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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/11/21 in tutte le aree
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Il problema non e' la mancanza di lettura, ma una brutta abitudine molto diffusa nei social: 1) Atterro su una pagina qualsiasi. Mandato da San Google o da qulache altro amico. Leggo la prima cosa che vedo. 2) Se mi piace: la ripeto e riposto all'infinito e comincio ad insultare e trollare tutti quelli che non sono d'accordo. 3) Se non mi piace: cancello la memoria, resetto il cervello e ricomincio dal punto 1)4 punti
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Non ricordo se nella nostra carellata sia già presente la mezza Giustina maggiore da 80 soldi. Comunque se fosse presente, repetita juvant. E' un esemplare di Nicolò da Ponte (1578-1585) del peso di 17,93 g classificato Zub - Luciani 104.1 e CNI VII, 113. Il massaro è Andrea Dolfin (entrato il 30 luglio 1581) oppure Andrea Diedo (17 gennaio 1582). Presenta la stessa tipologia dei 20 soldi di Alvise Mocenigo I che abbiamo già visto in precedenza. Arka Diligite iustitiam4 punti
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questa considerazione presuppone varie cose: 1 - che l'oro fosse ad esempio una moneta "d'uso" comune ... e non è così, e comunque era certamente pesata spesso 2 - che il "peso" della moneta avesse un riscontro di tipo economico per l'utilizzatore ... mentre invece è spesso solo un riflesso della volontà imperiale di ridare una fiducia "d'impressione" quando si aumentava il peso ... ovvero.. del peso dei bronzetti chi se ne infischiava? 3 - se il peso del bronzetto fosse significativo, dovremmo avere nei tesoretti una cernita dei pezzi più pesanti ... ma non è così 4 - paragonare monete distanti 2 o 300 anni, equivale a paragonare un 100 lire di Vittorio Emanuele in oro, alle 100 lire minerva in acciaio ... che conclusione dovrei trarre da questo paragone? che l'inflazione è sempre esistita...4 punti
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A villa66 è stato dato il titolo di 'Numismatico per sempre'.3 punti
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Inizio questa discussione per dire due parole riguardo ad una moneta sconosciuta, perché introvabile. Alla fine del 1500, nel principato di Messerano (ora Masserano), era in carica il principe Besso Ferrero Fieschi (1528-1584), nipote di Ludovico II (famoso per i testoni in argento). Besso Ferrero Fieschi, a livello di conio, ha prodotto bianchi in argento a partire dal 1566 fino ad arrivare al 1578, poi nel 1581 ne ha prodotto un'ultima serie. Sui cataloghi (ad esempio il Domenico Promis), infatti la serie si interrompe nel 1578 (ci sono 2 righe sul bianco del 1581, considerato rarissimo). A inizio 2017, acquistai un bianco di Messerano, datato 1579. Non sapevo che la serie si interrompesse nel 1578, infatti facendo due ricerche non usciva niente, completamente niente. Pensai fosse un falso. Allora chiesi aiuto ad un mio amico, collezionista anche lui, molto esperto sulla zecca....rimase a bocca aperta. Mi disse che avevo una rarità assoluta, nemmeno nella collezione di Franco Fornacca (il più grande collezionista italiano della zecca di Messerano) e nemmeno a San Pietroburgo (dove c'è la più grande collezione al mondo di monete di Messerano) è presente. Anche il mio amico l'ha avuta, poi venduta in un'asta Ghiglione. Se ci dovesse essere qualcuno che per caso ha questa moneta, me lo faccia sapere:) Spero sia stato interessante quello che ho detto e spero anche possa essere stato d'aiuto:) Saluti a tutti! cc000 link: http://www.rhinocoins.com/ITALY/SEC1/MESS5.HTML : in questo link sono presenti tutte le monete prodotte sotto Besso Ferrero Fieschi, se scorrete fino alla sezione dei bianchi, ci saranno tutti gli anni tranne 1579, manca anche 1580, magari anche in quell'anno è stata prodotta un'altra serie di cui non si sa ancora nulla. Foto:2 punti
