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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/17/20 in tutte le aree

  1. Con oggi sono due mesi che è partita questa discussione. Il risultato è notevole, siamo a 500 post, 7200 visite e tantissime monete illustrate. Per festeggiare ho pensato a questo scudo di Ludovico Manin (1789-1797). Rif.: Zub-Luciani 110.33. Arka Diligite iustitiam
    5 punti
  2. Saranno tutte dello stesso diametro. 1816 con "punto" prima e rombo dopo la data.
    5 punti
  3. Per gli appassionati di storia un interessante residuo della guerra fredda: due delle poche schede telefoniche emesse dall'Unione Sovietica prima di cessare di esistere: Per continuare la serie "paradisi della cartofilia dove le schede continuano ad essere usate ancora oggi (infilandole nei telefoni)", dopo il Vaticano abbiamo Cipro, con splendidi paesaggi naturali: e il Giappone nel suo tipico stile, con un personaggio di Angel Beats!, opera di animazione fantascientifico-surreale che parla dell'aldilà: Questa scheda testimonia anche il passaggio alla nuova banda magnetica corta.
    4 punti
  4. Continuo con temi sociali. Croce Rossa Italiana e Telecom per la campagna Nazionale a favore delle vittime delle mine. Saluti Alberto
    4 punti
  5. Buongiorno a tutti, @pietromoney la mia modesta 1816 con rombo dopo la data E niente dopo REX
    4 punti
  6. Comunque esiste un posto dove si può ancora telefonare come ai tempi d'oro della cartofilia: il Vaticano. Agli apparecchi a moneta sono affiancati quelli a scheda, e ancora oggi vengono emesse le relative carte a chip (che dal 2014 hanno sostituito quelle a banda magnetica). L'esemplare qua sotto a destra del telefono è dell'anno scorso. E per completezza aggiungiamo anche un prototipo di nuova scheda vaticana realizzato nel 2010, prima che si decidesse di abbandonare il sistema Urmet a banda magnetica:
    4 punti
  7. Facciamo un piccolo giochino...Pensate a una classica battaglia in stile giapponese tra due feudi nemici, come quelle che si vedono in alcuni film e serie TV. L'avete pensata? Beh...Scommetto che buona parte di voi ha sognato una battaglia con gli eserciti costituiti principalmente dai famosissimi guerrieri samurai, ma la realtà storica era ben diversa. Pertanto, in questa discussione analizzeremo un'ossatura "sconosciuta" degli eserciti giapponesi feudali: i fanti ashigaru. L'origine degli ashigaru Gli ashigaru, letteralmente "piedi leggeri", furono fanti impiegati nei conflitti del Giappone feudale dalla casta dei samurai. Qual è l'origine di questi fanti? Per rispondere a questa domanda bisogna dare uno sguardo alle origini dei samurai...Inizialmente i samurai servirono principalmente come arcieri a cavallo, tanto che i primi racconti non menzionano nemmeno le spade ed elogiano l'abilità con l'arco. La fanteria appiedata era costituita principalmente da agricoltori arruolati, non addestrati ed equipaggiati con i loro strumenti agricoli convertiti ad armi. Considerati dei non soldati, gli agricoltori arruolati non erano pagati e guadagnavano di razzie e bottini. Fu così che nacquero i primi nuclei di ashigaru. I contadini si resero presto conto che combattere le guerre poteva renderli più ricchi, e molti rinunciarono all'agricoltura per diventare fanti negli eserciti dei vari feudi. I primi racconti descrivono gli ashigaru come elementi pericolosi, mercenari, inaffidabili, ribelli e con un alto tasso di diserzione. È per questo motivo che gli ashigaru sono quasi sconosciuti, proprio perché gli scrittori giapponesi erano