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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/20/20 in tutte le aree
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Ciao a tutti, i coronati, insieme agli armellini, sono le monete napoletane che più mi affascinano. Alfonso II, succeduto al padre Ferdinando, trovò le casse vuote e, contemporaneamente, avverti la necessità di reperire velocemente risorse finanziare per affrontare Carlo VIII, re di Francia, che portò in Italia la guerra moderna. Per cui, come da documento, risulta che il nuovo sovrano scrisse al Mastro di Zecca Tramontano le seguenti parole:"Ioan Carlo:noi havemo deliberato che in queste nostre cecche de napoli ed de L'Aquila de qua a ante se battano le soptoscritte monete... ; et che voi como ad mastro de dicte cecche possate fare la prima lettera del nome et cognome vostro come e stato facto in le monete de la felice memoria del serenissimo S. Re nostro padre calendissimo... ". La moneta alfonsiniana riprende due coronati di Ferdinando I, al diritto San Michele Arcangelo, al rovescio la scena del l'incoronazione.7 punti
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Ciao @magicoin come ha scritto giustamente @Rocco68 è probabile sia solo uno spostamento della data e legenda verso destra, però sarebbe utile una foto intera della moneta. Posto anch'io per confronto le foto della mia Piastra 1844. Ciao Beppe6 punti
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Buongiorno a tutti, @magicoin posto la mia 1844 per un confronto. Buona domenica a tutti. Un saluto Raffaele.6 punti
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Buongiorno Amici, anche io posto la mia Piastra del 1844 per confrontare il taglio del collo e la distanza dalla data. @magicoin Saluti e buona domenica.5 punti
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Buonasera. Dato che ci sono pochissime informazioni sulla monetazione di Aureolo scritte in italiano (mi risulta che l'unico scritto sia quello di Gianfranco Pittini), ho deciso di tradurre (alla bell'e meglio, siate comprensivi) parte di questa fondamentale ricerca di Jean-Marc Doyen, nella speranza che possa, in futuro, aiutare qualcuno che, come me, si trova in difficoltà a leggere direttamente dal francese. So anche che Aureolo non è un personaggio tanto approfondito o amato, ma ho tradotto il documento, in primis, per un mio personale interesse; dunque se fosse utile anche ad uno solo di voi per me sarebbe già oltre ciò che avevo pensato. Spezzerò la traduzione in serie, trovandomi per ora alla seconda, mi prendo un po' di "vantaggio" e posto la prima. Vi invito a segnalarmi eventuali errori e di aspettare con pazienza le altre serie che posterò sempre qui sotto ? Libera traduzione di parte dell’opera di Jean-Marc Doyen: “L’Atelier de Milan” a opera mia. FONTE: https://www.academia.edu/35545885/Latelier_de_Milan_258_268_Recherches_sur_la_chronologie_et_la_politique_monétaire_des_empereurs_Valérien_et_Gallien_253_268_thèse_de_doctorat_en_Archéologie_et_Histoire_de_lArt_Université_catholique_de_Louvain_1989_Volume_2B Rivolta di Aureolo: Emissioni a nome di Postumo SERIE 1. Della primissima emissione monetaria ordinata da Aureolo nel nome di Postumo rimane solo un tipo attestato da due copie. Uno di questi pezzi, noto esclusivamente da un disegno di Dardel riprodotto ne l’Atlas di J. de WITTE, e riportato da H. COHEN, purtroppo, trascurato da WEBB durante la scrittura del RIC e, cosa ancora più grave, trascurato da G. ELMER nel suo studio fondamentale sulla monetazione degli imperatori gallici. Il nostro studio delle serie si concentrerà, quindi, su un unico aspetto, notevole per molti versi perché va, in modo particolare, a fare luce sull’inizio del "regno" di Aureolo, dando rilievo alla sua monetazione. 1. Il Dritto Il dritto in sé non presenta nulla di particolare: ci mostra un ritratto con la scritta “IMP POSTVMVS AVG”, è uguale, insomma, a quello dell'imperatore gallico. Si tratta di un'effigie di Gallieno, vagamente ridefinito, con l'aggiunta di una barba arrotondata. La realizzazione della parte anteriore dei capelli è un’unicità della monetazione di Postumo a Milano: danno l'impressione di tre grandi “serrature?” parallele. Questa forma di acconciatura è quella di Gallieno durante la serie precedente, e l’incisore che ha realizzato questa prima immagine di Postume è, con tutta probabilità, il nostro incisore “G”: Il tipo di busto, corazzato e drappeggiato, visto frontalmente, girato di tre quarti, non si incontra più a Milano dal 263 (quinta serie di Gallieno); tuttavia, questo è l'unico modello utilizzato fino ad allora per gli Antoniniani di Postumo, da cui l’incisore “G” doveva essere stato ispirato. La punzonatura delle legende è identica a quella della serie precedenti di Gallieno, ma indubbiamente differiscono da quelle più tardive: 2. Il Rovescio L'immagine di Ercole che tiene nella mano destra una mazza, e nella sinistra il leonte e tre mele raccolte nel giardino delle Esperidi, è del tutto nuova a Milano. Questo rovescio è unico nell’iconografia di Postumo, ma c’è da dire, invece, che non mancano altre rappresentazioni