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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/25/20 in tutte le aree

  1. Quando riprendo questa discussione rimango sempre piacevolmente e positivamente colpito. Serie di cavalli particolari, ognuno un unicum con la sua storia alle spalle. Ammetto senza dispiacere di riconoscerne qualcuno che una volta apparteneva alla mia "scuderia" e che ora si trova presso chi di certo lo tratta meglio del sottoscritto. Mi sono sempre chiesto perché una monetina di rame, così piccola, e quasi insignificante rispetto a nominali coevi ed in metallo nobile, riesca a suscitare interesse nel collezionista. Magari perché è di facile reperimento o forse perché si tratta di una moneta mai noiosa, sempre ricca di differenze che appagano chi le raccoglie. Che ne pensate? Voglio mettere un po' di pepe con l'immagine di un cavallo di Ferdinando II d'Aragona che non si vede tutti i giorni da me attribuito alla zecca di Brindisi.
    5 punti
  2. Già nel 700 era d'uso fare stampi di monete originali che si trovavano in musei o presso collezioni private. Gli stampi poi erano replicabili e quindi si potevano moltiplicare e utilizzarli come meglio si credeva. Nel medagliere del museo archeologico di Napoli confluì la ricca collezione numismatica dei Farnese di Parma e queste monete furono mischiate a quelle già presenti nel museo e a quelle che confluirono dopo e per anni. Perchè scrivo tutto questo, perchè alcuni decenni fa, si venne a sapere che presso la Burton Constable Hall nell'East Yorkshire erano stati trovati i calchi delle monete della collezione Farnese, calchi che erano stati eseguiti da William Dugood che era stato alla corte della duchessa di Parma, qualcuno dice che forse era l'amante della duchessa. I discendenti di Dugood quando li hanno trovati hanno capito subito di che si trattava perchè sapevano del passato di William loro antenato e hanno segnalato la scoperta in Italia. Grazie alla dottoressa Cantilena e con l'aiuto di due laureandi dell'università di Salerno, hanno potuto individuare le monete dei Farnese con un riscontro incrociato di manoscritti, inventari antichi, pubblicazioni, documenti d'archivio e soprattutto grazie ai calchi che nel frattempo erano stati tutti fotografati. Di questo studio sono rimasti sicuramente le due tesi dei due giovani che ho la fortuna di possedere.
    4 punti
  3. Si conoscono abbastanza cavalli di Ferdinando II ma sono quasi tutti ribattuti su Carlo VIII e magari con i coni di Ferdinando I, ma questo con il ritratto di Ferdinando II non lascia adito a nessun dubbio. Ritratto rinascimentale di un re giovanissimo con i capelli fluenti e di bello aspetto. Non dimentichiamoci che da poco tempo e precisamente da Ferdinando I si incominciò a ritrarre sulle monete il vero volto del re. Grazie a Davide per avercelo mostrato.
    3 punti
  4. Penso che, considerando anche il tuo intervento, più che confusione si esca con le idee più chiare tutti. Ben vengano discussioni come questa, dove si discute su contenuti e si espongono le proprie idee o perplessità, senza nulla togliere al lavoro egregiamente svolto da chi studia con costanza e passione.
    3 punti
  5. 1941 Belgio (occupato) 1941 5 Franchi in zinco
    3 punti
  6. Salve a tutti, posso dire che ci sono ancora esemplari inediti !!!! ........ sono riportati sul volume sugli aragonesi che uscirà a breve
    2 punti
  7. @dareios it e @MarcoAu grazie, non conoscevo la paradossale situazione delle riproduzioni museali e sebbene sconcertato, sono molto soddisfatto per avere avuto la spiegazione di un fatto che mi sembrava inspiegabile e per il quale non speravo di avere poi una risposta. E a maggior ragione sono lieto per avere appreso di una prassi antica che ignoravo del tutto. La risposta ovviamente sarà stampata e conservata. Vi saluto
    2 punti
  8. Buongiorno, rifacendomi a quanto detto da dareios it si tratta probabilmente di una riproduzione "museale". Quello che mi chiedo è perché non rechi la "R"("Le monete riprodotte recano tutte, su una faccia, il contrassegno punzonato R (Riproduzione) che le identifica come riproduzioni moderne" - Riportato dal sito di un noto riproduttore) o il nome del produttore, dato che così si presta all'utilizzo truffaldino.
