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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/16/20 in tutte le aree
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Carissimi, mi scuso anticipatamente con l'ora tarda in cui scrivo, ma ormai il mio tempo libero si è ridotto ad un lumicino dopo l'arrivo del nuovo membro della famiglia, che mi assorbe (e ne sono assolutamente felice come potete immaginare) moltissime energie. Ma respingendo ancora per un pochino la valanga di sonno (arretrato e presente) che sta per investirmi, voglio condividere con voi la nuova arrivata nella mia collezione da "grossista" (cit. @Bassi22) . Non sono, ahimè, potuto andare al Convegno di Mestre per motivi ovviamente legati al pupo (e mi è dispiaciuto moltissimo perchè avrei avuto, in questo sfortunato 2020, il profondo piacere di rivedere dal vivo alcuni di voi - e non avete idea di quanto mi manchi la vita sociale normale) ma ho partecipato all'ultima asta Naumann, e son riuscito a riportare sulle rive lagunari questo raro grosso coniato sotto il dogado di Francesco Dandolo, il cui stato di conservazione mi ha assolutamente stregato: Dritto FRA DANDVLO / • S M VENETI • Al centro, San Marco stante a destra, di fronte, tiene nella sinistra il libro dei Vangeli e con la destra porge il vessillo al Doge stante a sinistra, di fronte. La banderuola con la croce è volta a sinistra. Lungo l'asta DVX Verso Il Redentore, con nimbo crociato, seduto in trono di fronte. Ai lati del nimbo, IC / XC Riferimenti C.N.I. VII - 13, Montenegro 74, Gamberini 85, Paolucci 2, Papadopoli 4-6, Zub-Luciani 63[12], Keber 52[B-b] Riferimenti Tipo 03 Rarità R Diametro 21mm - Peso 2,13g - Assi 180° E', almeno per i dati ponderali forniti dalla Casa d'Aste, un pochino sottopeso: non ho una bilancina per verificarlo (forse arriverà a Natale) ma il diametro corrisponde, e la perlinatura di bordo non segnala tosature. La sua classificazione è SPL, e in mano è uno spettacolo. Credo sia una debolezza di conio quella presente al D/ sulla parte bassa della veste di San Marco e al R/ sul piede sinistro del Cristo. Spero possiate condividerla anche voi. Chiedo il Vostro aiuto anche sul mia corretto riconoscimento da CNI (non masticandolo ancora appieno come volume), avendo questa moneta la particolarità al D/ della prima parte di legenda senza alcuna interpunzione e la seconda parte solo con l'interpunzione solo agli estremi dell'epigrafe (che confermo anche a seguito di visione della moneta tramite lente d'ingrandimento), che mi pare sia proprio di una delle classificazioni presenti appunto sul volume. Sperando di aver fatto cosa gradita nella condivisione della nuova arrivata, che amplierò poi col secondo lotto aggiudicato involontariamente (ma la moglie, di questo, non ne deve sapere nulla almeno per tutto il prossimo 2021 ) PS.: approfitto per scusarmi della mia incostanza sulla comunità, ma non riuscendo più ad accedere al sito tramite cellulare, sono vincolato al pc, difficile da usare per questo scopo al lavoro, impossibile a casa per il tempo libero non a disposizione.6 punti
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Sul dollaro del medioevo non sono d'accordo sul fiorino, che ebbe successo, ma solo in una parte dell'Europa, quella finanziata dai banchieri fiorentini. Il vero dollaro fu il ducato di Venezia e lo fu fino alla fine del '700, quand il fiorino era dimenticato da secoli... Questioni di campanile... Arka Diligite iustitiam4 punti
