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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/27/20 in tutte le aree

  1. Questo è il mio esemplare FEDINAN....
    3 punti
  2. e sì... “domani (21 maggio) mattina avrò un incontro con un esperto e può darsi che abbiate ragione voi. Vedremo. Incrocio le dita”. e sì... oltre un mese di vuoto, la sentenza sull’identificazione è stata emessa. O meglio penso che il signor Zappa già conoscesse tutto di questa moneta importante in oro certo. Non capisco come abbia potuto, con la sua richiesta, coinvolgere esperti lamonetiani di grosso calibro chiudendo il tutto senza dare, doverosamente, la risposta. Mi sa che la moneta non fosse neppuro d’oro. Un leggero microm di materiale nobile a copertura di un tondello di ferro. Io, per natura, non sono una prevenuta. Leggo, analizzo, sintetizzo, dico la mia. Non si gioca con chi, con esemplare altruismo, dona il suo tempo a beneficio di chi fa una richiesta di identificazione. Buona serata a tutti.
    2 punti
  3. Da uomo libero, tu puoi spendere il tuo denaro come vuoi. Ma in questo sito si parla di collezionare monete : monete antiche e moderne che sono tutt'altra cosa dalle patacche in purissimo argento che a te piacciono, ma che pagherai un prezzo sprositato e che non recupererai mai nel caso un domani volessi venderle, perché si tratta di robaccia che non interessa a nessun collezionista serio. Poi, de gustibus .
    2 punti
  4. SVIZZERA - ANNIVERSARIO DELLA CONFEDERAZIONE - 1291 - 1941 - 5 FRANCHI
    2 punti
  5. E ancora, tornando al classico Achille, ecco il dio metallurgo Efesto che sotto lo sguardo attento della Pallade Athena, lavora di tenaglia e martello all'elmo che sarà dell'eroe: su questo bronzo - un medaglione di Settimio Severo - l'artista ritrae il dio mentre applica all'elmo corinzio uguale a quello che indossa la dea, la cresta imponente. In realtà più spesso vediamo la dea che porta sul capo il κάσκα κορινθιακή, il kaska korinthiakè di Pericle e dei trecento spartani che si immolarono alle Termopili, privo di quello spettacolare ornamento che è la cresta. Come si usava in tempo di pace, anche qui Athena porta l'elmo ruotato indietro sulla nuca (in tempo di guerra invece il coppo veniva calato sul viso e lo proteggeva pressoché interamente: la fronte era coperta fin sugli occhi; sul lungo nasale convergevano i paraguance che poi scendevano giù fino al mento; una proiezione ricurva copriva la nuca, come nella "galea" romana, nel "morione" dei conquistadores spagnoli e nello "stahlhelm" tedesco. Ecco l'artistico bronzo: non essendo registrato nei maggiori cataloghi, mi aspetto che i più esperti dicano qualcosa in proposito Moesia Inferior, Marcianopolis, Septimius Severus (AD 193-211). Medaglione, 42 mm, 52.54 g.. Magistrato Aurelius Gallus. ΑV K Λ CEΠ CЄVΗΡΟC Π, busto di Settimio Severo laureato, drappeggiato e corazzato a ds. / V AV ΓAΛΛΟ • MA-PKIAN, Efesto seduto a destra su un cippo marmoreo, impugna il martello e applica la cresta all'elmo corinzio forgiato per Achille; di fronte a lui Athena in piedi a sn. con lancia e scudo, approva il lavoro del dio metallurgo, il braccio destro poggiato sulla colonna. All'esergo: OΠOΛΙΤΩΝ. Varbanov -. AMNG -. BMC . ......... ACSEARCH.info presenta poi un secondo esemplare all'asta di Heritage Auktions Inc., 3040 del 9.04.2015, lotto 29165 (anche su questo mi aspetto i pareri dei più esperti): LYDIA. Thyatira. Septimius Severus. 193-211 AD. AE Medaglione (46mm, 53.68 g). Asiaticus Hermogenes, stratega. Busto laureato, drappeggiato e corazzato a ds. /EPI CTPA•A-CIATIKOV EPMOGEN(OVC), Efesto seduto su un cippo marmoreo a ds. rifinisce col martello un elmo corinzio poggiato su una colonna; gli sta di fronte Athena armata di lancia e scudo, il braccio destro poggiato sulla colonna. In esergo: QVATEIPH•/NWN in due linee. Estremamente raro, secondo esemplare conosciuto. Dalla Garth R. Drewry Collection. Ex Marcel Burstein Collection (Peus 366, 25 October 2000), lot 738. ...... E ancora: Perga, Pamphilia, Philippus II, 244-249, AE (g.6,29. mm.23). AU K M IOU SEOU FILIPPOS S, busto drappeggiato e laureato di Filippo II a ds., sotto un globo / PERGA-I-WN, Efesto metallurgo seduto su un cippo a ds. lavora allo scudo di Achille. SNG BN 520 f.; SNG PfPs 405. ......... Dal bronzo alla tela: Giulio Romano, 1492-1546, "Efesto forgia le armi di Achille" Felice Giani, 1802 ca, "Vulcano mostra a Teti le nuove armi di Achille". ........ Alla prossima HIRPINI