del dio su moneta. Lo stile di questo tipo è particolarmente notevole: deriva direttamente dalle immagini del Bonvs Eventvs, la qualità dell'incisione e la cura dei dettagli (muscolatura, tratti del viso del dio, realismo del leonte) sembrano indicare che il conio fosse originariamente destinato alla coniazione dell'oro. D'altra parte, la punzonatura della legenda “VIRTVS AVG” viene o da “E” o da “G”, e non ha alcuna relazione, stilisticamente parlando, con le emissioni di Postumo, mentre, invece, non stonerebbe assolutamente con le emissioni milanesi di Gallieno. In realtà, il significato del rovescio è il vero elemento importante di questa moneta, dal momento che glorifica la Virtus di Postumo Augusto. Tuttavia, fin dall’inizio dell'assedio di Milano, nel 268, l'usurpatore gallico non sarà mai più menzionato nella monetazione (se non dalla sua effigie al dritto). Tutti i rovesci, dalla seconda serie alla quarta, senza eccezioni, non evocano più le qualità del nuovo Principe, come ci si potrebbe legittimamente aspettare in un programma di questo tipo, ma, piuttosto, la cavalleria appostata in città, sotto il controllo di Aureolo. Sull'autenticità dell'esemplare nella collezione di Roth, conservata a Stoccarda, non ci sono dubbi. R. ZIEGLER, che ci ha gentilmente inviato diversi calchi di questo pezzo, è chiaro su questo punto. Del resto, gran parte del rovescio è corroso, e, un esame sulle condizioni della superficie ha mostrato che non può nemmeno essere un'antica falsificazione, ad esempio mescolando due tipi presi da monete di regni diversi; la moneta è indiscutibilmente coniata. D'altra parte il tondello, anche se non è stato analizzato, sembra essere, a primo impatto, di una lega di qualità migliore rispetto al resto della produzione di quel tempo. Quindi il primo atto nel riconoscere la sovranità di Postumo sulla penisola settentrionale era l'emissione di rarissimi antoniniani di biglione (di un peso elevato e, senza dubbio, di una qualità meno mediocre del solito) e, con ogni probabilità, aurei radiati, prodotti dagli stessi conii (il modulo inverso, 21.5 mm, sembra escludere laureati il cui diametro ruota di solito intorno ai 18-18 mm). Un programma iconografico particolare atto a celebrare le virtù imperiali del nuovo Principe: Il resto della serie è ovviamente perso, ma è poco probabile che questa prima emissione abbia avuto una battuta d’arresto. Altri potrebbero apparire un giorno: non dimentichiamo che la nostra documentazione relativa al "regno" di Aureolo è molto limitata: nessun grande ritrovamento italiano è noto, e più di un terzo dei mille esemplari attualmente identificati provengono da due recenti reperti britannici (Cunetio: 221 ex .; Normanby: 150 ex.). Queste monete, ci ha confermato E. ARSLAN, sono molto frequenti nei livelli archeologici dell’antica città di Milano (Mediolanum). Possiamo quindi sperare che una scoperta importante, un giorno, potrà arricchire questa documentazione. Riteniamo, quindi, che la primissima emissione monetaria, coniata nella pianura padana in nome di Postumo, doveva avere un certo numero di tipi (forse tre, poiché il numero delle officine sembra essere mantenuto e ogni unità emetteva un tipo separato) che celebra le qualità del nuovo comandante del nord Italia. Un donativo è stato senza dubbio distribuito in questa occasione, per mantenere la lealtà delle truppe. Questo tema della FIDES si svilupperà, poi, nella seconda serie. Riguardo alla datazione, è difficile ammettere un'interruzione molto lunga tra la fine improvvisa delle emissioni in nome di Gallieno e la prima serie ordinata da Aureolo. Questa prima emissione è stata coniata, con ogni probabilità, durante l'inverno del 266/267, e l'incisore di Gallieno ha realizzato solo l'unica coppia di conii attualmente a noi nota; sarà poi “eliminato” a favore di una nuova squadra di quattro incisori appena formati. Quando il vecchio maestro incise la “VIRTVS AVG”, aveva ancora la mano abituata a produrre “BON EVEN AVG”, un tipo che appare, come abbiamo visto, nella fase più recente della quattordicesima serie di Gallieno. Una rottura, certamente logica, tra le coniazioni del legittimo imperatore e la coniazione dei ribelli, che difficilmente può interessare più di qualche settimana, di certo non mesi. Inoltre, non può essere collocato tra le serie quattordicesima di Gallieno e la prima di Postumo, ma è compresa tra la prima e la seconda, al momento del “cambio di squadra di incisori”, attestato da un certo numero di caratteristiche tecniche su cui torneremo in seguito. Comunque sia, la seconda serie prende il via in fretta: il nome di Postumo è impreciso su qualche conio e il suo ritratto sembra essere sconosciuto agli incisori: le prime effigi realistiche appariranno solo nella fase successiva.3 punti