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Caro William la tua e’ una ricerca affascinante: connotare ogni periodo storico medioevale con una moneta che ne possa rappresentare il o uno dei riferimenti. Oltre ai consigli/ suggerimenti - tutti validissimi - espressi sopra mi sento di consigliarti un ottimo testo di riferimento da parte di uno dei maggiori se non il maggiore studiosi di numismatica medioevale cge abbiamo avuto: Philip Grierson nel suo Coins of Medieval Europe ( efito da Seaby nel 1991) Grierson esamina secolo per secolo ( a partire dal periodo immediatamente succesdivo al 476) tutta la monetazione in circolazione nelle varie aree europee. Quindi non hai come riferimento solo quella italica ma apprendiamo - ad esempio - che nel territorio ispanico dal VI al VII secolo circolavano tremissi ( terzo di soldo d’oro) visigoti che superavano per quantità tutto l’oro emesso in Italia nel medesimo periodo. in Francia vi era una cospicua circolazione di moneta emessa dai re Merovingi , per lo piu’ d’oro prima dell’avvento dei denari di Pipino e della monetazione carolingia che rivoluzionerà, con la sua riforma, tutta la monetazione europea dei secoli successivi all’VIII. apprendiamo che la monetazione papale inizia proprio con il denaro a cavallo dell’importante riforma, preceduta pero’ dalle rarissime siliquae papali-imperiali di recente apparizione prima sconosciute agli studiosi. Grierson esamina tutte le proncipali emissioni dei vari regni, principati, dicati, comuni che si sono succeduti nel territorio europeo dal Portogallo alla Norvegia, agli stato tedeschi, alla Sicilia, ai territori slavi dalla caduta dell’impero romano fino al termine di quello bizantino e al principio quindi dell’evo moderno. non c’è migliore guida per comprendere appieno in un unico volume l’evoluzione di titta la monetazione medioevale europea. Le monete illustrate sono quasi tutte della straordinaria raccolta che Grierson mise insieme in 60 anni e che lascio’ al Fitzwilliam museum di Cambridge. il libro ha avuto cosi successo che alcuni collezionisti, in particolare un americano, si sono dati alla raccolta degli esemplari illustrati nel volume cercando di reperire quanti piu’esemplari possible di quelli illustrati al fine di formare una storia medioevale numismatica europea che rappresenta uno dei periodi più’ interessanti e affascinanti da studiare. auguri per la tua raccolta!4 punti
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Probabilmente ha visto bene @gennydbmoney; quindi 92, ma la certezza assoluta chi può averla? probabilmente qualcuno che riesce a mettere in relazione anche altri elementi del conio del D, e io non sono tra questi. Se fosse 92 propongo questo; Ci siamo accavallati di nuovo??3 punti
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Caro Fabrizio, quante cose si imparano leggendoti e leggendo tutti voi Serenissimi: c'è solo da tirarsi giù il cappello e non perdere un rigo e una discussione da voi postata! Congratulazioni a te per l'occhio di falco e l'attenzione ai minimi dettagli per il riconoscimento di questa chicca. Sono felicissimo per la tua nuova entrata in collezione, e leggo tra le righe della tua spiegazione (che ho avuto il piacere di rileggermi nella versione ampliata e ben documentata anche sull'altra sezione delle zecche italiane) una enorme soddisfazione e grandissima passione per questa monetazione. Sei, anzi, siete voi tutti, un riferimento ed un pungolo a leggere, studiare, guardare con curiosità, porsi domande e, anche (cosa che reputo molto importante) avere il coraggio di chiedere e condividere con gli altri appassionati dubbi e approfondimenti anche su monete non legate al proprio ambito di collezionismo e studio. Grazie!3 punti
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Mi associo in pieno a quanto espresso dagli amici @grigioviola ed @Illyricum65 Quando si entra per la prima volta in una casa che non conosciamo e frequentata da persone che non conosciamo, per prima cosa entriamo in punta di piedi, salutiamo, ci presentiamo con garbo e poi iniziamo a parlare. E se dobbiamo chiedere lo facciamo con creanza (come si diceva una volta), scusandoci del disturbo e ringraziando per la risposta. Questa e' la prima regola: l'educazione. Poi parliamo pure di monete..... di monete, appunto! A me pare che ormai ci sia una deriva e che conti solo il "quanto vale". Nessuno nega che l'aspetto economico sia importante, ma questo dovrebbe essere un forum di numismatica, dove al primo posto dovrebbe esserci la cultura, la passione, lo studio. Poi (ma solo poi) anche il resto. Ciao da Stilicho3 punti
