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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/20/20 in tutte le aree
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Buonasera a tutti. Filippo II 2 Cavalli del primo tipo. D/ testa nuda volta a destra, in basso fiore, intorno PHILIPP ARAGON VTR (senza punteggiatura) Dietro la testa monogramma IBR Giovan Battista Ravaschiero. Il tutto entro cerchio perlinato. R/ Corona Reale con tre globetti, intorno SICIL. ET HIERVSAL chiusa da una croce potenziata, il tutto entro un cerchio perlinato. Peso grammi 2,73 La moneta è tutta leggibile e in alta conservazione per la tipologia. Un caro saluto, Rocco.6 punti
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Passato come un fulmine sul noto sito, un paio di giorni trascorsi, il tanto atteso 2 Cavalli di Filippo IV di Spagna; era da anni che mi chiedevo come mai, nella monetazione di Michele Cavo, del periodo, mancasse il conio del nominale da Due Cavalli. Quando misi su carta, nel lavoro sulla monetazione di Napoli degli 1616-1623, tutta la serie delle monete battute dal Cavo, mi saltò all’occhio questa mancanza, ma speravo che il tassello mancante, prima o poi, venisse fuori. Eccolo arrivato: confermo quello che poi si dice, Napoli ha sempre qualcosa ancora da rivelare. Chissà se gli studiosi del passato, compreso il Re Vittorio Emanuele, l’abbiano sempre cercato….e mai trovato. Taglio assolutamente Inedito.5 punti
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5 punti
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Ciao Rocco @Rocco68 complimenti è un vero piacere quando condividi le tue monete perchè sono sempre eccellenti ed interessanti. Complimenti anche a @andreademariper le monete postate. Quindi questo millesimo - 1798 - è una vera miniera di "varianti". La rigatura della corona può essere "sinistrorsa" , "destrorsa" o mancare. Lo Scudo nella parte superiore varia notevolmente ( aperto, chiuso, chiuso con appendice ). La variante "maggiore" con 9 torrette è descritta dal Magliocca a pag. 185 senza valutazione. Bisognerebbe chiedere un parere a @Rex Neapper sapere la valutazione. La moneta che ho in collezione (periziata) presenta un'imperfezione sul bordo ( il perito non ha scritto niente ? ) una mancanza di conio ad ore 1 - 2. Ho pensato alla rimozione di un appiccagnolo, ma non mi sembra tale, sia per la posizione, sia perchè sarebbe stato riparato. Potrebbe essere un saggio per scoprire se la moneta aveva una lega d'argento in regola ? Oppure è semplicemente una mancanza del conio? Inoltre nel settore dei 10 gigli del Reame quelli inferiori sembrano "malformati". Posto le immagini e mi farebbe piacere sapere le vostre opinioni. Ciao Beppe4 punti
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Ciao a tutti, Stupende piastre! Ecco le mie 98 con 9 torrette, differiscono tra loro per il verso della rigatura del sotto Corona e per la chiusura dell'arco. Una ha patito l'usura più sui riccioli, l'altra più sui festoni. Sarei curioso di poterle attribuire un grado di rarità.4 punti
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Devo dire che ci sono rimasto male ?, pensavo a qualche tesi suggestiva e invece....3 punti
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Buonasera a tutti, riporto su questa bellissima discussione postando un falso d'epoca della piastra del 1858, a mio avviso il falsario è riuscito a ottenere un ottimo risultato , unica mancanza sono le due aquilette nell'arme degli Aragona.3 punti
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Scusa se sollevo dei dubbi, ma qualcosa non mi convince. Guardo al segno di zecca e sembra abbiano ricavato la "T" da una "M" di cui si vedono ancora i tratti verticali (sempre che non sia un artefatto fotografico). Per nascondere la manomissione potrebbero aver danneggiato volontariamente tutta la superficie ...3 punti
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Buongiorno a tutti, recentemente ho preso degli altri Cavallini, purtroppo non riesco a salire con la qualità di conservazione e devo dire che anche le foto sono disastrose.. ? Tutto sommato li trovo comunque interessanti, studiabili e piacevoli da tenere in collezione. Voi cosa ne pensate? Saluti Alberto3 punti
