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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/23/21 in tutte le aree
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Complimenti a @carmhack per la scelta tematica. Si prospetta una bella discussione. Provo a dare anch'io il mio contributo parlando di una delle monete forse più celebri coniata in occasione di un'importante successo militare. Mi riferisco all'iconico marengo della Repubblica Subalpina. L'esemplare che riporto qui di seguito, per chi non lo sapesse, è stato aggiudicato nell'asta Nomisma 60 per la bellezza di 12.000 euro più diritti ed è tuttora considerato come il migliore della tipologia. Antefatti Dopo il clamoroso successo ottenuto nella campagna d'Italia (1796-1797), che permise ai francesi di estendere la propria sfera d'influenza su vaste aree del Nord Italia, l'Austria stipulò un trattato di pace (Trattato di Campoformio), determinando formalmente la fine della Prima Coalizione. A quel punto, rimasta soltanto la Gran Bretagna da dover fronteggiare, Napoleone decise d'intraprendere un'ambiziosa campagna militare in Egitto. L'obiettivo era chiudere alle navi commerciali inglesi la rotta che collegava il Mediterraneo alle Indie orientali, provocando così un duro colpo all'economia dei nemici d'oltremanica. Napoleone, poi, non nascondeva di certo la propria ammirazione per i grandi condottieri del passato, come Alessandro Magno e Cesare. Conquistare l'Egitto gli avrebbe dato un prestigio tale da portarlo al pari dei grandi nomi della Storia. L'impresa, tuttavia, non riuscì. La flotta francese venne ben presto distrutta nella baia di Abukir dalle navi di Horatio Nelson (lo stesso di Trafalgar...). L'esercito, invece, dopo i primi successi militari, fu logorato dalle condizioni avverse, dalle pestilenze, dalla mancanza di rifornimenti e dalle incursioni dei mammelucchi. Napoleone dovette, quindi, ritornare in patria dove venne, comunque, accolto trionfalmente. D'altronde non era di certo tornato a mani vuote: anche in Egitto (come in Italia) fece incetta di tesori e bottini di guerra. L'oggetto più significativo da un punto di vista archeologico fu la Stele di Rosetta, rinvenuta casualmente da un ufficiale francese. Napoleone tornò in Francia anche per una questione politica: il Direttorio era sempre più inadeguato e la Francia necessitava di un uomo forte per difendere i propri confini dai continui attacchi dei suoi nemici. Ecco allora che i tempi erano maturi per organizzare un colpo di Stato (18 brumaio 1799). L'inadeguatezza del Direttorio si dimostrò soprattutto in Italia, dove le vittorie di Napoleone furono rapidamente cancellate dall'inesorabile avanzata degli eserciti della Seconda Coalizione, guidati dal generale russo Suvorov. Questi, non soltanto furono in grado di liberare il Nord Italia dalla presenza francese, ma arrivarono, addirittura, a minacciare direttamente i confini meridionali della Francia. La Seconda Campagna d'Italia Napoleone, divenuto ora Primo Console, guidò il contrattacco, valicando col proprio esercito le Alpi al passo del Gran San Bernardo (celebre è il quadro che lo immortala). Lo scopo era prendere di sorpresa gli austriaci, chiudendoli in una morsa ora che erano occupati nell'assedio di Genova. Difesa dalle truppe del generale Massena, la città fu, però, costretta alla resa prima che Napoleone giungesse in supporto. Ciò sembrò, in un primo momento, rovinare i piani dei francesi ma Napoleone non si arrese. Fu così che il 14 giugno 1800 i due eserciti si affrontarono a Marengo. Gli austriaci, dopo essere stati precedentemente sconfitti alla battaglia di Montebello, presero l’iniziativa, sferrando un attacco a sorpresa alle truppe francesi che, trovandosi in inferiorità numerica, si videro in un primo momento sopraffatte. Si stava preannunciando un'inevitabile disfatta francese, quando nel pomeriggio giunsero i rinforzi guidati da Desaix. Questi permisero a Napoleone di contrattaccare e sbaragliare gli austriaci, ribaltando le sorti di una battaglia ormai avviata verso una sconfitta quasi certa. Si dice che, una volta giunto sul campo di battaglia, Desaix abbia detto ai propri soldati: "Questa battaglia è completamente perduta, ma sono le 2.00 e vi è il tempo per vincerne un'altra" Il miracoloso intervento di Desaix, che purtroppo morì proprio durante questa gloriosa battaglia, permise a Bonaparte di consolidare la propria immagine di grande stratega e decretò la fine del dominio austriaco nel Nord Italia fino al 1814.5 punti
