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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/24/21 in tutte le aree
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Questa discussione nasce in primis dal mio amore per la Città Eterna. Poi dalla curiosità di approfondire la conoscenza di un imperatore (e delle sue monete) di cui sapevo un po’ poco, forse anche per un retaggio scolastico, quando Massenzio veniva considerato il “cattivo” contrapposto al “buono”, ovvero Costantino. Questa fu, infatti, la sfiga di Massenzio: aver sfidato un “monstrum”. Ma per nostra fortuna, le cose non stanno proprio così. Come al solito, cominciamo da una moneta: IMP C MAXENTIVS P F AVG: testa di Massenzio, laureata, a destra R: CONSERV VRB SVAE: Roma elmata, drappeggiata, seduta di fronte, con la testa a sinistra, in un tempio esastilo, con un globo nella mano destra ed uno scettro nella sinistra con uno scudo a fianco; come acroteri del tempio due Vittorie e sul frontone una corona ESERGO: RBQ : Zecca di Roma, quarta officina. RIC VI Roma 210 Il dritto ci mostra la classica iconografia della prima tetrarchia, dove i ritratti imperiali sono piuttosto statici, inespressivi e stereotipati, con scarsa personalizzazione dei tratti somatici. Massenzio (indistinguibile dagli altri augusti legittimi del tempo) appare con il viso largo e squadrato, il collo tozzo e muscoloso, la mascella volitiva, gli zigomi forti e sporgenti, la barba e i capelli cortissimi e curati. Lo sguardo è fiero, quasi truce, ad indicare chiaramente l’autorità e la forza. Insomma, un vero militare. Il rovescio presenta una legenda significativa: Massenzio è il “conservatore” della grandezza di Roma, il suo “protettore”. Roma è rappresentata in un grande tempio esastilo, come una divinità che ha in mano i destini del mondo (il globo) che governa (lo scettro) con le armi (lo scudo e l’elmo). Ciò ad indicare la sua supremazia, quale Città Eterna, sulle altre città dell’Occidente, in particolare su Milano e Treviri che l’avevano scalzata dal suo ruolo di capitale unica dell’impero. Ma non solo: Roma rivendica la sua supremazia anche sulle città dell’ Oriente. Proprio ad Oriente, in effetti, si stava spostando il baricentro del mondo romano. Massenzio si erge a difensore delle prerogative dell’Urbe quale centro nevralgico dell’impero in opposizione alla politica di provincializzazione voluta da Diocleziano e dalla prima tetrarchia da cui lui fu bandito quale tiranno. La tipologia che ho postato non è l’unica per questo rovescio. Ecco, a Ticinum, la RIC VI 106: Roma, seduta in un tempio tetrastilo con in mano un globo ed uno scettro, viene incoronata da una Vittoria stante di fronte a lei, con un prigioniero tra di loro: Sempre a Ticinum, la RIC VI 108: Roma, seduta in un tempio tetrastilo con in mano un globo ed uno scettro viene incoronata, da una Vittoria stante alle sue spalle.... Qui (ancora a Ticinum!) il globo e’ sormontato da una Vittoriola (RIC VI 105): E che dire del dritto di questa (ritorna Ticinum), la RIC VI 103? La veste di Massenzio e’ splendida.... Come si e’ visto, Ticinum mostra una certa varietà di rovesci della stessa serie; e’ un particolare davvero interessante. Ma quella che più mi piace e’ questa. Siamo ad Aquilea: RIC VI 113: Si nota una scena ancora più rappresentativa, in cui Roma, seduta nel tempio, dona il globo proprio a Massenzio. Ritengo questa moneta davvero splendida, anche per la ricchezza della scena con ben tre personaggi (c’è anche un prigioniero), quasi un piccolo quadro incorniciato dalle strutture architettoniche del tempio, anch’esso con decorazione davvero ricca. Infatti, ha un frontone del tutto particolare con la rappresentazione della lupa e dei gemelli, ulteriore richiamo al passato mitico di Roma cui Massenzio e’ particolarmente legato. E’ interessante notare come monete CONSERV VRB SVAE siano state coniate anche a nome di Massimiano e di Costantino I. Ecco Massimiano: Ed ecco Costantino I augusto: E Costantino I cesare: Quindi Costantino appare sia come augusto che come cesare. La spiegazione e’ nei tribolati avvenimenti di quegli anni convulsi. Lungi da me il raccontarne la storia (ogni vota che li rivedo scopro qualcosa di nuovo o capisco qualcosa di diverso) ma giusto per orientarci ecco il variare delle titolature di Costantino nel tempo: -dal fine luglio 306 a inizio autunno 306: augusto -da inizio autunno 306 a fine 307: cesare -da fine anno 307 a novembre 308: augusto -da novembre 308 a metà anno 310 : cesare -da metà anno 310 in poi: sempre augusto Da perderci la testa... Ma perché questo rovescio compare anche con Massimiano e Costantino I? Faccio un piccolo passo indietro… Ho trovato rovesci con CONSERVATORES VRB SVAE, ovvero al plurale. Ciò forse ad indicare una sorta di alleanza e di comunione di intenti tra Massenzio, Massimiano e Costantino contro Galerio (e Severo). Ecco la RIC VI 84a: Con il tempo i rapporti tra i tre si deterioreranno e Massenzio diventerà quindi l’unico CONSERV VRB SVAE, l’unico protettore della sua città. Ma veniamo all’Urbs Sua, a Roma. Conclusa l’età severiana che era stata caratterizzata dalla costruzione di monumenti significativi, i turbolenti decenni centrali del III secolo non videro significative realizzazioni edilizie. Si dovette attendere il regno di Aureliano perché nell’Urbe fossero nuovamente aperti grandi cantieri. Proprio con Aureliano, la città iniziò a cambiare volto, cominciando ad assumere l’aspetto di una città tardo imperiale. Infatti, per difendere la capitale dalle incursioni barbariche che ormai minacciavano