    2 punti
  9. Risposta pagina 8. Messe a confronto non ci sono dubbi che si tratti di un falso o più precisamente PATACCA come scritto da @dux-sab La moneta originale è stupenda. @Hirpini. Più tardi completo la lettura dei tuoi interventi . Poi ti dirò. Grazie.
    2 punti
  10. È un "brutto" argomento, il dubbio della malizia in queste cose l'hanno in molti, ma parlarne non è facile... A parer mio non c'è nulla di male a porsi queste domande e farne una semplice discussione, come parlare al bar di una partita di calcio combinata, anzi, qualcuno potrebbe avere delle notizie in più... ma parlare di accordi sottobanco in caso di aste pubblicamente è diverso, si va nel penale, è turbativa d'asta! Per cui penso che rimangano dubbi ed opinioni personali e la gente se li tenga per se... La mia opinione è che se vuoi prendere una moneta e sei disposto a pagarla quello che viene chiesto ok, altrimenti passi e stai a guardare... attendendo la prossima, se arriva
    2 punti
  11. Buongiorno. Ovviamente bisognerebbe ragionare sulla base di simboli più dettagliati; la bassa conservazione non permette analisi approfondite e, di conseguenza, possiamo affermare tutto ed il contrario di tutto. In definitiva penso che il lavoro fatto in questi anni dal Magliocca sia notevole e il tentativo di questa discussione ne dimostra la complessità.
    2 punti
  12. Buongiorno, nel periodo Covid ho aggiunto anche questa in collezione...anche questa scovata in un altro continente, ora tornata a casuccia FEDINAN 1797...il dritto sempre deboluccio il rovescio è già meglio...ecco le foto: Saluti.
    2 punti
  13. Ciao Sergio, a me ancora manca in Collezione. Ho chiesto ad un mio Amico Collezionista di mandarmi le foto delle sue due piastre 1818 testa piccola Reimpressa. .... A chi due e a chi niente ?
    2 punti
  14. Giusto per tentare un minimo di approfondimento e motivare, al contempo, la possibilità che l’elica possa essere un simbolo da tenere in considerazione, aggiungo un passaggio tratto dal web che dimostra come nei primi dell’800 l’attenzione verso la propulsione a vapore ( elica ) fosse di notevole interesse sia in ambito commerciale che militare. In Europa si moltiplicarono gli sforzi per dotare le flotte, soprattutto mercantili, del rivoluzionario “vapore”. I più intraprendenti furono i Francesi e gli Inglesi, seguiti dal governo di Napoli che nell’agosto 1818 varò il vapore Ferdinando I, una nave lunga 40 metri, larga più di 6, con una portata di 243 tonnellate. La macchina aveva una potenza effettiva di 50 Hp, pesava 50 tonnellate e raggiungeva i 4,5 nodi. Il Ferdinando I partì da Napoli il 27 settembre 1818 per Livorno, Genova, Marsiglia: fu la prima navigazione a vapore italiana. La Marina Borbonica, in quel periodo la terza in Europa, nel 1848 disponeva di 22 navi a vapore. In Italia, la prima Marina militare ad avere navi a vapore fu quella napoletana che nel 1843 acquistò dalla Gran Bretagna i primi piroscafi, mentre tra il 1841 e il 1846 furono costruiti nel cantiere di Castellamare di Stabia le pirofregate da 6 cannoni e 300 Hp Archimede, Ercole, Carlo III, Sannita. Dai cantieri britannici furono acquistate le similari Ruggero, Tancredi, Guiscardo, Roberto, Stromboli e gli avvisi Maria Teresa, Peloro, Lilibeo; dalla Francia gli avvisi Palinuro e Miseno. http://www.storiain.net/storia/quando-il-vapore-solcava-i-mari/
    2 punti
  15. Buonasera, questa moneta è illeggibile al diritto, per cui mi sembra difficile da attribuire (Valente, Valentiniano I, Graziano, Teodosio I, Valentiniano II, Arcadio ?) Al rovescio sembra rappresentata la scena di una GLORIA ROMANORVM: l'imperatore in tenuta militare avanza a destra, la testa volta all'indietro, nella mano sinistra regge il labarum, con la destra trascina a sé un prigioniero tenendolo per i capelli. Nel camp a ds. potrebbe vedersi una lettera (C ?) o forse un cristogramma. All'esergo credo che non sia leggibile il segno di zecca. Mi riservo di approfondire appena avrò il tempo necessario. Intanto aspetto che intervengano i più esperti. Saluti
