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  1. L. Licinio Lucullo

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/18/20 in tutte le aree

  1. Il discorso sul denario di Veturio (il mio preferito in assoluto) è un po' più complesso. Come ha scritto @Rapax (del cui ritorno mi rallegro) l'iconografia monetale attraversa alcune fasi iniziali di "gestazione". C'è una prima effervescenza con tipi differenziati e oggi difficilmente interpretabili, tanto sulla monetazione in argento e bronzo cosiddetta "romano campana", di chiara ispirazione greca ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC ) quanto sulla sulla monetazione enea fusa, il cosiddetto aes grave ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB ), inserito invece in un fenomeno monetale diffuso in ambito etrusco e italico (e qui si discute se Roma abbia ispirato gli altri popoli, o viceversa) In seguito, i tipi si irrigidiscono, con: - il viso di una divinità al dritto; - una scena di ispirazione militare (ma comunque collegata all'ambito religioso) al retro. Questo schema ripetitivo si riscontra: - sulle ultime didracme ( i cosiddetti quadrigati), tutte Giano imberbe / Giove in quadriga ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/24 ) - sulle ultime dracme ( i cosiddetti vittoriati), tutte Giove / Vittoria con trofeo ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A5/1 ) - sui primi denarii, tutti Roma / Dioscuri a cavallo ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/1 ) affincati in seguito da Roma / divinità in biga ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/66 ) - sui bronzi, tutti divinità / prora di nave (https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB9, http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB11 , https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-B7 ) Preciso, per i tecnici, che le monete di cui ho postato i link sono solo degli esempi, la produzione fu molto più ampia seppure sempre con le medesime iconografie. La rigidità dei tipi non stupisce: so che era una costante in ambiente greco, perché garantiva la riconoscibilità immediata della moneta e, quindi, la possibilità di riferirla istantaneamente, a una città o uno Stato che ne garantiva l'accettazione. Se non mi sbaglio, le civette di Atene e il cavallo di Alessandro Magno sono stati riproposti per secoli. Quello che stupisce, nella storia della monetazione repubblicana, è la terza fase. A un certo punto infatti (nell'anno 137, secondo la cronologia di Crawford, RRC) due magistrati monetari decidono di abbandonare la fissità dei tipi, introducendo al retro una scena scelta da loro (cambia anche la scelta della raffigurazione al dritto, ma per il momento permane il ritratto di una divinità). Comincia qui quell'evoluzione descritta da @Rapax, che vede (caso forse unico nella storia antica) la città-Stato produrre ogni anno monete differenti dall'anno precedente. I primi due denari di questa fase sono fra i più belli mai emessi. Uno è appunto quello di Veturio, Marte / giuramento http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G144/1 L'altro è quello di Pompeio, Roma / lupa con gemelli http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G109/1 E' una scelta per l'epoca rivoluzionaria: erano ormai quasi 100 anni che Roma non cambiava i tipi delle sue monete; e anche quando nel suo lontano passato li aveva cambiati (in quella che ho definito la prima fase), aveva scelto raffigurazioni un po' standardizzate , di chiara ispirazione mitologico-magnogreca (sull'argento) o naturalistico-italica (sul bronzo fuso). Ora, invece, è diverso: Roma comincia a proporre al mondo al propria, personale iconografia. Come ha evidenziato Carandini, non è vero che i Romani difettassero di racconti mitilogici: la verità è che, con la loro mente pragmatica, il patrimonio mitologico era stato calato in una (presunta) realtà storica, integrandosi in essa; è questa fusione mitologia-storia che troviamo sulle prime monete. Tuttavia, la mentalità romana era evoluzionista in senso diverso da come intendiamo noi, oggi, l'evoluzionismo culturale. Per i moderni, evolvere significa abbattere e ricostruire; per i Romani significava conservare inalterato l'edificio, adattandolo tuttavia a usi completamente nuovi, e infine costruirci sopra (sto usando una metafora, ma è vero anche in senso letterale: nessun edificio veniva obliterato ... ). Per questa ragione, i tipi monetali introdotti "rivoluzionariamente" nel 137 a.C. furono proposti come una restituzione di tipi tradizionali, apparsi durante la prima fase. Il giuramento, in particolare, fu ripreso quasi senza modifiche dal retro dai primi aurei ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/22 ) mentre la lupa che allatta fu ripresa dalle didracme ( https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/8 ). Peraltro, io dubito che i due denari siano contemporanei, proprio perché il primo ripropone pedissequamente un tipo già apparso, l'altro invece rielabora un tema, "osando" allontanarsi dalla tradizione un po' di più.
