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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/31/20 in tutte le aree

  1. Complimenti per la coppia! Questi gigliati hanno la particolarità, come già scritto in precedente post, di avere documentazione superstite relativa alla loro emissione. Questo permette di risalire al periodo di coniazione ed all'appalto di zecca. La ghianda fu apposta a partire dal 1317 e l'appalto fu concesso al banchiere fiorentino Lapo di Giovanni di Benincasa. Nel 1321 la ghianda fu sostituita dal giglio. Queste nuove coniazioni furono appaltate a Rinaldo Gattola e Silvestro Mannicella, anch'essi banchieri fiorentini. Confermo che il tipo con la ghianda è più raro del tipo con giglio ed il motivo forse è quello già ipotizzato dal Dell'Erba che scrive "Non è facile rintracciare i carlini con la ghianda forse perché vennero nella massima parte distrutti". Ipotesi non del tutto campata in aria considerando le parole del Sambon: "Lapo di Benincasa, ancor meno dei suoi predecessori dovette curarsi delle sovrane ingiunzioni, poiché sul finire del mese 1319, il popolo si mosse a tumulto a cagione delle malversazioni degli zecchieri e del triste stato in cui era ridotta la moneta d'argento". Quindi la ghianda, che doveva garantire la bontà della moneta, si ritrovò invece ad essere un simbolo che andava ad identificare invece una mala moneta. Si corse ai ripari e, nominati 4 ponderatores per provincia del Regno, si provvide a pesare i gigliati in circolazione e, quelli bassi di peso, vennero ritirati... chissà quante ghiande fra di loro. Ovviamente il problema della tosatura non fu risolto e, nel 1342, furono distribuiti "ai giustizieri delle varie province del Regno i pesi di ferro da lui fatti costruire, i quali nella parte superiore della prima faccia hanno scolpito il fiore del giglio, ed al disotto di questo la lettera M, ed ordina che siano distribuiti per le città e terre del Regno, affinché con essi si pesino i carlini vecchi e nuovi, rimanendo annullati tutti i precedenti pesi, e che ne facciano subito la distribuzione, e che ciò facciano bandire pubblicamente, affinché nessuno possa scusarsi d’ignorare il presente editto, e che coloro i quali useranno i pesi vecchi siano puniti come falsificatori" (Minieri Riccio). Il peso della direttiva del 1342. Da Asta Artemide Aste 6E, lotto 6885. Ha un peso pari a 3,77 grammi che dimostra una piccola tolleranza rispetto al peso originale del gigliato.
    6 punti
  2. A proposito dei simboli richiamati, aggiungo i primi:la ghianda, più rara ed il giglio, più comune
    6 punti
  3. CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: 8,6 g Diametro: 19 mm Metallo Presunto: ORO Moneta d'oro di epoca romana raffigurante il volto di Marco Giunio Bruto battuta all'asta per una cifra record: 2,7 milioni di sterline, corrispondenti a 3,5 milioni di dollari (quasi idem per gli euro). È un esemplare estremamente raro. Ce ne sono soltanto tre uguali in tutto il mondo. DRITTO: Testa nuda di Bruto a destra; BRVT sopra, IMP davanti, L • PLAET • CEST dietro VERSO: Elmo tra due pugnali di diverso disegno, con le punte rivolte verso il basso verso il basso; sotto: EID • MAR. A. Spero di aver tradotto correttamente i dati di qyesta straordinaria moneta che posto a beneficio di tutti gli utenti di lamoneta,it. (sempre che non sia arrivata seconda nel postarla).