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Carlo VIII e i suoi cavalli. Croce e delizia del collezionista. Tante le zecche operanti per una copiosa quantità di tipologie e varianti. Il tutto in un contesto storico avvincente che mi coinvolge particolarmente e non solo per motivi campanilistici. Pensate che quando Carlo VIII visionò la prima moneta a suo nome battuta nel Regno di Napoli dalla zecca dell'Aquila si trovava a Veroli (FR) ed aveva appena fatto passare per le armi la popolazione di Monte San Giovanni Campano, rea di non aver alzato le insegne francesi in segno di sottomissione e per aver "trattato male" gli ambasciatori reali (taglio di orecchie e naso)… Il re franzoso fu ben lieto di osservare la moneta fattagli pervenire al punto di inviarne una in Francia nella missiva che scrive al duca di Borbone in data 11 febbraio 1495: " J’ay ce jour d’huy receu lettres de ceulx de Laquille, lesquelz m’escripvent comme subgectz et continuent de plus en plus en leur bon vouloir; et desjà, en se declairant ouvertement, ont commence à forger monnoye à mes armes, ainsi que vous pourrez veoir par une piece que je vous envoie cy dedans enclose". Un dato che lascia riflettere è che quindi la città dell’Aquila, che per prima ha cominciato a battere moneta a nome di Carlo VIII, si è attivata per farlo poco prima di quella data ed è altresì documentato che il 6 maggio dello stesso anno, poco prima di essere incoronato a Napoli ma soprattutto poco prima di fuggire, il re francese revoca le concessioni di zecca che aveva elargito alla città di Sulmona ed altri luoghi stabilendo che le uniche città che dovessero battere moneta fossero quelle di Napoli e l’Aquila: “…licentiam dicte civitate Sulmonis concessam et quibus libet aliis locis revocamus, annullamus, cassamus, irritamus et viribus evacuamus, quoniam ut iam diximus dictam licentiam cudendi siclam nolumus haberi nisi per civitatem Neapolis et Aquile ubi solitum fuit siclam cudi seu regi et fabricari et monetam cudi”. Quindi pare lecito supporre che le zecche di Sulmona e degli aliis locis siano state attive per poco tempo, cioè post 11.02.1495 e ante 06.05.1495. Un periodo da me considerato troppo breve per la mole di monete a noi pervenute… E’ forse ipotizzabile che la fuga del re abbia in qualche modo portato a non rispettare tutte le disposizioni date? Specialmente quelle riguardanti la coniazione in un momento in cui c’era necessità di denaro per pagare le truppe? In attesa di opinioni a riguardo posto anche io un cavallo… Non è sicuramente tra i migliori in mio possesso ma si tratta del mio primo cavallo del Cantelmo. Si tratta della stessa moneta pubblicata nel 1846 da Giovan Vincenzo Fusco, poi confluita nella collezione Cora per passare successivamente nella collezione San Romè… un buco poi fino agli inizi degli anni 2000 quando è riapparso in un listino di vendita Baranowsky e da me acquistato… E da lì è iniziata la “malattia”.5 punti
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Buonasera a tutti, quando comprai il mio 10 Tornesi del 1855 era l'unico in vendita sulla Baia, mentre i cataloghi lo classificano comune. Lo presi subito ad un prezzo irrisorio. Sicuramente è da correggere la rarità. @ggioggio5 punti
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Buonasera, un poco malandato ma tutto leggibile il mio 10 Tornesi del 1854. Saluti, Sergio. ?5 punti
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Il canale YouTube si amplia sempre più con 24 video/ interviste a esperti della numismatica e col video della consegna del Gazzettino 7 https://www.youtube.com/channel/UCqP7Vmgu7Afpiplbt3so2mQ/videos4 punti
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Buon pomeriggio a tutti! L'idea per questa discussione è nata qualche settimana fa, quando mi sono imbattuto nella serie russa dei 5 rubli commemorativi dedicati alle capitali liberate dalle truppe sovietiche. Guardando quelle monete che celebrano battaglie per la liberazione di città, mi sono chiesto: "Esistono altre monete che raccontano grandi battaglie?". Naturalmente la discussione è aperta a monete di qualsiasi epoca. Mi piacerebbe poterle raccogliere tutte qui. Se vi va, insieme alle monete, sarebbe bello raccontare anche qualcosa della battaglia (o della guerra), per poterne capire il valore storico e celebrativo. Non ho idea di quante monete esistano di questo genere, ma spero venga fuori qualcosa di interessante. Anzi, ne sono sicuro. Com'è consuetudine, inizio io con una moneta da 50p del 2016 che celebra i 950 anni dalla battaglia di Hastings. Casus belli Dal 1042 regnava in Inghilterra l'anglosassone Edoardo il confessore, che però non aveva eredi. Di madre normanna, era stato educato in Normandia e aveva mantenuto ottimi rapporti con la famiglia ducale, tanto da