    4 punti
  2. Buongiorno a tutti, non colleziono medaglie, ma qualcuna la conservo, o perché regalata o perché di famiglia, quella che vi presento invece l'ho acquistata da poco, è stato Amore a prima vista, per come è fatta ma soprattutto per ciò che rappresenta. Suggestive le tre Croci al diritto, ancor di più le tre piccole Croci al rovescio. Sacrario dei caduti di Redipuglia, Conflitto 1915-1918 Li tra gli altri è sepolto il mio bisnonno paterno Calabrese. Giovane servitore della Patria. Ciao Nonno Pasquale Saluti Alberto
    3 punti
  3. Grazie per i complimenti, sapere che qualcuno apprezza il lavoro fatto mi rende davvero lieto, a presto, Gianluigi
    3 punti
  4. Gent.mo @miroita, indubbiamente condivido con te il tuo discorso ma esclusivamente per quei Marenghi che comunque (per conservazione o rarità) non si discostano troppo dal valore del fino contenuto. Alla fine nel tuo Marengo del 1873 R ci sono, proprio come in ogni altro, 5,8 grammi di oro puro e, a mio avviso, che l'oro abbia anche oscillazioni importanti tra quando è stato acquistato e quando viene venduto poco incide sul prezzo di realizzo. Ipotizziamo che tu lo abbia acquistato con l'oro a 30 € al grammo e che oggi sia a 50 € al grammo, la differenza sarebbe di 20 € che moltiplicato per il fino porterebbe a poco più di 150€ su di una moneta che invece ne vale 10.000... (il fino pesa per l'1,5% sul prezzo?). Diverso è il discorso di un Umberto I 1882 ad esempio dove magari acquistavamo un bello SPL (o un qFDC) a poche decine di € in più del valore del fino. Usando lo stesso esempio di prima l'incidenza del valore dell'oro su questo Marengo sarebbe circa del 60% sul prezzo. In poche parole, secondo me, se si volesse speculare sulle variazioni al rialzo dell'oro lo si dovrebbe fare su monete di borsa (se si volesse rimanere su oro monetato, altrimenti andrebbero bene anche dei semplici lingotti...) e non pensare a monete rare e/o in alta conservazione dove invece il loro "valore" poco è legato alle quotazioni. Ovviamente il discorso potrebbe essere solo parzialmente vero per monete importanti e comunque dal peso del fino notevole (esempio alcuni 100 Lire VEIII?). Augurandomi di essere stato chiaro, saluto cordialmente, Massimo.
    3 punti
  5. Fatta questa lunga digressione, è possibile discutere dell'interpretazione della scena del giuramento. Infatti, le relative teoria si incrociano con quelle sulla datazione dell'aureo ove per la prima volta apparve. ‒ Generalmente, l’emissione viene datata tra il 217 e il 216, poco dopo lo scoppio della Seconda Guerra Punica. Il R/ ricorderebbe un singolare giuramento effettuato dall'esercito di Roma dopo le disastrose e ripetute sconfitte romane contro Annibale, oppure quello imposto ai socii italici perché mantenessero fede al patto che avevano precedentemente stipulato contro Cartagine (episodi entrambi citati da Livio). L’occasione sarebbe stata un invio di oro a Roma da parte di Gerone II di Siracusa. ‒ Per Mommsen la scena ricorderebbe la concessione del diritto della cittadinanza romana ai Campani e a una parte dei Sanniti, avvenuta nel 334 sotto il consolato di T. Veturio Calvino e di Sp. Postumio Albino: in tale modo il discendente del primo console avrebbe successivamente ricordato la vicenda nel suo denario del 137 (Cr. 234/1). ‒ Secondo Crawford (che colloca l’aureo al 217), è qui riprodotto il foedus Caudinum, stipulata nel 321 dal console T. Veturius Calvinus (per questo, l’iconografia sarà ripresa in seguito da un altro Veturius, con il denario Cr. 234/1, essendo la pax Caudina il prototipo, mitico e non storico, della pax Numantina). Viene tuttavia opposto che appare improbabile che Roma abbia commemorato una tale umiliazione. ‒ La Breglia ha collocato gli aurei al 290-289 alla fine delle guerre sannitiche: in tal modo il giuramento avrebbe simboleggiato la riappacificazione tra i due popoli. ‒ Per Mattingly il giuramento indicherebbe il trattato concluso nel 263 tra Roma e Ierone di Siracusa. L'incertezza è dovuta al fatto che mentre il guerriero di destra è indubbiamente un romano, quello di sinistra, barbato, non avrebbe le sembianze di un greco ma piuttosto di un italico. ‒ Altra ipotesi è che le monete d'oro siano state battute nel 209 utilizzando una parte delle riserve auree dello Stato romano (l’aurum vicesimarium, ottenuto dalla tassa sulle manumissioni, che “ad ultimos casos serbabatur” - Livio, XXVII, 10). Questa teoria è tuttavia oggi superata, perché l’aureo è paplesemnete connesso, sul piano ponderale e stilistico, con il quadrigato, che Thomsen ha dimostrato essere anteriore al denario. ‒ Per Alföldi e Thomsen (che data l’emissione prima del disastro di Canne del 216) la scena rievocherebbe la fondazione di Roma: i due personaggi in piedi sarebbero Latino ed Enea nell'atto di giurare alleanza e concordia (Virgilio, Eneide, XII, 161-215) oppure Tito Tazio e Romulo, a conclusione dello scontro fra Romani e Sanniti (Virgilio, Eneide, VIII, 639-41; in questo senso, l'Alföldi). L'occasione storica per tale richiamo mitologico sarebbe il giuramento che i soldati, sia romani che i loro alleati latini, dovettero pronunciare nella primavera del 216 (da un passo di Livio) di fronte ai loro tribuni. ‒ Pedroni collega invece l'emissione aurea all'eccezionale arruolamento