    2 punti
  6. Non ho parole...cioè...le avrei, ma preferisco tacere....
    2 punti
  7. Ma si ... la penombra di una osteria ... l'ora tarda, ... l'oste distratto che spera di trombarsi la cameriera prima di chiudere, ... quella che spera di evitarlo, ... la moglie che li tiene d'occhio .... tutti e tre avrebbero potuto accettare quella monetina dall'ultimo avventore. Monetina poi che il giorno dopo sarebbe stata eventualmente data come resto a un "chioc".
    2 punti
  8. una monetina piccolapiccolapiccola ... ma con un bel leone .. .
    2 punti
  9. E' spuntato fuori nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas in via Ponte Romano. Quando a Porto Torres si scava nei pressi del cuore dell'antica Colonia Iulia Turris Libisonis le sorprese sono sempre dietro l'angolo. O meglio, sotto qualche metro, decimetro di terra, di asfalto. E' così anche stavolta. Un raffinato mosaico policromo caratterizzato dalla presenza di motivi decorativi geometrici complessi, da una fascia a trecce da un lato e da un ampio spazio bianco dall'altro, è spuntato fuori nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas in via Ponte Romano, nel tratto prospiciente il palazzo della Soprintendenza ABAP, dall'impresa specializzata "Luciano Sini srl" sotto la direzione scientifica della referente della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza Nadia Canu, con responsabile archeologo Antonella Pandolfi e archeologo-addetto ai rilievi Vincenzo Nubile. Il mosaico realizzato attraverso l'utilizzo di tessere di mille colori, dal rosa all'amaranto, dal rosso al nero, dal bianco all'azzurro al bruno, ricorda altri già scoperti in passato a Porto Torres. Quella riemersa finora è solo la porzione di un pavimento che forse prosegue anche nelle parti limitrofe ancora da scavare e decorava un grande ambiente di un edificio di media età imperiale, la cui estensione è ancora solamente ipotizzabile. Costruzione sulla quale in epoca successiva, in una fase tardo-imperiale/altomedievale, venne tirato su un nuovo edificio riutilizzando con ogni probabilità materiale della costruzione precedente e basoli di strada. Il mosaico è infatti venuto in luce all'interno di un vano dopo la rimozione di un potente crollo dove spiccavano diversi elementi strutturali e grandi blocchi quadrangolari. Soltanto la prosecuzione delle indagini potrà chiarire le dimensioni del mosaico e della stessa costruzione. Questo pavimento era parte di un edificio fisicamente vicino al cosiddetto quartiere Maetzke, un'area caratterizzata dalla presenza di abitazioni di grande pregio edificate su terrazzamenti sfruttando il dolce declivio del colle del Faro, come la Domus del Satiro e la Domus degli Affreschi. Zona caratterizzata da edifici importanti, collegata da strade i cui resti sono riemersi anche nel corso dei lavori per la realizzazione dei parcheggi de La Piccola, una quindicina d'anni fa, quando riemersero resti di edifici con funzione pubblica forse legata all'attività portuale e, più in alto, dalla presenza di una monumentale costruzione con carattere verosimilmente pubblico, scoperta nel 2006 e scavata nel 2009 tra Via delle Terme e Via Petronia, quindi a pochi metri dal nuovo ritrovamento, una campagna quella del 2009, che regalò straordinarie scoperte come le statue di Ercole e di due personaggi che indossano le corazze da parata, probabilmente due imperatori o comunque personaggi di alto rango. Un'area, nel complesso, che si affacciava sul porto della Colonia Iulia, e con la sua magnificenza costituiva il manifesto della politica di comunicazione della grande potenza della Roma imperiale. https://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2020/06/25/news/archeologia-a-porto-torres-riemerge-un-prezioso-mosaico-romano-1.39008180/amp/ Porto Torres, il mosaico scoperto a "Turris" risale al III secolo Il mosaico policromo rinvenuto in via Ponte Romano nel corso dei lavori di archeologia preventiva propedeutici alla posa dei cavi della rete del gas ora ha una datazione: risale alla metà del III secolo, di chiara età imperiale. Si tratta di una porzione di pavimento, parte di una lussuosa abitazione privata paragonabile a quelle scoperte nel corso delle indagini effettuate dalla Soprintendenza in passato, quali la domus di Orfeo e la domus dei Mosaici marini caratterizzate dall'influenza della scuola africana. Secondo alcuni studiosi il nome "Turris" dell'antica Colonia Iulia Turris Libisonis deriverebbe dalla presenza di una torre nuragica, collegabile ad una popolazione conosciuta dagli