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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/12/21 in tutte le aree
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Come già detto una prova in rame logicamente non può avere lo stesso peso della stessa moneta in argento. Sulla consunzione sono d'accordo è piuttosto strano che una prova abbia circolato così tanto, questo potrebbe in parte rispondere al quesito principale: invece di una prova potrebbe essere un tondello in rame da argentare per spacciarlo come un quarto d'argento ?, non un prodotto di zecca. Questa ipotesi sarebbe avvalorata anche dalla non proprio esemplare esecuzione di questo conio/tondello.4 punti
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Per confronto posto il mio Mezzo Tornese 1835, in attesa che le Poste lo consegnino ( le foto sono del Venditore ). Saluti a Tutti,3 punti
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Ferdinando I - Piastra 1817 R Ribattuta su quale altra moneta?3 punti
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Proviamo un riassunto: GRUPPO A Debernardi e Legrand ascrivono a questo gruppo 19 monete di cui 5 provenienti da scavi spagnoli (La Carència, Tivissa e La Palma), altre 12 censite in aste o collezioni spagnole, nessuna rinvenuta fuori dalla penisola e per questo attribuite a zecca in terra iberica. Sono caratterizzate da un peculiare angolo di visuale della quadriga, a causa del quale i cavalli sembrano inclinati, tanto che gli zoccoli anteriori quasi toccano la legenda. Questa è incusa o semi incusa, spesso con lettere segnate in modo impreciso, su tavoletta trapezoidale. I due sottogruppi sembrano attribuibili a due incisori diversi; mancano incrocî di conio, per cui si può presumere che ci sia stato uno iato fra le due emissioni. Sono probabilmente le prime monete romane coniate in Spagna, databili tra la fine del 215 e gli inizi del 214: si collocano infatti, probabilmente, immediatamente dopo la battaglia di Hibera (215), quando il Senato non poteva soddisfare inviare denaro in Spagna perché il tesoro cittadino era vuoto a causa dello sforzo bellico, ma il proconsole Publio Scipione e il legato suo fratello Gneo avevano bisogno di pagare lo stipendium alle truppe, appena uscite vittoriose dalla battaglia. La zecca potrebbe essere Tarraco, che all’epoca era la principale base delle operazioni romane. GRUPPO B Debernardi e Legrand ascrivono a questo gruppo 18 monete, di cui 2 provenienti dallo scavo di La Palma e 14 censiti in aste o collezioni spagnole. Anche questo gruppo, pertanto, è attribuito a zecca romana in terra iberica. Si differenziano dal gruppo A per la legenda in rilievo. Presentano una sostanziale omogeneità stilistica, che fa pensare all’opera di un unico incisore. Lo stile è sostanzialmente differente da quello dei quadrigati romani; la legenda è iscritta in mezzo a due linee parallele e le lettere non presentano i caratteristici punti a inizio e fine segmento, presenti invece in molte legende repubblicane. Esiste un unico esemplare classificato Hr1, rinvenuto tronco (pesa solamente 3,55 g), il cui D/ è chiaramente collegato allo stile delle monete Hi2; probabilmente rappresenta un’emissione transitoria tra la serie con legenda in incuso e quella con legenda in rilievo. Questo gruppo sarebbe consecutivo al precedente ma dovrebbe comunque essere precedente alla morte dei fratelli Scipione, avvenuta nel 211. La zecca potrebbe essere sempre Tarraco. GRUPPO C Debernardi e Legrand ascrivono a questo gruppo un unico quadrigato noto, bandito in asta Aureo Calicò 227, lotto n. 22 (e precedentemente in asta 222, lotto 15). Ci sono poi due mezzi quadrigati; di questi uno, più consunto, proviene dal Cerro Colorado hoard, il secondo è stato donato alla Real Academia de la Historia di Madrid dalla casa d’aste Jesus Vico. Sembrerebbero provenire