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Mi piace vedere la storia come una continua lotta fra classi sociali, e la presa di potere di Massimino Il Trace segna il vero inizio per Roma dell'Anarchia Militare, inoltre sono un appassionato dello scontro fra Massimino, Balbino e Pupieno che andrà a culminare nella figura di Gordiano III. Credo poi che l'incendio di Roma di quegli anni debba essere più artisticamente rappresentato, perché ricco di intrighi affascinanti. E poi non so, questo omone così enorme, crudele, poco istruito, ma così influente credo eserciti su di me un certo potere primitivo. Grazie mille!3 punti
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Tutti i paesi che producevano schede ad argomento militare di solito ci mettevano sopra immagini di soldati, armamenti, stemmi o luoghi simbolici, ma lo facevano con una certa discrezione, nel senso che le schede avevano quasi sempre una grafica da manifesti di promozione. Un'eccezione è il Giappone, che non si è mai fatto problemi a mostrare l'aspetto "nudo e crudo" delle sue forze armate, con prevalenza assoluta di sistemi d'arma a volte mostrati anche in azione durante le esercitazioni. Eccone qualche esempio: Carri armati Type 61 e Type 90, di produzione locale. Formazione di caccia F-15 ed elicotteri da combattimento AH-1 Un vecchio cacciatorpediniere classe Haruna e una LST (categoria di nave da assalto anfibio) classe Ohsumi.3 punti
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Apro questa discussione per parlare di un aspetto ben noto agli estimatori del periodo ma che al tempo stesso, per chi inizia ad affacciarsi alla monetazione romana repubblicana, può rappresentare una sorta di barriera che non consente di inquadrare correttamente valenze e significati di innumerevoli iconografie tipiche del periodo. Possiamo iniziare dicendo che nella più nota monetazione imperiale l'iconografia è ovviamente allineata al periodo di emissione; tranne che per alcune eccezioni quali ad esempio le emissioni di restituzione, possiamo genericamente affermare che l'iconografia monetale imperiale racconta il tempo dell'imperatore che l'ha voluta. In ambito repubblicano invece, in riferimento al periodo di emissione, la moneta non racconta il presente. Inizierà a farlo poco a poco in fasi successive, prima sfruttando il passato e la tradizione, per poi giungere, in taluni casi, a quell'allineamento cronologico non velato tra periodo di emissione e diretto significato iconografico. Sostanzialmente la lettura di un denario repubblicano può rivelarsi a tratti maggiormente complessa ed è questo l'ostacolo più grande che parrebbe esserci nello studio delle iconografie del periodo, ma man mano che ci si addentra nella questione, l'ostacolo svanisce e si tramuta in fascino. Tempo fa su questo forum ci si interrogava sul perchè la monetazione repubblicana risultasse meno seguita e meno compresa rispetto a quella imperiale; a mio parere quello della piena comprensione delle iconografie, meno diretto e più ostico, è uno dei motivi per i quali il periodo della Repubblica parrebbe avere meno seguito, ma come vedremo basta poco per riuscire ad apprezzarlo in tutta la sua ricchezza. Veniamo ora ad un altro presupposto fondamentale, i denari repubblicani non sono tutti uguali, non vanno letti tutti nello stesso modo, ma vanno messi in stretta relazione sia al periodo di emissione che al monetale che li ha emessi. La cosa parrebbe ovvia, ma è bene soffermarsi un attimo su questo aspetto poiché le fasi del denario della Repubblica non devono esser viste come evoluzioni (o involuzioni) prettamente stilistiche e tipologiche, ma al contrario vanno inquadrate e comprese soprattutto a livello storico. Banalmente, se non so cosa stesse succendendo a Roma nel 78 a.C., se non sapessi genericamente i trascorsi della gens Cassia, se non conoscessi le vicissitudini di Spurio Cassio Vecellino, mai riuscirei a comprendere davvero il significato politico e sociale del bellissimo denario di Lucio Cassio Longino con Libero e Libera. Ma siamo nel periodo più complesso da inquadrare, un periodo di esplosione iconografica anche in termini di potenza dei messaggi rappresentati, un periodo che raccoglie l'eredità sillana anche a livello monetale, ma siamo prossimi