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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/29/20 in tutte le aree
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1959 Banca d'Italia - 10.000 lire Menichella/Boggione 24 gen. 1959 ps: cliccarci sopra per visualizzarla più definita6 punti
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Buonasera a tutti, Ieri sera dopo cena, come ogni sera, ho passato in rassegna le mie monete, mi piace toccarle e osservarle ad occhio nudo, molto da vicino, sono miope ma per le monete aguzzo la vista senza alcun ausilio. La mia scelta è caduta su una in particolare, l'unica che ho di quella tipologia, ma non è il solo motivo per cui la reputo una delle mie più belle.. ? Pubblica Tornesi 3 1792 Ferdinando IV Saluti Alberto5 punti
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Rispolvero questa discussione, che ho riguardato con piacere nelle ultime pagine per gli spunti di riflessione che offriva, per postare l'ultima entrata, di qualche giorno fa. Come potete vedere è un mezzo Scudo di Silvestro Valier; moneta non facile da trovare. Presenta una patina tutto sommato gradevole, anche se accompagnata da una leggera incrostazione di contorno; c'è poi qualche "segno del tempo", in quanto moneta vissuta e circolata, ma sono comunque più che soddisfatto di questo acquisto. Paolo Gr. 14,89 - mm. 37 - CNI VII, pag. 347 n° 75 punti
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Ritorno a Ferdinando II° con un Tornese 1854, con una patina verdastra che spero piaccia a Voi Tutti. Buona Serata, Beppe4 punti
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Conclusa l'introduzione storiografica, quest'oggi inizieremo ad approcciarci all'ambito numismatico vero e proprio. Premetto subito che la monetazione di Luigi Bonaparte è complessa, estremamente varia e, per questo, di non facile trattazione, in quanto caratterizzata da numerose prove, progetti e coniazioni eseguite in poche decine di esemplari. Cercherò, per quanto possibile, di districarmi in questo intricato universo, con lo scopo di rendervelo il più chiaro possibile e, mi auguro, un minimo appassionante. Ovviamente, come sempre, non esitate a pormi domande o a richiedere eventuali delucidazioni aggiuntive. Terminata questa breve ma doverosa premessa, direi di iniziare. Come detto, Luigi Bonaparte regnò dal 1806 al 1810. In questi 4 anni di regno non adottò mai il sistema monetario decimale. Difatti, un po' per rimarcare la propria autonomia, un po' come segno di rispetto per le tradizioni dei propri sudditi, scelse di coniare monete che seguissero il sistema monetario preesistente. Addirittura, i primi tempi proseguì a far battere monete in linea con lo stile della precedente Repubblica Batava, apponendo il proprio ritratto solo a partire dal 1808. Sicuramente, una delle monete più iconiche di questo primo periodo fu il ducato, fulcro dell'economia olandese già dal XVI secolo, quando i Paesi Bassi erano ancora sotto la dominazione spagnola. Questa piccola moneta, praticamente d'oro puro e dal peso di 3,50 grammi, fu introdotta ai tempi di Carlo V. Come avvenne per la Repubblica di Venezia, il ducato si dimostrò una moneta estremamente utile per gli scambi commerciali e, per questo, non deve sorprendere che il proprio momento di gloria lo ebbe tra il XVII e il XVIII secolo, quando l'Olanda si affermò come potenza navale e coloniale. Luigi Napoleone fece coniare sia il ducato “classico” (da 3,50 grammi) che il doppio ducato. Quest'oggi ci concentreremo solo su quest'ultimo, anche per non appesantire troppo la discussione. Coniato tra il 1806 ed il 1808 presso la zecca di Utrecht, il doppio ducato è una moneta dal peso di 6,99 grammi e dal diametro di 28 mm. Come per il ducato, il titolo dell'oro utilizzato è molto alto (983 millesimi per l'esattezza). Al dritto troviamo un cavaliere in armatura pesante, che regge nella mano destra una lunga spada mentre nella sinistra un fascio di frecce. Sicuramente la rappresentazione è un po' distante dai gusti e dai canoni stilistici del tempo ma, nel pieno rispetto delle