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Zecca di Torino, forte -III tipo, battuto sotto Amedeo D'Acaja (1377-1402), Cudazzo,32. - Ciao Borgho3 punti
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Buongiorno @matitrial, la moneta da Lei proposta offre alcuni interessanti spunti di approfondimento e discussione. Ho approfondito lo studio dei ritratti di Filippo IV nella monetazione milanese, incrociando le evidenze stilistiche con i documenti ad oggi pervenuti per stabilire delle cronologie all'interno della vastissima produzione di tale regnante (link). La medesima ricerca è certamente ben più ardua per la zecca di Maccagno, ma il confronto con la ben più documentata (anche solo pensando al numero di monete ad oggi pervenuto) produzione milanese coeva può essere a mio avviso di grande utilità. Personalmente non sono affatto convinto della "totale" imitazione del prototipo del sesino di Milano. Quest'ultimo nominale presenta sì, indipendentemente se coniato sotto Filippo III o IV, la tipologia busto/croce fiorata ma al diritto le differenze sono lampanti. Sia ben chiaro, esistono certamente sesini di Giacomo III aderenti perfettamente al tipo milanese (nello specifico, i tipi Gianazza 45/D e 45/E) ma la moneta presentata è ben differente. Il tipo di sesino come quello da Lei proposto presenta ben evidente un ritratto con folta capigliatura e colletto ripiegato, elemento che rimanda ad un primo impatto al quattrino di Filippo IV dell'ultima emissione, quello per intenderci con al rovescio la grande biscia a tutto campo ed emesso dal 1661. Ma questa data non è congrua con la moneta proposta, Giacomo III morì infatti nel 1645. Sempre in area milanese abbiamo un ritratto identico a quello del quattrino sopracitato, generato dal medesimo punzone. Lo troviamo nella rara parpagliola con ritratto emessa nel 1649 circa; anche questa data però non rientra nel periodo di nostro interesse. Quattrino di Filippo IV, immagine da acsearch, VL Nummus 8, 1543 Siamo quindi ad un'apparente situazione di stallo, la moneta spicciola del milanese prima di quella data presenta ritratti con capigliatura corta e colletti sempre fittamente pieghettati. Cosa ci sfugge? La posizione geografica di Maccagno! Se da una parte abbiamo infatti il Ducato lombardo-spagnolo, dall'altro troviamo quello sabaudo con il proprio circolante. Ed è proprio da questo secondo bacino monetario che dobbiamo attingere per trovare ciò che ispirò il diritto di questo sesino del Mandelli. Le affinità col soldo di Carlo Emanuele I (tipo Biaggi 581) sono ben evidenti, folta capigliatura e colletto ripiegato infatti sono caratteristiche presenti nella unica moneta bassa – in puro rame a volte imbianchito – con il ritratto di questo Duca. Anche il periodo di emissione risulta congruente con una imitaizone emessa nella prima metà del XVII secolo, i soldi di Carlo Emanule furono infatti coniati tra il 1594 ed il 1600 in copiose quantità. Soldo di Carlo Emanuele I, immagine da acsearch, Gadoury 19, 114. La Sua moneta quindi la ritengo un ibrido, l'unione di due realtà che trovarono nel feudo di Maccagno un punto d'incontro nella discutibile arte dell'imitazione monetaria. Sperando di non averLa annoiata con le mie considerazioni, Le auguro buona giornata Antonio3 punti
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Buona serata Proprio così e non è raro trovare l'osella nelle grida per la determinazione dei cambi delle monete. saluti luciano2 punti
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Il rif. 123 si riferisce ad un Tornese con doppia data: 1592 al dritto ed illeggibile nel rovescio. Potrebbe essere come il mio, un 1592/15932 punti
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Cuba - Cuarenta Centavos 1962 Rappresentazione di Camilo Cienfuegos ( 1932 - 1959 ) il quale diede un importante contributo a porre fine al regime dittatoriale di Fulgencio Batista2 punti
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Buonasera a tutti, chiedo Vostro aiuto per la giusta catalogazione di uno dei miei Tornesi di Filippo II. Tornese con Cornucopia anno 1575. Diametro 27mm Peso g. 6, 06 Che conservazione potremmo attribuirgli secondo voi? Saluti Alberto2 punti
