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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/17/20 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutta la sezione, ogni tanto riesco a mettere qualcosa in collezione anch’io ☺️... Piastra per Ferdinando lV, 1795 gigli di Francia capovolti...!
    6 punti
  2. Non voglio ripetere ciò che, correttamente, hanno già consigliato coloro i quali mi hanno preceduto. Anche in questo trittico di libri, per la tematica richiesta in particolare nel secondo, è possibile ottenere una bella carrellata di foto e un'ottima infarinatura. Per una sintesi delle emissioni del periodo medievale ci sarebbe anche "La moneta medievale in Italia" di Andrea Cavicchi.
    4 punti
  3. Certo, se non adeguatamente inventario, fotografato e pubblicato, oltre che restaurato prima, il materiale nei magazzini rischia di fare in ogni caso una brutta fine. Lo si censisca tutto, si studi adeguatamente e, non è nel caso un dogma, decidere di cedere gli oggetti giudicati "minori" o ripetitivi, sempre per finanziare le attività dei musei stessi. Faccio anche notare che, in primis, molti cittadini italiani (ben aldilà della piccola, attuale nicchia di interessati) potrebbero essere interessati ad acquisire legalmente e custodire come piccoli tesori oggetti/monete appartenenti al nostro patrimonio storico/culturale. Last, but not least, con le vendite (pubblici incanti, ovviamente), si disentinceverebbe moltissimo il mercato sotterraneo e irregolare.
    3 punti
  4. Bella moneta, che purtroppo mi è stata soffiata sul filo di lana. La tipologia del rovescio in generale è abbastanza rara, ma questa specifica emissione era finora nota solo per un esemplare a Parigi, che incidentalmente sembra dello stesso conio di diritto, con la curva del naso più accentuata della media.
    3 punti
  5. No @dux-sab, sono due conii differenti, quello da te postato è un esemplare proveniente dall’accoppiamento di conii 484 (O97-R193) del Jenkins, decisamente più comune per quanto si veda comunque di rado. Salve sorprese la moneta della discussione sembrerebbe davvero il secondo esemplare noto a riportare impresso questo conio di incudine, l’unico al momento in mani private. Sarebbe interessante capire in che situazione il documento della soprintendenza sia stato redatto, un tentativo di esportazione del 2013? Altro? In ogni caso i contenuti salienti sono tutti riportati. La rilevanza sta nella presenza della Nike alla guida della quadriga, caratteristica per altro non unica nel panorama della monetazione geloa in quanto già attestata su esemplari databili agli anni immediatamente precedenti i drammatici eventi del 405 a.C. ,come quello della discussione, la sua figura con le redini in mano è ad esempio presente sul conio di dritto O96 del catalogo di Jenkins, dove ritroviamo anche l’aquila in volo sopra i cavalli ma dove la spiga in esergo era sostituita da un “grosso globetto”. Commercialmente parlando non credo che, viste le condizioni della moneta in questione, la stessa avrebbe potuto raggiungere cifre a quattro zeri, neanche sul mercato estero. Ma queste sono cose del tutto secondarie se non frivole, ciò che conta è che ora sia nota la sua esistenza e che riposi sotto la tutela della Nazione di cui fa parte, oggi, la sua antica patria, citando Virgilio: “Adparent Camarina procul campique Geloi immanisque Gela, fluvii cognomine dicta”. Grazie ancora @cristianaprilia per averla condivisa.
    3 punti
  6. Perché allora è meglio farle ammuffire in qualche locale interrato? Poi, se la moneta fosse così rara ed importante, perché non è requisita? Esiste un archivio nazionale che ci dice cosa hanno in collezione i singoli musei ( scantinati compresi), e soprattutto... Tutto tutto il materiale presente nelle varie casse, è già stato catalogato ? ( dal quale si evince che i vari pezzi giudicati rari, realmente lo sono? Oppure molto materiale dopo decenni aspetta ancora di essere visionato perché non c’è personale che se ne può occupare..?). su questo argomento se ne è già discusso allo sfinimento... appurato che un bene sia di estrema importanza, è giusto che stia in un museo e fruibile a tutti ( ma che sia giustamente valorizzato però...). Le monete invece sono multipli, poche le estreme rarità realmente censite, pertanto su queste andrebbe fatto un discorso “chirurgico“, non ha senso ammucchiare tutto..... poi, onestamente, chi meglio di un collezionista può tutelare la propria collezione? Io ne ho viste un po’ di monete nei musei, in alcuni casi ben esposte e curate in altri, monete cadute dalle sedi di esposizioni, monete in bronzo affette da cancro in modo vistoso ecc ecc.