tradizioni preesistenti, si scelse di proseguire con lo stesso disegno utilizzato sui ducati olandesi nel corso dei secoli precedenti. Per chi non lo sapesse, infatti, il “cavaliere olandese” è un soggetto iconico, praticamente un simbolo d'identità nazionale in Olanda. Tanto che, ancora oggi, continua ad essere utilizzato su alcune monete “commemorative”. Per certi versi, se volessimo fare un confronto, lo potremmo equiparare al San Giorgio della monetazione inglese. Prima di proseguire vorrei fare un piccolo accenno storico: da quando conquistarono la propria indipendenza dalla Spagna, i Paesi Bassi si dotarono di una forma di governo alquanto singolare per il tempo. Divennero, infatti, una repubblica. Sulle monete olandesi (dal 1581 al 1808) non troveremo, dunque, l'effige di un monarca ma tutta una serie di soggetti “alternativi”. Il cavaliere olandese era uno di questi. Anche la scelta delle frecce strette nella mano non è affatto casuale. Se osservate attentamente, le frecce sono esattamente sette, proprio come il numero di province costituenti la Repubblica delle Sette Province Unite. Insomma, capite bene come si possa disquisire alacremente anche soltanto su di un singolo particolare di una moneta. Credo che questo, alla fine, sia uno dei lati più belli della numismatica. Per questo motivo, tendo a volte a dilungarmi su queste spiegazioni, che mi auguro non suscitino noia in voi lettori. Tornando al nostro doppio ducato, al dritto leggiamo CONCORDIA RES PAR CRES TRA (Concordia Res Parvae Crescunt Trajectum) che significa: "nella concordia le cose piccole crescono". Trajectum è, invece, il nome che i romani diedero ad una delle roccaforti che costruirono lungo il Limes Germanico. Da qui ebbe poi origine la città di Utrecht, luogo dove vennero coniati proprio questi doppi ducati. Anche quel piccolo scudo che si trova tra la spada e l'elmo del cavaliere è un simbolo di Utrecht. Al rovescio abbiamo, invece, una specie di tavoletta quadrata, ornata da decorazioni di tipo floreale. Il testo, su cinque righe, recita: MO: ORD: PROVIN: FOEDER: BELG: AD. LEG. IMP. (Moneta Ordinum Provinciarum Foederatorum Belgicarum Ad Legem Imperii), ovvero: “Moneta del governo della federazione provinciale del Belgio conforme alla legge dell'Impero”. Come potete vedere, non c'è alcun riferimento a Luigi Bonaparte ed al suo regno. Se confrontassimo questo doppio ducato con uno della Repubblica Batava o degli ultimi anni della Repubblica delle Sette Province Unite, non noteremmo grosse differenze. Per questo motivo, gli appassionati del periodo napoleonico non vanno particolarmente in estasi per questo tipo di monete, che, comunque, rimangono esemplari interessanti e con la loro assoluta dignità, sia ben chiaro! Perfetto! Per oggi direi che abbiamo concluso. La prossima volta tratteremo i ducati. Buona giornata a tutti4 punti
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GOVERNO DELLA TOSCANA - VITTORIO EMANUELE RE ELETTO - 2 CENT. 18594 punti
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Non è un souvenir, è qualcosa di più interessante ancorché privo di valore. Questo "gettone" riesco a identificarlo pure io, anche perché posseggo l'edizione Adelphi dell' I-Ching. Non ha valore numismatico, te ne davano 3 comprando il libro (per inciso: lo puoi comprare anche oggigiorno su Amazon) e spesso in libreria i ragazzini se li fregavano perciò dovevi rivolgerti alla cassa per averli. I simboli riportati hanno tuttavia una loro storia e un significato esoterico, se googli un po' ti fai una cultura. I miei tre li tengo nel comodino. Un saluto cordiale https://www.amazon.it/I-Ching-libro-dei-mutamenti/dp/88459113063 punti
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Ciao, è solo un souvenir, confrontalo con questo del link: https://en.numista.com/catalogue/pieces173970.html3 punti
