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  1. L. Licinio Lucullo

    L. Licinio Lucullo

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 05/02/20 in tutte le aree

  1. Posto un'altro quarto di scudo della croce entrato da poco in collezione. Marco Foscarini. Ex collezione Zoppola e ex collezione Gnecchi. Conservazione q. Fdc.
    6 punti
  2. Certo che le mie foto fanno proprio pietà... Provo con un'altra...
    5 punti
  3. Io credo che si debba tener conto di un fattore essenziale e poco indagato: coniare il bronzo era antieconomico. Teniamo conto, infatti, che Roma emetteva moneta per pagare le forniture di beni e servizi allo Stato, non per regolare il mercato della società civile, e che tali forniture comportavano soprattutto importi elevati: appalti pubblici, derrate alimentari e giochi circensi per il popolo, stipendium delle truppe (che, ricordiamolo, veniva solo conteggiato per mesi, se non per anni, e poi elargito a fine campagna). Ne consegue che gli spiccioli non erano indispensabili, per le esigenze del governo. Tanto premesso, immaginiamo cheoccorrano 1.000 denari e che uno schiavo sia in grado di battere 1.000 monete in un certo lasso di tempo. E’ evidente che per ottenere quel valore in denari basti uno schiavo solo, in assi ne occorrano 16 e in quadranti addirittura 64: il costo di produzione aumenta vertiginosamente, tenuto anche conto che lo stesso identico incremento di risorse umane si verifica anche per la preparazione dei tondelli. Ma v’è di più: esiste il problema del trasporto. Il metallo prezioso infatti non “nasce” a Roma, deve essere là trasportato. Tanto che provenga da bottini di guerra o da miniere, deve arrivare a Roma su navi mercantili e carri trainati da buoi. Nel 146 a.C., quando Antestio Gragulo emette l’ultima serie regolare di bronzi per i successivi 40 anni (RRC 219), un denario pesa circa 3,5 g, un asse circa 24 g e un quadrante circa 8 g (avviso per i tecnici: ho scritto valori mediani fra i pesi censiti oggi, non standard ponderali teorici). Ne consegue che per ottenere il valore di 1.000 denari sarebbe stato necessario trasportare a Roma 3,5 kg d’argento oppure 384 kg di bronzo ... o addirittura 512 kg di bronzo se si desiderava monetarli in quadranti. Fate voi. E considerate che gran parte del metallo monetato proveniva dal bottino di guerra (vd. Clare Rowan, Profits of war and cultural capital silver and society in republican Rome), previamente mostrato al popolo sui carri che seguivano la pompa trionfale. Ve l’immaginate trasportate via nave attraverso il Mediterraneo tonnellate e tonnellate di bronzo, per poi mostrare al pubblico romano una montagna di metallo color verde rame? Non sarebbe stata più economica, e più impressionante alla vista, una catasta di lingotti d’argento, ottenuta rivendendo in loco il bottino in bronzo (così come spesso si rivendevano schiavi e armenti sottratti al nemico)? Non è un caso che nelle società moderne le banche centrali emettano solo cartamoneta, mentre gli spiccioli siano stati “sdegnati” e lasciati a istituzioni differenti (le zecche). Gli spiccioli non servono al Governo, ma ai cittadini, per cui uno Stato privo di funzioni sociali (com'era la repubblica romana guidata dall'aristocrazia) se ne può disinteressare
    5 punti
  4. @Asclepia Se non avevi ancora questo pezzo in collezione a mio parere hai fatto bene ad acquistarlo. Ora hai un nominale con cui fare confronti per migliorare , come dice giustamente @gennydbmoney . Anche a me la legenda sembra spaziata più del mio pezzo che posto per confronto
    4 punti
  5. Se tutto quel che è evidenziato è stucco, più che restauro la chiamerei ricostruzione....siamo ben oltre il lecito altrimenti potremmo ricostruire più o meno qualsiasi cosa e spacciarla per restaurata , mettendo in circolazione parecchio stucco metallico al prezzo di buon bronzo antico....non mi pare corretto... quando una moneta subisce ricostruzioni così estese è da mettere in dubbio il fatto che sia ancora considerabile come autentica o se vada descritta come “replica su base antica” come i vasi le cui parti originali siano inferiori ad una certa percentuale... Io certe operazioni le classifico come falsificazioni ”tout court” ....