    2 punti
  16. PREMESSA Pedroni ritiene che le prime iconografie valessero a identificare l’origine della ricchezza monetata, tenuto conto che le prime monete romane nacquero per redistruibuire la preda bellica secondo due canali differenti: - i fusi, a cura dei censori (in anni censorî, quindi), per restituire ai cittadini almeno in parte il tributum; - le monete coniate, a cura dai comandanti militari, per gratificare le truppe. Probabilmente le zecche erano vicino ai luoghi ove era stato reperito bottino (ma quello di Taranto fu monetato ad Alessandria per Cr. 21/1). Per penetrare mercati allogeni fu adottata la metrologia magno-greca e tipologie “ibride”, con tipi “romani” su una faccia e “locali” (spesso, il fondatore mitico della città debellata) sull’altra. Nel 269 fu attivata la zecca urbana (Zonara collega l’evento con l’afflusso di ingenti ricchezze, che un passo di Dionigi di Alicarnasso permette di identificare nel bottino di Reggio); nell’occasione la legenda cambiò da ROMANO a ROMA (a decorrere da Cr. 25/1) e furono restituiti alcuni tipi tradizionali, sui quali la funzione identificativa fu assolta da un simbolo (falcetto, clava, ghianda). Da quella data il tributum fu restituito anche con l’argento. Tanto premesso, la cronologia deve essere compatibile con tre considerazioni: - le tradizioni storiche datano l’argentum signatum del populus Romanus al 275 (Plinio 42), il primo nummus argenteus di Roma al 272 (fonti derivate da Eusebio di Cesarea) e l’argentum signatum al 269 (Plinio 44, Livio e Zonara); - le riduzioni ponderali del bronzo non potevano non cadere in anni censorî (perché le svalutazioni comportavano ineluttabilmente la revisione delle liste di censori); - lo standard della didracma varia da 6,5 scrupoli (Cr. 13/1) a 5,75 (Cr. 22/1) e infine 6 (Cr. 25/1). L'AES GRAVE E LA MONETAZIONE ROMANO-CAMPANA Per Cr. 1/1 la data proposta da Mommsen e Sambon (338) appare preferibile: la moneta sarebbe stata emessa da Campani che avevano appena ricevuto la civitas, probabilmente sine suffragio, per commerciare con Neapolis. Nel medesimo contesto si inserirebbe il lingotto Cr. 3/1. Nel 289, con l’istituzione dei tresviri monetales, furono emesse le prime serie fuse su standard di 300 scrupoli. Che tale fosse lo standard romano dell’epoca è confermato dalla sua riproposizione nelle serie fuse delle colonie di Luceria (fatta colonia nel 313) e Venusia (dedotta nel 291), seppur frazionate su base decimale[1]. La prima in assoluto potrebbe essere stata Cr. 19, perché la raffigurazione di Castore sull’asse (che ricorda la battaglia del Lago Regillo) e del Tevere sul semisse potrebbero alludere alla conquista, nel 290, dell’Alta Sabina, dalle cui ricchezze quindi potrebbe derivare il metallo monetato. Cr. 18 sarebbe successiva al 289 e precedente al 275. Si potrebbe datarla al 277, quando fu presa Crotonem, cui i tipi apollinei potrebbero alludere, ma non fu anno censorio. Appare allora più probabile il 282, quando i consoli C. Fabrizio Luscino[2] e Q. Emilio Papo sconfissero, rispettivamente, città sannite e lucane e i Galli Boi, anche se risulta arduo individuare una connessione con i tipi delle monete. La didracma Cr. 13/1, con standard di 6,5 scrupoli viene datata al 275 e attribuita alla zecca di Metaponto. È coniata sul piede campano di circa 7,30 g per renderla accettabile al mercato, benché forse fosse già in vigore quello magno-greco ribassato di 6,6 g. Contemporaneamente furono emesse la litra argentea Cr. 13/2 (0,65 scrupoli) e la mezza litra enea Cr. 17/1 (4,5 scrupoli); di quest’ultima esiste un riconiatura su moneta siracusana databile al 280, nonché l’identità stilistica con i bronzi (HN Italy 210-211) di Cosa, colonia dedotta nel 