promettere a Guglielmo il Bastardo la successione al trono inglese. Per rinnovare la sua promessa Edoardo mandò in Normandia nel 1064 il più potente tra i nobili anglosassoni, Aroldo figlio di Godwin, che nutriva delle aspirazioni al trono. Guglielmo il conquistatore venne a conoscenza delle intenzioni del suo rivale sassone e, con grande opportunismo, lo nominò immediatamente suo cavaliere così da potersi assicurare la sua "legale" sottomissione in quanto era diventato un suo vassallo. Alla morte del re Edoardo, avvenuta il 5 gennaio 1066, Aroldo venne eletto suo successore dall'assemblea dei nobili sassoni. All'arrivo di questa notizia Guglielmo decise di far valere i suoi diritti, riconosciutigli anche dall'imperatore Enrico IV e dal papa Alessandro II, che gli inviò in dono, prima della sua partenza per l'isola britannica, uno stendardo consacrato. La battaglia La battaglia avvenne il 14 ottobre 1066 tra le truppe di Aroldo II e Guglielmo Il Conquistatore, per il controllo dell'Inghilterra. Lo scontro durò dalle 9 del mattino fino al tramonto. I primi sforzi dei normanni per rompere le linee di Aroldo II ebbero scarso effetto; quindi, fingendo una ritirata, riuscirono a sorprendere la fanteria anglosassone. Aroldo II morì in battaglia e questo portò alla sconfitta e alla ritirata del suo esercito. Guglielmo fu incoronato re il giorno di Natale del 1066. Con la battaglia di Hastings Guglielmo il Conquistatore invase con successo l'Inghilterra, ma da quel giorno in poi l'isola non conobbe più, per il resto della storia, alcun tipo di invasione, nonostante i tentativi spagnoli, napoleonici e tedeschi. Una preziosa testimonianza di questa battaglia è l'arazzo di Bayeux, un ricamo ad ago tracciato con fili di lana di colori diversi. Vi sono rappresentati ben 626 personaggi: 250 tra cavalli e muli, 550 animali di ogni genere, oltre a castelli, chiese e navi, per un totale di 1500 figure. L'opera fu compiuta probabilmente tra il 1070 e 1077, forse su ordinazione di Oddone vescovo di Bayeux e fratellastro dello stesso Guglielmo il Conquistatore, per narrare la conquista dell'Inghilterra. L'arazzo infatti descrive con grande accuratezza tutte le fasi dello scontro, fino alla morte di Aroldo, dandoci soprattutto le raffigurazioni dettagliate delle attrezzature usate e delle tattiche seguite in quella storica battaglia. Nel dettaglio dell'arazzo che allego qui sotto è rappresentata la morte di Aroldo II.3 punti
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Complimenti Raffaele, una bella piastra e anche molto rara. Confrontando la tua piastra con la mia e quella di Mariano è evidente che hanno lo stesso conio. La croce sopra la corona, le torrette del Portogallo, la posizione del numero 1 di 120 grana etc... non lasciano dubbi. Saluti Angelo3 punti
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Ciao a tutti, visto l'argomento del thread, ripropongo questo testone della mia raccolta, che già avevo presentato qualche tempo fa nella sezione Monete Pontificie: Pio V (1566-1572), Roma - Testone (Munt 3, CNI 5). D/: Stemma ovale in cornice, chiavi con impugnatura ovale e doppi cordoni. .PIVS. V._.PONT.MAX. R/: Il papa inginocchiato a sinistra davanti ad una croce; in basso a sinistra la tiara. ABSIT. NISI._.IN.TE.GLORIARI. Esergo: ROMA © Peso: 9.66 gr Il motto al rovescio si traduce in "Solo in te è la nostra gloria" (Galati VI, 14). Pio V nel 1570 indisse il giubileo per unire i cristiani nella lotta contro i Turchi che avevano violato i patti stretti con la Repubblica di Venezia e avevano invaso Cipro dichiarando guerra alla cristianità. Nel concistoro del maggio 1571 si sancì l'alleanza tra le potenze cristiane di Roma, Venezia e Spagna a cui si unirono diverse città italiane. La flotta navale pontificia, veneziana e spagnola, unita sotto il comando generale di Giovanni d'Austria, il 7 ottobre 1571 ottenne la strabiliante vittoria a Lepanto. Al comando della flotta pontificia fu Marcantonio Colonna che ottenne gli onori in patria. Questa sconfitta fu l'inizio del declino del potere marittimo ottomano. Per chi volesse approfondire, rimando a Wikipedia: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Lepanto Michele3 punti
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Stiamo andando OT rispetto all'argomento principale (il libro, tra l'altro ci sono nuove copie disponibili sul sito dell'Editore). Perché non parlare dei talleri, in generale o specifici, in discussioni dedicate?3 punti
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Ragazzi, l’asta è terminata stanotte... Reggetevi forte ? TRECENTONOVANTASEIMILA DOLLARIIIIIIII ? ?3 punti