    4 punti
  6. Buongiorno a tutti. era da un po’ di tempo che non ci si sente. Grazie @babelone, dell’invito a contribuire in questa interessante discussione. saluto i nuovi utenti e i “nonni” . Sul merito degli interventi, personalmente chi ha impasticciato questo sesterzio di Macrino, sarà solo un dilettante ai restauri. In mani mie o da @vitellio ( che salutò con un abbraccio) , sarebbe stata un’altra moneta. Peccato !! saro sempre critico sugli interventi incapaci , che creano lati negativi e a far sì, che i collezionisti di queste monete, li odiano e li discriminano, con questi risultati.
    4 punti
  7. Certo, questa è una discussione teorica. Quali indizi ci sono che effettivamente la coniazione del bronzo fosse ritenuta anti economica? Io (che, ricordo per chi non mi conosca, sono solo un appassionato, non uno studioso, per cui potrei scrivere grosse castronerie) ne vedo tre. Uno è il progressivo inaridimento dei nominali enei repubblicani: le emissioni diventano sempre più rarefatte e i singoli esemplari di ogni emissione sempre più rari. Il secondo è il fenomeno della monetazione provinciale. Si vede bene dalle emissioni locali che quando Roma assoggettava una comunità in Italia o in Occidente, fatte rare eccezioni le toglieva il diritto di battere l’argento, ma l’emissione del bronzo continuava, spesso addirittura con in nomi dei magistrati romani iscritti sopra (e quindi con carattere di semi ufficialità). Lo vediamo in molte cittadine italiche federate, poi in Sicilia occidentale con gli assi attribuiti a Panormos (ma più probabilmente emessi a Lylibaeum) e con la monetazione siracusana posteriore alla cattura della città, poi in Sardinia, infine grandemente nelle Hispaniae. Anche in Oriente l’emissione dei bronzi continua, anche là recano spesso i nomi dei magistrati romani (si pensi, uno fra tutti, al bronzo SNG Cop. 1316), però ai fini del nostro discorso sono meno probanti perché alle città di cultura greca Roma lasciò anche il diritto di coniare l’argento (come le emissioni delle Merides macedoniche o i cistofori asiatici), in segno di rispetto per la cultura greca e, sicuramente, perché il fiorente e ricco mercato locale non avrebbe potuto essere sostenuto con il solo argento repubblicano. Ora, la privazione del diritto di coniare l’argento costituiva sicuramente un’imposizione dell’imperio romano. Ma allora perché non togliere anche il bronzo? Risposta (secondo me): perché con il costo del trasporto (da Roma alla provincia) la fornitura di monete enee diveniva del tutto anti economica. Immaginate: non solo era stato necessario trasportare a Roma tonnellate di bronzo grezzo, anziché pochi chili d’argento; non solo erano state impiegate centinaia di schiavi per monetarlo, anziché poche decine; ma poi occorreva riportare il numerario in Sicilia, o in Hispania Citerior ... pagando il trasporto di tonnellate di monete enee! Considerato che i mercantili potevano affondare o essere assaltati dai pirati e che le carovane di carri potevano essere sottratte dai predoni (come effettivamente accadde per il famoso oro gallico) è possibile che il costo da sostenere per far arrivare una moneta bronzea ai confini occidentali del dominio romano fosse superiore al valore della moneta. In questo caso, le leggi dell’economia diventano implacabili e non c’è ragione politica che tenga: il mercato si arrangia. Un secondo indizio dell’anti economicità della coniazione enea è rappresentato da ciò che accadde nella seconda metà del I secolo a.C. I governanti che volevano dare una parvenza di stabilità al loro regime, in un contesto di agonia del regime repubblicano, cercarono di monetare il bronzo (evidentemente, al fine di ingraziarsi l’opinione pubblica, che ormai aveva un bisogno disperato di spiccioli), ma sostanzialmente i loro tentativi fallirono. Cesare commissionò due emissioni isolate nel 46/45 (RRC 476 e, io credo, RRC 550) e non ripetè il tentativo nel 44, malgrado l’ingentissimo volume di oro e argento avviato alla monetazione quell’anno. Ottaviano provò con una comparabile emissione a suo nome (RRC 535) che, anziché diffondersi, fu