dalla stessa coppia di conî, ancorché non possa dirsi con sicurezza. Alla stessa serie apparterrebbe infine il piccolo argento RRC 28/5, ritenuto un diobolo corrispondente, per valore, a un sesterzio). Tutte queste monete sono caratterizzate da tre particolari: lo stile della raffigurazione di Giano, il collo (verticale e troncato di netto da una linea orizzontale) e il modo peculiare di scrivere la legenda, in rilievo su tavoletta concava. Inoltre, il tondello su cui sono battute appare sfaccettato, a dimostrazione di una stessa tecnica di produzione. Anche questo gruppo doveva essere successivo all’A (che termina nel 214) e precedente alla morte degli Scipioni (211), ma potrebbe provenire da una zecca diversa di quella del gruppo B, forse installata sempre a Tarraco, forse a Sagunto (riconquistata nel 212; a questa città potrebbe riferirsi la scena del giuramento sulla dracma), forse itinerante con le truppe. La produzione di frazionali sembra potersi interpretare nel senso che queste monete fossero destinate a donativi per le tribù locali, nel tentativo di ingraziarle; sappiamo infatti che la cultura locale era maggiormente orientata all’uso di dracme e frazionali (come si evince anche da Villaronga, Les dracmes ibèriques i llur divisors, Barcellona 1998, e da vari ripostigli spagnoli).3 punti
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Beh...colleziono monete dal 1993 circa... Inizialmente come tanti facevo gli imperatori, poi crescendo mi sono focalizzato su alcune tematiche tipo Germanico, III secolo e ae4 L'importante è documentarsi e leggere libri. Un vecchio numismatico torinese, il sig Nirino, mi aveva detto agli inizi...." compra un libro prima di una moneta, vedrai che la moneta successiva alla lettura del libro sarà un affare, pagato poco oppure una rara non riconosciuta" Ho sempre fatto così e lo ringrazio ogni volta di più. Negli anni ho trovato in asta, ai mercatini e su internet veri affari grazie a questo consigliio3 punti
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Buongiorno a tutti, Carlino 1848 con cifra 1 speculare nella data.3 punti
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Su FB Pierpaolo Irpino ha annunciato la distribuzione del libro dalla prossima settimana. Il costo è di € 26,90 + s.p. L'acquisto potrà essere effettuato presso la D'Amico Editore o presso l'autore.2 punti
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1970 Territorio francese degli Afar e degli Issas - 50 franchi Era così denominato il territorio dell'attuale Gibuti tra il 1967 e il 1977, regione precedentemente nota come Somalia Francese.2 punti
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Buonasera a tutti, per la Napoletana di oggi ho scelto uno dei miei Grani 12 Cavalli 1789 Ferdinando IV sigle C C. Saluti Alberto2 punti
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Buon pomeriggio Qualche anno fa ci fu un bel convegno proprio a Messerano, benissimo organizzato da Franco Fornacca - @thetop , Luca Gianazza - @eligio - Andrea Celso ..... che saluto volentierissimo! coinvolgiamoli ...... magari vogliono aggiungere qualche informazione. saluti luciano2 punti
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1970 Italia, Repubblica 1000 Lire (Concordia)2 punti
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Segnalo : https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://numismaticamente.it/collezionismo-numismatico/un-misterioso-simbolo-sui-bolognini-di-guardiagrele&ved=2ahUKEwjb6r3zs5buAhXG_KQKHSHEByoQFjAAegQIAhAB&usg=AOvVaw2fWiIRwEJ8gJAdUVx3v4Q82 punti
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Dal colore alcune sembrerebbero esposti alle intemperie... almeno mi sembra, assomigliano ai coprimuro, per abbellire un muretto esterno?2 punti
