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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/04/20 in tutte le aree

  1. Torna al mercato in NAC 120 al lotto 247, il prossimo 6-10-2020, dopo 30 anni, l'estremamente raro (3 esemplari noti) tetradrammo di Agrigento firmato da MYP(ON) .
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  2. Il più antico cane italiano scoperto dai ricercatori dell’Università di Siena in due siti paleolitici in Puglia. I ritrovamenti archeologici potrebbero rappresentare le pionieristiche testimonianze del processo che ha portato alla comparsa del primo animale domestico. Alcuni resti rinvenuti nei siti paleolitici di Grotta Paglicci a Rignano Garganico e Grotta Romanelli a Castro (Le) testimoniano una presenza molto antica del cane, datata tra 14mila e 20mila anni fa. La scoperta, di fatto del più antico cane italiano, è del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena e in particolare dell’Unità di ricerca di Preistoria e Antropologia. Lo studio, frutto della collaborazione con altri enti nazionali e internazionali, è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista “Scientific Reports”. “Questa scoperta è di particolare interesse – spiega Francesco Boschin, archeozoologo dell’Università di Siena e coordinatore dello studio – in quanto i cani più antichi, riconosciuti con certezza dagli studiosi di preistoria, provenivano fino a ora da contesti dell’Europa centrale e occidentale datati a circa 16mila anni fa. I resti pugliesi rappresentano quindi, a oggi, gli individui più antichi scoperti nell’area mediterranea ma potrebbero rappresentare anche le prime testimonianze in assoluto del processo che ha portato alla comparsa del cane, il primo animale domestico”. La domesticazione cane si fa risalire all’ultimo massimo glaciale, un periodo di forte crisi ambientale durante il quale molte popolazioni animali europee, uomo compreso, hanno cercato rifugio in alcune regioni, quali ad esempio le penisole dell’Europa meridionale (Italia peninsulare, Iberia, Balcani), l’area franco-cantabrica e il bacino dei Carpazi. “In questo periodo di forte crisi – prosegue il dottor Boschin – il lupo, un predatore sociale per certi versi affine all’uomo, potrebbe aver individuato un nuovo modo per garantirsi la sopravvivenza: adattarsi a sfruttare gli avanzi delle prede dei cacciatori-raccoglitori paleolitici, frequentandone le periferie degli accampamenti. Ciò avrebbe favorito il contatto sempre più stretto tra uomini e lupi e tra questi ultimi la sopravvivenza degli individui meno aggressivi. La selezione di animali sempre più docili avrebbe poi innescato il processo di domesticazione e la comparsa dei primi cani”. “È ancora difficile capire se la Puglia possa essere stata un centro di domesticazione – precisano i ricercatori – I dati genetici di uno dei cani provenienti da Grotta Paglicci, datato a 14mila fa, ne mettono in risalto la somiglianza con un individuo di epoca comparabile proveniente dal sito di Bonn-Oberkassel in Germania. I due cani potrebbero quindi essersi originati da una popolazione comune, più antica, poi diffusasi in varie parti d’Europa. All’epoca il nostro continente era caratterizzato da una forte frammentazione culturale ma il rinvenimento di due cani geneticamente affini, uno in Italia meridionale e l’altro in Germania, significa che nonostante le differenze culturali il cane può aver rappresentato un importante elemento di contatto tra le comunità di cacciatori-raccoglitori dell’epoca”. Lo studio è stato svolto dall’Università di Siena in collaborazione con l’Università di Firenze, il Centro Fermi di Roma, l’International Centre for Theoretical Physics di Trieste, l’Università di Bordeaux, il Museo nazionale preistorico etnografico ”Luigi Pigorini” di Roma, l’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana ‘Aleandri’, l’Istituto nazionale di Fisica nucleare – sezione di Firenze, il Musée de l’Homme di Parigi Elettra Sincrotrone di Trieste e la Soprintendenza archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia. Ulteriori ricerche, spiegano i ricetcatori, potrebbero ora far comprendere il ruolo del cane nelle comunità paleolitiche, se possa quindi avere avuto una funzione nelle battute di caccia o di difesa degli accampamenti oppure un importante ruolo simbolico, che ha ancora oggi presso alcune popolazioni dove è considerato manifestazione terrena di spiriti o reincarnazione di defunti. https://quotidianodifoggia.it/il-piu-antico-cane-italiano-scoperto-nella-grotta-paglicci/
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  3. Altro esemplare con simbolo differente.
