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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/14/20 in tutte le aree
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Qualche tondello di Francesco I è giunto a noi ancora in buone condizioni.5 punti
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E dopo avervi fatto vedere la 1818 testa piccola Ecco a voi la sorellina testa grande (che io preferisco come stile)5 punti
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Buongiorno a tutti amici, Voglio presentarvi l'ultimo arrivo in collezione appena consegnato...mi piace particolarmente perché sono riuscito a riportarla nella sua terra natia. Spero piaccia anche a voi. Un saluto a tutti. Raffaele.5 punti
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Ciao Il giorgino con legenda SANCTVS GEMINIA al verso, in luogo del più comune NOSTER PROTECTOR (e abbreviazioni varie) è a mio parere da considerare una tipologia intermedia e sicuramente frutto di una attività speculativa e truffaldina dello zecchiere. Nel tuo esemplare le sigle IT non si vedono bene ma in altri esemplari risulta evidente una certa difformità per forma e dimensione fra la I e la T. La legenda del dritto inoltre riporta le abbreviazioni FRA I MVT REG Z D VIII dove la Z è propria dello zecchiere Elia Teseo (sigle ET). Il verso è inoltre sovrapponibile per legenda e stile del santo ai versi dei giorgini prodotti da Elia Teseo per il Alfonso IV, successore di Francesco I. In definitiva, a mio parere, il buon Elia Teseo, in una fase di passaggio fra la gestione a nome di Francesco I e quella a nome di Alfonso IV, deve aver pensato bene di modificare un conio di dritto di Francesco I, togliendo dalla sigla dello zecchiere la E e aggiungendo la I (che rimanda a Josefo Teseo), omettendo poi di usare l'argento previsto dai vigenti capitolati... tanto la colpa sarebbe caduta sull'ignaro Josefo. La giusta attribuzione e la colpa sono, a mio parere, ben evidenziati da quanto illustrato all'inizio: legenda e stile del verso; legenda del dritto (con Z in luogo di ET)... e da un singolo esemplare palesemente in rame prodotto per Francesco I con le sigle ET, passato qualche tempo fa in una vendita pubblica. Il tutto farà parte di un aggiornamento allo studio sulla monetazione bassa a nome di Francesco I che sto preparando e che comprenderà anche il rarissimo giorgino con testa rivolta a sinistra che il nostro @Cioso recentemente si è aggiudicato... un saluto Mario4 punti
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Cari Lamonetiani, oggi Vi presento un appunto (grazie a Mario Limido che me l'ha concesso e che troverete insieme a tanto altro sul Gazzettino #7), ossia il risultato di cosa può succedere quando il conio-martello non è ben stabile al suo posto nel punzone: Ed ecco la "Briciola Numismatica" che Vi preannunciavo (i valori estrapolati provengono dal Montenegro 2015 e dal Gigante 2016):3 punti
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taglio 2 euro cc paese Monaco anno 2013 tiratura 1.226.631 condizioni bb++ città Milano3 punti
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Caro @El Chupacabra, complimenti per le tue bellissime chicche numismatiche, sempre molto godibili e interessanti . Questa in particolare mi ha incuriosito per due motivi . Il primo è legato al fatto che possiedo un cent prora rame rosso Del ‘15 con la suddetta curiosa, a mio avviso elegante e “pregevole” anomalia (già postato tempo fa sul thread “rame rosso” e che di seguito ripropongo, scusandomi per la modesta qualità della foto e Dell’ interferenza della bustina ) . In secondo luogo , voglio segnalare All’ attenzione tua e degli amici lamonetiani L’ipotesi alternativa, pubblicata su un thread tempo fa, riguardo la genesi di questa ed altre anomalie di duplicazione (e non ribattitura) delle immagini di conio specie sul R. Questa deriverebbe, secondo L’ autore, che ripropone L’ ipotesi a partire da analogie su straniere, in particolare cent USA, da un difetto di produzione del conio a partire dalla punzonatura dello stesso, che porterebbe a sua volta a produzione in serie (ridotta) di tale anomalia, escludendo in parte o in tutto, l’ ipotesi di rotazione/ slittamento/ribattitura in fase di coniazione. Non mi dilungo oltre, sospendo il giudizio e attendo il tuo @El Chupacabra e vostro, amici lamonetiani . Ecco il link dell autore . Mi attendo osservazioni evidence-based ? https://www.erroridiconiazione.com/c-9-1-sdoppiamento-del-conio/3 punti