al punto d'arrivo, prima di giungere e come vedremo anche di superare tale concezione dello strumento iconografico monetale, i passaggi saranno più d'uno. Dalla sua introduzione il denario mantiene congelato il tipo Roma/Dioscuri al galoppo fino ai primi anni del II secolo. Nel periodo 194-170 a.C. (RRC) o 196-173 a.C. (BMCRR) compare un nuovo tipo di rovescio, caratterizzato dalla personificazione della Luna in biga. Tralasciando in questa sede teorice che vedono nei simboli delle serie anonime Roma/Doscuri riferimenti familiari, è dai tipi con Luna in biga che parrebbero fare la loro prima comparsa i così detti “simboli parlanti”. Può essere un esempio il tipo RRC 141/1, con uccellino e legenda TOD http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/64 La legenda TOD associata al simbolo dell'uccello potrebbe riferirsi al todus e quindi al nome del monetario, Todus (purtroppo non noto in altre fonti). Discorso analogo per il tipo a legenda PVR e simbolo murex (RRC 187/1, 169-158 a.C.). http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G61/2 Gia' nella prima metà del II secolo i nomi tuttavia iniziano a diventare maggiormente comprensibili, i monogrammi lasciano il posto a sempre più chiare abbreviazioni del nome della gens ed inizia a farsi strada una tendenza che prenderà, nei decenni successivi, sempre più vigore ed incisività: la celebrazione dello posizione sociale della famiglia ed il riferimento a fatti storici o leggendari utili a decantare una gloriosa o mitica discendenza. Probabilmente il primo esempio di tale intenzionalità commemorativa ed autocelebrativa lo si può trovare nella serie enea di Lucius Mamilius (RRC 147), datata dal Crawford tra gli anni 189-180 a.C., ove sopra i tipi fissi della prora al rovescio compare una figura comunemente identificata con Ulisse. In tal modo il magistrato millanta una sua discendenza da Telegono, figlio di Circe ed Ulisse, fondatore di Tuscolo, città di provenienza del monetario. http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-G81 La conferma a tale interpretazione ci arriverà un secolo dopo, col bellissimo denario di Mamilius Limetanus dell'82 a.C., ove al rovescio appare Ulisse riconosciuto dal suo fedele cane Argo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G254/1 Dalla seconda metà del II secolo a.C. la rottura dei tipi fissi al rovescio diviene ormai la norma, bighe e quadrighe vengono guidate da varie figure divine o semidivine e il conduttore o gli animali trainanti non di rado vengono scelti per motivi che vanno al di là del gusto estetico. E' in questa fase che, ad esempio, l'elefante su scudo macendone o gli elefanti che trainano la quadriga di Giove altro non fanno che ricordare questa volta fatti prettamente storici, come la vittoria di Q. Cecilio Metello su Andrisco, figlio di Perseo, nel 148 a.C. o quella di L. Cecilio Metello su Asdrubale a Panormus nel 250 a.C. E' qui che inizia ad emerge nitidamente la funzione dello strumento icongrafico che caratterizzerà nei decenni successivi buona parte della produzione denariale repubblicana. Facendo nuovamente un raffronto con le produzioni imperiali, il Traiano di turno ad esempio vince in Dacia ed emette serie monetali che celebrano le sue vittorie contro Decebalo. In ambito repubblicano invece C. Metellus intorno al 125 a.C. emette un denario ove al rovescio vi è un chiaro riferimento al trionfo seguito alla vittoria di Panormus del console L. Cecilius Metellus, avvenuta più di un secolo prima. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G174/1 Poco prima, intorno al 127 a.C., fu M.Metello a celebrare questa volta una grande vittoria del padre, che valse a quest'ultimo il titolo di Macedonico. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G173/1 Va da sé che anche su emissioni anonime di poco precedenti elefante è sinonimo di Metelli http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G172/1 Questi non sono che piccoli esempi, ma che ben ci fanno capire lo scopo dell'iconografia monetale repubblicana posteriore alle fasi anonime: il monetale, attraverso le immagini impresse sulle sue produzioni, non comunica messaggi del tipo “io sono, io ho fatto”, ma invece, in piena attinenza con la struttura sociale gentilizia propria del periodo, comunica un messaggio del tipo “la mia famiglia è, la mia famiglia ha fatto”. C'è chi può annoverare antenati che hanno realmente contribuito a rendere grande Roma, c'è chi invece non è provvisto di tali ascendenze e fa un po' come Virgilio nell'Eneide, crea il proprio mito. Così fanno gli esponenti dei Mamilii, così fa Sex. Pompeius Fostlus intorno al 137 a.C. con un altro noto denario ove, per assonanza, parrebbe suggerirci una discendenza dal pastore che salvò Romolo e Remo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G109/1 Fino a qui e per buona parte degli anni successivi il denario repubblicano non è, come spesso si sente dire, uno strumento propagandistico, non è ancora uno “strumento individuale”. A mio parere la sola formula per descrivere correttamente le sue finalità iconografiche è la seguente: è un “monumentum gentilizio” (monumentum – che fa ricordare). Possiamo magari portare altri esempi di questa fase, per poi passare al periodo successivo.2 punti
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Quello che ti si voleva dire è che per leggere la risposta non è necessario connettersi al forum. Noi diamo la cosa per scontata perchè siamo ormai pezzi di arredamento di questo forum, ma chi si iscrive solo per avere una risposta su un determinato tondello, poi non ha la necessità di loggarsi per leggere le risposte. E non loggandosi non rimane alcuna traccia del fatto che si è letta la risposta ne tantomeno che si è tornati sul forum. Detto questo, credo che, molto più prosaicamente, questa utente si è semplicemente dimenticata della discussione. E onestamente parlando, non gliene faccio certo una colpa. La vita delle persone non deve certo necessariamente ruotare intorno a un forum di numismatica, e sono abbastanza sicuro che per buona parte degli utenti mordi e fuggi (o meteore che dir si voglia) quelli strani siamo noi, e non loro.2 punti
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Ti cito nuovamente perchè avevo inteso male, scusami. Non credo però che sia possibile questo, perchè la posizione del mdz deve necessariamente essere li (al posto giusto), se fosse spostata di "così tanto" (in alto o in basso) si noterebbe subito. A giudicare dalla foto la posizione della T è perfettamente in linea con la posizione del mdz della tipologia centesimo2 punti
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Mi sembra che una lira "briosa" non sia stata ancora rappresentata negli interventi precedenti. Ci provo...2 punti
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Citati da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, sono un gruppo dei Liguri che anticamente occupava parte del Piemonte sud-occidentale . La loro area, conquistata dai Romani attorno alla metà del II sec. A.C., diviene poi parte della regione IX-Liguria : in prossimità della loro antica capitale viene costruita, probabilmente al tempo di Augusto, la città di Augusta Bagiennorum, tra i centri più importanti dell'area con Alba Pompeia e Pollentia . Abbandonata, anche in seguito a distruzioni, verrà ricostruita verso il VI sec. a circa 2 km. di distanza con il nome di Bene ( poi Bene Vagienna, tuttora esistente), città che avrà una certa importanza per buona parte del Medioevo . E' conservata tra i reperti del locale museo la 'stele dei Bagienni' , una grande pietra fluviale rinvenuta nel 1883 nell'area : la pietra impiegata in epoca romana come segnacolo per la sepoltura di tale 'Domitia Tertia', per la presenza di segni incisi attorno alla scritta latina, è da alcuni ipotizzata come collegabile ad una precedente più antica cultura . Essendo la città di probabile fondazione del periodo augusteo, si può immaginare che vi abbiano circolato, ad esempio, monete della non distante zecca transalpina di Lugdunum .2 punti
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Ciao @.Pino. c'è una domanda che volevo farti da tempo : quanto spazio occupa la tua collezione di ritrovamenti? no perchè io ti immagino in una stanza stile zio paperone ?2 punti
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Buongiorno a tutti, posto foto quasi decenti, del mio 50 Cent. 1939 Vittorio Emanuele III Non trovate che L'Aquila sia veramente bella.? A cosa starà pensando, sembra pronta ad alzarsi in volo.. con l'ascia tra gli artigli, sembra guardarsi alle spalle prima di farlo.. ? Saluti Alberto2 punti