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Buongiorno, sono completamente d'accordo: si dovrebbe coltivare la propria passione numismatica senza fini speculativi. A tal proposito si può anche aggiungere che si può coltivarla senza effettuare alcun acquisto. Senza essere collezionisti insomma. Certamente si è numismatici in proporzione a quanto si studia e non a quanto si raccoglie. Quando, come nel mio caso, la passione è alimentata "anche" dal desiderio di possesso e, purtroppo, le risorse sono limitate, occorre farsi i conti in tasca. Mi piacerebbe non tenere conto delle spese e fregarmene dell'evoluzione del mercato. Invidio molto chi può permetterselo. Sono contento per loro, io non posso permettermelo. Quando non posso permettermi un pezzo che desidero desisto dall'acquisto e mi accontento di studiarlo cercando di tenerlo in mano ogni volta che ne ho occasione. Se mi posso permettere un determinato pezzo lo acquisto, con la parsimonia che caratterizza la mia situazione economica e almeno con la "speranza" di non sottrarre risorse alla mia famiglia. Se non ho questa speranza. Se ho la consapevolezza che un domani non otterrò una cifra almeno vicina a quanto speso, non procedo all'acquisto. Non me lo posso permettere. La mia famiglia, i miei doveri verso di essa, mi portano a lasciar perdere. Quindi, tirando le somme, la numismatica è una passione sicuramente scevra dalla speculazione. Il collezionismo non per tutti può esserlo. Per qualche fortunato si, non per tutti. Proprio per questo, quando si è nella situazione sopra descritta e si è digiuni o neofiti, il mio consiglio è quello di acquistare monete al prezzo del fino contenuto. Col tempo si saprà apprezzare la qualità e sostituire quanto acquistato in precedenza senza spreco di risorse. Comprare monete può essere un modo per mettere via i soldi. Non porta a guadagnare ma almeno può essere un modo di accantonare risorse alimentando quella passione di cui si parlava in precedenza. Almeno questo è il mio pensiero dettato dalla mia situazione. Altri la penseranno diversamente, anche perché vivono situazioni differenti. Buon pomeriggio.3 punti
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Buonasera a tutti, mia ultima del 59 Regno delle Due Sicilie 10 Tornesi 1859 Ferdinando II ? Saluti Alberto3 punti
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Buon giorno. Perché mai deve essere deluso. Dovrebbe essere invece incuriosito vedere quali erano multipli e sottomultipli informarsi su cosa succedeva quando questo 5 lire era in circolazione cosa ci si poteva comperare e chi più ne ha più ne metta. Credo che non ci si debba fermare al solo valore economico quando si ha un vecchio oggetto(di qualunque genere) in mano. Ci rifletta e vedrà che magari la delusione può trasformarsi in curiosità e forse in studio ed approfondimento. Con la massima cordialità e scusi la saccenza. Gabriella3 punti
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salve a tutti, sperando di coinvolgervi con questo post in una sezione recentemente "dormiente", vi presento una moneta a mio avviso molto rara: esitata oggi al lotto nr. 8 dell'Asta NUMISMATICA PICENA, le note che accompagnano la descrizione di questo Giulio lo classificano "di estrema rarità" in quanto non risultavano passaggi in aste pubbliche al curatore del catalogo Costantini. In effetti anche dalle mie ricerche il Giulio per Ancona della Sede Vacante 1555 con riferimento Muntoni 7 (particolarissimo per la posizione delle chiavi verso il basso rispetto al Munt.6 che sono verso l'alto...) risulta assente in tutte le aste Pontificie più importanti del passato. Colgo anche l'occasione per presentare una curiosa "doppia variante" di questa rarità mettendolo a confronto l'esemplare della mia collezione: DRITTO L'impugnatura delle chiavi è "normale" nell'esemplare della Picena, nel senso che é lo stesso dritto che troviamo nei Giuli di Ancona della S.V. 1555 al Munt.5 e Munt.6; mentre il mio é decisamente insolito (non ne ho mai visti altri simili....) per l'impugnatura delle chiavi affusolata anzichè trilobata. ROVESCIO L'esemplare Picena ha il simbolo dello zecchiere Mazzei a destra del Santo, il mio a sinistra, praticamente sotto le chiavi..... Personalmente oltre il mio ho censito un esemplare molto usurato in un asta Ranieri di qualche anno fà e sono a conoscenza di un altro sempre in bassa conservazione in una collezione privata (entrambi riconducibili al "tipo della Picena"...). Come sempre chiedo gentilmente info in merito alla Vs. conoscenza di altri esemplari noti buona serata Daniele2 punti