direttamente la penisola italica, Aureliano decise di cingere la città con un poderoso circuito murario, che da lui prese il nome. Un decennio più tardi la città aveva perso il ruolo di capitale. Massimiano, chiamato da Diocleziano nel 285 a reggere la parte occidentale dell’impero, le aveva preferito Milano, meglio situata da un punto di vista strategico-militare. Ciò nonostante, a Roma Massimiano intraprese una intensa attività edilizia. C’era in primo luogo da provvedere alla ricostruzione ed al restauro degli edifici colpiti dal grande incendio che aveva devastato l’area del foro nel 283, durante il regno di Carino. Tra essi la Curia Iulia, completamente ricostruita come la possiamo vedere tutt’ora. La sua attività edilizia non si limitò a questo; infatti, furono costruiti anche nuovi edifici quali ad esempio le Terme di Diocleziano. Si arriva quindi a Massenzio. Per Massenzio Roma era e restava la vera ed unica capitale. L’Urbe con le sue millenarie vicende, i suoi dei, le sue leggende, era il vero centro propulsore della storia. Nessuna città poteva rivaleggiare coi i suoi templi, le sue strade ed i suoi monumenti. Campione di una linea politica tutta incentrata nella riaffermazione della gloria di Roma, egli non poteva che espandere ulteriormente il precedente programma di edilizia monumentale promosso da Massimiano caricandolo di forti valenze ideologiche attraverso il recupero dei valori tradizionali, dei culti e dei miti ancestrali (vedi Marte, i Dioscuri, Romolo fondatore…) espressi anche sulle monete (non solo quelle coniate a Roma). La basilica colossale che aveva deciso di edificare sul vecchio colle della Velia (la “Basilica di Massenzio” nel foro) lo avrebbe mostrato al mondo intero... Ogni volta che vado a Roma mi soffermo a guardare impressionato le colossali arcate ai cui piedi mi sento piccolissimo. Ma Roma era già una città grandiosa, con i templi degli antichi, primo fra tutti quello di Venere e Roma che per Massenzio aveva un forte significato simbolico e che quindi fece ricostruire in forme ancora più monumentali (come si apprezza in parte ancora oggi): Il tempio conteneva al suo interno due celle contrapposte: Quella che vediamo oggi e’ quella est (che ospitava la statua di Venere), rivolta verso il Colosseo (parte anteriore della foto). La cella ovest (che conteneva la statua di Roma) è inglobata oggi nella chiesa di Santa Francesca Romana. Insomma, noi del tempio ne vediamo solo metà (ma è una gran metà!). Secondo alcuni è proprio questo tempio quello rappresentato sulle monete CONSERV VRB SVAE. La Via Sacra, resa ancora più maestosa proprio con la sua basilica, fu ulteriormente abbellita. Ci fu inoltre la sistemazione della Meta Sudans, la costruzione di nuovi acquedotti ed il rafforzamento delle mura aureliane. E poi la costruzione di una splendida villa lungo la via Appia con il famoso circo con accanto il monumentale mausoleo di Romolo, suo figlio morto prematuramente a 13 anni, cui aveva dedicato anche un tempio nel foro (il cosiddetto tempio di Romolo). Di tutto ciò restano ancora imponenti rovine, immerse nel verde della campagna romana. Le visitai in occasione del mio ultimo viaggio a Roma prima del blocco totale: rimasi assai colpito davanti alla bellezza dei resti che facevano pensare alla bellezza degli edifici originari, solo lontanamente immaginabile. Il Circo di Massenzio… Il mausoleo di Romolo… Come appare oggi parte del complesso… Come doveva apparire allora… Ed ecco il Tempio di Romolo nel foro romano… Massenzio non si fermò qui. Fece, infatti, ridedicare il Colosso neroniano al figlio Romolo, costruì nuove terme sul Quirinale e ristrutturò i palazzi severiani e le mura aureliane (con il progetto di dotarle di un fossato). A Ostia, infine, aprì una zecca per coniare monete in un luogo più sicuro in quei periodi convulsi e per finanziare la campagna militare contro Domizio Alessandro. Particolarità: in essa non furono coniate monete CONSERV VRB SVAE, ma solo (che mi risulti) una CONSERVATOR VRBIS SVAE, un aureo: Ad Ostia furono coniate altre tipologie, tra cui ricordo le AETERNITAS AVG N…. .…..con la rappresentazione dei Dioscuri in riferimento alla tradizione navale della città. Infatti, Castore e Polluce erano i protettori di marinai. Ma il significato va oltre: va alla propaganda messenziana che enfatizza simboli classici di Roma. Costantino avrebbe completato molte delle opere che il suo sfortunato rivale aveva lasciato incompiute. Non e’ escluso che lo stesso Arco di Costantino possa risalire ad un progetto di Massenzio per celebrare la vittoria sul ribelle Domizio Alessandro. Roma in quanto antica città pagana, raggiunse proprio in quegli anni il suo massimo apogeo architettonico. Di lì a poco Costantino, discretamente, avrebbe iniziato a trasformarla in una città cristiana. Spero di non aver detto inesattezze; in questo caso invito i lettori (so che ci sono tanti “massenziani” nel forum) a segnalarlo senza alcun problema. Ciao e buona domenica da Stilicho Fonti: - Il nostro forum (una vera miniera di sapere) - RIC volume VI - La Roma di Massenzio e Costantino. Palombo Editore - Wildwinds - OCRE - Moneteromane.info5 punti