273, per la quale è plausibile che la colonia abbia copiato l’emissione della metropoli, precedente di due anni, in segno di devozione politica. Contemporaneamente, nel 275, fu emessa la serie fusa Cr. 14, con standard di 288 scrupoli[3]. I tipi adottati, Giano e Mercurio, sono gli dei tutelari dei patti e del commercio, riferimento coerente a una tematica nazionale; potrebbe significare che per questi bronzi fu monetato il metallo dell’Erario. È probabile che in quest’epoca fosse fissata una parità metallica (con rapporto 1:132) per cui la didracma (da 6,5 scupoli, suddivisa in 10 litre argentee) valeva 3 assi oppure 96 litre enee (forse corrispondenti a 480 chalkoi); da ciò deriverebbe la riduzione dello standard da 300 a 288 scrupoli. È significativo che i nominali più bassi pesino, in proporzione, di più dell’asse: forse la riduzione non fu applicata ad essi per non svantaggiare i ceti meno abbienti e i commerci più minuti. Per la didracma Cr. 15/1, con standard di 6,4 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene proposta la data del 274 e la zecca di Arpi (anticamente Argo Ippio), forse evocata dal tipo del R/, che peraltro emise argenti proprî di peso medio analogo (6,92 g secondo Thomsen). Si collocherebbe in serie con la litra in bronzo, Cr. 2/1. Contemporaneamente fu emessa la litra enea Cr. 2/1. La didracma Cr. 20/1, con standard di 6,25 scrupoli (pari a 6,5 ribassati), viene datata al 273 supponendosi che fossero monetarî Q. Ogulnio Gallo e N. Fabio Pittore, componenti (forse proprio per la carica rivestita) dell’ambasceria ad Alessandria, e abbiano commemorato la statua della lupa collocata nel 296 dai fratelli Q. e Cn. Ogulnio e il dio ritenuto antenato dei Fabii. Viene attribuita alla zecca di Eraclea, richiamata dal tipo del D/ (Cicerone accenna a un trattato tra le due città, che potrebbe datarsi proprio al 273). Fu anche emessa la litra enea Cr. 16/1. Nel 273/272 non furono emesse monete fuse, per cui probabilmente il cambio teorico rimase fissato nel rapporto di 1:3 con l’asse Cr. 14/1. La didracma Cr. 22/1, con standard di 5,75 scrupoli (pari a 6 ribassati) presenta peculiarità stilistiche e marchi di controllo mai più presentatisi sulle monete di Roma, ma affini a quelli in uso alla zecca di Alessandria, cui pertanto viene attribuita. Peraltro, il piede tolematico era compatibile col peso di queste monete. Mattingly ha proposto la data del 273, in occasione dell’ambasceria romana a Tolomeo Filadelfo, ma è più probabile il 272 (data per questo tramandata da Eusebio di Cesarea), dopo la presa di Taranto (probabilmente ricordata dal tipo al R/) che averebbe fornito il metallo da monetare. L’aggio elevato (0,25 scrupoli) si spiegherebbe con le spese di trasporto per e dall’Egitto. Contemporaneamente fu emessa la doppia litra enea Cr. 23/1 e probabilmente la serie fusa Cr. 21, che presenta la medesima, peculiare raffigurazione della dea Roma. Il peso medio dell’asse, 240 scrupoli, malgrado fosse in vigore uno standard di 252 scrupoli (meglio che 250 scrupoli, valore riconosciuto dagli studiosi per quest’epoca) si spiegherebbe per mantenere il rapporto di cambio 1:3 pur adottando la parità di 1:126, affine a quella tolemaica di 1:125. Alla zecca di Roma e, quindi, alla data del 269 va attribuita la serie Cr. 25, la prima a legenda Roma, comprendente tanto la didracma (su standard di 6 scrupoli) che i fusi (su standard di 252 scrupoli). Fu probabilmente coniata monetando il bottino di Reggio (cui il falcetto alluderebbe, essendo stata Reggio fondata da coloni di Messina-Zancle). È significativo che vengano riproposti i tipi della prima didracma (Cr. 13/1) e dell’asse Cr. 14/1, a conferma che anch’essi erano contemporanei. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 25/3. Sempre nel 269, a fini commemorativi, le zecche esterne all’Urbe emisero, sempre sullo standard di 252 scrupoli, l’asse Cr. 37/1. Nella serie Cr. 26 il simbolo è presente esclusivamente sui fusi: potrebbe dedursene che argento e bronzo avessero provenienze diverse. Il simbolo (ghianda, connessa con il culto di marte) rimanda alla liberazione di Messana (264/263), sottratta appunto ai Mamertini. Lo standard del bronzo è ancora di 252 scrupoli. La serie comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 26/3. Tra il 263 e il 258 lo standard del bronzo fu abbassato a 240 scrupoli, presente nelle emissioni Cr. 24, 27, 35 (con significativi ribassi) e 36 (con ribassi ancora più sensibili). Nel 258, quando era censore C. Duilio, fu emessa la serie fusa della prora (Cr. 35) per commemorare il primo trionfo navale, da lui stesso conseguito nel 260 dopo la vittoria di Mylae: tipi innovativi per un evento unico. Giano richiama il tempio che egli fece erigere nel Foro Olitorio. Sappiamo peraltro dal suo elogio funebre[4] che “praedad popolom (donavet)”, verosimilmente quindi proprio con questi bronzi. La serie Cr. 27 presenta una clava e, quindi, rinvia alla conquista di una città chiamata Eraclea: forse Drepanon (nella Sicilia occidentale), conquistata nel 242, supponendo che possa essere la prima “Eraclea” fondata da Dorieo di cui parla Diodoro Siculo (IV, 23, 3). La serie va allora datata al 242/241 e comprende anche una mezza quartoncia, Cr. 27/2, e due monete di taglio anomalo (forse 1/40 e 1/80 di asse), Cr. 27/3 e 27/4, probabilmente emesse per supplire all’esigenza di numerario in terre sottratte ai Punici (fra cui Lilibeo ed Erice). La serie con la ruota (Cr. 24) presenta una struttura analoga, con un tipo innovativo e fisso al retro. Potrebbe riferirsi all’inaugurazione della strada militare Agrigento-Palermo, che un miliario rinvenuto nel 1958 attribuisce a C. Aurelio Cotta. Questi fu console nel 252 e nel 248; nella prima occasione (anno censorio) celebrò un trionfo de Poenis et Siculeis dopo aver conquistato Lipara e Thermae e forse avviato la realizzazione della strada. Notevole l’emissione straordinaria del tressis (Cr. 24/1), a indicare che era ancora in essere il cambio 1:3; si tratterebbe pertanto di una “didracma di bronzo”. A questa serie va probabilmente collegato il piccolo bronzo di taglio anomalo Cr. 26/4, che ne riprende l’iconografia sia al dritto che al retro; forse si trattava di un terzo di quartoncia (peso teorico 1,66 scrupoli, peso medio degli esemplari censiti 1,46 scrupoli). __________________ [1] Pedroni osserva che furono tuttavia emesse monete su standard di 336 scrupoli e suddivisione decimale, con legende in lettere latine, da Hatria (colonia dedotta nel 289) e dai Vestini (alleatisi con Roma nel 301), nonché - senza legenda - da Ariminum; quest’ultima serie deve essere precedente alla costituzione in colonia (datata al 268) perché una semioncia è stata rinvenuta in strati relativi alle mura della colonia stessa (come riferito da Balbi de Caro). Lo studioso ne deduce che nel medesimo periodo (inizî III secolo) Roma spingeva le colonie apule a monetare con il proprio standard per occupare un mercato ove i fusi non erano ancora presenti, quella adriatica e gli alleati Vestini con lo standard gallico (autonomamente in uso ad Ariminum) per indebolire l’economia gallica in vista dello scontro decisivo (al lago Vadimone nel 284/283). [2] Secondo Dionigi di Alicarnasso, egli si vantò con gli ambasciatori di Pirro che da console (nel 282) con il bottino sottratto a Sanniti e Lucani aveva non solo arricchito l’armata, ma anche restituito il tributum. [3] Una glossa di Festo ci riferisce che quell’anno una legge o plebiscito diminuì il librario (misura dei liquidi), e quindi probabilmente la libbra, da 480 a 288 scrupoli: potrebbe trattarsi di un ultimo tentativo di mantenere l’aggancio tra libbra e asse, malgrado le progressive svalutazioni di quest’ultimo. [4] Tramandatoci dall’iscrizione ILLRP 319, di età imperiale.