    5 punti
  4. Ciao e buonaserata a tutti, Era da molto tempo che non mettevo in collezione una bella moneta di Toscana, ormai difficili da trovare visti anche i tempi cupi che stiamo vivendo. Per questo ho deciso di condividerla con voi. Si tratta della varietà più comune, tra le 3 varianti più significative del francescone 1799, quella indicata dal Gigante come secondo tipo. Le mie foto come sempre non sono al top ma spero si percepisca l alta qualità Ciao a tutti
    4 punti
  5. Ho atteso la fine dell'asta per dire un poco la mia. Il pezzo appare autentico e so che è stato esaminato veramente a fondo dai vari esperti. I conii sono stati usati sia per il denaro che per l'aureo e si nota una certa progressione dei difetti dei conii (specie del diritto) durante la produzione. Quello che mi lascia perplesso è il pedigree ricostruito sul catalogo dell'asta Roma. Incredibile come abbia ricostruito (e non lo conoscevo) il pedigree di questo aureo, arrivando a Ferdinando I d’Austria, che abdicò dal trono nel 1848 a favore del nipote Francesco Giuseppe, ritirandosi a lussuosa vita privata nel castello di Praga, fino alla sua morte nel 1875. Era molto ricco e dilettava di collezionismo, ma non sapevo anche di monete… Essendo collezione privata, non era confluita nel medagliere di Vienna, ma probabilmente dispersa fra ricchi collezionisti d’epoca. Ma non mi spiego come questo aureo, di grande impatto storico ed emotivo, sia stato ignorato da tutti gli studiosi dell’epoca (incluso l'onnipresente Bahrfeldt) per quasi due secoli. Da mie informazioni, questo pezzo era detenuto da un collezionista svizzero da oltre 10 anni, forse ai tempi in cui è stato trovato l'altro aureo ex NFA, ma non ho elementi per fare risalire ancora più indietro nel tempo... In ogni caso il pezzo sembra autentico. Io avevo iniziato a raccogliere tutte le immagini e pedigree della monetazione con EID MAR, identificando anche i conii, ma al momento lo studio è sospeso, anche per varie difficoltà legate a questa monetazione e per la presenza di numerosi falsi, come è ovvio per una emissione di così grande rilevanza storica. Non so quando riprenderò lo studio e intanto lo lascio un pò "decantare"...
    4 punti
  6. Gli esemplari raccolti fino ad oggi.
    3 punti
  7. Buonasera a tutti, Vi presento il mio ultimo 9 cavalli 1629 per Filippo IV, Simbolo del coniatore Z
    3 punti
  8. Buongiorno a tutti e buon Fine settimana. La mia Napoletana di oggi. Tarì Grana 20 1798 Ferdinando IV Millesimo particolare, mentre circolava a Napoli in Francia era ancora in atto la grande Rivoluzione. Ed attriti con il Papa. Infatti.. Papa Pio VI è costretto dai Francesi a lasciare Roma - Notte del 20 febbraio 1798. Saluti Alberto
    3 punti
  9. Buonasera, la mia Napoletana di oggi. 6 tornesi della Repubblica Napoletana (23 gennaio-19 giugno 1799). Saluti Alberto
    3 punti
  10. Attualmente in asta presso Oslo Myntgalleri Auctions 21 del 27.11.2020… https://www.sixbid.com/en/oslo-myntgalleri-as/7939/ancient-greek-coins/6518698/sicily-syracuse-375-344-bc-ae?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false Lot 53. SICILY, Syracuse. 375-344 BC. AE drachm or litra (26,73 g). Struck under Dionysios I or Dionysios II. ΣYPA, Head of Athena in Corinthian helmet to left / Sea-stat between two dolphins. Nice brown-green patina with some earthen deposits. Grade:1+/01 skuby