dei Romani e degli alleati avvenuto nel 225, la “leva tumultuaria” considerata epocale già dagli storici antichi. In quell'anno, con il pretesto della minaccia dei Galli, i Romani conteggiarono tra tutti gli alleati il numero degli uomini in grado di essere mobilitati in caso di guerra. Un avvenimento che ha coinvolto i romani ed i loro alleati italici, un'occasione quindi che avrebbe spinto il Senato per un'emissione aurea di carattere straordinaria e di grande valore propagandistico. ‒ Campana, considerando l'elevato livello stilistico e l'accurata tecnica di coniazione, la data al 225. Secondo Crawford la moneta da 6 scrupoli varrebbe 40 assi semilibrali, quella da 3 scrupoli 20 assi (l'aureo da 30 assi, se autentico, sarebbe successivo a queste monete). ‒ Un’ulteriore interpretazione in chiave mitologica del gioramento potrebbe essere un richiamo al patto di alleanza tra i capi di Alba Longa e Roma, prima dell'ordalia tra Horatii e Curiatii (Livio I, 24). ‒ Coarelli evidenzia che, secondo Plinio, il primo aureo romano fu coniato 51 anni dopo l’argento (dopo il 269): si tratta, per l’autore, di questo aureo, che egli data appunto al 219. Infatti, al R/ è riprodotto un foedus, che veniva stipulato da due feziali, il pater patratus e un gregario, verbenarius. In effetti, le due figure di sinistra portano una veste particolare, che lascia il corpo nudo e presenta un elemento globulare alle spalle: probabilmente il cinctus Gabinus, di cui si servivano i sacerdoti, e quella in piedi è raffigurata come uomo anziano, che regge una lancia, prerogativa del pater patratus, antenata (secondo l’Alföldi) dello scettro e quindi simbolo dell’imperium. La figura di destra invece, staccata dalle altre due, è giovane e veste una corazza anatomica. Si tratta del foedus tra Romolo e Tito Tazio (peraltro, in sabino cures era il nome sia della città di Tito Tazio che della lancia), di cui esisteva un gruppo scultoreo, verosimilmente qui riprodotto, lungo la sacra via. L’aureo potè essere emesso grazie alle prime miniere aurifere cadute in mano ai Romani, ovvero le miniere di Victimulae, presso Vercelli, che sappiamo furono sottratte a Roma, da Annibale, alla fine del 218. Sappiamo da Zonara che nel 220 i due consules suffecti, Lucio Veturio Philo e Gaio Lutazio, a completamento della guerra contro i Celti della Gallia Cisalpina (conclusasi nel 222 con la presa di Milano) spinsero le conquiste di Roma “fino alle Alpi”: probabilmente è questa la data di conquista delle miniere. Quindi, nel 219, con l’oro acquisito grazie alle operazioni di Lucio Veturio Philo, fu commemorata la fine delle operazioni militari iniziate nel 225, quando i Galli cisalpini Boi e Insubri e transalpini Gesati, avevano invaso l’Italia, creando grande preoccupazione e causando una spontanea adesione degli Italici a Roma: evento cui allude la citazione dei foedus originario tra Tito Tazio e Romolo. ‒ Bernard contesta lo studio di Coarelli e sostiene la necessità di datare l’emissione del quadrigato alla Seconda Guerra Punica sulla base di tre considerazioni: gli studi metalloscopici, che hanno dimostrato come in massima parte di tratti di monete coniate con argento spagnolo; la distribuzione dei ritrovamenti (Italia meridionale, Sicilia orientale e Spagna), coerente con il teatro di guerra e la loro inusualità (spesso si tratta di teosretti conteneti solo quadrigati e in consistente numero).
    3 punti
  6. Sono usciti ulteriori 3 volumi del BDN, 2 riguardanti la Collezione Reale, uno invece il ripostiglio monetale di Palestrina (A. Campana). Per quanto riguarda la CR, il n. 52 affronta la zecca di Massa di Lunigiana (Esposito), il n. 53 la IX parte relativa alla zecca di Bologna (1700-1724, Chimienti-Vigna). https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/bollettino/online Buono scaricamento e buona lettura (sono disponibili anche i cartacei!).
    2 punti
  7. Faccio copia/incolla da una precedente discussione (messaggio n. 11 dell'utente @dizzeta) Testone da 20 soldi, Gian Galeazzo Maria Sforza, zecca di Genova, (1488-1494), Argento gr. 13,14 diametro 30 mm D/ (biscione) IO : G3 : M : SF : DVX : M : VI : AC : IANVE : D - castello affiancato da due stelle a 6 punte circondato da 10 archetti in cerchio lineare e perlinato; R/: + . CONRADVS : REX : ROMANOR . F . S ., croce patente con stelle a 6 punte nel 1° 3° e 4° quadrante circondato da 12 archetti in cerchio liscio e perlinato; La discussione è la seguente: https://www.lamoneta.it/topic/110005-si-chiamava-ludovico-il-moro/ La moneta ritratta nel messaggio n. 11 sembra proprio quella oggetto di questa discussione. La seconda fotografia di questa discussione andrebbe ruotata di 180° Saluti
    2 punti
  8. A mio parere, questa è una delle più belle serie di monete della numismatica sia per le 2 Lire che per la Lira. E il bello è che si trovano facilmente in alta conservazione e per di più ad un prezzo "irrisorio". Le foto sono state fatte dentro l'oblò di plastica e spero che molte delle righe siano più su quella che sulle monete. Purtroppo, è più facile trovare questi esemplari "deturpati" da una pulizia sconsiderata che in bassa conservazione per usura. Del resto queste monete furono rapidamente tesaurizzate e questo spiega perché siano così comuni e così ben conservate.