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Partecipo anche io con questa meravigliosa moneta commemorativa. 1 rublo del 1914, coniato sotto Nicola II, per il 200° anniversario della battaglia di Gangut. Dr. Busto di Pietro a d. laureato, drappeggiato e corazzato. Rv. Aquila imperiale. La battaglia fu uno scontro navale avvenuto il 7 agosto 1714, nel corso della grande guerra del nord, tra le flotte dell'impero svedese e del Regno russo. Quest'ultima riportò la prima grande vittoria della sua storia. https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Gangut?wprov=sfla12 punti
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per il peso, il diametro e lo stile è la 106/7a https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-B33/42 punti
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Bellissima discussione complimenti, aggiungo che anche i regnanti italiani, sulle monete coloniali adottarono ritratti ad hoc, basti considerare le monete emesse da Umberto I per la Colonia Eritrea, ove il sovrano è ritratto con una imponente corona, mentre sulla monetazione per il territorio metropolitano è sempre raffigurato a testa nuda..2 punti
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per aggiungere un'altra moneta di Guinea ecco 1 syli 19712 punti
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È talmente preciso che per accedere ai vassoi sottostanti ho dovuto attaccarci una fettuccia di stoffa... Però sembra fatto apposta per contenere una collezione di monete! Saluti2 punti
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Condivido con @fabry61 sul prezzo massimo da pagare. Se però @Augusto60 stai cercando non un grosso specifico di un dogado mi permetto di suggerirti di avere pazienza e aspettare dei pezzi meglio conservati: è una tipologia di moneta comune (tranne alcuni dogadi, ovvio), e con una spesa non eccessiva puoi portarti a casa dei veri e propri gioiellini2 punti
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Concordo. Quelli veramente belli andavano sui 60, ma erano 2/3. Questo presenta segni da forte circolazione. Io più di 40 non darei.2 punti
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Carlo VIII Napoli cavallo con scudo ottagonale e croce potenziata di esimia rarità2 punti
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Buonasera a tutti, torno a scrivere sul forum dopo un periodo d’assenza visto che l’argomento della discussione e il modo in cui è stata affrontata mi hanno imposto quasi l’obbligo morale di scrivere alcune righe. Scusatene la lunghezza. Vorrei innanzitutto partire commentando il tono della discussione. È vero che è da qualche anno che non frequento il forum ma mi sembra di ricordare che è un posto dove vige la libertà di parola (entro certi limiti, s’intende), pertanto chiunque può esprimere liberamente un suo pensiero e nessuno, a mio modo di vedere, può arrogarsi il diritto di stabilire chi “dovrebbe avere almeno il pudore di stare zitto e imparare prima di parlare” e chi invece può parlare. Mi riferisco al commento di @simonesrt che peraltro, oltre a questo passaggio quantomeno discutibile, non ha apportato nulla di costruttivo alla discussione. Non mi pare poi sia legge non scritta che la preparazione numismatica di un utente dipende da quanto tempo egli sia registrato sul forum. Dando uno sguardo agli interventi di Agrippina vedo che è stata perlopiù attiva nella sezione identificazioni, rispondendo ad alcune richieste. Una nuova iscritta ma attiva e non il classico utente “da una botta e via” interessato al valore di quello che ha tra le mani e che poi, una volta ottenuta risposta, sparisce. Ad ogni modo, passando al merito della questione, leggo che nessuno di quelli che sostengono l’autenticità dell’esemplare, ha mostrato immagini di esemplari incontrovertibilmente autentici e simili a quello del British. Si parla di un dupondio di Tranquillina, moneta R4 sul RIC, e già soltanto questo dovrebbe imporre cautela nel dare giudizi affrettati, nell’uno e nell’altro senso. “Moneta autentica.” con tanto di punto perentorio scrive @skubydu, chiedendoci, immagino, di credergli sulla parola. Nell’attesa che @Crivoz fornisca le immagini di cui ha parlato, vorrei fare alcune osservazioni sui bronzi di Tranquillina e i suoi dupondi, visto che un esemplare di questi è argomento del topic. Non sarei così fiducioso, innanzitutto, di trovare dupondi originali nelle vendite all’incanto. Essendo i bronzi molto più rari dei già rarissimi esemplari argentei a nome di Tranquillina, ci si può aspettare l’esistenza di una nutrita produzione fraudolenta, non soltanto moderna, ma anche risalente agli scorsi due o tre secoli. Non è