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Un bel pezzo! Tanti i cavalli coniati nella città dell'Aquila e La loro ampia produzione pose un problema una volta che gli aragonesi tornarono al potere... La damnatio memoriae avrebbe reso questi cavalli non più utilizzabili con perdite economiche rilevanti per i possessori. La città dell’Aquila allora chiese a Federico, nuovo re di Napoli, che le monete con l’impronta francese potessero ancora circolare: "Item supplica epsa università la praefata maestà se digne che le monete minute et grosse, tanto de oro, argento et rame della impronta francese, attento [che] sonno multiplicate per tucto Apruzo et multe persone et quae maxime poveri artes[c]iani remaneriano disfatti se occurresse ditte monete sbandizarese et reprobarese, che ditte monete valliano et valere debiano si como per lo passato è stato solito et consueto et al presente valliono". Questa richiesta verrà approvata il 10 dicembre 1496 dal re ma il 26 gennaio 1497 viene ordinato di non battere più cavalli e quelli francesi non possono più essere spesi: “havemo inteso como in la Provincia se trova gran quantità de cavalluzi, et maxime con lu merco francese, volimo provedate che in nullo modo et loco se debiano cognare più cavalluzi, et quilli del merco francese non se possano despendere”. La soluzione al problema è presto trovata. La città dell’Aquila ribatterà i cavalli con l’impronta francese con i conii con l’impronta di Federico. “Certificando vostra illustrissima signoria che in questa cità se trova altra inmunita de questi cavallucci francessi per esserene abbondati in tanta quantità in modo che li poveri non hanno altro da spenere perhò supplicamo vostra illustrissima signoria se dingne possamo in dicta nostra zeccha se cognerà dicte monete francese al cugno de dicta maestà del nostro signore re Federico a cciò li poveri habiano che expendere”. Una soluzione che all’epoca sarà sembrata rivoluzionaria in quanto ha permesso di “cancellare” l’impronta dell’invasore risparmiando tempo e costi ed allo stesso tempo dando a tutti la possibilità di spendere ancora i cavalli francesi in loro possesso… ma non fecero i conti con i collezionisti e studiosi del futuro che oggi ammattiscono nel cercare di individuare le impronte di primo e secondo conio su questi cavalli ribattuti ?5 punti
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@r.tino fa un discorso da commerciante e non da collezionista. O al massimo da collezionista seriale, di quelle monete di regno/repubblica/euro, che si trovano in qualunque momento in tutte le aste. Chi colleziona monete più antiche trova spesso e volentieri la moneta che cerca in asta una volta all'anno o forse anche meno. Mi pare surreale dire che avere una spesa fissa in più non cambi niente: cambia tutto, per esempio mi rende meno competitivo nei confronti di chi il dazio non lo paga perché è inglese. Il risultato sarà inevitabilmente una maggiore reticenza per noi a partecipare alle aste inglesi (io sono un cliente fedelissimo di Bertolami: ora lo dovrò essere molto meno) con la conseguenza che ci verrà preclusa una fetta assai importante dell'offerta; qualora invece il pezzo esitato dovesse fatalmente attrarmi, inevitabilmente lo dovrò pagare di più, con l'ulteriore seccatura che la mia spesa non va ad alimentare virtuosamente il mercato numismatico, ma finisce nelle casse statali per idiozie politico-burocratiche.4 punti
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E' un piccolo comune del Calvados nella Normandia : probabilmente è stata la romana Augustodorum, poi passata ai Franchi Merovingi e Carolingi e più oltre al regno di Francia . Nel 911 un accordo tra il re Carlo III il semplice ed il capo vichingo Rollone da inizio alla formazione del ducato di Normandia del quale Bayeux fa parte . Principale monumento di Bayeux è la cattedrale dedicata a 'Nostra Signora' : voluta dal vescovo Oddone di Conteville, costruita in forme romaniche viene consacrata nel 1077, poi gravemente danneggiata da un incendio durante l'assedio del 1105, viene restaurata in forme gotiche che ne fanno un buon esempio di questa architettura . Fino al XVIII sec. è custodito nella cattedrale (ed ora in diversa allocazione cittadina) un documento raro e di grande importanza noto come "arazzo di Bayeux" , in realtà un tessuto in più pezze per totali 68 metri di lunghezza, interamente decorato a ricamo con figurazioni che narrano gli avvenimenti storici relativi al periodo della conquista normanna dell'Inghilterra, definitasi nel 1066 con la battaglia di Hastings . L''arazzo' è considerato di notevole importanza come documentazione alla conoscenza e ricostruzione storica di Inghilterra e Normandia nell'alto medioevo del XI sec. , nel particolare periodo della transizione dal regno anglo-sassone al regno normanno di queste regioni . In Inghilterra nel 1066, si chiude il 5 Gennaio il lungo regno di Edoardo il confessore al quale succede (ultimo re anglo-sassone) Aroldo II che il 14 Ottobre, sconfitto, cade sul campo di battaglia di Hastings, lasciando il regno ai Normanni del vincitore Guglielmo il conquistatore . Di questi personaggi sono, pervenuti piuttosto rari pence in argento . Gli amici filatelisti conoscono anche dal 1966, la bella serie di francobolli con illustrazioni tratte dall' arazzo di Bayeux. che il Regno Unito ha allora dedicato al ricordo di Hastings .3 punti