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Vittorio Emanuele I - Mezzo Scudo 1814 Argento 906/1000 - gr. 17.58 - diametro 36 mm - Zecca di Torino Il contorno é ornato (Catalogo n. 7 del 2020 della Numismatica Scaligera, lotto n. 377) Esemplare di grande bellezza e fascino, patina intensa ma al contempo delicata nelle sue sfumature. Ultimo nominale in argento prima dell'introduzione del sistema decimale il 6 agosto 1816 Il ritratto del Sovrano é ancora per stile riconducibile ai Savoia Vecchi....da Carlo Felice i ritratti dei Sovrani cambieranno decisamente. Renato2 punti
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Una delle cose che ho notato e che mi crea sempre più disagio è il fatto che molti utenti non leggono la discussione, ma al massimo gli ultimi interventi e dopo questa breve lettura intervengono con un loro post. Non sapendo che cosa era già stato scritto ripetono concetti già espressi, ribadiscono concetti già scartati, elogiano chi ha semplicemente ripetuto concetti altrui. E questo crea notevole confusione e incomprensioni. Vorrei quindi fare un appello a tutti gli utenti: Per favore prima di scrivere leggete. Arka Diligite iustitiam2 punti
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le monete in oro erano le uniche NON fiduciarie, erano sempre pesate, ed avevano un "costo" più che un valore, quindi avevano prezzi differenti in base al tempo e al luogo. questo è vero certamente dall'avvento del cosiddetto "solido"...prima non mi pronuncio...ma se avevi oro, in qualsiasi forma, valeva a peso e il solido è una moneta/lingotto che i denari legionari di Marco Antonio fossero ancora in circolazione al tempo di Vespasiano è noto e certo dalle contromarche..... che i bronzi di fine IV secolo , certamente almeno post 348, siano rimasti in circolazione fino a metà del VI secolo e in alcuni rari casi alle soglie del VII, ce lo dicono quasi tutti gli scavi stratigrafici e/o i tesoretti scavati in Italia, Spagna, Africa, e in parte in oriente... con quale valore, a noi non è noto....e ci sono diverse teorie, nessuna esaustiva al momento ciò che rimane in circolazione è comunque in qualche modo "selezionato", infatti il maggior "relitto" di III secolo che troviamo ancora nel V-VI sono i radiati Divo Claudio, che stimolarono addirittura idee circa una loro nuova coniazione nel V secolo e addirittura in zecche Africane.... (Ad oggi pare una tesi superata da parte di molti studiosi recenti...non mi pronuncio per mancanza di dati e dimestichezza effettiva) vendere le monete a peso e fonderle era vietato, e se posso, nella maggior parte dei casi inutile, perché la sopravvalutazione era tale per il coniato da stimolare piuttosto la falsificazione, che non la fusione per vendere a peso l'unica probabile fusione "sensata" era quella di monete in disuso o rese dal contenuto in argento di maggior valore rispetto alla prezzatura non dimentichiamo che era anche vietato "trasportare" moneta da un luogo ad un altro come fosse merce, proprio perchè in luoghi differenti potevano esserci valutazioni differenti, soprattutto per le monete in metallo nobile, ma la legge non fa differenza tra le monete.... tanti temi...tanta complessità in ogni caso, ribadisco che questi dubbi e questa complessità non ha lasciato traccia tra i contemporanei, e per loro era certamente tutto abbastanza chiaro...anche se a volte magari "difficile" dal punto di vista economico2 punti
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Ho seguito con piacere le 2 orette di conferenza e devo dire di essere felice. Ho visto 2 monete di cui 1 mi ha molto colpito (ed in base alla quale bisogna rivedere tutto l'assunto delle coniazioni) Al di là di personali considerazioni sono felice di essere riuscito ad unirmi la videoconferenza. C'è sempre da imparare. E' stato istruttivo. Bene bel pomeriggio.2 punti
