette-ottocentesche, ma anche dello stesso “conio” (o impronta) dell’esemplare conservato nel British. Cosa comporta questo? In primis che la strana sensazione di cui parla @Poemenius non è dovuta a restauro o pulizia eseguiti sull’esemplare British: le due monete di Tranquillina nascono proprio con quel disegno e con quelle lettere. Non si può sostenere, inoltre, che l’esemplare di Tolosa sia una fusione ricavata dai calchi di quello del British in quanto quello di Tolosa presenta più dettagli di quello del British (a titolo esemplificativo si osservi parte della perlinatura sul bordo destro del D/ di quello di Tolosa, assente invece su quello del British). Si notano anche altre sospette similitudini tra i due esemplari, quali la forma del tondello, e i difetti o presunti tali dello stesso, posizionati tutti nei medesimi punti su entrambi gli esemplari (si veda l’immagine). Escludendo che l’esemplare di Tolosa provenga dai calchi di quello del British, resta l’ipotesi di una comune provenienza dai calchi di un terzo esemplare oppure da matrici realizzate nel XVIII secolo atte a produrre falsi di questo tipo. Per quanto riguarda la provenienza dei due esemplari, sappiamo che quello del British proviene dalla collezione del Duca di Blacas d'Aulps, continuata dopo la sua scomparsa e poi venduta nel 1867 al British. Come giustamente detto da @Luigi78, collezione importante e prestigiosa, non priva però di falsi. Ho scritto al Museo di Tolosa per conoscere la provenienza del loro esemplare e mi è stato risposto che apparteneva alla collezione di Charles Clément Martin de Saint-Amand (1700-1763), e che il Museo ospita 4247 monete di questa collezione. Quindi: due monete di due importanti collezioni di origine francese, raccolte tra il 1700 e il 1800, entrambe dalle stesse matrici, dalla forma del tondello molto simile e che presentano gli stessi difetti localizzati negli stessi punti del tondello. Senza dimenticare i cinque/sei esemplari falsi riconosciuti da Elmer, tre dei quali nel Museo di Vienna (di questi esemplari sarebbe interessante poter visionare le immagini, per valutare se anche i due British/Tolosa provengono dalle stesse matrici di quelli citati da Pink). Orbene, tutto considerato, mi sembra che i dubbi di chi ha aperto la discussione possano essere quantomeno comprensibili. Certamente, @Luigi78, il British avrà esaminato con cura i pezzi della collezione acquisita, tuttavia lo stesso Museo di Vienna conserva ben tre esemplari falsi di dupondi di Tranquillina, secondo quanto riportato da Pink e non penso siano stati meno scrupolosi nel selezionare gli esemplari. Questo per dire che più che fare affidamento sulle storie o sulla provenienza (più o meno prestigiosa) di una moneta preferisco guardare alla moneta stessa. Penso che un atteggiamento di questo tipo, in cui si raccolgono elementi inerenti all’argomento e si cerca di dimostrare o di smentire una tesi o anche soltanto le sensazioni di un utente, sia molto più utile e soprattutto più educato che ridurlo al silenzio tacciandolo di incompetenza. Un saluto a tutti1 punto
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Indipendentemente da chi è stata posseduta la moneta, credo sia un pò quello che tutti vorremmo. Mi spiego facendo un esempio: sono un collezionista che nella mia vita ho raccolto monete (romane-medioevali-regno-ecc) più o meno importanti, diciamo di una certa importanza e rarità, magari anche pezzi unici. Prima di lasciare questo mondo, visto che non ho nessuno a cui lasciare o che vuole proseguire la collezione, decido di alienare il tutto presso un commerciante. Almeno per me, sarebbe gratificante che il commerciante mettesse anche il mio nome vicino a certe monete. Chi verrà dopo di me avrà in mano qualcosa che è stato di un altro, qualcosa che è stato raccolto, custodito,preservato nel tempo e tramandato. Non ha importanza se sono famoso oppure no. Sicuramente qualcuno nell'ambiente mi ha conosciuto e forse apprezzato e questo basta. Chi era "BORDONI"? Io non l'ho conosciuto, ma sicuramente è stato un collezionista e merita di essere ricordato.1 punto
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Buonasera Lino, anzitutto grazie per le monete che mostra a noi Utenti del Forum e per le interessanti discussioni che ne seguono. Legga con calma il volume I di Domenico Luppino, in quanto estremamente interessante e ricco d'informazioni. A seguire, se Le farà piacere e se non lo ha già fatto, Le consiglio di leggere sul Forum tutta la discussione sulla c.d. NOTA 56. Un saluto cordiale.1 punto
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Non era solo una risposta scherzosa. Alcuni mesi or sono un commerciante mi ha raccontato di interesse dei collezionisti cinesi per la medaglistica riferibile al loro paese (si parlava della medaglia di Pio XI per i martiri cinesi). Aggiunse che qualcuno aveva allargato la collezione ad altre medaglie di Papa Pio XI. Sulle emissioni medaglistiche di Innocenzo XI per il ricevimento degli ambasciatori cinesi sono stato impreciso nel post precedente . La emissione originale si caratterizza per il millesimo 1688 indicato nel rovescio (annno XII di pontificato); e con essa ( non con quelle non datate) si coordinano i riconi postumi di Hamerani e Mazio. Nella coniazione originale di questa medaglia la piega del camauro appare sotto la lettera U di INNOCENTIUS; poi si nota nel conio una vistosa frattura/escrescenza (asta Thalech). Probabilmente il conio viene rifatto e la piega nel camauro è nel nuovo conio sotto la lettera S di INNOCENTIUS. A questa ultima tipologia appartiene la medaglia della recente vendita di Bertolani, che per l'accuratezza del conio proviene probabilmente dalle riconiazioni settecentesche degli Hamerani e non da quelle ottocentesche del Mazio. E' invece originale la medaglia recentemente venduta da Corinphila, nella quale è confermata l'alta valutazione. In asta Thalech la medaglia risultò invenduta.1 punto
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Potrebbe essere indicativa questa tabella.. ma sopratutto per le prime righe Bisogna calcolare però che la differenza fra domanda ed offerta fa anche rarità Se di una moneta si conoscono anche 50 esemplari, tutti in collezioni o in musei, e ci sono 1000 collezionisti che sarebbero disposti a comprarli la moneta è rara sicuramente perché non sul mercato... Al contrario se una di moneta si conoscono sempre 50 esemplari e solo 5 collezionisti, anche se metà solamente saranno sul mercato (tolte quelle in collezioni o musei) e nessuno interessato all'acquisto, essendo sempre disponibili in vendita non sarà possibile considerarle rare... Ho cercato di spiegare il mio pensiero, spero di essere stato chiaro... Poi bisogna calcolare la rarità rispetto le conservazioni... ma questa è un'altra storia...1 punto
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