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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/01/21 in tutte le aree

  1. Caro Giovanni, Cito le tue parole perchè il mio messaggio di cui sopra, indirettamente, conteneva questo concetto. Sorvolando sui tentativi di grading inseriti dagli utenti (il Bb+ è fuori di testa e a tal riguardo rassicurerei il collezionista che sicuramente la moneta non è Bb), direi che il mio discorso è molto più ampio. La nostra è una passione che in molti casi fa leva sulla volubilità del momento, e avere fretta (cosa che qui è evidente dal fatto che l'utente ha incamerato diversi pezzi importanti in davvero poco tempo: serie impero, 100L aquila e 50 lire aratrice, di cui una restituita per evidenti problemi non dichiarati) non mai buona cosa bene, specialmente se si ha scarsa preparazione in merito, cosa che in questo caso traspare, ad esempio, anche dal modo in cui l'utente presenta le sue monete: mostrando in alcuni casi con un solo verso. A tutto questo aggiungiamoci l'annoso problema, ormai trito e ritrito, delle "perizie" nostrane, che sintetizzano "tutto" in una fredda sigla (e al massimo una stringata nota) , quando invece, all'atto pratico, così non è (Leggetevi la discussione sopra citata per capire a cosa alludo). In buona sostanza, chi si avvicina a questa bellissima passione, nella sua innocente inesperienza si "affida" (testuale parola ripresa dalla precedente discussione) al venditore di turno che, nella sempre citata discussione, aveva graduato l'esemplare da 50L (poi restituito, di nuovo, leggere la discussione per capire meglio) MI PARE dalla foto FdC. (tra parentesi, io un 50 lire aratrice non l'ho MAI comprato perchè non sono mai riuscito a trovarlo come piaceva a me in tanti anni... @Monetaio ne sa qualcosa... ) Non dico castronerie se ci troviamo davanti l'esempio classico di quello che succede a una persona poco esperta. E' capitato a tutti, me incluso. Ma una cosa sono moneta da 100, 200 euro (che comunque sono sempre signori soldi che meritano rispetto!), tutt'altra monete da 1000 e passa euro. Non mi stancherò mai di dire che monete "pesanti" sarebbe meglio "capirle" prima di acquistarle, e che se non possono essere acquistate con visione diretta, ALMENO acquisite da venditori che SI CONOSCONO nel loro modo di operare e di cui si ha fiducia nel loro gusto e nel loro iter valutativo (di nuovo, il ruolo dell'esperienza è fondamentale quindi). Giovanni ha postato un esempio di MS60. Ma cerchiamo di andare oltre il concetto di una "misurazione". Il concetto di misurazione implica già saper in qualche modo attuarla. Ma andiamo per gradi; prima ancora di questo c'è la necessità di maturare un gusto estetico, poi, fondamentale, "capire" il metallo, i riflessi, la brillantezza, i rilievi, saper distinguere i difetti che affliggono QUELLA tipologia monetale di interesse da agenti esterni come usura e trattamenti vari ad esempio. Insomma, tutti aspetti che assumono importanza tanto più quanto aumenta il costo della moneta che si acquisisce. Non so quanti messaggi riceva di persone che mi chiedano pareri in merito a monete fotografate (che nel migliore dei casi sono mal illuminate), e dove al massimo puoi azzardare solo una forbice di grading. La cosa preoccupante è che queste foto sono scattate proprio da venditori che ignorano il concetto di cosa rende una foto chiara (ATTENZIONE: ho scritto foto chiara ai fini valutativi. Non intendo dire quindi foto bella. Una foto può essere chiara ai fini valutativi anche se non è una bella foto artistica... come le mie ad esempio ). Da qui si capisce come il problema è ben più esteso della semplice conservazione Spl o FdC. Tutti questi aspetti analizzati appaiono chiari in questa situazione in cui, inconsapevolmente, si è venuto a trovare il nostro @Lino86. Devo dire che ogni volta che mi trovo davanti a situazioni del genere mi viene voglia di rimettere mano a quel rompicapo assurdo del mio sistema di grading valutativo, anche se è un impazzimento colossale. Infatti, la cosa che lo rende difficile, non tanto il formulare un iter orientato alla valutazione conservativa (questo si può fare più o meno tranquillamente, ed è per questo che oggi sul mercato, troviamo diversi sistemi come la scala sheldon, o il sistema di Montenegro che per così dire, cerca di fondere i due sistemi), ma un sistema che prenda atto delle lacune logiche che attualmente presentano i sistemi valutativi, li rapporti alla tipologia monetale, e sulla base di questi criteri che rappresentano la base dei dati da valutare (quindi si rende necessario un creare un flusso analitico ad hoc, che sia modulare a seconda DELLA tipologia monetale in questione) restituisca una ANALISI quanto più completa possibile della moneta. Ho sottolineato la parola analisi, perchè è proprio questo il concetto maggiormente lacunoso. Una perizia implica un'analisi, NON una sigla accompagnata, nel migliore dei casi, da una stringata nota. Il tutto poi, deve essere TRASPARENTE, ovvero, il collezionista deve CAPIRE il perchè di una valutazione. Se siete arrivati alla fine di questo mio lungo (tanto per cambiare) intervento, vi ringrazio prima di tutto. Fatemi sapere (anche in privato), se avete interesse in un sistema valutativo di questo genere. Se ne potrebbe eventualmente parlare in una discussione a parte (quindi magari evitiamo di dilungarci su questi concetti in questa), dove potrei condividerne alcuni concetti (non tutti... sennò dopo mi rubano le idee come è già successo: alcune di queste mie idee infatti sono attualmente utilizzate, anche se in maniera assai pacchiana, da un commerciante che ha saputo cogliere certi spunti resi pubblici non da me)
    7 punti
  2. Caro Fabrizio, concordo totalmente con quanto hai scritto. In particolare "quella moneta" è veramente difficile da trovare in FDC (come detto anche da @Scudo1901). Posto sotto uno di questi esemplari per confronto: credo che i punti che meritano maggior attenzione nell'analisi siano, oltre ai campi, al D/ la guancia del sovrano e al R/ il braccio dell'aratrice. Tuttavia, come riportavo sopra, l'oro è difficile da fotografare e questa nuova foto (fatta con stativo ed attrezzatura semi-professionale) non è confrontabile con quella di @Lino86. Comunque prima viene la conoscenza della tipologia in questione, poi il resto. Ed è per questo che gli statunitensi utilizzano con successo il grading Sheldon (che presenta caratteristiche definite per tipologie monetali definite) sulle loro monete (che ben conoscono) e non sulle nostre (ad esempio non sono contemplati i graffi di aggiustamento che tanto affliggono la monetazione italica del Settecento e Ottocento). Concordo: il FDC non è tutto! e questo vale tanto più per le monete medioevali o antiche, dove stile e qualità dell'impressione sono talora più importanti. Oltretutto alcune monete anche moderne definite FDC, ma con rilievi deboli e talora indistinti, sono forse frutto della "chimica" piuttosto che risparmiate dal tempo ...
