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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/11/20 in tutte le aree

  1. Buona sera a tutti, Condivido con voi tutti l'ultima piastra di un grande Re. Ha una piccola variante il legenda che se non ricordo male il manuale Magliocca la classifica R3. Saluti Raffaele.
    5 punti
  2. Mi pare che nessuno ha minimamente pensato ad responsabilità della casa d'aste. Ci mancherebbe.......qui si sta descrivendo che non la NAC , ma vari collezionisti e studiosi, che hanno potuto vedere la moneta e addirittura pubblicata in un libro. Non pensi che fare un pò di chiarezza, giovi a chi come @coinzh, ha dovuto passare mesi, o anni , a frustarsi . Visto che la moneta l'aveva acquistato perché gli piaceva. Qui non è in causa la NAC che puntualmente ha rimborsato e ritirato la moneta. Con la NAC ..... si sa che si può dormire sonni tranquilli. Certamente sono cose che possono succedere. a qualsiasi società. D'altronde resta sempre il famoso motto del grande Roberto.......Il più bravo e , quello che sbaglia meno"
    5 punti
  3. Le due zecche dell'impero gallico furono Treviri (la principale) e Colonia (aperta verso la fine del regno di Postumo). Con la riannessione del territorio dopo la resa di Tetrico in favore di Aureliano, la zecca di Colonia cessò la sua attività mentre la zecca di Treviri emise solamente due monete (almeno solo due oggi sono note) a nome di Aureliano prima di essere chiusa/trasferita a Lione. Aureliano a Treviri coniò durante l'estate del 274 questi due esemplari: IMP AVRELIANVS AVG PACATOR ORBIS IMP AVRELIANVS AVG VIRTVS AVG Qualche giorno fa, da Roma Numismatics, è stata venduta una interessantissima moneta di Tetrico II che ahimé non sono riuscito ad aggiudicarmi perchè oltre il mio budget (minimo) che avevo previsto: notate nulla di strano? Si tratta di un esemplare inedito di Tetrico II, apparentemente di buono stile e di fattura ufficiale con una particolarità: il rovescio è del tipo VIRTVS AVG con Marte, scudo, lancia e fiore in mano. Si tratta di una tipologia di rovescio "sconosciuta" per i sovrani gallici il che fa pensare a una moneta di congiunzione tra l'Impero Gallico e la riannessione di Aureliano. La mente e la fantasia volano e fanno ipotizzare un'ultima emissione gallica ripresa come prima coniazione dal nuovo sovrano che aveva appena riconquistato la Gallia con le sue relative zecche. E la fantasia si rafforza ancor di più se andiamo ad analizzare questo esemplare di Aureliano (ne sono conosciuti tre in tutto) appartenuto a Philippe Gysen e venduto un paio di anni fa in asta da Jacquier: Vi ridomando: notate nulla di strano? ...vi metto un'altra immagine (perdonate se la scala non è delle migliori): se la vista non mi inganna, si tratta del medesimo conio di rovescio, robe da far cadere la sedia all'indietro! Quindi? Prende consistenza l'ipotesi precedente? Se sì, la storia della zecca di Treviri nel periodo di passaggio tra l'impero gallico e la riannessione all'impero centrale, andrebbe riscritta o comunque rivista. Tuttavia, anche se mi piacerebbe fosse così, rimango con qualche dubbio che non posso fugare non avendo in mano la moneta e sostanzialmente il dubbio è questo: molto probabilmente si tratta di una emissione locale realizzata per fusione accoppiando due stampi ricavati da monete ufficiali: una di Tetrico II e una di Aureliano... un po' come accaduto per questo esemplare: In ogni caso, mi fermo qui, in attesa di ulteriori sviluppi, ipotesi e approfondimenti. Incidentalmente ho scoperto che su questo pezzo sta preparando un articolo un numismatico francese... l'ho saputo oggi in quanto l'ha pubblicamente detto, abbiamo discusso delle mie ipotesi (che in sostanza sono anche le sue) e mi ha anticipato qualche sua considerazione sul pezzo, che però secondo me viene meno se siamo in presenza della medesima coppia di conii cosa che io ritengo con assoluta convinzione. In ogni caso mi fermo per rispetto accademico e parcheggio la mia idea di farne un piccolo articolo in attesa della sua pubblicazione. Si tratta di un grande conoscitore (e collezionista e commerciante) dell'Impero Gallico a cui va tutto il mio rispetto e la mia stima. Nulla ci vieta di discuterne però in questo spazio col tenore di una chiacchierata tra appassionati!
