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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/22/20 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti, vi presento ultimo Cavalluccio entrato in Collezione Litra68, regalo di uno dei miei Fratelli Numismatici che conosce bene le mie passioni e che ho avuto il piacere di incontrare di persona. ? Saluti Alberto
    5 punti
  2. Io credo sia una Petachina del gruppo Civitas Ianve: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GECIAN/4
    3 punti
  3. È stato in vendita prima su un'asta e poi su un listino a prezzo fisso..... Non lo ha voluto nessuno.... Ma con questo scarrafone è stato amore a prima vista. 10 Tornesi 1831 Non ne conosco il motivo per cui è stato ridotto in questo modo, ma a me piace.
    3 punti
  4. Buonasera, oggi volevo proporvi la visione di queste monete. Poche ma di buona qualità e stato di conservazione, purtroppo solo parzialmente percepibile in base alla qualità dell'immagine che posso proporvi. Da dove provengono? Nooo... non sono in una bacheca di mia proprietà! Anno di grazia 1875. E’ più precisamente il 27 giugno quando, durante dei lavori di edilizia viene rinvenuto un piccolo (numericamente) ma ricco deposito monetale. In totale vengono raccolte 19 monete in oro, 10 in bronzo (disperse) ed altri manufatti (metallici e non). Ciò risulta dal rapporto dell’epoca. Si trattava di un deposito contenente solidi tardo antichi: 1 Teodosio, 4 Leone, 3 Giulio Nepote, 6 Zenone, 5 Odoacre. Ritrovamento inglese? Estero? No, si tratta di uno di quelli venuti in luce durante i lavori compiuti a Roma dopo il 1870 e che continuarono per una sessantina d’anni con i lavori di abbattimento e sistemazione (?) dell’area degli attuali Fori Imperiali (e Vittoriale). Per approfondimenti vi segnalo l’articolo da cui ho tratto quanto sopra riportato: https://www.academia.edu/2146066/Il_ripostiglio_di_solidi_di_V_secolo_dall_Esquilino_ Tornando alla domanda sulla provenienza… sono esposte nel Gabinetto del Medagliere Capitolino. Se avete occasione di farlo andate a visitarlo, i solidi di cui sopra sono in buona compagnia tra sesterzi anche rari in stato di conservazione perfetto, denari, aurei… un ben di Dio per gli occhi. Come se già non bastasse la statuaria, i mosaici, i cammei... e quant'altro. Le dimensioni di ciò che resta del Tempio di Giove, uno dei più arcaici e maggiori della Roma delle origini fanno impressione!!! Delle monete ne aveva parlato già parlato Afranio_Burro tempo fa nella discussione di cui allego il link e dove potrete vedere un bel po’ di esemplari esposti: https://www.lamoneta.it/topic/162164-medagliere-capitolino/ Ciao Illyricum ;)
    2 punti
  5. Non è un discorso nuovo caro amico, e sai che condivido appieno il tuo modo di pensare. E' giusto che ognuno collezioni ciò che più gli piace, e se ciò che piace a una persona è il FDC intonso, quella è la collezione giusta per lui. Ciò che mi infastidisce è questo ricorrente svilimento di ciò che non rientra nei propri canoni. Prima dicevo - perdonami l'autoreferenzialità - che ogni raccolta ha una propria dignità, che risiede nella passione che il collezionista ha riversato nella sua costruzione e nell'emozione che essa gli ha restituito. Il ritorno economico francamente è qualcosa che trovo marginale, almeno in un hobby non voglio essere assillato dal far tornare i conti. Se un giorno i miei eredi riusciranno a recuperare ciò che ho investito buon per loro, altrimenti pazienza, la mia collezione avrà comunque svolto il suo compito dandomi momenti di serenità, e ne sarà valsa la spesa.