    5 punti
  3. Auguri per un buon anno nuovo a tutta la sezione. Un saluto Raffaele.
    5 punti
  4. Buon giorno e buon 2021 a tutti. Ladislao D'Angiò Durazzo venne incoronato Re di Napoli, giovanissimo a seguito della morte del padre Carlo III; ebbe un ruolo enorme, arrivando anche a conquistare Roma. Aggiungo i denari emessi per a Napoli
    5 punti
  5. Buongiorno a tutti gli amici del forum e buon anno! Per inaugurare il 2021 ho deciso di scrivere questa piccola discussione, con protagonista la moneta giapponese da 4 mon "Bunkyū Eihō", l'ultima moneta cash coniata nel periodo Edo. Emblema del clan Tokugawa La moneta da 4 mon "Bunkyū Eihō" è simile ai 4 mon "Kan'ei Tsūhō", ma i caratteri sul dritto delle due monete sono completamente diversi. Nel 4 mon in questione i caratteri sono 文寶永久, che significa "denaro eterno dell'era Bunkyū". Normalmente il diametro della moneta è di 27 mm, mentre il peso oscilla tra i 3 - 4 grammi. Nel rovescio possiamo notare il disegno delle 11 onde, identico a quello dei 4 mon "Kan'ei Tsūhō" del secondo tipo. Queste monete vennero coniate principalmente da 2 diverse zecche della capitale Edo (l'odierna Tokyo): la zecca di Asakusabashi e quella di Fukugawa. Come si fa a riconoscere la zecca di provenienza? Semplicemente bisogna analizzare lo stile del carattere 文 (Bun): se lo stile è in corsivo la moneta proviene dalla zecca di Asakusabashi; viceversa se lo stile è normale a quella di Fukugawa. Inoltre, esiste anche una variante sullo stile del carattere 寶 (Hō) presente solo nelle monete coniate dalla zecca di Asakusabashi: uno tradizionale e l'altro semplificato (宝). A sinistra 4 mon "Bunkyū Eihō", a destra 4 mon "Kan'ei Tsūhō" - secondo tipo A sinistra una moneta proveniente dalla zecca di Fukugawa (stile normale), a destra da quella di Asakusabashi (stile in corsivo) La moneta a sinistra presenta il carattere Hō non semplificato, a destra il carattere Hō semplificato Un piccolissimo riassunto storico della moneta ripreso dal sito Numista: nel secondo mese del terzo anno dell'era Bunkyū (1861 - 1864), fu messa in circolazione una moneta di rame con l'iscrizione "Bunkyū Eihō". Queste monete erano per lo più realizzate con le vecchie monete mon. La moneta aveva lo scopo di sostituire l'impopolare 4 mon "Kan'ei Tsūhō" in ferro, ma le persone equiparavano la nuova moneta alla moneta da 1 mon in ferro. Nel 1865, a causa della massiccia crisi dello shogunato Tokugawa, la moneta da 4 mon "Bunkyū Eihō" arrivò ad avere un valore nominale di 8 mon (i 4 mon Kan'ei Tsūhō in ottone a 12 mon), e nel 1867 aumentò ancora di più arrivando a 15 -16 mon ( i 4 Mon Kan'ei Tsūhō in ottone arrivarono a 20 - 24 mon). La moneta da 4 mon "Bunkyū Eihō", oltre ad essere l'ultima moneta bronzea del periodo Edo, è anche l'ultima moneta cash tradizionale giapponese. Nel 1868, la macchina per il conio che era stata in uso a Hong Kong fu portata a Osaka e nel 1870 si iniziò a produrre monete della nuova valuta, lo yen. Il tasso di conversione del 4 mon "Bunkyū Eihō" era di 1,5 rin, ovvero 0,0015 yen. Con la legge di demonetizzazione delle vecchie valute del 1954, tutte le monete mon uscirono di scena. Spero che questa piccolissima discussione vi sia piaciuta. Per qualsiasi domanda scrivete pure! Alla prossima! Xenon97
    4 punti
  6. Vogliamo parlare delle "12 lire del 1947"? Ma chi non conosce le famose 12 lire del '47 ?
    4 punti
  7. Buonasera a tutti Amici, anno duro e pieno di imprevisti, ma anche di obiettivi raggiunti, tante medaglie di Gaeta e tante Piastre Borboniche. Causa virus pochi incontri ma molto intensi e mirati. Ho avuto la fortuna di conoscere, grazie al Forum, tante persone appassionate come me e di condividere con Loro le mie sensazioni numismatiche e i miei acquisti/vendite. Sarebbe lungo elencare tutti gli Amici che mi hanno supportato e incoraggiato e sicuramente ne dimenticherei qualcuno. Ringrazio simbolicamente quindi l'autore della discussione @Litra68 a nome di Tutti. Per il 2021 auspico tanta salute e tanto lavoro a tutti noi per continuare i nostri studi e la nostra passione. Felice anno nuovo e a rileggerci. Con affetto, Sergio.