    2 punti
  17. 10% addebitato su costo 240 più spedizione.
    1 punto
  18. @Chiappara Fabio la tua moneta e' davvero bella. Buona notte da Stilicho
    1 punto
  19. Mi sembra di capire che tutti concordate per il fiore a 5 petali coniato male... Però vorrei meglio apprendere il significato di "coniato male"... Per me sarebbe definibile così se il fiore fosse evanescente, se mancasse di uno o più petali e via discorrendo, mentre a me sembra qualcosa di diverso, e come già anticipato, più simile alla rotella a 5 raggi che ad un fiore a 5 petali, è chiaro che non ho la pretesa che la mia idea venga condivisa dai più ma ritenerlo semplicemente un "fiore coniato male" mi sembra alquanto riduttivo... La moneta non è in conservazione eccelsa e le foto non aiutano per niente ma la testa del Re presenta la maggior parte dei capelli in zona centrale e delle gemme della corona quindi non si può nemmeno parlare di forte usura... Comunque ringrazio tutti per il vostro parere e per il tempo dedicatomi...
    1 punto
  20. Buongiorno, piacevole esemplare impreziosito da alcune concrezioni malachitiche (che io no toccherei... a mio parere conferiscono alla moneta un aspetto "rustico" da "moneta da hoard"). Classificazione corretta. Si espande la serie FTR... Illyricum
    1 punto
  21. DE GREGE EPICURI Molto ma molto bella. Anche qui c'è una lettera nel campo: una Γ, solo al rovescio, che propone il tema delle successive svalutazioni, di cui abbiamo discusso più volte. Inoltre, c'è un bel cristogramma sul labaro. Complimenti.
    1 punto
  22. Non li kompro per fare affari, a me piacciono, sono bellissime, cene sono a ke di probo, gordiano,
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  23. Lhai pulito bene, e venuto lucido ??????
    1 punto
  24. Un esemplare falso (grammi 9.48) in bronzo
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  25. @pizzamargherita grazie anche per questa precisazione, le monete che ho considerato al mio post #8 erano due ma anche quelle di Wildwinds erano due, perciò si è creata un po' di confusione. Ho cercato di rimediare riducendo l'annotazione in inglese, ma ho visto che la situazione restava non del tutto chiara. Quindi hai fatto benissimo a fugare il dubbio, con poche parole. Un saluto a te, un abbraccio al Sergente!
    1 punto
  26. @Hirpini Ho aperto wildwinds. Ti ringrazio per la corretta indentificazione. Che bella pulizia hai fatto alle fotografie! La differenza nei dettagli tra l'originale e il falso sono ancora più evidenti. Certo che l'immediata risposta di @dux-sab è stato come un colpo di maglio. Incontrovertibile, disintegrante. Frase in inglese posta da @Hirpini tradotta: ...questa moneta è stata autentificata da un membro dello staff numismatico della Banca Leu di Zurigo, nel 1980 circa. Da oltre 40 anni appartiene alla famiglia di un famoso esperto (collezionista) internazionale di oggetti antichi. L'intervento di @dareios it sulle riproduzioni degli stampi originali e la produzione di copie (poche) di monete ad uso espositivo in musei e per collezionisti (facoltosi) spalanca una finestra su queste importanti riproduzioni. È mia personale opinione che tutto il processo di lavoro fosse accompagnato da uno scritto certificante, in numero di pezzi prodotti e destinazione. Per la punzonatura della R (riproduzione) citata da @MarcoAu penso proprio che, nel 700, in certi ambianti, non venisse presa in considerazione. Per completare, manca quello che tutti noi chiediamo: che @alberto119 completi la sua richiesta di identificazione indicandoci la provenienza della moneta chiudendo con un benefico saluto di soddisfazione dei lamonetiani intervenuti in questa interessante discussione. Ho raggruppato in un unico intervento le ultime discussioni. Spero senza proppi strafalcioni. Un saluto cordiale da PizzaMargherita.
    1 punto
  27. Non scoraggiarti. Non costano tantissimo. Prendendone 2/3 alla volta, ci vorrà qualche anno, riesci a completare e la spesa non è eccessiva perchè la spalmi su un lungo periodo. Poi è anche vero che ci sono altre priorietà prima delle monete.