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Salve, circa la classificazione concordo con @Agrippina (anche se sarebbe stato utile farci conoscere il diametro e il peso della moneta). Aggiungo che questo bronzetto ha una particolarità che forse conosci, ma "repetita iuvant" per cui te ne parlo comunque (magari poi leggerà questo intervento anche chi non ne ha mai sentito parlare). In poche parole, la tua moneta ha una forma che lo rende diverso dalla generalità delle altre romane in quanto, come si vede bene, non è tonda, ma pressoché quadrangolare. E' infatti una moneta che si dice "di barra". Per sapere cosa sia una moneta "di barra" non mi prolungo nella discussione, se non per aggiungere che probabilmente si tratta di monete battute da zecche imperiali itineranti (sostanzialmente non differiscono nel valore da quelle tradizionalmente "tonde", casomai vi subentrano ragioni di gusti personali). Per sapere di più su questa tipologia di monete e più generalmente sulle tecniche di coniazione, credo sia molto utile e interessante cliccare su questo link. A metà pagina circa leggerai anche delle monete come la tua e delle ragioni che l'hanno resa "quadrangolare". C'è poi un'altra pagina (che non riguarda la tua moneta) in cui si parla di "doppia battitura" e "ribattitura", cioè di monete sulle cui facce appare più o meno chiaramente un altro conio. Anche questa pagina credo sia utile da leggere, visto che molto spesso i due termini vengono confusi anche da chi è già più o meno esperto. http://manuali.lamoneta.it/CONIO.htm#tondello HIRPINI3 punti
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Cercando un po' sul forum ho visto che non ci sono discussioni che approfondiscono molto la monetazione irlandese. Quindi ho deciso di aprire questa discussione per poterne discutere. Vi allego le mie ricerche sul primo periodo 1928-1969. Spero sia di vostro interesse. Sentitevi liberi, come sempre, di aggiungere del vostro alla discussione. 1928-1969 Nel 1926 il governo dello Stato Libero d’Irlanda formò un comitato (il cui presidente era il poeta e senatore William Butler Yeats) per progettare il primo conio irlandese. Le decisioni iniziali furono quelle di scegliere l’arpa irlandese come simbolo nazionale sulla moneta e di utilizzare la lingua irlandese per tutte le scritte. Vennero scartate sia le raffigurazioni di personaggi politici del tempo, a causa degli scontri e delle tensioni del tempo, sia temi religiosi e culturali. Si scelse, infine, di concentrarsi sugli animali, simbolo dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca, cioè la base dell’economia irlandese. Si scelse di rappresentare l’arpa sul dritto e gli animali sul rovescio. Successivamente fu deciso dal Ministro delle Finanze che il valore delle monete dovesse essere rappresentato sia in numeri che in lettere. Il comitato organizzò un concorso (con un premio per il vincitore) a cui parteciparono tre artisti irlandesi (Jerome Connor, Albert Power e Oliver Sheppard), e altri artisti, quali Paul Manship (americano), Percy Metcalfe (inglese), Carl Milles (svedese) e Publio Morbiducci (italiano). Vinsero i progetti presentati da Percy Metcalfe e, dopo alcune modifiche, la monetazione entrò in produzione nel 1928 alla Royal Mint di Londra. Furono coniate inizialmente 8 monete, conosciute anche come la collezione del cortile (Barnyard Collection). Dritto Dal 1928 al 1937 il dritto ha raffigurato un’arpa irlandese a 16 corde (per il design si è tenuto come riferimento l’arpa di Brian Boru del Trinity College di Dublino). L’arpa è circondata dalla scritta Saorstát Éireann, che vuol dire “Stato Libero d’Irlanda” in irlandese. La data è divisa su entrambi i lati dello strumento. Nel 1938 fu promulgata una nuova costituzione (la Bunreacht na hEireann) con la quale si cambiò il nome dello stato in Eire (Irlanda). Il cambio del nome ufficiale del Paese portò quindi al cambio del dritto delle monete (introdotto l’anno dopo). La leggenda è stata modificata in Eire e la data è stata spostata sul lato destro dell’arpa. Rovescio Sul rovescio delle monete, come detto, sono raffigurati degli animali. E’ presente anche la firma dell’autore (la sigla PM in piccolo). Farthing (Feoirling, quarto di penny) - beccaccia in volo. Numerale: ¼d. La beccaccia era un importante uccello selvatico e, per i braccianti agricoli più poveri, anche un’aggiunta occasionale alla tavola. Mezzo penny (Leathphingin) - scrofa con maialini. Il maiale era un animale molto importante per la vita rurale irlandese. La maggior parte delle famiglie ne possedeva almeno uno, nutrito con i rifiuti della cucina e altri scarti vegetali e animali. Numerale: ½d. Penny (Pingin) - gallina con pulcini. Numerale: 1d. Tre pence (Leath reul) - lepre. Numerale: 3d. Sei pence (Reul) - cane lupo irlandese. Numerale: 6d. Scellino (Scilling, dodici pence) - toro. Numerale: 1s. La mucca e l’allevamento del bestiame erano molto importanti per l’agricoltura irlandese. Fiorino (Flóirín, due scellini) - salmone. Numerale: 2s. Il salmone rappresenta sia la pesca in mare che quella in acqua dolce, fondamentale per l’economia irlandese. Mezza corona (Leath choróin, due scellini e sei pence) - cavallo. Numerale: 2s 6d. Metalli Il farthing, il mezzo penny e il penny furono coniati in bronzo allo stesso modo delle attuali monete inglesi che erano in circolazione in Irlanda all'epoca. Il tre pence e il sei pence furono coniati in nichel. Nel 1942 il tre pence e il sei pence furono cambiati in cupronichel. Lo scellino, il fiorino e la mezza corona furono coniati in argento .750 legato con rame .250. La decisione di svilire le tre denominazioni d'argento irlandesi a cupronichel è dovuta all'atto di conio del 1950. Ciò si realizzò nel 1951 con l'emissione di uno scellino, fiorino e mezza corona in cupronichel in linea con la valuta inglese che era stata similmente svalutata nel 1947.2 punti