    4 punti
  8. Proseguendo il filone delle discussioni sulle prime monete, iniziato ormai diversi anni fa con Cina (https://www.lamoneta.it/topic/130632-monete-antiche-della-cina/) e India (https://www.lamoneta.it/topic/142604-le-prime-monete-indiane/), propongo questa volta una discussione, seppur molto introduttiva, sulle prime monete del Giappone. A differenza di Cina e India, il Giappone non ha avuto una tradizione monetaria autonoma, bensì strettamente connessa alla tradizione monetaria cinese: infatti, banliang e wuzhu (risalenti al periodo 206 a.C.– 25 d.C.), nonché monete del periodo di Wang Mang (8 - 23 d.C.), sono state ritrovate in tutto il Giappone, sebbene non in grandi quantità. Vi sono ancora dei dubbi relativi a quale sia stata la prima moneta ufficiale giapponese. Ciò che è certo è che la sua emissione sia stata estremamente tardiva, sul finire del VII secolo d.C.! Per fare un confronto, si tratta di più di 1.000 anni dopo l'introduzione della moneta in Lidia, Cina e India, risalenti indicativamente al VII-VI secolo a.C. Non mi sono note le ragioni di questo ritardo rispetto ad altre culture: francamente, non penso che possa essere riconducibile a una sorta di arretratezza economico/culturale, come sostenuto, per esempio, da Shin’ichi Sakuraki (pp. 23-25), in "Catalogue of the Japanese Coin Collection (pre-Meiji) at the British Museum". Mi parrebbe, piuttosto, più plausibile ricercare tali motivazioni in una certa "avversione" da parte del "governo" giapponese nei confronti di questo strumento (non molto dissimile da quello che, probabilmente, è accaduto anche in Mesopotamia o Egitto, dove la moneta è stata introdotta molto tardivamente sebbene conosciuta da secoli). La cronologia più accreditata sembrerebbe essere la seguente: mumon-ginsen, un lingotto di argento (o una moneta vera e propria?), datato al tardo VII secolo d.C., non recante alcuna iscrizione; Fuhonsen, oggi considerata la prima moneta giapponese. Moneta di rame datata anch'essa al tardo VII secolo d.C ; Wadō kaichin in d'argento, datata al quinto mese dell'anno 708; Wadō kaichin in rame, datata all'ottavo mese dell'anno 708. Nei prossimi giorni aggiungerò foto di queste monete e qualche altra informazione di interesse. Per ora concludo con la bibliografia utile che mi è nota: Catalogue of the Japanese Coin Collection (pre-Meiji) at the British Museum - disponibile integralmente su Academia.edu. In questo volume sono raccolte tutte le monete del British Museum, con un catalogo dettagliato e con molte note storiche; Hartill, D., Early Japanese Coins, opera di riferimento per questa monetazione. L'autore è noto anche per il volume dello stesso stampo sulla monetazione cinese - disponibile su Amazon a circa 20€; Munro, Coins of Japan, libro del 1904, ma opera ancora utile - disponibile in pdf in internet. Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete informazioni di qualsiasi genere sull'argomento Un caro augurio di un anno migliore di quello appena trascorso... Matteo
    3 punti
  9. Segnalo la pubblicazione del n°58 del Bollettino della Numismatica: LA COLLEZIONE DI VITTORIO EMANUELE III, La zecca di Casale Monferrato Parte I Da Gian Giacomo Paleologo (1418-1445) a Guglielmo II Paleologo (1494-1518). Curato da Luca Giannazza. https://www.bdnonline.numismaticadellostato.it/materiali/index.do?id=233 pubblicazione disponibile anche in formato cartaceo. Buona lettura e complimenti all'autore. Mario
    3 punti
  10. Ciao a tutti, Nel mio girovagare in rete mi sono imbattuto in questa piastra del 34. Sappiamo tutti che il 34 è l'anno delle varianti ma sinceramente non avevo mai visto una 34 con una A al posto della V in ATR,fino ad oggi questa variante l'ho notata solo nelle '59. Conservazione a parte vorrei conoscere il vostro pensiero in merito e sapere se ne avete visto altre con questa particolarità. Un saluto Raffaele.
    3 punti
  11. Ovviamente mi accodo anch'io a coloro che sconsigliano di cominciare quella collezione. Si tratta di una sfida enorme non commisurata al reale valore dei pezzi proposti. Lo sappiamo tutti. Però intendo fare delle precisazioni che, in linea teorica, capovolgono la mia stessa opinione. Dice bene @favaldar al post #3. Si tratta di cose buone per ragazzini. Però vorrei togliere alla parola "ragazzini" ogni sfumatura peggiorativa. Si tratta cioè di opere tagliate su una fascia di persone non preparate numismaticamente parlando (al di là della loro età anagrafica), ma badate che non c'è nulla di male a essere dei principianti, né a 10 anni né a 60! Perché bistrattare opere pensate appositamente come opere propedeutiche? Ci lamentiamo continuamente del mancato ricambio generazionale nel collezionismo, e poi ci lamentiamo di simili iniziative editoriali? A me sembra più facile avvicinare pubblico vergine tramite tali iniziative che non col Carboneri o con qualche Crawford, no? Non penso ovviamente che tali iniziative editoriali siano le uniche vie d'accesso alla numismatica, ma se esistono... ben vengano. Mi sembra importante quanto dice @talpa focalizzando l'attenzione sulle informazioni che spesso troviamo in questi volumetti. Io oggi, senza aver avuto né nonni né genitori collezionisti, sono quel che sono anche grazie a quei volumi. E ovviamente non ho mai concluso alcuna serie per i costi spropositati. D'altronde però nessuno ci impedisce di comprare sol o 10 delle 146 uscite previste (numeri a casaccio). Non possiamo sottovalutare la loro portata pedagogica. A me piacerebbe che anzi tali iniziative fossero in qualche modo portate nelle scuole primarie. Ovviamente, disgraziatamente, prima dell'obiettivo pedagogico viene quello commerciale. E quindi ti fanno pagare un'assurdità una collezione numismatica il cui valore maggiore sta proprio nelle informazioni dei fascicoli. È chiaro anche che rotolare centinaia di tondelli tra le mani nelle ciotole dei mercatini ha tutto un altro sapore. Ma non è scontato ahimé che un bambino di 10 anni riesca a trovare un mercatino a portata di mano. Più semplice è pianificare 10 uscite nell'edicola sotto casa.