    2 punti
  6. Perfettamente d'accordo con Te @Gallienus. Ognuno in base alle proprie possibilità economiche ed al suo senso estetico è padronissimo di collezionare solo FDC ( o presunti tali - ma sulla conservazione attribuita alle monete, essendo soggettiva, il discorso non finirebbe...). Però se ami la Storia, se ti piace far volare l'immaginazione, ebbene una moneta che abbia qualcosa da raccontare, che sia passata di mano in mano e non sia vissuta "in clausura" fino ad adesso, ha un altro fascino. Ho postato molte volte queste mie considerazioni e, quasi sempre, qualcuno ha tirato fuori la favola della "Volpe e l'uva". Non è così perchè ritengo una moneta da BB a SPL ( magari con bella patina originale ) più interessante di un FDC che non è mai uscito dal monetiere. Ma molti non lo capiscono e quando postano una moneta, mi viene in mente quello spot degli anni '60-70 ( Carosello ? ) dove si diceva: " Il mio detersivo lava più bianco del tuo!" Buona Serata, Beppe
    2 punti
  7. Quando affermo che antepongo la rarità alla conservazione ,sottintendo che la moneta deve comunque avere caratteristiche non inferiori o appena appena inferiori al “bb”.Collezionare monete seriamente rovinate,deturpate ,non ha senso e non conviene,a meno che si tratti di una spesa del tutto irrisoria.Allo stesso modo,non vado alla ricerca maniacale dell’alta conservazione.Più affascinante una moneta “vissuta”,ma ancora discretamente vestita, di una che ha fatto sempre e solo vetrina. FERDINANDO ll: Sono d’accordo che un difetto di conio non sia nulla di trascendentale,ma trovare sistematicamente (o quasi) difetti di conio ,trovarne anche due o tre in una stessa moneta, magari insieme ad una variante di conio ,con ribattute sempre diverse, penso sia una cosa straordinaria,da valutare attentamente. Che io sappia,non succede in nessuna altra monetazione. Secondo me,sono la testimonianza di un particolare tipo di cultura,di un certo modo di concepire la vita,del desiderio di un popolo di uscire da canoni rigidi e imposizioni. Sono la fotografia di un momento storico. Non mi sembra poco!
    2 punti
  8. Buongiorno, giusta osservazione, ma sento di dire che la colpa non è del venditore, lui fa il suo lavoro e se capisce che da una moneta con difetto di conio (la ribattitura è un difetto di conio non una variante) può ricavarci di più sarebbe stupido se non lo facesse, lui si adegua alle richieste di mercato, e chi è che fa richiesta al mercato? Ma è il collezionista, quindi la colpa di ciò è da imputare in primis al collezionista che non è neanche in grado di distinguere un difetto di conio da un variante di conio, la prima è casuale mentre la seconda è volontaria, è questo il punto, bisogna imparare a distinguere le due cose e con il tempo tante varianti non saranno più ritenute tali e di conseguenza spariranno dal mercato...
    2 punti
  9. Buongiorno a tutti amici, Ciao Beppe @giuseppe ballauri, hai perfettamente ragione una moneta brutta più la guardi e più sarà brutta. @Releoa me piacciono le piastre proprio perché ognuna è diversa dall'altra, io personalmente ricerco le varianti e le curiosità, come mi hanno insegnato alcuni amici ricerco quelle diverse dal modello base, dando naturalmente un occhio anche alla conservazione. Ciao a tutti. Raffaele
    2 punti
  10. Buongiorno a tutti, tra i miei scarrafoni oggi ho scelto uno dei miei pezzi da 3 Cavalli. Millesimo 1790 Saluti Alberto
    2 punti
  11. Eccolo, come promesso. Ho notato che l'ha postato a suo tempo anche Afrania_Burro nel suo post. Alludo al nr.149, un bel aureo di Settimio Severo che celebra la Famiglia Imperiale. Septimius Severus, with Julia Domna, Caracalla, and Geta. AD 193-211. AV Aureus (20mm, 7.17 g, 12h). Rome mint. Struck AD 200-201. SEVERVS AVG PART MAX, laureate head right / FELICITAS above, SAECVLI below, draped bust of Julia Domna facing between laureate, draped, and cuirassed bust of Caracalla right; and bareheaded, draped, and cuirassed bust of Geta left. RIC IV 159; Calicó 2592 (R3–same dies as illustration); BMCRE 188†; Biaggi –. EF, nice surfaces, some underlying color, slight weakness of strike on the reverse. None in CoinArchives, this is the second rarest of this type of dynastic aureus. Estimate: 20 000 USD Price realized: 32 500 USD https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1785&lot=787 Lo conoscevo come iconografia ma mi ha colpito tra i vari per il suo messaggio che ha attraversato i secoli e l'umanità che racchiude come a dire "eravamo anche noi una bella famiglia, all'epoca"... Ciao Illyricum
    2 punti