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  4. Sembrano due tondelli diversi attaccati insieme. Per me non buono.
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  5. Difetto già noto, non è di conio ma è una difettosità iniziale del tondello, avviene quando la tranciatura dello stesso è avvenuta troppo vicino a bordo foglio.
    2 punti
  6. Nel link seguente trovate postate le monete sottratte a Biagio Ingrao . Nei prossimi giorni verranno aggiunte nuove foto. https://collezione-savoia.blogspot.com/
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  7. Buonasera a tutti, per una Napoletana al giorno posto il mio secondo esemplare del 1834, Piastra 120 Grana Ferdinando II . ? Saluti Alberto
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  8. 1951 S. Tomè e Prìncipe - Repubblica Portoghese - 10 Escudos
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  9. Non tanto chimiche quanto fisiche perche’ un conto e’ la coniazione a martello un altro quella a pressa. ed e’ proprio questo il punto: il falso perfetto ( con buona pace di Aristarco ☺️) non esiste. Semplicemente perche qualcosa che e’ stato creato 2000 anni fa non puo’ essere ricreato identico oggi. Ad esempio la forza applicata per creare un tondello coniato e’ diversa anche se si usa il medesimo metallo antico. Il conio e’ necessariamente diverso ( anche se si avvicina molto) e cosi via per molti altri Particolari che e’ sano non specificare. la patina, che interessa le monete in bronzo, molto poco quelle in argento, zero quelle in oro, con la coniazione a pressa subisce spesso danni e le ricostruzioni si vedono eccome..
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  10. Salute giovani, Tornese di Filippo III 1620, con Ara a lati dritti. Che simbolo sarà quello sotto l'Ara? Grazie anticipato a chi dedicherà un po del suo prezioso tempo.
    2 punti
  11. Gentile amico, il tema è profondo e articolato (dici bene, "molto generale") e passeremmo centinaia di righe di messaggi anche solo per iniziare a parlarne. Sul secondo e terzo quesito ("perchè è stata scelta questa tipologia di croce in questa moneta", "perchè vi sono diverse tipologie di croci all'interno di una stessa serie monetale") i colleghi numismatici spero potranno aiutarti al meglio, ma credo che in buona parte le scelte e le differenze conseguano a questioni storico-politiche che di norma riescono a coinvolgere anche l'araldica. Sul primo quesito, "quale messaggio (politico?) si voleva dare assumendo una data tipologia di croce", tieni presente che a monte c'è innanzitutto un discorso squisitamente estetico, causato dall'abbondante uso della croce come figura araldica. In due parole, di stemmi con una croce ce ne sono e ce ne furono talmente tanti che, dapprima, venivano differenziati colorando la figura in maniera diversa. Ma la gamma dei colori è limitata, specialmente in araldica. E neanche le possibili combinazioni geometriche di colori diversi sono infinite. Quindi fu necessario aggiungere un'ulteriore variabile: la forma da dare alle croci. Se ne contano decine di tipologie diverse, tutte indicate in maniera più o meno estesa dai principali testi. Per iniziare, posso suggerirti questi tre (tutti leggibili su internet): - G. C. Bascapè/M. del Piazzo (con la cooperazione di L. Borgia), Insegne e simboli. Araldica pubblica e privata, medievale e moderna, Roma-Firenze, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Le Monnier 1983 - F. Tribolati, Grammatica araldica ad uso degli italiani, Milano, U. Hoepli 1904 (3ª edizione) - G. di Crollalanza, Enciclopedia araldico-cavalleresca. Prontuario nobiliare, Pisa, presso la direzione del Giornale araldico 1876/1877 Per approfondire, mandami un messaggio privato, quando vuoi.
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  12. Che differenza c'è se il potassio Oppure i suoi proventi siano in mano di un dittatore ? In entrambi i casi questa risorsa non è o non sarà messa a disposizione dei cittadini bielorussi.
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  13. Buonasera a tutti. Non esiste nella monetazione Napoletana un nominale più bello per me, del 10 Tornesi 1819. Condivido due miei esemplari con diverso simbolo sotto il busto.