    2 punti
  11. L'unica moneta della Nord Korea in mio possesso, 10 chon 1959
    2 punti
  12. 2 punti
  13. La prima moneta sopra in alto vero....
    2 punti
  14. UNO. Stamattina ho presentato questa moneta romana in oro sotto il titolo UNA DI TRE specificando: A BENEFICIO DI TUTTI GLI UTENTI di lamoneta.it, pari a un fatto da averne notizia. Non serviva l’identificazione. Il colpo grosso era la vendita di questo aureo passato all’asta per 3.500.000 euro circa. Un pezzo definito estremamente raro, precisando che di simili ce ne sono solo altri due. Una notizia in sé che dà una scossa a (quasi) tutti i numismatici. DUE. Penso che a nessuno sia sfuggito che costantemente nella sezione identificazioni, ripetutamente e con straordinaria regolarità troviamo richieste di fac-simili di monete antiche, i classici “omaggi” di aziende produttrici di merendine. Questa mia pubblicazione ha lo scopo di richiamare l’attenzione e la partecipazione concreta dei nuovi e non nuovi utenti che presentano le monete del nonno o trovate nel fondo del cassetto, certi di avere tra le mani un pezzo rarissimo, di alto valorre pecuniario se non unico. TRE. In risposta a questa mia pubblicazione, @palpi62 mi invita a leggere il post "Denario di Bruto con i due pugnali” pubblicato da @Don Corleonem il 23 novembre 2008. Una discussione interessantissima composta da ben 104 interventi in cui spicca l’intervento di @Il Collezionista 91 che con poche e precise parole dice tutto di questa moneta. Le successive risposte, con nessi e connessi approfondiscono la discussione rendendola interessante, piacevole con alto contenuto numismatico e culturale. @Tiberius non ho aperto una nuova discussione, ho riportato un fatto che mi risulta essere recentissimo, senza preventivamente conoscere "la discussione di cui si sta già ampiamente parlando nell’altra.... non sono sufficienti già 103 interventi? ” Chiedo scusa se il mio intervento è stato inopportuno e pernicioso alla nostra community. Cordialemte. Buona serata a tutti. PizzaMargherita.
    2 punti
  15. @Nibbi Buongiorno, in assenza di risposte provo a ipotizzare qualcosa io, premettendo che non sono esperto e non sono riuscito a trovare un riferimento esatto, solo qualche somiglianza. Forse ciò che dirò lo sai già. Al dritto è presente una testa, che penso sia maschile. Al rovescio è raffigurata una harpē. Questo strumento agricolo/arma è spesso presente nell'iconografia greco-romana, ed è riconoscibile grazie al caratteristico uncino ricurvo, in questo caso sulla parte destra della lama. Intorno sono visibili le lettere Λ (forse A) e C (che, se greca, potrebbe solo essere un sigma lunato). Quindi le combinazioni di lettere possibili sono Λ-C (L-S) o A-C (A-S) se l'alfabeto fosse greco, oppure A-C (A-C) se latino. In ogni caso, non ho trovato monete con alcuna di queste combinazioni. L'harpē appare raffigurata così (da sola, al rovescio, con una testa di profilo al dritto) principalmente nella monetazione della polis di Larissa Cremaste, e poi sotto Filippo V di Macedonia, come si può vedere qui: http://numismatics.org/search/results?q=harpa+AND+department_facet%3A"Greek"+AND+material_facet%3A"Bronze"&lang=en Eccone una di Filippo V vagamente somigliante alla moneta in questione: Nelle monete di Larissa Cremaste la testa è di una ninfa, mentre in quelle di Filippo V è di Perseo, associato all'harpē in quanto da lui usata per decapitare la Gorgone Medusa. Spero che questo commento possa cogliere l'interesse di persone decisamente più esperte di me, in modo che possano fornire dati più specifici. Saluti
    2 punti
  16. Ottima osservazione di Numa numa. Al limite, se è farlocco il pedigree, ciò non significa automaticamente che sia un aureo falso. Il vero problema per un commerciante, con le monete antiche allo stato attuale di notevole importanza, è di poterle esportare senza rogne, che possono comparire con una moneta di ritrovamento abbastanza recente. I denari EID MAR di Bruto provengono per la quasi totalità dalla Grecia, che ha una normativa legale molto rigorosa, quasi più di quella italiana. Ovviamente servono prove che sia stato effettivamente trovato nel sottosuolo greco (o anche della vicina Turchia, che ha pure essa una normativa molto severa) per poter accampare diritti, che furono invece esercitati alcuni anni fa per un denario EID MAR di buona conservazione, che fu sequestrato in GB presso la locale sede di CNG, seguendo le mosse di un noto trafficante e il Governo greco vinse la causa presso il tribunale competente di Londra e ora il denario riposa nel medagliere del Museo archeologico di Atene.