  12. Per “oro di Gondo” (gondogold) si intende l’oro proveniente dalle miniere di Gondo (canton Vallese), un paese di montagna a sud del Sempione, vicino al confine con l’Italia. Già al tempo dei Romani nella zona di Gondo si estraeva l’oro. Tra il 1660 e il 1691 la miniera di Gondo visse i suoi anni migliori, grazie alla famiglia Stockalper. La miniera fallì nel 1897. La coniazioni con l’oro di Gondo sono caratterizzate da un colore più chiaro e sono riconoscibili soprattutto per la punzonatura di una piccola croce al centro della croce svizzera. A causa del così limitato numero di pezzi (25 nel 1893, 19 nel 1895, 29 nel 1897) ovviamente il valore è elevatissimo; la bassissima tiratura ha spinto alcuni autori a considerare queste monete come delle prove. Fonte: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=6892
    2 punti
  13. Buongiorno, è tempo di vacanza per molti di noi, ho pensato a qualcosa di leggero, giusto per scherzare un po', spero di non mancare di rispetto alla serietà del Forum e della Sezione proponendo questa discussione, ci sono già delle discussioni analoghe ma questa la vorrei differenziare. Partiamo con la spiegazione del titolo che è un modo di dire proprio del Sud e poi facciamo una carrellata delle nostre monete che non hanno collocazione in altre discussioni ma che qui ben si sposano. ? Fonte Web. Amalfi notizie.it ma più fonti lo spiegano. Ogni Scarrafone è Bell’ ‘a Mamma Soja: Significato del Detto Napoletano Quante volte avrete sentito dire questo detto in dialetto napoletano ” Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja “. Ebbene questo modo di dire è proprio particolare ed è diventato il simbolo della schiettezza tipica dei napoletani. Andiamo a capire bene il significato, nascosto, di questo noto proverbio napoletano. Ogni Scarrafone è Bell’ ‘a Mamma Soja: Significato del Proverbio Napoletano Questo noto modo di dire in dialetto napoletano, nasconde sempre un’origine antica, e, contadina. Infatti l’immagine che descrive è sempre campagnola, e protagonista è un insetto questo volta. Si tratta di uno degli insetti più ripugnanti che ci sono, lo scarafaggio. Emblema di sporcizia, questo essere è quanto di più schifoso possa esistere, e fa paura e ribrezzo a tantissime persone. Eppure, come dice il detto, anche lo “scarrafone” ha una mamma che lo vede bello. Letteralmente, e poi, Metaforicamente, quindi, cosa vuol dire ” ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja “? Se lo prendiamo alla lettera, sicuramente il suo significato immediato è questo: per quanto un figlio può essere “brutto” nell’aspetto, o magari con un caratteraccio, o con gravi difetti, sua madre lo vedrà sempre con gli occhi dell’amore. Per lei, quel figlio sarà sempre, bravo, bello e buono. Andando invece più a fondo, si può trovare un altro significato, metaforico. Chiunque possegga qualcosa, solo per spirito di appartenenza, sosterrà sempre che ciò che ha è migliore di quello che hanno gli altri Tirate anche voi fuori i vostri Scarrafoni Saluti Alberto
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  14. Il trattato di Firenze del 1557 e la successiva pace di Cateau-Cambrésis del 1559, che ponevano termine alla lunga guerra fra gli Asburgo e i Valois, videro, nella stesura dei nuovi confini degli Stati, la costituzione, su ex possedimenti della Repubblica di Siena, dello Stato dei Presìdi, una piccola entità territoriale comprendente Orbetello, Porto Ercole, Porto S. Stefano, Talamone e, dal 1603, Porto Longone (l’odierno Porto Azzurro dell’Isola d’Elba), che il re Filippo II di Spagna volle riservarsi per il controllo navale della costa tirrenica e per garantire approdi sicuri alle sue navi. Dominio diretto della corona spagnola, il piccolo Stato fu affidato per l’amministrazione al viceré di Napoli. Al periodo della dominazione spagnola si deve un forte sviluppo delle strutture e delle fortificazioni militari nel territorio sopravvissute fino ai nostri giorni. La dominazione spagnola fu interrotta nel trentennio 1707-1737, anni delle guerre di successione austriaca e polacca, che videro la momentanea sovranità austriaca. Quando Carlo di Borbone si impadronì del Regno di Napoli, anche i Presìdi passarono sotto la corona borbonica (1738), seguendone le sorti fino al 1801, anno dell’invasione napoleonica dell’Etruria. Il trattato di Versailles del 1815 sancì l’annessione dell’ex Stato dei Presìdi al Granducato di Toscana dei Lorena. Sotto Ferdinando IV di Borbone fu battuta l’unica monetazione destinata al piccolo dominio toscano. Essendo un territorio di limitate dimensioni, crocevia di commerci e di genti, al confine fra il Granducato e lo Stato Pontificio, vi circolavano monete di varie zecche e di diverse unità di misura, creando gran confusione e difficoltà nei ragguagli. Le monete napoletana e romana la facevano da padrone, la prima per ragioni politiche e finanziarie, in quanto moneta “ufficiale”, la seconda per gli scambi e i rapporti commerciali con gli abitanti delle viciniori province laziali