    3 punti
  12. Ora qualche spiegazione. Partirei dalla J. E’ una classica SOLI INVICTO COMITI di Costantino I (per praticità non e' la stessa della tavola da gioco): una espressione al dativo piuttosto significativa, in quanto implica un certo riconoscimento ed una certa sudditanza nei confronti degli dèi pagani. Il Sole senza dubbio rappresenta la supremazia, il potere (ma anche l’eternità collegata al concetto di invincibilità). Costantino, dunque è il favorito di una divinità che si fa garante delle sue vittorie, che lo accompagna in guerra, lo protegge e lo aiuta. Particolare l’uso del termine “comes”, usato nel IV secolo per indicare una figura della gerarchia amministrativa paragonabile ad un nostro “ministro”. Il Sole compare sulle monete di Costantino I già a partire dal 310 dopo la repressione del tentativo di usurpazione operato da Massimiano, in pratica in contrapposizione ideologica alla coppia Giove/Ercole che era stata alla base prima della prima tetrarchia. Interessante come poi le emissioni di tale rovescio si intensifichino dopo la vittoria su Massenzio e il cosiddetto Editto di Milano, con la particolarità di “dritti” da cui emerge un rapporto sempre più paritario tra lui e la divinità solare: l’imperatore ed il suo comes divino lottano dunque da pari, fianco a fianco, per il benessere dell’impero. Non si avverte insomma per ora la lenta dissoluzione della simbologia pagana. Verso il 318/319 il Sole, come l’ultimo dio pagano, scomparve progressivamente dalla sua posizione dominante sui bronzi. Rimase ancora in maniera intermittente fino al 325 su alcuni solidi, forse per dimostrare che la devozione verso quel dio non era del tutto cessata, probabilmente una concessione ai pagani in una epoca di transizione verso il Cristianesimo e quindi ancora piena di contraddizioni (qualcuno però sostiene che si possa trattare come di una interpretazione della divinità solare in senso cristiano). Da notare, nell’ultimo periodo delle emissioni bronzee con il Sole (316/318) , la concomitante comparsa di monete con un interessante rovescio: CLARITAS REIPVB(LICAE); la serie fu coniata in occasione dell’elevazione a Cesari di Costantino II e Crispo (316). Il significato di tale rovescio ci riporta alla moneta “E” del nostro gioco. Si tratta, infatti, di una CLARITAS REIPVBLICAE di Roma per Costantino II: il Sole, radiato con la clamide svolazzante, avanza verso sinistra, alzando la mano destra e tenendo un frustino nella mano sinistra: La legenda CLARITAS (intesa credo come “splendore”) si associa sempre al Sole, ma, secondo il RIC, l’abbinamento si risolve in una immagine “annacquata” del dio (Il RIC usa proprio l’espressione “watering down”). Insomma, una sorta di Sole pallido. Secondo alcuni si tratterebbe di una specie di concessione alla religione cristiana: il Sole non è più protagonista (la legenda non è più sua), non è più un simbolo religioso (pagano) Secondi altri, invece, la nuova legenda allargherebbe il significato del Sole, inteso come spirito associato (e non asservito quindi) al bene comune, insomma piuttosto un simbolo della grandezza (e forse della eternità) dello Stato (REIPVBLICAE), della sua forza. Interessante che “Claritas” abbia la stessa etimologia di “clarus”, da cui “clarissimi”, appellativo molto in uso nel tardo impero per indicare i senatori o l’appartenenza ad una famiglia dell’ordine senatorio. In effetti, i rovesci SOLI INVICTO COMITI e CLARITAS REIPVB(LICAE) sono del tutto simili come immagini rappresentate, pur con una maggior ricchezza iconografica del primo Questo e’ il SOL: Questa la CLARITAS: Questo rovescio e’ stato emesso per Costantino I, ma anche e soprattutto per i Cesari Crispo e Costantino II (ma ho trovato anche una emissione di Siscia per Licinio II). Forse, questa maggior abbondanza di emissioni per i Cesari potrebbe forse avvalorare la seconda ipotesi interpretativa di cui si parlava sopra, anche nell’idea di creare una vera dinastia costantiniana che avrebbe dato solidità allo stato. Come detto, la legenda, a volte, può essere spezzata in CLARITAS REIPVB, come in questo esempio di Arelate per Costantino: In questa di Crispo, la mano sinistra che regge il globo e’ volta all’interno, la clamide e’ distesa e ferma: Interessante questa variante con il globo nella mano destra. La moneta e’ tratta dal forum ed apparteneva al nostro Agrippa: C’e’ anche un aureo: Il terzo sole si trova nella moneta “B”, in una emissione di Siscia per Crispo: Qui il Sole non e’ nella effigie, bensì come parte dell’esergo. Il segno di zecca ASIS+sole nascente si compone di tre parti: La prima identifica l'officina monetale (A, cioè prima officina). La seconda, la zecca di emissione e cioe’ Siscia (SIS). La terza identifica l'emissione monetale (il sole nascente). Fanno parte di questa emissione (sole nascente in esergo) monete caratterizzate dalla stessa tipologia del rovescio, emesse nel nome dei Cesari Crispo e Costantino II (in occasione dei loro voti decennali) e monete dell'Augusto Costantino I (in occasione dei suoi voti ventennali). La legenda del rovescio CAESARVM NOSTRORVM va letta insieme a VOT X ed indica i "vota suscepta decennalia" dei due Cesari, Crispo e Costantino II che, a fronte di un sacrificio pubblico agli dèi, si attendevano in cambio il favore divino di dieci anni felici nello svolgimento delle loro funzioni. La zecca di Siscia si trovava in Pannonia, sulle rive del fiume Sava: Fonti: -Wienand: Costantino ed il Sol Invictus (in enciclopedia costantiniana Treccani) Costantino_e_il_Sol_invictus_in_Costanti.pdf -tesorillo.com -moneteromane.info -forum ancient coins (pagine di Doug Smith). L’argomento Sol Invictus (e collegati) e’ molto complesso ed una analisi completa dell’argomento esula da questa discussione e dalle mie capacità. Ovviamente ogni integrazione e correzioni sono ben gradite. Spero che il quiz vi sia piaciuto. Ancora buon anno a tutti- Stilicho
    3 punti
  13. ?...ci provo...grazie @dux-sab Grazie @WilliamB...i rilievi sono buoni e mi piace molto anche il colore "abbrozzatissimo" del metallo Grazie @Litra68...è costato un pò ma ne valeva la pena...son monetine che passano raramente e questa merita anche per la conservazione che porta...come ho già scritto l'ultimo esemplare che era passato in vendita, Artemide bb/bb+ 200 più diritti, non mi piaceva questa x me è tutta un'altra storia...e sterà benone accanto alle sue sorelle in scuderia...