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Certo che è facile criticare @Omar75 per il prezzo. Ma chiederei a coloro che criticano di mostrarci il loro Traiano, così potremo fare i confronti... No? Arka Diligite iustitiam2 punti
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Come detto giustamente da @gennydbmoney è un esemplare che appare con cadenza regolare in varie aste, il che mi fa sospettare che venga sempre aggiudicata dalla stessa persona. In altre parole, conferente ed aggiudicatario combacerebbero (ma questa è solo una mia teoria...). Certamente non è qualcosa nato a Napoli, tantomeno durante l'epoca napoleonica. Il bordo, lo stile, il taglio liscio, il segno del tornietto, ecc. sono tutti elementi che propendono per un riconio postumo (come anche testimoniato dallo slab, per una volta...). Che sia fatto a Parigi o in Belgio o che sia stato eseguito nel 1850 anziché nel '70, onestamente credo sia abbastanza secondario, almeno per quel che mi riguarda.2 punti
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Non per nulla invito a vedere la collezione... a me stesso! Mi faccio accomodare, non mi offro nulla perchè con un bicchiere pieno di liquido di vario genere vicino ad un raccoglitore non si sa mai, mi prolungo senza essere uno di quelli che non vede l'ora che finisca l'esposizione sfoglio io stesso le pagine con cura e non attorcigliandole come potrebbe fare un profano con la settimana enigmistica e le guardo tutte senza girare le pagine a sei a sei facendo saltare gli anelli dalle loro sedi per potere finire prima! ps: e non lecco le pagine nell'angolino basso per sfogliare una pagina! (mi è veramente successo una ventina di anni fa)2 punti
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Grazie @demonetis, e un ringraziamneto alla Dottoressa Ana Serrano @AnaWan, responsabile del sito we web di we are numismatics (in Spagna). A mio pare questo volume sarà molto gradito e studiato anche dagli amici spagnoli.....in definitiva il periodo trattato è dei loro Re.2 punti
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Credo che quest’anno pronunciare la frase “Buon Natale” sia inopportuno. La situazione è drammatica e ormai non resta che sperare nei vaccini per superare la più grave crisi sanitaria ed economica dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Anche la numismatica avverte questo grave momento: tutti i convegni ed altre manifestazioni sono state annullate e credo che passerà ancora del tempo prima di poter partecipare ad una manifestazione numismatica in presenza. Non mi resta che augurarvi di trascorrere questi giorni serenamente con i vostri cari, magari leggendo un buon libro di numismatica.2 punti
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Ciao ! Analizzando la foto dire che potrebbe essere un Picciolo di Papa Calisto III (1455-1458) della zecca di Roma con un bue a sinistra sul dritto e la croce patente al rovescio Catalogo: CNI 68; Muntoni 142 punti
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Cari amici del Forum, condivido con voi la gioia della mia prima Civetta, moneta che da tempo speravo di aggiungere alla mia collezione di greche e a cui ho persino dedicato il mio nickname. Spero vi piaccia! Un caro saluto a tutti, vi auguro un 2020 strepitoso e ricco di soddisfazioni numismatiche e non! P.S.: la moneta era anche tra quelle scelte nelle slide "di copertina" dalla casa d'aste.1 punto
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Segnalo l'imminente uscita dell'ultima impresa dell'infaticabile Pietro Magliocca @Rex Neap intitolata: La moneta napoletana dei Re di Spagna nel periodo 1503 - 1680 Il manuale descrive tutte le monete coniate a Napoli durante la dominazione spagnola, ovverossia dal 1503, anno in cui Ferdinando d'Aragona prese possesso del Regno di Napoli, al 1680, anno nel quale Carlo II coniò l'ultima moneta a martello. Come di può osservare da alcune pagine qui postate, l'autore sviscera ogni singola moneta non limitandosi a una sommaria descrizione, ma analizzandola in tutte le sue varianti e, cosa più importante, elencando e raffigurando gli innumerevoli marchi. Questo manuale segue quello già pubblicato dal medesimo autore nel 2018 vertente la monetazione napoletana dal 1674 al 1860. Allego l'indice e alcune immagini del libro. Di seguito il link per procedere all'acquisto del volume: https://nomisma.bidinside.com/it/sitem/8036/pietro-magliocca-la-moneta-napoletana-dei-/1 punto
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Buon pomeriggio, notavo questa differenza tra due piastre dello stesso anno. Qualcuno l'ha già riscontrata in piastre di questo stesso anno o di altre annate? Saluti, magicoin1 punto