subito copiata, con qualità scadente e peso inferiore, in giro per l’impero (le “imitative” della serie 535 sono diffusissime, talvolta difficili da distinguere dagli originali, talaltra di fattura quasi barbarica). I figli di Pompeo cercarono di dichiarare la loro fedeltà alla tradizione repubblicana emettendo monete con i tipi dell’asse (RRC 471 e 479), ma la variabilità di stili e, soprattutto, di pesi attestano di un esperimento che ebbe vita difficile. Soprattutto, Antonio. Antonio volle distinguersi reintroducendo un’intera e organica serie di “spiccioli” bronzei, la bellissima serie navale. Risultato? Le emissioni furono rare, il peso calò drasticamente da un anno all’altro e infine le monete non furono più prodotte. Si noti che il calo di peso contrasta con l’aspirazione di andare incontro alle esigenze del popolo, perché fa diminuire l’accettabilità della moneta sul mercato: quindi, solo ragioni di antieconomicità possono esserne state la causa. Non è un caso che la situazione si sia sistemata solo con l’instaurazione del regime che oggi chiamiamo “imperiale”, sotto Augusto. Solo un potere stabilizzato e lungimirante poteva pensare a produrre spiccioli, per andare incontro alle richieste della società civile, sostenendo l’allargamento del delta costo di produzione/valore del prodotto. È peraltro interessante notare che Augusto affidò al Senato la monetazione del bronzo, riservando a sé quella dell’argento e dell’oro: chiaro segno, secondo me, che era nota la differente funzione dei due tipi monetali (per il mercato della società civile il primo, per le finanze dello Stato il secondo)
    4 punti
  8. Nel testo di A. Travaglini "Inventario dei rinvenimenti monetali del Salento" Roma 1982, a pag. 175 c'è la lista delle monete e la collocazione è indicata come incerta. A questo punto temo che non si sappia realmente dove siano collocate.
    3 punti
  9. Bernardo Santalucia in Studi di diritto privato romano (1994), p. 82, sostiene che con la sua riforma Gratidiano avrebbe introdotto un sistema a cui i cittadini avrebbero potuto rivolgersi per riconosce la moneta buona da quella suberata/di bassa lega; inoltre avrebbe previsto delle pene contro chi commetteva il reato di far circolare moneta suberata. Per questo sarebbe stato adorato dal popolo quasi come una divinità. Santalucia sostiene che non sia accoglibile la teoria di Mommsen, che sosteneva che l’editto avesse l’obiettivo di togliere dalla circolazione le monete suberata di Druso; nè lo sia quella di Crawford, il quale ritiene che l’editto avesse l’obiettivo di ristabilire il rapporto di cambio tra asse e denario (visto che la testimonianza di Plinio sembra parlare di altro). Tantomeno è ritenuta plausibile la teoria di Lo Cascio, che invece sostiene che Gratidiano abbia previsto per la prima volta un “corso legale” della moneta - nota 19, pp. 82-83. Allego le pagine per un pronto riscontro, ma il libro è visionabili su google books:
    3 punti
  10. Grazie, il prezzo ci può anche stare ma poi ti stancherai e vorrai migliorarlo, allora io consiglio di aspettare e prenderlo più bello... È anche vero che il prezzo sarà più alto ma con un po' di fortuna si può fare un buon affare, è una moneta che ogni tanto appare in discreta conservazione, quindi vale la pena aspettare... Ci tengo a precisare che la mia non è una sorta di denigrazione verso le monete in bassa conservazione, anzi, in collezione ho dei veri rottami che amo al pari dei FDC, ci sono tipologie monetali in cui bisogna accontentarsi, un po' per la quasi impossibilità di reperirli in alta conservazione e un po' perché poi costano un occhio della testa, ma la moneta in oggetto non rientra in questa casistica... Ovviamente mi riferisco a monete in conservazioni tra un buon BB e un uno SPL o quasi...
    3 punti
  11. Molto interessante, @L. Licinio Lucullo! Purtroppo non ho alcuna competenza per esprimere un parere: azzarderei a dire che un collegamento potrebbe esserci, ma potrebbe anche essere una banale coincidenza. Proviamo prima a capire qualcosa di più sulla riforma di Gratidiano? Nel pomeriggio cerco qualche articolo...