    3 punti
  7. 1962 Thailandia - 1 baht 2505 del calendario buddista Per conoscere l'equivalente data del nostro calendario bisogna sottrarre 543 anni a 2505 (1962) ๒๕๐๕
    3 punti
  8. Ciao a tutti, ripropongo oggi questa mia vecchia discussione per integrarla con un pezzo che ho avuto modo di aggiungere in collezione qualche tempo fa. D/: VRBANVS·VIII· – ·PON·MAX in basso A . XX Busto a destra, piviale con fiorami. R/: VIVIT – + - . DEVS· S. Michele trafigge Lucifero; a sx., nel campo, Armetta Farzetti e Pavia e, all’esergo, 1643. A sx., in basso, sigle G M (Gaspare Mola, incisore). CNI 540 Muntoni 82. Peso 9,82 g. Questa tipologia non appare molto di frequente e solitamente presenta conservazioni abbastanza modeste. Questo esemplare si presenta ancora gradevole con conservazione superiore alla media. Delle tre tipologie di testoni con al R/ San Michele che trafigge Lucifero, questo (Munt 82) e quello sopra presentato con stemma al D/ (Munt 83), sono le due più rare. Quello con al D/ il busto con camauro e mozzetta (Munt 81), è invece quello che più frequentemente appare sul mercato. Vostri commenti e integrazioni sono come sempre graditi. Michele
    3 punti
  9. Ciao, è da un bel po’ che non compaiono biografie imperiali in Sezione e maneggiando tra i vassoi delle monete ho trovato questo personaggio femminile, nota generalmente ai più in quanto “moglie di Caracalla” e.. poco più. Una “first lady” dell’epoca invero abbastanza sfortunata, come spesso capitò a personalità femminili dell’Impero Romano. Ruolo secondario quello di Augusta ma che talvolta ebbe peso: come dimenticare l’importanza delle consorti del Primo e Medio Impero e dell’impatto che ebbero nella storia dell’Impero? Ma a contrastare alcune personalità femminile preminenti vi sono anche quelle che spesso ebbero vite tutto sommarie tristi, usate per scopi “politici” da parte di padri ambiziosi. Una di queste contraddistinta da una vita tutto sommato infelice (possiamo dirlo? In questo caso direi di sì) è lei: Publia Fulvia Plautilla Augusta (c. 182-212) Moglie di Caracalla e Augusta dal 202 al 205 d.C. Figlia del Prefetto Gaio Fulvio Plauziano* (Gaius Fulvius Plautianus) fu promessa sposa in giovane età a Caracalla, divenendone moglie nel 202, contro il volere dello sposo, quattordicenne, che la osteggiò, pur sposandola perché a lui ordinato dal padre. Nel 205 si separarono dopo la morte di Plauziano: Caracalla si era sempre rifiutato di mangiare o dormire con lei. Esiliata a Lipari con il fratello fu giustiziata nel 212 dopo l’ascesa al trono di Caracalla. Analogamente al padre fu colpita da damnatio memoriae. Benché il suo periodo di splendore sia stato assai breve, appare sulle monete in varie acconciature. In alcune porta le bande dei capelli lisci ed aderenti al capo, coprenti le orecchie e riportate sulla nuca, dov'è una piccola crocchia, sul tipo di Giulia Donna. Talvolta le bande sono ondulate e c'è sulla guancia la caratteristica ciocca di Giulia Domna. Porta anche un'acconciatura in cui i capelli sono divisi in tante