più interessati a scrivere storie sui samurai che ai mercenari contadini. Il culmine dello scempio fu il saccheggio e la distruzione di Miyako (l'odierna Kyoto) durante la guerra Ōnin (1467 - 1477). Nel periodo Sengoku (1467 - 1603) il modo di combattere cambiò dai numerosi duelli singoli al confronto tra formazioni disposte in ranghi. Pertanto, gli ashigaru diventarono la spina dorsale di molti eserciti feudali, trasformandosi a fanti semi - professionali ed equipaggiati. L'equipaggiamento degli ashigaru Come specificato precedentemente i primi ashigaru non avevano nessuna armatura e utilizzavano i vari strumenti agricoli come armi. Con l'inasprirsi delle guerre e il cambio del modo di combattere, i vari capi feudali iniziarono a equipaggiarli con armi migliori e armature economiche. Spesso erano armati con una lancia (yari) o un arco (yumi), ma molti portavano anche una spada (uchigatana) come arma da combattimento ravvicinato. Essenzialmente era una spada economica "usa e getta"; e la famosissima katana è un'evoluzione proprio di questa spada. Nel XVI secolo gli ashigaru furono equipaggiati anche con i tanegashima-teppō, un archibugio derivato da quelli portoghesi. Approfondiremo l'utilizzo delle armi da fuoco nella parte successiva. Per quanto riguarda l'armatura poteva consistere in un cappello conico (kasa), pettorali (dō), delle maniche rinforzate (kote), gambali (suneate) e cosciali (haidate). Il cappello conico poteva essere sostituito anche da un classico elmo giapponese (kabuto) o un cappuccio (tatami zukin). Nel periodo Sengoku la richiesta di armamenti aumentò a causa dei sempre più crescenti eserciti di ashigaru, aumentando così la produzione di elmi e armature semplici come la tatami. Inoltre, gli ashigaru, così come i samurai, portavano lungo la schiena un'asta con in cima uno stendardo chiamata sashimono, con lo scopo di facilitare l'identificazione durante la battaglia. Immagine da sinistra verso destra: cappello conico "kasa"; disegno recente di un gruppo di ashigaru; armatura di tipo "tatami" L'arrivo delle armi da fuoco I giapponesi utilizzavano armi da fuoco già da oltre due secoli, ma si trattava di rudimentali schioppi e cannoni derivati da modelli cinesi arcaici e superati. Come si arrivò a produrre un archibugio simile a quello portoghese? Devo dire che la storia è alquanto...bizzarra. Nel 1543 una nave cinese diretta verso l'isola di Okinawa con a bordo degli avventurieri e mercanti portoghesi fu costretta a ormeggiare nell'isola di Tanegashima a causa di una tempesta. La nave venne sequestrata e il signore dell'isola, Tanegashima Tokitaka, entrò in possesso di due archibugi. Capite le potenzialità di queste armi, Tokitaka affidò i due archibugi al suo armaiolo di fiducia, ma questo non riuscì a riprodurre il complesso scodellino dell'archibugio. Il problema si risolverà l'anno successivo, quando i portoghesi tornarono a Tanegashima portando un loro armaiolo che venne messo a servizio del daimyo dell'isola. Negli anni successivi la famiglia Tanegashima passò l'idea al potente clan Shimazu, ma in breve tempo anche altri clan si appropriarono dell'invenzione. La diffusione fu rapida e in soli 10 anni furono prodotti circa 300000 tanegashima-teppō. I samurai non disdegnarono l’uso degli archibugi, ma non si adattavano nel loro stile di combattimento. Per risolvere questo inconveniente i daimyō iniziarono a dotare i propri ashigaru con le nuove armi, anche perché richiedevano scarso addestramento per essere impiegati rispetto agli archi che servivano tanti anni di pratica. Il