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Segnalo un rarissimo bolognino aquilano di Ladislao con stellina a fine legenda del D https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-LADAQ/22 punti
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Salve Concordo con @nikita_ anche per me si tratta di un double turnois di Luigi XIII ma direi di 11 tipo piuttosto che di 9 tipo. In particolare ciò è per me confermato dal ritratto al dritto, che nella sua foto è girato di 90 gradi, è infatti molto particolare perché non presenta il doppio bordo come nel nono tipo e in quasi tutti gli altri double tournois di Luigi XIII e questo per me è un dettaglio risolutivo che mi porta ad identificare la moneta in questione con l'11 tipo di Double Tournois di zecca Lione del 1637 che presenta appunto questa particolarità di assenza del doppio bordo nella legenda al diritto: https://en.numista.com/catalogue/pieces52295.html A mio avviso anche il nodo della veste è davvero molto simile oltre alla V della legenda "FRAN ET NAV" che va quasi a toccare in entrambi i ritratti il busto del sovrano2 punti
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1870 Italia - Banca Toscana di anticipazioni e sconto - Buono di cassa da 2 lire2 punti
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provo a dire qualcosa... il IV secolo nel suo complesso è ai nostri occhi un'immane confusione monetaria, ma questo non doveva essere per i contemporanei, che sapevano sempre cosa usare e come... quindi questa confusione da cosa è data? ci sono vari fattori che aiutano a creare confusione: 1 - abbiamo sempre il vizio di vedere le cose su ampi spazi temporale, e questo crea non poca confusione 2 - applichiamo alla numismatica, che è una cosa "di tutti i giorni", regole o pensieri moderni ... 3 - vediamo l'inflazione del IV secolo come qualcosa di mostruoso, ma poi a guardarla bene , su tempi "umani" non è spesso differente da tante cose viste nel XX secolo 4 - siamo portati a creare complessità dove questa non c'era ... mi vengono in mente i conteggi mirabolanti di Hahn e simili il punto è che non sappiamo molto, ma sappiamo per certo che la base del calcolo rimane il denario, questo anche quando il computo diventa in milioni o miliardi ... l'uso delle monete di conto e dei nomi convenzionali, per noi è una complicazione, ma per i contemporanei facilitava l'uso. se a questo aggiungiamo il costante uso da parte dei "numismatici" di termini che NON erano adottati per le monete, il papocchio è fatto... ricordo, giusto per comodità...che la distinzione tra solido 1/72 e aureo 1/60, in termini di solido contro aureo, esiste solo per i numismatici moderni... cioè non esiste un testo antico che distingua con i due nomi le due monete il termine "follis"...nemmeno inizio ... SE è stata una moneta nel IV secolo, e forse lo è stata, è accaduto solo per un momento, chiamarle tutte follis da Diocleziano a Teodosio I è poco utile il nummo...altra moneta di conto... forse coniata una volta... decargiro, maiorina, centenionale .... potrei continuare... la sovrastruttura della numismatica moderna, ci impedisce di vedere le cose... la "confusione2 è solo nostra, perchè se nei testi antichi si legge di tutto sui prezzi, sull'inflazione, etc etc, non si legge mai di problemi di questo tipo...2 punti
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Pochi giorni fa in una discussione su un tema simile ho chiesto: chi di noi confonderebbe un 5 centesimi con un 10 centesimi di euro anche senza gurdare il valore? Nessuno. E nessun romano del primo secolo confondeva un dupondio con un asse. Arka Diligite iustitiam2 punti