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Torniamo, per concludere, alla famosa cena alla Casa Bianca con cui abbiamo iniziato. Che vide, oltre a Washington e Roosevelt, due altri ospiti. Del primo Philip B. Stewart del Colorado, amico di Roosevelt, non penso ci sia da dire molto di più di quanto detto nel link che potete leggere cliccando sul suo nome. Molto, molto più lungo, sarebbe il discorso sull'altro ospite, Edith Roosevelt, seconda moglie del Presidente. Ma poiché, ancora una volta, non è scopo di questa discussione fornire le biografie dei suoi protagonisti, diremo solo che, per tutta la cena, Edith si limitò a manifestare "il suo dolce disinteresse per chiunque, bianco o nero, non fosse, come diceva lei, 'de notre monde'." La ammiriamo in un particolare del bel ritratto fattole nel 1902 dal pittore francese Theobald Chartran. Ma possiamo ammirarla, anche, sulla medaglia che la zecca americana le ha dedicato nell'ambito del programma First Spouse, una serie di medaglie dedicate alle mogli dei Presidenti degli Stati Uniti, da Martha Washington a, per ora, Barbara Bush, moglie di George Bush Sr. La medaglia, prodotta come tutte quelle della serie sia in oro che in bronzo (vediamo entrambe le versioni), mostra al dritto, disegnato da Joel Iskowitz e inciso da Joseph Menna, un bel ritratto di profilo di Edith Roosevelt, con le iscrizioni 26th (Presidente) e 1901-1909, gli anni trascorsi dai Roosevelt alla Casa Bianca. Il rovescio, disegnato da Chris Costello e inciso sempre da Menna, presenta un'immagine parziale della Casa Bianca con una colonna e un compasso, a rappresentare il restauro avvenuto nel 1902, come indicato anche dalla legenda The White House Restored - 1902. E con questo è tutto gente petronius3 punti
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@Litra68due belle piastre.... Della 13 torrette conosco 2 rovesci diversi, il primo come il tuo, il secondo oltre alle 13 torrette ha lo 0 di 120 ribattuto, quest'ultimo rovescio abbinato ad almeno due diversi diritti . Ecco la mia 13 torrette, zero ribattuto al rovescio, GRTTIA al diritto.3 punti
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10 Tornesi 1856 D'Incerti 317, Pagani 350. Peso grammi 29,05 Provenienza Listino Baranowsky 1°Semestre 2001 - lotto 397 Giudicato SPL Conio decentrato al rovescio.3 punti
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Un altro sistema di divulgazione numismatica, che in tempo di pandemia, riesce comunque a rispondere alle curiosità ed al piacere di arricchire la propria conoscenza in questa spendida materia che ci appassiona tutti. Ancora complimenti e speriamo che in questo 2021 ci si possa reincontrare per una splendida giornata numismatica come nel passato. ???3 punti
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Se vuoi approfondire il discorso, in questa lunga discussione vengono raccontati vita, morte e miracoli di questa moneta, che forse meriterebbe, ben più di quella che ha dato vita a questa discussione, il titolo di "moneta più famosa del mondo". petronius3 punti
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Ciao a tutti!! Eccola anche la mia! Senza dubbio stesso conio al R/ La aquile capovolte del 1834 credo sia la più difficile da trovare della serie, ma mi chiedo quale sia l'effettiva rarità. Un caro saluto a tutti!!3 punti
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Ciao a tutti, Le piastre del '34 sono quelle che mi affascinano di più,nelle 34 troviamo varianti in legenda torrette in più o in meno, piastre che al posto dei pallini nello stemma del Portogallo hanno quattro piccole torrette e tante altre particolarità che rendono unico questo 1834. E poi ci sono queste.. Non capita tutti i giorni di vedere delle 34 con le aquile d'Aragona capovolte. Un saluto a tutti. Raffaele.2 punti
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Buon pomeriggio a tutti! L'idea per questa discussione è nata qualche settimana fa, quando mi sono imbattuto nella serie russa dei 5 rubli commemorativi dedicati alle capitali liberate dalle truppe sovietiche. Guardando quelle monete che celebrano battaglie per la liberazione di città, mi sono chiesto: "Esistono altre monete che raccontano grandi battaglie?". Naturalmente la discussione è aperta a monete di qualsiasi epoca. Mi piacerebbe poterle raccogliere tutte qui. Se vi va, insieme alle monete, sarebbe bello raccontare anche qualcosa della battaglia (o della guerra), per poterne capire il valore storico e celebrativo. Non ho idea di quante monete esistano di questo genere, ma spero venga fuori qualcosa di interessante. Anzi, ne sono sicuro. Com'è consuetudine, inizio io con una moneta da 50p del 2016 che celebra i 950 anni dalla battaglia di Hastings. Casus belli Dal 1042 regnava in Inghilterra l'anglosassone Edoardo il confessore, che però non aveva eredi. Di madre normanna, era stato educato in Normandia e aveva mantenuto ottimi rapporti con la famiglia ducale, tanto da promettere a Guglielmo il Bastardo la successione al trono inglese. Per rinnovare la sua promessa Edoardo mandò in Normandia nel 1064 il più potente tra i nobili anglosassoni, Aroldo figlio di Godwin, che nutriva delle aspirazioni al trono. Guglielmo il conquistatore venne a conoscenza delle intenzioni del suo rivale sassone e, con grande opportunismo, lo nominò immediatamente suo cavaliere così da potersi assicurare la sua "legale" sottomissione in quanto era diventato un suo vassallo. Alla morte del re Edoardo, avvenuta il 5 gennaio 1066, Aroldo venne eletto suo successore dall'assemblea dei nobili sassoni. All'arrivo di questa notizia Guglielmo decise di far valere i suoi diritti, riconosciutigli anche dall'imperatore Enrico IV e dal papa Alessandro II, che gli inviò in dono, prima della sua partenza per l'isola britannica, uno stendardo consacrato. La battaglia La battaglia avvenne il 14 ottobre 1066 tra le truppe di Aroldo II e Guglielmo Il Conquistatore, per il controllo dell'Inghilterra. Lo scontro durò dalle 9 del mattino fino al tramonto. I primi sforzi dei normanni per rompere le linee di Aroldo II ebbero scarso effetto; quindi, fingendo una ritirata, riuscirono a sorprendere la