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Buongiorno amici. Vorrei avere i vostri pareri su questa moneta...che conservazione gli date, e poi, che gli si possa fare un trattamento di bellezza?? Avete consigli in merito. Grazie in anticipo e saluti.2 punti
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Buonasera a tutti, Sbaglio o questo 2 Grana 1810 di Murat ha il conio del rovescio diverso dal solito? Con perlinato e contorno largo. Somiglia molto a quello della Prova con il taglio liscio. @Asclepia, @lorluke e a tutti del forum, cosa ne pensate?2 punti
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Buonasera, la moneta è carina e genuina, visto che chi la vende è disposto a trattare , tratta e prendila, secondo me ne vale la pena ?2 punti
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Un rovescio molto simile l’avevo trovato tra i bronzi di Tranquillina PISIDIA, Cremna. Tranquillina. Augusta, AD 241-244. Æ (24mm, 9.02 g, 11h). Diademed and draped bust right, set on crescent / The Three Graces. Von Aulock, Pisidiens 1423; SNG France 1512 (same dies). Near Fine, green and brown patina. Le Grazie erano le corrispettive latino-romane delle Cariti greche, dee legate al culto della vegetazione e della natura, nonché della gioia. Un mito le vuole figlie del dio Zeus e della ninfa Eurinome e sorelle del dio-fiume Asopo, ma per altri erano figlie di Zeus ed Era, per altri del dio Sole Elios e della ninfa Oceanina Egle, per altri ancora figlie della dea della bellezza Afrodite e di Dioniso, dio della vite. Anche i loro nomi e il loro numero variano a seconda dei miti e dei culti che le riguardavano. Secondo la Teogonia esiodea, esse erano tre di nome Aglaia, Eufrosine e Talia. A Sparta erano venerate due Cariti: Faenna, la Lucente, e Cleta, l’Invocata, mentre ad Atene Auxo, la Crescente, ed Egemone, colei che precede. Esisterebbe anche una certa Carite Pasitea. In greco, Carite era il nome di una Grazia e la troviamo citata da molti poeti e anche nell’Iliade di Omero. Il centro più antico del loro culto sembra essere stato Orcomeno di Beozia dove fu fissato il loro numero di tre e deciso il loro nome: Aglaia, la splendente; Eufrosine, la rallegrante; Talia, la fiorente. Dee della gioia e del fascino, impersonano la bellezza e la grazia, infondendo la felicità nel cuore degli dei e degli uomini. Presiedevano ai banchetti, alle danze e ad altri piacevoli eventi sociali, diffondendo amicizia e serenità tra i presenti. Accompagnavano spesso Afrodite ed Eros, le divinità dell’amore, e insieme alle Muse cantavano e ballavano per gli dei sul monte Olimpo al suono della lira del dio Apollo. Buona notte. apollonia2 punti
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Grazie veramente gentilissimo, ora piano piano incominciamo a pensare anche al futuro e al numero 8, chi vorrà proporsi può inviarci alla nostra mail il suo contributo : [email protected]2 punti
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Buona sera Marco, non ricordo dove ho letto agli albori della mia collezione una cosa che condivido tutt'oggi: la monete comuni saranno comuni sempre, anche tra 2000 anni. Pensa infatti che ci sono monete comuni della Grecia antica o di Roma repubblica. Una verità complementare è che invece, le monete rare saranno sempre più rare. A presto2 punti
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Buongiorno cari amici, e' con grande gioia che vi invitiamo alla consegna dei nuovi Gazzettini di Quelli del Cordusio che avverrà il giorno domenica 25 ottobre 2020 alle ore 10 nei tavoli esterni all'aperto del Caffè Spadari al mercatino del Cordusio in Piazza Pio XI in Milano (indipendentemente dall'apertura o meno del mercatino). Il nuovo Gazzettino arrivato ormai al numero 7 avrà una nuova veste grafica speciale in cartonato, a colori, con più pagine, esattamente 83, con 11 articoli, editoriale e rubriche varie. Ricordiamo anche che il Gazzettino è autoprodotto, autogestito, un dono di volontariato culturale per la comunità e per gli appassionati che viene dato in modo gratuito agli amici e aderenti del nostro Gruppo. Ci si augura che questo ulteriore sforzo e impegno culturale di tanti possa essere un buon messaggio di divulgazione e conoscenza per la nostra numismatica. un caro saluto a tutti, Il Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio1 punto