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Salve a tutti. Ho aggiunto nella mia collezione questa monetina di VAM III, 1780. Non avevo ancora questa data, e mi ha piaciuto per ché tutta la leggenda del dritto è leggibile. Buonasera. Alain.2 punti
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Salve Gianni e Silvio e grazie per le vostre gentili risposte. Sono sempre contento di potere aaggiungere nella mia collezione queste monetine "del popolo".Con la 1780, ho anche acquisto questa, da 1777, sempre di VAM III. Buono fine-settimana a voi. Alain.2 punti
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Passando attraverso le scuderie, ha anche perso qualche decina di migliaia di euro... tanto meglio per i collezionisti che sono poveri ma innamorati degli artisti2 punti
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Buonasera Amici. Ultimo acquisto per Ferdinando IV Piastra 1798 , variante con 9 torrette nello stemma del Portogallo, arco continuo e rigatura nel sotto Corona. FERDINAN. IV D. G. SICILIAR. ET HIE. REX P. Taglio : treccia in rilievo. Che ve ne pare?2 punti
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La leggenda del Volto Santo di Lucca e la "luminara" Scritto da Team LeonardoUno.net il 02 Settembre 2009. Il Volto Santo, è la statua-reliquario in legno, che dal 742, viene venerata a Lucca. Si trova nella navata sinistra della cattedrale di San Martino, dentro la cappella, che fu costruita da [[Matteo Civitali]] con marmo di Carrara nel 1484. Nel secolo XII, fu redatta una Relatio de revelatione sive inventione ac translatione sacratissimi vultus (Racconto della creazione, scoperta e traslazione del santissimo volto). Secondo l'antica leggenda di Leobino, il Volto Santo è stato scolpito da Nicodemo che, con Giusepped'Arimatea, depose Cristo nel sepolcro. Nicodemo, aiutato più dalla grazia divina che dall’arte sua, scolpì il busto del Volto Santo. La sera, si addormentò, lasciando da scolpire la testa; al suo risveglio, però, il crocifisso era stato completato dagli angeli durante la notte. Durante il periodo delle persecuzioni, Nicodemo ormai in punto di morte, affidò questa scultura a Isacaar, il quale la nascose nel sotterraneo di una grotta attigua alla casa di Seleucio per evitare che venisse danneggiato o rubato dai giudei. Di generazione in generazione il Volto Santo fu sempre oggetto di venerazione, fino a quando il Vescovo Gualfredo lo ritrovò all’interno della grotta e decise di porlo dentro una nave adornata di molti ceri e lampade accese. Lo ricoprì di bitume, affidandolo alla Provvidenza e sperando che raggiungesse un paese dove molti popoli sarebbero accorsi per venerarlo. La nave miracolosa senza vele e opera umana arrivò al porto di [[Luni]]. Nel frattempo, un angelo apparve al Vescovo Giovanni di Lucca, dicendogli che doveva recarsi al Porto di Luni assieme ai suoi fratelli perchè lì avrebbe trovato una scultura molto importante raffigurante il vero Cristo in croce. La nave avrebbe resistito ad ogni tentativo di abbordaggio da parte dei lunensi. Quando il vescovo di Lucca arrivò sul posto, "la nave si offerì spontanea ai pietosi fedeli ed a loro esibì il prezioso, inestimabile tesoro, destinato ad essi per beneficio celeste." A quel punto però nacque una diatriba fra lunensi e lucchesi su chi avesse maggior titolo per conservare la scultura. Qui le narrazioni si dividono, secondo una versione, il Vescovo di Lucca Giovanni avrebbe donato ai lunensi un'ampolla di vetro piena del sangue di Cristo in cambio della figura. Un'altra versione parla invece di un carro sul quale fu deposta la scultura e i cui buoi furono lasciati liberi di prendere la direzione che preferivano. Quando gli animali puntarono senza esitazione verso Lucca, "a quella vista rimasero tristi quei di Luni, ed i lucchesi giubilarono, intonando un cantico di letizia e di benedizione al Signore". L’ingresso trionfante del Volto Santo a Lucca avvenne nel 742. I lucchesi accolsero immediatamente con grande venerazione il crocifisso del Volto Santo, il quale fu posto nella chiesa di S.Frediano. Al mattino seguente però, il Volto Santo era sparito: esso fu ritrovato