certo un mistero che i vecchi collezionisti facevano a gara per inserire nella loro collezione i pezzi o i nominativi più rari, incappando spesso in esemplari non autentici o facendoseli realizzare appositamente (nel caso di esemplari rarissimi o di nominativi di cui non erano e non sono tuttora note monete) come “tappabuchi” per la raccolta. E infatti nell’IBSCC troviamo scritto "It has long been a suspicion that most known sestertii of Tranquillina, if not all were made in the 19th century”. Possiamo estendere questo “suspicion” anche ai medi bronzi? In un articolo del 1933 pubblicato su The Numismatic Chronicle and Journal of the Royal Numismatic Society, Fifth Series, Vol. 13, No. 51, pp. 203-219, Karl Pink parla del falsario Claude Augustin De Saint Urbain (1703-1761) e delle sue produzioni, tra cui si annovera anche un denario di Tranquillina. Nella nota 12 a questo esemplare, a pagina 412, egli cita alcuni esemplari di dupondi di Tranquillina, di cui tre nella collezione del Museo di Vienna: “According to Elmer, all three Vienna pieces are from the same die and false. The same is true of Weber Sale, Pl XXXII, 2144,2145 and of the coin (? the same as 2145) in Riechmann, Lager-kat., May 1921, xvii, 1734. Is there a genuine original, and, if so, where?” Pink afferma quindi che Elmer ha ritenuto falsi gli esemplari di Vienna, tutti provenienti da stesso conio, e lo stesso vale per gli altri. Si chiede, quindi, se esistono esemplari autentici di dupondi di Tranquillina e, se esistono, dove sono. Ho deciso quindi di pormi la stessa domanda di Pink e facendo qualche ricerca, mi sono imbattuto in un dupondio di Tranquillina conservato nella collezione del Museo Archeologico Saint-Raymond di Tolosa. L’esemplare non soltanto appare essere una vecchia fusione, di quelle tipiche sette-ottocentesche, ma anche dello stesso “conio” (o impronta) dell’esemplare conservato nel British. Cosa comporta questo? In primis che la strana sensazione di cui parla @Poemenius non è dovuta a restauro o pulizia eseguiti sull’esemplare British: le due monete di Tranquillina nascono proprio con quel disegno e con quelle lettere. Non si può sostenere, inoltre, che l’esemplare di Tolosa sia una fusione ricavata dai calchi di quello del British in quanto quello di Tolosa presenta più dettagli di quello del British (a titolo esemplificativo si osservi parte della perlinatura sul bordo destro del D/ di quello di Tolosa, assente invece su quello del British). Si notano anche altre sospette similitudini tra i due esemplari, quali la forma del tondello, e i difetti o presunti tali dello stesso, posizionati tutti nei medesimi punti su entrambi gli esemplari (si veda l’immagine). Escludendo che l’esemplare di Tolosa provenga dai calchi di quello del British, resta l’ipotesi di una comune provenienza dai calchi di un terzo esemplare oppure da matrici realizzate nel XVIII secolo atte a produrre falsi di questo tipo. Per quanto riguarda la provenienza dei due esemplari, sappiamo che quello del British proviene dalla collezione del Duca di Blacas d'Aulps, continuata dopo la sua scomparsa e poi venduta nel 1867 al British. Come giustamente detto da @Luigi78, collezione importante e prestigiosa, non priva però di falsi. Ho scritto al Museo di Tolosa per conoscere la provenienza del loro esemplare e mi è stato risposto che apparteneva alla collezione di Charles Clément Martin de Saint-Amand (1700-1763), e che il Museo ospita 4247 monete di questa collezione. Quindi: due monete di due importanti collezioni di origine francese, raccolte tra il 1700 e il 1800, entrambe dalle stesse matrici, dalla forma del tondello molto simile e che presentano gli stessi difetti localizzati negli stessi punti del tondello. Senza dimenticare i cinque/sei esemplari falsi riconosciuti da Elmer, tre dei quali nel Museo di Vienna (di questi esemplari sarebbe interessante poter visionare le immagini, per valutare se anche i due British/Tolosa provengono dalle stesse matrici di quelli citati da Pink). Orbene, tutto considerato, mi sembra che i dubbi di chi ha aperto la discussione possano essere quantomeno comprensibili. Certamente, @Luigi78, il British avrà esaminato con cura i pezzi della collezione acquisita, tuttavia lo stesso Museo di Vienna conserva ben tre esemplari falsi di dupondi di Tranquillina, secondo quanto riportato da Pink e non penso siano stati meno scrupolosi nel selezionare gli esemplari. Questo per dire che più che fare affidamento sulle storie o sulla provenienza (più o meno prestigiosa) di una moneta preferisco guardare alla moneta stessa. Penso che un atteggiamento di questo tipo, in cui si raccolgono elementi inerenti all’argomento e si cerca di dimostrare o di smentire una tesi o anche soltanto le sensazioni di un utente, sia molto più utile e soprattutto più educato che ridurlo al silenzio tacciandolo di incompetenza. Un saluto a tutti2 punti