    3 punti
  14. D'altra parte il giornalista si chiama Asen, che qui da me vuol dire... asino
    3 punti
  15. Contraccambio gli auguri. 1968 CANADA, Elisabetta 2a, un dollaro in nichel.
    3 punti
  16. Felice anno nuovo a tutti gli amici del forum... Inizio il 2021 con questa moneta del Messico : 25 pesos 1968 celebrativa della XIX ^ olimpiade .
    3 punti
  17. Buongiorno e Buon Anno a tutti Voi. Per cominciare bene questo 2021 condivido una delle mie monete preferite. Ferdinando IV - 8 Tornesi 1816
    3 punti
  18. Buonasera a tutti, eccoci qua, 31 Dicembre 2020, anno travagliato per quanto riguarda purtroppo la Pandemia e che continua ad avere strascichi. Per esorcizzare vorrei ora, dopo questo breve passaggio, parlare solo di Numismatica ed affrontare il. Nuovo Anno con uno spirito positivo. ? Devo dire che i quattro obiettivi che mi ero prefissati per il 2020 li ho raggiunti, magari qualcuno non proprio come avrei voluto ma direi che tutto sommato sono soddisfatto. Già in questa discussione avevo fatto un piccolo aggiornamento, mentre qualche altro riferimento lo avevo fatto in altre discussioni. 1°Obiettivo era un incontro a Pizzo Calabro, ci siamo riusciti io e @Rocco68 questa estate, potevamo essere di più, ma vista la situazione non mi lamento. 2°Obiettivo era una Visita al Ponte Borbonico del Garigliano a Minturno Lt. Anche questo piacevolmente raggiunto, ci siamo riusciti io e @motoreavapore in buona compagnia delle nostre consorti e di un gruppo storico che celebrava i Borboni. ? 3°Obiettivo, mettere in collezione il 9 cavalli 1804 di Ferdinando IV, ci sono riuscito con mia grande Meraviglia, un po' scarrafoncello come dico io ma comunque una moneta rara, contento anche per averlo riportato in patria dalla Germania. ? 4°Obiettivo andare avanti con gli studi, direi anche qui mi ritengo soddisfatto, ho messo in biblioteca dei libri e quaderni di studi, e continuo con piacere a studiare e leggere qui nel Forum. Per il 2021 non ho ancora fissato degli obiettivi, sicuramente lo studio continuerà ad essere fondamentale. Approfitto per Augurare a tutti voi e alle vostre famiglie un Anno 2021 soprattutto in Salute e tante soddisfazioni, e tanta sana Numismatica. Un Abbraccio Alberto
    3 punti
  19. Buonasera! Iniziamo l'anno nuovo parlando di una moneta molto particolare. Si tratta di uno zecchino di Sebastiano Venier (1577-1578) diverso dai soliti esemplari. La particolarità, ed è la prima che vedo così, è che invece del canonico nome scritto "seb venerio" ha scritto solo "seb veneri". Anche il retro è un po' diverso, con un inversione di una lettera, infatti c'è scritto sittpxedat invece del normale sittxpedat. Anche l'aureola del redentore è diversa dalle normali monete del Venier. Cosa ne pensate?
    2 punti
  20. Buonasera Raffaele, @Raff82 bella la tua Piastra del 1826 , si difende benissimo, complimenti. Millesimo abbastanza raretto e difficile da trovare in condizioni decenti per via del noto conio basso. Solo per confronto ti posto la mia. Ciao e felice inizio 2021.
    2 punti
  21. Cari tutti, Segnalo che Spink ha recentemente pubblicato due nuovi testi dedicati alla monetazione in oro e argento inglese fra 1649 e 1816. Il testo in argento è una nuova edizione aggiornata del testo di riferimento per questa monetazione , mentre quello dedicato alla produzione aurea è completamente nuovo. Considerando l'importanza dell'autore sono due volumi di grande rilievo. English Gold Coinage 1649-1816 Maurice Bull (spinkbooks.com) English Silver Coinage Since 1649 7th Edition Maurice Bull (spinkbooks.com)
    2 punti
  22. Busso Peus 423,1059 7/11/18 R3 1700 € non ne ho trovati altri, direi che è una variante molto rara. Già il doge è raro di suo.
    2 punti
  23. primo post per me del 2021 con una monetina panamense da 1 centesimo, peccato per quella macchia vicino al numero 8 Buon Anno nuovo a tutti ed alle vostre famiglie !!!!