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Esattamente. Infatti Marco che te ne fai di queste robette? Fra un po' mi inizierai con gli eurocent...3 punti
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grazie a entrambi. Si avevo visto la moneta sul Lulliri , ma ho l'idea che la moneta rappresentata 478a non sia punica, ma sia quella che è catalogata nel CNAI come Onkia di Erice (AE 1,08-1,66), sette esemplari catalogati, anche il peso è in linea. Mentre la 478 potrebbe essere in effetti un divisore punico ne ho riscontrate diverse in rete sotto al grammo, ma sempre con cavallo a destra (per la precisione sul CNAI è catalogata anche un ONKIA più rara di Erice con cavallo a destra, però con al dritto l'ipotesi di Afrodite). mah...2 punti
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Buonasera, spero di aver compreso bene la domanda. Come le è stato già detto, nel caso specifico la moneta non è provvista di perizia ma di una semplice attestazione di autenticità proveniente da venditore professionale che, al momento della vendita, ha dichiarato all'acquirente - sotto la propria responsabilità - la genuinità dell'esemplare. Se la moneta in questione, in un secondo momento, si rivelasse falsa, ricorrerebbe a mio parere l'ipotesi del c.d. "aliud pro alio", ossia della vendita di un bene completamente diverso da quello pattuito. Non può sfuggire, infatti, che una moneta autentica sia una cosa totalmente diversa da una riproduzione o da un falso: in altri termini, non saremmo al cospetto di una semplice ipotesi di vizi del bene compravenduto (sul tema c'è giurisprudenza che ha avuto modo di affrontare casi di vendita di opere d'arte non autentiche ma spacciate per tali, caso che ritengo sovrapponibile a quello delle monete false). Così stando le cose, l'acquirente potrà invocare nei confronti del venditore (che ha attestato l'autenticità del pezzo) la risoluzione del contratto (di vendita) per inadempimento e domandare il risarcimento del danno, azioni che si prescrivono in dieci anni dall'acquisto e non già nel termine più breve e con le decadenze previste per l'ipotesi della garanzia per vizi (di cui all'art. 1495 c.c.). Naturalmente per fare ciò l'acquirente avrà bisogno di acquisire - questa volta si - una perizia vera e propria che contenga tutti gli elementi necessari a confutare l'autenticità dichiarata a suo tempo dal venditore. Dubito, tuttavia, che per acquisti di modica entità l'acquirente possa trovare conveniente trascinare il venditore in un giudizio. Saluti.2 punti
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è un asse unciale. il peso è basso per l'usura. Di che serie sarà? io faccio un atto di fede: con molta fantasia intravedo la lupa che allatta.2 punti
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salve a tutti, nel recente libro di Lulliri "La Monetazione Cartaginese in Sardegna" viene riportato un esemplare che dalla foto sembra molto simile al suo @Flavio_bo , pur avendo un diametro di 11 mm e 1,1 g ... ecco la pagina dove lo cita (l'esemplare in basso): spero possa aiutare! saluti!2 punti
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1944 Regno d'Italia Luogotenenza - Banca d'Italia 50 lire (Introna-Urbini)2 punti
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Ah un grosso modulista come Doge82 non può tenere in collezione piccoli moduli in rame... Cedila a Fabry61 ! Te lo dice uno che però qualcuno ne ha... ☺️2 punti
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Ciao, vorrei condividere la mia nuova acquisizione: il testone di Bona di Savoia. È stato venduto nel 2018 da Gadoury come parte della collezione di un "gentiluomo della casa reale". Qualcuno ha maggiori informazioni su questa collezione? Mille grazie.1 punto