    3 punti
  12. Ora, come si collega tutto questo con la crisi del debito? Non ne ho idea. Forse la mancanza di spiccioli aggravava i debiti, perché gli importi venivano arrotondati al massimo, ma non credo che fosse un effetto rilevante: i volumi dei debiti che leggiamo nelle fonti sono talmente elevati che poco avrebbe cambiato un arrotondamento da 500 denari e 8 assi a 501 denari. Certo, può anche darsi che una serie di arrotondamenti da 8 assi a un denario, cumulativamente considerati, comportasse la duplicazione del debito complessivo di un piccolo coltivatore diretto ... Mi sembra, più che altro, che entrambi i fenomeni (crisi del debito e inaridimento della monetazione enea) siano effetti di una medesima concausa, ovvero il disinteresse del governo aristocratico per le esigenze della popolazione meno abbiente. La contemporaneità di essi potrebbe spiegarsi in questi termini, piuttosto che come indice di una reciproca interazione. Sempre - ci tengo a ripeterlo - parlando da ignorante.
    3 punti
  13. Buonasera a tutti volevo condividere questa piastra di Ferdinando IV del 1787, non tanto per la conservazione ma per la particolarità della legenda HSSPANIAR. Qualcuno ne ha altre da condividere?
    3 punti
  14. Buongiorno valutavo l'acquisto di questo 8 tornesi, non sono espertissimo nella quotazione di sti pezzi...la conservazione è bassa siamo sul MB con colpi e tutto il resto, mi attirava per la legenda più spaziata (IV. D. G. ) e per l'assenza del punto dopo FERDINANDUS...mi dite la vostra @Rocco68 @gennydbmoney e chiunque altro ne capisca...grazie ed ecco le immagini
    2 punti
  15. Concordo con Giovanni, anche io credo si tratti di una grossa macchia di cuprite e non di stucco, difatti si intravede la lettera M non rifatta e questo è molto importante perché è quasi impossibile rifare le lettere sullo stucco secondo lo stile dell'epoca. Ho guardato anche il diritto e purtroppo con la pulitura lo hanno deturpato soprattutto sulla bocca, mento ed occhio.
    2 punti
  16. Ciao @roby14, certo la foto non aiuta tanto, e già sfocata così, se si ingrandisce, sfoca di più. Probabilmente si tratta di cuprite legata con sedimenti e che per la sua durezza, nessuno ha tentato di toccarla. Purtroppo la cuprite, spesso se si tenta di eliminarla ( solo con bisturi) sotto i piani , vengono fuori crateri di diversa entità. A volte il gioco non vale la candela. pertanto se si lascia cosi, non succede niente ,se non prende umidità.
    2 punti
  17. Nell'immagine sotto, per esempio, sono raffigurati (non in ordine) un ospedale, una villa di campagna, un museo ed una università, sono delle strutture per nulla famose, ce ne sono a decine di migliaia in tutto il mondo edifici su per giù strutturati in questo modo, esistono anche delle fabbriche manifatturiere del XVIII/XIX secolo che gli somigliano tantissimo. Secondo me devi intervenire tramite pulizia (non ti so suggerire come ma @sandokan ti ha consigliato un metodo) per poter fare affiorare qualcosa di scritto sulla medaglia, diversamente è come cercare una specifica goccia d'acqua nell'oceano.
    2 punti
  18. complimenti a tutti,il mio 16 e' piu' modesto https://ibb.co/pQ0G8N1 https://ibb.co/LrxQ9wW'
    2 punti
  19. Da restauratore, penso che una moneta antica, su questi esempi " Sesterzi", credo che tutto quello che si crea negli anni, ( patine, incrostazioni, sedimenti calcarei, ed altro; io lo considero "estraneo" e andrebbe asportato, ove e possibile. Poi se vogliamo fare degli apprezzamenti sulle patine, questo e un altro discorso. C'è a chi piace al naturale e ci sono le monete Tiberine, c'è chi piace come la naturale coniatura, l'ha creata, c'è chi desidera una patina verde compatta lucida. Purtroppo, bisogna tener conto, che ci sono anche le corrosioni e qui si complica tutto, poiché nel tentare di pulire, vengono fuori crateri, a volte con cancro e depressioni notevoli dal piano. Sicuramente è tutto un casino complicato. Ecco perché, quando arriva sul mercato un sesterzio considerato " mosca bianca" o è patinato o non , i prezzi vanno alle stelle. Sui restauri, magari ci inoltriamo nei prossimi post, perché anche qui è un gran ( bel ) casino. allego qualche "mosca bianca" tanto per farci gli occhi ed apprezzare i dettagli per come e quello che un grande Maestro Incisore, a voluto immortalare, trasmettendoci vere emozioni. CERTAMENTE IN QUESTI DETTAGLI, NON SI SAREBBERO VISTI COSI NITIDE, CON PATINE SPESSORATE.