scale perpendicolari alla linea del viso e convergono sull'occipite dov'è appuntata una rotellina di trecce, mentre brevi ciuffi scendono sulla fronte. In alcune monete le scale sono parallele alla linea del viso, passano dietro le orecchie e sulla nuca e le estremità sono raccolte in una fila di treccioline ripiegate insù ed appuntate sotto il cocuzzolo, oppure scendono fin sul collo e sono ivi raccolte in un nodo a ventaglio. È difficile dire quale di queste acconciature abbia usato prima e quale dopo, forse le usò alternativamente. La fisionomia appare costante in tutte le monete: fronte di linea curva, naso aquilino, guance rotonde dallo zigomo sporgente, mento pronunciato; l'aspetto è giovanile. Numerosi sono i ritratti attribuiti a Plautilla, ma nessuno risponde ai requisiti offertici dalle monete. In realtà esistono ben cinque differenti tipologie ritrattistiche di Plautilla. Nelle prime monete che la ritraggono, il nome di Plautilla è reso al dativo, ad indicare che la coniazione è stata eseguita in suo onore. La sua immagine è presenta i capelli divisi al centro e intrecciati in orizzontale e le cinque o sette trecce raccolte in uno chignon dietro la testa. L’immagine ha i tratti quasi infantili, il volto rotondo, la fronte lievemente inclinata e arrotondata, gli occhi grandi sotto due arcuate sopracciglia, il naso camuso la bocca con il labbro superiore sporgente. Nelle rappresentazioni successive l’imperatrice è raffigurata con i tratti leggermente più maturi e meno rotondi ed il naso leggermente aquilino. La pettinatura differisce da quella precedente per l’intreccio che corre verticalmente o diagonalmente e non in senso orizzontale. Più tardi, nella terza iconografia la pettinatura si evolve con i capelli ondulati che incorniciano il volto., fino ad arrivare in fasi successive, alla sua ultima iconografia che ricorda verosimilmente quella della suocera Giulia Domna. Tratto da Philipp V. Hill "The Coinage of Septimus Severus and His Family of the Mint of Rome, A.D.193-217"
    2 punti
  10. No, non capisco dove vuoi arrivare quando scrivi certi messaggi. questo è un forum di numismatica, e come tale frequentato da collezionisti e commercianti. Immagino che tu stesso, se sei collezionista, ti rivolga a commerciati o aste. Quindi? Se c’è chi può permettersi oggetti faraonici , perché mai qualcuno gli deve negare la possibilità? Ripeto, non è dove un oggetto regolarmente acquistato va a finire... ma come lo si tutela e valorizza che conta... abbiamo il mondo chiuso in scatole, e all estero con niente attirano persone, le strutture sono ben conservate, tecnologiche .... ed hanno capito da almeno 120 anni, che se un oggetto o moneta non serve perché “brutto”, doppio, triplo ecc, si può venderlo, per alimentare a dovere quello che si vuole tenere... e cosa c’è di male? È un concetto tanto difficile da capire? Finché non attueremo queste misure, dovremmo sempre risotterrare quello che troviamo perché si deve sempre aspettare il contributo ( spesso privato,,, ricordalo... ) per iniziare..
