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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/21/20 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti gli amici del forum...qui voglio iniziare una carrellata di tutte le varianti che conosco per questa specifica tipologia di monete, parlerò solo di rame e di grani dal 1814 al 1816, periodo movimentato per Ferdinando. Un po' di storia. Già nel Gennaio del 1812 attraverso lord Bentinck, Ferdinando III, con il pretesto di una finta e improvvisa malattia, fu obbligato a rinunciare ai suoi poteri, nominando reggente il figlio Francesco e a trasferirsi in campagna, a Ficuzza. Fu concessa una nuova Costituzione Siciliana, ispirata al modello inglese. A Palermo, il 19 luglio 1812, il Parlamento siciliano, riunito in seduta straordinaria, promulgò la nuova Costituzione, decretò l'abolizione della feudalità in Sicilia e approvò una radicale riforma degli apparati statali. La nuova carta costituzionale, invisa da Ferdinando, che però non vi si poté opporre a causa delle pressioni britanniche, ma anche per via delle insistenze di suo figlio, il principe vicario, finì con il diventare un eccellente strumento di propaganda per i Borbone, mentre fu deplorata da molti dei nobili che l'avevano votata, quando s'accorsero che essa toglieva loro l'antico potere. Il 5 luglio 1814, Ferdinando III, dopo aver annunciato la fine della sua lunga degenza, riprese possesso delle sue funzioni, mantenendo in vigore, almeno formalmente, la costituzione e dichiarandosi intenzionato a restituire armonia nel regno siciliano. Dietro pressioni britanniche, Maria Carolina, accusata di complotto verso l'Inghilterra, era stata allontanata dalla Sicilia e costretta a ritirarsi a Vienna, dove morì l'8 settembre 1814. Il 27 novembre 1814, ormai sessantatreenne, Ferdinando sposa a Palermo, con matrimonio morganatico, la più giovane Lucia Migliaccio, vedova di Benedetto III Grifeo principe di Partanna e già madre di sette figli. Il 23 aprile 1814, Lord Montgomery, il vice di Bentinck, si sporse dal parapetto di babordo della nave Abukir annunciando la caduta di Napoleone al Re Ferdinando, che intanto era accorso al Molo. Ma ancora l'era murattiana non era volta al termine. Passò ancora un anno, quando l'esercito del Re Gioacchino il 3 maggio 1815 fu duramente sconfitto nella Battaglia di Tolentino e il popolo napoletano iniziò a inneggiare al ritorno del Re Nasone. Dopo il recepimento delle norme stabilite al Congresso di Vienna, in particolare dopo il Trattato di Casalanza, firmato presso Capua il 20 maggio 1815, consentì a Ferdinando di riprendere possesso, il 7 giugno 1815, del Regno di Napoli. Ai Borbone, però, non furono restituiti Malta, che restò protettorato britannico, e i Presidii, che furono assegnati al Granducato di Toscana. Dopo la seconda caduta di Napoleone, Murat, che aveva cercato di raggiungerlo a Parigi, fuggì dapprima nel sud della Francia e poi in Corsica, da dove tentò di tornare a Napoli con un pugno di fedelissimi per sollevarne la popolazione. Dirottato da una tempesta in Calabria, fu arrestato, condannato a morte da un tribunale militare nominato dal generale Vito Nunziante, governatore delle Calabrie, secondo una legge da lui stesso voluta, e fucilato a Pizzo Calabro il 13 ottobre 1815. Murat, prima di morire, disse di quel tribunale voluto da Ferdinando I: «Io avrei creduto il re Ferdinando più grande e più umano. Io avrei agito più generosamente verso di lui se fosse sbarcato nei miei stati, e che la sorte dell'armi lo avesse fatto cadere in mio potere!» Nel dicembre 1816, con la Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando, fino ad allora III di Sicilia e IV di Napoli, istituì una nuova entità statuale, il Regno delle Due Sicilie, e assunse il titolo di Re del Regno delle Due Sicilie. (fonte wiki) Tornando alle monete l'incisore è Vincenzo Beninati. In tutti i grani troviamo le sue