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L’espressione “il gallo canta” e’ ormai desueta. Nelle nostre case a “cantare” e’ la sveglia (rigorosamente elettronica) o il telefonino (rigorosamente acceso, anche al mattino presto, oltre che la notte). Personalmente, l’espressione in “il Gallo canta” o “ha cantato” la sento ormai dire solo dagli amici granata ad ogni gol di Belotti. Ma qui il calcio non c’entra…. (e meno male, direbbe mia moglie). Cominciamo quindi ab ovo… La mia passione per la numismatica romana imperiale è piuttosto recente. Prima mi ero dilettato di storia romana, con un particolare interesse per il tardo impero, non avendo tuttavia competenze specifiche (negli studi come nel lavoro mi sono sempre occupato di tutt’altro). Con le letture il campo si è gradualmente ristretto all’età costantiniana. Da lì, il salto alle monete è stato breve. Ma di numismatica non sapevo praticamente nulla. Ho quindi iniziato a leggere, a studiare, a seguire il forum prima come ospite, poi come utente. La partecipazione attiva (unita allo studio ed all’approfondimento) mi ha insegnato (anzi, mi insegna) molto. Per questo devo tanto al nostro forum, una vera miniera di sapere numismatico. Ma non solo: il forum mi è stato di grande compagnia, una sorta di buen retiro nei momenti difficili (e in questo ultimo anno ce ne sono stati molti). Il resto è storia recente. Per quanto riguarda il collezionismo, ho iniziato ad acquistare, per così dire, un po’ a caso sulla base di quello che colpiva la mia attenzione (costi permettendo). Con il tempo (probabilmente anche per aver acquisito più conoscenze specifiche ) ho però sentito la necessità di restringere il campo d’azione ed ecco quindi che è cresciuta la passione per i bronzi del IV secolo, che ben si sposa con il mio interesse storico. Da circa un paio di mesi, dopo un lungo riflettere, ho finalmente deciso di focalizzare la mia collezione sui rovesci FEL TEMP REPARATIO. Qui non voglio entrare nel dettaglio della serie. Ci sono già state in passato discussioni molto complete e curate in cui vengono dette molte più cose di quelle che potrei e saprei dire io (e che troverete in calce, per vostra comodità). Vorrei però sottolineare alcuni punti. Molti considerano queste monete piuttosto noiose e ripetitive. In realtà non è così. Basti solo pensare alla tipologia “Cavaliere disarcionato” o “Falling horseman”: se si provasse a mettere in successione logica tutte le varianti note legate alla posizione del cavaliere si potrebbe creare una vera sequenza, animata da pura azione. Senza contare poi le varanti legate all’aspetto del cavaliere nemico: con la barba, senza barba, con il berretto frigio, coi capelli lisci o dritti o in treccine, con la divisa decorata in un certo modo piuttosto che in un altro… I dettagli del nemico varierebbero addirittura a seconda della popolazione barbarica rappresentata. Senza contare i tratti stilistici tipici delle singole zecche. E tutto ciò già solo per la serie “Cavaliere disarcionato”. Ma ce ne sono altre, nella tipologia FTR…. Per non parlare poi dell’aspetto economico: questi bronzi (pur con tutti i distinguo) costano relativamente poco. Cosa niente affatto trascurabile, soprattutto di questi tempi. Mi piace riportare quanto dice Doug Smith nelle sue pagine sul Forum Ancient Coins: “From the Falling Horseman beginning, a specialty collection could easily grow to include all the FEL TEMP REPARATIO types and, then, all Constantinian era coins. For the money, I consider these common coins to be the best bargain (interest and fun per dollar) available in ancient numismatics”. “Iniziando dalla serie “Cavaliere disarcionato” una collezione peculiare potrebbe essere facilmente incrementata fino a includere tutti i tipi di FTR e, poi, tutte le monete dell’era costantiniana. Per quanto concerne la spesa, io considero queste monete comuni il migliore affare (inteso come rapporto tra passione e divertimento e prezzo) disponibile in numismatica antica”. Parlando di proprio di FTR, pochi giorni fa, a casa Stilicho e’ arrivata lei: E’ la RIC VIII 137, coniata ad Antiochia. Questa moneta mi piace molto, nonostante alcuni evidenti difetti. E’ una bella AE2 di 22,37 mm di diametro per 5.57 grammi di peso; un grande modulo, insomma, molto piacevole già solo a tenerla in mano. E’ una delle prime emesse da Costanzo Gallo, che fu Cesare dal 351 al 354. Quelle emesse verso la fine del suo incarico (che coincide di fatto con la sua morte) sono già AE3, quindi sotto i 21 mm. E con il tempo il diametro delle FTR in generale (e di conseguenza il peso) scenderà ancora fino ad arrivare al limite tra le AE3 e le AE4. E’ una cosa che trovo interessante. Del busto di Costanzo Gallo apprezzo la capigliatura folta pettinata all’indietro (forse perché di capelli io ne ho molti meno) e i dettagli della veste corazzata, di cui si colgono benissimo le pieghe del drappeggio, gli pteruges e la grossa spilla sulla spalla destra. Mi piace molto anche la posizione del busto, di tre quarti, che trovo dia una maggior eleganza ed autorevolezza alla sua figura. Ma il vero capolavoro e’ il rovescio. Si vede un cavaliere barbaro proprio nell’istante in cui viene colpito dalla lancia