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  14. Ecco i due testi di cui sopra: The first evidence for Late Pleistocene dogs in Italy.pdf A new look at an old dog Bonn Oberkassel reconsidered.pdf Saluti Illyricum
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  15. Segnalo che "Euronews" continua a seguire la vicenda, come anche per esempio la versione online di "Novaja Gazeta" e molti altri. Sono d'accordissimo nel pensare le dittature non come espressione di un partito politico (rosso, nero, giallo, ocra, fucsia) ma come espressione di una volontà totalitaria aberrante. Storiograficamente parlando mi piace molto utilizzare la parola "totalitarismo". Tuttavia credo vadano fatte le giuste distinzioni tra Mao, Stalin, Mussolini, Franco, Lukašenko, Salazar e via discorrendo. Intendiamoci: dal punto di vista del giudizio morale sono d'accordo a non fare distinzioni, ma storiograficamente parlando le distinzioni vanno fatte. Senza distinzioni si rischia di non capire perché nascono certe idee totalitarie.
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  16. Non penso medioevale, ma papale XVI XVII secolo o successivi. saluti TIBERIVS
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  17. Ipotesi: il volto del re era la parte più usurata della moneta (magari aiutata da un conio mal impresso al centro del D/), il proprietario ha pensato di ritoccarla per portarla ad un livello più vicino al resto dei rilievi. Però, però... Però, i valori ponderali e metrici come sono? Sono molto strane le perlinature del D/ e del R/ (molto irregolari), le rigature proseguono anche all'interno dello scudo arrivando ad interessare lo stemma centrale dei Borboni di Spagna. Quanto al punto al centro della moneta, l'ho notato anche in altri millesimi ed è, in effetti, un centro utilizzabile da compasso (io lo uso per centrare il taglio circolare dell'immagine quando ripulisco la moneta dal contorno); è presente sulle Piastre del 1839,1842, 1851,1852 e su altre che ho postato e posterò prima o poi.
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  18. Ciao Sirlad, come forse sai io colleziono banconote non monete e di queste ultime non so assolutamente nulla, quello che dico lo dico da appassionato di notafilia, settore di nicchia della numismatica. In tema di banconote mi scontro spesso con la superficialità di sedicenti studiosi che citano supinamente altri senza darsi pena né di citare la fonte né di controllare le informazioni che riportano. Questo atteggiamento è inaccettabile in qualsiasi disciplina ma in numismatica è la norma. Faccio un esempio: nel febbraio 2011 Giovanni Graziosi pubblica un articolo su Panorama Numismatico col titolo "Mille lire al mese" e quando parla delle 1000 lire "ornata di perle" dice "...i disegni della banconota da 1.000 lire tipo 1946 furono eseguiti da G. Garrasi." Ora, è evidente che si sbaglia dal momento che sulla stessa banconota, al fronte in basso a destra, c'è scritto "R. Garrasi Dis." L'autore dell'incisione è Renato Garrasi, di cui tra l'altro non si sa quasi nulla (disinteresse verso l'argomento?). Ma la cosa sgradevole è che, 7 anni dopo, Giovanni Ardimento e Gaetano Russo pubblicano un libro intitolato "Mille lire al mese. Tre secoli di storia raccontati da una banconota" e dicono "I disegni della banconota da lire mille tipo 1947 [...] furono eseguiti da G. Garrasi su soggetto tratto dalle Tre Grazie della Primavera di Botticelli." Senza citazione della fonte e senza nemmeno osservare la banconota di cui parlano! ? Questo è solo un esempio, per dimostrarti che potrei andare avanti a lungo ti dico solamente che, sempre a proposito di questa banconota, nel rinomato catalogo Crapanzano, Giulianini, Vendemia si legge "Filigrana: testa dell'Italia con i capelli intrecciati con spighe e frutti" mentre bastava leggere il decreto di emissione 15 marzo 1947 per leggere che "La filigrana è costituita da una testina con profilo muliebre raffigurante l'Abbondanza." Dunque, minore di che? Minore di altre discipline tipo, ad es... la storia, dove ogni citazione è fedelmente riportata e il riferimento ai documenti originali è un crisma sacrosanto. In notafilia invece no, e a leggere i messaggi in questa discussione mi sembra che anche in numismatica le cose non siano molto diverse. Sembra quasi che, più che una disciplina, sia una sorta di rubrica "Forse non tutti sanno che", in cui puoi scrivere un po' quello che ti pare tanto sotto l'ombrellone nessuno si metterà a controllare se quello che dici è vero o no...