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la numero 4 mi sento di escluderla ... prendi il campione che vuoi di italiani (esclusi quelli di questo sito) chiedi cosa c'è sulle monete in euro....chiedi cosa sulle banconote... chiedi cosa c'era rappresentato sulle lire, moneta o carta .... probabilmente non avrai alcuna risposta. io ho sempre fatto "esempio della nonna" ... come usava i soldi mia nonna 1 - colore/forma 2 - dimensione 3 - nel dubbio, occhiali e lettura del valore le monete romane dei primi 2/3 secoli funzionano così ... oro, argento, bronzo (che rimane bello lucido e brillante quando in circolazione), rame (rosso, ma rapidamente scuro per la patina che si produce in tempi brevi) in seconda analisi la dimensione poteva facilmente differenziare in termini sincronici, non certo diacronici, il denario dall'antoniniano .... nel dubbio, un occhio alla corona certamente ci stava2 punti
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Da lunedì 11 gennaio sino al 17 gennaio domenica si passa all'anno successivo: ╠═►1970◄═╣ Nella discussione originaria furono postate da: n.2 bavastro - n.1 miza - n.1 nando12 - n.5 nikita - n.2 piemitos - n.1 villa66 Nelle caselle rosse le cinque che avevo postato a suo tempo. Thailandia 1-baht BE2513 (CE1970) in rame-nichel, 26,9mm di diametro, con un peso di 7,50g. Coniato alla zecca reale di Bangkok—nella città che fu sede dei giochi asiatici 6th (il soggetto che celebra questa moneta). I giochi asiatici—non deve essere confuso con il SEAP o SEA giochi—era stato tenuto in primo luogo a Nuova Delhi, India nel 1951, ma nessuna moneta commemorativa loro frequentato fino al ‘66 (5th) giochi a Bangkok. Era un pezzo molto simile a questo, che sarebbe—come gli stessi giochi 1970—sono stati qualcosa di un affare last-minute. (Ospitanti Corea del Sud aveva appoggiato a causa di difficoltà finanziarie, e Giappone, che era stato chiesto di sostituire, declinò a causa delle richieste di Expo di Osaka ‘70). Le superfici difettose di questo particolare 1970 1-baht credo che sono di particolare interesse: malgrado aspetto povero della moneta, è venuto in un insieme di 34-moneta a zecca reale di Bangkok era estremamente orgogliosa di..."coperto...con un pezzo di seta fine Thai in brillante rosso o blu...[con] l'immagine grande del mitologico uccello del paradiso... in oro metallico". La data di fabbricazione del insieme può essere avuta notando che sua 1970 (due) monete 1-baht sono le monete più recenti nel insieme e i suoi membri soli di rimanere nel loro stato naturale—tutti gli altri essendo stato "selezionati tra quelli in ottime condizioni e brillantemente lucidato in seguito." Yikes. v. _________________________________________ Thailand’s BE2513 (CE1970) 1-baht in copper-nickel, 26.9mm in diameter, with a weight of 7.50g. Coined at Bangkok’s Royal Mint—in the city that was the site of the 6th Asian Games (the subject that this coin celebrates). The Asian Games—not to be confused with the SEAP or SEA Games—had first been held in New Delhi, India in 1951, but no commemorative coin attended them until the ’66 (5th) Games in Bangkok. It was a very similar piece to this one, which would—like the 1970 Games themselves—have been something of a last-minute affair. (Prospective host South Korea had backed out because of financial difficulties, and Japan, which had been asked to substitute, declined because of the demands of Osaka’s Expo ’70.) The flawed surfaces of this particular 1970 1-baht I think are of special interest: despite the coin’s poor appearance, it came in a 34-coin mint set that Bangkok’s Royal Mint was extremely proud of…”covered…with a piece of fine Thai silk in brilliant red or blue…[with] the grand image of the mythological Paradise Bird…in metallic gold.” The manufacture date of the set can be had by noting that its (two) 1970 1-baht coins are the newest coins in the set, and its only members to remain in their natural state—all the others having been “selected from those in mint condition and brilliantly polished afterwards.” Yikes. v.2 punti