    4 punti
  4. Cari amici di Genova dopo essermi inserito in una vecchia discussione di Venezia desidero postare qui a vostro beneficio, l'ultima arrivata nella mia piccola collezione. Si tratta, come potete ben vedere, di un rarissimo grosso imitativo di Martino Zaccaria emesso a Scio probabilmente nel 1328-1329, ma sicuramente dopo la morte del figlio Bartolomeo nel 1327. La moneta riporta: D/ +M.Z.S.V.IMPATOR. DVX lungo l'asta .S.SIDOR.SYI R/ IC-XC cerchio sotto il gomito. ed è conosciuta in pochi esemplari anche se è segnalata come R3 nel nostro catalogo. Per identificarla sono stati utilissimi una serie di volumi partendo dal Giuseppe Lunardi “Le monete delle colonie genovesi” https://www.storiapatriagenova.it/Docs/Biblioteca_Digitale/SB/396b22c37e8bbc6c44c30828fc127900/b951fa2b11b625617738aac13db46a05.pdf Domenico Promis “La zecca di Scio durante il dominio dei Genovesi” https://books.google.it/books/about/La_Zecca_Di_Scio_Durante_Il_Dominio_Dei.html?id=0OfguQEACAAJ&hl=en&output=html_text&redir_esc=y Gamberini di Scarfea “Le imitazioni e le contraffazioni monetarie nel Mondo” vol. 3 e specialmente Andreas Mazarakis “Zaccaria e Della Volta nell'Egeo Orientale 1268-1329” https://docplayer.it/56369244-Zaccaria-e-della-volta-nell-egeo-orientale.html Sono letture necessarie per un appassionato di Venezia e delle contraffazioni ed imitazioni che la riguardano. Questi libri mi erano stati di grande aiuto nella stesura di un articolo riguardante proprio la zecca di Scio. https://www.academia.edu/39945295/UNA_POSSIBILE_CONTRAFFAZIONE_DELLA_ZECCA_DI_SCIO_A_NOME_DI_FRANCESCO_FOSCARI_NUMEROSE_FONTI_TESTIMONIANO_COME_SCIO_ABBIA_AVUTO_NOTEVOLI_DISSAPORI_CON_LA_SERENISSIMA_RIGUARDO_CONTRAFFAZIONI_DI_MONETE
    4 punti
  5. Buonasera a tutti! Oggi condivido la mia 1826 per non discriminare il buon Francesco I Un caro saluto!
    4 punti
  6. Mi e sembrato corretto fare chiarezza, affinché non si verificano simili fatti. Tutto comincia, nell'ottobre 1998, asta NAC collezione Moretti. Lotto 79 nomos in Ar gr. 7,55 aggiudicata ad un collezionista (anonimo) per 2.600 CHF. Moneta proveniente dalla collezione Vlasto, vista e studiata da Dott. Fischer-Bossert che la pubblica nel suo libro sulle didracme di Taras. Fin qui, nessuno si accorge della genuinità di questo Nomos interessante. Dopo 7 anni, la moneta ricompare nell'asta del 5 aprile 2006, Coinz l'acquista e la inserisce nella sua raccolta. Più la guarda e più gli vengono dubbi, fa vedere la moneta a qualcuno e da quando gli rispondono, non lo soddisfano. Preso dai suoi impegni personali, la cosa resta in attesa di chiarimenti. Scrive alla NAC , gli rispondono con gentilezza, la piena disponibilità. Con il passare degli anni, ha acquistato in altre aste, diverse monete per la sua raccolta. Casualmente si è imbattuto su qualche altro falso, da qui la preoccupazione, nol chiedere quale è una percentuale di falsi che si possono riscontrare nelle aste.