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@ggioggio, @motoreavapore, il mio 10 Tornesi 1853 con legenda vicina al bordo. Rif. Pagani 347 D'Incerti 314 Ex Civitas NEAPOLIS Se non sbaglio questa variante non è segnalata.2 punti
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Buonasera alla Sezione, condivido volentieri il mio 10 Tornesi del 1853. Fatemi sapere per favore che modello è. Grazie e alla prossima.2 punti
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Ero sicuro che questa discussione avrebbe regalato contenuti interessanti. Le monete postate fino ad ora sono stupende, così come i vostri interventi. Vorrei postare una moneta tratta dalla collezione citata ad inizio discussione. 5 rubli 2016 dedicati alla liberazione di Praga da parte delle truppe sovietiche. Premessa doverosa è che l'8 maggio del 1945 fu firmata la resa senza condizioni della Wehrmacht su tutti i fronti. La guerra, per i tedeschi, era già finita e persa. I sovietici avevano già occupato Berlino. L'offensiva di Praga è considerata l'ultima grande battaglia avvenuta in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu combattuta dal 5 al 12 maggio del 1945 tra le truppe tedesche e quelle sovietiche. Da sottolineare che proprio il 5 maggio era iniziata anche una controffensiva della resistenza ceca all'occupazione tedesca (Rivolta di Praga). Dopo l'8 maggio e la resa tedesca, fu comunicato al maresciallo tedesco Schörner il cessate il fuoco per le truppe di Praga. Schörner, ricevuto l'ordine, abbandonò il comando e provò a dirigersi in Austria, dove però fu arrestato dagli americani. Alle porte di Praga, le truppe tedesche continuarono la loro lotta contro i sovietici. Fu lanciato un ultimatum alle forte tedesche. Alla scadenza di quest'ultimo, alle ore 23:00 dell'8 maggio, le armate sovietiche iniziarono la fase finale dell'offensiva. La manovra di accerchiamento di Praga si concluse alle ore 12:00 del 9 maggio (data riportata anche sulla moneta). Il 12 maggio le ultime resistenze della Wehrmacht si arresero, ponendo fine alla guerra in Europa. Per darvi qualche numero, stiamo parlando di più di 2 milioni di soldati per le forze sovietiche contro circa 900mila soldati tedeschi.1 punto
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Il simbolo + nel problema non indica ovviamente la classica operazione di somma. Indicando l’operazione in questione con il simbolo ◙, i risultati delle prime tre operazioni si possono ottenere come a ◙ b = a x b + a dove x e + indicano rispettivamente la moltiplicazione e la somma. Ragionando in questo modo il risultato mancante è 96.1 punto
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DE GREGE EPICURI D'accordo su Costanzo 2°: a dx si legge TIUS, mentre a sinistra la legenda è lunga e mal visibile; potrebbe essere comunque DN CONSTAN- Io però per Arelate non l'ho trovata, con quella D nel campo del rovescio.1 punto
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Questo esemplare è riportato al n.203 del bellissimo volume POTAMIKON, Sinews of Acheloios di Molinari e Sisci. Libro ben fatto ed unico nel genere che non dovrebbe mancare nelle biblioteche. Colgo l occasione per mandare un saluto all amico co-autore che manca da molto tempo dal forum. Un abbraccio grande Skuby1 punto
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Volevo proseguire con un altro splendido esemplare di imitativa di Postumo Questa volta le immagini non provengono dal mio vecchio hard disk, ma direttamente da Ebay, trattandosi di una moneta attualmente in vendita. IMP C POSTVMVS P F AVG / PROVIDENTIA AVG Anche in questo caso (a mio parere) lo stile è decisamente ottimo per essere imitativa. Presenta inoltre le legende complete sia al dritto che al rovescio, anche se alcune lettere non sono proprio precise (la R al rovescio sembra più un'H). Sembrano anche esserci tracce di argentatura (credo?) Sotto il confronto con un esemplare ufficiale Link: https://www.ebay.it/itm/Monnaie-romaine-ANTONINIEN-DE-POSTUME-IMMITATION-BARBARE/193851240996?hash=item2d226f3224:g:IxQAAOSwLV1gAe2X1 punto
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1971 Città del Vaticano - Paolo VI anno IX MCMLXXI - 2 e 20 lire1 punto
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Gambia, 10 bututs 1971 al dritto : Dawda Kairaba Jawara , eletto presidente della repubblica nel 1970, rimase in carica fino al colpo di Stato del 1994 che lo costrinse all'esilio. Al rovescio: francolino armato, o francolino dal doppio sperone , uccello galliforme originario dell'Africa occidentale.1 punto