sigle al rovescio V. B. a racchiudere le diverse figure "classiche" : il pegaso alato, il grappolo d'uva, le cornucopie, le spighe o ancora la Securitas in trono. Scrivo classiche appunto perchè sono chiari richiami a monete dell'antichità, che a guardar bene ritroviamo anche nel nostro passato più recente, nelle lire in italma della nostra repubblica: la spiga nel 10 lire, il grappolo nel 5 lire, la coruncopia nella moneta da1 lira. A rendere classicheggiante i nostri grani, anche la sigla P.F.A. Pius Felix Augustus, Pius Felix che ritroviamo anche nelle monete romane imperiali. I tondelli in questione sono sempre difficili da trovare in buona conservazione, vale un pò per tutti i tagli, forse il più facilmente reperibile in conservazione diciamo buona ,in bb o giù di lì è il 2 grani "normale" con la corona a 6 punte (quello a 7 è un'altra storia), monetina questa che mi ha fatto cadere tra le braccia di Vincenzo e dei tondelli da lui siglati. Quindi comincio proprio con un 2 grani del 1815, non con la prima che acquistai anni fa, ma con l'ultima arrivata di recente dall'Est Europa (si mi piacciono le missioni umanitario diplomatico numismatiche e i rimpatri numismatici) 2 GRANI 1815 (ETHIER e profilo in legenda) D : FERD.III.P.F.A.SICILIAR.ETHIER.REX profilo con corona a 6 punte sotto la data 1815. R : V.B. pegaso alato e sotto i valore G. 2. (v.b. piccole e G.2. con caratteri più grandi) contorno rigato La particolarità di questo tondello sono: la legenda "ETHIER" senza spaziatura; il profilo di Ferdinando che entra in legenda tra REX e la data; le V capovolte al posto delle A al dritto ; il fatto che da quanto posso vedere non sembra ribattuto su altre monete, cosa che invece si riscontra spesso nei 2 grani Variante rara per quel che mi dicono le mie ricerche. ecco le immagini e buona continuazione7 punti
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Questa cerchiata in rosso è la posizione, la tua non ha nessun segno di zecca, e per questa specifica moneta significa che è stata coniata a Philadelphia Questa con la O per esempio è di New Orleans questa con la S di San Francisco Se vieni in possesso di altri dollari Morgan eventualmente: Philadelphia CC Carson City S San Francisco O New Orleans D Denver3 punti
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Ciao a tutti! Oggi non era programmato di passare per un mercatino ma in una pausa dagli impegni sono riuscito a passare quasi per caso nel mercato del giovedì e vi ho trovato una ciotola piena di monete recenti e normalissime a 25 cent al pezzo. Con pazienza ho fatto un po' di frugata ed è emerso solo questo logoro 6 pence di Giorgio V niente di che ma mi mancava e mai avrei pensato di trovare una monetina d'argento in mezzo alle classiche monete da ciotola recenti e comuni. Dovrebbe essere del 1924 ma la data si legge a fatica...3 punti
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Ciao a tutti amici, Partecipo anche io con una piastra del '58. Un saluto a tutti. Raffaele.3 punti
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Nel mio ultimo post eravamo rimasti alla nascita del gigliato (liliatus) che come si è potuto osservare nasce dalla necessità di avere nuovamente una moneta di buon argento dal valore di 10 grana, ossia un carlino. Tagliato al numero di 80 pezzi la libbra doveva avere un peso di poco superiore ai 4 grammi. Sarà sotto Roberto d’Angiò che questa moneta riscuoterà un grande successo al punto di essere accettata anche da stati esteri, bacino mediterraneo ed oriente in primis, e fortemente imitata e contraffatta. Chiamata anche robertino, non fu immune anch’essa al triste fenomeno della tosatura con conseguente calo di peso al punto che si cercò di correre ai ripari prevedendo pesanti sanzioni ai tosatori e premi in denaro a chi li denunciava. Si decise altresì di contrassegnare, nel 1317, i gigliati con un simbolo, la ghianda, per garantirne la bontà. Nel 