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X è il totale delle monete Alice prende 1/4X Michele prende 1/3(X-1/4X) Nicolò prende la metà delle monete rimaste e se poi ne restano 6 per Giorgio significa che anche Nicolò prende 6 monete (nell'espressione sono state direttamente sommate nel 12 prima dell'uguale) Unendole viene questa equazione: [perdonate la calligrafia] Viene che X è 24 quindi: Alice prende 1/4 di 24=6 monete Michele prende 1/3(X-1/4X)=6 monete Nicolò come avevamo già detto prende anche lui 6 monete E come dice il testo del problema anche Giorgio prende 6 monete1 punto
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Buonasera Oilitta : è pur sempre una bella moneta d'argento, con il ritratto del Re e lo stemma dei Savoia, un piccolo frammento della nostra Storia e allora aveva anche un certo potere d'acquisto, c'erano in circolazione le monete da 1 e 2 centesimi..... Magari per tuo nonno era un ricordo, comunque è da conservare con cura. Non vale una fortuna ma non è che la si possa trovare per caso : è bella ! Buona serata.1 punto
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Il ragionamento seguito è equivalente, cambia la formalizzazione. Aggiungo anche la mia Sia X il totale delle monete, A il numero di monete che prende il primo fratello, B quelle che prende il secondo e C quelle che prende il terzo. C=1, infatti C = ½ [X-A-B] +½ e, visto che non avanzano monete dopo la distribuzione, C= [X-A-B]. Quindi ½ [X-A-B] +½ = [X-A-B], da cui [X-A-B]+1= = 2[X-A-B] e, infine, [X-A-B] = C = 1. Ragionando a ritroso allo stesso modo B = 2 e A = 4, infatti: ½ [X-A] +½ = B, da cui [X-A]+1= 2B e quindi [X-A-B] + 1 = B che, essendo [X-A-B] = C =.1 implica B = 2, e, per quanto riguarda A: ½ X +½ = A, da cui X+1= 2A e quindi [X-A-B] + 1 = A – B, da cui, essendo [X-A-B] = C =.1 e B = 2, si ottiene A = 4. Di conseguenza X = 1+2+4 = 7. Valerio1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti Cristiano, @Asclepia, non è il mio campo di azione, ma pur sempre un bel ramino è. ? Sulla conservazione non mi esprimo, ma secondo me un ammollo in olio di vasellina non può che fargli del bene, sicuramente le incrostazioni si ammorbidiranno un po', e poi sarà un bel bagno rigenerante. Pensa alle parti meccaniche del motore che sono costantemente a contatto con l'olio, quando le smonti sono belle fresche. ? Saluti Alberto1 punto
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Complimenti @nikita_ Questa è una banconota che mi piacerebbe avere in collezione indipendentemente dal decreto. Fino ad ora mi è capitato di vedere solo stracci o pezzi vistosamente trattati... saluti1 punto
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Non credo sia comune... Se vai a controllare sul web le aggiudicazioni penso ti ricrederai. In generale ti dico che girano più falsi che originali. Vedi tu.1 punto
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Confermo l'attribuzione. Sono i classici oboli di Savona. Dal primo si capisce bene la legenda comunis (saona) dal lato dell'aquila e moneta saona dal lato croce con la rosellina tra le parole.1 punto