di Roma e di Viterbo. La documentata circolazione di valuta genovese, spagnola, napoletana, toscana, pontificia è indice di un’intensa attività commerciale e produttiva in Orbetello e dintorni. Ma se il ducato romano e napoletano costituivano le monete di riferimento per il commercio all’ingrosso e gli affari finanziari, tra il popolino si faceva di conto con la lira toscana e i suoi derivati. I pezzi più piccoli (aliquote di soldi e denari) erano molto usati nella vendita al minuto di merci dell’uso quotidiano. Se ne deduce che questo settore fosse predominio dei mercanti toscani, con un fitto interscambio con i Presìdi fatto di esportazione di prodotti agricoli, legna, carbone, pesce fresco e salato. Per questi motivi a Napoli si ritenne opportuno battere i pezzi in rame per i Reali Presìdi secondo il sistema monetario toscano e non quello napoletano. Ferdinando IV di Borbone, in tre diverse emissioni (1782, 1791 e 1798) fece coniare questo quattrino del medesimo valore dell’ordinario in corso nel Regno, pari alla 400esima parte di un ducato. Nei tagli di quattro, due e un quattrino, i pesi erano dunque rispettivamente identici alle monete da un grano, da un tornese e da tre cavalli circolanti nel Regno di Napoli. La serie dei quattrini coniata per i Reali Presidi vede come costante al diritto dei tre nominali il profilo di Ferdinando IV di Borbone volto a destra, lungo il bordo l’iscrizione Ferdinando IV per grazia di Dio Re delle Due Sicilie e in basso la sigla P (1 e 2 quattrini) o B P (4 quattrini) quale firma dell’incisore Bernardo Perger per la serie del 1782, mentre la P o D P delle emissioni del 1791 e 1798 sono riferite ovviamente al figlio Domenico, essendo Bernardo morto nel 1786. Il rovescio presenta in alto la corona reale sovrastante la scritta REALI PRESIDII, il nominale QVATTRINI, il valore espresso in numeri romani inserito tra le cifre arabe dell’anno di emissione. Solo nei pezzi da 4 quattrini le iscrizioni del rovescio sono circondate da due rami di lauro legati in basso da un fiocco. Ai lati della corona compaiono le iniziali dei direttori della zecca: C. C. per il Cesare Coppola (emissioni del 1782) in carica fino al 1790; A. P. sono le iniziali di Antonio Planelli (emissioni del 1791) mentre la sigla R. C., impressa sui nominali del 1798, designa la Regia Corte, ovvero la monetazione battuta a benefizio della Corte ed in particolare della regina Maria Carolina. Particolari rarità di questa monetazione sono due esemplari di 4 quattrini 1782, l’uno ribattuto su una prova in rame del 6 ducati di Carlo III, attestato dal CNI, e l’altro ribattuto su un grano del 1719 di Carlo VI d’Asburgo, inedito e, infine, un esemplare di 4 quattrini 1798 ribattuto su un grano da 12 cavalli di Ferdinando IV (mai apparso).
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  15. Ciao Rocco @Rocco68 è una moneta molto intrigante che potrebbe avere una storia politica molto interessante. Si nota una spada che spezza quello che a prima vista può sembrare un ramo o un tronco. Io penso sia un "giogo". La spada che spezza il giogo è un simbolo chiaro. Mi viene in mente l'affresco di Ambrogio Lorenzetti nella Sala del Consiglio dei Nove a Siena ( L'Allegoria del Buono e del Cattivo Governo ). In particolare la Superbia è raffigurata con una Spada ed un giogo in mano ( simbolo di oppressione del popolo). Pertanto chi ha "modificato" il 10 Tornesi 1831 ( primo anno del Regno di Ferdinando II° ) potrebbe averlo fatto per protesta politica. Peccato che non è facile comprendere la "legenda". Sono solo supposizioni e ogni tanto la mia fantasia si scatena... quindi prendete le mie considerazioni con le molle. Buona Serata, Beppe
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  16. Guardandola in mano sembra proprio un R..vedo la stanghetta della gamba
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  17. Cari Lamonetiani, nello "scavare" nell'album dei "rottami" ho trovato questi due Dollari coniati a Denver tra il 1975 ed il 1976 che ricordano il bicentenario della Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti d'America (o meglio, delle colonie inglesi in America). Per l'occasione, la zecca della capitale del Colorado coniò 103.228.274 di pezzi in due tempi: un primo conio, nel 1975, con lettere della legenda al R/ più larghe ed un secondo conio, nel 1976, con lettere più strette. Lo stesso avvenne a Philadelphia ed a San Francisco. Gli americani definiscono (curiosamente) quelle del '75 come "I type squared-T" e quelle del '76 "II type slant-top T", come se fosse una differenza unicamente nelle "T" della parola "STATES", ma come si può vedere qui sotto, è l'intera legenda del R/ a variare:
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  18. Come al solito il tuo album dei rottami non delude!