antichi come "libica" che stabiliva quindi un legame antico del Nord Africa (Lybia) e la seconda parte del toponimo (Libisonis). In età romana, era uno dei centri urbani più importanti in Sardegna, l'unica Colonia dell'isola citata dalle fonti storiche, popolata con cittadini romani e fulcro di fiorenti traffici e rapporti con Ostia e gli altri principali porti mediterranei. La scoperta che rivela elementi decorativi mai documentati a Porto Torres rappresenta un patrimonio storico e culturale ben conservato e di alta qualità che merita di essere musealizzato e reso fruibile. I suoi colori tra figure geometriche e clessidre, emergono in tutta la loro bellezza, e nei prossimi giorni il soprintendente Bruno Billeci fornirà ulteriori dettagli di una scoperta fatta a seguito dei lavori dell'impresa specializzata "Luciano Sini", sotto la direzione scientifica della referente della sede operativa di Porto Torres della Soprintendenza Nadia Canu, con responsabile archeologo Antonella Pandolfi. https://webapi.unionesarda.it/articoloamp/cultura/2020/06/26/porto-torres-il-mosaico-scoperto-a-turris-risale-al-iii-secolo-8-1033430.html
    2 punti
  10. Buonasera, mi scuso in anticipo se sto abusando della vostra gentilissima disponibilità intasando la sezione ultimamente Fortunatamente per voi, la mia collezione è ancora piccolina avendo iniziato da poco. Questa volta mi sono cimentato fotograficamente con la sfida di un diametro da 23mm con la mia ottica di base (18-55). Per quanto riguarda la moneta, vorrei conoscere il vostro parere più esplicito possibile sullo stato di conservazione. Avendola acquistata online con la sola garanzia offerta dal mio occhio e la mia "esperienza", vorrei capire se mi devo bacchettare le mani oppure no. Il colpo ad ore 3 del dritto è più evidente in foto che dal vivo, inoltre è limitato esclusivamente allo spigolo vero e proprio della moneta (mettendo la moneta perfettamente perpendicolare di fatto non si vede). Grazie in anticipo a chiunque vorrà contribuire!
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  11. Buonasera a tutti i lamonetiani...sta sera condivido questa: 12 cavalli 1797 legenda al dritto con caratteri più piccoli (Magliocca 319a)...moneta con il suo "patinone" originale che presenta un gran bel rovescio a gusto mio! Rara due volte. E' in arrivo anche la sorella FEDINAN!! D : FERDINAND .IVSICILIAR.REX / P. sotto il busto R : UN GRANO CAVALLI R.12 C. Contorno con treccia in rilievo Graditi i pareri e anche la visione dei vostri tondelli. Buona serata.
    1 punto
  12. Voglio condividere l'arrivo in collezione di questa "enorme" moneta sabauda, 11/13 mm di diametro per un peso di ben 0,36 Gr. Si tratta di un obolo di viennese del II tipo di Amedeo IX, purtroppo le sue piccole dimensioni non permettono di riconoscere il segno di zecca, dovrebbe essere dopo il nome del Duca, ma il tondello è stretto in quel punto. Sulle ordinanze di coniazione viene chiamato mezzo viennese, è indicato invece come obolo nei rendiconti di battitura, venne coniato a Bourg (10 marchi) ed a Torino (200 marchi) a 516 pezzi al marco ed ad un titolo di denari 0,22 . Questo secondo tipo si differenzia dal primo per avere le impronte inverse, il diritto con la croce ed il rovescio col nodo. Monetina difficile da rintracciare, anche se le foto non rendono la conservazione è molto bella, cosa difficilissima su questa tipologia.
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  13. Buonasera Raffaele, appena possibile faccio foto ravvicinate dove si vede meglio. ? Saluti Alberto
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  14. Allora l'unico consiglio che mi sento di darti è questo: compra MONETE, di quelle vere, che venivano utilizzate come strumento di pagamento, non ciofegate.
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  15. Buonasera, se può essere di aiuto, per farsi un idea con un altro esemplare. Questo è il mio napoletano. 10 Tornesi 1859 Francesco II. Saluti Alberto
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  16. Boh, è già il secondo utente in poco tempo (o è sempre lo stesso?) che si fa queste fisime mentali sul titolo dell'argento di queste monete per collezionisti... potrei forse capire il discorso se fossero in oro, ma l'argento vale 50 centesimi al grammo e in queste monete il fino contenuto è, quando va bene, il 10% del prezzo a cui vengono vendute. Che senso avrebbe per una zecca speculare per qualche decina di eurocentesimi di metallo quando la moneta viene poi venduta a svariate decine di euro??