    3 punti
  7. Vorrei fare alcune precisazioni 1. io non ho deciso di illustrare i fatti e questa discussione io non ho consentito ad aprirla. C'e' stato un malinteso tra me e gionnysicily. Ora la discussione e' aperta e per me puo' continuare. 2. la moneta e' illustrata sul catalogo delle monete del museo delle antichita' di basilea. Questo catalogo fu scritto da Herbert A. Cahn, Leo Mildenberg, Roberto Russo, Hans Voegtli. Non so se almeno uno di questi autori ha preso in mano la moneta in passato. 3. mandai le foto ad alta risoluzione (dettagliate come quella del messaggio 12 sopra) di diritto e rovescio a Fischer-Bossert e lui mi rispose che a prima vista dalle foto non vede nulla che possa far pensare ad un falso. Scrisse inoltre che dalle foto non si puo' mai dire con sicurezza se e' un fuso. Questo lo si puo' determinare solo con un'autopsia o un' "attacco", mi scrisse 4. una casa d'asta a cui mandai le foto mi disse che la moneta e' falsa 5. i signori Russo della NAC dopo aver visionato la moneta dal vivo con una lente mi dissero che la moneta puo' essere falsa oppure autentica e mi dissero che loro la riacquistano se desidero. Io desideravo tenerla se autentica e ridarla se falsa. Siccome c'erano pareri contrastanti sull'autenticita' non sapevo che fare. Ora l'ho ridata.
    3 punti
  8. Ho tenuto per ultimi i dati ponderali che sono Gr. 1,45 di peso e mm. 18 di larghezza. Questi permettono di capire che la tosatura della moneta è stata fatta per portarla al peso medio dei grossi circolanti nell'area balcanica. Una conferma ci viene da Simon Bendall che in “A late 14th Century Hoard of Balkan silver coins” https://www.persee.fr/doc/numi_0484-8942_1989_num_6_31_1944 dove vengono descritti 14 grossi bulgari di Ivan Alexander e Michael Asen (1331-1335) con un range di peso che varia da gr. 1,15 a gr.1,81 ma con ben 4 esemplari sui gr. 1,40 (precisamente 1,41-1,46-1,44-1,41). Lo stesso autore porta a conoscenza che nel Gospodjin Vir hoard depositato dopo il 1373 erano presenti un'alta proporzione di monete pesanti la cui media di peso portava a gr. 1,38 per il tipo contro la media di 1,41 di questo ritrovamento. Regnante nello stesso periodo a Bisanzio Andronico III (1328-1341) dopo aver sconfitto gli Zaccaria a Scio inizia la politica di riduzione del peso del basilikon per riprendersi dalla guerra civile che aveva sconvolto l'Impero. Verso il 1335/1340 anche a causa della grave crisi dell'argento il peso del basilikon viene portato da gr. 2,00 a gr. 1,40. Andronico III 1335-1341 basilikon ridotto circa 1335-1341 IC – XC stella – B. OITHHΔ − ΑΝΔΡΟΝΙΚ... S. Demetrio/Andronico Γ / Ο / Δ. LPC p. 118, 4 var. PCPC 197 (sigla B ) DO 875 var (stella al posto di giglio). Sear 2472 var. http://www.tuttonumismatica.com/uploads/monthly_02_2016/post-427-0-85016000-1454970425_thumb.jpghttp://www.tuttonumismatica.com/uploads/monthly_02_2016/post-427-0-83912800-1454970433_thumb.jpg Nella stessa Serbia con re Stefan Dusan (1331-1355) abbiamo l'emissione di nuovi Dinar dal peso medio di gr. 1,40. Credo che ulteriori interventi da parte degli amanti di Genova siano benvenuti in modo da poter ampliare questa discussione ed invito @matteo95 a citare altri amanti delle monete genovesi in quanto sicuramente ne scorderei alcuni. Sperando di avervi fatto una cosa simpatica auguro una buona serata a tutti.
    3 punti
  9. Merito a @gionnysicily per avere ben interpretato e condotto la situazione !!! Che altro aggiungere a quanto detto da Giovanni? Credo nulla!!! Ciao Simone domanda lecita e pertinente, la moneta non è un falso che possa ingannare un buon esperto,può darsi che,come detto da te, sia stata poco attenzionata. Sicuramente, visto anche l' evoluzione positiva nei confronti dell' utente,credo che ci sia stata soprattutto buona fede della NAC che si e' fidata probabilmente del pregresso che la accompagnava.