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  19. Legenda larga https://www.ngccoin.com/coin-explorer/eisenhower-dollars-1971-1978-pscid-51/1776-1976-s-silver-1-ms-coinid-17422 petronius
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  20. Sul fatto che non abbia senso: dipende. Io amo le monete papali trasformate in oggetti devozionali che quindi spesso recano appiccagnoli, fori o montature. Più di un collezionista del forum non le toccherebbe neanche con un bastone, mentre io a volte le preferisco alle monete "sane". Quindi cerchiamo di non far diventare un dogma il nostro punto di vista, mi sembra che si sia già fatta abbastanza strada nella direzione del "beeeeello beeeeeello il FDC, beeeee beeee che schifo tutto il resto". RIcordiamoci che la Numismatica è anzitutto una scienza storica, se diventa prioritario il fattore economico è meglio darsi ai Bitcoin.
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  21. Io ricordo ancora un libro presentato da Giunti come "la rivelazione dell'anno", scritto da un meteorologo (!), che dichiarava di aver scoperto che la sfinge aveva decine di migliaia di anni più di quelli che le si attribuiscono sulla base di calcoli basati sulle piogge. In quarta di copertina dichiarava: "Se le teorie degli storici non concordano con la mia scoperta... beh, allora faranno meglio a cambiare le loro teorie". Questa è quella che tecnicamente si definisce SIDI, ossia "supponenza ignorante dell'idiota" (o era supponenza idiota dell'ignorante? beh, è uguale)...
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  23. Le opinioni espresse su facebook sono l'equivalente contemporaneo delle chiacchiere da bar, dove uno che ha giocato a calcio l'ultima volta nel '96 dà dell'imbecille al CT della Nazionale, o uno che ha la terza media vuole spiegare a professori universitari di medicina cosa siano i virus. La storia non fa eccezioni: uomini di mezz'età che hanno aperto l'ultimo libro di storia quando erano alla scuola dell'obbligo pensano di aver capito "il complotto degli archeologi" mentre giocavano a bocce con gli amici.
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  24. Interessante @El Chupacabra. Volevo chiederti: anche il dollaro con la legenda stretta è in argento 400/1000 oppure è quello in copper-nickel? Quello in copper-nickel si riconosce perché al centro del contorno è color rame. Grazie Saluti
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  25. Ciao, come ti hanno già indicato, la risposta è dipende. Ho cominciato anch’io ad esplorare questo regno, tra piastre, tornesi, ecc., è molto vasto e mi sono guardato tutto sul catalogo che ritengo il primo passo per studiare l’argomento ed improntare un minimo la collezione. La risposta corretta, non esiste, dipende da come collezioni. Personalmente, acquisto quello che mi piace, di solito ho un riguardo maggiore per la conservazione, mi piace un mix tra il vissuto e i rilievi ben definiti, se è pure rara bene, ma la mia priorità è il mio occhio ed il “feeling” che provo al momento di vederla (per questo acquisto principalmente de visu). Discorso cifre: è un altro parametro soggettivo ma che ha la sua importanza, ho scelto la strada della pazienza e della qualità, anche solo una moneta l’anno, ma che mi piaccia. Prendere una moneta solo per averla in attesa di un esemplare migliore, non è per me, sono per i pochi ma buoni. Come anticipavo, solo per questo regno c’è una vasta quantità di monete che portano con sé storia, cultura, curiosità, è tutto molto interessante; se il tuo obiettivo è avere più esemplari possibili, dovresti trovare il giusto compromesso tra rarità e conservazione. Complimenti per le monete che hai postato, molto belle!
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  26. Oppure rivolto a destra (dell'osservatore), come il genitore sul diritto. apollonia
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  27. Stiamo degenerando....prima le cameriere nel menù....poi le otto (otto!) ninfette ?