    2 punti
  17. Aggiungo anche questa immagine che mi sembra molto bella coi magnifici 7 ...ma non scorderei anche le pubblicazioni del Catalogo delle monete della zecca di Milano in Ambrosiana e gli atti pubblicati del Convegno Res Nummariae Mediolanenses...
    2 punti
  18. Buonasera a tutti, in attesa di sviluppi sui post precedenti, posto. ? Grano Filippo IV 1633 Con un bel simbolo davanti al busto. Stranamente una mia vicereale con data quasi tutta leggibile. Cosa ne pensate? Saluti Alberto
    2 punti
  19. Sul confronto, ho evidenziato in rosso, l'espansione che dal centro, stira di più a sinistra, dovuto al colpo di martello, non perpendicolare.
    2 punti
  20. 2 punti
  21. Ciao a tutti, vi aggiorno finalmente sui risultati della mia ricerca! Mi sono laureato qualche settimana fa con il massimo dei voti, devo ringraziare il Forum e tutti coloro che hanno preso parte al questionario per questo risultato. Sono riuscito a raggiungere un sample di 74 questionari completi grazie alle vostre risposte e alle risposte di altri collezionisti – soprattutto di arte contemporanea e di militaria. Il sample su cui ho basato la ricerca è abbastanza ristretto, ma mi ha permesso di creare una mappa cognitiva dei collezionisti, provando a spiegare come siano collegate le diverse motivazioni alla base del collezionismo. La tesi è in inglese ma appena avrò un momento libero proverò a creare un report in italiano (fortunatamente ho trovato subito un lavoro presso una casa d'aste – in realtà è uno stage, ma si spera diventerà un lavoro a breve...). Allego lo schema riassuntivo della ricerca e proverò ad allegare il testo completo se qualcuno di voi avrà interesse a sfogliare la ricerca. Vi ringrazio ancora moltissimo. Daniele
    2 punti
  22. Salve. Il Pentassarion è l'equivalente provinciale del sesterzio romano e nell’asta del titolo ne sono stati presentati due per me di particolare interesse. Il primo è questo di Abido, nella Troade, per Alessandro Severo. Starting price: 2.500 CHF - Result: 4.000 CHF Lot 1440. TROAS. Abydus. Severus Alexander, 222-235. Pentassarion (Bronze, 32 mm, 21.53 g, 7 h), bilingual issue. [IMP CI] M VIP SEV ALEXANDRO AVG Laureate, draped and cuirassed bust of Severus Alexander to right, seen from behind. Rev. ΑΒΥΔΗ-ΝΩ/Ν Leander swimming right through the Hellespont toward Hero standing on top of a tall tower, holding burning oil lamp in her right hand; to left, Leander's cloak, armor and weapons lying on a rock; above, Eros flying right, holding torch in both hands. SNG von Aulock 7543 (same dies). Extremely rare, one of a very few known examples of this lovable issue. Minor deposits and very slightly smoothed, otherwise, very fine. Sul rovescio è raffigurato Leandro che attraversa a nuoto l’Ellesponto per raggiungere Ero, la sua amata che gli indica la strada dall’alto di una torre con una lampada ad olio accesa. Anche Eros, in cielo con una fiaccola in entrambe le mani, illumina la scena.
    1 punto
  23. A- C avanti Cristo, quindi potrebbe essere greca o repubblica romana.
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  24. Bella moneta e patina interessante. In confronto alle mie foto...le tue sono artistiche!