vantaggio degli archibugi fu decisivo durante la fine del periodo Sengoku. Un esempio è la battaglia di Nagashino (1575) dove i fucilieri ashigaru, appartenenti alla coalizione tra clan Oda e Tokugawa, vennero posizionati strategicamente da Oda Nobunaga e falciarono la temuta cavalleria del clan Takeda con colpi incessanti. Dopo la battaglia, il ruolo degli ashigaru negli eserciti venne riconosciuto e divennero un elemento essenziale pari ai samurai. I fucilieri ashigaru verranno utilizzati anche nelle invasioni della Corea nel 1592 e nel 1597, con un rapporto tra fucili e archi di 2:1 alla prima invasione e uno di 4:1 durante la seconda. Immagine da sinistra verso destra: stampa del periodo Edo con fucilieri ashigaru; stampa del periodo Edo che raffigura degli ashigaru indossare i "mino" sotto la pioggia. La fine degli ashigaru Con l'inizio dello shogunato Tokugawa (1603 -1868) l'arruolamento degli ashigaru iniziò subito a cadere in disuso. Sempre durante gli inizi del periodo Edo gli ashigaru rimanenti, oramai diventati professionisti, vennero considerati parte della classe samurai, nettamente più importante e prestigiosa, in alcuni feudi, mentre in altri rimasero tali. Così finì l'utilizzo dei "piedi leggeri", che da contadini mal equipaggiati e rozzi si trasformarono nel corso del tempo in fanti ben riforniti e disciplinati. Riprendo una bella frase finale su un sito storico straniero che rispecchia un po' tutta questa discussione: quando diciamo la parola samurai, non ci rendiamo conto che stiamo anche dicendo ashigaru. Spero che la discussione sia stata di vostro gradimento! Per qualsiasi dubbio o informazione scrivete pure! Alla prossima Xenon97 Gruppo di rievocatori vestito da ashigaru marciano in parata come parte della rievocazione della Battaglia di Sekigahara.
    3 punti
  8. Non credo sia un problema del tondello ma dell'impronta. Tieni presente che il metallo veniva riscaldato portandolo a temperatura quasi di fusione, per cui il metallo andava a occupare tutti gli incavi del conio compreso tutti i difetti che esso presentava.
    3 punti
  9. Questa monetina ci permette di aggiungere una nuova tessera nella costruzione di quell'enorme mosaico che è la monetazione sabauda. Come da titolo si tratta di un Viennese del II tipo del periodo di Carlo Il. La sua particolarità sta nelle sigle, TPP inedite sino ad ora su questa tipologia, che portano allo Zecchiere Pietro Paolo Porro che operava nella zecca di Torino. Nei primi anni di regno di Carlo Il la zecca di Torino era ancora appaltata a Giacomo Cassini, come sotto Filiberto Il, a cui subentrò appunto il Porro, probabilmente per meno di un anno, sostituito poi da Giacomo Dovetti. La coniazione di Pietro Porro fu probabilmente scarsa, visto la rarità delle monete che riportano le sue sigle, si possono trovare su uno scudo d'oro, due tipologie di testoni, tre grossi, parpagliole, quarti, forti ed ora si conoscono anche per i viennesi. Tutte queste tipologie con queste sigle sono abbastanza rare, come già detto, ma non conosco i rendiconti di battitura del periodo. Molti esemplari rintracciati del viennese presentano dei tondelli irregolari e, spesso, non permettono di leggere le sigle, in questo caso invece, sebbene il peso sia calante, 0,45 grammi, la moneta è bella larga da permettere la lettura di tutta la legenda.
    3 punti
  10. Ricordo anche io quei gigliati, visti anche in qualche convegno. Erano tutti uguali, ma questo non somiglia per niente a quelli falsi. Cmq è sempre bene parlarne soprattutto se si hanno dei dubbi.