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  28. Salve a tutti, vi mostro l'ultimo acquisto fatto, per adesso ho solo le foto del venditore fatemi sapere cosa ne pensate. Grazie
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  29. Buongiorno a tutti , ultimo acquisto su Delcampe , moneta non rara ma con rilievi belli
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  30. per rispondere alle tue domande posto un altro esemplare dello stesso tipo recentemente esitato alla prossima asta Numismatica Scaligera del 23 Settembre lotto nr. 432 ; base d'asta 1 €...... il tuo esemplare è decisamente più basso di conservazione e inoltre fortemente poroso... Da "simpatizzante" della monetazione dei Camerlenghi ti posso dire che, per la mia esperienza, il Mezzo Baiocco con lo "stemma piccolo" (questi per intenderci) è tra tutte le varianti la meno apparsa sul mercato..... Daniele
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  31. Buonasera a tutti, oggi propongo la mia mezza piastra di Ferdinando II millesimo 1859. Ha i segni di un probabile appiccagnolo rimosso, ma è stato Amore a prima vista.. ? Saluti Alberto
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  32. In pratica le monete napoleoniche e delle "Repubbliche sorelle" della Francia circolarono per molti anni dopo la caduta dell'Impero ....non si andava tanto per il sottile in materia di denaro, specialmente a quei tempi. Per questo l'usura è notevole...specie nelle monete di basso valore che erano quelle che il popolo usava di più. Qui un mio tre grana di Murat 1810, con notevole usura....
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  33. Mi permetto di intervenire con una moneta che ho avuto più volte la tentazione di buttare in discarica, poi mi sono trattenuto. REPUBBLICA SUBALPINA - 2 SOLDI ANNO 9 ( 1801 ). La Repubblica Subalpina ebbe vita effimera, divisa in due periodi ( Dic. 1798- Mag. 1799 e Giu. 1800 - Set. 1802 ) in seguito il Piemonte fu annesso direttamente alla Francia. Tre le tipologie coniate nel 2° periodo: il famoso Marengo da 20 Franchi, lo Scudo d'argento da 5 Franchi ( 1801 e 1802 ) ed il 2 Soldi Anno 9 ( 1801 ) in Bronzo. In teoria le monete suddette dovrebbero aver circolato al massimo 13 anni fino alla caduta di Napoleone ( 1814 ). E' probabile che sin dai primi anni della Restaurazione tali monete siano state requisite, rifuse, oppure nascoste. Sicuramente non circolarono più perchè chi aveva idee o materiale "bonapartista" aveva buone probabilità di finire sulla forca. Dal punto di vista numismatico si rileva che: il Marengo in oro ( tiratura presunta: 4312 pezzi complessivi ) si trova frequentemente in alta conservazione ( moneta subito tesaurizzata ?) Lo Scudo si trova prevalentemente in conservazione medio-bassa ( MB - BB ), pochi SPL, nessuno qFDC o FDC. Il 2 Soldi è comune in condizioni basse (B - MB) Raro in BB - BB+, praticamente sconosciuto SPL o meglio. Ecco quella che secondo me avrebbe dovuto circolare per decenni, ma non era possibile, eppure l'usura è uniforme. Va anche detto che la lega di bronzo è più dura di quelle a prevalenza di Rame ( tipo i Penny postati da @Meleto ) Se non poteva circolare 50 o più anni, secondo voi, qual'è la spiegazione di questa usura? Ciao a Tutti Beppe
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  34. Ciao a tutti, Vi do un mio parere, spassionato, anche frutto della mia esperienza personale. Primo: non serve un'attrezzatura costosa per fare foto dignitose. Io ho iniziato autocostruendomi lo stativo, usando una scatola di scarpe e due forchettoni per l'insalata. Come fotocamera usavo una compatta acquistata a fine 2005, ed una luce ad incandescenza presa in offerta da Brico a 0,99 centesimi. Vi allego alcuni scatti effettuati nelle condizioni sopra descritte, con monete in argento patinate, lavate, e in rame. Non saranno lo stato dell'arte, ma rendono l'idea di come sia la moneta effettivamente Secondo, e questa è una precisazione, non una replica a qualcuno in particolare, per altri utenti che leggeranno in futuro questa discussione: attrezzatura costa, luci "adatte" e via dicendo non sono sinonimo di foto ben riuscite. Al contrario: quello che conta è saper sfruttare adeguatamente quello che si ha a disposizione. Quello che conta innanzi tutto sono la passione, più è viscerale, più vi porterà con caparbia ottusaggine a "distruggervi" di prove e controprove. La luce è un elemento chiave. A volte chiedo a coloro che mi danno monete da fotografare: come vuoi che ti fotografi la tua moneta? sembra assurdo, ma non c'è un modo unico, o un modo "giusto" per fotografare. Dipende dall'estro di chi vede la moneta, e dal potenziale della moneta stessa. Allego un esempio di un 100 lire Aratrice,già postato in passato per rendere l'idea (ovviamente usando la reflex. La compatta non avrebbe mai potuto avere questa definizione e resa cromatica). Poi è chiaro, anche l'attrezzatura ha la sua importanza. Non potrei certo pretendere di fotografare per una casa d'asta usando la compatta e la scatola di scarpe Per illustrare meglio allego la solita foto che val più di tante parole (20 Lire Littore: confronto tra foto reflex [sopra] e compatta [sotto] PS. Ho modificato il titolo, dal momento che la quadriglia è un ballo
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  35. Buongiorno TEO77. Complimenti per la moneta. A mio giudizio la moneta ha una conservazione migliore di SPL. Personalmente la farei chiudere perché così si manterrebbe inalterata la conservazione e come dici tu avresti in mano una monetina di sicuro non di poco conto. Cordiali Saluti.