    2 punti
  11. 2 punti
  12. Buonasera a tutti, stasera posto uno scarrafone non identificabile, di lui so che potrebbe essere un Tornese con Tosone di Filippo IV. ? Saluti Alberto
    2 punti
  13. Ciao moneta da 10 Paoli o Scudo emessa dal Governo popolare di Bologna 1796/1797, con millesimo 1797. La moneta è autentica ma considerata comune, è stato applicato un appiccagnolo, che dalla fattura pare coevo alla moneta, anche se di pregevole fattura, penalizza la moneta, già essa stessa in non eccelsa conservazione. saluti TIBERIVS
    2 punti
  14. Caro Daniele, come al solito proponi sempre tipi e varietà interessanti. Francesco Muntoni al n. 7 della sua opera censisce solo la varietà con chiavi considerate diverse (oblunghe) da quelle riscontrate nelle altre tipologie. La tua osservazione però è molto interessante, la differenza delle impugnature non è cosa di poco conto, forse non solo a livello meramente collezionistico. Come ben sappiamo le monete di Sede Vacante del 1555 furono emesse in due occasioni: tra Giulio III e Marcello II (quindi dal 23 marzo al 9 aprile) e tra la morte di quest'ultimo pontefice e l'ascesa al soglio di Paolo IV (perciò nel periodo dal 1 al 23 maggio). L'emissione monetaria è forse distinguibile per la zecca romana, con la varietà al diritto 1555 / 155V, mentre la zecca marchigiana resta ben più costante nelle epigrafie. Se però vogliamo studiare ed espandere la tua ottima osservazione sulle differenti impugnature possiamo fare forse qualche passo avanti. Le chiavi ad impugnatura oblunga sono quelle che ritroviamo in alcuni giulii piuttosto comuni di Giulio III, aggiungo per comodità di raffronto l'esemplare passato nella NAC 90, lotto 751. L'impugnatura trilobata è invece tipica dei giulii di Marcello II, ed è presente anche in alcune coniazioni di Paolo IV. Come fatto in precedenza allego un'immagine di confronto, un giulio di Marcello II da Varesi 75, lotto 515. Lascio a voi amici papalisti il piacere di studiare questi raffronti e di trovare una ipotesi di plausibile collocazione cronologica alle due varietà, buona serata Antonio
    2 punti
  15. Al D/ di questo grosso postato da @fabry61 per la crocetta apicale sull'asta aggiungo al il R/ per il riferimento del massaro, di tipo 01 secondo il Papadopoli Già al post #195 di questa bella discussione, sempre postato da @fabry61 il grosso con la crocetta apicale al D/ era al R/ riconducibile al medesimo Massaro, sempre di Tipo 01. Attualmente, su vcoins, è in vendita un grosso del Soranzo con dei bei rilievi (anche se a parer mio il prezzo non è giustificato) che presenta al D/ sempre la crocetta apicale sull'asta e il R/ ha il segno del massaro riconducibile sempre al Tipo 01 del Papadopoli A onor di cronaca, è da notare l'errore della legenda al D/ con •S M . VENENTI Non so se sia già stato appurato come argomento, ma sembrerebbe proprio una "libertà" incisoria proprio sotto quello specifico massaro.
    2 punti
  16. Dolce @Lucreziamaria, questa l'ho scritta quand'ero un adolescente. Chissà cosa ne pensa @Hirpini... Cohelet C’è un tempo per restare e quello stesso tempo c’è per morire. C’è un tempo per cullare l’anima tesa a un sogno che consuma e c’è lo stesso tempo per tuffare la testa in due ricordi, come appunti di sole nella bruma. C’è un tempo per sgozzare quella quiete che l’anima frantuma e c’è il mio tempo che si spegne adagio negli occhi di nessuna.
    2 punti
  17. Bellissimo intervento, che condivido appieno. Purtroppo in Italia si vuole tutelare anche quello che non ha senso. Le monete, come detto, sono prodotti seriali e quindi è giusto avere nelle collezioni pubbliche 1 esemplare possibilmente bello ed adeguatamente valorizzato, ma i doppi o tripli o quadrupli chiusi negli scantinati e NON inventariati a cosa servono? Perché un bene pubblico non si può adeguatamente vendere e reinvestire i proventi? Come detto all'estero lo fanno regolarmente, da noi c'è sempre la paura di qualcosa di irregolare e nel dubbio non si fa niente. Poveri noi
    2 punti
  18. sesino di Mirandola per Ludovico II Pico. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-LUDII/13 ciao Mario
    2 punti
  19. @Crinna23. Pur incrosta, ero certa che saremmo arrivati ad una identificazione precisa. Nella nostra community, molto raramente un pezzo rimane privo di identificazione. Da parte mia puntavo sulla scritta posta in alto che si legge sulla prima foto. DUX . SAP(B) primo indizio che si trattasse di un pezzo di casa Savoia. Bene. Ti sei sei rivolto a noi perchè sai che puoi fare affidamento sui bravi esperti di lamoneta.it. Alla tua richiesta di identificazione hanno aderito due Principi di cui uno è curatore. Che si tratti di una monetina o di un pezzo importante, l’impegno profuso è sempre al massimo e non si molla mai.Tanti saluti e continua a postare. PizzaMargherita.