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  19. Sul RIC nessun denario ha questa legenda del dritto. E sembra ribattuto su un'altra moneta. Arka Diligite iustitiam
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  20. Ciao, posto una delle 2 Piastre 1834 che ho in collezione, perchè è piuttosto strana: DIRITTO: Ritratto del Re "bulinato" ( capelli, occhio, orecchio che sembra quasi "porcino" ). Presumo che l'artefatto sia stato eseguito molti anni dopo il conio, ma mi piacerebbe sapere il perchè ( la moneta è in buone condizioni di conservazione ). ROVESCIO: Si notano diverse anomalie. Partendo dall'alto: corona parte inferiore e sottocorona con rigature. Leone senza coda. Punto ( di compasso ? ) al centro della moneta. Torrette dello Stemma del Portogallo che sembrano dei "croissant". Anomalie minori nella Legenda: "S" di "SIC" con gambetta inferiore diritta. Numeri "1 e 2" di "120" diversi dal solito. Mi piacerebbe sapere la vostra opinione. Ciao a Tutti, Beppe
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  21. Ciao, potrebbe trattarsi di un denario difiClaudio I, però le leggende non corrispondono:al diritto testa laurata a destra, e nel contorno TI. CLAUD. CAESAR AVG. P. XI. IMP. P. P. COS. V nella tua sembranomancate i punti e alcune parti della legenda, al rovescio arco trionfale sormontato dastatua equestretra due trofei, sull'arco DE BRITANNI, peso 30.01gr la ho trovata nel primo volume del catalogo afa che pur rssendo esauriente non è certo il fangelo e non mette tutte le varianti, a vedere le foto anche a me sembra buona, se scartabellando fra i miei libri trovo qualche cosa di più preciso te lo faccio sapere, saluti
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  22. 1 punto
  23. Potrebbe essere plausibile...in particolare se gli esemplari trovati come sembra appartengono alla stessa tipologia. Si potrebbe ipotizzare quindi una piccola serie di confine prima della nuova.
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  24. Le tracce di un’infezione cronica sui resti di un cucciolo sepolto insieme agli uomini di Cro-Magnon indica che le persone hanno iniziato a prendersi cura dei loro amici a quattro zampe quasi subito dopo l'addomesticamento. Lo riporta il Journal of Archaeological Science. "Se non si fossero presi cura del cucciolo, tenendolo al caldo e pulendolo, sarebbe morto a due o tre settimane della malattia. Inoltre un cane in queste condizioni sarebbe stato assolutamente inutile per il padrone. Tutto questo, e anche il fatto del seppellimento congiunto, indica che i rapporti fra le persone e i loro animali domestici esistevano già 14 mila anni fa", racconta Luc Janssens dell'Università di Leida (Paesi Bassi). Si pensa che l'uomo abbia imparato ad addomesticare i cani nell'età di pietra, molto prima di addomesticare altri animali. Il motivo potrebbe essere il fatto che gli antenati dei cani erano onnivori e potevano nutrirsi con lo stesso cibo degli umani. Resta non chiaro chi addomesticò chi. Gli antenati dei cani impararono a stare con l'uomo grazie alla loro capacità di digerire l'amido che si trova in alta quantità nei cibi cucinati e anche all'abilità di identificare le emozioni delle persone e reagire ad esse. Janssens ha detto che molte discussioni si sono concentrate sul perché la gente teneva i cani. Alcuni ricercatori sostengono che furono apprezzati le loro capacità di caccia e guardia. Altri suppongono che i cani furono una specie di "sostituzione" dei bambini ed ebbero un ruolo significativo nella loro vita sociale. Janssens e i suoi colleghi hanno trovato le prove della seconda teoria investigando le spoglie mortali di un cane antico trovato vicino la città tedesca di Bonn. Il cane era sepolto insieme con i suoi padroni. Gli scienziati olandesi hanno investigato dettagliatamente le spoglie e hanno fatto due scoperte. Ne è risultato che i cani erano due, di cui uno era un cucciolo di sei mesi morto di cimurro. L'animale contrasse la malattia a 3-4 mesi e visse altre 8 settimane. Questo fatto insolito indica che i padroni si presero cura del cucciolo. https://it.sputniknews.com/mondo/201802125642054-scienziati-uomini-cura-cani/
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  25. Il punto è proprio questo, la grave lacuna della formazione. La numismatica è ancora una disciplina minore, purtroppo. Dietro questa "minorità" prolifera tutto un sottobosco di sedicenti "esperti" che altro non sono che traffichini dediti a campare alle spalle di chi ha una passione sincera. E nuoce all'ambiente. Inutile dire "se non hai un bagaglio di conoscenze non comprare", se mai compri mai te lo formerai, quel bagaglio. Il collezionista comincia per interesse, curiosità; la competenza si forma nel tempo, dopo una vita di studi, di ricerche e di acquisti... anche sbagliati. E parte di questa competenza consiste, in effetti, nel capire che il certificato non certifica nulla!