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TIPO DI METALLO Il metallo veniva subito identificato tramite il colore. Per oro ed argento non c'erano grandi problemi, almeno finchè si trattava di argento a più del 50% (quindi, fino circa ai Severi). Successivamente, per gli antoniniani del 3° secolo è meglio parlare di mistura, e il colore cambia: il riconoscimento della moneta non si basava tanto sul metallo, quanto sul ritratto (corona radiata=antoniniano). Per il metallo vile, il rame e l'oricalco erano ben distinguibili "da nuovi" (rossastro il rame, giallo l'oricalco), ma potevano esser confusi col passare degli anni ed il formarsi di patine. L'asse di Augusto che ho mostrato sopra, vecchio di 2000 anni ma in parte spatinato, dichiara apertamente di essere di rame. In caso di dubbio occorreva anche qui distinguere fra corona d'alloro e corona radiata. Per le imperatrici di 2° e 3° secolo, sicuramente poteva sorgere qualche problema, non essendovi la corona radiata: la falce lunare compare sugli antoniniani, ma non sui bronzi. E i suberati? Per quelli di ottima conservazione, integri, il colore non aiuta, perchè si tratta di argento bello e buono; ma in questo caso, per il cittadino (o lo schiavo, o il liberto) non esisteva problema, e la moneta continuava a circolare. Certo, se era particolarmente leggera poteva sorgere un sospetto e, una volta saggiata, se emergeva un nucleo vile veniva forata o spezzata dal nummulario o cambiavalute. Quando poi lo strato superficiale del suberato si sgretolava, per il possessore (ahilui !) la moneta era persa. Ora cerco un bel dupondio o un sesterzio spatinato e giallo. Ecco un dupondio di Vero, abbastanza giallo. A domani per gli altri argomenti.2 punti
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2020 - South Carolina Anche se con qualche giorno di ritardo (avrei dovuto farlo entro la fine dell'anno ) eccomi qua ad illustrare l'ultimo Innovation Dollar del 2020. Un altro di quelli che fanno dire a noi italiani: chi era costei? Septima Poinsette Clark, è stata un'educatrice e attivista dei diritti civili per gli afroamericani. Nata a Charleston, nel South Carolina, il 3 maggio 1898, seconda degli otto figli di un ex-schiavo (perché l'avranno chiamata Septima? ), si dedicò all'insegnamento, sviluppando i seminari di alfabetizzazione e cittadinanza che hanno svolto un ruolo importante nella promozione dei diritti di voto e dei diritti civili per gli afroamericani. Divenne nota come "Regina madre" o "Nonna" del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People) il movimento per i diritti civili degli afroamericani. Martin Luther King si riferiva comunemente a lei come "La madre del movimento". Septima Clark è famosa soprattutto per aver istituito le "scuole di cittadinanza" che insegnavano la lettura agli adulti in tutto il profondo sud. Il progetto, oltre ad aumentare l'alfabetizzazione, serviva anche come mezzo per responsabilizzare le comunità nere. Gli obiettivi della Clark per le scuole erano fornire orgoglio di sé, orgoglio culturale, alfabetizzazione e un senso dei propri diritti di cittadinanza. Gli insegnanti erano spesso persone che avevano a loro volta imparato a leggere da adulti, poiché uno degli obiettivi primari delle scuole era quello di sviluppare più leader locali per i movimenti popolari. Il progetto era anche una risposta alla legislazione degli stati del sud, che richiedeva l'alfabetizzazione e l'interpretazione di varie parti della Costituzione degli Stati Uniti per essere autorizzati a registrarsi per votare. Queste leggi erano utilizzate per privare i cittadini di colore del loro diritto di voto. Nel 1958, 37 adulti furono in grado di superare il test di registrazione degli elettori, come risultato della prima sessione delle scuole di cittadinanza. Prima del 1969, circa 700.000 afroamericani