    1 punto
  28. Ciao Palpi : penso anch'io alla prima ipotesi che hai avanzata : il materiale di Pistrucci si trovava in Italia presso la Zecca, e anche questa immagine del bambino non mi pare tipica degli anni '30, o poco prima. Saluti.
    1 punto
  29. Allego foto in risoluzione migliore, scusate ma non sono pratico. Intanto molte grazie per le informazioni!
    1 punto
  30. Buongiorno...dico la mia...il simbolo sembra una rotella a 5 punte (per definirlo come nel Magliocca), una cosa però può farmi pensare che sia semplicemente un fiore impresso male, cioè il fatto che abbia (almeno dalle foto in dettaglio) la medesima inclinazione del fiore appunto...
    1 punto
  31. la foto del lato della Croce è piuttosto sfuocata e non ne permette un' analisi dettagliata , a me pare un denaro "tradizionale" con due interpunzioni, dovrebbe corrispondere al IV.a
    1 punto
  32. @pizzamargherita, pensa che a sinistra della testa di Apollo, sopra l'arco, c'è addirittura il nome dell'artista, XOIΡIΩN, che circa 2500 anni fa incise il tetradramma ! Ecco perché la monetina merita di essere falsificata, forse vale più che qualcosina (mi auguro di non avere detto troppe sciocchezze fin qui) ?
    1 punto
  33. Buon giorno a tutti. A caravelle82 grazie per l'apprezzamento. Poichè la mia moneta non è meravigliosa come quella di ilnumismatico pensavo di sostituirla e che le immagini , di quella in asta (vista l'attribuzione fdc) , fossero brutte e la moneta invece bella. Evidentemente così non è visto che in diversi abbiamo avuto la stessa impressione. Di nuovo a tutti un ringraziamento. Cordiali saluti.Gabriella.
    1 punto
  34. Buonasera a tutti, non si vive di sole reimpresse e di grandi moduli, ho sentito parlare di piccoline..? Posto il mio Carlino Ferdinando II 1851 Magliocca 649 Saluti Alberto
    1 punto
  35. Mi associo a quanto scritto da Stefano, voglio comunque ribadire, proprio per stabilire il loro valore, l'importanza di conoscere i tagli degli Assegnati . Come saprai, quelli da 10 Paoli sono i più comuni, cosa diversa per quanto riguarda quelli da 2 e da 2 Paoli e mezzo, i quali, vista la loro rarità (R2) hanno tutt'altri valori di mercato. Ti allego una tabella sulle tirature da me "rubacchiata" dal sito di @Orodicarta che spero mi perdoni. Firme e tiratura degli assegnati: Denominazione Firma Tiratura 3 baiocchi Giuseppe Brancadori pz. 224.000 5 baiocchi Domenico Ballanti pz. 224.000 10 baiocchi Barili pz. 245.600 1 ½ Paoli Francesco Laudoni pz. 266.000 2 Paoli L. Fontana pz. 28.000 2 ½ Paoli Broggi pz. 28.000 7 Paoli Gio. Gherardo De Rossi pz. 226.000 8 Paoli Ag.o Dolcibene pz. 198.000 9 Paoli Pio Persiani pz. 226.000 10 Paoli Lodovico Galli timbro triangolare pz. 928.900 timbro circolare timbro quadrato timbro romboidale Visto che sei un appassionato delle antiche banche, sempre dal sito di Orodicarta, ti invito a leggere l'interessante articolo, che allego, sugli Assegnati. https://www.orodicarta.it/curiosita/assegnatirepromana.html Lo stesso discorso vale per il biglietto del Monte di Pietà, anche in questo caso ci sono tagli con rarità che va da NC a R4. Saluti.
    1 punto
  36. 1 punto
  37. Anche a me non convince e la Finlandia é tra le mie favorite come originalità ed estetica, questa così così.
    1 punto
  38. Grazie mille, Eliodoro, dei tuoi commenti: si tratta di una monetazione che non ho mai approfondito ma che tanti anni fa mi aveva incuriosito per la particolarità dei piccoli ritratti.