    2 punti
  9. Ancora due Schede che la Telecom ha dedicato alle nostre Forze Armate : la prima alla presenza diffusa dei Carabinieri sul territorio, la seconda alla Marina Militare con l'immagine della bellissima Nave Scuola Amerigo Vespucci.
    2 punti
  10. E altre ancora. Le prime furono queste: Poi vennero queste altre, e infine le figurate come quella che ho quotato.
    2 punti
  11. 1940 Occupazione italiana dell'Albania - 0,05 Lek e 0,10 Lek
    2 punti
  12. Gent.mo @miroita, ti vorrei soltanto ribadire che non intendevo polemizzare su nulla e se invece te ne ho dato l'impressione ti chiedo scusa. In ogni caso credo che i forum, così come questo, servano anche a mettere in comune esperienze e/o punti di vista diversi. Ovvio che poi ognuno prenda le proprie decisioni sul cosa e come farlo. Il mio post iniziale voleva soltanto essere uno spunto per cercare di capire qualcosa di più sulle reali quotazioni di questa moneta. Ad oggi "in mano" ne ho visti soltanto 2 di 1873 Roma e prima di seguire soltanto il cuore volevo ascoltare qualche parere disinteressato. Grazie ancora per l'attenzione, buona collezione anche a te, Massimo.
    2 punti
  13. Una bella medaglia che trasmette il senso di struggimento che si prova nel visitare quel gigantesco Sacrario, pensando a quanti giovani giacciono su quel colle che purtroppo non è l'unico dedicato a quella sanguinosissima guerra che venne concepita, in certe fasi e da certi "strateghi", come "guerra di logoramento" : e a "logorarsi" furono i nostri soldati. Accanto ai caduti vi è una sola donna che era già stata decorata della Medaglia di Bronzo al Valore per il suo comportamento in guerra, la Crocerossina Margherita Kaiser , morta durante l'epidemia denominata "spagnola" che seguì al termine del conflitto. Aggiungo due medaglie emesse per ricordare un pellegrinaggio nazionale che ebbe luogo il 4.novembre 1950, ma che a mio avviso non reggono espressivamente il confronto con quella mostrata da Litra68.
    2 punti
  14. Buongiorno a tutti, sto rivalutando i 2 Tornesi di Ferdinando II, sono d'accordo con @giovanni0770 li trovo interessanti e piacevoli da studiare. Posto nuovo arrivato in Collezione Litra68. Magliocca 744
    2 punti
  15. patine particolari che dovrebbero essere di vecchia data..
    2 punti
  16. Sta andando di moda la temporanea importazione.
    2 punti
  17. Non ho dubbio alcuno che quelle di Vittorio Emanuele "terso" siano esenti da macchie e impurità
    2 punti
  18. Apro questa discussione per parlare di un aspetto ben noto agli estimatori del periodo ma che al tempo stesso, per chi inizia ad affacciarsi alla monetazione romana repubblicana, può rappresentare una sorta di barriera che non consente di inquadrare correttamente valenze e significati di innumerevoli iconografie tipiche del periodo. Possiamo iniziare dicendo che nella più nota monetazione imperiale l'iconografia è ovviamente allineata al periodo di emissione; tranne che per alcune eccezioni quali ad esempio le emissioni di restituzione, possiamo genericamente affermare che l'iconografia monetale imperiale racconta il tempo dell'imperatore che l'ha voluta. In ambito repubblicano invece, in riferimento al periodo di emissione, la moneta non racconta il presente. Inizierà a farlo poco a poco in fasi successive, prima sfruttando il passato e la tradizione, per poi giungere, in taluni casi, a quell'allineamento cronologico non velato tra periodo di emissione e diretto significato iconografico. Sostanzialmente la lettura di un denario repubblicano può rivelarsi a tratti maggiormente complessa ed è questo l'ostacolo più grande che parrebbe esserci nello studio delle iconografie del periodo, ma man mano che ci si addentra nella questione, l'ostacolo svanisce e si tramuta in fascino. Tempo fa su questo forum ci si interrogava sul perchè la monetazione repubblicana risultasse meno seguita e meno compresa rispetto a quella imperiale; a mio parere quello della piena comprensione delle iconografie, meno diretto e più ostico, è uno dei motivi per i quali il periodo della Repubblica parrebbe avere meno seguito, ma come vedremo basta poco per riuscire ad apprezzarlo in tutta la sua ricchezza. Veniamo ora ad un altro presupposto fondamentale, i denari repubblicani non sono tutti uguali, non vanno letti tutti nello stesso modo, ma vanno messi in stretta relazione sia al periodo di emissione che al monetale che li ha emessi. La cosa parrebbe ovvia, ma è bene soffermarsi un attimo su questo aspetto poiché le fasi del denario della Repubblica non devono esser viste come evoluzioni (o involuzioni) prettamente stilistiche e tipologiche, ma al contrario vanno inquadrate e comprese soprattutto a livello storico. Banalmente, se non so cosa stesse succendendo a Roma nel 78 a.C., se non sapessi genericamente i trascorsi della gens Cassia, se non conoscessi le vicissitudini di Spurio Cassio Vecellino, mai riuscirei a comprendere davvero il significato politico e sociale del bellissimo denario di Lucio Cassio Longino con Libero e Libera. Ma siamo nel periodo più complesso da inquadrare, un periodo di esplosione iconografica anche in termini di potenza dei messaggi rappresentati, un periodo che raccoglie l'eredità sillana anche a livello monetale, ma siamo prossimi