    3 punti
  11. della serie mancava lei.. la sorella minore, per l'occasione ho sperimentato nuove soluzioni di illuminazione.. in particolare mi piacevano i risultati del dritto.. un mix di condizioni per cercare di combinare al meglio 3 fattori... 1 - rendere al meglio la tridimensionalità dei rilievi( visto che sono molto bassi); 2 - cercare di dare una illuminazione il più possibile uniforme.. per evitare antiestetiche zone d'ombra; 3- avere una illuminazione con l'intensità giusta per esaltare freschezza e brillantezza del metallo senza bruciature.. vi assicuro che combinare queste 3 cose insieme su questa moneta è una impresa veramente difficile per me. Dopo aver fatto la foto mi sono accorto che una parte bordo a destra non era sollevato abbastanza dal gommino, che appunto copre un po il bordo... allora ho cercato di ripetere la foto uguale,dopo averla sollevata un po... morale della favola non sono più riuscito a fare la stessa foto... come questa.. è proprio vero che questa moneta ha il fascino della maledizione ??
    3 punti
  12. Posto un ducatello a cui tengo particolarmente pur essendo di qualità media, dovevo già presentarlo qualche tempo fa' quando Arka postò un magnifico scudo della croce sempre di Silvestro Valier poi però mi sono perso altrove... Come detto già più volte i ducatelli di alta qualità sono abbastanza ostici e difficili da reperire, ecco quindi che personalmente pur essendo costato un " tantin massa " lo comprai per la collezione. Io poi in tutta onestà non mi sento di considerarlo comune il Valier.
    3 punti
  13. Buongiorno, posto di seguito due esemplari di anelli in pietra incisa che non possono non destare ammirazione circa la perizia degli artigiani che li crearono, al di là dei voli pindarici delle descrizioni scritte negli articoli (e in particolare, quella sul presunto anello di Caligola). NB: cliccare sul titolo per il reindirizzamento agli articoli. L'anello di Carvilio L'anello di Caligola Ciao Illyricum
    2 punti
  14. buona sera a tutti. con questo 9 cavalli di Filippo IV, per stasera concludo.LA cosa abbastanza strana e' che manca la terza cifra che compone l'anno 16 9. Dovrebbe essere un 2 ma non c'e'.
    2 punti
  15. Posto anche il 1629. Saluti Alberto
    2 punti
  16. Buonasera, @mariarosaria, posto il mio 9 cavalli di Filippo IV 1626 con la quarta cifra quasi abrasa. @Rex Neap può essere utile a Mariarosaria per confronto? Saluti Alberto
    2 punti
  17. Buonasera a tutti, anche io sono d'accordo con Lorenzo, @dareios it anzi aggiungerei che i campi sono la parte più alta (sporgente) del conio, e quindi è quella parte che in fase di coniazione spinge di più il tondello vergine. Spingendo di più nel tondello caldo diciamo che tende a "spianare" maggiormente eventuali imperfezioni (come i graffi di lima) rispetto ai capelli, che per esempio, sono la parte più alta delle moneta ma più bassa del conio. Spero di essere riuscito a esprimere chiaramente il mio pensiero.
    2 punti
  18. Ti scrivo solo un ulteriore informazione: dal 1628..... quindi 28/29 e 30 i contrassegni dei coniatori sono sempre avanti busto...negli anni prima o a fine legenda a destra o sotto il busto. Buona serata anche a te.
    2 punti
  19. No, Pietro non arriva neppure allo SPL ? Voglio impreziosire la tua discussione condividendo la mia INPANS, pochi pezzi conosciuti.
    2 punti
  20. Buona Domenica Artur, è l'ultimo che ti resta del rotolino? Fantastico! saluti luciano
    2 punti
  21. Qualsiasi commento inutile sul tuo Manin Arka....
    2 punti
  22. Sono monete da Mezzo Carlino, di Filippo III di Spagna; i primi due battuti all'inizio del suo regno, tra il il 1599-1606, Filippo è raffigurato giovanissimo, mentre il terzo, più adulto, tra il 1606 e il 1609. Quest'ultimo, non ha le sigle ed è più raro dei precedenti.