in un orto nelle immediate vicinanze della chiesa di S.Martino: individuato come un "segno" miracoloso, il Crocifisso del Volto Santo resta tutt'oggi nella cattedrale di Lucca.Poco importa quanto c'è di vero o di fantastico nella storia dell'oggetto più caro ai noi lucchesi. Il fatto è che sta con noi da più di un millennio. Ne ha parlato anche [[Dante Alighieri]] nella Divina Commedia, e più precisamente nel canto XXI dell'Inferno: "Qui non ha luogo il Volto Santo; qui si nuota altrimenti che nel Serchio." Ancora oggi, sulla falsariga di quello che è stato fatto per secoli, la sera del 13 settembre le strade percorse dalla processione (Luminara), vengono illuminate con migliaia di ceri a formare una scenografia assai suggestiva. https://www.leonardouno.net/lucca-e-dintorni/storie-racconti-leggende/138-la-leggenda-del-volto-santo-di-lucca-e-la-qluminaraq2 punti
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Direi che gli impeccabili interventi di @L. Licinio Lucullo hanno ottimamente evidenziato e motivato le prime "rotture" iconografiche portandoci alla data del 137 a.C. (secondo la ricostruzione crawfordiana). Per gli anni immediatemente successivi riterrei degne di nota le emissioni della Minucia, nelle quali prima C. Minucius Augurinus (135 a.C.) poi Ti. Minucius Augurinus (134 a.C.), portano sul rovescio una vera e propria storia familiare, ben riassunta qui: Ricordando sia Publio e Marco Minucio che Marco Minucio Feso, ecco emergere un aspetto di primaria importanza che interesserà un elevatissimo numero di emissioni successive: richiamare al passato per denunciare le problematiche del presente. Questi due denari infatti rimandando limpidamente al problema agrario, ben vivo oltre due secoli prima, ma nondimeno attuale anche sul finire del II secolo. Il prefetto dell'annona è una carica istituita ufficialmente da Augusto ma non totalemnte estranea al periodo repubblicano ove, normalmente, tale ruolo veniva ricoperto dagli edili curuli. In casi particolarmente critici tuttavia poteva avvenire l'elezione di un magistrato straordinario, con il preciso incarico di sopperire alla scarsità di grano nell'Urbe. Questo accadde per la prima volta nel 493 a.C. ed il magistrato dell'annona, eletto dai tribuni della plebe, fu un esponente della Minucia, Lucio Minucio Augurino che, tramite il suo impeccabile operato, evitò lo scatenarsi di una nuova secessione. E' bene ricordare che la prima grande secessio plebis avvenne l'anno precedente e portò all'istituzione della carica del tribunus plebis. E i conservatori patrizi che non sposavano la causa plebea se ne stavano immobili a livello monetale? Naturalmente no. Qualche anno dopo, intorno agli anni 126-125 a.C. ecco apparire un denario voluto da Numerius Fabius Pictor, del quale si è ampiamente parlato qui: Ecco quindi che il denario, richiamando le gesta di illustri antenati e conseguentemente proponendo una mirata narrazione gentilizia, può anche essere specchio delle vicende sociali e politiche coeve al periodo di emissione, ecco la doppia chiave di lettura. Non tutti i denari emessi da qui in avanti ci possono raccontare storie di questa portata, ma buona parte delle successive produzioni difficilmente non avranno nulla da dirci. Come vedremo poi, i messaggi si faranno in taluni casi ancor più efficaci e diretti.2 punti
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Taglio: 2€ Nazione: Vaticano Anno: 2012 Tiratura: solo in divisionale Condizioni: BB Città: Milano Note: NEWS!!!2 punti
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Buongiorno. Avendo conseguito con successo la maturità, mi è stata regalata questa bellissima moneta di Massimino il Trace, incrementando così la mia collezione di monete romane dell'Anarchia Militare. Spero vi piaccia ?1 punto
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Buonasera caro Beppe, la forma corretta dovrebbe essere proprio quella dei gigli inferiori. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Io studio numismatica medioevale, dove spesso e volentieri nelle aste, si citano i vecchi C. N. I. e il Biaggi (che lo ricalca) e trovo questo sintomo quanto meno di pigrizia essendoci numerosi testi più moderni, più aggiornati. Ben vengano quindi testi nuovi, dove oltretutto l'autore ha preso in considerazione gli autori precedenti (probabilmente ampliandone le informazioni ed inserendo nuovi tondelli). Mi dispiace avvocato ma come tutte le cose via via anche la numismatica si aggiorna, anzi si DEVE aggiornare. [emoji6]1 punto