    2 punti
  24. Bellissimo!!! ci vogliono gli occhiali più potenti... è rileggere "sempre" quello che scrivo, Buon Anno.
    2 punti
  25. Buongiorno a tutti... per finire l'anno in bellezza, finalmente è arrivata anche questa monetina tanto tanto desiderata...era da tempo che la cercavo e poi finalmente, come sapranno in diversi, di recente è passata in vendita e qui nel forum se ne è anche scritto ( ne ho scritto pure io, facendo un pò lo gnorriperdonatemi! ) Il 3 il 4 il 6 cavalli del 1804 li avevo già e finalmente il poker del 1804 è servito....non ho le varianti con i due punti : e quelle con FERDIN (e credo queste ultime non le avrò mai e poi vabbè quelle con le sigle LD restano dei sogni), ma direi che per il momento posso accontentarmi...la condivido con piacere e ne approfitto per augurare a tutti di passare un piacevole e sereno ultimo dell'anno. Un caro saluto Cristiano.
    1 punto
  26. Non so se mettermi a ridere o a piangere ........
    1 punto
  27. Ecco l’indice Del libro, chiedo scusa in anticipo per la qualità della foto.
    1 punto
  28. aggiungerei come sia anche importante secondo il mio punto di vista utilizzare un sistema di valutazione che dia informazioni anche sulla qualità del conio (nuovo/usurato/ ecc). T i faccio l'esempio della lira del 1913 che hai pubblicato tempo fa.. tecnicamente la tua aveva un'alta conservazione.. non ricordo se spl/fdc o qfdc.. di conseguenza un perito che la stima così non sbaglia niente.. il problema nasce quando quella moneta con quella perizia va sul mercato... che ne sa un'acquirente alle prime armi che quel conio ne ha prodotte in passato esemplari molto più belli?.. proprio perché più nuovo... questa informazione potrebbe quanto meno orientare l'acquirente sulla cifra da spendere... Altro esempio.. ultimamente stavo analizzando 2 esemplari identici.. uno periziato fdc... l'altro dichiarato spl/fdc o qfdc... a me sembra piacere più quello in conservazione più bassa rispetto a quello dichiarato fdc... motivo? dalle foto sembra che la qualità di conio sia migliore sulla moneta in conservazione più bassa.
    1 punto
  29. Non sono convinto, ma sembrerebbe un tollero 1703-1704, gli unici con un busto paludato, ti ricordi che asta era?... che dite? Grazie mille Fofo per il preziosissimo apporto, noi abbiamo solo riconosciuto dei particolari osservando una foto, tu sei un pozzo di conoscienza.
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  30. Ma guarda, personalmente, per quel che posso e quando capita, do il massimo aiuto, ma credo che sia può probabile che diventi un collezionista chi chiede quanto vale il suo gruzzoletto di monete mondiali che non chi chiede, giusto perchè ha letto qualcosa sui social, quanto vale un 5 lire del '55.
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  31. Allora, dai miei calcoli, partendo da una pezza con peso 25g e diametro 43mm, tosandola sino ad un diametro di 38mm si ha una perdita in peso di 5.47g quindi una moneta approssimativamente di 19g, non è troppo lontana dalla realtà come ipotesi... Visto che sembrate interessati aggiungo un altro paio di ipotesi campate in aria, molte delle battiture "a freddo" erano delle damnatio memoriae... non mi sembra scorresse ottimo sangue tra Cosimo III e Vittorio Amedeo, mi sbaglio? e poi..il titolo del tre lire è Ag 917 ?...quello delle pezze? @fofo puoi aiutarci? Qualcun altro che potrebbe essere interessato potrebbe essere @piergi00
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  32. Per commemorare il millenario della fondazione di Roma, caduto sotto Filippo l’Arabo, è stata emessa sia la serie con SAECULARES AVGG, sia quella con MILIARIVM SAECVLUM; entrambe con il cippo inscritto al rovescio. Come dicevo, sono state emesse in tutti i metalli e nominali; nel tuo caso, visto il peso, abbiamo un asse, per cui asse della serie MILIARIVM SAECVLUM, RIC 157b, Cohen 96. L’asse della serie SAECULARES AVGG è, invece, RIC 162b, Cohen 196 (per cui C96 indicato dalla casa d'aste non è corretto per il lotto 354, ma è giusto per il lotto 355).
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  33. Semplicemente: la medaglia non può essere del 1901 poiché chi la ha firmata è nato in quell'anno. Per cui è palese che nel celebrare il nuovo edificio, commemora i fatti nel cinquantenario. Rettifico la scheda. Buon anno
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  34. Salve, bisognerebbe sapere il diametro di tali monete dei Savoia, per esperienza dico che il peso non va bene, quella dei Savoia 18 gr le pezze della rosa sono 25 gr le mezze pezze 12,7 gr..trovo molto difficile che riescano su un tondello a tenere stemma del diritto e data avendo 18 gr ma sembra proprio che da un lato del rovescio vi sia parte della corona aperta del 1684 e da una parte sotto la data 1684..se sapete il diametro ci togliamo il dubbio. Le pezze della rosa di Cosimo III del 1684 furono coniate anche negli anni successivi in larga quantitá dopo il bando..fu cambiato il peso e il valore di poco, è quindi una tra le date se non la data più coniata anche negli anni seguenti sempre riportando la solita data impressa con leggere modifiche sia di conio al rovescio che al diritto. L'allegato mio esemplare del 1684 non riporta i gigli sulla palla alta concessi dal Re di Francia a Firenze. La pezza della rosa ebbe largo consenso e larga diffusione per il mare portando con se il messaggio del Granduca e della città di Livorno da loro creata. Saluti Fofo
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  35. https://www.ma-shops.com/jacquier/search.php?searchstr=hoover&submitBtn=Trova&lang=it&PHPSESSID=
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  36. Buonasera a tutti, @Asclepia hai tutta la mia ammirazione, complimenti per il 9 cavalli 1804 e per averlo portato a casa. ? Appena mi ricaricano avrai il mio like. ? Auguri di buon Anno a tutti. Saluti Alberto
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  37. Ti faccio i complimenti per l'ottima iniziativa e, anche se vengo pochissimo sul forum, sono contento che teniate viva la Medaglia Papale.
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  38. come sarà tra 900 anni non mi interessa molto
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  39. Buon Anno... sperando sia "migliore" del 2920 .