1321 la ghianda fu sostituita dal giglio. Oltre questi due simboli, ampiamente documentati, sui gigliati è possibile osservarne diversi altri, ma non vi è documentazione superstite che permetta una esatta datazione e/o cronologia degli stessi. Mentre è documentata la coniazione postuma al regno di Roberto d’Angiò da parte dei suoi successori che, in considerazione del successo della moneta, preferirono non apportare nessuna modifica sostanziale al gigliato. Molti gli studi che hanno cercato e stanno cercando di determinare una cronologia delle varie emissioni analizzando caratteristiche particolari della moneta ma soprattutto studiando i rinvenimenti di tesoretti composti da questo nominale. Mi rendo conto di aver riassunto forse un po’ troppo la storia di questa moneta che, da sola, meriterebbe pagine e pagine di studi, quindi chiedo scusa in anticipo anche per qualche errore o omissione. Chissà se @Eliodoro o altri utenti hanno intenzione di postare qualche altra moneta angioina?3 punti
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Ecco un 1834 fresco fresco,Torretta verticale in basso e quattro quadratini (o torrette coniate male) nello stemma.3 punti
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Buonasera @Antfolle86, oltre a quello che correttamente ti ha detto Rocco, io aggiungerei "conio zecca di Napoli" Ciao, Sergio.2 punti
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Buonasera bella gente...sta sera ritiro su questo vecchio post per condividere il nuovo quattrino del 91 che ho portato in collezione, direi che ho decisamente migliorato la conservazione del precedente (che ha già trovato posto in un'altra collezione di tutto rispetto a dir poco) che ve ne pare?...patina bella spessa in certi punti, un segnetto sul nasino del Nostro, ma ottimi rilievi, tra le ultime che ho tenuto d'occhio tra baia e aste questa mi ha proprio convinto...monetina rara e come al solito faccio il giochino delle conservazioni...che ci scriviamo sul cartelin???. Cito un paio di voi che sò appassionati di questi tondelli @Reale Presidio @Rocco68 ...ogni parere e commento è gradito. Buona serata e buona cena. Una cosa che ho notato proprio ora è che il valore della moneta qui è proprio un "1" rovesciato (si vede bene la punta), mentre in altri quattrini del 91 è un I maiuscola...ci avevate fatto caso?? Quindi ho ceduto un quattrino che non era del tutto uguale ...2 punti
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Sembra che ci sia stata la sovrapposizione di più banconote durante le fasi di stampa, tutto sta a vedere se questo processo è avvenuto nelle officine della Banca d'Italia oppure… "altrove". La filigrana mi sembra piuttosto impastata, ma l'ho solamente ricavata dai chiaroscuri del programma di grafica, servono foto migliori e più grandi. Inoltre, a parte il fatto che uscire dagli sportelli della BI in questa strana condizione vuol dire che c'è stata una svista extra-madornale od uno sportellista cieco si tratta pure della prima emissione A Ciampi/Stevani 1984 mha… Le condizioni della banconota indicano che ha circolato a lungo o che è stata appositamente stropicciata, penso che difficilmente sia stata accettata per buona negli scambi sino allo sfinimento, personalmente, da profano e non da collezionista, l'avrei rifiutata. Biglietto da visionare in mano o con ottime foto intere di fronte, retro e filigrana, giusto per intenderci qualcosa di simile: (una mia banconota)2 punti
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Ho trovato interessante l'articolo di Matteo Schivo, @matteo95 , sul soldino IQDP e sulla nuova ipotesi di collocazione temporale della sua coniazione. Ho potuto riscontrare quelle similitudini iconografiche elencate nell'articolo con il soldino coniato sotto Filippo Maria Visconti, visionando i due esemplari in mio possesso ed è innegabile la stessa forma delle lettere.2 punti