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Sono dei falsi storici prefabbricati in stile finta-epoca, dato che come diceva il compianto maestro Ciapanna la storia è tutta un falso. E colgo l'occasione per ricordarvi che la Terra è piatta.2 punti
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Non ricordo se nella nostra carellata sia già presente la mezza Giustina maggiore da 80 soldi. Comunque se fosse presente, repetita juvant. E' un esemplare di Nicolò da Ponte (1578-1585) del peso di 17,93 g classificato Zub - Luciani 104.1 e CNI VII, 113. Il massaro è Andrea Dolfin (entrato il 30 luglio 1581) oppure Andrea Diedo (17 gennaio 1582). Presenta la stessa tipologia dei 20 soldi di Alvise Mocenigo I che abbiamo già visto in precedenza. Arka Diligite iustitiam2 punti
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Eccomi qui con la seconda serie. Spero apprezziate ? SERIE 2 A. STRUTTURA: 1. Definizione delle fasi. Tutti gli autori hanno riconosciuto l'anteriorità delle monete recanti la forma “AEQVIT”. G.ELMER aveva ricostituito la sua "prima emissione" come segue: Questa tabella, alla maniera di un "Aufbau", dà largo spazio all'ipotesi, dato che l’esistenza delle monete d’oro 600 e 601 è solo supposta. Dunque, da parte nostra, dividiamo questo materiale, che risulterebbe essere più complesso di quanto pensasse ELMER, in due fasi. La prima fase comprende due gruppi, uno composto dagli aurei radiati, coniati usando gli stessi conii della prima emissione (quindi quelli degli antoniniani senza segno di zecca), il secondo è composto da rari antoniniani, con all’esergo “P”, “S”, o “T”. Ecco un riassunto di questi tipi: 2. Le titolature. Solo una forma è attestata, che è quella “IMP POSTVMVS AVG”. Tuttavia, un certo numero di monete (quattro in totale) sono state punzonate “POSTVNVS (sic)”. Questo errore ricorda il “PDSTIMVS” della prima emissione di Colonia. Ciò indica che l'informazione fu trasmessa solo verbalmente all’incisore. Dato che diverse monete presentano questa caratteristica, si può presumere che questo non fosse un semplice incidente di punzonatura, ma che facesse parte della riproduzione scritta di una forma parlata distorta (si pensi agli innumerevoli SECVR TENPO). Ciò dimostra, in ogni caso, che l’ortografia del nome del principale nemico dell'Impero era a malapena familiare in Nord Italia (inoltre, la monetazione gallica di Postumo appare solo molto raramente a sud delle Alpi). 3. Le denominazioni. Due nomi fanno parte di questa serie: aurei radiati e antoniniani. B. DATAZIONE: Abbiamo visto che la prima serie in assoluto è stata emessa alla fine dell'inverno 266/267. La serie successiva, molto breve, è seguita in breve tempo, nonostante un'interruzione di alcune settimane, poiché occorreva reclutare e addestrare nuovi incisori. Il numero di monete trovate mostra che la seconda serie a nome di Postumo è stata distribuita per poche settimane al massimo, collocheremo questo evento nella primavera dell'anno 267. In questa occasione Aureolo ha offerto una donativo, di cui sono conservati esemplari di dubbia autenticità. C. METROLOGIA: PHASE A, GROUPE A (aurei radiati): I due aurei radiati che ci sono giunti pesano 4,63 e 3,84 g rispettivamente! La seconda moneta, la quale mostra la traccia di un buco riempito, è, verosimilmente, un falso stampato su una moneta d'oro originale (che, a nostra conoscenza, non è mai stato trovata). Il valore medio è 4.235 g, ha quindi un interesse molto limitato. Tuttavia, sembra certo che il peso della moneta d'oro rimossa dalla quotazione sia più che raddoppiata rispetto all’ultima serie emessa da Gallieno, purtroppo altrettanto scarsamente documentata. Siamo comunque molto lontano dai 5,09 g registrati per la prima emissione monetaria milanese di Claudio. PHASE A, GROUPE B (antoniniani senza segno di zecca): in questo caso abbiamo i pesi di 56 esemplari: L'istogramma è abbastanza irregolare, ma non sembra che siamo in