fanteria anglosassone. Aroldo II morì in battaglia e questo portò alla sconfitta e alla ritirata del suo esercito. Guglielmo fu incoronato re il giorno di Natale del 1066. Con la battaglia di Hastings Guglielmo il Conquistatore invase con successo l'Inghilterra, ma da quel giorno in poi l'isola non conobbe più, per il resto della storia, alcun tipo di invasione, nonostante i tentativi spagnoli, napoleonici e tedeschi. Una preziosa testimonianza di questa battaglia è l'arazzo di Bayeux, un ricamo ad ago tracciato con fili di lana di colori diversi. Vi sono rappresentati ben 626 personaggi: 250 tra cavalli e muli, 550 animali di ogni genere, oltre a castelli, chiese e navi, per un totale di 1500 figure. L'opera fu compiuta probabilmente tra il 1070 e 1077, forse su ordinazione di Oddone vescovo di Bayeux e fratellastro dello stesso Guglielmo il Conquistatore, per narrare la conquista dell'Inghilterra. L'arazzo infatti descrive con grande accuratezza tutte le fasi dello scontro, fino alla morte di Aroldo, dandoci soprattutto le raffigurazioni dettagliate delle attrezzature usate e delle tattiche seguite in quella storica battaglia. Nel dettaglio dell'arazzo che allego qui sotto è rappresentata la morte di Aroldo II.2 punti
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Il mio mezzo Tornese del 18462 punti
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1 cent Bermuda 1971. Questa col cinghiale mi piace, è simpatica.?2 punti
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In questo caso l'incisore ha voluto "colorare" lo stemma. Vi sono delle regole in araldica che in base al tipo di tratteggiatura proposta si va ad indicare un determinato colore ma non sempre queste regole sono rispettate. Quello che è certo è che il campo dello stemma doveva essere color azzurro come ci racconta l'ambasciatore del duca d'Este, Sigismondo Cantelmo (figlio di Pietro Giovanni Paolo Cantelmo che ha battuto i cavalli... Lo so vado a finire sempre lì ?) che in occasione dell'incoronazione di Carlo VIII a Napoli scrive: "per tucto non si vedono altro che scuti di fino azzurro con tre gigli d'oro". Complimenti per il raro pezzo!2 punti
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Buona domenica, a tutti. Pubblico anche io, la mia comunissima piastra 1834. Nessuna punteggiatura al dritto2 punti
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Ma perche' pagare di piu'??????? Basta solamente fare un conto in piu'......voglio pagare 100 euro una moneta con diritti al 20% e spedizioni con costo 10 euro? Semplice, in Italia o paese UE punto 75 Euro, in Gran Bretagna o paese Extra UE punto 68 Euro.....non mi sembra un grandissimo problema , cio' che pago per aggiudicarmela son sempre 100 Euro, niente di piu'2 punti
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Nel frattempo se ne sono aggiunti tanti altri come quello con la la Prof.ssa Lucia Travaini o con altri testimonial della nostra numismatica oltre ai video della presentazione e consegna dei Gazzettini 7 a Milano, siamo a 24 altri arriveranno .... https://www.youtube.com/channel/UCqP7Vmgu7Afpiplbt3so2mQ/videos2 punti
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Ma infatti quello è un punzone probabilmente fornito dalla zecca di Vienna o comunque mai utilizzato per creare i punzoni riproduttori, non ho mai visto un tallero con le sembianze di quel punzone, basta andare a visitare il museo della Zecca di Roma per vedere come erano le monete che venivano coniate a Roma. Come i più esperti han fatto notare il tallero in copertina è un bellissimo esemplare di un Venezia dell'ultimo periodo, buono studio a tutti. Son sempre a vostra disposizione. Grazie a tutti !!!2 punti
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L'Hafner è una ricchissima collezione fotografata, ma carente di riferimenti per l'identificazione, il mio manuale è stato creato per dare al collezionista dei riferimenti per agevolare l'identificazione delle molteplici zecche, ho volutamente cercato una stampa di ottima qualità e carta estremamente bianca ricca di cellulosa, per migliorare al massimo la visione delle monete fotografate. Buona collezione a tutti.2 punti
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Anche secondo me si tratta di Costanzo II, diademato di perle, drappeggiato e corazzato. Il rovescio e' una FEL TEMP REPARATIO con cavaliere disarcionato, del cosiddetto tipo "horseman reaching", ovvero con il cavaliere proteso verso il soldato romano che lo assale (il cavaliere mi sembra che indossi un berretto frigio). L'esergo non e' leggibile, ma la lettera D nel campo sinistro del rovescio si trova in emissioni di Arelate ed in una sola emissione di Nicomedia. Tuttavia, l'emissione di Nicomedia, ha una diversa cesura del rovescio ( FEL TEMP RE-PARATIO). Quindi dovrebbe trattarsi della zecca di Arelate e, in base alla cesura della legenda sul rovescio (FEL TEMP REPARATIO), ipotizzo questa: RIC VIII Arelate 215 Online Coins of the Roman Empire: RIC VIII Arelate 215 (numismatics.org) Buona notte da Stilicho2 punti