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  17. Un po' sottopeso e in questo stato di conservazione, credo una 50ina di euro, ma sulle quotazioni mi rimetto sempre ai più esperti. In ogni caso il discorso del valore affettivo per noi è il più importante e ti fa onore. Ti saluto
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  18. Altri due leoncini, il primo ex collezione AZ, il secondo ex collezione AAZ... Arka Diligite iustitiam
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  19. Complimenti per la passione,pazienza e precisione nell esporre la storia di una moneta,il suo periodo storico e i personaggi dei tempi che furono...grande stima.. salutoni✌️ Caravelle82
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  20. Anche io lo credevo, onestamente. Da un rebus si impara sempre qualcosa. Buona giornata. Stilicho
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  21. ? Perfetto e alla velocità della luce (non ti dico il tempo impiegato da me). Pensavo che lo stile dorico, ionico e attico ci fosse solo nei capitelli, ma invece anche nelle porte (architettura antica). Al prossimo "umoristico"... ?️ da apollonia PS. Il mio messaggio ha ora il n. 17071 (palindromo)
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  22. La filiera produttiva di una moneta è laboriosa ed articolata, e non c'è un momento o una causa precisa per questo particolare difetto. Come ti è stato giustamente spiegato, il processo produttivo del tondello era già impreciso, seppur migliorato molto durante l'ultimo trentennio, in particolare dagli anni '70 del secolo precedente. Tuttavia la coniazione veniva effettuata ancora da macchine non particolarmente precise, e questo influiva sia sul tondello, sia sullo stato e sull'efficienza dei conii (questo della serie dell'aquila sabauda non era particolarmente problematico come, ad esempio, quello della serie cinquantenario), e quindi sulla qualità finale della moneta (ad esempio questa tipologia soffre di debolezze, tanto per fare un esempio. Vedi foto del 2 lire allegata, dove c'è una debolezza di conio che affligge la parte bassa sinistra dell'aquila, nella zona tra la zampa e la coda). Riguardo alla tua moneta, ad esempio, sempre in relazione ai problemi di tondello, si può osservare come il ciglio del bordo presenti simili difetti in altri punti, seppur davvero minimi (te li evidenzio nella foto). Essendo questi parte dei difetti congeniti, non influiscono sulla conservazione ma solo sul valore economico finale. Da qui risulta chiaro come l'assegnazione "dell'eccezionale" implichi l'assenza assoluta di questi difetti (un'eccezione, appunto, alla norma), e che il solo parametro della conservazione sia assolutamente insufficiente per meritare questo aggettivo.
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  23. Ricordi bene @Stilicho : in quel 490 A.C. Platea era alleata e protetta di Atene ed inviò immediatamente i suoi opliti in vista della battaglia di Maratona . Ateniesi e Plateesi decisero di non attendere l'esercito spartano, che sarebbe arrivato in ritardo per le festività sacre delle Carnee, ed attaccarono battaglia pur in inferiorità verso i Persiani . Leggendo la vicina discussione sulla battaglia di Canne, si potrebbero notare le 2 novità tattiche di combattimento impiegate dai Greci a Maratona, quasi 3 secoli prima . Come racconta Erodoto ( VI , 112 , 113 ) i Greci ( privi della mobilità e velocità della cavalleria ) attaccorono con la fanteria in formazione ma a passo di corsa per meglio 'piombare' sul nemico : e quando l'esiguo centro dei Greci dovette arretrare sotto la spinta preponderante dei Persiani, le 2 ali greche con una manovra a tenaglia conversero sui Persiani, circondandoli e facendone strage . una buona giornata a Te
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  24. Ritorno in questa discussione per mostrarvi il mio ultimo acquisto. Vittoria Sovereign "shield type" 1874 Melbourne Tiratura: 1.373.298 pz. Marsh: 60 Purtroppo non riesco a fare due foto come vorrei.
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  25. Per me è bella ed in quanto a rarità se ne vedono poche sul mercato numismatico :esamina acsearch , coinarchives ed ebay. Salutoni odjob
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  26. Gli Shekel di Tiro sono stati utilizzati per corrompere Giuda Salutoni odjob
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  27. Certo che questa è più falsa di una falsa. Bella.
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  28. Beh ... hai tutto il tempo per pensarci se tu volessi acquistarla. Forse tu l'hai vista in negozio prima della sua offerta in asta. Non è tanto l'inversione di lettere che porta dei dubbi ( che conosciamo come errori di incisione di conio in monete certamente genuine), ... e neppure l'immagine del patriarca .... anche se certi particolari, come le dita delle mani destano perplessità ... Sono soprattutto le lettere, la loro forma, i loro contorni, che danno da pensare. La fotografia non aiuta. Se non venisse proposta a quel prezzo ci farei un pensierino, per vedere se è un interessante falso d'epoca. Ma a quel prezzo no, mi accontento della foto. anche se mi rimane il dubbio.