    2 punti
  20. Perbacco... lo facessero a noi un regalo aziendale del genere al posto della solita scatola col panettone, l'olio, il formaggio e i cioccolatini
    2 punti
  21. Un confronto UTILE.
    2 punti
  22. Nel mio volume c'è raffigurata proprio la moneta del Bovi, la N. 123 ed è al dritto per intero 1592 e al rovescio 15 - 93; anche se è trascritta al rovescio illeggibile, si nota una parte dell'ultima cifra, che è una parte del numero 3.
    2 punti
  23. Avete già detto tutto del resto era chiaro fin dal principio che si trattava di una riproduzione, una differenza di 2,40 grammi era impossibile per una moneta autentica. Sul fatto che sia argento non mi pronuncio, anche se, con questa differenza di peso, mi sembra improbabile che sia argento "buono", cioè argento .900, forse un po' ce n'è, ma per saperlo bisognerebbe farla analizzare, e non credo ne valga la pena. Anche se, nel caso specifico, si tratta di una moneta non particolarmente rara (tiratura 2.549.000 esemplari, valore inferiore ai 200 dollari in questa conservazione) i Trade sono comunque monete non facili da trovare da noi, e quando capitano bisogna andarci coi piedi di piombo, spero che tuo padre non l'abbia pagata una cifra esagerata. petronius
    2 punti
  24. Segnalo l'uscita del n. 114 di Monete Antiche Il linguaggio delle immagini: Artemide (Diana) - Asteria e Leto (Latona) - Atteone - Britomarti - Callisto - Aretusa. (Giovanni Santelli e Alberto Campana) [3-12]. Il denario di Cetegus (RRC 288/1, 115 a.C.). (Alberto Campana) [13-22]. Le coniazioni di Vaballato e Zenobia: continuazione della serie imperiale romana o capitolo a parte? (Mario Ladich) [23-27]. Dopo quella di Licinio, una altrettanto strana moneta di Massimino Daia. (Roberto Diegi) [28-29]. Il cosiddetto "Jerusalem Hoard" e il suo contributo alla classificazione degli AE4 di Anastasio coniati ad Antiochia. (Alain Gennari) [30-42]. ANASTATICA, inserto di letteratura numismatica. Il libro di numismatica: tecniche di produzione, materiali e conservazione. (Maria Rosa Borraccino) [1-8].
    1 punto
  25. Buongiorno a tutti, vorrei un parere su questo documento e sulla moneta per poter aiutare un conoscente a saperne di più. Mi interesserebbe sapere se questo documento ne possa attestare la lecita provenienza, se le informazioni scritte sono corrette, se la moneta fotografata sia la medesima ed autentica. Io purtroppo sono proprio a digiuno in questo campo. Queste sono le uniche immagini in nostro possesso, spero possano bastare. Grazie a chi riuscirà ad aiutarmi.