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Tempo fa, girando su Internet tra una moneta e l’altra, mi ero imbattuto in questa: Un volto di donna molto elegante, con una collana di perle, forse orecchini pendenti e, soprattutto, una acconciatura davvero elaborata, oserei dire quasi sbarazzina, con un elegante diadema di gemme a cingerla. Tutti sanno bene quanto le donne ci tengano alla loro acconciatura. Passano parecchio tempo a pettinarsi, a lisciarsi i capelli, ad arricciarli, a tingerli, a colorarli, a profumarli, a metterli in piega. Si sottopongono a vere e proprie prove di resistenza, anche con l’utilizzo di sofisticate apparecchiature, sotto lo sguardo perplesso e indagatore degli uomini. Tutto ciò non è strano: l’acconciatura è un forte messaggio che le donne lanciano non solo agli uomini, ma anche alle altre donne. I parrucchieri dal canto loro adorano acconciare le donne. E le donne adorano andare dal parrucchiere: oltre a farsi belle, possono chiacchierare liberamente e spettegolare di questo e di quello (ma anche di questa e di quella). C’e’ però il rovescio della medaglia (o forse sarebbe il caso di dire, nella fattispecie, della moneta): andare dal parrucchiere costa un vero patrimonio. E questo lo sanno bene anche gli uomini. Già…. gli uomini…Fino a ora ho parlato essenzialmente delle donne, ma anche su di loro ci sarebbe molto da dire. Ultimamente anche gli uomini, infatti, dedicano tempo alle loro “acconciature” almeno finché hanno la materia prima primordiale (anche se a volte, in assenza, se la procurano). Certo proprio la materia prima tendente all’esaurimento fa sì che lo spazio per sbizzarrirsi sia davvero poco. E comunque, gli uomini hanno (e avevano) meno fantasia, e lo si vede anche dalle monete dove è difficile trovare pettinature particolari. In effetti, prevalgono più che altro stempiamenti vari. Tutto questo accade oggi, ma immagino accadesse anche nell’antica Roma. E forse anche in forma più accentuata. Noi appassionati di numismatica abbiamo una grande fortuna: grazie alle monete possiamo conoscere come le donne romane si acconciassero e sappiamo bene come le monete veicolino messaggi molto chiari. Le acconciature che possiamo notare sulle nostre monete sono davvero tra le più svariate e bizzarre. Cominciamo da Iulia Domna: : La sua acconciatura era, di fatto, un capolavoro in grado di resistere alla gravità. Janet Stephens è una parrucchiera che si è specializzata nella ricostruzione delle acconciature storiche, in particolare quelle dell’antica Roma, con l’obiettivo di dimostrare che non erano fatte con parrucche (come comunemente creduto) , bensì con i capelli stessi della persona adeguatamente, per l’appunto, “acconciati”. Un giorno vide il busto di Iulia Domna (con la sua caratteristica acconciatura) al Walter’s Arts Museum di Baltimora e da quel momento decise di studiarla, di capirla e, se possibile, di riprodurla. Leggendo i testi latini del periodo, l Stephens scoprì che la parola acus può indicare sia la forcina da capelli sia l’ago da cucitura. Eureka! In quel momento che scoprì che, in molti casi, quando le ornatrices che si occupavano dei capelli delle matrone dovevano cimentarsi con strutture di capelli impegnative, ricorrevano all’ago e al filo. Le cucivano davvero. Il lavoro del parrucchiere e quello del sarto erano simili. Fino alle scoperta della Stephens, molte pettinature elaborate raffigurate sulle statue antiche erano state considerate parrucche. Invece, erano stabili e resistenti perché erano cucite. Insomma, erano vere e proprie opere artigianali. Vediamo altri esempi. Matidia (figlia di Ulpia Marciana -sorella di Traiano- e quindi nipote dello stesso che la considerò come una figlia): Severina (come qualcuno ha gia’ fatto notare qui sul forum, Aureliano -suo marito- in gonnella): Iulia Titi (figlia di Tito; tale padre, tale figlia): Ma torniamo alla nostra moneta. Come avete notato l’ho “lavorata” (sacrilegio!!!) per cancellare la legenda. Vorrei infatti fare con voi un piccolo gioco. Di chi si tratta? Certo, molto di voi l'avranno riconosciuta al primo colpo. Io, lo ammetto, non credo che ci sarei riuscito. Attendo le vostre risposte. Buona serata. Stilicho1 punto