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  29. Se dovessi classificare la moneta le darei come grado di conservazione qSpl con la nota: moneta pulita.
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  30. Il problema, mio caro amico, è che "stemmari vaticani" non ne esistono... Esiste l'ottima iniziativa (privata) di un validissimo e noto artista araldico che ricerca, disegna e pubblica raccolte omogenee per epoche e territori: libri assai utili ma, per forza di cose, inadatti a cercare da zero e senza alcun riferimento uno stemma "anonimo" come questo postato da @silviag17 Ciao, saluti ricambiati
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  31. Purtroppo la moneta è rovinata dalla pulizia. Gli "hairlines", essendo delle asportazioni di metallo (sia pur infinitesime) non verranno cancellate dalla ripatinatura (anche perché l'alluminio tende ad opacizzarsi, più che a patinare...). Qui sotto ti posto per confronto un q.FDC periziato NIP:
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  32. Scusami Licinio, pensavo che parlassi della mia moneta, scusa ancora Enki
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  33. Buonasera okt, cercherò di non sbagliare più, conosco bene la lingua italiana, non è così facile come sembra, anche per gli italiani e difficile, in particolare i verbi, ??????
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  34. A mio parere, è una bella moneta. SPL. La patina originale ritornerà. Chissà se si vedranno meno i micrograffi.
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  35. In questo caso ti perdono! ? E' che soffro moltissimo quando vedo o sento storpiare la nostra bella lingua o inquinarla, come fanno molti, con barbarismi inutili !
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  36. Per me è autentico questo scudo di Umberto I @apollonia.
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  37. Io vidi lo spot in tv. Molto accattivante. Se non ricordo male promettevano libri in omaggio già solo se richiedevi informazioni. Ed io, giovane e ingenuo, ho chiamato per chiedere informazioni. Durante la chiamata non solo non ho avuto informazioni ma hanno tentato solo di farmi fissare un appuntamento. Sarebbero venuti a casa a parlarmi di persona "dell'affare". Ma anche se ero giovane e ingenuo, ho capito l'antifona e ho declinato. Ovviamente nessun omaggio. Da quell'esperienza ho imparato a diffidare dai facili affari o comunque ad avere sempre dubbi. Ho trovato questo articolo al riguardo --> https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2018/05/10/pordenone-il-bluff-delle-monete-da-collezione-sono-medaglie-non-un-investimento-16.html
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  38. Buongiorno, nel periodo Covid ho aggiunto anche questa in collezione...anche questa scovata in un altro continente, ora tornata a casuccia FEDINAN 1797...il dritto sempre deboluccio il rovescio è già meglio...ecco le foto: Saluti.
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  39. PREMESSA Pedroni ritiene che le prime iconografie valessero a identificare l’origine della ricchezza monetata, tenuto conto che le prime monete romane nacquero per redistruibuire la preda bellica secondo due canali differenti: - i fusi, a cura dei censori (in anni censorî, quindi), per restituire ai cittadini almeno in parte il tributum; - le monete coniate, a cura dai comandanti militari, per gratificare le truppe. Probabilmente le zecche erano vicino ai luoghi ove era stato reperito bottino (ma quello di Taranto fu monetato ad Alessandria per Cr. 21/1). Per penetrare mercati allogeni fu adottata la metrologia magno-greca e tipologie “ibride”, con tipi “romani” su una faccia e “locali” (spesso, il fondatore mitico della città debellata) sull’altra. Nel 269 fu attivata la zecca urbana (Zonara collega l’evento con l’afflusso di ingenti ricchezze, che un passo di Dionigi di Alicarnasso permette di identificare nel bottino di Reggio); nell’occasione la legenda cambiò da ROMANO a ROMA (a decorrere da Cr. 25/1) e furono restituiti alcuni tipi tradizionali, sui quali la funzione identificativa fu assolta da un simbolo (falcetto, clava, ghianda). Da quella data il tributum fu restituito anche con l’argento. Tanto premesso, la cronologia deve essere compatibile con tre considerazioni: - le tradizioni storiche datano l’argentum signatum del populus Romanus al 275 (Plinio 42), il primo nummus argenteus di Roma al 272 (fonti derivate da Eusebio di Cesarea) e l’argentum signatum al 269 (Plinio 44, Livio e Zonara); - le riduzioni ponderali del bronzo non potevano non cadere in anni censorî (perché le svalutazioni comportavano ineluttabilmente la revisione delle liste di censori); - lo standard della didracma varia da 6,5 scrupoli (Cr. 13/1) a 5,75 (Cr. 22/1) e infine 6 (Cr. 25/1). L'AES GRAVE E LA