    3 punti
  10. Il desiderio di condividere con Voi questo grosso di Martino Zaccaria nasce anche dalla sorpresa avuta effettuando ricerche nel nostro forum. Digitando “ grosso di Scio” abbiamo 7 discussioni, ma non pertinenti mentre digitando Martino Zaccaria grosso ho visualizzato una bella discussione con @dizzeta il quale afferma che: Certo che .... se fosse, come alludi, e cioè una falsificazione di Chios (o Focea) degli anni che indichi .... avrei raggiunto lo scopo per cui ho iniziato a collezionare: "Trovare una moneta degli Zaccaria" .... ma posso correggere il tiro adesso aggiungendo .... "d'oro"..... così sono sicuro che non accadrà e posso continuare a collezionare tranquillamente la mia bella Genova (e dintorni). Ed allora eccomi qui. La moneta (di cui posto l'immagine presa dal nostro catalogo essendo più completa) è molto similare ad un grosso del Soranzo (1312-1328) oltre che per l'iconografia, in maniera particolare per la lettera P tagliata (non risultano altri dogi veneti che si sono susseguiti con l'utilizzo di questo particolare punzone). Oltre alla legenda si può notare (come affermato dal Dr Schulte in Mazarakis) una differenza sostanziale nello stendardo. Mentre nei grossi veneziani c'è una croce (cosa errata perchè abbiamo evidenziato una molteplicità di segni) nei matapani degli Zaccaria c'è lo scudo. Invece al Rovescio è presente un anelletto, come segno del massaro. Non riesumo la storia di Martino Zaccaria in quanto seppur interessante non ho le competenze del caso e pertanto lascio a voi colmare questa lacuna. Sarà un piacere leggervi.
    3 punti
  11. Un confronto con una genuina CNG gennaio 2002. Evidenzia che la moneta CNG è coniata , vissuta ed ancora con tracce di cloruro d'argento. evidente la mancanza della lettera ( N ) sopra la coda del delfino
    3 punti
  12. Sempre meglio del corso forzoso, ma la paghi comunque più di 83 Euro al grammo. Con 2500 Euro oggi compri 6 sterline per un totale di quasi 44 g e avanzi almeno 150 Euro.
    3 punti
  13. Pazienza Perseo. Intanto siamo nell'ottobre del 52 a. C. La guerra è vinta, Giulio Cesare e i suoi guardano ingrugniti il Gallo... ... che depone le armi ai piedi del vincitore: Lionel Noel Royer: "Vercingetorige getta le armi ai piedi di Cesare", 1899 HIRPINI
    3 punti
  14. Signori, anche se rammaricato, vi sono grato per il parere espresso. Parere che, a quanto pare, è unanime. Quindi, moneta di "fantasia" che, purtroppo, non vale nulla. Sicuramente non mollo, anche perché ne ho altre da porre alla Vostra attenzione. Intanto Vi ringrazio per la disponibilità.
    3 punti
  15. Uno per L'Aquila con A capovolta
    3 punti
  16. Amico @Perseo, ecco un denaro di Vercingetorige, postato anni fa su questo sito. Non ti abbattere per la diagnosi di @gigetto13, anch'io ho cominciato con una collezione che includeva diverse riproduzioni o monete di fantasia. Oggi le conservo, come conservo anche monete originali ma decisamente brutte. Pensa che anche un magnifico numismatico come il re Vittorio Emanuele III, che possedeva oltre 100.000 monete, molte delle quali assai rare e di eccellente qualità, non disdegnava di mantenere in collezione anche monete di modesta o mediocre conservazione, come scrive Vico d'Incerti nel suo 'La raccolta numismatica del Re'. Quindi coraggio, questo affascinante mondo ti aspetta.
    3 punti
  17. 1961 India - 50 paise (mezza rupia) Su tutte le monete indiane destinate alla comune circolazione e non, da quando fu istituita la Repubblica indiana, è presente la 'Colonna di Ashoka', trovata nel sito archeologico di Sarnath, uno dei più importanti luoghi sacri del buddismo. Proprio in questa città Siddharta, dopo l'Illuminazione, aveva pronunziato il suo primo sermone e fondato la prima comunità di monaci. Il famoso capitello (IV sec. a.C.) è conservato nel museo di Sarnath, scolpito su un blocco unico di arenaria e levigato con estrema perfezione, rappresenta quattro leoni asiatici su un fiore di loto capovolto, i felini simboleggiano potere, coraggio, orgoglio e confidenza. E' stato adottato in India come emblema nazionale sin dal 1950.