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Eliodoro sa come “prendermi per la gola” postando queste monete alle quali non so resistere. Il saluto d’argento, assieme al suo simile di metallo nobile il saluto d’oro, sono i cardini della riforma monetaria voluta da Carlo I d’Angiò nel 1278. Hanno in pratica rivoluzionato la circolazione monetaria del Regno facilitando di certo le transazioni interne ma agevolando sicuramente anche le transazioni con gli stati esteri. Anche il saluto nasce con la sua medalea (molto rara rispetto al saluto tenendo conto che su otto marche d’argento, sette venivano utilizzate per il saluto ed una per il mezzo saluto), ma sotto il regno di Carlo II “perde” il suo sottomultiplo e verranno quindi battuti solo saluti d’oro e saluti d’argento simili a quelli di Carlo I. Ma il destino per il saluto d’argento non fu magnanimo. L’aumento del costo dell’oro e l’insana pratica della tosatura portarono a regolamentare la sua circolazione e, il 5 agosto del 1300, fu stabilito che il saluto d’argento di giusto peso fosse scambiato per 60 pezzi l’oncia, mentre quelli di peso ritenuto basso al numero di 66 pezzi l’oncia. Nonostante il provvedimento il saluto continuò a svalutarsi ed un anno dopo (11 agosto 1301) veniva scambiato a 70 pezzi e ½ l’oncia che diventarono, un mese dopo, 80 pezzi l’oncia (in pratica 7,5 grana a saluto). Questo calo di valore favorì la fusione delle monete per esportare il metallo ricavato quindi si corse ai ripari decretando un corso forzoso del saluto di giusto peso al vecchio nominale di 10 grana (60 per oncia). Ma anche questa forzata soluzione non ebbe un gran successo e, nel 1302, furono messi fuori corso e ritirati al numero di 75 pezzi l’oncia che poi diventarono 76 per l’abbassamento del prezzo dell’argento. Tutta questa serie di svalutazioni non fu altro che il preludio alla nascita del liliatus … Mi auguro di essere stato meno prolisso del mio precedente post ma comunque in grado di apportare un contributo alla discussione. @eliodoro aspetto uno con i simboli ora2 punti
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Confesso, sono un amante delle cartoline! Ho cominciato per gioco, con quello che è stato il primo fenomeno mediatico italiano in ambito cartoline, cioè le cartoline pubblicitarie per la sottoscrizione del "prestito di guerra". Senza tediare tutti con questa particolare collezione, alcune cartoline le ho inserite in un mio sito. Se a qualcuno interessa l'argomento, trova qualche cartolina (e parecchia storia) qui: http://www.rocchi.org/prestiti/prestiti.htm Colleziono anche cartoline militari fino al 1945. Qui puoi vedere alcuni cataloghi di cartoline (ma mancano cataloghi di paesaggistiche perchè sono abbastanza al di fuori dai miei interessi). I cataloghi colorati sulla sinistra sono di Arrasich (e molti li puoi ancora trovare su Ebay, venduti da Millecartoline), e sono divisi per tipologia, mentre quelli scuri sono editi dallo Stato Maggiore dell'Esercito e riguardano cartoline "istituzionali", come le reggimentali, o i prestiti di guerra....2 punti
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E tali sono gli animali che ci sono compagni nelle nostre case, e non da oggi . Ritrovata in Orcomeno di Beozia, ed oggi conservata nel museo archeologico di Atene, una stele funeraria attribuita attorno al 490 a.C. , rappresenta un uomo anziano in piedi con lunga veste ed appoggiato ad un lungo bastone : l'uomo è chino verso il basso, dove il suo cane protende il muso verso la mano probabilmente tesa per una carezza . Sulla base di questa stele, una iscrizione ci dice che è stata scolpita dalla mano di Alxenor dell'isola di Nasso . Una simile raffigurazione, questa di ambiente domestico, è nel campo del rovescio di un raro didrammo della polis di Taranto attribuito al periodo "Oikistes" tra il 440-425 a.C. : in questa moneta, appunto l'ecista Falanto (o Taras) , seduto su seggio con alto schienale, regge con la destra una conchiglia, con la quale gioca con un gatto che saltella ai suoi piedi .1 punto