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Moneta di grande fascino e piena di significati! Per quanto riguarda quella collezione so che era di un collezionista conosciuto a Torino, forse @piergi00 può dirti qualcosa in più, anche se i nomi non mi sembra giusto farli.. C'erano veramente dei bei pezzi!1 punto
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sono monete tanto belle quanto complesse. Anch'io in questi giorni sto cercando di perfezionare la classificazione di una litra di Selinunte che peraltro ho postato su altra discussione.1 punto
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@Malikalkamil Eccolo Se vuoi scaricare tutto il PDF lo trovi qui https://cngcoins.com/photos/cng_links/dca-tyre_release_2.pdf1 punto
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Medaglia devozionale bronzo/ottone, della prima metà del XVII sec. con appendici a piolini a ore 3,6,9, probabile produzione romana.- D/ La Madonna di Oropa dentro doppio contorno lineare al cui interno ornato a perline, scritta intercalata da quattro teste di cherubini. R/ Il Cristo crocifisso con i simboli in alto del sole a sx e la luna a dx, in campo la preghiera (abbreviata) di protezione contro le epidemie e le calamità naturali, bella e rara medaglia, complimenti. Ciao Borgho1 punto
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Su questa bellissima serie, in un un recentissimo articolo su Cronaca Numismatica del 5/6/2020, Roberto Salati e Lorenzo Bassi sulla base di considerazioni iconografiche propendono per richiami a tipi campani e italici. Cito: "Parallelamente alla serie semilibrale è nota una serie bronzea, di grande pregio estetico, prodotta in una zecca italica diversa da Roma, nota come “serie semilibrale collaterale”. Le due serie quasi sicuramente circolarono contemporaneamente. Questa seconda serie, esclusivamente coniata, comprende nominali dal triente all’oncia, riporta segni di valore a rovescio e nel peso si avvicina molto ai corrispettivi nominali della serie semilibrale. La serie colpisce per l’essere molto curata artisticamente e per la tematica, in parte estranea alla compassata tradizione repubblicana. I temi trattati sono riferibili alla Campania e ai distretti adiacenti. Il centauro trova riscontro nelle monete di Larino, la testa del sole ed il crescente alle monete di Venusia. Per contro la tipologia del sestante è tipicamente romana, con la scelta di rappresentare la lupa ed i gemelli. Il quadrante, con il toro cozzante, trova riscontro sia in una precedente tipologia dell’aes grave, che nella monetazione di Arpi, Posidonia e Thurii. Giunone, diademata e con scettro, era venerata a Roma come a Lanuvium. I tipi quindi non sono originali ma sembrano un misto di tipologie dei diversi stati centro italici (principalmente campani) gravitanti su Roma."1 punto
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Ciao, io ho appena fatto una prova con il telefono, e sono riuscito a pagare normalmente, quando invece con il pc non mi faceva premere il pulsante “paga”1 punto
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1944 Regno d'Italia - 10 Lire Grassi - Porena - Cossu1 punto
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Buongiorno, bel grattacapo, se il cavallo fosse stato rivolto a destra non avrei avuto dubbi sulla provenienza siculo -punica del tipo Trittolemo con cavallo. Dallo stile sembrerebbe comunque qualcosa di quel genere sicuramente più raro.1 punto
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Altri tipi di diritto raffigurano la testa di altre divinità come Demetra ed Ermes, o anche di Lisimaco stesso. Ricordo come curiosità che si può trovare un rapporto tra questo sovrano e il regno minerale analogo a quello della città da lui fondata con il regno vegetale attraverso la "Lysimachia nummularia" citata da okt. Infatti in mineralogia il Diaspro Lisimaco è il diaspro nero con venature gialle (il giallo del fiore), una pietra semi preziosa appartenente al gruppo dei quarzi che si presenta in vari colori, spesso in diverse combinazioni, in strisce o macchie. "Lisimaco della sorte dè marmi, è pietra la quale ha vene, ovvero gocce d'oro" Dolce Lodovico (Dalle Gemme) Venezia 1549. Esempio di Diaspro Lisimaco questo vaso dei Musei Vaticani di colore nero tendente al verde con macchie dorate e radi punti blu. Credo che il Diaspro Lisimaco debba il suo nome al reperimento della pietra a Lisimachia, magari nella fantasia popolare che le venature gialle provenissero dalla pianta.1 punto