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  26. non capisco perché lavano anche quelle perfette, posso capire quelle in conservazione un po inferiore per non far notare leggeri punti di usura… ma questa potevano evitare di lavarla, con la sua patina avrebbe reso ancora meglio
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  27. Bella, una 13 torrette senza punteggiatura e 4 puntini nello stemma del Portogallo al R/... Appena l'avrò sottomano fotograferò nuovamente la mia che, mi sembra di ricordare, è ancora diversa.
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  28. sarebbe davvero interessante, la figura dell'Aequitas mi pare non lasci dubbi sull'utilizzo di un conio "ufficiale". Si, sono ormai circa vent'anni che "raccolgo" questo tipo di monete. Una collezione molto di nicchia, che riserva piacevoli sorprese sia per la finezza dei conii sia per i cosidetti "ibridi", cioè monete coniate con il dritto di un tipo e il rovescio di un altro. E poi c'è sempre quell'alone di mistero che ancora li accompagna e che nessun studio ha finora chiarito. Qual'era l'autorità che ne decideva il conio, quale la loro funzione ... abbiamo solo ipotesi, coniati dal tempo di Traiano fino alla metà del III secolo, con un picco con i Severi, trovati in gran numero nelle zone di confine dove molto probabilmente, e questa è l'ipotesi che condivido, sostituivano il denario d'argento sia per i commerci locali sia per la paga dei militari , salvo poi poter essere cambiati con denari "buoni" nel momento in cui raggiungevano zone sicure. Per questo motivo penso non fosse una coniazione "tollerata" ma di fatto ufficiale...discussione comunque ancora aperta. Anche sul nostro forum più di una volta se ne è parlato. Buona serata
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  29. Perfettamente d’accordo con gli esimi colleghi qua sopra. Siamo sui 200€ ?
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  30. No. La moneta è stata battuta alla NAC 57 nel 2010 a un hammer di 9.500 € da una stima di 4.000 €. Ciao apollonia
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  31. Posto la mia Piastra 1840 "modello base" (penso ). Buona serata a Tutti, Beppe
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  32. E dulcis in fundo, la terza: - Piastra 1834 con al D/ assenza di punto dopo "FERDINANDVS II", mentre al R/ assenza di punteggiatura in "SIC ET HIER", un leone senza coda e stemma del Portogallo con 11 torrette nel giro esterno e 4 torrette nella parte centrale.
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  33. Ecco un'altro tris di Piastre di Ferdinando II. La prima: - Piastra 1932 con al R/ un leone senza coda e 4 quadratini nello stemma del Portogallo.