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Oggi di nuovo le bellezze naturali del nostro Paese, messe in evidenza e promosse dalla Telecom.1 punto
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Complimenti, è proprio lei! sono riuscito a leggere la data ed è 1714. (Non sapevo dove fosse)1 punto
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Forse perché segue un'impostazione differente da quella dei MIR; ma solo l'editore lo può spiegare.1 punto
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Scusa, intendevo cinque, ho scritto in fretta senza controllare?1 punto
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C'è un suggerimento. Tirare delicatamente questo filo rosso. le fibre devono essere fissate. E il piombo lascia un colore nero sul tessuto. E se il sigillo si sposta lungo i fili, probabilmente vengono inseriti in seguito.1 punto
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Anche se buona parte dei rilievi sono consunti si intuisce che i conii sono quelli di una moneta di serie A del periodo d’oro della Sicilia greca... Rimangono intuibili alcuni aspetti dei conii di origine che mi piacciono molto: il modellato molto elegante del naso e della bocca, gli estremi puntati delle lettere, e anche lo slanciato auriga e l’ala flessuosa della nike. ES1 punto
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Ciao @ARES III, no non l'avevo visto, hai fatto bene a richiamare la mia attenzione. Ammesso che si tratti di una guarnizione di cintura non meraviglia la sua somiglianza con l'oggetto in questione, infatti non è infrequente riscontrare nelle decorazioni delle cinture barbariche miniaturizzazioni di oggetti con un qualche significato simbolico, da teste di animali a falli oppure scudi o armi. Niente di più facile che un ipotetico "stendardo" possa essere diventato ispirazione per l'ornamento di un cinturone da parata.1 punto
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DE GREGE EPICURI Da Augusto è stata ri-fondata. Se di Ilio/Troia ci sono almeno 9 strati (per alcuni dei quali la distruzione risulta provocata da un incendio) si può parlare in un certo senso di 9 fondazioni e quindi di 9 fondatori.1 punto
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salve, grazie per le opinioni...contattando un noto numismatico della mia città ( verona ) per mail e per foto la ritiene sicuramente buona ma piuttosto comune e che potrei darla ad un commerciante per 200 euro. cosa ne pensate circa la valutazione ? che prezzi hanno raggiunto monete simili nelle aste ?1 punto
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Gentilissimi amici del forum, stasera mi rifaccio vivo, dopo una pausa di riflessione (che ha coinvolto anche il mio essere numismatico) con questa parpaiola coniata a nome di Francesco Filiberto Ferrero Fieschi (1576-1629) nella zecca di Messerano. Cosa ne pensate? Attendo i vostri autorevoli pareri e vi ringrazio! Buona serata! Auriate1 punto
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Buongiorno a tutti, scusatemi, ho pasticciato con il precedente post, volevo postare nuove foto, lo faccio qui, Tornese Filippo IIII con Tosone Sigla T. Saluti Alberto1 punto
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1940 British West Africa, Giorgio VI, 6 pence, nichel - ottone.1 punto
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L'ho pensato anch'io. Qui sotto riporto il particolare di tutti i "Libertà librata" (manca solo il 1910 di cui non ho trovato la foto del mio esemplare):1 punto
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Buonasera, lontano dall'avere risolto, lancio l'idea che una delle facce della moneta rappresenti, opportunamente ruotata, la cetra largaamente diffusa nella monetazione greca e nella romana. In questo caso lo stile appare piuttosto rozzo. La lettera a destra dello strumento, che nella fotografia postata sembrebbe una C, a seguito della rotazione di 180° diventa una S o qualcosa di simile: La nostra moneta potrebbe quindi rappresentare una cetra o una lira, con 5 corde (sembra che il numero variasse da 5 a 7 e oltre) HIRPINI1 punto