    3 punti
  18. Si segnala un interessante articolo la cui indagine è nata da alcune disposizioni di zecca dove risulta si dovesse coniare una moneta tutt'oggi mai rinvenuta nel mercato numismatico e non censita in alcun testo. Nell'articolo si approfondisce come la circolazione della moneta bassa in Napoli influenzasse anche le monete siciliane e come le politiche economiche portate avanti nella penisola avessero penalizzato l'economia sicula. Sono inoltre approfondite alcune monete dalla dubbia esistenza viste le fonti non sempre affidabili e mai apparse sul mercato (sarebbe interessante vedere le rarità attribuite dai cataloghi). L'articolo è consultabile per intero su Numismatica Sicula, di seguito il link. Numismatica Sicula - Una moneta ordinata e mai rinvenuta
    2 punti
  19. Ciao @Raff82 Ti mostro la mia, sorellina della ATR
    2 punti
  20. Io ho questo tari di Filippo IV / V
    2 punti
  21. Nella York vittoriana, nel 1866 era attivo un banco dei pegni gestito da Henry Hardcastle in Lady Peckitt’s Yard. Si trattava di un negozio ereditato dal suocero Bertie Vowles e aperto inizialmente da George Fettes, originario di Edimburgo, nel lontano 1770. - la vetrina della sede al 31 Stonegate negli anni '50 - Questo banco dei pegni godette di un particolare e florido successo tant'è che la famiglia Hardcastle gestì anche le sedi di 31 Stonegate, 31-32 Petergate, 102 High Petergate, 6 & 7 Precentor’s Court sempre nella città di York fino agli anni '50 del secolo scorso, mentre lo storico banco di Lady Peckitt’s Yard Pavement venne chiuso nel 1921. - una delle sedi del banco dei pegni di H. Hardcastle in una vecchia foto dell'epoca - Alla sua morte avvenuta nel 1907, Henry Hardcastle lasciò ai figli una cospicua, per l'epoca, eredità ammontante a 27.000£. Sono sopravvissuti diversi registri dell'esercizio commerciale, specialmente della prima gestione Fettes dove, con grande drammaticità, a scorrere la lista dei beni impegnati si può avere uno spaccato di un'epoca segnata da grandi difficoltà e povertà che spingeva la gente a impegnare perfino il proprio "panciotto della domenica" divorato dai tarli per appena uno scellino! Henry Hardcastle ebbe modo di raccogliere una eterogenea collezione di monete che spaziava dalle greche alle emissioni della compagnia delle indie. I pezzi più recenti si assestano attorno agli 20 dell'800. Si tratta di monete raccolte non con interesse collezionistico, ma come pegno non riscattato degli abitanti di York o dei dintorni cittadini che si recavano nel suo banco per monetizzare pezzi antichi o fuoricorso con denaro corrente. In una raccolta così eterogenea trovano posto anche diverse monete antiche, romane per lo più, rinvenute in città o nelle campagne circostanti, in larga parte risalenti al III secolo che dovevano quindi costituire un unico (o forse più?) ripostiglio scoperto a cavallo tra il XIX e XX secolo. Questa particolare collezione, o comunque ciò che ne rimane, è stata venduta nell'asta Spink "20106 - The Hardcastle Collection: Numismatic 'Pledges' to a Yorkshire Pawnbroker e-Auction" del 10 novembre 2020. E da quest'asta proviene la mia ultima acquisizione: Si tratta del lotto 2636 con questa descrizione: Un concentrato di storia che travalica più epoche e scenari: un antico ripostiglio romano occultato nei pressi di York, un rinvenimento fortuito da parte di qualche contadino che ha cercato di monetizzare il tutto recandosi a un banco dei pegni, storie ed epoche distanti che si incrociano come i destini dei loro proprietari passati e presenti... di fronte a tutto questo che io chiamo "meta-numismatica" non riesco a trattenermi e così, mi son fatto il regalo di compleanno in anticipo di qualche giorno Sperando di non avervi annoiato troppo, vi lascio la parola per un commento, se vi va!
    2 punti
  22. Nello spulciare virtualmente cataloghi di aste prossime o appena trascorse, alcuni esemplari colpiscono più di altri per qualche errore che, effettivamente , pur essendo tale e senza arricchire la letteratura numismatica, contribuisce se non altro a personalizzare la raccolta di ciascuno. Avevo segnalato qualche giorno fa una curioso rovescio dove lo stranamente elegante profilo del nostro Filippo faceva capolino dal ....ehm... lato b di un impertinente tosone.... Ora mi ha colpito un tari di Carlo....Carlo V? Macché.?.Carlo IIIIII
    2 punti
  23. Conservo le false e le riproduzioni (alcune fuse riprese dalle splendide di Cavino) perché i figli o chi mi farà il cappotto di legno possa capire e sapere, discernere e giudicare, saper assolvere e condannare. Dunque c'è una dignità anche in ciò che è indegno, se serve a guardare più in alto.