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  36. Quello sotto il 2 è un graffio? Falla periziare solo se dovessi venderla, ma non obbligatoriamente visto il prezzo
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  37. Per me,Sante parole ?
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  38. Buon giorno. Al di la del valore , non la incarceri. Personalmente ho tolto sigilli ormai storici alle mie monete .Spenderebbe probabilmente tempo e soldi per trovarsene magari un giorno pentito. Il contatto fisico con la moneta è molto spesso appagante . Cordialità Gabriella Ps. Credo che conservazione e valore anche se certificati non cambino.
    1 punto
  39. Incuriosito dal significato del rovescio, cercandone riferimenti mi sono imbattuto casualmente in questa immagine che riporto per la sua curiosa somiglianza (anche se è facile che non c'entri nulla con la simbologia del medaglione oggetto della discussione). Raffigura un "lion, with only the head of the ass still is in his claws, being forcibly led away from the arena by his aged keeper", rinvenuta nel pavimento a mosaico con soggetti gladiatori, di una villa del 2°-3° secolo a Nenning in Germania. https://followinghadrian.com/2013/08/04/the-gladiator-mosaic-at-nennig-germany/
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  40. È una moneta valutata NC dai cataloghi ed in questa conservazione viene offerta da 25 a 40 €. La sigillatura da parte di un professionista costa da 10 a 20 €. Considera tu se possa valere la pena di farla "chiudere"...
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  41. Personalmente ho ben pochi dubbi sull'autenticità del medaglione. Già soltanto per l'articolata patina e concrezioni-corrosioni-ossidazioni. Poi quali elementi dovrebbero far sospettare? Anzi a mio modesto parere è stato pulito bene, coscienziosamente, senza abbellimenti; spero di non rivederlo restaurato secondo le nuove mode.
    1 punto
  42. Spettacolari entrambe... complimenti amico mio
    1 punto
  43. Complimenti belle piastre. Ti mostro la gemella della tua 57, stesso conio.
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  44. No Elio, perchè quel contrassegno ha la forma del tipo Ancora.....
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  45. Sono importanti, in merito alle teorie del complotto, le ricerche degli psicologi. Nel 2018, l'American Psychatric Association ha presentato un sondaggio al livello nazionale, secondo il quale il 39% degli americani era più ansioso dell'anno prima; soprattutto per salute e sicurezza. Nel 2017 il 63% degli americani era ansioso e preoccupato per il futuro del Paese. Queste "crisi esistenziali" possono facilmente portare una persona ansiosa a credere alla teorie del complotto. Rob Brotherton, psicologo al Barnard College di New York, dice che "cerchiamo tutti, semplicemente, di capire il mondo e quello che vi accade". Il fatto è che nel 2019 diverse persone credono a teorie pseudoscientifiche (guarda la "Nuova Cronologia" di Fomenko, non avallata e considerata pseudoscienza da storici, filologi, scienziati tutti, tranne gli altri due che gli vanno dietro; dove egli dona alla Russia tutti i primati storici)come la numerologia, onomatomanzia (onomanzia), occultismo, anagrammatomanzia, astrologia ed altre pratiche divinatorie che nulla hanno a che vedere con la ricerca scientifica. In passato anche qua in Italia vi sono state persone che pretendevano di riscrivere la storia, dicendo la stessa essere falsa, tramite gli anagrammi e la numerologia. Niente di più pseudoscientifico. Si asseriva che i libri antichi fossero fasulli e che la Roma Antica era stata inventata dall'opera del Muratori. Ma come? Se i libri antichi sono falsi allora come mai prendere per buona l'opera di L.A. Muratori? Con la numerologia e gli anagrammi si può vedere e dimostrare qualsivoglia cosa, basta averla in mente. La ricerca scientifica in archeologia è alla base di ogni scoperta. L'archeologia, ad esempio, è forte del metodo scientifico (R.Koldewey, XIX secolo) e si serve della scienza vera e propria come supporto alle datazioni. Inoltre le sue ricerche sono, al contrario del mondo complottista, multidisciplinari (fisici, chimici, paleopatologi, filologi, paleografi, climatologi, geologi, geomorfologi ecc). C'è anche chi è ancora contrario alla Teoria dell'Evoluzione, preferendo il Creazionismo; e siamo nel 2019
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  46. Un'unica precisazione Pietro sul Tarì del sole (che poi successivamente fu ridotto a 15 grana per via della sua cattiva lega). Non si tratta di Nicola Galoti ma di Nicolò Globo. :good: Infatti..........hai ragione, grazie Davide !!