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  25. Salve, il peso e il modulo di questa moneta indifferentemente detta "AE3-follis" o "billon centenionalis" (peso iniziale di g. 3,00 poi sceso fino a 2,50) sono giusti. Il che a fronte dei dubbi derivanti da un esame fatto però ad "ad occhio" su una fotografia non so fino a che punto perfettamente a fuoco, segnerebbe un punto per la autenticità. Personalmente anche per questo motivo sarei portato a credere che la moneta sia autentica. Oltre tutto da un lato non mi sembra di vedere che i rilievi siano "affogati" come è nei falsi ottenuti per fusione, dall'altro mi sembrerebbe strano che si falsifichi o riproduca una moneta di non eccelso valore. Sarei curioso di sapere se quel colore dorato che si vede al diritto e anche un po' al rovescio sia proprio della moneta o come credo solo un riflesso luminoso. Saluti HIRPINI
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  26. Non voglio passare per quello che mette i puntini sulle i, però se uno interviene esprimendo un parere ( suo) deve essere certo su quello che scrive, per non creare fraintendimenti agli utenti sopratutto se nuovi, @Marco Panzironi affermi : ma il valore intrinseco non supera quello nominale... è una moneta comune. Premesso che il valore nominale ( 30 dracme ) è il valore fuori corso che aveva questa moneta, comunque al cambio con l'euro 30 dracme alla data del 1° gennaio 2001 era di 0,09 la moneta pesa 12 in lega 835 pari 10,02 gr di fino, per 0.6 ( circa) valore dell'argento siamo all'incirca sui 6 euro solo per l'argento, saluti TIBERIVS
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  27. 1897 MILANO GETTONE PUBBLICITARIO CARLO CAPPELLETTI COMMERCIO FRUTTA E VERDURA
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  28. Another very rare specimen with head in profile (Triton XXII). Very Rare Profile Head Issue ISLANDS off ATTICA, Aegina. Circa 456/45-431 BC. AR Stater (20mm, 12.39 g, 9h). Land tortoise, head in profile, with segmented shell / Large square incuse with heavy skew pattern. Meadows, Aegina, Group IIIb; Milbank pl. II, 13; HGC 6, 437 var. (head not in profile); SNG Copenhagen 517 var. (same); Dewing 1683 var. (same); Gillet 948 var. (same); Jameson 1200 var. (same); Pozzi 1635 var. (same). EF, deeply toned, edge split. Struck on a broad flan. Very rare with head in profile. From the Gasvoda Collection, purchased from Peter Weiss. Ex Manhattan Sale IV (8 January 2013), lot 46; Sotheby’s (8 July 1996), lot 55. Triton XXII, Lot: 223. Estimate $20000. Sold for $30000 The head of the land tortoise on this massive coinage is typically engraved shown from above, with the tortoise looking forward. Very rarely are they encountered with the head shown in profile. The profile head was canonical on the earlier, sea turtle coinage, thus the land tortoise coins of this variety may represent a short transitional issue at the beginning of this period. apollonia
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  29. “Ma non mi spiego come questo aureo, digrande impatto storico ed emotivo, sia stato ignorato da tutti gli studiosi dell’epoca (incluso l'onnipresenteBahrfeldt) per quasi due secoli. ..” appunto ! ?
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  30. MILANO Bella medaglia per il restauro della Chiesa di S. BABILA Veduta prospettica della chiesa, in alto ramo di palma, pastorale e mitra / Veduta frontale della chiesa attorniata dai simboli dei quattro Evangelisti. Autori: LUDOVICO POGLIAGHI, ENRICO FARE' - Conio JOHNSON