    1 punto
  26. Salve. Alla zecca di Feneos, città dell’Arcadia vicina a Stinfalo, è attribuito questo statere che raffigura sul rovescio Ermes con il piccolo Arcade, re ed eponimo dell’Arcadia secondo la mitologia greca. ARKADIA, Pheneos. Circa 360-350 BC. AR Stater (25mm, 11.95 g, 2h). Head of Demeter to right, wearing grain wreath, elaborate disc and crescent earring with pendants, and pearl necklace / ΦΕΝΕΩΝ, Hermes, nude but for his petasos and for a cloak over his shoulders, partially facing and moving to the left, holding a kerykeion in his right hand; his head is turned back to right to gaze at the infant Arkas, whom he holds on his left arm with his left hand and who raises his right hand towards Hermes’ face; between Hermes’ legs, Θ. BCD Peloponnesos 1615 (same dies); Boston MFA 1266 (same dies); Du Chastel 243 (same dies); Shultz 2 (V2/R1 – this example unrecorded). Very rare. A magnificent, sharply struck coin of great freshness and beauty, one of the finest known examples. Very minor deposits on the reverse, otherwise, good extremely fine. Purchased privately from the BCD Collection in 2005. Triton XV, Lot: 1013. Estimate $300000. Sold for $300000. The stater coinage of Pheneos was very small: it was struck from only three obverse and seven reverse dies. This means the actual output was probably fairly limited, especially since the first obverse die almost immediately broke and was destroyed. These coins were surely designed to pay mercenaries: the years around 360 were dangerous ones in Greece and there was a considerable amount of fighting going on. The fact that such beautiful coins were made for such a reason may seem surprising, after all soldiers could be paid just in bullion, but it once again shows that civic pride was a major factor in the way coins were conceived and designed. Here the head of Demeter is remarkably elegant, especially given how beautifully struck and sharp it is; as for Hermes and the infant Arkas on the reverse, one immediately thinks of the Hermes of Praxiteles, which was made in c. 343 in nearby Olympia.
    1 punto
  27. La piastra VIVIT DEVS appare in asta piuttosto di frequente. Solo per mantenere lo stesso criterio comparativo, su acsearch includendo tutte le varianti, ho contato 53 esemplari (compresi quelli eventualmente riproposti). Solo in questa ultima NAC ne erano presenti tre. Si tratta di una tipologia che va dal Munt 34 al 42, che si differenziano tra loro per piccole varianti nelle legende, nel piviale, nei segni di zecca e negli anni di pontificato. Nel complesso, ritengo la piastra meno rara dell'analogo testone, discorso valido però solo per i testoni Munt 82 e 83. Il Munt 81 invece è molto più comune e appare regolarmente in vendita. Rispetto a questa tipologia di testone, la piastra è senz'altro più rara. Ci sono poi tra queste piastre alcune varianti sicuramente molto rare, ma a differenza dei tre testoni che rappresentano tre diverse tipologie, per la piastra si tratta solo di varianti di un'unica tipologia e quindi di interesse minore. Michele
    1 punto
  28. 5x4=20, quindi per risolvere il problema ogni moneta deve appartenere a due linee:
    1 punto
  29. Alberto, secondo me l'hai masticata, confessa! ?
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  30. Altro testo che farò in modo di procurarmi, sembra assai interessante. Grazie del consiglio!
    1 punto
  31. Buonasera @Illyricum65 Mi hai fatto scoprire la storia di un'Augusta di cui non sapevo praticamente nulla (mea culpa!), ma di cui mi hanno sempre affascinato le monete, e di questo ti ringrazio molto. Bellissima la tua tipologia "CONCORDIAE AETERNAE", anche se non si può proprio dire che le abbia portato fortuna ?
    1 punto
  32. VII Pur non recando esplicitamente la sua firma, questo esemplare presenta strette affinità con le serie 435-6, contrassegnate dalla sigla , e inquadrabili nella seconda fase dell’attività dell’artista – non scevra da influenze siracusane - , segnata dall’espressione quasi “ritrattistica” del volto congiuntamente ad una certa “leziosità nell'ornamentazione delle chiome” (A. Stazio, in EAA, 1958, s.v. Aristoxenos), dalla marcata caratterizzazione dei tipi attraverso monili di pregio che “trasformarono, adeguatamente al sentimento del tempo, la Demeter dea in Demeter donna, e donna metapontina” (F. Di Bello, in Atti Taranto XIII-1973, 293), “personificazione della nuova realtà sociale” (Di Bello, ibid., 288) in cui, con la fine del pitagorismo, si andavano progressivamente affermando nuovi valori democratici. In questo senso potrebbe essere letta anche l’iscrizione NIKA, che, se non identifica il tipo, potrebbe essere letto come epiclesi di Demetra (e/o Kore), a cui peraltro sembrano rimandare i simboli presenti al R/, specie la melagrana. Suggestivo appare in tal senso il confronto con un busto femminile in terracotta – con ogni probabilità Demetra - rinvenuto a Ferrandina e databile al IV secolo a.C., adorno di collana con pendente a forma di capsula di papavero e con una phiale nella mano s. e una melagrana nella d. (Capano 2017, p. 141, fig. 18). Alla stregua di Hygieia (411), Homonoia (420) e Soteria (449), la divinità è ora qualificata come Nika, vincitrice, attributo che peraltro aveva già fatto la sua comparsa sulla serie n. 450. Queste riflessioni, se corrette, potrebbero suggerire una rivalutazione cronologica della serie 495 e, conseguentemente, ridurre il divario cronologico sia con il prototipo siracusano sia con la serie terinea (n. 84 Holloway-Jenkins) che di quel prototipo veicolò la diffusione. Ma aiuterebbero anche a capire il motivo per cui, ad essere imitata (539), non fu una serie comune bensì un tipo che (forse) si ispirava ad illustri maestri dell’arte incisoria.