presenza di due popolazioni differenti. La fase B è attestata da due pesi (media: 3,12 g) che non hanno valore statistico. Se la lega non sembra essere stata modificata rispetto a quella della quattordicesima serie di Gallieno, il peso, invece, è stato notevolmente aumentato: l'antoniniano è stata "rivalutato" del 14,08% (è aumentato di 0,454 g). COMPOSIZIONE CHIMICA: Siamo estremamente poco documentati sulla composizione chimica degli antoniniani milanesi a nome di Postumo. Non è stata pubblicata alcuna analisi completa e abbiamo solo i seguenti dati: Ad eccezione di quello relativo al n ° 1506, respinto da LAFAURIE, il contenuto degli antoniniani milanesi battuti per Postumo appare omogeneo (5,78%). È vicino al 6,02% registrato per la quattordicesima emissione di Gallieno. D. TECNICHE MONETARIE 1. La coniazione. I tondelli sono generalmente molto rotondi e spessi. ?Il loro diametro è, però, inferiore a quello delle monete, la cui bordatura appare solo raramente.? Le tracce di ?ritratti d’incudine? sotto il rovescio sono numerose come prima; ne abbiamo trovate 10 (su 52 monete), ovvero il 19,23%, cifra praticamente identica al 19,6996 dell'ultima serie a nome di Gallieno. Questo elemento è un ulteriore argomento a favore di una interruzione molto breve tra gli scioperi di Gallieno e quelli del suo successore. 2. L’orientamento delle monete. I 51 assi sono suddivisi in 24 ex. A 6h (47.0696) e 27 a 12h (52.9496). Questo ci riporta al rapporto che esisteva fino alla serie 9/1 inclusa (48,31 / 51,6996). Questo elemento, che va ad aggiungersi al cambio di stile, indica che, almeno una parte della squadra della “moneta mediolanensis”, è stata cambiata. 3. La punzonatura delle legende. Pensiamo di riconoscere quattro mani diverse nella punzonatura dei titoli imperiali; li abbiamo attribuiti agli incisori “H”, “J”, “K” e “L”. Questi, infatti, conservano un certo numero di abitudini proprie di Milano (come la “V” formata da due barre parallele; la “A” in forma di “H”). D'altra parte, le “N” e la “M” sono incise con molta attenzione seguendo la normale ortografia per queste due lettere. L'uso dei punti di divisione è generalizzato per quanto riguarda i rovesci (ad eccezione di 1033B e 1037). 4. La sillabazione I trattini non sembrano avere alcun significato particolare. Inoltre, le varianti sono pochissime: AEQVIT è generalmente tagliato in AE / QVIT, più raramente in A / EQVIT. 5. Gli errori di legenda A parte le quattro monete che portano “POSTVNVS” invece di “POSTVMVS”, possiamo menzionare solo un VIRTVS AEQIT (sic) dal tesoro di Komin (n° 1040). Tuttavia, l'esistenza del pezzo non è stata verificata utilizzando un'immagine. 6. I diametri di bordatura Nonostante le dimensioni dei tondelli, in netto aumento rispetto alla quattordicesima serie di Gallieno, siamo riusciti a misurare solo 6 al dritto e 5 al rovescio: Queste cifre non sono molto diverse dai 20,85 / 20,64 mm registrati per quattordicesima serie di Gallieno. 7. Gli incisori Abbiamo visto, dunque, a proposito degli incisori, che quattro mani diverse sono apparse nella produzione della seconda serie di Aureolo. Sono questi: Solo il primo occupa un posto importante nella monetazione. È essenzialmente lui che conferisce, a questa seconda serie, il suo carattere particolarmente arcaico, con grandi effigi, dai tratti marcati, in altorilievo. Gli altri, le cui realizzazioni non mancano certo di fascino, aiutano poco nell'incidere sulle monete. E. PROGRAMMA ICONOGRAFICO I DRITTI: Il programma iconografico delle prima serie a nome di Postumo è banale, uguale a quello della sua zecca in Gallia: è elencata solo una forma di busto, D1. I ROVESCI: Il programma iconografico è organizzato attorno a un unico tema, che va ad onorare la cavalleria in tre forme; Concordia 20 ex. (27,40%); Fides (26,03%) e Virtus (46,58%). Il valore generale di questi temi è