    2 punti
  24. 1961 Italia - 500 Lire (Decreto 23 Marzo 1961)
    2 punti
  25. Dupondio=testa radiata = 2assi doppio sesterzio = testa radiata = 2sesterzi mi pare abbastanza logico e semplice senza cercare astrusità interpretative , la radiatura era stata introdotta per indicare il raddoppio del valore, con adeguamento ponderale conseguente, e diversificazione del metallo usato (almeno nei primi tempi). Poi è rimasta solo quella, indipendentemente dalla duplicazione effettiva del peso e dal materiale utilizzato per la coniazione( bronzo o oricalco) , ma sempre nella forbice del tipo di valuta per il periodo. Nel tempo, essendo praticamente svanito qualsiasi valore intrinseco nelle monete in AE generico, i pesi si sono totalmente svincolati dalla radiatura o meno e dal tipo di metallo , resta solo l’effigie a differenziare i vari tagli. Postumo fa razza a se.
    2 punti
  26. Il mio post precedente #71 ha un motivo che va oltre un'osservazione sulla moneta e che riprende quanto ho detto in precedenza sul modo di lavorare un pò "facilone" e "distratto" (per usare degli eufimismi) di molte case d'asta. Mi spiego..... Siamo tutti d'accordo (mi auguro) che la provenienza ex Bank Leu 2 del 1972 è un pedigree nel vero senso del termine. Nel modo del collezionismo, la provenienza di una moneta classica da una vendita Leu degli anni 70' è un pedigree di eccellenza. Detto questo, mi aspetterei, ma forse sono io troppo "esigente" e "pignolo", che se a distanza di alcuni decenni ricompare in asta una moneta con citata tale provenienza, il catalogatore faccio lo sforzo di dare un'occhiata e comparare fotograficamente gli esemplari (anche se con foto b/w) per accorgersi che la moneta ha subito una modifica importante: è stata pulita. Nel caso del Messana con Pan non ci vuole di certo un drago!!! Attenzione, non sto criticando o asserendo che l'intervento di pulizia è un minus o rappresenta un elemento negativo, ma a mio avviso andrebbe dichiarato del tipo "expertly conserved since". L'esigenza è sicramente più avvertita per i bronzi, ma a mio avviso anche per gli argenti con residui evidenti...... Questo fino ad un pò di anni fa si faceva nei cataloghi, ora è da anni che si fa finta di nulla.......non lo trovo corretto. E questo si inserisce con la DECADENZA DEI COSTUMI nel mondo della numismatica classica. Per questo ritengo che una buona biblioteca ed un record di foto rappresenteranno sempre l'arma migliore per cultori, collezionisti e studiosi. Saluti Odisseo
    2 punti
  27. NON CI POSSO CREDERE! e mica ci avevo fatto caso! quello è lo stemma della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts !!! Come fan sfegatato di Harry Potter non posso allora che confermare la bontà di tutto quello che è periziato dal diupon !!
    2 punti
  28. Ciao a tutti, chiedo le vostre opinioni per dirimere un dubbio. Possibile che per errore Fischer-Bossert nel suo aggiornamento al Tudeer (Coins, Artists, and Tyrants: Syracuse in the Time of the Peloponnesian War. ANSNS 33. New York. 2017) abbia distinto gli esemplari 37.n) e 37.o), ma che in realtà si tratti proprio della stessa moneta? Ricordo soltanto che si tratta di conii firmati al dritto (quadriga) da Eveneto (sulla linea di esergo, che virtuosismo!) e al rovescio sulla fascia della sfendone dietro la nuca da Eucleida. Conii molto belli a mio avviso, anche se purtroppo il conio di dritto comincia ad un certo punto a rovinarsi e si apre progressivamente una rottura di conio fra la testa dell’auriga e la nike. Questa è la Fischer-Bossert 37.n) = Ars Classica XV, 1933, lot 361 La stessa moneta - ma F-B non lo riporta - passerà 55 anni dopo in un lotto di Vinchon, che nota la precedente provenienza: La stessa moneta infine riappare 29 anni dopo in un’asta Monnaies d’Antan del maggio 2017: Infine arriva la moneta da confrontare, la Fischer-Bossert 37.o) = Sambon-Canessa Dec 1907, lot 347. Vi sembra la medesima moneta, è sempre la Fischer-Bossert 37.n)? A me sembrerebbe di sì, considerato il difetto del tondello al dritto fra ore 9 e ore 11, e anche il peso di 17.19g e 17.18g (non mi illudo che i centesimi siano accurati, ma comunque il peso è molto simile).. ma chiedo il vostro parere perché se così fosse dovrei annotare sul mio testo di Fischer-Bossert: 37.n) = 37.o) Vi lascio gustare anche il commento riportato nella prefazione di Sambon-Canessa. Altri tempi... Infine, ma questo è un altro tema: avete visto l’esemplare Tudeer 37 appena passato alla Hess Divo 339, lot 12 (ex Gallery 51, giugno 2016, lot 24)? Sapete che a volte preferisco una moneta vissuta a certe monete perfettine? A quanto pare non solo io, se questa ha realizzato “solo” 22.000 chf, mentre l’esemplare nell’asta Nac di ottobre 2019 (una delle ultime battute per questo paio di conii, ma di lettura molto più chiara), qui sotto, ha fatto 34.000 chf?