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  33. prima di tutto BENTORNATO ANTONIO ! spero vivamente di leggere più spesso i tuoi interventi che sono sempre molto interessanti...... Mi intriga anche il gioco di parole di Michele "che la chiave non stia nelle chiavi"......tra l'altro non mi risulta che nessuno abbia ancora attribuito con certezza quale sono le monete della prima o della seconda Sede Vacante del 1555.....e credo che sono proprio queste osservazioni, studi e sopratutto confronti tra noi appassionati che, a volte, riescono a distinguere queste emissioni, o per lo meno a trarre delle teorie sulle quali ipotizzarle..... Ci studierò sopra...... Daniele
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  34. 1 punto
  35. Medaglione di Alessandro Severo e Giulia Mamea che raffigura sul rovescio il ninfeo di Alessandro Severo con tre archi (e statue all'interno?) e quadriga sul tetto; sotto, un edificio di cui entrambi i lati sono visti in prospettiva; S-C attraverso il campo (Roma Numismatics 19).
    1 punto
  36. Questo penso, che alla fine ho sentito in brivido...
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  37. E quindi è meglio che finiscano in collezioni private oltre confine... Personalmente ripeto trovo tutto questo vergognoso. Cerchiamo invece (se quello che tu dici è corretto) di migliorare il modo con cui vengono esposte le monete nelle teche dei vari Musei nazionali, con illuminazione adeguata, ecc.ecc..., perché in fondo tutto può essere migliorato, in modo che questo bellissimo patrimonio storico-artistico dei nostri avi sia fruibile a tutti, perché è bene non dimenticare mai che la Cultura è di tutti, non di pochi eletti...
    1 punto
  38. Hai ragione @Poemenius, in quel caso in effetti potrebbe essere un problema. Intanto confermo che nel frattempo è arrivata anche a me la risposta per avvenuta ricezione.
    1 punto
  39. su CNG sconsiglio l'acquisto di libri (soprattutto grossi e pesanti), perché le spese di spedizione sono sovrumane. Ma loro sono talmente seri che mi hanno senza problemi annullato un'offerta vincente quando segnalai che le spese di spedizione erano inaffrontabili ... si trattava di circa 300 euro.... per le monete non ho mai acquistato, ma ho amici che mi hanno dato ottimi riscontri
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  40. Buongiorno, ti rispondo sinteticamente o quasi. Io ho acquistato parecchio in US e devo dirti onestamente che non ho capito ancora che criterio usino. Spiego, in teoria è circa 22/25% sul prezzo dichiarato ma i conti non li fà la dogana ma bensì il corriere che consegna il pacco. Essendo in Italia capisce che è un problema. Ho ricevuto pacchi via posta dove lì non si sono neanche presi la briga di calcolare il dazzio. Quindi per esperienza personale lo si scopre solo all'arrivo. Poi se passa dalla dogana a volte fermano il pacco non credendo al valore dichiarato e devi presentare la ricevuta di pagamento. La conclusione è dipende da chi smista il pacco. Se è possibile richiedi il passaggio dalla sede europea e così non hai problemi dove ti calcolano loro già compreso tutto nelle spese di spedizione. P.s. Il costo delle tasse d'importazione è in base anche alla merce importata, mi sono arrivati pacchi con intestazione ricambi dove su quel genere non viene calcolata. È un casino. Gianni