di un soldato romano bardato di tutto punto e rappresentato proprio nel gesto di gettarsi sul nemico. Trafitto a morte, il barbaro perde lo scudo (che rotola a terra) e si accascia in avanti cercando, nei suoi ultimi istanti di vita, di tenersi abbracciato al collo del suo cavallo (che cade sulle zampe anteriori); ma alla fine, nonostante i suoi ultimi sforzi, viene disarcionato. E’ impressionante la cura dei dettagli. Si possono infatti apprezzare bene i particolari del cavaliere nemico: la barba, la capigliatura con le trecce, la tunica stretta in vita e i pantaloni , entrambi drappeggiati e decorati. Qualcuno sostiene che la precisione nella rappresentazione del cavaliere barbaro sia tale da consentire addirittura l’identificazione della popolazione a cui appartiene. Anche il soldato romano non e’ da meno: l’armatura e gli strumenti di difesa e di offesa curati nei dettagli, il fisico forte e muscoloso. Da notare, infine, le dimensioni della sua figura: sono nettamente maggiori rispetto a quelle del nemico, ad indicare la superiorità dei Romani rispetto ai barbari. Questa moneta e’ stata coniata ad Antiochia e ciò non e’ casuale: la città fu la residenza ufficiale di Costanzo Gallo come cesare. Era una delle città più importanti dell’impero romano e il suo rango e’ confermato anche dalla presenza di una grande zecca dotata di ben 15 officine. In queste lavoravano maestranze molto qualificate, come confermato dal livello stilistico delle monete, in particolare le FTR di largo modulo. Ecco perché il Gallo canta in casa Stilicho. E voi, avete qualche FTR a largo modulo con "Cavaliere disarcionato" da condividere? Ora non mi resta che finire augurando a tutti voi (e a me) una prossima FEL TEMP REPARATIO. In tutti i sensi! Ciao da Stilicho1 punto
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Teseo, figlio del re di Atene Egeo, è probabilmente il più grande degli eroi del mito dei Greci, secondo soltanto ad Eracle : protagonista di innumerevoli imprese eroiche, quando gli viene usurpato il trono di Atene, si ritira in esilio nell'isola di Sciro, dove è ucciso a tradimento dal re Licomede . Figlio del Milziade vincitore a Maratona, Cimone nasce nel Chersoneso tracico nel 510 a.C. : spostatosi con il padre in Atene, Cimone vi trova un importante alleato in Aristide, che ne avvia e favorisce la carriera politica . Cimone, combattente a Salamina ( 480 a.C. ) , dopo le guerre persiane, collabora con Aristide al periodo 'imperiale' di Atene, con la costituzione della lega di Delo : considerato in politica filo-spartano al punto di ricevere da Atene l'ostracismo, per Atene è comunque condottiero nelle campagne di conquista di Eione ( 476 a.C. ) e dell'isola di Sciro ( 475 a.C. ) . L'esistenza, ricordata da alcune fonti, di un oracolo delfico che imponeva agli Ateniesi di riportare in patria le spoglie di Teseo, avrebbe indotto Cimone, durante la campagna contro i pirati nell'isola di Sciro, a seguire il volo di una aquila verso una piccola collina, dove avrebbe scoperto una antica tomba a tholos con un corpo di statura quasi sovrumana con corredo di armi in bronzo : sarà identificato come il sepolcro di Teseo . Cimone rientrerà ad Atene vittorioso e con le spoglie dell'eroe Teseo che, onorato come fondatore dello stato di Atene, vi saranno collocate in un nuovo tempio a lui dedicato . In Atene il tempio poi identificato come dedicato ad Efesto, probabilmente il meglio conservato tra quanti pervenutici, è stato per lungo tempo indicato come Theseion, identificandovi erroneamente quello di sepoltura dell'eroe Teseo . Emblematica del periodo 'imperiale' di Atene, può essere considerata l' emissione, unica e particolare, per alcuni forse commemorativa, dei decadrammi con Atena/civetta, a noi pervenuti in rarissimi esemplari .1 punto
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Grazie @4ndr€85 @Paolino67,credo che almeno in questo caso si possa dire con una certa sicurezza che si tratti proprio del quattrino con Virgilio che, anche con la nuova datazione di Lorenzo Bellesia(1630 o giù di lì se non ho capito male), rientra cronologicamente nel nostro ragionamento, confermate così la mia prima impressione che la testa fosse laureata. un grazie a te Luciano @Lu.Giannoni per l'intervento, più che conii differenziati che giustamente anche tu escludi per le ragioni che hai citato, ho pensato che forse se ne potrebbero individuare alcuni in concentrazione maggiore e ciò potrebbe significare che siano stati utilizzati qui a Marciana, cercherò di postarli tutti e classificarli con il tuo catalogo, se hai piacere sarà gradito il tuo intervento.Saluti Giovanni.1 punto
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Abbiamo condiviso 6 piastre, 5 hanno il punto dopo Hier, una soltanto è senza punto dopo hier... Al momento è l'unica differenza che noto...1 punto