    1 punto
  29. La moneta non ha subito nessuna pulizia. I piani sono un accumulo di microbolle da fusione, solo le parti in rilievo sono meno ricche e nel tutto, una patinatura artificiale. Non si evidenziano corrosioni, non si evidenziano espansioni di metallo, non si evidenziano tracce di cloruro d'argento e potrei continuare. Poi il modellato......... allego un confronto con una genuina coniata, con tracce di corrosioni , con tracce di cloruro, i piani perfetti, cosi i bordi.
    1 punto
  30. una volta gli ho scritto tramite academia.edu e mi aveva risposto molto gentilmente.
    1 punto
  31. O per azione dan coraggio OPERAZIONE D'ANCORAGGIO Ancora buona serata da Stilicho
    1 punto
  32. Io ho qualche dubbio che mi resta. E, come dicevo a un amico con il quale parlavamo di questa moneta, mi piacerebbe vederla in mano. Ringrazio @gionnysicily per le foto AD alta risoluzione, che aiutano, ma non mi permettono di fugare tutti i dubbi. Per esempio mi sembra che la moneta abbia subito una di quelle pulizie, tanto di moda nell'ottocento che rendevano la superficie come quella del terreno in siccità. Ma magari è solo un tentativo di togliere tracce di fusione... Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  33. Buonasera Annabortol, nel dopoguerra l'Italia emise una serie di francobolli di Posta ordinaria che comprendeva molti valori ed era denominata "Italia che lavora" per il fatto che su ogni francobollo campeggiava la figura di un uomo o una donna intenti a compiere lavori ed esercitare mestieri per lo più manuali. La lunga serie iniziava con un francobollo da 50 centesimi, un valore convenzionale in quanto non esistevano monete di pari valore per cui ne dovevi acquistare almeno due esemplari pagandoli con una lira, che era la moneta circolante di valore più basso. Questo è l'unico valore che sia stato espresso in centesimi dalla Repubblica Italiana. Può darsi che la cosa si sia verificata anche per le Marche da Bollo o altre marche amministrative, ma sono settori di cui non so nulla. Saluti ! @Annabortol
    1 punto
  34. B erbe R estirpi BERBERE STIRPI Ciao da Stilicho
    1 punto
  35. Buongiorno, ho consultato il Krause ma non ho trovato monete con la data 1782. Pare che siano state emesse con solo tre date: 1784, 1785 e 1788. Attendiamo pareri di più esperti...
    1 punto
  36. Buongiorno, concordo con doppiopunto... https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIV/5 Inoltre consiglierei un bagnetto in acqua demineralizzata per togliere i sedimenti...
    1 punto
  37. Ho ancora una modestissima mini-collezione, ma per quanto mi riguarda, la più affascinante che ho è sicuramente questo denario di Massimino I con rovescio VICTORIA GERM, che, come ho spiegato in un post, celebra le vittorie contro gli Alemanni.