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Devo essere sincero: non mi era mai capitato di imbattermi in una medaglia del genere! Va bene che il contesto è l'entrata in guerra dell'Italia contro i suoi alleati (Germania e Austria-Ungheria) ma lo sviluppo del tema è assai particolare: su un lato l'Italia è impersonata da un bersagliere pittoresco con i baffi che attacca vigliaccamente alle spalle l'Aquila bicipite (personificazione dell'Austria-Ungheria) e sull'altro l'Italia, sempre rappresentata dal bersagliere con un aspetto un po' da macchietta, viene cacciata via con una baionetta da due soldati personificazione della Germania e dell'Austria-Ungheria (il tedesco imbraccia la baionetta). Che dire: ecco come veniva vista l'Italia dell'epoca. È però un po' strano (al meno per me) ritrovare questo tema così elaborato in una medaglia. I dati: Medaille 1915, 1. Weltkrieg, Dreibundschmarotzer, Sign.Karl Götz 59.6g, AE, 56mm2 punti
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Non posso fare altro che condividere quanto espresso da @grigioviola che rispecchia anche una mia intima amara riflessione. E non faccio appello al regolamento del Forum. Non dovrebbe servire. Spero venga colto il senso di questi ultimi due post. Per il bene della collettività che frequenta il Forum stesso. Buona giornata Illyricum2 punti
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Eccoci di nuovo qui! Prima di iniziare vorrei ringraziare @Brios per l'interessante integrazione inerente le imitazioni russe dei ducati olandesi. Come potete vedere, a conferma di quanto scrissi, queste “riproduzioni” furono eseguite per un lungo lasso di tempo, sotto vari zar e zarine. Ora, però, senza dilungarci troppo, tornerei al tema cardine della discussione. Finora abbiamo osservato monete in pieno stile “tradizionale”, senza alcun riferimento al mutamento della forma di governo da repubblica a monarchia. A partire dal 1808, Luigi prese finalmente coraggio, facendo apporre il proprio volto su numerose tipologie di monete. Tra queste, ovviamente, non poteva mancare il nostro benamato ducato. Ecco, dunque, il cosiddetto “ducato con cavaliere”, coniato sempre (e solo) ad Utrecht tra il 1808 ed il 1809. Al dritto troviamo il ritratto di Luigi Bonaparte rivolto verso sinistra. Come potete osservare, la testa è nuda e lo sarà in tutte le sue monete. In altre parole, non vedremo mai corone d'alloro o altro a cingergli il capo. La realizzazione dei conii è affidata all'abile mano dell'incisore George. La legenda, non più in latino ma in olandese, recita: “LODEW NAP KON VAN HOLL”, ovvero “Luigi Napoleone Re d'Olanda”. Al rovescio, invece, abbiamo il classico cavaliere olandese in armatura, quasi a rappresentare l'ultimo baluardo ancora in vita della precedente monetazione. La legenda circolare “EENDRAGT MAAKT MAGT”, traducibile in “la concordia fa potenza”, ricorda ancora il “motto” dei ducati dell'ormai tramontata repubblica. Questo ducato fu coniato all'incirca in 280.000 pezzi. Molti esemplari del 1809 furono, purtroppo, rifusi direttamente in zecca per la coniazione di una nuova e definitiva tipologia di ducato, che tra poco vedremo. Si tratta, dunque, di monete non introvabili ma nemmeno tra le più comuni, certamente più ricercate ed apprezzate dai collezionisti del periodo napoleonico rispetto alle precedenti fin qui descritte. Concludiamo ora la lunga trattazione dei ducati con l'ultima tipologia di questa moneta. Con questo ducato possiamo dire che si rompe definitivamente il legame con la tradizione. Anche il secolare cavaliere in armatura viene, infatti, abolito. Al suo posto troviamo uno stemma coronato, suddiviso in quattro quadranti. Qui trovano spazio due aquile (simbolo dell'Impero francese) e due leoni rampanti (di derivazione olandese). Il legame tra Francia e Paesi Bassi viene ora reso esplicito anche sulle monete. La piccola ape che osserviamo in basso, sotto la data, rappresenta invece il simbolo della zecca