MONETAZIONE ROMANO-CAMPANA Per Cr. 1/1 la data proposta da Mommsen e Sambon (338) appare preferibile: la moneta sarebbe stata emessa da Campani che avevano appena ricevuto la civitas, probabilmente sine suffragio, per commerciare con Neapolis. Nel medesimo contesto si inserirebbe il lingotto Cr. 3/1. Nel 289, con l’istituzione dei tresviri monetales, furono emesse le prime serie fuse su standard di 300 scrupoli. Che tale fosse lo standard romano dell’epoca è confermato dalla sua riproposizione nelle serie fuse delle colonie di Luceria (fatta colonia nel 313) e Venusia (dedotta nel 291), seppur frazionate su base decimale[1]. La prima in assoluto potrebbe essere stata Cr. 19, perché la raffigurazione di Castore sull’asse (che ricorda la battaglia del Lago Regillo) e del Tevere sul semisse potrebbero alludere alla conquista, nel 290, dell’Alta Sabina, dalle cui ricchezze quindi potrebbe derivare il metallo monetato. Cr. 18 sarebbe successiva al 289 e precedente al 275. Si potrebbe datarla al 277, quando fu presa Crotonem, cui i tipi apollinei potrebbero alludere, ma non fu anno censorio. Appare allora più probabile il 282, quando i consoli C. Fabrizio Luscino[2] e Q. Emilio Papo sconfissero, rispettivamente, città sannite e lucane e i Galli Boi, anche se risulta arduo individuare una connessione con i tipi delle monete. La didracma Cr. 13/1, con standard di 6,5 scrupoli viene datata al 275 e attribuita alla zecca di Metaponto. È coniata sul piede campano di circa 7,30 g per renderla accettabile al mercato, benché forse fosse già in vigore quello magno-greco ribassato di 6,6 g. Contemporaneamente furono emesse la litra argentea Cr. 13/2 (0,65 scrupoli) e la mezza litra enea Cr. 17/1 (4,5 scrupoli); di quest’ultima esiste un riconiatura su moneta siracusana databile al 280, nonché l’identità stilistica con i bronzi (HN Italy 210-211) di Cosa, colonia dedotta nel 273, per la quale è plausibile che la colonia abbia copiato l’emissione della metropoli, precedente di due anni, in segno di devozione politica. Contemporaneamente, nel 275, fu emessa la serie fusa Cr. 14, con standard di 288 scrupoli[3]. I tipi adottati, Giano e Mercurio, sono gli dei tutelari dei patti e del commercio, riferimento coerente a una tematica nazionale; potrebbe significare che per questi bronzi fu monetato il metallo dell’Erario. È probabile che in quest’epoca fosse fissata una parità metallica (con rapporto 1:132) per cui la didracma (da 6,5 scupoli, suddivisa in 10 litre argentee) valeva 3 assi oppure 96 litre enee (forse corrispondenti a 480 chalkoi); da ciò deriverebbe la riduzione dello standard da 300 a 288 scrupoli. È significativo che i nominali più bassi pesino, in proporzione, di più dell’asse: forse la riduzione non fu applicata ad essi per non svantaggiare i ceti meno abbienti e i commerci più minuti. Per la didracma Cr. 15/1, con standard di 6,4 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene proposta la data del 274 e la zecca di Arpi (anticamente Argo Ippio), forse evocata dal tipo del R/, che peraltro emise argenti proprî di peso medio analogo (6,92 g secondo Thomsen). Si collocherebbe in serie con la litra in bronzo, Cr. 2/1. Contemporaneamente fu emessa la litra enea Cr. 2/1. La didracma Cr. 20/1, con standard di 6,25 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene datata al 273 supponendosi che fossero monetarî Q. Ogulnio Gallo e N. Fabio Pittore, componenti (forse proprio per la carica rivestita) dell’ambasceria ad Alessandria, e abbiano commemorato la statua della lupa collocata nel 296 dai fratelli Q. e Cn. Ogulnio e il dio ritenuto antenato dei Fabii. Viene attribuita alla zecca di Eraclea, richiamata dal tipo del D/ (Cicerone accenna a un trattato tra le due città, che potrebbe datarsi proprio al 273). Fu anche emessa la litra enea Cr. 16/1. Nel 273/272 non furono emesse monete fuse, per cui probabilmente il cambio teorico rimase fissato nel rapporto di 1:3 con l’asse Cr. 14/1. La didracma Cr. 22/1, con standard di 5,75 scrupoli (pari a 6 ribassati) presenta peculiarità stilistiche e marchi di controllo mai più presentatisi sulle monete di Roma, ma affini a quelli in uso alla zecca di Alessandria, cui pertanto viene attribuita. Peraltro, il piede tolematico era compatibile col peso di queste monete. Mattingly ha proposto la data del 273, in occasione dell’ambasceria romana a Tolomeo Filadelfo, ma è più probabile il 272 (data per questo tramandata da Eusebio di Cesarea), dopo la presa di Taranto (probabilmente ricordata dal tipo al R/) che averebbe fornito il metallo da monetare. L’aggio elevato (0,25 scrupoli) si spiegherebbe con le spese di trasporto per e dall’Egitto. Contemporaneamente fu emessa la doppia litra enea Cr. 23/1 e probabilmente la serie fusa Cr. 21, che presenta la medesima, peculiare raffigurazione della dea Roma. Il peso medio dell’asse, 