al punto d'arrivo, prima di giungere e come vedremo anche di superare tale concezione dello strumento iconografico monetale, i passaggi saranno più d'uno. Dalla sua introduzione il denario mantiene congelato il tipo Roma/Dioscuri al galoppo fino ai primi anni del II secolo. Nel periodo 194-170 a.C. (RRC) o 196-173 a.C. (BMCRR) compare un nuovo tipo di rovescio, caratterizzato dalla personificazione della Luna in biga. Tralasciando in questa sede teorice che vedono nei simboli delle serie anonime Roma/Doscuri riferimenti familiari, è dai tipi con Luna in biga che parrebbero fare la loro prima comparsa i così detti “simboli parlanti”. Può essere un esempio il tipo RRC 141/1, con uccellino e legenda TOD http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-A1/64 La legenda TOD associata al simbolo dell'uccello potrebbe riferirsi al todus e quindi al nome del monetario, Todus (purtroppo non noto in altre fonti). Discorso analogo per il tipo a legenda PVR e simbolo murex (RRC 187/1, 169-158 a.C.). http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G61/2 Gia' nella prima metà del II secolo i nomi tuttavia iniziano a diventare maggiormente comprensibili, i monogrammi lasciano il posto a sempre più chiare abbreviazioni del nome della gens ed inizia a farsi strada una tendenza che prenderà, nei decenni successivi, sempre più vigore ed incisività: la celebrazione dello posizione sociale della famiglia ed il riferimento a fatti storici o leggendari utili a decantare una gloriosa o mitica discendenza. Probabilmente il primo esempio di tale intenzionalità commemorativa ed autocelebrativa lo si può trovare nella serie enea di Lucius Mamilius (RRC 147), datata dal Crawford tra gli anni 189-180 a.C., ove sopra i tipi fissi della prora al rovescio compare una figura comunemente identificata con Ulisse. In tal modo il magistrato millanta una sua discendenza da Telegono, figlio di Circe ed Ulisse, fondatore di Tuscolo, città di provenienza del monetario. http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-G81 La conferma a tale interpretazione ci arriverà un secolo dopo, col bellissimo denario di Mamilius Limetanus dell'82 a.C., ove al rovescio appare Ulisse riconosciuto dal suo fedele cane Argo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G254/1 Dalla seconda metà del II secolo a.C. la rottura dei tipi fissi al rovescio diviene ormai la norma, bighe e quadrighe vengono guidate da varie figure divine o semidivine e il conduttore o gli animali trainanti non di rado vengono scelti per motivi che vanno al di là del gusto estetico. E' in questa fase che, ad esempio, l'elefante su scudo macendone o gli elefanti che trainano la quadriga di Giove altro non fanno che ricordare questa volta fatti prettamente storici, come la vittoria di Q. Cecilio Metello su Andrisco, figlio di Perseo, nel 148 a.C. o quella di L. Cecilio Metello su Asdrubale a Panormus nel 250 a.C. E' qui che inizia ad emerge nitidamente la funzione dello strumento icongrafico che caratterizzerà nei decenni successivi buona parte della produzione denariale repubblicana. Facendo nuovamente un raffronto con le produzioni imperiali, il Traiano di turno ad esempio vince in Dacia ed emette serie monetali che celebrano le sue vittorie contro Decebalo. In ambito repubblicano invece C. Metellus intorno al 125 a.C. emette un denario ove al rovescio vi è un chiaro riferimento al trionfo seguito alla vittoria di Panormus del console L. Cecilius Metellus, avvenuta più di un secolo prima. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G174/1 Poco prima, intorno al 127 a.C., fu M.Metello a celebrare questa volta una grande vittoria del padre, che valse a quest'ultimo il titolo di Macedonico. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G173/1 Va da sé che anche su emissioni anonime di poco precedenti elefante è sinonimo di Metelli http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G172/1 Questi non sono che piccoli esempi, ma che ben ci fanno capire lo scopo dell'iconografia monetale repubblicana posteriore alle fasi anonime: il monetale, attraverso le immagini impresse sulle sue produzioni, non comunica messaggi del tipo “io sono, io ho fatto”, ma invece, in piena attinenza con la struttura sociale gentilizia propria del periodo, comunica un messaggio del tipo “la mia famiglia è, la mia famiglia ha fatto”. C'è chi può annoverare antenati che hanno realmente contribuito a rendere grande Roma, c'è chi invece non è provvisto di tali ascendenze e fa un po' come Virgilio nell'Eneide, crea il proprio mito. Così fanno gli esponenti dei Mamilii, così fa Sex. Pompeius Fostlus intorno al 137 a.C. con un altro noto denario ove, per assonanza, parrebbe suggerirci una discendenza dal pastore che salvò Romolo e Remo. http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G109/1 Fino a qui e per buona parte degli anni successivi il denario repubblicano non è, come spesso si sente dire, uno strumento propagandistico, non è ancora uno “strumento individuale”. A mio parere la sola formula per descrivere correttamente le sue finalità iconografiche è la seguente: è un “monumentum gentilizio” (monumentum – che fa ricordare). Possiamo magari portare altri esempi di questa fase, per poi passare al periodo successivo.