stato studiato in connessione con Gallieno. Abbiamo anche compilato altrove il catalogo delle poche rare presenze della cavalleria nella monetazione romana; non ci torneremo qui. Da una propaganda su Postumo, la monetazione milanese è passata all'uso di temi prettamente locali. Il succedersi della donativa durante il breve "regno" di Aureolo, e la rapidissima e definitiva cancellazione della Virtus (Postumi) Augusti a favore di rovesci strettamente milanesi potrebbero indicare che la base non seguì con entusiasmo i suoi dirigenti, e che dovevano essere compiuti sforzi speciali (vale a dire sussidi eccezionali) per assicurarsi il loro "sostegno franco e massiccio".2 punti
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Inizio questa discussione per dire due parole riguardo ad una moneta sconosciuta, perché introvabile. Alla fine del 1500, nel principato di Messerano (ora Masserano), era in carica il principe Besso Ferrero Fieschi (1528-1584), nipote di Ludovico II (famoso per i testoni in argento). Besso Ferrero Fieschi, a livello di conio, ha prodotto bianchi in argento a partire dal 1566 fino ad arrivare al 1578, poi nel 1581 ne ha prodotto un'ultima serie. Sui cataloghi (ad esempio il Domenico Promis), infatti la serie si interrompe nel 1578 (ci sono 2 righe sul bianco del 1581, considerato rarissimo). A inizio 2017, acquistai un bianco di Messerano, datato 1579. Non sapevo che la serie si interrompesse nel 1578, infatti facendo due ricerche non usciva niente, completamente niente. Pensai fosse un falso. Allora chiesi aiuto ad un mio amico, collezionista anche lui, molto esperto sulla zecca....rimase a bocca aperta. Mi disse che avevo una rarità assoluta, nemmeno nella collezione di Franco Fornacca (il più grande collezionista italiano della zecca di Messerano) e nemmeno a San Pietroburgo (dove c'è la più grande collezione al mondo di monete di Messerano) è presente. Anche il mio amico l'ha avuta, poi venduta in un'asta Ghiglione. Se ci dovesse essere qualcuno che per caso ha questa moneta, me lo faccia sapere:) Spero sia stato interessante quello che ho detto e spero anche possa essere stato d'aiuto:) Saluti a tutti! cc000 link: http://www.rhinocoins.com/ITALY/SEC1/MESS5.HTML : in questo link sono presenti tutte le monete prodotte sotto Besso Ferrero Fieschi, se scorrete fino alla sezione dei bianchi, ci saranno tutti gli anni tranne 1579, manca anche 1580, magari anche in quell'anno è stata prodotta un'altra serie di cui non si sa ancora nulla. Foto:1 punto
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Monete, medaglie e banconote come strumenti di propaganda culturale e raffinati mezzi di espressione grafica Convegno numismatica - YouTube Vorrei segnalarvi un interessante convegno che si è tenuto a Chiasso, presso il M.A.X. Museo che ha ospitato l'evento, che è stato tenuto forzosamente a porte chiuse nel rispetto delle normative anti-pandemia attualmente vigenti ma che è stato registrato integralmente e postato come video sul canale YouTube . L’evento è stato organizzato in collaborazione con AdA (Avvenire dell'Antico), un’Associazione culturale no profit che intende promuovere studi e riflessioni su temi di antichità classiche e la loro relazione col moderno e contemporaneo. In particolare l’Associazione studia l’influenza delle fonti classiche, artistiche o letterarie, e la reinterpretazione dell’Antico negli ambiti della grafica storica, archeologia, numismatica, letteratura, genealogia, storia dell’arte, architettura. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Chiasso e la presentazione del Convegno, seguono le tre relazioni in programma: Giovanni Maria Staffieri - Vice-Presidente CNT (Circolo Numismatico Ticinese) - Raffigurazione di monumenti celebri su monete imperiali romane quale strumento di propaganda - che ha illustrato alcuni monumenti antichi come il Faro di Alessandria e la Sfinge su monete provinciali romane mostrandoci il parallelo con i resti, e le trasformazioni, di questi monumenti oggi. Howard Burns – Professore emerito alla Scuola Normale di Pisa - Monete e medaglie come strumento di propaganda culturale: monumenti e progetti architettonici IL Prof. Burns ha parlato della nascita della medaglia con Pisanello e Leon Battista Alberti presentando alcune interessantissime medaglie rinascimentali tra cui il tempio Malatestiano di Rimini raffigurato su una medaglia di Matteo de’Pasti, un’importante medaglia di Cristoforo Foppa che illustra al rovescio l’unica testimonianza che abbiamo del progetto originario del Bramante per la Basilica di San Pietro poi non realizzato. Burns ci ha parlato del pontefice Paolo II (1464-1471) , al secolo il veneziano Pietro Barbo che collezionava già all’epoca avidamente monete e medaglie di epoca classica, custodendole nella sua residenza di Palazzo Venezia a Roma. Infine ci ha mostrato uno dei grossi piu’ belli prodotti all’epoca del primo Rinascimento: quello di Gianfrancesco Gonzaga (1433-1444) per Mantova con la veduta della città di Mantova in una spettacolare resa prospettica. Manlio Monti – Grafico professionista, editore e incisore - La grafica della cartamoneta, il caso di Albert-Edgar Yersin Infine Manlio Monti ci ha parlato del meraviglioso mondo delle banconote, non solo quelle pluripremiate svizzere (i 10 e i 50 franchi) , avendo collaborato con un artista grafico d’eccezione come Yersin che ha tra l’altro inciso alcuni dei francobolli svizzeri piu’ belli, ma ci ha illustrato una breve storia delle banconote, molto interessante presentando alcune bellissime e particolari banconote provenienti da vari Paesi del mondo. Il video è molto lungo piu’ di 2h, avendo riprodotto l’intero convegno, ma ci si puo' posizionare sulle parti/relazioni che piu' interessano o vederlo eventualmente in piu' tappe per il suo contenuto, molto ricco, di divulgazione culturale riguardante monete, medaglie e banconote come mezzi di propaganda culturale. Buona visione! Invito Convegno AdA 28.11.20.pdf1 punto
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DE GREGE EPICURI @LucifugoSono d'accordo con te; ed è stato talmente "lavorato", che a questo punto è praticamente un falso, o poco meno.1 punto
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Sì. Si accenna all’argomento anche nel Capitolo ATS.G10: "Proprietà e Metallurgia del Bronzo" - Pagina 07 in https://www.campanologia.it/contenuto/pagine/01-ATS/ATS-G10/ATS-G10-07-Bronzo-cancro.htm#Una nuova cura per il tumore del bronzo apollonia1 punto
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Esatto, sembra ! SPL per questo esemplare è una conservazione adeguata. Il "non circolato" è un'altra cosa! Ciao Michele1 punto
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Avevo visto questo diametro da 24 mm. Non l'ho considerato perchè il tondello è ovale.... , nel senso che i quadrigati stavano in un range tra i 19 e i 22 mm, il dato da 24 mm (preso poi nel lato più lungo) non mi sembrava corretto. Ho inserito 23 mm anche se la moneta è spezzata. Naturalmente è una mia idea che può anche essere sbagliata: in tal caso correggo la scheda.1 punto
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1870 impero di Russia, zar Alessandro II, 2 copechi in rame. Officina Ekaterinburgh (E. M.)1 punto
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@dux-sab dice che a @coinscollector000 che gli è andata bene a non aggiudicasela. Quale è la (tua) ragione. quando ho letto il post di @giuliodeflorio, con la perfetta identificazione non ho fatto alcuna verfica sul diametro, peso... Certo che tu e @Tiberius siete esperti capici e vedete quel che a tanti sfugge. Sempre che la ragione non sia la provenienza certificata. Grazie.1 punto