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  47. No, ti sbagli, le due protuberanze che vedi su ogni asticella fanno parte di una sola lettera, la Y. E' proprio lo stile del carattere che è fatto così. Perfetto, meglio così....altrimenti mi incasinavo di più il cervello :P
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  48. Buona sera a tutti, questa volta, a differenza delle altre, mi ripresento in questa discussione per esprimere un “ben fatto” agli autori di questo articolo, Di Rauso - Barbieri e rivolgergli un particolare ringraziamento significando che lo studio e l’applicazione possono nel tempo davvero portare un’ondata di novità a questa bellissima monetazione. Non tutto l’articolo è di interesse per il lavoro che sto portando avanti, e di conseguenza vi notifico solo per la parte relativa alle Sigle apposte sulle monete dai Maestri di Zecca. Veniamo come al solito all’esposizione dell’argomento: Monetazione Ferdinando I d’Aragona – Maestro di Zecca, Jacopo de Cotrullo – Moneta, Coronato. Da documenti esaminati risulta quanto segue (riferisco solo di nominativi interessati): Giovanni Miroballo nel 1459 Bovi – BCNN An. LIII 1968 sigla Y Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984 sigla Y Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914 (riporta senza sigle sulle monete). Ricordo che sia il Bovi che il P.R. accanto a questo maestro, a differenza degli altri casi, non riportano elencate alcuna moneta da questo maestro siglata. Benedetto de Cotrullo dal 1460 al 1468 sigla B – sigla C (sulle cinquine) Bovi – BCNN An. LIII 1968 Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984 Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914 Jacopo de Cotrullo dal 1 settembre 1469 al 1474 I - CI in monogramma e C Bovi – BCNN An. LIII 1968 Pannuti e Riccio – Le monete di Napoli 1984 Prota – Maestri ed incisori della zecca Napoletana 1914 Faccio subito notare che il Prota, indica accanto a questo maestro di zecca le sigle I e CI in monogramma (sui Carlini) e C sul Cavallo, mentre il Bovi e Pannuti e Riccio aggiungono anche i Coronati. Di Rauso - Barbieri nell’articolo suddetto aggiungono alle citate C e CI le sigle Y – (W oYY? Civitas Neapolis) – CY in nesso – Y su C e non riportano la sigla I (sono pienamente d’accordo con il loro pensiero in quanto la sigla I è sì presente sui Coronati, ma su quelli dell’Arcangelo, 3^ classe e coniati a partire dal 1488 quindi, non plausibile sotto questo maestro di zecca che termina l’attività nel 1474). L’ondata di novità, ritornando a noi, sono la presenza delle sigle Y – YY? – CY in nesso – Y su C; fatte ricadere sotto la direzione del maestro di zecca Jacopo de Cotrullo. Faccio un passo indietro e vi ricordo come il Prota non indica la sigla Y di G. Miroballo e che nessuno dei precedenti studiosi attribuisce tale sigla al Cotrullo, questi ultimi, infatti l’assegnano al Miroballo (non indicando però monete) Noto invece che tale sigla (Y) è menzionata accanto al Coronato PR 12d e PR 15d . Dall’esame del periodo di coniazione di detti coronati (1459 – oltre il 1472, quindi in linea con la presenza in zecca del Cotrullo) risulta certa l’attribuzione a tale maestro della sigla Y oltre alla già citata sigla C. Nell’articolo oltre agli altri motivi è menzionato anche la possibilità che Jacobus=Yacobus. Per le doppie sigle, Y su C – YY ? (W) che possono essere scaturite da una cattiva coniazione o riuso dei coni precedenti vi rimando all’articolo degli autori. http://www.panorama-...ite-aragona.pdf Per quanto riguarda poi la sigla CY anche qui, riferiscono che tale sigla è presente su di un Coronato con scena dell’incoronazione (MEC 961 p. 726). Concludo, facendo solo una considerazione, secondo un mio parere, a differenza di loro che indicano la precedenza della lettera C rispetto alla Y, io sarei propenso a considerare l’inverso.
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