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Noto che la condivisione è scarsa, ma non mi scoraggio e posto il Mezzo Tornese del 1845 con la speranza che voi tutti vogliate condividere le immagini delle vostre monete e magari insieme possiamo scoprire nuove varianti.1 punto
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Nel 1495, Carlo VIII re di Francia ritorna in Italia per riacquisire il Regno di Napoli. Egli introduce la guerra moderna con l'uso di artiglieria; il partito filo Angioino è pronto a seguirlo, dalle città abruzzesi a Sora. Riesce a riconquistare Napoli ma il suo è un regno effimero. Allego un cavallo napoletano1 punto
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E di qua posto sto tris... 6 tornesi REPUBBLICA NAPOLITANA 6 tornesi REPUBBLCA NAPOLITANA 4 tornesi REPUBBLICA NAPOLITANA manca ancora il 6 tornesi ZN per avere tutte le principali varianti e poi volendo ci si può dilettare con i 4 tornesi, con le lunghezze delle legende al rovescio rispetto agli steli. Intanto ecco questi tre...1 punto
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Con la nutella e pane "burro" a colori li potrebbero vendere in edicola insieme alle raccolte uscite poco tempo fa.? Scusate mi sento un pò bacchettone da un pò di tempo , sarà la tensione del covid.1 punto
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Provo a partecipare anche io a questa discussione così interessante. La volontà di ritrarre re e imperatori, come sappiamo tutti, non è cosa recente, ma è stata sempre fatta. Pare però che un cambiamento importante nei ritratti delle monete si ebbe dall'ascesa di Enrico VII nel 1485, che emise monete in cui il suo ritratto era molto somigliante. Questo approccio fu continuato da Enrico VIII, che iniziò anche a permettere di aggiornare la sua immagine con l'avanzare dell'età. Le prime monete del suo regno lo mostrano come un giovane agile, mentre le successive mostrano il re imponente che conosciamo dai dipinti. Una cosa curiosa che non conoscevo è che dal periodo del restauro, divenne consuetudine per il monarca rivolgersi nella direzione opposta al suo predecessore sulle monete. Sembra che questa consuetudine sia iniziata perché Carlo II voleva essere visto voltare le spalle a Oliver Cromwell e al Commonwealth. Un'evoluzione del ritratto della Regina Elisabetta II può essere vista in quest'immagine, che mostra i sei ritratti sulle monete dell'Australia. Per quanto riguarda invece il Regno Unito, una evoluzione del ritratto può essere vista in quest'altra immagine:1 punto
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Interessante argomento! allora innanzitutto come ho già anticipato nella discussione a cui ti riferisci, riassumo così non disperiamo le poche informazioni raccolte, ho notato anch'io l'esistenza di due iconografie differenti: le monete metropolitane presentano un ritratto del sovrano che viene aggiornato nel tempo, spesso a testa nuda (fa eccezione il ritratto anziano della regina Vittoria), con legenda sempre e solamente in latino (caratteristica che troviamo anche oggi nelle monete del Regno Unito). L'aggiornamento è metodico: per la regina Vittoria, solo per i pezzi in bronzo, abbiamo 4 ritratti che si scandiscono nel suo regno. Per Edoardo VII un unico ritratto ma l'aggiornamento d'età si verifica dopo circa un decennio o ventennio solitamente quindi visto il suo regno abbastanza breve non possiamo aspettarcelo. Per Giorgio V, sempre concentrando la nostra attenzione sui tagli bronzei, 3 ritratti in cui la differenza d'età è quasi minima ma evidente nel viso più maturo della serie post 1927. Giorgio V muore nel 1936 e gli succede Edoardo VIII, di questo sovrano troviamo giusto un ritratto e per altro rimasto allo stato di prova di zecca. Il 1936 per il Regno Unito fu l'anno dei 3 re-imperatori in quanto l'11 dicembre dello stesso 1936 Giorgio VI entra in carica. Anche qui un regno non sufficientemente lungo da permettere un cambio di età. Nell'iconografia monetaria del dritto troviamo quindi un solo ritratto abbastanza giovanile e l'unica modifica del dritto sta nella perdita del titolo d'imperatore d'India a partire dalle emissioni del 1949. Ora arriviamo ad Elisabetta II, ottimo esempio per spiegare questa dinamica del cambio di iconografia. Abbiamo a suo nome infatti ben 5 modifiche del ritratto in tutto il suo lungo regno dalla giovane fanciulla con ancora la corona di lauro imperiale (senza che vi fosse più un impero!) al ritratto molto anziano che troviamo sugli spiccioli inglesi dal 