    2 punti
  23. Ciao Beppe, certo che possiamo darci del Tu? Per tendenza intendo dire da circa 2 mesi a questa parte ovviamente, ma inserisco anche il mese prossimo, poiche' sto guardando varie aste in corso dove gia' tra le offerte presenti, questa "tendenza" diciamo , e' la stessa. La tesi iniziale era comunque che, a mio avviso, l'incremento di prezzi o valore ci sara' per le monete in altissima conservazioni, poiche' l'andamento del mercato era gia' quello....ora che momentaneamente vi e' un 'offerta praticamente nulla per via della mancanza di aste battute, e anche nei mesi prossimi sara' comunque inferiore al passato per via del Lockdown che ha impedito reperimento, sara' molto difficile poter soddisfare la domanda che era e (sempre a mio parere) rimarra' alta. Questo e' il discorso relativo alle alte conservazioni....ne consegue il fatto , a dimostrazione che il mercato numismatico al momento e' in salute, in mancanza o scarsa proposta di questo tipo di materiale, la gente ,comprando ugualmente , si trova a contendersi cio' che vi e' ora sul mercato , ossia le medio-basse conservazioni. Da qui il fatto che monete, che fino a dicembre scorso magari sarebbe state invendute a "X" perche' rappresentavano un mercato in discesa, ora non solo vanno vendute, ma realizzano addirittura molto piu' di "X". Poi ovviamente se guardiamo al futuro mercato tra 6-7 mesi o 1 anno e ragioniamo su pandemia finita, il mio pensiero rimane quello di sempre, ossia quello che avevo prima dell'inizio di questa situazione......monete in altissima conservazioni che saranno sempre piu' richieste e non perderanno di valore ed uno scostamento dai prezzi delle monete in medio-bassa che sara' sempre maggiore. Quindi si, anche io ritengo che cio' che stiamo vedendo ora per le medio-basse conservazioni sia solo una cosa temporanea , dovuta principalmente alla mancanza di alte conservazioni. Una volta che torneranno ad essere proposte, la "battaglia" tornera' ad essere su queste Ciao Roberto
    2 punti
  24. Un evento importante per la nostra Telefonia : la Telecom subentra alla SIP , nella seconda scheda pubblicizza il servizio fax "Mosaico"
    2 punti
  25. Buonasera e buon weekend. Di recente ho migliorato l'esemplare che avevo in collezione...è la prima volta che cambio una moneta per migliorarla con Modena ma quando l'ho vista non ho potuto dire di no. Questa è una delle poche tipologie collezionabili di questo duca, in mistura. Il dritto risulta di conio un po più stanco a mio avviso, alcune lettere della legenda sono ribattute come se ci fosse stato un doppio colpo in fase di coniazione ed il conio risulti leggermente traslato....qualche traccia di nero al bordo, ossidazione da ritrovamento in un muro di casa a mio modo di vedere. Il vero punto di forza però è il rovescio....un'aquila davvero ben impressa, completa e ben centrata ed un'argentatura completa. Cosa ne pensate? Grazie a tutti quelli che lasceranno un parere o un commento e un saluto a tutti. Marco
    2 punti
  26. Buongiorno, nel mare di follis abbastanza standardizzato della Prima Tetrarchia, ovvero pre riforma, (per chiarire mi riferisco agli esemplari di diametro attorno ai 28 mm e peso attorno ai 10.08 g – ovvero 1/32 di libbra) troviamo più frequentemente i vari GENIO, per lo più sacrificante su altare (POPVLI ROMANI). Comunemente i “follis grosso modulo” non vengono molto apprezzati perché giudicati dai collezionisti “troppo ripetitivi”; in realtà come tutte le monetazioni hanno tutta una serie di specifiche e stili che ne caratterizzano le emissioni. Personalmente ho sempre provato per vari motivi un certo interesse per questi esemplari: innanzitutto perché il