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1858 Regno delle due Sicilie - Ferdinando II° - 1 tornese1 punto
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Guarda se non coprono anche lui..........se lo vengono a sapere certe "persone".......? PS: il capretto (?) sotto sembra avere la faccia di Homar dei Simpson.......1 punto
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@Ranbel hai capito tutto, "O Vitellio...", "O Nerone...", ? perché anche tu hai studiato i classici! Ma domani daremo delucidazioni a chi li ha dimenticati...1 punto
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Ci sarebbe nuovamente da numerare i sacchi da 1 a 5, prelevare una moneta dal primo, due dal secondo ecc. qualora fossero tutte da 10gr. nell'unica pesata dovremmo avere 150 grammi in totale. Se manca un grammo sul totale i falsi sono nel primo sacco, se mancano due grammi nel secondo sacco, ecc. sino al quinto sacco con cinque grammi mancanti (145/150).1 punto
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Salve a tutti: è un poco che non ci sentiamo, ma quando posso vi leggo sempre volentieri. Se il diametro è quello indicato senz'altro è un mezzo denaro o medaglia, e anche il peso è assolutamente nella media per quelle tipologie delle quali ne ho già visti e schedati alcuni esemplari, anche nel ripostiglio di Alife (sono in effetti piuttosto rari, ma anche RRRR mi pare eccessivo, così come il qSPL per il denaro...ma si sa noi studiosi non ne capiamo nulla di queste cose ;)). Un abbraccio, MB1 punto
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G, ove R non é palese GOVERNO NEPALESE Ciao da Stilicho1 punto
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Mi inserisco io...premettendo ancora che le foto sono pessime e non si distingue bene cosa sia quel segno al centro dello stemma (graffio? spillatura?) salvo questo, la moneta è complessivamente tra l'mb e il bb...il dritto arriva al qbb e il rovescio è un mb+...le debolezze al dritto sui volti e al centro della moneta sono un difetto che si ritrova spesso, il rovescio è penalizzato da quei segnacci sullo scudo. Bello il bordo della moneta. Saluti. p.s. "foto migliori per avere più giudizi e dati con più precisone"1 punto
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Buongiorno a tutti, complimenti Cristiano, @Asclepia, bellissima contestualizzazione storica, ricca di notizie, moneta superba. ? Saluti Alberto1 punto
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Ciao mr_palanca, Ti propongo una osservazione che mi viene spontaneo ripetere ogni volta che vedo un gettone del genere. Che i volti dei Savoia campeggiassero su medagliette simili che venivano emesse per gare sportive, manifestazioni ed eventi di vario tipo può già sembrare singolare, in questo bel gettone il volto del Sovrano sponsorizza addirittura una sartoria : impensabile ed impossibile oggi che il Presidente della Repubblica possa apparire su gadget del genere. Ma allora l'Unità d'Italia era stata raggiunta da poco, i mezzi di comunicazione erano assai scarsi all'epoca, l'unica cosa che circolava presso tutta la popolazione erano le monete, specialmente gli spiccioli su cui la Zecca riportava il ritratto ufficiale dei Re (gettoni del genere comprendono i ritratti dei Sovrani compreso Vittorio Emanuele III in sembianze giovanili) e con questo mezzo le immagini della Monarchia venivano veicolate dovunque : una idea sicuramente efficace. Buona giornata. @mr_palanca1 punto
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Peccato che Pachamama sia la dea inca della fertilità e non c'azzecchi nulla con l'inferno...... E che quella è semplicemente una donna incinta della terra, con spighe di grano fra i capelli (essendo la moneta dedicata alla vita sulla terra)1 punto