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Il rovescio del denario raffigura Ulisse in piedi a destra, che tiene il bastone nella mano sinistra e tende la destra verso il suo cane Argo che abbaia in segno di saluto. Il ritorno di Ulisse e si riferisce alla leggenda secondo la quale la famiglia del monetiere discendeva da Telegono, figlio di Ulisse e Circe. TELEGONO: figlio di Odisseo e di Circe. Telegono (nato lontano), saputo dalla madre Circe di essere figlio di Odisseo e volendo conoscere il padre, s'imbarcò alla sua ricerca. Gettato dalla tempesta a Itaca, credendo che fosse l'isola di Corcira, per sfamare l'equipaggio si diede a saccheggiare il paese e a razziare una parte del bestiame appartenente al re. Odisseo intervenne a difendere i suoi beni, ma Telegono lo uccise accidentalmente sulla riva del mare con una lancia che aveva per punta l'aculeo di una razza (pesce le cui ferite passavano per essere mortali). Odisseo morente, ricordando la predizione di Tiresia, si fece condurre davanti lo straniero e così ebbe la spiegazione del tragico evento. Atena, accorsa inutilmente in aiuto del suo protetto, non poté fare altro che confortarlo e convincerlo ad arrendersi ai voleri del Fato. Telegono riconosciuto il padre, lo pianse a lungo e tornò da Circe insieme a Penelope, portandosi dietro il cadavere di Odisseo. Trascorso in esilio l'anno prescritto dalla legge, Telegono sposò Penelope, e Circe poi li mandò entrambi nelle Isole dei Beati. Secondo il poeta Eugammone di Cirene, nel poema dedicato alle avventure di Telegono, la Telegonia, il giovane era considerato figlio di Odisseo e Calipso. La leggenda ubbidisce alla predizione che Tiresia aveva fatta all'eroe, che dal mare gli sarebbe venuta la morte. Il nome di Telegono è anche connesso con le leggende italiche, in quanto, sposata Penelope, Telegono avrebbe avuto un figlio, Italo, l'eroe eponimo dell'Italia, fondatore di Tusculo (oggi Frascati) e di Preneste (Palestrina). Fonte http://mitologia.dossier.net/telemaco.html apollonia1 punto
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No, direi di no. Primo perchè sarebbe un uso improprio del termine, secondo perchè la moneta in questione certamente non è ribattuta su altra (i segni del tornietto lo documentano in modo certo in quanto in tal caso non sarebbe stato utilizzato). A proposito ho fatto un controllo ulteriore e ritrovato questa "moneta" migrante come esitata da Rauch nel 2015 (indicata come restrike, base € 2500 invenduta) e da Varesi nel 2017 (base € 3000, invenduta). Alberto nel catalogo riporta: NAPOLI GIOACCHINO NAPOLEONE MURAT (1808-1815) 3 Grana 1810. P.P. 762 Cu. Es. pag. 762 Di estrema rarità In slab NGC MS62BN Pagani 762 restrike. Coniazione posteriore, emessa probabilmente a Bruxelles nel 1870 FDC. Sarebbe interessante saperne di più.1 punto
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Buongiorno. Secondo me più che una spazzolatura post conio, sono stati usati coni molto usurati e spazzolati per togliere la ruggine. I segni che si vedono sul fondo sembrano in rilievo più che scavati. Poi la moneta è circolata e si è un po' consumata. Il rovescio è sicuramente migliore. Comunque resta una bella moneta. Saluti.1 punto
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Buongiorno e buona domenica a tutti. Proseguo con i 2 Cavalli di Filippo II, D/ Busto volto a destra senza corona, dietro in monogramma IBR Intorno PHILIPP R. ^R^GO VTR, entro cerchio perlinato. R/ Al centro Corona Reale sormontata da un punto e tre piccoli puntini posizionati sopra e ai lati del punto stesso. Intorno SICIL ET HIERVS^L divisi in alto da Croce potenziata, il tutto entro cerchio perlinato. Diametro 24mm Peso grammi 2,701 punto
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Riapro questa vecchia discussione per farti i complimenti per la moneta. Molto molto bella. Ho sempre avuto un debole per questa moneta... al punto da volerla anche se a caro prezzo. Colgo l’occasione per mostrarvela ?1 punto
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Purtroppo sugli scudi di CF ho un database troppo piccolo (circa di 1/3500) rispetto agli oltre 9 milioni di monete coniate. Il che mi consente di ricavare buoni risultati qualitativi, ma non così precisi dal punto di vista quantitativo. Con database dell'ordine di 1/100 anche i risultati quantitativi emergono chiaramente e consentono di capire quante monete di un anno sono state coniate con la data di un altro millesimo.1 punto
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Dalla foto che hai mandato dovrebbe trattarsi di una moneta dell' Hispania della zecca di Tarragona Sul dritto: testa maschile a destra e dietro una punta di lancia Sul rovescio: uomo a cavallo andante a destra con ramo di palma in mano; tra le zampe del cavallo KESE per chiarezza ti invio un confronto1 punto
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Ciao, penso sia una cosa meritevole e come giustamente hai detto se servisse anche ad uno solo sarebbe già una cosa buona, ma sicuramente sarà di interesse per molti.1 punto
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E’ corretto 357/1b, perchè è del tipo senza acrostolium. Non capisco il riferimento al numero di controllo che qui è LX (60) con il 50 arcaico a forma di T rovesciata.1 punto