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Sul rescritto posso concordare; ma perché 356? Non è compatibile con Arcadio e Onorio.1 punto
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1970 Australia - 50 cent 200° Anniversario dell'approdo di James Cook sulla costa orientale dell'Australia.1 punto
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Beh, nei prossimi giorni prendo anche la seconda uscita. Poi forse la terza... Forse forse la quarta... E alla fine l'edicola non riceverà più alcuna copia in più rispetto a quelle eventualmente prenotate. E non sarò sicuramente tra quelli che avranno prenotato tutte le uscite. P.s. Mi ricordo di quando andavo periodicamente a comprare l'uscita della serie "Siamo fatti così" quasi trent'anni fa.1 punto
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Molto comune e con varianti nella punteggiatura. In questo esemplare i punti mancano dopo SIC ET HIER1 punto
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E' così complicato salvare o stampare la foto con tutti i dettagli ? Qualcosa così Se poi non siete tranquilli non comprate all'estero e nemmeno da un privato. Ma se io dovessi cedere una moneta della mia collezione la accompagnerei dalla doc. come sopra. La fattura no a meno che non sia riferita a quella sola monete, oppure darei una copia cancellando le altre monete.1 punto
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Sempre dall'album dei "Rottami": Liberia, 1 Dollaro 1970 in Cu-Ni.1 punto
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Altro pezzo dall'album dei "Rottami": Ruanda, 2 Francs 1970 in alluminio.1 punto
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1970 Stati Uniti - Per gli insediamenti militari all'estero - 1 dollaro1 punto
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L'ultima cosa a cui pensavano i falsari erano di certo i numeri di serie, le firme ed i vari decreti presenti sul biglietto (l'abbiamo visto più volte), le banconote dovevano ingannare la gente non un bancario, era l'effetto d'insieme che andava curato, ed in questa banconota non hanno avuto nessuna accortezza. Su questo biglietto, come si evince dalle foto piuttosto scadenti (non sappiamo neppure i decreti che sono stati utilizzati), addirittura in trasparenza/controluce sparisce il contrassegno testina (ritaglio foto post 3), sia al dritto che al rovescio è il monogramma che fa da padrona, a meno che l'autore della discussione ha postato un'immagine riflessa e non proprio un fronte e retro.1 punto
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Buongiorno, tutte le monete da 20 cents 1918-1920 sono state coniate riutilizzando i tondelli dei vecchi 20 centesimi di Umberto I, i famosi "nichelini". Quindi è molto comune leggere ancora parti del vecchio conio sopra questa tipologia di monete. Nel tuo caso specifico non si tratta di un "68", ma di un "89" lo stai leggendo al contrario. I nichelini infatti furono coniati nel 1894 e 1895. In queste condizioni di conservazione purtroppo il valore puramente economico è molto basso, direi pochissimi euro. Saluti!1 punto
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Pochi giorni fa in una discussione su un tema simile ho chiesto: chi di noi confonderebbe un 5 centesimi con un 10 centesimi di euro anche senza gurdare il valore? Nessuno. E nessun romano del primo secolo confondeva un dupondio con un asse. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Sesino di Milano per Fklippo Maria Visconti... https://www.deamoneta.com/auctions/view/1/1469 Ciao Mario1 punto