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Il mio pensiero. Anche a me sembra di leggere distintamente L VERVS a inizio legenda del dritto. Quindi dovrebbe trattarsi di Lucio Vero. Guardando la legenda del rovescio, prima di COS mi sembra di vedere un V e, forse, di leggere anche IMP: Il che escluderebbe , tra le tue ipotesi, la RIC III 1486 perchè non ha IMP V. Resterebbero la RIC 1479 (TR POT VIII) e la RIC III 1484 TR POT VIIII. In proposito, di più, personalmente, non riesco a leggere. Spero di esserti stato in quale modo utile. Ciao da Stilicho1 punto
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Piccolo contributo, esemplare di grande fascino anche se l'iconografia non è prettamente mitologica: Commodus Medaglione. Roma, AD 192. L AELIVS AVRELIVS COMMODVS AVG PIVS FELIX, busti diCommodo e Roma drappeggiati e corazzati, con la seconda indossante elmo e corazza decorata con aegis / P M TR P XVII IMP VIIII COS VII P, Marte in piedi rivolto verso destra, testa a destra, nudo ma indossante elmo e mantello sulle spalle, reggente in mano la lancia e il parazonium che poggia il piede su una corazza (?) a terra, nel campo destro; la Vittoria a destra rivolta verso sinistra, reggente ghirlanda e palma in cima ad una colonna contro cui riposa uno scudo con in centro una figura di un animale. Gnecchi 120, pl. 86; Cohen 5/5. 70.56 g, 41 mm, 11 h. Estremamente raro; nessun altro esemplare su CoinArchives e Gnecchi elenca solo tre esempi. Provenza: Roma Numismatics Limited Asta 18 di 29.09.2019, lotto: 1181 Ciao Illyricum1 punto
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Mi permetto di dire la mia come ex collezionista di monete papali per un ventennio. Sono e restano le più belle monete per stile, soggetti e raffinatezza dei particolari nel pur ricchissimo e affascinante panorama della produzione numismatica italiana soprattutto dalla fine del medioevo all'epoca contemporanea. Il barocco numismatico papale raggiunge livelli altissimi tra la seconda metà del 600' e i primi decenni del 700'. Buon divertimento !1 punto
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Ok, però la mettiamo come è un dollaro monofacciale del 1867, quella dal North Carolina dello stesso periodo magari un altro giorno.1 punto
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Le rigature nei due versi e differente chiusura nella parte superiore dello stemma.1 punto
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REGNO DI SARDEGNA - VITTORIO EMANUELE II° - LIRE 5 1858 TO1 punto
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Buonasera, qualche altra monetina di Ferdinando II ? 1 Tornese 1858 con entrambi i bordi perlinati. Saluti Alberto1 punto
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Buongiorno a tutti, per la mia Napoletana di oggi, propongo il mio secondo esemplare di 8 Tornesi di Ferdinando II millesimo 1796 di conservazione molto molto scarsa, ma discretamente leggibile, l'ho presa perché è con le sigle R e C piccole. ? Saluti Alberto1 punto
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Complimenti per il gettone , conoscevo solo quelli milanesi con i ritratti dei savoia1 punto
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Lo so che è una moneta comune ma per me ha un significato speciale perché con essa tutto iniziò. Quando nel 1970 fu coniata la prima mille lire in argento per celebrare i 100 anni di Roma Capitale, nelle buste paga dei dipendenti statali (allora era veramente una busta con i soldi all'interno) fu inserita una 1000 lire. Il mio papà tornò a casa, la cavò dalla busta e me la diede. Ne fui molto contento; è vero che già allora avevo alcune caravelle d'argento che per alcuni anni avevano circolato in modo corrente ma quella mille lire lire mi accese una scintilla: iniziai a cercare la Concordia, la gens Aemilia, ecc. insomma fu il primo barlume di numismatica che si accese in me. In 50 anni ho visto e toccato monete molto importanti ma questa mille lire per me conserva un fascino e un'aureola particolari. Ecco, sperando di non avervi annoiato, posso dire che quest'anno celebro le mie nozze d'oro con la numismatica e non dimentico mai che questa moneta viene dalla busta paga del mio papà.1 punto