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Ciao, nei miei appunti non ho trovato nulla (onestamente non seguo questa tipologia, anche se sto ampliando i miei studi ad altre zecche). Mi sono fatto un giro sul web nelle aste passate ed ho trovato l'esemplare che allego (inasta 85E lotto 1385), con buon argentatura ma che parzialmente mostra parti del tondello di rame. Essendo molto circolato presumo che il tuo abbia semplicemente perso l'argentatura. MIR 796 Mi vengono in mente i bravissimi @mariov60 e @gallo831 punto
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Un elemento aggiuntivo all’iconografia monetale in epoca teodosiana è la “Manus Dei” o la mano celeste che, come uscente dal cielo, impone una ghirlanda sul capo dell'imperatore e dell’imperatrice (qui Eudoxia, moglie di Arcadio). La “manus” sta a indicare il diretto legame tra regnante e divinità: un’esplicitazione grafica del concetto della autorità imperiale per grazia e benedizione divina.1 punto
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Egregio @enriMO, è molto interessante l'ipotesi presentata e quasi quasi potrebbe calzare con le mie due monete postate visto che lo spostamento riguarda solo alcune parti dell'immagine al R/ e la rotazione di 15° gradi . Tuttavia, pur non mettendo in dubbio la fondatezza di quanto detto, per quanto concerne i 2 Centesimi vi sono cose che mi spiego meglio pensando ad una instabilità del conio, anzichè ad una sua deformazione pregressa. Sembra che alla rotazione fissa di 15° (Montenegro afferma che esistono anche 2 Centesimi senza rotazione del R/) si sia sovrapposta un'oscillazione attorno all'asse maggiore della figura dell'Italia che abbia consentito il moltiplicarsi dell'impronta (ricordo che le mani sono anche più di 4...) e lo svanire piano piano della parte superiore della legenda "CENT.2" (vedi anche la figura qui sotto con altri 2 Centesimi presi dalla baia). Queste cose farebbero pensare più ad un progressivo deterioramento della stabilità del conio nel punzone che ad una deformazione pregressa del conio. Lo stesso deterioramento sembra anche più evidente confrontando i nostri Centesimini, dove alla semplice ridondanza di mani del mio (che non presenta rotazione del R/), si è aggiunta anche la "ribattitura" di lettere, punti e cifre nella legenda del tuo.1 punto
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1944 Corea (territorio dell'Impero giapponese) - 10 Yen1 punto
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Stabilire l'autenticità di questa tipologia di 100 USD, attraverso una foto, è difficile, comunque se buona vale "solo" 100 USD. SALUTI TIBERIVS1 punto
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Buon giorno a tutti. Credo che l'affare non vada ricercato come condizione necessaria per un acquisto perché penso che una collezione sia, dal punto di vista investimento economico troppo volatile , (in circa 50 anni ho visto parecchie cose) . Non credo che lei signor chiaranda abbia acquistato questa bella moneta per venderla domani e trarne profitto , ma per godersela. Detto questo credo che i 61 euro siano un prezzo più che equo. Cordialità Gabriella1 punto
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Buona giornata. Adesso vi dico la mia valutazione. Ritengo che sia difficile , con una moneta mia , una valutazione oggettiva , resto sempre troppo coinvolta, poco critica e di manica larga. Mi ero orientata su uno spl+.Mi avete riportata coi piedi per terra. Vi ringrazio dei vostri pareri che sono per me un validissimo riferimento. Grazie Gabriella.1 punto