    1 punto
  41. Queste di seguito sono altre foto dello stesso Tornese fatte dall'attuale possessore.
    1 punto
  42. Cuba - Cuarenta Centavos 1962 Rappresentazione di Camilo Cienfuegos ( 1932 - 1959 ) il quale diede un importante contributo a porre fine al regime dittatoriale di Fulgencio Batista
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  43. Repubblica Democratica tedesca, 1 mark 1962 East Africa, 1 cent 1962
    1 punto
  44. a me ha un po' bloccato il punto 3 ...Le opere inviate resteranno a disposizione dell’Associazione. E’ facoltà della segreteria organizzativa pubblicare entro tre anni i testi inviati perché forse va un po' in conflitto con la premessa: ....Possono partecipare al concorso opere riguardanti la numismatica classica, medievale o moderna: - tesi di Laurea Magistrale - tesi di Dottorato - articoli inediti o editi negli ultimi due anni se l'articolo è edito, che loro possano ripubblicarlo potrebbe creare qualche casino con i precedenti editori credo....quindi ho evitato...
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  45. Mi convinco sempre di più che siano stati falsificati quasi tutti i nominali di ogni regnante e anche per ogni anno, prodotte con svariate leghe metalliche con qualsiasi tecnica o espediente possibile: Coniate, per fusione da calchi, suberate e addirittura originali a cui furono "segate" le facce e applicate su vile tondello! Chi colleziona per anno gli originali avrà da ricercare uno.... o due pezzi al massimo, chi colleziona i falsi d'epoca non ha certezze.... Per ogni anno dovrà aspettarsi per quel pezzo tecniche diverse, metalli diversi e falsario diverso. Poi ci sono i falsi ottenuti per coniazione che sono delle vere opere d'arte, ogni falsario ci metteva "la firma" come dico io.... Paragonato allo stile unico che ha ogni artista. C'era chi faceva sbagli di ortografia (Piastra 1798 con IER ), chi non riusciva a punzonare correttamente la N di PROVIDENTIA e PRINCIPIS nel taglio, chi non riusciva a riprodurre bene le torrette nello stemma del Portogallo, o il leone, insomma per me dei veri capolavori. Le prove di argentatura per i pezzi in lega di ottone? Erano dei veri provetti chimici.... Chi ci riusciva.... Aveva più possibilità di non essere scoperto. Considero molto rari quei pochi pezzi giunti a noi con l'argentatura integra o che ricopre la maggior parte del tondello. Il peso.... Altra croce dei falsari.... Sopratutto per i pezzi in argento, non si avvicinavano mai al peso corretto, per questo molte Piastre furono "copiate" da esemplari con i rilievi usurati, per giustificare il peso calante. Moltissimi falsi riportano nel campo o sul bordo dei segni di lima o dei graffi di coltello per controllarne il metallo sottostante, altri ancora dei segni di morsi nel campo.... ho una Piastra 1834 con ancora nei solchi i pezzetti di dente! Altri furono presi addirittura a martellate! Non era una bella cosa essere stati truffati di una Piastra! In quel caso la moneta riportava tutto lo sfogo di chi era stato fregato. Molte furono anche le monete in rame di grosso modulo, sopratutto i 10 Tornesi : Tanti del 1798 ottenuti per fusione, del 1819 per coniazione, del 1825 e tantissimi per Ferdinando II, questi esemplari circolarono molto anche se falsi... Perché le monete in rame venivano comunque dal popolo accettate al valore nominale. Poi ci sono i falsi d'epoca (quelli ottenuti per fusione) che riportano i segni al bordo di una fusione venuta male, con vistosi esuberi di metallo. In conclusione, Chi colleziona i falsi d'epoca Napoletani non si annoiera' mai e non finirà mai. ? Scusate se mi sono dilungato... Un caro saluto a tutti ROCCO.
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