reale di Utrecht. Questa moneta venne coniata tra il 1809 e il 1810, anno in cui il regno fu annesso all'Impero. Furono battuti oltre 2 milioni di esemplari. Si tratta, dunque, di monete più facilmente reperibili rispetto ai ducati con cavaliere. Il ducato del 1809, in particolare, appare con maggiore frequenza sul mercato. Perfetto! Si completa così la trattazione del ducato olandese, una moneta che, come avete potuto constatare, ha assistito ad una straordinaria evoluzione, specialmente se si considerano i soli 4 anni di regno di Luigi Bonaparte. Per oggi direi che abbiamo concluso. Alla prossima!2 punti
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Buongiorno, buonasera, buon pomeriggio, ciao mi chiamo Lino Topo e colleziono tappi di birra, ma solo bionda. ho bisogno di aiuto perché non so se questo tappo è di una Peroni o di una Nastro Azzurro grazie, prego, non c'è di che Perdonate il sarcasmo... ma lo preferisco alle male parole. Entrare e sparare a zero così senza nemmeno un saluto mi pare un po' fuori luogo (al di là del contenuto del messaggio su cui ci sarebbe da dire). Ma forse anche no, sbaglio io e tutto è perfettamente in linea con la maleducazione che ultimamente sembra essere aver colpito un buon 80% del genere umano...2 punti
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1962 Malaya & brithis Borneo - 1 cent Vi è raffigurato il particolarissimo kriss malese2 punti
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Ciao a tutti, ripropongo oggi questa mia vecchia discussione per integrarla con un pezzo che ho avuto modo di aggiungere in collezione qualche tempo fa. D/: VRBANVS·VIII· – ·PON·MAX in basso A . XX Busto a destra, piviale con fiorami. R/: VIVIT – + - . DEVS· S. Michele trafigge Lucifero; a sx., nel campo, Armetta Farzetti e Pavia e, all’esergo, 1643. A sx., in basso, sigle G M (Gaspare Mola, incisore). CNI 540 Muntoni 82. Peso 9,82 g. Questa tipologia non appare molto di frequente e solitamente presenta conservazioni abbastanza modeste. Questo esemplare si presenta ancora gradevole con conservazione superiore alla media. Delle tre tipologie di testoni con al R/ San Michele che trafigge Lucifero, questo (Munt 82) e quello sopra presentato con stemma al D/ (Munt 83), sono le due più rare. Quello con al D/ il busto con camauro e mozzetta (Munt 81), è invece quello che più frequentemente appare sul mercato. Vostri commenti e integrazioni sono come sempre graditi. Michele2 punti
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Buonasera a tutti, la mia Napoletana di oggi. Piastra 120 grana 1798 Ferdinando IV Saluti Alberto2 punti
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Chiedo scusa ma ho visto solo ora la discussione... Sono abbastanza "preso" da vari impegni in questo periodo... Confermo comunque l'identificazione della moneta come una parpagliola di Carlo Il, ma del IV tipo https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-CA2/62 Si vedono i tre anellini sopra lo scudo, mi lascia perplesso il numerale Il dopo ITALIA , almeno così mi sembra.., e il fatto che le due facce siano capovolte rispetto le legende.. con le sabaude però è tutto possibile. La moneta meriterebbe una pulizia per riuscire a leggere le sigle e gli altri particolari, ora non ho sottomano i "sacri testi" ma domani cercherò se si tratta di una variante conosciuta.. Moneta comunque interessante!1 punto
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Penso di si, le alternative possono essere (spero di non dire baggianate) 92/92 o 92/93 per ovvi motivi. Oltre a 93/931 punto
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Certamente, cercherò di postarlo a stretto giro!!! Un carissimo saluto @fabry611 punto
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Se così fosse allora potremmo classificarla come; DAP n106, PR n 59 (con medusa alla base del collo) DAP n 126, PR n 69 (senza medusa) nella foto in basso controlla se potrebbe esserci la Medusa (cerchio verde) e se dietro la testa c’è qualcosa (cerchio rosso), ma aspetta pareri più autorevoli. Hai ragione, allora facciamo "Scarrafone andante super"??1 punto