    1 punto
  19. La Repubblica Araba dello Yemen è stata una nazione esistita dal 1962 al 1990, nota anche come Yemen del Nord. Il territorio fu inglobato nello Yemen riunificato andando a formare l'attuale Repubblica dello Yemen. 10 Buqshas del 1966 (40 Buqsha = 1 Rial) Utilizzata prima della decimalizzazione del 1974 (100 Fils = 1 Rial)
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  20. Andrei su Milano, IO GZ ... VI AC MNI DVX? Sentiamo qualche milanese.
    1 punto
  21. Lascialo cosi Alain! La data e la sigla di zecca N per Nizza si vedono bene, quindi va bene così! Poi di Nizza non sono proprio facili da trovare....
    1 punto
  22. PS: El Chupacabra, credo che le monete che hai postato siano tue: complimenti, bellissime
    1 punto
  23. Eccola, peso :14,18 grammi, diametro 31 millimetri, dal vivo si presenta meglio che in foto,ho una riserva sulla data, penso sia un 23 e non 22, la cosa particolare è che la moneta è leggermente concava, cosa che mi da qualche perplessità dovuto al fatto che se fosse un tondello coniato dovrebbe essere perfettamente pari... Infine lo scivolamento della C di CAVO me la fa apprezzare di più...
    1 punto
  24. Buona sera a tutti, @giuseppe ballauri ciao Beppe, ben tornato, un vero piacere leggerti, Mi trovi d'accordo con i calcoli fatti. Saluti Raffaele.
    1 punto
  25. Concordo con @ilnumismatico. Purtroppo tutte e 4 le monete sono state pulite in modo abbastanza maldestro e ciò ne inficia, oltre che la bellezza, anche il valore collezionistico. Spero anch'io che tu non abbia speso troppo per comprare l'intera serie (già più di 20-25 euro sarebbero tantini). Si tratta, comunque, di una serie meravigliosa e in grado di dare soddisfazione anche a fronte di una spesa non particolarmente esosa. Ovviamente non potranno mai eguagliare il fascino trascendentale della famigerata 5 lire quadriga briosa ma possono almeno farcela ricordare in formato "mignon" Io stesso, qualche settimana fa, ne ho comprata una da regalare ad un carissimo amico che a breve finirà la triennale d'ingegneria. Lui ama i cavalli, mentre io amo la Storia e le monete... Quale migliore idea, allora?
    1 punto
  26. Abbi pazienza ma non condivido una parola di tutto quello che hai affermato. Hai fatto una "relazione" come avessi acquistato una moneta di borsa! Cosa c'entra il rialzo (o il ribasso) dell'oro sul prezzo commerciale di una moneta con valore approssimativo di 10k????? 3R. Stai tranquillo che le variazioni del tuo '73 non sono state e non saranno influenzate dalle variazioni dell' oro spot, ma ricercherei altre motivazioni/giustificazioni, di tali variazioni solo ed unicamente nel mercato numismatico. Saluti TIBERIVS
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  27. Esatto!! Complimenti! Bravo! Hai indovinato!! ? Il 10 Centesimi del Lussemburgo è l'unica moneta coniata da una zecca attualmente attiva nella produzione delle monete del suo paese! Infatti Milano-Lilla-Karlsburg-Braunschweig-Bruxelles (2017) hanno tutte cessato l'attività di conio delle monete ufficiali! Quanto alla soluzione anagrammata era: Buon gioco a tutti come sempre! TSSLA LNEOST UE IZEN UNTON IIO= LA SOLUZIONE EST (è) IN UN INSETTO (la zecca?)
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  28. Bel ricordo, complimenti. P.S. la bella medaglia è di Giannino Castiglioni
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  29. Purtroppo e' un falso per numismatici , ancora oggi presente sulle bancarelle dei mercatini
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  30. Falso senza ombra di dubbio.