divennero elettori registrati grazie ad esse. Septima Poinsette Clark è morta il 15 dicembre 1987, all'età di 89 anni, ed è sepolta a Charleston, sua città natale. Negli ultimi anni della sua vita ha ricevuto molti importanti riconoscimenti, tra cui un dottorato onorario in Lettere dal College of Charleston nel 1978, e il Living Legacy Awards dalle mani del presidente Jimmy Carter nel 1979. La moneta celebrativa raffigura Septima Clark in marcia con tre giovani studenti afroamericani che portano libri e una bandiera americana, volendo così rappresentare che l'educazione e l'alfabetizzazione tra le persone oppresse sono necessarie per l'emancipazione e il godimento dei diritti civili. Disegnata da Justin Kunz e incisa da Phebe Hemphill, riporta come al solito le loro iniziali, ed è completata dalle iscrizioni UNITED STATES OF AMERICA - SEPTIMA CLARK - SOUTH CAROLINA. E con questo è tutto per quel che riguarda i dollari del 2020, appuntamento tra qualche mese, non appena se ne saprà qualcosa, per quelli del 2021 petronius2 punti
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[email protected] Proverei a contattarli1 punto
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Sempre dall'album dei "Rottami": Liberia, 1 Dollaro 1970 in Cu-Ni.1 punto
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Ripartiamo dal 2007, anno di coniazione di tre splendide monete. Le prime due sono una moneta da 10 euro in argento (riportata qui in basso) e una moneta da 20 euro in oro, entrambe dedicate all’influenza dell’Irlanda sulla cultura celtica europea. Sicuramente da annoverare tra le monete più difficili da “leggere” che si siano mai viste. La moneta era parte del programma di monete europeo a tema “Avvenimenti Europei”. Il progetto è opera di Mary Gregoriy. Sul dritto, com’è consuetudine, abbiamo l’arpa di Brian Boru. A mio parere una delle più nitide da poter apprezzare. Marchio di riconoscimento della cultura celtica sono senz’altro i motivi intrecciati, che si ritrovano spesso sui manufatti e nei manoscritti (come il già citato Book of Kells). A detta della progettista “i motivi intrecciati sono la prima cosa che si nota. Si intrecciano dentro e fuori, a volte diventando forme solide e altre volte diventando intangibili, mentre si trasformano ancora una volta in una nuova forma, proprio come i mutaforma delle antiche leggende”. Effettivamente, la mitologia celtica è piena di personaggi che cambiano forma. Tra i racconti più drammatici (che porto ad esempio) viene spesso citato quello di Tuan mac Cairill. La strana vita di Tuan mac Cairill Questa leggenda è raccontata in diversi manoscritti dell’XI, XV e XVI secolo. Racconta di Tuan, un eremita che conserva i ricordi delle sue precedenti incarnazioni. Inizialmente seguace del Partholon (personaggio probabilmente mai esistito della leggenda cristiana irlandese), si ritrova ad essere unico sopravvissuto dell’insediamento, successivamente ad un evento catastrofico (alcuni dicono peste, altri diluvio). Attraverso una serie di trasformazioni animali sopravvive per secoli, assistendo alle ondate di invasori giunti in Irlanda. Nella sua vita divenne un cervo, un cinghiale, un falco e infine un salmone. Fu catturato da un pescatore di nome Cairill e fu mangiato per intero dalla moglie. Rinacque dal grembo della donna come uomo e per questo divenne Tuan mac Cairill (Tuan figlio di Cairill). Tornando alla moneta, le quattro figure sono inserite in una disposizione cruciforme per evidenziare la forte tradizione cristiana dell’Irlanda. Si mischiano quindi forme pagane e cristiane. Le figure si incontrano al centro per dialogare. Partiamo dalla figura in alto a sinistra e procedendo in senso anti-orario. La prima figura tiene in mano un libro (tradizione letteraria). La seconda stringe un violino (tradizione musicale). La terza figura stringe una pala (simbolo di tutta