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Carissimo cullatore di sogni futuri....? come sempre belle monete e ti si perdona la mancanza di presenza (non tutti dormono sogni d'oro). Aspetto anche l'altro....eheheh.1 punto
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Buonasera, @doppiopunto grazie per il tuo intervento, osservandolo dal vivo non scorgo sigle, e nemmeno la data sotto, ho notato che la leggenda parte proprio da sotto al busto, non penso che il Flan si fosse sviluppato di molto oltre la scritta, a tal punto da permettere una data appena coniato e non più leggibile. Riguardo allo scarrafone andante io qualche punto in più glielo darei, mi pare un pelino superiore alla mia conservazione media ? Posto nuove foto, magari si vedono meglio alcuni dettagli. Saluti Alberto1 punto
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Buonasera. Per la giusta catalogazione bisognerebbe capire se ci sono le sigle e la data al dritto e, da queste foto, per me risulta complicato.. Appunto... dalla conservazione dipende anche la "leggibilità" ma volendo potremmo attribuirgli "Scarrafone andante"?1 punto
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Molto bella anche questa. Come ho gia' detto sono un piccolo collezionista che ha iniziato 20 anni fa acquistando medaglie su internet. Ho smesso di farlo quando ho scoperto che tantissimi erano dei falsi invecchiati ad arte, assieme al loro nastro di ordinanza, con acidi appositi. Da allora, quelle poche che acquisto, anche se molto comuni, lo faccio da privati che conosco, perche' sapere che una medaglia e' appartenuta realmente ad uno che "sputava" sangue in una trincea per me ha un valore enorme. La medaglia di questa discussione pur non essendo appartenuta ad un reduce mi ha colpito per le sue particolarita' raramente riscontrate in altre medaglie. buona giornata a tutti in particolare a Sandakon per l'impegno e la passione che ci mette..1 punto
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voi avete ricevuto un riscontro una volta inviata la mail? Si Buongiorno,la ringraziamo per l'invio, ricevuto. Cordiali saluti, Giuseppe Chiarelli Dovrebbe arrivare un email con testo simile1 punto
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Complimenti! Gran bella moneta!! Con patina molto gradevole!! Il volto, in particolare gli occhi sono molto espressivi!1 punto
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Ciao, aggiungerei anche la monetazione ostrogota che dà soddisfazione sia in Ae che in argento; https://www.acsearch.info/search.html?term=ostrogoth&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&thesaurus=1&order=0¤cy=usd&company= Saluti Eliodoro1 punto
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La moneta è autentica ma consumata da qui il peso calante, coniata in 3.540.000 esemplari nella zecca di San Francisco saluti TIBERIVS1 punto
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Pochi sanno delle implicazioni di questo frutto anche nel mito di Niobe, la bella regina di Lidia dai capelli fluenti, fiera e orgogliosa di carattere. Figlia di Tantalo e sorella di Pelope, sposò Antiao e gli generò ben dodici figli, sei maschi e sei femmine, secondo alcuni, quattordici, sette e sette, secondo altri. Ne andava legittimamente orgogliosa tanto da vantarsene nei confronti della dea Latona e deriderla, perchè lei con Giove era riuscita a procrearne soltanto due: Apollo e Artemide. Peccò di "ubris", di tracotanza, laddove necessitava equilibrio, saggezza e temperanza, "sofrosune", almeno nei confronti degli dei. Gli antichi Greci praticavano, come si sa, una "religione antropomorfa", nel senso che le divinità assumevano non solo forme umane, ma in loro erano connaturati anche virtù e vizi tipici degli uomini, e, quindi, passioni, come la gelosia e l'invidia. E fu proprio l'invidia degli dei, la "ftonos ton teòn" a perdere Niobe. La vendetta degli dei fu tremenda: Apollo uccise i sei/sette maschi, Artemide le sei/sette femmine. Niobe per dolore