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Qualche giorno fa, in una calda e luminosa giornata di sole, percorrevo con la mia auto la SR 10 che collega Alessandria a Tortona. È un tragitto che faccio spesso, sia per motivi di lavoro che per motivi personali. Questa strada attraversa una vasta e quasi sconfinata pianura che fu teatro della celebre battaglia di Marengo del 14 giugno del 1800, di cui proprio in questi giorni ricorrono quindi i 220 anni. Torniamo quindi a Marengo in quella assolata giornata di giugno... Nel 1799 Napoleone era dovuto tornare in tutta fretta dalla spedizione in Egitto per arginare la nuova coalizione (l’ennesima) formatasi contro la Francia rivoluzionaria. In quel momento la situazione interna del paese era molto grave e Napoleone, con il colpo di Stato del 18 brumaio (9 novembre) 1799, assunse la guida della nazione con il titolo di primo console. Subito dovette occuparsi della situazione militare, tutt'altro che rosea. Praticamente quasi l’intera Europa era un unico e grande campo di battaglia e i Francesi avevano già subito duri smacchi quasi ovunque. In tutta Italia le repubbliche rivoluzionarie erano state rovesciate e i filofrancesi perseguitati o messi in fuga. A causa della decisione dello zar di Russia Paolo I di richiamare i suoi eserciti dopo la disfatta di Zurigo e di abbandonare di fatto la coalizione, sul continente erano rimasti solo gli Austriaci a fronteggiare le armate francesi. All'inizio dell’anno 1800 Napoleone si mise al comando della cosiddetta “Armata di riserva” (che aveva radunato in tutta fretta e con pochi fondi) e la guidò in Italia. Attraversò il passo del Gran San Bernardo e, come il buon vecchio Annibale, giunse in pianura. I Francesi erano mal equipaggiati, mal nutriti e peggio pagati, ma avevano dalla loro la buona stella del loro comandante e Il 9 giugno 1800 sconfissero un avamposto delle truppe austriache a Montebello, vicino a Voghera. A questo punto Napoleone si concesse una pausa, convinto che le prime cariche austriache fossero solo astuti diversivi per coprire una ritirata. Il suo obiettivo era quindi quello di intercettare il ripiegamento del nemico e pertanto decise di dislocare parte delle sue truppe lungo le diverse direttrici di fuga. Così, quando il 14 giugno l’avanguardia francese disposta nella piana di Marengo venne attaccata, Napoleone non si preoccupò più di tanto pensando a una semplice scaramuccia e rimase erroneamente di questo parere per quasi tutta la mattinata. Tuttavia, le cose precipitano rapidamente. Le sue divisioni di prima linea, sotto la pressione austriaca cominciano a ritirarsi. Il sacrificio di due battaglioni della sua guardia consolare evitarono che il ripiegamento si trasformasse in una rotta. La situazione si fece sempre più critica per i Francesi al punto che gli Austriaci si convinsero di poter avere facilmente la meglio. Napoleone resosi però finalmente conto della catastrofe incombente cercò di prendere contromisure e nel primissimo pomeriggio mandò a richiamare in generale Desaix che, secondo i piani errati del mattino, era stato mandato verso Novi per bloccare la ritirata agli Austriaci in direzione di Genova. Il generale però, sentendo i cannoneggiamenti, era già tornato indietro più velocemente possibile, ancora prima di venir raggiunto dai messi di Napoleone. Desaix era un uomo straordinario. Napoleone lo stimava come il migliore tra i suoi generali e pertanto lo informò subito della débâcle del mattino. Desaix allora chiese «Che ora sono? Le 17? Questa battaglia è perduta. Ma c’è tempo per vincerne un’altra». Iniziò così la riscossa francese. Con le truppe appena rientrate, Napoleone ed il suo stato maggiore pianificarono la controffensiva affidata proprio agli uomini del generale Desaix la cui carica fu vincente: le truppe austriache arretrarono e si ritirarono, sconfitte alle prime ombre della sera. Nell’attacco vittorioso lo stesso Desaix, vero artefice della vittoria, troverà la morte. Il giorno dopo uno sconfortato Melas , comandante degli Austriaci, firmò la Convenzione di Alessandria e si ritirò ad est del Mincio. È incredibile il destino. Quella che sembrava un catastrofe finì per diventare per Napoleone una delle sue vittorie più belle, sicuramente la più emblematica: quella che ha fatto nascere il suo mito di condottiero invincibile. A questo ha però contribuito la propaganda del vincitore. All’indomani della battaglia il resoconto degli scontri venne rielaborato e abilmente modificato per cancellare ogni dubbio su genio militare di Napoleone. I fatti del mattino vennero infatti messi in secondo piano e ridotti ad una sorta di mossa strategica per attirare gli austriaci una trappola mentre tutta l'attenzione venne posta sul pomeriggio, sulla controffensiva vittoriosa illuminata dall'estremo sacrificio di Desaix che, bello e giovane, si prestava bene come eroe-icona della vittoria. L'impresa di Marengo venne celebrata nel 1805 quando Napoleone, ormai imperatore, scese a Milano, per essere incoronato anche re d'Italia. Il 5 maggio (guarda caso) a Marengo si mise in scena una vera e propria ricostruzione della battaglia con soldati come attori e figuranti (anche ai nostri giorni si effettua annualmente la rievocazione in costume, ma purtroppo quest’anno non sarà possibile a causa del Coronavirus). In quell'occasione Napoleone ordinò che si costruisse una piramide a ricorda della vittoria. L'opera fu sicuramente iniziata, ma oggi non ne rimane traccia, nemmeno la memoria della sua collocazione . Secondo la tradizione, la sera della vittoria, mentre si trovava nel suo quartier generale che lo ospitava, Napoleone mangiò un piatto inventato dal suo cuoco personale: quello che poi sarebbe diventato il “pollo alla Marengo” con ingredienti trovati casualmente in una cascina: pollo, pane, uova e gamberi di fiume. E visto che siamo in un sito di numismatica….per celebrare la vittoria, fu poi coniata una moneta d’oro, il marengo, per l’appunto.. (spero sia la moneta esatta.....non e' la mia monetazione....) Il campo di battaglia si estende grosso modo tra Alessandria e Torre