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@maumo Esatto. Si tratta proprio di Aelia Flaccilla. D/: AEL FLACCILLA AVG: busto a destra di Aelia Flaccilla R/: SALVS REIPUBLICAE: La Vittoria, seduta, incide il cristogramma su uno scudo appoggiato su una stretta colonna. T in campo destro. ESERGO: CON epsilon, zecca di Costantinopoli RIC IX 81 variante Ho scritto “variante” come indicato su Wildwinds in quanto il RIC prevede la T solo in campo sinistro: La moneta fu coniata a partire dal 383 d.C. Siamo quindi dopo l’Editto di Tessalonica (noto anche come “Cunctos populos”) del 380 che di fatto proclamò il cristianesimo religione ufficiale dell’impero. Il rovescio manda un messaggio molto chiaro. La vittoria e la salvezza (salus) dell’impero trovano la loro difesa (lo scudo) nel cristianesimo, qui simbolicamente rappresentato dal chi/rho. Non c’e’ più spazio (ne’ tempo) per gli altri culti, compresi quelli pagani: «IMPPP. GR(ATI)IANUS, VAL(ENTINI)ANUS ET THE(O)D(OSIUS) AAA. EDICTUM AD POPULUM VRB(IS) CONSTANTINOP(OLITANAE). Cunctos populos, quos clementiae nostrae regit temperamentum, in tali volumus religione versari, quam divinum Petrum apostolum tradidisse Romanis religio usque ad nunc ab ipso insinuata declarat quamque pontificem Damasum sequi claret et Petrum Alexandriae episcopum virum apostolicae sanctitatis, hoc est, ut secundum apostolicam disciplinam evangelicamque doctrinam patris et filii et spiritus sancti unam deitatem sub pari maiestate et sub pia trinitate credamus. Hanc legem sequentes Christianorum catholicorum nomen iubemus amplecti, reliquos vero dementes vesanosque iudicantes haeretici dogmatis infamiam sustinere ‘nec conciliabula eorum ecclesiarum nomen accipere’, divina primum vindicta, post etiam motus nostri, quem ex caelesti arbitro sumpserimus, ultione plectendos. DAT. III Kal. Mar. THESSAL(ONICAE) GR(ATI)ANO A. V ET THEOD(OSIO) A. I CONSS.» «GLI IMPERATORI GRAZIANO, VALENTINIANO E TEODOSIO AUGUSTI. EDITTO AL POPOLO DELLA CITTÀ DI COSTANTINOPOLI. Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio seguano la religione che san Pietro apostolo ha insegnato ai Romani, oggi professata dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica; cioè che, conformemente all'insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste. DATO IN TESSALONICA NEL TERZO GIORNO DALLE CALENDE DI MARZO, NEL CONSOLATO QUINTO DI GRAZIANO AUGUSTO E PRIMO DI TEODOSIO AUGUSTO» Ricordiamo, infine, chi fosse Aelia Flaccilla: Aelia Flavia Flaccilla -o Flacilla- (Hispania, data ignota- Costantinopoli, 386) fu Augusta dell'Impero Romano e prima moglie dell'imperatore Teodosio I. Ebbe due figli, i futuri imperatori Arcadio e Onorio, e una figlia, Pulcheria, morta in tenera età. È venerata come santa dalla Chiesa ortodossa, il 14 settembre con il nome di Santa Placilla. Fu, infatti, considerata dai contemporanei un modello brillante di virtù e di carità cristiane (confermate dal totale sostegno alla politica religiosa di Teodosio) e ricevette sepoltura presso Costantinopoli, con orazione funebre officiata da Gregorio di Nissa (il massimo difensore dell'ortodossia cattolica a sostegno dell'imperatore Teodosio I, che lo proclamò «difensore della fede»). Io ricordavo di aver letto da qualche parte che il nome Flaccilla le derivasse dalla salute cagionevole, ma di questo non ho trovato ora riscontri. Forse questa cosa era sostenuta da chi voleva spiegare il carattere imbelle dei due figli maschi, in particolare di Onorio. Del resto, Flaccilla deriverebbe da flaccidus che a sua volta deriverebbe da flaccus, fiacco. Invece e’ probabile che Flaccilla derivi da una trasposizione in latino del greco Plakilla, da cui deriverebbe poi il nome attuale di Santa Placilla. Ciao. Stilicho1 punto
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Ho notato questo particolare anche sulla Piastra 1798 che ho in collezione.1 punto
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...non so ma quel toro mi ricorda i Seleucidi o, comunque qualcosa in Asia Minore. Mi sembra di poter leggere ...ΥΡΑΤ... di Kybyra ci sarebbe qualcosa con un toro che smuove la terra con lo zoccolo ma non in quadratum incusum.1 punto