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  40. Secondo me più che la raccolta di monete e banconote in sè, sono interessanti i volumi di storia e di guida numismatica, da ragazzino furono quei volumi curati da Mario Traina ad inocularmi la passione monetosa, adesso comunque si possono trovare in rete a prezzi più vantaggiosi di quelli richiesti per completare la raccolta in edicola...
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  41. Prova a chiamare lunedì p.v. A me hanno detto che questanno sono chiusi solo nei giorni festivi...
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  42. Credo anche io la stessa cosa.. Chissà..
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  43. L'11 novembre la Banca Nazionale Croata ha presentato il Piano nazionale per sostituire la kuna croata con l'euro [*]. Nel piano si legge che il periodo di transizione con la doppia circolazione del vecchio contante kuna con quello in euro sarà di 2 settimane, poi ci saranno 6 mesi per cambiare gratuitamente il contante alla posta, o nelle banche private ma a pagamento. Dopo 12 mesi le banche private non cambieranno più e lo farà gratuitamente solo la Banca Nazionale Croata. Già da tempo la Banca Nazionale Croata ha aperto sul suo sito anche una sezione speciale informativa per l'euro: https://euro.hnb. [*] https://euro.hnb.hr/documents/2070751/2600163/hn13112020_prezentacija.pdf/3d1a35c6-31f5-62d0-6922-167004dfba8c?t=1605269883861
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  44. L'iconografia di Gesù Bambino con le braccia aperte sopra la culla di paglia, nelle medaglie devozionali e nota già nel XVIII sec., e veniva generalmente diffusa durante il periodo natalizio, anche questa presumo sia stata fatta per tale periodo ( nella prima metà del XX sec.), interessante l'abbinamento del R/ con l'Angelo custode che protegge e accompagna il fanciullo. Ciao Borgho
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  45. Dal 10 corrente mese le valute di Bulgaria e Croazia sono state ammesse all'ERM II. https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2020/07/10/communiques-by-the-erm-ii-parties-on-bulgaria-and-croatia/ La Bulgaria manterrà l'attuale sistema di cambio fisso con l'euro e lo farà con lo stesso di prima, ovvero 1.95583 lev = 1 euro, mentre la parità centrale della kuna croata rispetto all'euro (il cambio su cui sarà calcolato il mantenimento della fluttuazione del ± 15%) è stata stabilita in 1 euro = 7.53450 kuna.
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  46. Ripensando a questa ipotesi di Agricola mi è venuto in mente un passo di Livio su un'usanza etrusca di fissare un chiodo molto sui templi: Ab urbe condita (VII, 3, 7) “Cincio, accurato ricercatore di queste tradizioni storiche, ricorda come anche a Volsinii nel tempio della dea etrusca Nortia si vedano infissi dei chiodi che servivano a tenere il computo degli anni. Su questo se ne era parlato in post n #105 Ed anche Legio o @Agricola non mi ricordo chi dei due , ha scritto proprio su questo ma non riesco a ritrovare la discussione esatta. Quindi riporto un articolo su questo argomento: Northia era la dea che fissava il tempo e probabilmente anche il destino, nella città di Velzna le era dedicato un tempio dove ogni anno veniva ritualmente piantato un chiodo. Il pantheon etrusco era popolato da molte divinità tra cui Northia, nominata da alcuni autori latini e il cui nome compare in talune epigrafi. L’accezione Northia è la trasposizione latina di un nome etrusco originario, forse derivante dalla radice *nurti. Tuttavia è certo che fosse una dea prettamente etrusca, poichè non aveva un esatto corrispondente in nessuna divinità né greca né romana. In un passo della sua opera “Ab urbe condita” (VII, 3, 7) lo storico romano Tito Livio scrisse che “Cincio, accurato ricercatore di queste tradizioni storiche, ricorda come anche a Volsinii nel tempio della dea etrusca Nortia si vedano infissi dei chiodi che servivano a tenere il computo degli anni”. Si tratta di Lucius Cincius Alimentus pretore nel 210 a.C., annalista e autore di studi antiquari, il quale scrisse in greco una storia di Roma dalle origini fino alla sua epoca, opera a noi pervenuta solo in scarsi frammenti, ma integra e molto conosciuta al tempo di Livio, dalla quale egli attinse varie notizie. Livio stesso attesta che in tempi molto antichi il rito del clavum pangere (“infissione del chiodo”) era officiato sul Capitolium (Campidoglio) nel tempio dedicato alla Triade Capitolina, dove al sommo dio Giove Ottimo Massimo erano associate Giunone e Minerva. Un’antica legge aveva stabilito che ogni anno alle idi di Settembre (il giorno 13) nella parete destra della cella riservata a Minerva fosse piantato un chiodo, rito officiato dal praetor maximus (pretore massimo), più tardi dai dictatores (dittatori). A causa di una epidemia che infestava Roma il rito fu rivivificato nel III a.C., poiché considerato particolarmente efficace nel vincere ed allontanare la malattia, e per l’occasione il Senato nominò Lucius Manlius Imperiosus “dictator clavi figendi causa” (“dittatore addetto all’infissione del chiodo”). Livio riportò anche il significato che la tradizione religiosa attribuiva al rito: “….in tempi a cui a pochi era nota la scrittura, era un modo per tenere il conto degli anni”, cioè fissare in modo stabile il volgere del tempo. L’infissione del clavum avveniva nella cella riservata a Minerva “…perché la dea sarebbe l’inventrice dei numeri”. Altre testimonianze al riguardo si trovano in un “Carmen” di Quintus Horatius Flaccus (Libro I, 35, 17), e nella satira 10 di Decimus Iunius Iuvenalis. Nel passo di Orazio Northia è assimilata alla dea romana Fortuna, che presiedeva alla buona e alla cattiva sorte, venerata in un santuario di Antium (Anzio) nel quale veniva officiato anche il rito dell’infissione del chiodo. Sua paredra era la Necessitas (l’Anànke greca), allegoria del concetto di “inevitabilità” riferito al destino, tanto che proprio lei, come