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1940 India Governatorato britannico - Giorgio VI° - 1 Rupia Sulla banconota vi è raffigurata l'equivalente rupia d'argento proprio del 1940. Una mia moneta con la stessa data.1 punto
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Alcune cose fanno però male @Adelchi66 : 1- prima della guerra le popolazioni, seppur compresse in alcuni diritti, non erano tuttavia vessati oppressi cn o discriminati, a qualunque razza o credo si apparteneva. Nell'amministrazione pubblica c'erano moduli in tutte le lingue e persino l'inno imperiale era tradotto e cantato in tutte le lingue. 2- tra la fine della guerra e la firma del trattato di pace (1918-1920) le truppe rumene e serbe compirono razzie, uccisioni di massa, stupri e quant'altro di vomitevole si può immaginare. A conferma di ciò che dico prendete come esempio i fatti in Jugoslavia degli anni Novanta. 3- la tanto agoniata pace ha solo riscombussolato i confini, rendendoli più fragili e passibili di nuove crisi geopolitiche. 4- non capisco i Cechi e gli Slovacchi, che erano parte dell'Impero, hanno combattuto a fianco di Austriaci e Ungheresi, come possono alla fine essere stati trattati come una nazione vincitrice quale la Romania o la Serbia. 5- la Romania era alleata all'Impero, come l'Italia. Poi come l'Italia è passata al campo avversario. Poi ancora prima della fine della guerra la Romania ha firmato la pace con gli Imperi centrali in cambio del riconoscimento della sovranità della Bessarabia (Moldavia attuale) strappata alla Russia durante la rivoluzione bolscevica. Infine, come se quello che avesse firmato equivalesse a carta igenica, dopo qualche mese ha ripreso le armi contro l'Austria-Ungheria. ........ Potrei continuare ma non voglio abusare della pazienza degli utenti. In definitiva i relativi vincitori (serbi e rumeni) e quelli che si sono accodati a questi (cechi e slovacchi) si sono comportati molto scorrettamente.... E per di più questi non hanno realmente vinto ma eventualmente sono state altre le nazioni vincitrici, anche se gli Imperi centrali si sono arresi soprattutto perché all'interno il popolo aveva voglia di pace ed era stanco dei sacrifici (a cui non era abituato). Ricordiamoci che la Germania quando ha capitolato non ebbe neppure un soldato straniero sul suo suolo! E questo la dice lunga!1 punto
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Tra le dotazioni di Gary Powers, il pilota dell'aereo spia statunitense U2, abbattuto nel 1960 sopra Sverdlovsk, c'era anche un dollaro d'argento di questo tipo, contenente una siringa con veleno, destinata al suicidio. Powers non volle o non potè usarla e fu preso prigioniero. Fu poi "scambiato" con la spia sovietica Rudolf Abel; la vicenda dello scambio è narrata nel film "Il ponte delle spie" di Steven Spielberg. https://www.coinbooks.org/v20/esylum_v20n38a25.html https://it.wikipedia.org/wiki/Francis_Gary_Powers https://it.wikipedia.org/wiki/Il_ponte_delle_spie1 punto
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beh i veneziani soprattutto in passato avevano una simpatica abitudine a inventare o storpiare i nomi. Solo per citare uno che conosco bene (eheh), Alvise, che è uno dei pochi sopravvissuti fino ai giorni nostri ed è usato esclusivamente (o quasi) in Veneto. Altro non è che la forma finale di Ludovico (che deriva dal ceppo Hlodwig comune a tutti i seguenti allotropi : Ludovico --> "Ludovisio " --> Aloisio --> Alvise. Il secondo passaggio è davvero un volo pindarico se ci si pensa, un misto di latino e veneziano, mentre la forma finale è totalmente dialettale. Per questo sulle monete c'è sempre la forma latina Aloy.. di più, si potrebbe dire che un Alvise Mocenigo aveva in pratica lo stesso nome di Ludovico Manin (e di Ludovico il Pio pure ) In Friuli la storia è simile ma parallela: Ludovico --> "Ludovigi " --> Luvigi --> Vigj (che è ancora la forma utilizzata per chiamare me in Friulano) Per arrivare infine a Luigi (la versione italiana anche se comunque derivante dalla veneziana) il percorso è: Aloisio --> Aluisi --> Aluigi --> Luigi1 punto
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