240 scrupoli, malgrado fosse in vigore uno standard di 252 scrupoli (meglio che 250 scrupoli, valore riconosciuto dagli studiosi per quest’epoca) si spiegherebbe per mantenere il rapporto di cambio 1:3 pur adottando la parità di 1:126, affine a quella tolemaica di 1:125. Alla zecca di Roma e, quindi, alla data del 269 va attribuita la serie Cr. 25, la prima a legenda Roma, comprendente tanto la didracma (su standard di 6 scrupoli) che i fusi (su standard di 252 scrupoli). Fu probabilmente coniata monetando il bottino di Reggio (cui il falcetto alluderebbe, essendo stata Reggio fondata da coloni di Messina-Zancle). È significativo che vengano riproposti i tipi della prima didracma (Cr. 13/1) e dell’asse Cr. 14/1, a conferma che anch’essi erano contemporanei. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 25/3. Sempre nel 269, a fini commemorativi, le zecche esterne all’Urbe emisero, sempre sullo standard di 252 scrupoli, l’asse Cr. 37/1. Nella serie Cr. 26 il simbolo è presente esclusivamente sui fusi: potrebbe dedursene che argento e bronzo avessero provenienze diverse. Il simbolo (ghianda, connessa con il culto di marte) rimanda alla liberazione di Messana (264/263), sottratta appunto ai Mamertini. Lo standard del bronzo è ancora di 252 scrupoli. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 26/3. Tra il 263 e il 258 lo standard del bronzo fu abbassato a 240 scrupoli, presente nelle emissioni Cr. 24, 27, 35 (con significativi ribassi) e 36 (con ribassi ancora più sensibili). Nel 258, quando era censore C. Duilio, fu emessa la serie fusa della prora (Cr. 35) per commemorare il primo trionfo navale, da lui stesso conseguito nel 260 dopo la vittoria di Mylae: tipi innovativi per un evento unico. Giano richiama il tempio che egli fece erigere nel Foro Olitorio. Sappiamo peraltro dal suo elogio funebre[4] che “praedad popolom (donavet)”, verosimilmente quindi proprio con questi bronzi. La serie Cr. 27 presenta una clava e, quindi, rinvia alla conquista di una città chiamata Eraclea: forse Drepanon (nella Sicilia occidentale), conquistata nel 242, supponendo che possa essere la prima “Eraclea” fondata da Dorieo di cui parla Diodoro Siculo (IV, 23, 3). La serie va allora datata al 242/241 e comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 27/2, e due monete di taglio anomalo (forse 1/40 e 1/80 di asse), Cr. 27/3 e 27/4, probabilmente emesse per supplire all’esigenza di numerario in terre sottratte ai Punici (fra cui Lilibeo ed Erice). La serie con la ruota (Cr. 24) presenta una struttura analoga, con un tipo innovativo e fisso al retro. Potrebbe riferirsi all’inaugurazione della strada militare Agrigento-Palermo, che un miliario rinvenuto nel 1958 attribuisce a C. Aurelio Cotta. Questi fu console nel 252 e nel 248; nella prima occasione (anno censorio) celebrò un trionfo de Poenis et Siculeis dopo aver conquistato Lipara e Thermae e forse avviato la realizzazione della strada. Notevole l’emissione straordinaria del tressis (Cr. 24/1), a indicare che era ancora in essere il cambio 1:3; si tratterebbe pertanto di una “didracma di bronzo”. A questa serie va probabilmente collegato il piccolo bronzo di taglio anomalo Cr. 26/4, che ne riprende l’iconografia sia al dritto che al retro; forse si trattava di un terzo di quartoncia (peso teorico 1,66 scrupoli, peso medio degli esemplari censiti 1,46 scrupoli). __________________ [1] Pedroni osserva che furono tuttavia emesse monete su standard di 336 scrupoli e suddivisione decimale, con legende in lettere latine, da Hatria (colonia dedotta nel 289) e dai Vestini (alleatisi con Roma nel 301), nonché - senza legenda - da Ariminum; quest’ultima serie deve essere precedente alla costituzione in colonia (datata al 268) perché una semioncia è stata rinvenuta in strati relativi alle mura della colonia stessa (come riferito da Balbi de Caro). Lo studioso ne deduce che nel medesimo periodo (inizî III secolo) Roma spingeva le colonie apule a monetare con il proprio standard per occupare un mercato ove i fusi non erano ancora presenti, quella adriatica e gli alleati Vestini con lo standard gallico (autonomamente in uso ad Ariminum) per indebolire l’economia gallica in vista dello scontro decisivo (al lago Vadimone nel 284/283). [2] Secondo Dionigi di Alicarnasso, egli si vantò con gli ambasciatori di Pirro che da console (nel 282) con il bottino sottratto a Sanniti e Lucani aveva non solo arricchito l’armata, ma anche restituito il tributum. [3] Una glossa di Festo ci riferisce che quell’anno una legge o plebiscito diminuì il librario (misura dei liquidi), e quindi probabilmente la libbra, da 480 a 288 scrupoli: potrebbe trattarsi di un ultimo tentativo di mantenere l’aggancio tra libbra e asse, malgrado le progressive svalutazioni di quest’ultimo. [4] Tramandatoci dall’iscrizione ILLRP 319, di età imperiale.