scrisse il poeta, “sempre inflessibile” con la “bronzea mano” portava “chiodi travàli e cunei (…) insieme a piombo fuso e al duro arpione”. Queste notizie aiutano a comprendere il significato religioso originario di Northia ed il tipo di culto ad essa riservato, poi trapiantato a Roma assimilandola sia a Fortuna, divinità della sorte, sia a Minerva nella sua accezione di “dea addetta al computo” (in quanto inventrice dei numeri). Penso sia lecito dedurne che la Northia etrusca fosse la personificazione di vari concetti e riassumesse in sé diversi aspetti complementari. Forse ad una più antica funzione apotropaica magico-religiosa di allontanamento del male e dei malefici, cui di rimando poteva essere associata anche la funzione di dea garante del benessere e della fertilità, furono poi unite l’azione di “fissazione del destino”, nonché quella di stabilire e computare il tempo, anche per la stretta correlazione tra il concetto di destino e quello di volgere del tempo. Similmente il significato originario del rito annuale dell’infissione del chiodo nel suo tempio a Volsinii (Velzna in etrusco), quale atto di allontanamento del male e dei malanni, potrebbe essersi ampliato fino a comprendere il senso di fissazione del destino e del computo generale del tempo. Tuttavia non è neppure impossibile che già in origine Northia riunisse in sé tutte queste prerogative. Singolare è il fatto che su uno specchio etrusco di bronzo la Moira greca Atropos, chiamata Atharpa in lingua etrusca, sia raffigurata con le ali spiegate e in procinto di piantare un chiodo con un grosso martello nella testa di Meliacr (Meleagro). Si tratta della evidente assimilazione di una delle funzioni di Northia, la capacità di fissare il destino piantando un chiodo rituale, alla medesima funzione di una delle Moire greche che decideva il destino finale dell’individuo, cioè la morte, ma con una sostituzione del filo vitale reciso da Atropos con l’elemento tipicamente etrusco del chiodo. Il significato magico-religioso in senso apotropaico del “piantare un chiodo”, trova confronti anche in osservazioni compiute dagli antropologi culturali in alcuni gruppi umani extraeuropei. Per esempio in Africa centrale alcune tribù celebrano riti durante i quali viene piantato un chiodo su feticci di legno a forma umana, per invocare e ottenere la protezione dallo spirito divino raffigurato attraverso la scultura. In ambito europeo, in antichi e moderni manuali di magia nera sono descritti riti noti con il nome di “fatture”, nei quali il chiodo è utilizzato come simbolico agente di maleficio per colpire e annientare un avversario. Credo che un confronto ancora più stringente e pertinente sia quello con antichi riti romani di maleficio, attestati dalle c.d. “Tabellae defixionum”. Si tratta di tavolette di piombo contenenti maledizioni rivolte ad avversari e invocazioni a dèmoni capaci di nuocere, che venivano poi arrotolate, fermate con l’infissione di un chiodo e poste di nascosto in luoghi sinistri, come ad esempio le tombe. Molto dibattuta è invece la questione della identificazione di Volsinii, città nella quale si trovava il tempio di Northia, con Orvieto o con Bolsena. Già nel XVII secolo l’abate Andrea Adami (1663-1742) nell’opera “Storia di Volseno antica metropoli della Toscana descritta in quattro libri” (1734-1737) identificò Volsinii con Bolsena, e il tempio di Northia con le rovine presso le terme romane poste a ridosso della piccola chiesa del SS. Crocifisso. Nel XIX secolo gli studiosi si divisero tra fautori dell’identificazione di Volsinii con Orvieto, (ad es. Gian Francesco Gamurrini), e fautori della identificazione con Bolsena (Luigi Canina), da cui derivava la diversa localizzazione nell’una o nell’altra città del tempio di Northia. Nel 1904 a Bolsena in località Pozzarello durante scavi archeologici condotti da Ettore Gabrici furono rinvenuti i resti di un santuario costituito da un tèmenos (recinto), una edicola, un’ara ed un pozzo sacrale dal quale vennero alla luce alcune offerte votive databili al III-II secolo a.C. Alcune statuette femminili furono considerate la rappresentazione di Northia, perciò, anche per la presenza di altri reperti significativi, fu proposto di identificare questi resti murari con il santuario della dea. Tuttavia fin verso la metà del XX secolo è prevalsa la tesi dell’identificazione di Volsinii con Orvieto, mentre nei decenni successivi grazie agli scavi condotti a Bolsena da archeologi francesi tornò in auge la tesi di Volsinii-Bolsena. Nel 1927 l’archeologa Lucia Morpurgo in un articolo che prendeva in esame un’ascia-martello rinvenuta a Bolsena, ipotizzò la presenza in questa città del culto alla triade divina etrusca Northia, Voltumna e Vertumnus. A Bolsena è documentato un cippo in basalto, di cui però si ignora l’esatto luogo di rinvenimento, che reca inscritto il nome di un certo Avle Nurtines, il cui gentilizio Nurtines deriva dal teonimo della dea Northia, a dimostrazione della presenza nella città del tempio a lei dedicato. Inoltre sempre a Bolsena sono attestate iscrizioni latine con dedica a Northia, le quali dimostrano la continuità del suo culto in età romana. Per contro i sostenitori della tesi di Volsinii-Orvieto fanno notare, tra l’altro, che mai nelle fonti romane menzionanti Volsinii si fa accenno al Lacus Volsiniensis (detto anche Tarquiniensis), cioè all’attuale lago di Bolsena, proprio perché Volsinii va identificata con Orvieto, e dunque qui sarebbe esistito il tempio di Northia. Anche se attualmente i dati archeologici sembrano avallare maggiormente l’ipotesi della localizzazione del tempio della dea a Bolsena, la definitiva soluzione della vexata quaestio è rimandata ad un futuro si spera foriero di scoperte archeologiche in grado di fugare ogni residuo dubbio. http://www.lacitta.eu/storia/32525-northia-la-dea-etrusca-con-il-chiodo-fisso.html PS: allego foto di offerte votive in lamina aurea provenienti da Bolsena loc.Pozzarello.
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