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TIPO DI METALLO Il metallo veniva subito identificato tramite il colore. Per oro ed argento non c'erano grandi problemi, almeno finchè si trattava di argento a più del 50% (quindi, fino circa ai Severi). Successivamente, per gli antoniniani del 3° secolo è meglio parlare di mistura, e il colore cambia: il riconoscimento della moneta non si basava tanto sul metallo, quanto sul ritratto (corona radiata=antoniniano). Per il metallo vile, il rame e l'oricalco erano ben distinguibili "da nuovi" (rossastro il rame, giallo l'oricalco), ma potevano esser confusi col passare degli anni ed il formarsi di patine. L'asse di Augusto che ho mostrato sopra, vecchio di 2000 anni ma in parte spatinato, dichiara apertamente di essere di rame. In caso di dubbio occorreva anche qui distinguere fra corona d'alloro e corona radiata. Per le imperatrici di 2° e 3° secolo, sicuramente poteva sorgere qualche problema, non essendovi la corona radiata: la falce lunare compare sugli antoniniani, ma non sui bronzi. E i suberati? Per quelli di ottima conservazione, integri, il colore non aiuta, perchè si tratta di argento bello e buono; ma in questo caso, per il cittadino (o lo schiavo, o il liberto) non esisteva problema, e la moneta continuava a circolare. Certo, se era particolarmente leggera poteva sorgere un sospetto e, una volta saggiata, se emergeva un nucleo vile veniva forata o spezzata dal nummulario o cambiavalute. Quando poi lo strato superficiale del suberato si sgretolava, per il possessore (ahilui !) la moneta era persa. Ora cerco un bel dupondio o un sesterzio spatinato e giallo. Ecco un dupondio di Vero, abbastanza giallo. A domani per gli altri argomenti.1 punto
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Grazie per la segnalazione. Inserita la scheda sia della dramma sia delle didramme di emissione spagnola. Corretto anche il nome alla litra-libella in diobolo. https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC1 punto
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Grazie,fa sempre bene ricordare e rileggere questi articoli e chissà se un giorno ci sarà qualcuno di noi insieme a quei nomi.Forse sarebbe da aggiornare ma non conosco il criterio per considerare Grande Numismatico,se dipende dalla collezione di monete o dal contributo alla Numismatica. Nel secondo caso ci sarebbero dei nomi illustri numismatici scomparsi ultimamente del tipo Angelo Bazzoni,Mario Traina o Emilio Tevere o ancor prima Antonio Pagani e altri.1 punto
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Citando il grande Mario Traina "a quelli che mi chiedono se con la numismatica ci si può arricchire....rispondo di lasciar perdere le monete e tentare al casinò". Michele1 punto
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perchè il costo aumenta esponenzialmente con la conservazione ed un bb (il massimo che mi sarei potuto permettere) era quotato il doppio per si,un cambiamento di conservazione notevole ,ma secondo me non da giustificare il prezzo doppio.Secondo me le rarità vanno bene anche in conservazione bassa perchè riescono a soddifare chi le ha senza spendere un patrimonio(anche piccolo) e senza ricorrere a falsi1 punto
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Ho ricevuto il catalogo NAC con la meravigliosa collezione di medaglie papali in oro appartenuta a Paolo Del Bello, grandissimo esperto della monetazione romana e al tempo stesso cultore e collezionista appassionato della medaglistica papale. Il catalogo inizia con un ricordo del collezionista e cito: "Quella delle medaglie papali in oro era la sua seconda passione (la principale erano le monete romane). Questa collezione, una delle migliori se non la migliore offerta in vendita pubblica , testimonia il suo grande gusto. Le medaglie papali sono senza dubbio una delle categorie più neglette della numismatica. Se queste stesse medaglie fossero state inglesi, francesi o austro-ungariche varrebbero il triplo. Molte di queste medaglie hanno una qualità incisoria veramente straordinaria e probabilmente è questo che ha convinto Paolo a collezionarle"1 punto
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