Garofoli (verso Tortona) dove era acquartierato Napoleone (vedi prima cartina). La zona della battaglia si chiama nel suo complesso, zona delle Fraschetta. Questa e’ la cascina di Torre Garofoli dove aveva sede il quartier generale di Napoleone: Il corpo di Desaix venne portato proprio in questa cascina di Torre Garofoli che era stata già trasformata in un grande ospedale militare (lì furono portati anche gli ufficiali austriaci prigionieri). Oggi tutto intorno e’ ancora campagna, una landa piatta, ordinata e ben coltivata su cui spiccano qua e là qualche cascinale o qualche fabbrica (eh sì, qualcosa e’ cambiato…). A proposito di fabbriche, i combattimenti del mattino cominciarono nella zona dove ora vi è la fabbrica della Paglieri (ricordate il talco “Felce Azzurra”?) e la villa (il Castello di Marengo, quel quadratino verde in basso a sinistra che ospita ora il museo della battaglia "M M") per poi concentrarsi proprio nei campi lì attorno. La villa ottocentesca con facciata in trompe-l’oeil ha nel cortile antistante una delle poche statue ancora visibili di Napoleone primo console sfuggite alla furia della Restaurazione. I Francesi, dopo aver resistito a lungo proprio in prossimità della villa (fossato del Fontanone, in parte ancora visibile nel parco del museo) cominciarono a retrocedere sulla direttrice verso Tortona. A San Giuliano Vecchio Napoleone incontrò Desaix e con lui pianificò l’offensiva che si tradusse nella vittoria al cui esito Desaix contribuì in modo decisivo con il sacrificio della vita. Morì infatti in località Vigna Santa (un vecchio toponimo), dove ora vi e’ un agriturismo omonimo al cui interno e’ presente il cippo commemorativo nel punto in cui cadde il generale: Interessante, infine, la visita la Marengo Museum che si trova nella Villa di cui sopra e il cui ingresso (sul lato posteriore, che guarda un gruppo di case d’epoca di Spinetta) e’ a forma di piramide, a ricordare quella che volle Napoleone. Il museo che ricostruire gli avvenimenti del 14 giugno 1800 porta il visitatore nel tempo napoleonico descrivendo gli aspetti militari e politici della campagna e illustrando chi fossero e come vivessero i protagonista di quegli eventi che hanno segnato un’epoca. Onestamente non so se in questo periodo il museo sia aperto. Una ultima annotazione: Nella cartina e’ indicato l’albero di Napoleone: Un grosso platano alto circa 40 mg che la tradizione vuole sia stato piantato nel 1800 da Napoleone per onorare i caduti e i feriti di entrambi gli schieramenti. Oggi la pianta sfida il traffico al km 96 della SR 10. Fonti: - Marco Scardigli: Il viaggiatore di battaglie. UTET - Marengo, la vittoria dell'eroe che disobbedì a Napoleone. Di Gianni Riotta. La Stampa Link utili: - http://www.marengomuseum.it/ Buona serata da Stilicho2 punti
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Ripropongo qui questo format anche se è stato già portato qui sul forum da altri lamonetiani anni fà. Io posto una faccia di una moneta, l'utente che indovina ha diritto a postare lui una moneta da indovinare (se indovina entro 24h da quando metto la foto del tondello). Se invece entro 24h nessuno indovina dirò la soluzione e posterò un'altra moneta. A 12h da quando ho postato se nessuno indovina darò un piccolo indizio. Ecco la moneta da indovinare: Dovete dire di che paese è e se volete per completezza anche il suo nominale e postare la foto dell'altro lato. Chi indovina vince un like e il follow da parte di chi ha postato la moneta. Ovviamente è vietato autoindovinare la propria moneta! Buona fortuna! Numismatico 0071 punto
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Buonasera a tutti, ho voluto utilizzare un titolo provocatorio in quanto in queste ultime settimane, girovagando per le varie aste on line per guardare le mie romane mi è capitato di buttare un occhio sulle monete "di borsa" e mi è sembrato che ci sia una specie di accaparramento a qualsiasi prezzo. Facendo un semplice conto della serva, cioè moltiplicando la valutazione del fino contenuto per il peso delle varie monete, i prezzi erano anche del 20% oltre la valutazione dell'oro. Tra le varie monete c'erano anche Marenghi e sterline che sicuramente hanno anche un valore numismatico ( non è il mio campo e non ho la preparazione necessaria per fare una valutazione) ma tralasciando quelle che possono essere veramente di valore le altre anche in condizioni di valutazione BB spuntano prezzi altissimi. Vorrei chiedere un vostro parere al riguardo. Mi sfugge qualche cosa? Sbaglio a fare i conti? Si potrebbe avere, anche giustamente; paura per il domani e quindi mi accaparro oro a qualsiasi costo? Ho cercato altre discussioni nel forum ed ho visto che ciclicamente un argomento simile si ripresenta, ma ho anche letto che il parere di molti sarebbe che oltre il 2- 5% dellla quotazione spot dell'oro non si dovrebbe acquistare in un ottica d'investimento. Quindi se quelle monete non hanno tutte un valore numismatico in surplus perchè pagare un prezzo così elevato? Grazie per le risposte1 punto
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Altro particolare che ho potuto notare, ovviamente mi riferisco al millesimo e alle monete postate in questa discussione, è relativo ad un particolare della Corona, io amo osservare le monete punto per punto, anche se a volte mi sfuggono i particolari più importanti, ho notato che il numero delle perle che sono sulla falda centrale della corona sono variabili, ne conto 3 tranne sull'esemplare di @Scudo1901, che spero mi perdonerà per aver ritagliato un pezzo, che ne ha 5, se non sbaglio anche la ATR di @Raff82 ne ha 4 anche se la corona si presenta più schiacciata. ? Cosa ne pensate? Galoppo troppo di Fantasia? Saluti Alberto1 punto