fu trasformata in roccia. "Fatta pietra dai numi cova il suo strazio" canta Omero nel XXIV libro dell'Iliade. E Sofocle dà voce, nell'Antigone, alla rappresentazione del tragico: "La figlia di Tantalo morì di morte infelicissima sulla cima del Sipilo: un germoglio di pietra, come edera tenace, si impadronì di lei, e si strugge di lacrime e da sotto le ciglia con pianto perpetuo irrora i fianchi del monte". E nella fantasia popolare, tramandata nei secoli, la roccia, in cui la regina di Lidia venne trasformata, esiste ancora. A pochi chilometri da Smirne, c'è la cittadina di Manisa, la vecchia Magnesia. Partendo da qui e seguendo le indicazioni si sale lungo il fiume Caibasi, verso le pendici del Sipilo. Non ci si può sbagliare. Le indicazioni portano alla "Roccia Piangente": Niobe è qui a perpetuare dolore, che si fa fiume di lacrime, nella sorgente che sgorga dalla roccia, e che si ingrossa lungo il corso. L'unica pianta che è nata e prospera all'ombra del macigno è un melograno. La montagna sovrastante è tutta una macchia di pini, dove, d'estate, riecheggia assordante il concerto delle cicale. Fonte e melograno simboleggiano il ritorno ala vita (si materializza in acqua, fiori e frutti) dopo la tragedia della morte. Intorno si respira aria di sacralità. Fonte https://www.positanonews.it/2015/11/la-simbologia-del-melograno-nel-mito-di-niobe-persefone-e-demetra-a-smirne-eleusi-e-paestum-3/167916/#:~:text=Il melograno di Niobe simboleggia,morire per rinascere e rivivere. apollonia1 punto
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Ciao, ho trovato una discussione in inglese su numista che fa al caso tuo, si tratta proprio della medaglia commemorativa cinese, non moneta, che é stata identificata https://en.numista.com/forum/topic91212.html L'anno dovrebbe essere il 1939. Saluti1 punto
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Buongiorno, a colpo d'occhio mi ha ricordato l'ulivo posto sopra la civetta ateniese. Smanettando un po' in giro, ho trovato qualcosa di simile, sempre ateniese. https://www.sixbid-coin-archive.com/#/de/single/l31104284?text=HemiObol athens1 punto
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Il valore in Numismatica soggiace in prima battuta a regole di mercato poi in modo non secondario alla "passione" del collezionista. Le medaglie, forse, scartano un po' dalla prima, e si affidano più alla seconda. Nel tuo caso hai già avuto pareri importanti ( @sandokan) di cui dovresti tenere molto in considerazione, comunque anche al sottoscritto una medaglia così "esplicita e cruda" non piacerebbe, però "de gustibus non disputandus est" se ti piace....però sul prezzo non sono assolutamente d'accordo, in aste (altro genere è vero) vi sono medaglie papali magnifiche, con anni di storia, ecc.... ecc... a costi inferiori. Saluti TIBERIVS1 punto
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Eccone un altro, incentrato più sulla storia che sulla numismatica in senso stretto, una storia forzatamente, e volutamente, sommaria, ma da cui si può prendere spunto per ulteriori approfondimenti petronius1 punto
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Io definisco questo scritto un copia incolla, fatto male, del lavoro del "nostro" L . Gherardi, Le imitazioni del grosso Matapan. Non c'è accenno a reali contraffazioni, non c'è accenno ai lavori di Lunardi, Mazarakis, Gamberini...1 punto
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CONFESSIONI DI UN TEPPISTA Non tutti son capaci di cantare E non a tutti è dato di cadere Come una mela, verso i piedi altrui. È questa la più grande confessione Che mai teppista possa confidarvi. Io porto di mia voglia spettinata la testa, Lume a petrolio sopra le mie spalle. Mi piace nella tenebra schiarire Lo spoglio autunno delle anime vostre... (Sergej Esenin)1 punto
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Nell'asta n. 53 della Nomisma compare il seguente esemplare con questa descrizione: PALERMO Ferdinando III (1759-1816) 3 Tarì 1796 – cfr. MIR 617/1 AG (g 7,64) R Il peso eccedente (il MIR indica 6,60 grammi) e lo stile incerto fanno ritenere che si tratti di un falso d’epoca. È comunque un pezzo che merita ulteriori approfondimenti. Che opinioni avete a riguardo? Grazie.1 punto