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Anche per me è un bellissimo ricordo, seppur più recente, ne scoprii l'esistenza all'inizio della mia passione (nel 1998) e quando uscii dal negozio ero contentissimo e ne rimasi veramente affascinato (la pagai anche qualcosa in più se non mi sbaglio 8000 Lire in Spl+ )1 punto
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A me la lira richiama in mente la guerra fredda e un'infanzia di cui non ho molta nostalgia. Mi sono chiesto per molto tempo se questa 1000 avesse mai circolato e proprio qui su lamoneta sono riuscito a trovare una riposta precisa alla mia domanda. Non ho fatto in tempo a riceverne prima che sparissero ma ho avuto modo di usare la "discendente" bimetallica.1 punto
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Forse la foto e' troppo pesante. Devi alleggerirla. Hai 4 modi: 1. Fai la foto, mettila su paint, taglia lo sfondo, salvala in jpeg e postala 2. Fai la foto, fai lo screenshot (puoi anche ritagliare l'immagine) e postalo 3. Fai la foto con Whatsapp, inviala a qualcuno, fattela reinviare: sarà già ridotta il giusto. Quindi postala 4. Fai la foto e alleggeriscila con un programma esterno Spero di esserti stato utile. Ciao Stilicho PS: Si scrive Eliogabalo, tutto attaccato. Prova a correggere.1 punto
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Non ricordavo i miei interventi in questa discussione. Per tirare le somme, i riferimenti bibliografici del Moruzzi che data l’emissione al 600-550 a. C. sono Sear 3532 per l’obolo con la parte anteriore del leone a destra e Sear 3533 per l’obolo con la parte anteriore del leone nella direzione opposta. Ho visto che il Sear attribuisce a entrambe le emissioni la datazione “Late 6th cent. B.C.”, quindi tardo VI sec. a. C. che ci porta attorno agli anni 540-520 a. C. Questo è in accordo con il periodo di coniazione attribuito a questi oboli da alcune case d’asta “Late 6th-early 5th century BC”, come dire anni 540-480 a. C. Quindi la datazione del Moruzzi che parte dall’inizio del VI sec. (early 6th century BC) è sbagliata, fino a prova contraria.1 punto
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Il Sultanato di Muscat e Oman nasce come protettorato inglese nel 1820, nel 1971, a seguito dell'indipendenza, rinasce come Sultanato dell' Oman, Muscat (Mascate) ne è la capitale. (200 baiza = 1 rial) 100 baiza del 1970 Viene riemessa nel 1973 con la stessa iconografia ma con MUSCAT mancante al retro.1 punto
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Si, ma nell'articolo non è specificato bene quanto saranno disponibili .. per il momento sul sito UFN nn ci sono1 punto
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Buonasera a tutti, Intervengo su questo argomento perché un amico mi ha segnalato questa interessante discussione. Ho visto alcune di queste particolari dracme, prima dell'uscita in asta già menzionata, anche in alcuni convegni tra gennaio e febbraio (Modena e Bergamo). Dopodiché mi sono state offerte una ventina di questi pezzi, da un tizio che le aveva comprate a sua volta da un altro tizio che le vendeva a blocchi (!) da 20... Ho avuto la possibilità di esaminarli per alcuni giorni con le tecniche che la numismatica tradizionale ci da, ma ho anche avuto fatto eseguire delle analisi di fluorescenza a raggi X (ahimè pagandole a caro prezzo). Una analisi dei legami di conio evidenzia la presenza di 4 coni di Diritto e 4 coni di Rovescio, per un totale di 6 coppie di coni, esemplificate nell'immagine qui sotto. Si tratta di numeri veramente alti, considerato il campione piccolino... E confermo che ci sono intrecci strani, troppo