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Buona sera. Dopo varie peripezie sono riuscita ad arrivare a questo risultato che per la verità non mi sembra poi così buono ma è il mio massimo.Ecco le nuove immagini.1 punto
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DE GREGE EPICURI Purtroppo al D non si vede nulla, e al R non si vedono i segni di valore (asticella per l'asse, S per semisse, 4 globetti per il triente, ecc.) Dato che le riduzioni di peso sono state numerose, non credo che la scelta sia esclusivamente tra asse e semisse. Provo a spostare in "Romane Repubblicane".1 punto
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Buonasera a tutti, è vero, mi sto lasciando tentare dal Viceregno, e dalla sua monetazione così varia, ma a dirla tutta avevo già dei pezzi sparsi in collezione da tantissimi anni, solo grazie al forum ho rivalutato i pezzi che avevo e se potrò ne prenderò ancora, purtroppo non riesco a seguire un filo logico, prendo le monete così come vengono, poi devo dire che l'incontro con i 9 cavalli è stato Amore a prima vista, ho letto alcune vecchie discussioni ed in alcune ho postato i miei piccoli, ricordo con piacere le discussioni di @Rocco68, di @eliodoro, i 9 cavalli di Filippo IV che ha in collezione @gennydbmoney, sono affascinato da questo nominale di cui ho 3 esemplari più un quarto (anno 1630)che è in viaggio.. ? Non trovate che sono graziosi fotografati insieme? Ovviamente sono più belli di come li immortalo io in foto. Saluti Alberto1 punto
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Sono perfettamente d'accordo, bella moneta tra qSPL e SPL. Si tratta però secondo me a primo impatto di una moneta più gradevole di quello che un qSPL potrebbe raccontare.. dopo aver letto il giudizio di Sirlad ci ho messo un pochino a trovare i punti per cui scendeva leggermente di conservazione (le ali principalmente, in alto la sinistra dell'aquila e al centro tre segnetti sulla destra, qualche graffietto al dritto, un artiglio e qualche segnetto sopra il valore).1 punto
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1944 Gettone U.I.T.E Genova (tramviario) Mi sono sempre chiesto perchè c'è stato un così improvviso fiorire di gettoni tramviari nelle città dell'RSI nel 1944??1 punto
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Ora vorrei richiamare l'attenzione sui Ludi del 217: sappiamo infatti che per la loro celebrazione furono stanziati 333.333 assi e un triente; cifra alquanto anomala, chiaramente 1/3 di un milione, che deve pur avere un qualche senso. Una spiegazione interessante e convincente l'ha fornita Coarelli (Argentum signatum, 2013): in origine i Ludi venivano votati anni prima della loro celebrazione; in altri termini, a una certa data si prometteva agli dei anni dopo sarebbero stati loro offerti giochi sfarzosi, nella speranza di ottenerne in cambio il favore, nel periodo intercorrente. E' quindi probabile che a una certa data siano stati promessi dei giochi per un certo ammontare di assi; siccome prima della loro effettivamente celebrazione l'asse fu ridotto di peso, l'importo venne aumentato all'anomala cifra di 333.333 assi e un triente, per conseguire un identico peso in bronzo e "non ingannare gli dei". Sembra potersene dedurre che nel 217 fosse in vigore lo standard ponderale quadrantale. Solo così, infatti, l'anomala cifra corrisponde a un peso in cifra tonda: 1 asse infatti pesava 3 once-peso (da non confondere con l'oncia-moneta), un triente 1 oncia-peso, quindi, 333.333 assi e un triente equivalevano al peso di 1.000.000 di once-peso di bronzo. Anzi, lo standard quadrantale potrebbe essere stato introdotto proprio nel 217: infatti, secondo Plinio, una riduzione ponderale fu introdotta “Hannibale urguente Q. Fabio Maximo dictatore”, quindi appunto in questo anno. Ma adesso facciamo un passo indietro nel tempo. Anche nel momento in cui i giochi furono votati, il valore corrispondente a 1.000.000 di once-peso doveva avere un significato, e quindi corrispondere a una cifra tonda in termini di assi. E qui sorge la difficoltà, perché il sistema di ripartizione degli assi è notoriamente duodecimale, mal si adatta a