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Francamente ritengo difficile capire la moneta originaria; si conoscono quattrini i Niccolò ribattuti su quattrinelli fiorentini anche se questo presentato da @margheludo non parrebbe appartenere a questa categoria, Sotto un quattrino di Niccolò ribattuto su moneta fiorentina. Per quanto riguarda una eventuale differenza tra il circolante all'Elba e quello "continentale" si tratta di una ipotesi suggestiva ma priva, ad oggi, di prove documentali. Anche se sono abbastanza convinto che a Marciana vi fosse una officina della Zecca piombinese non credo che realizzassero conii differenti dato che sarebbe stata una spesa aggiuntiva e funzionalmente inutile.1 punto
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Ringrazio @equation1972 che è un vero studioso della monetazione Sabauda. In effetti in passato si è già discusso della Rarità reale degli Scudi di Carlo Felice, il problema è che sappiamo dal Carboneri la Tiratura (non x Zecca ), e non sappiamo la quantità delle monete ritirate e poi rifuse. Pertanto l'unico parametro valido sono i passaggi in asta, oppure come scrive @Scudo1901 le "impressioni" dei collezionisti che hanno una certa esperienza in queste tipologie. Personalmente sono d'accordo che le maggiori Rarità siano 1823 To,1824 Ge, 1825 Ge e 1831 To. Il 1821 To "dovrebbe" essere R3, ma negli anni di transizione le cose si complicano parecchio e pertanto lo ritengo ( in base alla disponibilità come scrive @rickkk) un R2. Personalmente, e scusatemi se posso essere considerato "presuntuoso", la Collezione degli Scudi di Carlo Felice ( partendo già da molte monete di famiglia ) l'ho finita qualche anno fa e l'ultimo, il più difficile è stato il 1823 To. Devo anche dire che per completare la collezione, per certi millesimi, non ho badato molto alla conservazione ( bisogna accontentarsi ). Posto l'ultima che ho messo in collezione, scusandomi per le foto "scarse". Saluti a Tutti Beppe1 punto
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Troppo è intercorso tra noi e loro, pestilenze, immigrazione forzata di schiavi da tutto il mediterraneo, invasioni barbariche ecc. Solo il filo della cultura ci accomuna a loro.1 punto
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Bene bene .... Io stavo rileggendo le Historie della Provincia del Friuli di Gian Francesco Palladio Degli Olivi (1660). Ve ne consiglio la lettura, c'è molto che riguarda la Serenissima e le città venete. E Palladio, anche se poco conosciuto, era un gran bravo storico. E' così ben scritta, con indicazioni ai bordi che sottolineano gli argomenti trattati, che è facile scorrerla velocemente; così che quella annotazione su verdoni e marcutij mi era sfuggita, ma non stavolta. Pensavo conosceste quei nomi attribuiti a monete. Se non è così presumo che l'argomento non sia stato di recente considerato e trattato.1 punto
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NO, credo proprio fossero, per questa medaglia, i dinderi diretti della Banca Commerciale...il resto è OT1 punto
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@TEO77 Una medaglia interessante sia da un punto di vista storico che soprattutto estetico. Il recto presenta una composizione molto animata ed efficace : accanto ai preponderanti simboli del regime compare infatti quella di un mercato all'aperto creando un assieme vivo e animato, una bella medaglia realizzata nel pesante stile razionalista (chiamato allora in Italia anche "stile 900") che si sviluppo' in tutta Europa e non solo. Quanto al metallo, lo ha già evidenziato Palpi62 : a volte è assai difficile individuarlo in tante foto che vengono inviate, tecnicamente spesso deficitarie : la luce, lo sfondo, il flash creano sovente mutamenti cromatici anche notevoli per cui è facile prendere un abbaglio. La tua immagine al contrario è perfetta e sono assai evidenti i rilievi di bronzo più alti sui quali la patina argentata si è consumata lasciando così intravvedere il colore sottostante. Una bella medaglia, da conservare !1 punto
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Complimenti, bellissima moneta, in una conservazione che ho visto poche volte.1 punto
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conservazione più che gradevole e autentica che comunque io non toglierei dalla perizia.1 punto
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Interessante questa segnalazione e molto particolare il sito di questa fondazione che mette a disposizione testi settecenteschi su CD disponibili gratuitamente. Sembrerebbe quindi che il Bonanni (1696), seguito dal Vignoli (1709), poi dallo Scilla (1715) , dal Fioravanti (1734) e infine dal Venuti (1744) fossero i primi libri "interamente" dedicati alla numismatica pontificia. Diversi autori, in trattazioni generali sulla numismatica , ne avevano parlato probabilmente in opere precedenti. Mentre successivamente le tre grandi opere generali sull numismatica italiana medioevale, ovvro il Muratori, l'Argelati e lo Zanetti (quest'ultima, in 5 volumi ancora oggi una miniera di informazioni e dati storici di primissima mano), trattarono della monetazione all'interno delle loro monumentali opere. Grazie a tutti per i contributi. numa numa1 punto
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