2015. Tuttavia esiste anche un altro ritratto nelle monete dei possedimenti di Sua Maestà Britannica cioè quello coloniale o non metropolitano. Nel XIX secolo il Regno Unito controllava più del 90% del mondo coloniale e aveva una miriade di possedimenti extra territoriali in tutto il mondo. Per tutta questa massa di territori vi era una monetazione locale e il ritratto del sovrano era un elemento imprescindibile visto il suo ruolo di massima autorità. Nei tempi antichi si sa la moneta ha svolto anche questo ruolo di propagandare l'immagine ufficiale del potere. Per il popolo l'autorità e il potere erano spesso conosciuti nelle forme di amministrazioni locali ma l'immagine del sovrano secoli fa era conosciuta dalla gente comune spesso unicamente dalla moneta e le legende quasi sempre in latino probabilmente erano poco comprese (anche oggi non tutti nel Regno Unito penso sappiano esattamente cosa significhi la legenda di penny e pence sempre più abbreviata e ridotta ormai a lettere singole D.G.REG.F.D) quello che era invece riconoscibile a tutti era il ritratto al dritto. Col tempo dai ritratti estremamente astratti dei penny medievali si è giunti in Inghilterra e Regno Unito ad un tale livello di precisione che i ritratti monetari di Giorgio V degli anni '30 corrispondono molto realisticamente al vero personaggio storico che possiamo oggi vedere e confrontare in numerosissime fotografie d'epoca. E proprio qui tocchiamo un punto fondamentale la fotografia, oggi la consideriamo forse scontata ma è un'invenzione ben recente ed è soprattutto recente la diffusione così capillare ed istantanea della sua fruizione a cui siamo tanto abituati. Dobbiamo quindi considerare una realtà molto differente dove le immagini ufficiali erano spesso disegni, cartoline, stampe o rare fotografie a maggior ragione in luoghi lontani migliaia di chilometri da Londra e tra una popolazione di più bassa estrazione sociale. Qui ancora al tempo della regina Vittoria la moneta giocava il suo antico ruolo. I ritratti delle monete coloniali erano differenti da quelli metropolitani, sempre coronati, legende in latino ma anche inglese (direi soprattutto in territori molto distanti culturalmente dal Regno Unito) e soprattutto mai modificati nell'età a differenza della quasi ossessiva attenzione al passare degli anni delle monete della Madrepatria. Col regno di Vittoria troviamo ancora un certa varietà nei ritratti che per comodità potremmo genericamente definire "coloniali" ma questa varietà viene rapidamente meno già con Edoardo VII dal 1902 in poi infatti troveremo quasi sempre un ritratto unico per tutti i possedimenti inglesi nel mondo, Edoardo VII avrà il suo, così Giorgio V e il figlio Giorgio VI e persino negli anni '50/'60 Elisabetta II, sempre rigorosamente coronato e mai aggiornato nell'età. Il motivo potrebbe nascondersi proprio nel ruolo propagandistico della moneta e dell'effigie, quasi che il sovrano col suo popolo stabilisca un rapporto di fiducia e si mostri a capo scoperto e nel suo progredire negli anni verso la fisiologica vecchiaia mentre per i sudditi di lontani domini resti sempre lo stesso sovrano coronato e sempre giovane e in salute così da non mostrare di essere in una condizione di debolezza. Ovviamente questa è un'ipotesi e spero ne leggeremo molte altre in questa neonata discussione a cui abbiamo pensato io, @Regium @Auriate @carmhack e @nikita_ per trattare di questo argomento iconografico davvero interessante accompagnando con commenti iconografici le nostre monete.1 punto
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Come ho già detto in altra discussione oggi mi sono recato al primo mercatino dopo un anno. Tra le altre monete ho acquistato questo 1/12 di shilling di Jersey con un bel ritratto di Re Giorgio V. Come vi sembra? Lascio a voi i commenti!! Grazie a chi vorrà intervenire!1 punto
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Saluti a Tutti gli Amici del Forum, REGNO D'ITALIA VITTORIO EMANUELE II - LIRE 5 1871 ROMA1 punto
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I miei buoni propositi per l'anno nuovo sono: - completare collezione monete ultimi re e imperatori d'Europa - completare collezione monete irlandesi 1926-1968 (almeno un esemplare per tipologia) Speriamo bene1 punto
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Buongiorno, mi sembrava giusto condividere anche qui, per chi di voi non guarda la mia vetrina facebook, posto unico nel quale ormai raramente posto le migliori monete che mi capitano per le mani, questo esemplare (SEMPRE NON IN VENDITA SE LO POSTO QUI) di 50 lire .1 punto
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