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  39. Si, la posizione del cavallo è "in appiombo" (posizione che comunque non assumerebbe da solo, legato ad un tronco). Il cavallo è "bello da vedere" in questa medaglia, ma se lo osserviamo come si osserva un cavallo in appiombo, valutando l'armonia delle forme e la regolarità delle proporzioni, questo cavallo non risulta molto armonico nell'insieme. Ha una struttura da mesomorfo, ma un collo largo e robusto. Strano il profilo concavo della testa. Non mi fa venire in mente nessuna razza italiana o altra razza usata per immissione di sangue in Italia nel ventennio. Escluderei quindi che si tratti della raffigurazione ( che in questo caso avrebbe dovuto essere magistralmente ben eseguita) di uno stallone usato per "rimonta e selezione" come suggerito.
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  40. In pratica ha sostituito questo: all'asta Nomisma 16 live scorsa, lotto 418; questo ha realizzato ben 340 euro + diritti. E' il più bello (dei pochi), che ho mai visto. Complimentoni all'acquirente, anche qui.
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  41. Sempre in tema di propaganda turistica, oggi mostro due Schede la seconda delle quali è un esercizio di "fantanaturalismo" che forse non sarà facile realizzare. La prima riguarda le celebri Grotte di Frasassi, la seconda è un progetto più fantastico che avvenistico e riguarda l'ideazione di un grande parco napoletano, comprendente anche l'inserimento di un lago solcabile da barche, in un contesto dove invece per anni si è manifestata la speculazione edilizia.
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  42. Plates are not really useful anyway as there are just very little stylistic variations within the groups. The lack of plates does not affect the understanding of the study.
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  43. Come faccio a non segnalare anche questa moneta: Tornese di Filippo IV, battuto sotto la direzione del Cavo, sigle MC, datazione 16 - 21, al rovescio tra la cornucopia (emblema assoluto dei Tornesi coniati sotto il dominio spagnolo). E’ il primo tornese di Filippo IV di Spagna approntato quando fu pronto il conio con la sua effige e perentoriamente sostituì la coniazione dei Tornesi con l’Ara, del padre Filippo III; questi ultimi vennero battuti nel primo periodo della produzione delle monete di Filippo IV e cioè tra il 1 aprile del 1621 e il 14 luglio 1621 (circa 3 mesi) e anche quest’ultimi sono abbastanza rari. Il conio con la testa, avendo impresse (chiaramente) le sigle del Cavo, possiamo affermare che venne battuto proprio dal momento della sua rilevazione della carica da mastro di zecca, in pratica a partire dal 14 luglio 1621. Moneta estremamente rara, è il primo esemplare che compare alla vendita pubblica, anche qui complimenti all’acquirente. Asta Tintinna di ieri, lotto 462, aggiudicato ad euro 310,00 + diritti 15%. Oramai le rarità delle monete del vicereame stanno volando !!
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  44. Per me è un leone e non un cinghiale. Il problema è che la moneta molto consunta è anche ribattuta. Potrebbe essere anche questa di cui sotto allego foto.
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  45. Sono stati proprio quei modi maldestri di tagliere/rifilare i Tondelli nel periodo 1636-37 a creare quello che oggi osserviamo su gran parte delle monete di quel periodo: cioè la non identificabilità della data posta sotto i busti delle monete. La forma quadrata assunta con la punta verso il basso (se posizioniamo la testa in verticale), ha determinato la non impressione della data.
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  46. Suberato: no. Incrostazioni: possibile. Ossidazione dell'argento: probabile. La grande maggioranza delle diagnosi basate sulle fotografie (che possono mostrare tutto e il contrario di tutto) si concludono con la frase: "Però bisogna vedere la moneta dal vivo per dare una risposta definitiva". Quindi...
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  47. Posto una fotografia migliore della moneta
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  48. Schulman b. v. AUCTION 363, LOT 1586, 13 Jun 2020 Starting price: 80 EUR Estimate: 100 EUR Lot 1586. ONDERNEMINGSGELD / Plantation tokens - 50 Cents z.j, LABUK PLANTING COMPANY LTD. (N-BORNEO), Brits Noord-Borneo Waardeaanduiding binnen geparelde binnencirkel. In omschrift ✶ THE LABUK PLANTING COMPANY LIMITED. Kz. Chinese karakters. Roodkoper. KB op keerzijde.LaWe 683a; Pridm. 45; Scho. –; LaBe – .RRR Zeer fraai +.
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