un valore che è una potenza di 10. Coarelli propone questa soluzione: i giochi furono votati nel 222 (perché il lustro era un lasso di tempo di significato sacrale), momento di massima apprensione per le sorti della guerra contro i Galli, per un valore di 200.000 assi semilibrali. Un facilissimo calcolo dimostra che, per questo studioso, lo standard semilibrale era di 5 once-peso, e questo mi lascia perplesso. Sappiamo che inizialmente l'asse romano assunse tre diversi valori ponderali. Prescindendo dal problema del valore più elevato (300 scrupoli, pari a 12,5 once-peso), sappiamo che ci fu un asse di 288 scrupoli, pari a 12 once-peso, e uno successivo nel tempo di 240 scrupoli, pari a 10 once-peso; quest'ultimo secondo molti autori era tagliato secondo una libbra osco-latina, più leggera di quella romana, mentre per Pedroni (Ricerche sulla prima monetazione di Roma, 1993) e Forzoni (La moneta nella storia, 1995) sarebbe stata già una prima svalutazione (segnalo a tal riguardo l'interessante ipotesi di Forzoni, che individua una svalutazione su base dextantale). Ora, se l'asse da 10 once-peso era una svalutazione (rispetto a quello teorico da 12 once-peso), non si capisce perché il passaggio successivo (5 once-peso, secondo Coarelli) fosse tagliato su esso. Non si capisce, cioè, perché il presunto standard "semilibrale" (5 once-peso) dovesse essere la metà di quello "dextantale" (10 once-peso), anziché la metà di quello librale (12 once-peso). Ma anche ammesso e non concesso, che la riduzione semilibrale fosse tagliata sull'asse da 10 once-peso, nell'assunto che questo non fosse già a sua volta una riduzione di un originale bensì un'ipotetica libra osco-latina, non si capirebbe perché al passaggio successivo i Romani avrebbero adottato uno standard di 3 once-peso, che invece è chiaramente una riduzione (quadrantale) della libra di 12 once-peso. Si noti che qui non ha alcun rilievo il peso effettivo delle monete, notoriamente molto variabile: chiaramente gli stessi Romani ragionavano sul peso teorico, se no non avrebbero stanziato l'anomala cifra di 333.333 assi e un terzo. Quindi? E' possibile che i giochi siano stati votati per un valore di 100.000 assi, quando era in vigore l'asse da 10 once-peso (a prescindere dal fatto che fosse una libra osco-latina oppure una prima riduzione ponderale)? E se fosse così, quanti anni prima della loro celebrazione dovrebbero essere stati votati? Lascio a voi la parola ...1 punto
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E adesso chi glielo dice che non é una perizia ? (la moneta é bella e buona ovviamente e chi l'ha sigillata é un profondo conoscitore della monetazione in questione)1 punto
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A differenza delle 1834, coniate in grande quantità con conii sfruttati fino allo sfinimento, le Piastre del 1839 ebbero, data la loro rarità una coniazione limitata. Pochi o assenti i difetti di coniazione. Il mio esemplare di sempre.1 punto
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Servus, njk PS: restate in salute ed usatele bene le mascherine: non sono mica bandane o foulard, vanno messe su BOCCA e NASO.1 punto
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Quello che ti si voleva dire è che per leggere la risposta non è necessario connettersi al forum. Noi diamo la cosa per scontata perchè siamo ormai pezzi di arredamento di questo forum, ma chi si iscrive solo per avere una risposta su un determinato tondello, poi non ha la necessità di loggarsi per leggere le risposte. E non loggandosi non rimane alcuna traccia del fatto che si è letta la risposta ne tantomeno che si è tornati sul forum. Detto questo, credo che, molto più prosaicamente, questa utente si è semplicemente dimenticata della discussione. E onestamente parlando, non gliene faccio certo una colpa. La vita delle persone non deve certo necessariamente ruotare intorno a un forum di numismatica, e sono abbastanza sicuro che per buona parte degli utenti mordi e fuggi (o meteore che dir si voglia) quelli strani siamo noi, e non loro.1 punto
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