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Ciao @Acqvavitus...la moneta è na bella moneta, ma dire che è in fdc mi pare un pò esagerato...lasciando perdere le debolezze sul contorno che non abbassano la conservazione (i difetti di conio non abbassano la conservazione) ci sono altre cose evidenti che non ti permettono di giudicarla fdc: il colpo al bordo che forse a te non disturba ma alla conservazione si!! una serie di segni e colpetti sui campi soprattutto al rovescio (al dritto quei segni che però potranno, come dici tu, essere un effetto fotografico) l'usura sul ritratto : lobo, capigliatura (dove ha la riga il buon Francesco l'usura si nota bene) Se come dici quei segni al dritto non ci sono più, che come scrivevo erano la cosa che più mi infastidiva, puoi far salire la conservazione di mezzo punto, un qspl ci potrebbe pure stare un spl sarebbe generoso...ma fdc mi spiace non ci siamo. La storia del colpo accidentale in zecca non regge...se io piglio na moneta e appena uscita dalla zecca le do na martellata, resta fdc perchè non ha ancora circolato?? Un conto ripeto è un difetto di conio (debolezze, graffi di conio, mancanze di metallo etc), altro conto, un colpo al bordo che qualunque sia il luogo dove la moneta se le pigliato fa abbassare la conservazione della stessa. Ripeto bella moneta ma non in fdc. Saluti.1 punto
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Desana è difficile visto che nel secondo quarto si intravede un animale.. Probabile messerano io metterei sul cartellino...1 punto
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MEFISTA Non ti ho visto parlare non ti ho visto pensare non ti ho visto neppure sbattere sul balcone la polve dei ricordi mangiare gli spaghetti giù in cucina e bagnare d'assenzio le serrande abbassate sepolte e incatenate... ah, quei tempi di luce di donne e di Parigi! Voci di camerieri e di turisti come pietre selvagge e consumate... e tu, Mefista, mi ritorni in mente con le tue risa e il fuoco dei tuoi fianchi e la neve a coprire la tua anima cruda e le mani e le dita e la mia vita nuda.1 punto
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Salve, per puro caso mi sono imbattuto in questo bronzetto provinciale di Gadara, in Siria, in cui ciò che salta all'occhio, anche se non proprio di Afrodite, è il bel "lato B" della Grazia centrale, su cui anche l'imperatore Elegabalo sembra fissare lo sguardo: Elagabalus, Gadara, Syria. AVT K M AYΡ ANTΩNEINOC, busto diademato, drappeggiato e corazzato a destra. / GADA-REWN, KCVP APC, le tre Grazie stanti, quella al centro di spalle, le braccia sulle spalle delle altre due. Gadara, Spijkerman 83; SNG ANS 6, 1331 Ecco dunque le tre Grazie, figlie di Zeus: Aglaia, Eufrosine, Talla. Come è facile immaginare le tre divinità erano benefiche e diffondevano splendore, gioia e prosperità tra gli umani e in natura. Dalla parola che è il loro stesso nome latino "Gratia" è derivato a sua volta l'aggettivo "gratus", gradito, riconoscente. Quella di spalle, che sul bronzetto sembra organizzare la coreografia della scena, voglio immaginare che sia Ευφροσυνη, il cui nome "Eufrosine" che letteralmente vuol dire "buonumore, allegria, felicità", viene dalla parola "euphron", composta da εὖ (eu, "buono") e φρήν (phren, "mente, "cuore") o forse da φρονεῖν (phronein, "pensare"). Il mito è stato ispiratore di grandi artisti. Il pensiero va ad Antonio Canova e al gruppo scultoreo in candido marmo di Carrara conservato nell'Ermitage di San Pietroburgo. Ma in questo caso ho pensato ad un dipinto di Raffaello Sanzio, che rappresenta le Grazie in atteggiamento piuttosto simile a quello scolpito sulla moneta di Gadara. Prima però vorrei riportare i pochi versi di introduzione al poemetto "Le Grazie" che Ugo Foscolo scrisse e dedicò proprio ad Antonio Canova mentre scolpiva le dee gemelle: «Alle Grazie immortali / le tre di Citerea, figlie gemelle / è sacro il tempio, e son d'Amor sorelle; / nate il dì che a' mortali / beltà ingegno virtù concesse Giove, / onde perpetue sempre e sempre nuove / le tre doti celesti / e più lodate e più modeste ognora / le Dee serbino al mondo. Entra ed adora.]» Questo è il dipinto di Raffaello (1483-1520): e questo, di tutt'altro stile, è di Giovanni Martinelli (1610-1659): Cordiali saluti a tutti1 punto
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Buonasera a tutti! Rispolvero una vecchia ma interessante conversazione, pertanto pubblico qualche variante dei sestini in mio possesso. Legenda retrograda1 punto
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1859 Regno delle due Sicilie - Francesco II° - 10 tornesi1 punto