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  31. Direi proprio falso purtroppo
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  32. Ciao! Si decise di marcare talune monete con un segno e successivamente le iniziali che identificassero il Massaro responsabile in un dato periodo (quindena), proprio per poter controllare la produzione ed eventualmente poter identificare il responsabile di turno se c'erano difetti, mancanze e eventuali malversazioni. saluti luciano
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  33. Dopo Venere Callipigia , per non essere accusati di "sessismo" e ristabilire la parità :
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  34. 10 Cent Lussemburgo, l'unica che usa la zecca di altre nazioni
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  35. Purtroppo io ho ancora qualche dubbio il peso può variare con quel tipo di bilancia non è affidabile sono sempre tarate più alte alcune lettere nel taglio un po impasticciate,forse perchè ultimamente ne ho visionate 2 che erano fatte di ottone ricoperte da una lamina di argento spessa e avevano il peso giusto e anche la scritta sul taglio con alcune lettere come la tua.Comunque io posso giudicare solo dalle foto tu invece la vedi di persona e sicuramente sarà autentica.
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  36. Questa che segue, come numerose altre emesse negli anni passati dalle Cook Islands, non è una moneta dipinta successivamente alla emissione, ma un 20 dollari originale, che presenta un dipinto famoso. Un quadrupede fortunato si ritrova a portare in groppa una celebre Lady: LADY GODIVA, di John Maler Collier (1850-1934), 3 Oz, Moneta d'argento da 20 $, della serie "Masterpieces of Art" emessa dalle Cook Islands nel 2013 Lady Godiva era una nobildonna anglosassone che attorno all'anno 1000, secondo la leggenda, cavalcò nuda per le vie di Coventry per ottenere la soppressione dell'ennesima tassa imposta da suo marito ai propri sudditi. "Bellezza e saggezza cavalcano insieme" si disse, ma il Conte vietò di aprire le finestre durante il passaggio di sua moglie. Allora il giovane "Peeping" Tom (il guardone) fece un buco nell'anta della sua finestra chiusa, spiò e rimase talmente impressionato da divenire cieco. Il dipinto riportato sulla moneta è opera del pittore inglese John Maler Collier. Come al solito, anche sulle monete da 20$ della serie "Masterpieces of Art" delle Cook Islands come su quelle che già abbiamo visto della serie dedicata ai personaggi della mitologia, il rovescio presenta la testa coronata della Regina Elisabetta II: Il ghigno severo anzi contrariato della regina serve a scoraggiare gli ammiratori e i seguaci della Lady nuda, alla quale per altro volge le spalle. Intanto però la moneta è esaurita fin dalla sua emissione (costava oltre 200 dollari) e quindi la si può vedere solo in fotografia. Chi volesse vedere le altre della serie "mitologica", altrettanto suggestive quanto questa, può sfogliare dall'inizio questa discussione. Alla prossima
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  37. Il Sultanato di Muscat e Oman nasce come protettorato inglese nel 1820, nel 1971, a seguito dell'indipendenza, rinasce come Sultanato dell' Oman, Muscat (Mascate) ne è la capitale. (200 baiza = 1 rial) 100 baiza del 1970 Viene riemessa nel 1973 con la stessa iconografia ma con MUSCAT mancante al retro.
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  38. Se vuoi, scoprirò chi emette queste monete. Ordina 50 monete con il tuo ritratto.
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  39. TAGLIO: 2€ CC NAZIONE: Germania F (Stoccarda) ANNO: 2006 TIRATURA: 7.476.120 CONDIZIONI: MB CITTÀ: Muggiò (MB) TAGLIO: 2€ ordinario NAZIONE: Austria ANNO: 2006 TIRATURA: 2.420.000 CONDIZIONI: BB CITTÀ: Muggiò (MB) TAGLIO: 2€ ordinario NAZIONE: Olanda ANNO: 1999 TIRATURA: 9.981.500 CONDIZIONI: MB CITTÀ: Muggiò (MB) TAGLIO: 2€ ordinario NAZIONE: Lituania ANNO: 2015 TIRATURA: 25.042.000 CONDIZIONI: BB CITTÀ: Muggiò (MB) TAGLIO: 2€ CC NAZIONE: Grecia ANNO: 2004 TIRATURA: 35.000.000 CONDIZIONI: BB CITTÀ: Muggiò (MB) Rotolino fortunato...
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  40. Eccola: http://m.museivaticani.va/content/museivaticani-mobile/it/eventi-e-novita/iniziative/mostre/archivio-mostre/2013/preziose-antichita.html
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  41. Ad una trentina di km. da Orleans, vicino alla cittadina di Neuvy-en-Sullias, nel 1861 viene fortuitamente scoperto un deposito di bronzi gallici, databili al periodo dal I sec. A.C. al I sec. . Forse dotazione di un tempio gallico, del quale però non si sono rilevate tracce, l'insieme è costituito da più di 30 figure in bronzo raffiguranti animali, persone ed oggetti : opera più evidente, un cavallo di dimensioni importanti (H. 105 cm.) , mentre tra le figure umane, di dimensioni piuttosto ridotte, è particolarmente gradevole la figuretta nuda (H. 13,5 cm.) di una danzatrice . E' stata voce che il 'tesoro' comprendesse anche altri oggetti, forse monete in argento, scomparse però nell'immediatezza del ritrovamento . Vale un cenno ricordare che la figura del cavallo non è rara tra le raffigurazioni della monetazione dei Celti .