la manodopera partita all’estero nel corso dei secoli e che ha contribuito a costruire gli altri Paesi e a diffondere la cultura irlandese). La quarta e ultima figura stringe un laptop (computer portatile), simbolo della tecnologia moderna e dell’economia di oggi. La terza è una moneta da 15 euro in argento dedicata a Ivan Mestrovic. Sul dritto (e stento anche io a crederci) non troviamo solo l’arpa irlandese, ma due foglie di trifoglio. La data è inserita in alto a sinistra e l’arpa in basso a destra. I due quadrati, invece, sono un riferimento allo stemma croato, paese natale dello scultore Ivan Mestrovic. Sul rovescio è raffigurata una suonatrice che suona l’arpa di Dalway (un’arpa dell’età moderna che fu usata, insieme a quella di Brian Boru, come modello di riferimento per l’arpa presente sul dritto delle monete). Come mai Ivan Mestrovic? Vi ricordate il concorso del 1928 per decidere il disegno della moneta dello Stato Libero d’Irlanda? Ebbene, partecipò anche uno scultore croato, Ivan Mestrovic, con un progetto noto come “Girl with harp”. L’inconveniente fu che il suo design arrivò troppo tardi per poter essere preso in considerazione. Il presidente del comitato, il poeta e senatore Yeats, scrisse successivamente: “(Mestrovic) ha realizzato un magnifico disegno e, scoprendo che la data era scaduta, lo ha dato allo Stato libero irlandese con grande generosità”. Il disegno è stato usato anche come sigillo della Banca Centrale d’Irlanda nel 1963. Oltre alle monete individuali (circa 8000) furono emessi anche 2000 set di monete a doppia prova. Questo set includeva una moneta d’argento da 15 € e una moneta d’argento da 150 Kuna (riportata in confronto qui in basso). Questa moneta “sorella” era identica alla moneta irlandese tranne che per un’iscrizione in croato e lo stemma croato al posto dell'arpa. Al prossimo post, in cui riprendiamo dal 2008...1 punto
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1970 Sultanato di Muscat e Oman - 100 baiza (200 baiza = 1 riel) Il Sultanato di Muscat e Oman nasce come protettorato inglese, nel 1971, a seguito dell'indipendenza, rinasce come Sultanato dell' Oman, Muscat (Mascate) ne è la capitale, la banconota viene riemessa nel 1973 con la stessa iconografia ma con MUSCAT mancante al retro.1 punto
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Probabilmente si! Il problema è che sarebbe stato più difficile spiegare quali monete... con i Rolex veniva molto più facile!1 punto
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Assolutamente si..l'avevo notata. Non sembrano assolutamente concrezioni sulla moneta bensì l'anima vile della stessa Ho notato che spesso le monete nei musei sono esposte in un modo un po' superficiale o del tutto assenti e spesso le descrizioni didascaliche o dei testi di accompagnamento non sempre sono allineate all'esposizione Ad esempio nel Museo di Antichità di Torino dove in una piramide espositore non viene dato il giusto rilievo ad un sesterzio di Didio Giuliano (se ricordo bene) oppure ad Aquileia dove risultano praticamente assenti nonostante la presenza di una zecca imperiale sul territorio1 punto
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Conosco molto bene Aureolo come figura storica, poco o nulla invece per quanto riguarda la monetazione. Ho visto ieri il tuo topic L’Atelier de Milan e l’ho trovato molto interessante, approfondirò ?1 punto
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Lo zecchino di @El Chupacabra ha il dritto corrospondente al CNI VII, 122 e il rovescio al CNI VII, 186. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Anche la versione 2020 Gigante riporta il commento "D/ bordo largo" ma poi non fornisce alternative o varianti. La quotazione è 60 euro in FDC. Saluti!1 punto