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@@cippal Caro Sebastiano, il microscopio è solo uno strumento che ci permette di esaminare un oggetto ad elevati ingrandimenti, con condizioni di illuminazione e di definizione di immagine che difficilmente si possono realizzare con una semplice lente di ingrandimento. Certamente si possono identificare i falsi, le differenze dei metalli, le manomissioni ecc., ma tutto questo richiede studi di varia natura, perché è l'utilizzatore che deve sapere cosa e dove andare ad esaminare, come è l'utilizzatore che deve scegliere una determinata tecnica di illuminazione piuttosto che un'altra per vedere determinati particolari. Quindi bisogna studiare un po' di metallurgia, un po' di ottica, le tecniche di illuminazione e così via, non dimenticandoci che esaminare vuol dire anche "sperimentare", costruirsi un illuminatore, un accessorio particolare, ovvero plasmare lo strumento al nostro modo di esaminare ed ai nostri bisogni. Io quando ho iniziato il corso di gemmologia, mi hanno dato in mano una lente 10X e con quella ho iniziato, e bisogna sempre ricordarsi che quello è lo strumento principale perché è quella che possiamo tenere in tasca e portarcela dietro in qualsiasi posto, cosa difficilmente realizzabile con un microscopio. Una docente mi diceva sempre: "più cose riesci a vedere con la lente più probabilità hai di non sbagliare diagnosi" (da allora porto sempre con me due buone lenti, una 10X ed una 20X). Il microscopio serve a dare delle certezze a cose che abbiamo già individuato, e ad ampliare l'analisi per affinare la diagnosi finale. Se tu sai cosa andare a vedere per individuare un falso Elmetto, non serve il microscopio, ma se non lo sai puoi avere il microscopio più professionale esistente ma non ti aiuterà di certo, come non ti aiuterà per determinare un trattamento subito da un metallo se non hai le nozioni di metallurgia necessarie. Io sostengo, anche con gli allievi che seguivo durante i corsi, che il microscopista deve essere una persona molto curiosa e che conosca perfettamente lo strumento che usa in tutti i suoi particolari. Io il mio microscopio me lo sono personalizzato, provando e riprovando sistemi di illuminazione, modifiche meccaniche ed ottiche fino a quando ho raggiunto quello che ho ritenuto il giusto risultato. Mi spiace che non posso scaricare i video che ho realizzato sul mio microscopio perché risultano troppo pesanti, ma se trovo il modo di farlo capirai perfettamente quanto ho scritto. Dimenticavo: io sono sempre a disposizione per travasare la mia esperienza e le mie conoscenze a tutti quelli che ne possono avere interesse, cosa che ho sempre fatto con la massima soddisfazione con tutti gli allievi che ho seguito in diversi anni di assistenza d'aula.1 punto
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Belli! Mi riferisco ai soggetti, mi hanno sempre interessato gli insetti in ambra ma ne sono sprovvisto, micromount stupendi. Mi ricorda molto una discussione interessantissima di microscopia che venne alla luce su un altro forum non numismatico parecchi anni fa. Sperando di non inquinare, queste erano le bestiole di cui mi interessavo io.... (4 mm) (1 mm) Il grosso problema dei nostri piccoli oggettini @@Legio II Italica sono la profondità di campo (pressoché nulla per le monete che, oltre ad essere più grandi, son piatte e fotografate più da "lontano"). Con la macchina montata sul terzo oculare si perde il diaframma e l'unica è il focus stacking (usavo l'ottimo Helicon focus), ma l'è 'na bugada, per dirlo in dialetto.... (2 mm) D'accordo, sono un po' sottoesposte e lo specchio era un campo minato, riguardandole oggi mi si rizzano i capelli, ma considerando che le feci almeno 5-6 anni fa... mi reputo soddisfatto ;).... Scusate la piccola divagazione, ricordi di altri tempi :D....1 punto
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