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  34. @moneta66Attenzione! leggendo i vari interventi di @Aristarco (anche in precedenti discussioni) io ho capito che chiede un metodo che abbia valenza assoluta nel determinare l'autenticità di una moneta; non mi pare abbia chiesto il metodo per certificare l'autenticità di una patina ma per certificare anche quel che sta sotto la patina. Ci si può facilmente trovare al cospetto di moneta autentica con patina rifatta... e questo è un caso oggi purtroppo frequente. Ma un metodo non distruttivo che certifichi con valenza assoluta l'autenticità di un tondello, e quindi la sua composizione %, con specifiche dei componenti principali e microelementi potenzialmente presenti in base alle aree di provenienza dei minerali non mi risulta disponibile, nè tantomeno a costi abbordabili. Rispetto alla composizione % delle singole misture va considerato inoltre che già per le medievali e le rinascimentali è spesso difficile conoscerne la composizione originale (perchè da questa bisognerebbe partire) penso sia praticamente impossibile nel caso delle romane (penso all'oricalco e all'aleatorietà della % di zinco). Nell'ambito delle medievali e rinascimentali a volte si dispone di qualche ordine di battitura in cui queste percentuali, come anche i pesi legali di riferimento, sono chiaramente esplicitate; ma da questi ordini di battitura alla realtà partorita poi dalle zecche (monete comunque "autentiche") spesso si trovano differenze significative (la variabilità determinata dalla tecnologia, le speculazioni dello zecchiere più o meno in concorso con il principe, le dinamiche economiche dei singoli periodi...leggasi svalutazione dell'argento rispetto all'oro). Queste variabili sono infine da considerare tanto più frequenti ed influenti quanto più si riduce il valore liberatorio di una moneta. In definitiva, se una patina può sicuramente essere indagata (anche in questo caso sarà da indagarne i costi) dal punto di vista della composizione % di un tondello il gioco si fa veramente difficile, specie se non si è disposti a sacrificare qualche esemplare. Mi pare infatti che le analisi metallografiche non distruttive, tipo XRF, non abbiano ancora risolto il problema del possibile arricchimento superficiale di metallo nobile e che quindi i risultati così ottenuti non siano comparabili con quelli distruttivi.... ciao Mario
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  35. Salve a tutti. E' un peccato che questa discussione finisca sempre nel dimenticatoio. Per darle nuovo impulso posto questo ambrosino. Ogni parere è ben accetto. Milano. Prima repubblica. Grosso da 8 denari o ambrosino ridotto. Periodo di coniazione: 1298-1310 Descrizione moneta: Dritto: ♣ MEDIOLANVM Croce patente accantonata da quattro trifogli senza stelo. Rovescio: °S AmB° ROSIV' Sant'Ambrogio mitrato e nimbato, seduto di fronte, benedicente con la destra, tiene il pastorale nella sinistra.
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  36. Che peso aveva questo solido? Non trovo l'asta per verificare. Potrebbe trattarsi di una imitazione, probabilmente non siciliana
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  37. Quoto questo intervento perché sottolinea una grave lacuna nell'ambito di formazione di numismatici che non siano necessariamente commercianti professionisti, esistono scuole di specializzazione in gemmologia, ne esistono altre in archivistica, paleografia e diplomatica che consentono di acquisire una valida conoscenza dei documenti antichi, esistono anche corsi sui manoscritti e libri antichi... Non esiste nulla del genere per la numismatica, i corsi universitari preparano archeologi che possono poi specializzarsi in numismatica classica, ma tutto l'ambito della numismatica medievale e moderna rimane ampiamente scoperto e lasciato solo alle personali possibilità di formazione sul campo, maggiori per un professionista o per collezionisti in grado di costruire raccolte importanti...
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  38. Buonasera a tutti, Stasera per "Una Napoletana al giorno" condivido questo 3 Cavalli 1790 di Ferdinando IV, variante SICI
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  39. Riprendo questa interessante discussione facendo notare l'importanza di un tema che non è stato chiaramente citato nei precedenti interventi, a mio avviso credo che allo sviluppo e diffusione della numismatica servano corsi ed insegnanti anche oltre l'ambito strettamente universitario, nelle università la maggior parte dei corsi riguardano la numismatica classica con qualche incursione anche in ambito medievale, ignorando totalmente tutto il mondo delle monetazioni più moderne, anch'esso degno di studio ed approfondimento, questa grave mancanza lascia lo studio della numismatica medievale e moderna in una dimensione limbica dove diventa assai arduo per un semplice appassionato, non necessariamente interessato al collezionismo, apprendere ed imparare attraverso lo studio concreto dell'oggetto monetale...
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  40. Il Volume sui viceré è sato da me curato nei minimi dettagli...... osservando anche tutte le monete, per una corretta successione cronologica, di tutti i particolari iconografici.....sia nelle effigi, che negli stemmi....e quando uscirà, per chi lo avrà, troverete classificate le monete anche in ordine a questi.
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  41. scrivi su google ? fai sempre ricerche......quindi fallo anche adesso.?