    1 punto
  38. I miei sono più vecchi di me... ?
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  39. Per la ricerca del nome della città che ha battuto questa moneta, io mi sono semplicemente rifatto al vocabolario (Lorenzo Rocci) , su cui ne ho trovato uno soltanto, ma molto significativo: Riporto in caratteri latini ciò che vi leggo e cioè il nome della città: "Kaulonìa" e quello dei suoi abitanti: "oi Kaulonìatai". Tutti e due sono riportati da Plutarco e da Strabone. Ed è il secondo ad essere scritto sulla nostra moneta, declinato al caso accusativo ("Kauloniatas"), abitanti della città di "Kaulonìa". Questo credo sia il nome più antico della città. Quello che citi, Καυλών, Kaulòn, forse è stato fatto derivare da una abbreviazione, come altre che vediamo sulle monete di Kaulonia: , , Kau, Kaul. Mi farebbe piacere se qualcuno di noi potesse consultare altri vocabolari magari più aggiornati. HIRPINI
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  40. Ho aperto la discussione senza immaginare (pur sperando) che la moneta venisse ritirata, e questa è sicuramente una bellissima notizia, in una giornata che regala in generale tristezza (per quello che sta succedendo). Sono inoltre contento che chi ha partecipato ( e parteciperà , in quanto le discussione non sono mai chiuse, ma si possono sempre alimentare) alla presente discussione lo ha fatto in modo libero ma soprattutto con cortesia. Probabilmente per le "vecchie volpi" era sicuramente una moneta scontata, ma sono contento che ci sia stato comunque qualcuno che ne ha tratto un beneficio ed è potuto crescere un po...numismaticamente .. skuby
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  41. in fatti sonno uccito pocco ...!. in .questi castelli no si ricoglie piu nulla di spetacolare......eh lo sai sonno piu appasionato di scoperte..... che di numismatica pura al uso .................."Dizzeta"
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  42. Altro mio acquisto dalla Gorny 241 è un tetradramma di Alabanda, nella Caria, con Pegaso nel campo a sx. e una lettera greca maiuscola sotto il trono che indica l’anno civico. La serie dei tetra di Alabanda pubblicata dal Price comprende sei tipi di altrettanti anni civici, rispettivamente con le lettere A (CY 1 = 173/2 a. C., Price 2460), B (CY 2 = 172/171 a. C., Price 2461), Γ (CY 3 = 171/170 a. C., Price 2462), Δ (CY 4 = 170/169 a. C., Price 2463), E (CY 5 = 169/168 a. C., Price 2464) e Z (CY 6 = 168/167 a. C., Price 2466). Il mio tetra è un Price 2464 con la lettera E sotto il trono che indica l’anno civico 5, corrispondente al 169/168 a. C. GRIECHEN. KARIEN, ALABANDA. Im Namen des Alexander III. Tetradrachme (16,58g). 173 - 167 v. Chr. Vs.: Kopf des Herakles im Lö­wenskalp n. r. Rs.: AΛEΞANΔΡOΥ, Zeus mit Zepter und Adler n. l. thronend, links zu seinen Füßen Pegasos n. l. fliegend, unter dem Thron Datierung E. Price 2464. Kleine Randbeschädigung, sonst vz. E’ l’unico della serie con la corrispettiva dramma catalogata Price 2465.
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  43. Purtroppo non hanno alcun valore economico. Spesso chi si trova in casa queste monete viene tratto in inganno dai vari articolo che trova su internet dove si fa credere di avere un tesoro in casa illudendo centinaia di persone.
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  44. Dopo la guerra del 1992-93, il dinaro yugoslavo (prima) e serbo (poi) si ridusse a non valere niente. Nelle zone della ex-Yugoslavia, usavano il marco tedesco. Con il passare degli anni, la situazione si è normalizzata, ma alcune "anomalie" sono rimaste; mentre la Slovenia e la Croazia hanno messo in circolazione rispettivamente talleri e kuna, che hanno acquisito una certa stabilità (prova ne è il fatto che la Slovenia è entrata nella zona euro), in Bosnia hanno creato una valuta agganciata al marco tedesco (il Konvertibile-Mark, KM). Il Montenegro e la Serbia, nel frattempo, restavano gli ultimi Stati a formare la Federazione Yugoslava (prima) e la Serbia-Montenegro (poi); anche se facevano parte di uno stesso Stato, in Serbia circolava il poco-stabile dinaro serbo (in 10 anni ha perso molto del suo valore), mentre in Montenegro la valuta serba circolava a fianco del marco tedesco e, dal 2002, assieme all'euro. I montenegrini, però, hanno sempre (giustamente :D) preferito marchi e euro... ho esperienza diretta di un atto notarile (un documento ufficiale, quindi) del 2000 in cui gli importi erano espressi in marchi, non certo in dinari serbi :P Dopo l'indipendenza, ovviamente, il Montenegro ha intrapreso la strada più semplice, lasciando l'euro in circolazione anzichè creare una propria valuta.
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