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  31. Grazie mille Valteri, è un onore leggere quanto da te scritto. Acraf è un caro amico che ammiro e stimo moltissimo, e nei suoi confronti mi pongo anche io come uno scolaro. Anche se non più da curatori, ci siamo sempre e siamo sempre disponibili per chi avesse bisogno. I vecchi tempi erano mitici, molti amici che scrivevano, a volte ci si azzuffava numismaticamente, ma finiva lì. Ecco, mi dispiace non leggere più tanti amici anche storici che hanno abbandonato e qualcuno, aimè, anche la materia. Si deve andare comunque avanti. un caro saluto Skuby
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  32. LEU AUCTION 6, LOT 290, 23 Oct 2020 Starting price: 3.500 CHF - Result: 11.000 CHF Lot 290. KYRENAICA. Kyrene. Circa 375-308 BC. Tetradrachm (Silver, 24 mm, 13.41 g, 6 h), Asiatic standard. Theupheides, magistrate, circa 331-322. ΘEYΦEI Bearded head of Zeus Ammon to left, with ram's horn over his ear. Rev. K-Y/P-A Silphium plant with two pair of leaves and fruits. BMC 165b and pl. XVI, 1 (this coin). SNG Copenhagen -. Warren 1359. Very rare. A beautiful piece of splendid late Classical style with an illustrious and exceptionally old pedigree. Good very fine. From the Kleinkunst Collection, ex Leu 79, 31 October 2000, 795, Leu 13, 29 April 1975, 346 and Hess-Leu, 16 April 1957, 326, and from the collection of the Dukes of Gotha, acquired in 1712 by Duke Frederick II (1676-1732) from Count Anton Günther II of Schwarzburg-Sonderhausen-Arnstad (1653-1716). Per dettagli su questo tetradramma che ha più che triplicato in aggiudicazione il prezzo di partenza vedi https://www.sixbid.com/en/leu-numismatik/7826/the-kleinkunst-collection/6397738/kyrenaica-kyrene-circa-375-308-bc?term=290&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=&sidebarIsSticky=false
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  33. Inserita. https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G248/19
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  34. Complimenti Anche io colleziono da qualche anno la repubblica romana e non sono ancora riuscito a trovare un esemplare di questa tipologia che mi piaccia davvero. Non è affatto semplice trovare due baiocchi di fermo in conservazione oltre la media. Il tuo è decisamente godibile e per me si aggira su bb+, per parlare di spl a mio avviso servono fondi un po più belli. I difetti sono tutti nella norma di questa tipologia monetale. Marco
    1 punto
  35. grazie agli "amici Saonesi" per il loro intervento
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  36. Corea del Sud, 50 hwan 4292 (1959) Al rovescio : Geobukseon (nave delle tartarughe), nave corazzata coreana utilizzata dal XV al XIX secolo, Dal 1945 al 1961 in Corea del Sud, gli anni del calendario gregoriano furono contati dalla fondazione di Gojoseon nel 2333 a.C. (considerato come anno uno, che sarebbe la data della leggendaria fondazione della Corea da parte di Dangun). Quindi gli anni vanno da 4278 (2333+1945) a 4294 (2333+1961).
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  37. 1959 Iraq - 10 fils 1959 - ١٩٥٩ 1379 - ١٣٧٩ Al dritto, sotto la spiga di grano, è presente una piccola data islamica, indica la fine della monarchia e la nascita della repubblica. luglio (in arabo) 14 1958 ١٤ ١٩٥٨
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  38. Se davvero si può sconfinare nelle angioine del nord vi posto anche il quinto di grosso di Cuneo emesso a nome di Carlo II. Purtroppo il mio è un esemplare in pessime condizioni di conservazione ma considerato che negli ultimi dieci anni mi pare di averne visto solo un altro penso che valga il sacrificio di sforzare un po' la vista... dritto: KAROLVSSCLREX verso: COESPED'MONTIS ciao Mario
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  39. è un ventesimo di grosso di Carlo II d'Angiò conte del piemonte, monetina di grande rarità.