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Spiacente Scudo, non è mia abitudine sminuire e ne hai avuto conferma sui post delle mantovane, dove quella Santa Barbara era/è veramente eccezionale. Idem quel ducatone con lo zodiaco, ammetto di averci fatto più di un pensierino anche se il prezzo richiesto era certamente alto. Così come si prendono gli elogi e i meriti, bisogna riconoscere però anche quando una perizia non corrisponde alla realtà e così abbiamo visto varie volte sul forum e in altri lidi che stiamo assistendo a una sistematica corsa al FDC a tutti i costi: se avessi presentato la moneta come chiusa qFdC “ma che probabilmente non arrivava alla conservazione dichiarata”, nessuno avrebbe avuto da obiettare e io stesso non avrei fatto quell’intervento, ma avrei apprezzato una moneta rara che, con qualche difetto, rimane una splendida moneta. Non ti crucciare, al massimo liberala e falle assumere una bella patina da monetiere, così da essere ancor più apprezzabile. Buona serata e continua a postare belle monete, non cercare il fior di conio dove non c’è ? N.1 punto
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Noto che si è accasato anche l’esemplare di Fabio. Non me ne volere, un paio di difetti di troppo tra cui una lavatina abbastanza invasiva e un colpo a ore 6 del D/ per poterlo definire qFdC, spero tu non abbia comprato la perizia più che la moneta. Rimane una moneta in alta conservazione e ti faccio i complimenti. N.1 punto
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Antoniniano di Gordiano III, 240 d.C., zecca di Roma, RIC 68, http://numismatics.org/ocre/id/ric.4.gor_iii.68 Antoniniano di Massimiano, 287 d.C., zecca di Lione, RIC 371, http://numismatics.org/ocre/id/ric.5.dio.371 Antoniniano di Postumo, zecca di Lione, RIC 75, http://numismatics.org/ocre/id/ric.5.post.75 Antoniniano di Numeriano, 283 d.C., zecca di Pavia, RIC 447, http://numismatics.org/ocre/id/ric.5.car.4471 punto
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I volumi del MIR (Monete Regionali Italiane) attualmente pubblicati che si occupano delle monete papali sono tre: volume 1: dalle origini a Leone X, volume 2: da Adriano VI a Paolo V, volume 3: da Gregorio XV a Innocenzo XIII. È prevista la pubblicazione di un futuro quarto volume che dovrebbe completare la serie. Si tratta di cataloghi/prezzari che rappresentano da un punto di vista un aggiornamento e da un altro un'integrazione rispetto all'opera di riferimento che è il Muntoni. Uno degli aspetti da apprezzare maggiormente è la immediata fruibilità di consultazione con la moneta descritta e fotografata (a colori) senza la necessità di andare a cercare la foto in fondo al volume come succede per il Muntoni. Tutte le tipologie monetali sono descritte e rappresentate e sono descritte anche un buon numero di varianti, ma in misura minore rispetto al Muntoni. In più rispetto al Muntoni sono presenti i gradi di rarità (non sempre precisissimi e che in più di qualche caso mi sento di non condividere), ma che consente di orientarsi sulle monete più o meno rare. Inoltre sono riportate le valutazioni di ogni esemplare in conservazione MB e SPL, anche qui da tarare bene ma che fanno riferimento ai realizzi delle monete in asta. Buone anche le note storico-numismatiche introduttive di ogni volume. Sono molti a mio avviso quindi gli aspetti per i quali vale la pena di investire su questi volumi. Visto che da quello che ho capito il Muntoni lo possiedi già, non esiterei ad acquistarli! Michele1 punto
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Sarà brutta, forse pulita male ma definirla un gadget per turisti non ha senso perché un gadget per turisti è altro.1 punto
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Citando il grande Mario Traina "a quelli che mi chiedono se con la numismatica ci si può arricchire....rispondo di lasciar perdere le monete e tentare al casinò". Michele1 punto
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