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  42. Questa è la differenza tra i due tondelli....
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  43. IL REALE VALORE DELLE LIRE REPUBBLICA Sebbene su certa stampa e siti internet non di settore si favoleggi la possibilità di ritrovare in casa autentici tesori fra gli spiccioli dimenticati in borsellini e salvadanai vari la realtà dei fatti è completamente diversa. Ecco quindi una lista INDICATIVA (ad uso neofiti e non addetti ai lavori) delle monete in Lire più rare e/o di valore emesse per la COMUNE CIRCOLAZIONE. Monete RARE che quindi hanno un buon VALORE IN QUALSIASI CONSERVAZIONE: 1, 2, 5 e 10 Lire del 1946 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 1, 2, 5 e 10 Lire del 1947 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 2 lire del 1958 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 5 lire del 1956 (ATTENZIONE: esistono moltissime falsificazioni e imitazioni) 50 lire 1958 (E' quella di minore valore, circa 10/15 euro per un esemplare circolato) Monete COMUNI che quindi hanno buon VALORE SOLO IN ALTISSIMA CONSERVAZIONE: Indicativamente QUASI TUTTE le monete da 1 lira, 2 lira, 5 lire, 10 lire, 20 lire, 50 lire e 100 lire emesse negli ANNI 1948, 1949 e negli ANNI '50/60 (esclusi gli anni 1968 e 1969) ATTENZIONE! Per ALTISSIMA CONSERVAZIONE si intende il cosiddetto FDC (Fior di Conio) che corrisponde alla condizione di una moneta praticamente perfetta, come fosse appena uscita dalla Zecca, e subito presa e conservata da parte con particolare cura. Di conseguenza il suo reperimento in un borsellino o in un salvadanaio nel 99% dei casi esclude la possibilità che si trovi in questa condizione (praticamente annullando anche il valore di queste annate) Infine TUTTE LE ALTRE ANNATE E TIPOLOGIE, praticamente il 99% del totale delle monete che è possibile trovare fortuitamente in casa, NON HANNO PRATICAMENTE VALORE NEMMENO IN ALTISSIMA CONSERVAZIONE. Infatti queste monete, prodotte in milioni e milioni di esemplari, solitamente vengono trattate (in grosse quantità) ad un tot di Euro al Kg (al momento si oscilla dai 5€ a massimo 10€ al kg) per poi essere rivendute al dettaglio per pochi spiccioli nelle ciotole dei mercatini. Da questo discorso ESULANO: Monete IN ARGENTO da 500 Lire "CARAVELLE", "DANTE ALIGHIERI", "UNITA'D'ITALIA" e 1000 Lire "CONCORDIA" che mediamente valgono più o meno almeno il peso dell'argento contenuto secondo le quotazioni del momento. Monete IN ARGENTO prodotte appositamente per COLLEZIONISTI Particolari VARIANTI che hanno un mercato tutto loro e che presuppongono precise e pregresse conoscenze collezionistiche e numismatiche. Importante ricordare che la famosa (e quotatissima) 500 Lire "CARAVELLE" CON BANDIERE CONTROVENTO era una versione di PROVA (datata 1957) donata a suo tempo a Parlamentari della Repubblica Italiana e (come anche tutte le altre monete PROVA esistenti) non era assolutamente pensata per la normale circolazione di tutti i giorni. Di conseguenza se trovate in casa qualche 500 Lire "Caravelle" nel 99,999999% dei casi troverete la versione "normale" e comunissima con date che vanno dal 1958 al 1967.
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  44. bravo doge, perl'appunto! diciamo che le monete fiduciarie, ossidionali o meno che siano, rappresentano comunque i primi esempi di moneta virtuale. La fides publica, o la fides inviolabilis dei bisanti per cipro non erano legende messe lì solo per patriottismo religioso.
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  45. Il discorso del peso è quasi "irrilevante" perché erano monete di valore fiduciario - FIDES PUBLICA per l'appunto - il valore non riguardava l'intrinseco ma il mero valore facciale, da ciò ne deriva una inaccuratezza nel pesare i tondelli prima della battitura. Doge92
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  46. la "gemella" se ne sta un po' meglio, per fortuna...
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  47. La doppia o tripla sigla non è mica una novità. Nelle zecche reali francesi era una pratica comune avere sigla di zecca, sigle del maistre particulier e del maistre general. Le zecche sabaude sono strutturate più sul modello francese che non su quello italiano. Suggerimento: guardate su che monete compare la sigla P nel 1562 e controllate (es. sul Promis) in quali zecche è documentata l'emissione di quegli specifici nominali. Provate ad esempio con la mezza lira. E poi mettete sempre in dubbio l'interpretazione delle sigle che danno il CNI e gli autori successivi. Gratta gratta (basta vedere la bibliografia dei sacri testi) si scopre che quelli che si sono preoccupati di andare a vedere i documenti sono pochini... Prima che di numismatica bisognerebbe parlare di esegetica.
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