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Faccio un discorso puramente da collezionista, di quello pero' che non si puo' permettere di spendere qualsiasi cifra....semplicemente faccio il discorso della stragrande maggioranza dei collezionisti, decidere la cifra massima che si e' disposti a spendere per una determita moneta e da li togliere i costi annessi per determinare la cifra di battuta. Se poi uno non si prefigge una spesa massima, passiamo nel range di collezionisti che puo' permettersi di non fissarsi un limite di spesa massima per quella determinata moneta, e allora qui cambia l'intero discorso, stiamo parlando di coloro che possono permettersi di comprare la moneta che vogliono a prescindere1 punto
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Ti ringrazio per l'opportuno richiamo storico. Anzi, mi complimento perché sei riuscito a raccontare quegli eventi intricati con una sintesi davvero efficace. Io ogni volta mi ci perdo. Ciao da Stilicho1 punto
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@savoiardo Sono contento di esserti stato utile?. Per me e' stato un piacere. Buona domenica da Stilicho1 punto
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Complimenti anche da parte mia per questa pubblicazione. Non ho mai seguito questa tipologia ma certamente acquisterò il libro, visto l’indubbio spessore che riveste su questa monetazione molto complessa1 punto
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Alessandro Magno: la battaglia dell'Idaspe, l'ultima grande battaglia. foto da Sixbid.com e Wildwinds.com-1 punto
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Dumbarton Oaks e‘ una residenza con giardino, bellissima, di una copoia ricchissima americana che amava l’epoca bizantina, il Rinascimento e collezionava anche antichità meso-americane ( Maya Aztechi etc). la magione, piu‘ una cospicua dote, sono state lasciate all’università di Harvard che le amministra come sede distaccata del suo museo ( DO e‘ a Washington DC, il museo di Harvard - Fogg museum - a Cambridge MA). Philip Grierson che collezionava monete bizantine ( oltre alla grandiosa raccolta del MEC) lascio‘ le sue monere a DO dove, assieme ad altre raccolte andarono a formare quella che oggi è probabilmente la piu‘ importante collezione di monete bizantine. harvard finanzio‘ poi il catalogo in 5 volumi (piu‘ altri volumi dedicati alle monetazioni satelliti - late roman bronze coins of the 5th cent. etc) che descrive la collezione ma riporta anche esemplari esistenti in altre collezioni di riferimento. Un‘opera eccezionsle che costituisce l‘opera di riferimento per eccellenza per la monetazione bizantina. La sua messa on line, rinunciando si diritti d’autore e gli introiti provenienti dall’opera a stampa testimonia la volontà di diffusione culturale operata dall’università e dal centro di studi bizantini ( che naturalmente vanno molto al di la‘ che non le sole monete) che opera a Dumbarton Oaks. Per chi si trovasse a passare da Washington ( un po‘ difficile di questi tempi ?) suggerisco sicuramente una visita alla splendida residenza situata sopra Georgetown..1 punto
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E' S proprio nero? Sì! ESPROPRI ONEROSI Buona notte da Stilicho1 punto
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DE GREGE EPICURI D'accordo su Costanzo 2°: a dx si legge TIUS, mentre a sinistra la legenda è lunga e mal visibile; potrebbe essere comunque DN CONSTAN- Io però per Arelate non l'ho trovata, con quella D nel campo del rovescio.1 punto
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Io bazzico molto per i mercatini (mai sottovalutarli!) e ogni tanto un'occhio alla data della serie impero lo butto sempre ma non mi è mai capitato un simile colpo di fortuna! Complimenti!1 punto
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@giacutuli il Tallero in copertina sul nuovo volume che ha usato per il confronto non è un Tallero di zecca Roma ma di zecca Venezia (1840-66). Quindi il confronto che ha fatto ha poco senso.1 punto
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Indipendentemente da chi è stata posseduta la moneta, credo sia un pò quello che tutti vorremmo. Mi spiego facendo un esempio: sono un collezionista che nella mia vita ho raccolto monete (romane-medioevali-regno-ecc) più o meno importanti, diciamo di una certa importanza e rarità, magari anche pezzi unici. Prima di lasciare questo mondo, visto che non ho nessuno a cui lasciare o che vuole proseguire la collezione, decido di alienare il tutto presso un commerciante. Almeno per me, sarebbe gratificante che il commerciante mettesse anche il mio nome vicino a certe monete. Chi verrà dopo di me avrà in mano qualcosa che è stato di un altro, qualcosa che è stato raccolto, custodito,preservato nel tempo e tramandato. Non ha importanza se sono famoso oppure no. Sicuramente qualcuno nell'ambiente mi ha conosciuto e forse apprezzato e questo basta. Chi era "BORDONI"? Io non l'ho conosciuto, ma sicuramente è stato un collezionista e merita di essere ricordato.1 punto
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Buon giorno. Questa notte ho dormito male pensando che stamani dovevo postarvi questo .Si tratta di un video da me ideato,eseguito, girato,montato. Mi é costato tanto tempo e lavoro, spero dal profondo del cuore che lo apprezziate. Saluti.1 punto
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