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  40. Altro esemplare del bronzo di Massimino I con il giudizio di Paride (da Wildwinds). Cilicia, Tarsos. Maximinus I. 235-238 AD. AE, Bronze 36mm. "Judgement of Paris". SNG Levante -; SNG Paris -; BMC Cilicia pg. 205, 223. VF, dark brown patina. Extremely Rare. $1,250.00. Item # 62823. Currently 750 USD; First Bid 750 USD - Time Left 11 hours, 23 mins + Location Mon, 04 Jun, 2001. Seller: CNG on ebay Cilicia, Tarsos. Maximinus I. 235-238 AD. Æ 36mm (18.38 gm). "Judgement of Paris." AUT K G IOU OUH MAXIMEINOC, P-P, radiate draped bust right / TARCOU [MHTROP] AMK [G B], Paris seated on rock, holding apple and lagobolon, before him Athena, holding spear and shield, Hera enthroned, and nude Aphrodite. SNG Levante -; SNG Paris -; BMC Cilicia pg. 205, 223. VF, dark brown patina, roughness and a couple reverse pits. Extremely Rare mythological type. Estimate $1250. Used by permission of CNG, www.historicalcoins.com
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  41. Perdonatemi il "salto in avanti" nel tempo, ma mi sembra giusto che l'abbandono di questo sistema iconografico fu avviato da Silla. In primo luogo egli adottò iconografie innovative, come nel denario con la doppia cornucopia: Ma soprattutto iniziò non solo ad alludere a fatti contemporanei, addirittura a rappresentare se stesso, sia pure (forse) solo sotto forma di statua: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G257/1
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  42. buongiorno, Cattaro ragazzi....Kotor sotto VENEZIA
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  43. Per me è un leone e non un cinghiale. Il problema è che la moneta molto consunta è anche ribattuta. Potrebbe essere anche questa di cui sotto allego foto.
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  44. Come ti hanno suggerito...Il pagani Prove e Progetti è un testo fondamentale, anche se ormai in certe parti è superato. Ti consiglio di reperire il mio volume su prove e progetti di casa Savoia. Lo trovi anche a poco prezzo ma ti posso assicurare che per la parte di casa Savoia può sostituire degnamente il Pagani. Lo stesso dicasi per prove e progetti della Repubblica Italiana, Napoleonidi e periodo risorgimentale, ma questi sono stati elencati in altri miei volumi. In più puoi trovarci passaggi d'asta, BIBLIOGRAFIA accurata e aggiornata. Anche Il volume del Montenegro per le prove di Casa Savoia è consigliabile..e costa anche questo molto poco. E suggerisco anche i volumi dell'Attardi. Consigliare nel 2020 solo il Pagani, che ripeto, è per me OPERA FONDAMENTALE, lo ritengo molto riduttivo. Cordialmente Domenico Luppino
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  45. Ogni moneta lo è fidati?...
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  46. anni fa... anni fa esisteva il convegno di Riccione...
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  47. Questi gettoni erano dati come salario ai lavoratori della piantagione che potevano usarli come moneta nelle strutture aziendali. Pagando i lavoratori in questo modo anziché in contanti, i datori di lavoro costringevano in pratica i dipendenti a spendere i loro soldi nei negozi aziendali rendendoli ancor più dipendenti dal padrone. Un’ulteriore forma di sfruttamento del lavoratore. Avevo già parlato di questi aspetti nelle discussioni https://www.lamoneta.it/topic/177453-gettoni-del-guatemala/#comments https://www.lamoneta.it/topic/178375-gettoni-della-costa-rica/
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