strani, del tipo incrocio di coni tra monete a legenda Massa e monete a legenda Rikoi... Qualcosa di impossibile o perlomeno mai attestato in tesoretti, ritrovamenti o collezioni museali. Una cosa veramente anomala è poi l'orientazione degli assi. In tutte le 20 dracme che ho studiato l'orientamento è sempre a 12h o 1h, cosa che non è assolutamente attestata per nessuna tipologia di dracma padana, in quanto i coni erano usati liberi e pertanto davano origine agli orientamenti più disparati (non stiamo parlando di officine con un livello organizzativo paragonabile con quelle di alcune città stato greche, Marsiglia tanto per dirne una). Ci sarebbe poi da fare un lungo discorso sulle tipologie dei tondelli delle dracme Pirakos autentiche, che sono larghi, piatti e sottili (vedi Manerbio), cioè l'opposto di queste qui. Stesso discorso per le Rikoi. Un altro lungo discorso andrebbe fatto per lo stile... Le analisi XRF (eseguite su 2 monete) infine hanno segnalato una lega abbastanza pulita, costituita all'85% di Argento e per il resto di metalli non preziosi (rame e altro). Quello che colpisce è la presenza di tracce di Titanio, Manganese e Cadmio, veramente anomala, ma soprattutto l'assenza completa e totale di tracce di Oro e Piombo, che sono sempre presenti in tutte le leghe antiche. Insomma, sembra tanto una lega moderna e industriale Ag85:Cu15. Negli anni passati, quando ho lavorato in Università, ho studiato centinaia di esemplari di dracme (Manerbio incluso) con fluorescenza e altre tecniche composizionali, e posso dirvi che le 2 monete che ho analizzato recentemente non sono compatibili con le centinaia di dati in mio possesso (e pubblicati). Prima del disastro di Covid19 avevo iniziato a scrivere un articoletto, forse è il momento di riprenderlo in mano...1 punto
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Buonasera Vannilo, ammesso e non concesso che la moneta in questione sia un falso - sebbene io lo creda fermamente solo un esame diretto, come ribadito anche da lei, potrebbe consentirci di affermarlo con maggiore sicurezza - concordo nel non attribuirla al Tardani i cui falsi, dopo gli studi di Grierson, sono oggi relativamente riconoscibili (per inciso, non so cosa darei per schedare e pubblicare i conii di questo falsario che sono custoditi al Museo Nazionale Romano, credo che ne verrebbero fuori delle belle!!!). Nei primi anni del XX secolo alcuni falsi che mi paiono provenire dalla stessa mano del pezzo del quale stiamo discorrendo comparirono in aste pubbliche, ma ciò non toglie che la loro produzione possa essere stata di qualche decennio precedente. Lei osserva come questo esemplare non sembri affatto opera del Cigoi, ma tenga presente che Cigoi non lavorò da solo. Secondo il Kunz lavorarono per lui almeno quattro persone alle quali egli faceva avere i disegni delle monete da realizzare: quattro mani diverse, quindi, e, forse, altrettanti differenti e ben differenziati "stili". Inoltre, stando a quanto trascritto dal Brunetti, tra le monete di A. Hess che Cigoi gli aveva venduto (prima del 1870) figurava proprio una moneta di Asti a nome di Corrado II. Non sappiamo di che tipo fosse ma credo si possa dubitare che si sia trattato di un "semplice" denaro né tantomeno di un tornese (la cui esistenza, se non erro, era stata resa nota solamente nel 1853), nel qual caso credo che Kunz probabilmente non avrebbe mancato di segnalarlo. Più facilmente doveva trattarsi di un più "banale" grosso (ma a quel tempo forse non così comune com'è oggi dal momento che prima dell'uscita dell'opera di Promis nel 1853 ne erano state segnalate solo due varianti, dal Muratori e dal Bellini). Infine, tenga presente come l'esemplare del quale stiamo parlando sia molto simile al disegno pubblicato dal Muratori e che forse servì proprio da modello all'eventuale falsario. Cordialmente, Teofrasto1 punto
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