grande modulo (e proporzionalmente il peso) interrompe transitoriamente una tendenza alla riduzione che poi si ripresenterà nelle successive riforme e un po’ perché rappresentano un tentativo di innovazione (l’idea di Diocleziano di suddividere l’Impero in 4 settori non era pellegrina ma non teneva conto della fame di potere dei vari regnanti). Dopo questo preambolo, volevo cogliere l’occasione per mostrare proprio una di quelle tipologie di bronzi Prima Tetrarchia che escono dal vasto gruppo “GENIO” e testimoniano uno specifico evento storico. Siamo precisamente nel 293 d.C. . Diocleziano divide l’Impero in quattro parti rette da due Augusti (lui stesso per la parte orientale e Massimiano per quella occidente) e due “vice”, i Cesari Galerio e Costanzo I (Cloro). E’ da anni che Massimiano sta cercando di risolvere il “problema britannico” e di annettere nuovamente l’isola all’Impero Centrale. E l’attenzione per un settore inevitabilmente comporta il dover strascurare altri meno pressanti. In questo caso, il settore africano. I Berberi e le varie etnie a loro collegate, che fin dal 258-60 d.C. danno filo da torcere alle truppe romane di stanza (guidate da tale Faraxen, poi vinto e imprigionato) approfittano della ridotta presenza militare e nel 288 razziano i territori della Mauritania. Nel 289 il Governatore locale romano riesce a bloccare i disordini ma non in modo definitivo e in breve le incursioni berbere riprendono. Gli anni passano e Massimiano assieme al Cesare Costanzo Cloro riescono a portare a buon fine la riconquista della Britannia (296). Costanzo I Cesare, multiplo da dieci aurei, zecca di Treviri, 297 d.C. Dritto: FLVALCONSTA-NTIVSNOBILCAES. Busto di Costanzo I a d., con corona di lauro, corazza e paludamento trattenuto sulla spalla sinistra da una fibula. Rovescio: REDDITORLVCIS-AETERNA-E. L’imperatore, in abiti militari, con lancia nella destra, avanza a cavallo verso la personificazione di Londinium, inginocchiata fuori dalle mura della città, che lo accoglie con le braccia sollevate; sotto, LON. In primo piano, galera con quattro soldati che avanza sulle onde (del Tamigi?).
    1 punto
  27. Ah, ok... Sarà colpa di questa "clausura forzata" se mi sto rinc..... scusa?
    1 punto
  28. Aeee...forse mi sono espresso male.... ti ho scritto che sono R5 dove li troviamo altri ? ? Intendevo casi...su altre monete....nominali...in generale !!
    1 punto
  29. Sì, ho visto, conoscevo anche il Cane a due code. Non sono intervenuto per sicurezza, non volevo farlo prima di aver visto che piega potesse prendere la discussione: mi sto riproponendo di fare il bravo ragazzo ed evitare il più possibile il rischio di trovarmi coinvolto in scontri e casini vari, specialmente poi quando possono coinvolgere anche indirettamente personaggi politici che mi stanno ben poco simpatici. Comunque graficamente sono belle, molto simili ai fiorini originali.
    1 punto
  30. salve,condivido i miei 15 grana 1619 e 1648 rispettivamente di Filippo III e di Filippo iv
    1 punto
  31. Secondo il mio modesto parere questa moneta è stata battuta usando un conio leggermente arrugginito.
    1 punto
  32. Buonasera, @mariarosaria, ogni giorno sei una sorpresa, ogni giorno una moneta diversa, hai di tutto, non hai di che annoiarti a quanto vedo, ripeto non sono un esperto, ma hai delle monete interessanti, qualcuna curiosa come la seconda che hai postato e che mi sono permesso di ingrandire, noto un interessante ribattitura o come possiamo definirla? @Rex Neap, @gennydbmoney, @Rocco68 Saluti Alberto
    1 punto
  33. Probabilmente hai azzeccato la prima... ma si vede una sola faccia. La seconda probabilmente un peso monetale francese..