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@Sandokan1@littleEvil Complimentoni ad entrambi, non era per niente facile. Grazie mille ragazzi!! ? A presto1 punto
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La moneta in questione è stata emessa da Metaponto e dovrebbe essere simile a quella riportata su http://www.magnagraecia.nl/coins/ : AE13 of Metapontion, 350-340 BC ca Obv. head of Demeter, hair gathered in sakkos Rev. grain of barley, ME-TEI Johnston 8 .... g private collection La foto non è certo delle migliori ma si legge chiaramente l'iscrizione METE (più che METEI). Viene classificata come Johnston 8 che in HN corrisponde alla n. 1644, sulla quale tuttavia Rutter legge "ME and TPI".1 punto
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Biongiorno Queste due euro hanno qualcosa di strano? Per aver aiuti dovresti postarle...1 punto
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Non so se ci è permesso parlare di soldi sul forum ma è facile confrontare i prezzi con quelli delle aste passate. https://www.acsearch.info/search.html?term=carthage+1%2F4+shekel&category=1-2&en=1&de=1&fr=1&it=1&es=1&ot=1&images=1&thesaurus=1&order=1¤cy=eur&company= per confronto, 170EUR realizzati nel 2017 in un'asta G&M.1 punto
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Non sarà la più bella, ma girando diversi siti di aste ho notato questo argenteus di Massimiano che trovo decisamente bello. É attualmente in vendita https://www.biddr.com/auctions/mdcmonaco/browse?a=1285&l=13618841 punto
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E’ stato credo l’ultimo tram di una numismatica reale che si appresta a ritornare virtuale, era giusto e doveroso provarci per i tanti che ci stanno seguendo, collaborando e che apprezzano, grazie a voi !1 punto
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Complimenti per essere riusciti, anche in questo particolare momento storico Nazionale e non solo, a distribuire il Gazzettino in versione cartacea a tanti appassionati. Dalle foto si vede che è stato un vero successo. Un peccato non aver potuto partecipare a questa giornata. Ricordo ancora i bei momenti vissuti assieme agli amici del Cordusio nella Venerabile Biblioteca Ambrosiana, propio a due pa da dove oggi è stato distribuito il Gazzettino, la presentazione del medagliere permanente, indimenticabile. Spero di poter rivivere ancora dei momenti simili in vostra compagnia, per ora posso solo rinnovare i miei complimenti a tutti ed aspettare la giusta occasione per poter ritirare le copie cartacee del Gazzettino e finalmente avere il piacere di poterlo leggere tutto d’un fiato.1 punto
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Ciao a prescindere da alcuni particolari come barba e iscrizioni, la moneta è coniata con una pressa moderna ma coniata, i campi sono troppo lisci e omogenei, non vi è traccia di espansione, ci sono un po' troppe fratture circonferenziali, e proprio solo a vederla lascia almeno a me molto perplesso. Silvio1 punto
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Ciao Ferdinandoborbone, Lo osservavo da tantissimo tempo questo Grana 3 di Murat e mi domandavo in che lega metallica fosse stato coniato.... Sembra una lega di ottone. Appena ti è possibile puoi comunicarci diametro e peso? E se possibile farci vedere il decoro nel taglio. Varianti ne ha soprattutto nel rovescio: Cifre della data I0I0. Simbolo stella a 5 punte. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Su CN on-line è stato pubblicato un interessante articolo sui 10 tornesi romani, nel quale si trovano le risposte ad alcune domande sollevate in questa discussione. https://www.cronacanumismatica.com/buona-moneta-di-rame-ecco-la-verita-sui-10-tornesi-romani-di-francesco-ii/1 punto
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Non credo sia un 1. Quella che sembra una gambetta a sinistra della "I" non è altro che una concrezione che arriva al rombetto che sta alla sinistra della "I"1 punto
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