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  42. Bella e significativa moneta di cui non si è ben certi del significato, pare infatti che lo stemma affiancato a quello canonico di Genova con la croce rossa, cioè lo scudo (azzurro) e la banda (color argento) e la scritta LIBER (color oro), che è stato utilizzato per quasi tutto il XVIII secolo, significherebbe la libertà di Genova dallo straniero e dalle fazioni cittadine, con la riunione in un solo corpo della nobiltà. Sulle monete il doppio scudo apparve nel 1715, negli 8 reali o scudo "dell'unione" , due anni dopo il regolare, oneroso e contrastato acquisto del Marchesato di Finale per un milione e 20.000 scudi (8 settembre 1713)
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  43. taglio 2 euro cc paese slovacchia anno 2016 tiratura 1.000.000 condizioni bb+ città trieste taglio 2 euro cc paese spaqgna anno 2005 turatura 8.000.000 condizioni bb città trieste
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  44. Taglio: 1 euro Nazione: Monaco Anno: 2002 Tiratura: 472.500 Condizioni: BB Città: Milano
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  45. Settecentesca, SANTA MARIA DI CARAVAGGIO - SAN VENANZIO
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  46. Concordo. La tipologia soffre di così tanti difetti, che riuscire a trovarne uno come questo senza svenarsi è già una fortuna dovuta al foro Bella patina intensa, modulo molto ampio, bellissimi rilievi che come alcuni di voi hanno fatto notare, danno il loro meglio fin nei dettagli più critici... il foro c’è... pace, ma non mi sembra aver deturpato più di tanto il flan. c’è molto da guardare oltre al foro dai, che tutto sommato diciamo che ha una sua “utilità”: rendere abbordabile una moneta che solitamente non lo è (specie con questi rilievi), per un Collezionista che la sappia apprezzare.
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  47. Già...ma prima? Come a tutti noto, la parola "Dollaro" è un'evoluzione del tedesco "Thaler", il nome dato alla prima moneta d'argento europea di grande modulo, coniata per la prima volta in Tirolo nel 1486, sei anni prima che Colombo scoprisse l'America. La moneta divenne cosí popolare nel XVI secolo che molti altri paesi ne coniarono di simili, dando loro nomi derivati da "thaler": "rijksdaaler" in Olanda, "rigsdaler" in Danimarca, "tallero" in Italia, "talar" in Polonia. Nel Nuovo Mondo, la moneta simile al tallero di uso piú comune era quella spagnola da 8 reales, conosciuta come Spanish Milled Dollar o "pezzo da otto" (piece of eight), coniata principalmente nella Zecca di Città del Messico, ma anche in Bolivia, Cile, Colombia, Guatemala e Perú. Insieme alle sue frazioni era ampiamente diffusa tra i coloni dei futuri Stati Uniti, e fu pertanto naturale che la parola "Dollaro" venisse adottata ufficialmente dal Congresso come unità di misura monetaria, una decisione caldeggiata da Thomas Jefferson sin dal Congresso Continentale del 1776. Ma prima che questo avvenisse, prima che si formassero gli Stati Uniti d'America, prima ancora che nascessero le tredici colonie inglesi, e addirittura prima che l'Arciduca Sigismondo del Tirolo coniasse, nel già ricordato 1486, il Guldengroschen, il primo Tallero della storia? Cosa usavano gli indigeni? E i primi coloni europei, afflitti da una cronica penuria di monete "tradizionali", come si regolavano per il commercio e gli scambi con le popolazioni native? Cercheremo di dare una risposta a tali domande in questa discussione che, partendo dall'America precolombiana, arriverà fino alle prime coniazioni monetarie delle tredici colonie che andranno a costituire gli Stati Uniti (ma senza entrare nel dettaglio di tutte le emissioni) e ai primi dollari, trattando anche, squisitamente dal punto di vista storico, delle monete degli spagnoli che, per oltre tre secoli, circolarono indistintamente dal sud, dove erano coniate, al nord del continente. Dove inserire una discussione così? Dal punto di vista temporale, forse la più logica sarebbe stata la sezione delle Zecche straniere, dal 1500 al 1800. Ma poiché l'area geografica che sarà presa maggiormente in considerazione sarà quella che andrà a costituire i futuri Stati Uniti d'America, ho ritenuto più opportuno inserirla nella sezione che vede tra i suoi frequentatori gli appassionati di monete statunitensi, e dunque le Monete estere La storia vera e propria parte col prossimo post, intanto non poteva mancare un omaggio al "padre" di tutti i dollari, il Guldengroschen di Sigismondo del Tirolo (da asta Künker). petronius
    1 punto
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