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  34. Buonasera a tutti, posto una piastra del 1856 con variante "torrette rovesciate", che grado di rarità le attribuite? Grazie in anticipo, saluti.
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  35. Che fortunato! Sono curioso delle altre due rimanenti stampe, ma per sicurezza manda le foto tramite messaggio privato così non rischiamo di andare verso l'off - topic. Ti ringrazio Doge!
    1 punto
  36. 1 punto
  37. @Asclepia difficilmente cambierai una moneta del genere...!!! Anche io in alcune occasioni ho avuto occhio e fortuna nel portare a casa monete rare, e pagate "pochissimo" in virtù delle foto che ne penalizzavano la reale valutazione. Quindi non sempre il prezzo pagato, fa la rarità e la moneta, almeno sul noto sito è cosi. Discorso diverso invece è nelle aste on-line e peggio ancora nelle fiere e convegni dove spesso la moneta la paghi anche il doppio del suo reale valore di mercato.
    1 punto
  38. Complimenti per l'ottimo pezzo aggiunto in collezione. Molto bello. Saluti Marfir
    1 punto
  39. Controllo il diametro della mia. Confermo che nessuna delle 4 arriva ai 38 mm
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  40. Buongiorno e buona domenica a tutti, anche oggi una scheda telefonica a tema sociale. Lega Italiana delle Associazioni per la lotta contro la fibrosi cistica. Saluti Alberto
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  41. 1 punto
  42. Ciao @Xenon97, ho da poco acquisito alcune stampe giapponesi a sfondo guerresco e vorrei un tuo parere. La prima che posto dovrebbe essere del periodo Meji, opera di Ogata Gekko 1859-1920.
    1 punto
  43. Per me e’ probabile che sia un falso anche per titolo forse ha avuto una argentatura superficiale
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  44. Ciao @vv64, l'esemplare è in effetti curioso: dalla legenda in apparenza fittizia e dal titolo d'argento che dalla foto sembrerebbe piuttosto basso considerando l'emissione, mi viene da pensare ad un falso.
    1 punto
  45. Altra monetina portata a casa è questo reale del 1790, non bellissimo, questo si vede, ma data non facile da trovare, a un prezzo onesto ci può stare in collezione... poi magari con pazienza si potrà migliorare. Sono comunque monete che hanno fatto il loro lavoro, quindi, se classificabili, io non mi sento di disprezzare..
    1 punto
  46. Piccolo bronzo del tardo impero romano dovrebbe essere una Securitas Reipublicae oppure una Salus Reipublicae vista la figura della Vittoria al rovescio. Se mandi la foto del diritto si potrebbe tentare di riconoscere quale imperatore visto che queste tipologie sono state emesse da piu' di un imperatore. saluti maumo
    1 punto
  47. Argomento @Xenon97 interessante e ben documentato . I due armati appiedati che, nel dettaglio del rotolo, seguono il giovane samurai a cavallo, potrebbero assimilarsi a degli ashigaru ?
    1 punto
  48. Salve, questa non é una moneta, si tratta di un gettone del casinò di Campione, che aveva iniziato a produrli a partire dal 1950. Sembrerebbe d'argento ma andrebbe verificato. Per completezza, allego una bella discussione sul tema
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  49. Aimè anch'io rimpiango i bei mercatini e mi sono consolato riguardando più e più volte i vecchi acquisti in questi giorni... Ma oggi voglio condividere con voi una nuova arrivata nella mia collezione che mi è stata regalata dalla mia ragazza, nella sua fantastica lungimiranza, prima dell'emergenza come anticipo di regalo di compleanno e che ho aperto solo oggi; giorno appunto del mio compleanno? Un 3 centesimi 1808 Milano. Una moneta semplice ma bellissima oltre che per patina e rilievi per l'emozione di poter accogliere un nuovo tondello in collezione anche in questi giorni e per il valore della persona che me l'ha regalata...
    1 punto
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