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  40. Ringrazio Eliodoro per aver postato questo minimo. Affiancare poi i due nominali rende subito l'idea della differenza fra le due monete. Un quarto di grammo in cui è racchiusa tanta di quella storia sulle riforme dell’epoca. Nonostante la famosa riforma monetaria voluta da Carlo I d’Angiò, i denari circolanti continuavano ad avere un contenuto di fino molto basso al punto che il papa stesso intervenne presso i regnanti napoletani per riformare la monetazione in biglione. Sotto Carlo II d’Angiò, papa Martino IV, sui piani di San Martino, il 30 marzo 1283, chiese la coniazione di buona moneta: “permittimus, atque statuimus, quod de cosilio proborum et legalium virorum habentium huiusmodi rei peritia, cudi faciemus monetam bonae tenutae, pretii, et valoris, secundum quod statui praedictarum expedite. Pro qua expenda non fiat collecta, nec distributio, sed dabitur campsoribus, et aliis mercatoribus ea volenti bus sponte recipere, et praefata moneta erit perpetua, nec mutabitur aliquo tempore, sed in suo pretio et statuto obseruabitur”. Richiesta poi ribadita, nel 1285, da papa Onorio IV. Carlo II mantenne la promessa solo nel 1289 facendo coniare il denaro regale con la sua medalea. Il primo documento, ad oggi, che parla di queste monete risale al 15 marzo 1290. Testualmente: “cuduntur in regia sicla Neapolis et monetam parvam denariorum vocatam regalis que in eadem sicla cusa est et cudentur […] et pred[icta] parvam monetam denariorum qui dicuntur regales ad rationem de denariis XL seu medaliis LXXX denariorum ipsorum pro tar. auri uno ponderis supradicti”. Quindi a Napoli si batte una moneta chiamata regale, al cambio di 40 pezzi per tarì ed ovviamente la sua metà a 80 pezzi per tarì (le monete postate da Eliodoro). La lega era nettamente migliore a quella dei denari precedenti, composta da 1 oncia e 13 sterlini d’argento e 10 once e tre sterlini di rame. In realtà però i saggi effettuati dal Sambon rivelano una percentuale più bassa d’argento. Forse le intenzioni erano buone ma già nel 1292 il cambio prefissato non veniva più rispettato e per un tarì servivano 54 denari regali (o 108 medalee): “habebat filiationi tuae lictera nuper culmini nostro missa quod denarii qui sub iudicio per Curiam nostram pretio de quadraginta per tarenum in sicla nostra Neapolis de mandato nostro cuduntur, pro maiori parte repudiantur, et quod tenutam non habent eidem pretio competentem ad probam enim ignis, ut scribis, decrescunt in tertia parte valoris ipsius, quo sit, ut ex defectu tenute ipsos expendio oporteat una quinquaginta quatuor per tarenum”. Si cercherà successivamente di riformare nuovamente le emissioni in biglione stabilendo di coniare tre nuovi nominali: il denaro, il ½ denaro ed il ¼ di denaro (petitta) con un contenuto di fino che avrebbe permesso il cambio con il tarì rispettivamente con 20 denari (in pratica il denaro equivaleva al grano di conto), 40 medalee ed ottanta petitte: “ adhibitis egro fidelium et peritorum consiliis que fuerint adhibenda, protinus novam monetam de predicta tenuta turonensium de turonis in sicla predicta cudi facias sine mora in denariis, medaliis et petictis, sub forma, signis et descriptionibus subnotatis, quos quidem denarios karolenses parvos, medalias autem parvas medalias ad diferentiam karolensium et medaliarum aurum et argenti volumus nominari. Monetam vero predictam eius fieri volumus ponderis et valoris quod ex causa karolensis parvi viginti aut medalie parve quadraginta vel petitte octoginta per tarenum perpetuo communitus expendantur”. Di queste monete però non vi è traccia e presumibilmente non furono mai coniate. La conferma che le reali volontà del sovrano fossero diverse da quanto richiesto dall’autorità papale la troviamo nel 1299 con la nascita del denaro gherardino. Un nuovo tipo di denaro che si sarebbe dovuto scambiare per 80 pezzi a tarì ma che per il suo basso contenuto di fino veniva scambiato per 120 pezzi per tarì (E furono fatti per ispendersi per lo Regno li 6 de’ detti gherardini piccioli per 1 grano). Spero di essere riuscito a far comprendere quanto importante sia questa monetina e quanta storia si celi dietro di essa, scusandomi in anticipo per la mia prolissità.
    1 punto
  41. A mio avviso non si può parlare di "variante" in quanto la O é ribattuta sulla A, quindi mi sembra tutto regolare.
    1 punto
  42. Falso arrivato e schedato ? Galenus, ne avevo già visti altri. Lo ri-condivido con la Piastra autentica: Magliocca 246/c ... I due tagli a confronto. Peso grammi. 24,90
    1 punto
  43. ma scusate, sono io cieco o mi pare che il conio in questione sia stato fatto in "positivo" anziché in negativo? dalle ombre che risultano dall'immagine, ci sono rilievi dove dovrebbero esserci incavi; un conio così, vero (...) o falso che sia, avrebbe prodotto solo monete incuse.
    1 punto
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