    2 punti
  20. Dipende da quanto ha lavorato il conio, se ha lavorato poco , i fondi sono liscissimi, a volte quasi a specchio, poi si deforma e lascia le ondulazioni.
    2 punti
  21. Per l'ottavo di scudo da 17 1/2 soldi devo ricorrere a una moneta già postata in un'altra discussione. E' l'ottavo di scudo di Francesco Erizzo (1631-1646) che fu anche il primo a conare queste monete. Solita iconografia ma con 17 1/2 in esergo. Peso 3,84 grammi e diametro di 26 millimetri (rif.: Zub-Luciani 87.1). Il massaro è MA M, ovvero Marcantonio Malipiero. Questo esemplare è proveniente dalla collezione Zoppola. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  22. Buongiorno. Aggiungo le foto del mio tarì, il simbolo mi pare lo stesso rispetto ai vari esemplari visti in questa discussione. Buona giornata e buon fine settimana a tutti. Rovescio e dettaglio del simbolo.
    2 punti
  23. Wow ma che bella discussione!! Grazie @Matteo91 e soprattutto @L. Licinio Luculloper le interessantissime informazioni! Ora ne so qualcosa in più!
    2 punti
  24. 11. 1 cent 1889 H di Charles Brooke. Come promesso, oggi vi mostro un altro esemplare della mia piccola collezione a tema. Si tratta di un centesimo emesso da Charles Brooke nel 1889, moneta coniata in bronzo, con peso di 9,33 grammi e diametro 29,29 mm. D : Al diritto abbiamo la testa volta a sinistra del secondo Rajah, con intorno la denominazione C. Brooke Rajah; R : Il rovescio presenta, al centro, una corona di alloro contenente il valore, con in alto l'indicazione dell'autorità emittente e la data in esergo, proprio sotto il fiocco troviamo il segno di zecca; Come abbiamo avuto già modo di vedere questa tipologia è stata coniata dal 1870 al 1891, prima di essere sostituita con il nuovo centesimo forato al centro. E' opportuno rilevare che, proprio a partire dal 1889, su questi centesimi inizia ad apparire il segno di zecca, una piccola H identificativa della Ralph Heaton Mint di Birmingham, ciò perchè nell'anno precedente era stato istituito il protettorato britannico su Sarawak e pertanto la responsabilità per ordinare le monete necessarie per il fabbisogno nazionale era stata demandata alla British North Borneo Company con sede a Londra. Pertanto il centesimo del 1889 si può trovare sia con il segno di zecca che privo di esso. Per tale millesimo abbiamo una tiratura di 535.000 esemplari senza il segno di zecca e di 2.675.000 esemplari con il segno di zecca, si tratta quindi di una data abbastanza comune, tuttavia sono molto soddisfatto dello stato di conservazione di questo esemplare, al di sopra della media per il tipo, spero che vi piaccia.
    2 punti
  25. Ciao @gennydbmoney...e grazie dei intervenire...27 eurini...più la spedizione che dici? Intanto complimenti per il tuo esemplare, bel pezzo davvero
    2 punti
  26. Ciao, anche il mio esemplare non presenta il punto(più che un punto è un piccolo rombo) dopo FERDINANDUS, per la distanza tra i caratteri mi ci soffermo poco, tendo generalmente a guardare la lunghezza totale della legenda, infatti nel mio è più corta... Per rispondere alla tua domanda ti consiglierei di acquistarlo solo se il prezzo fosse proprio irripetibile...
    2 punti
  27. Grazie per i tuoi interventi @L. Licinio Lucullo. Sicuramente non sono interventi da ignorante in materia (in questa discussione quel ruolo spetta a me :) ). Penso che l’antieconomicità nella produzione di moneta bronzea sia uno dei motivi per cui il governo se ne disinteressó, se non l’unico motivo. Non conosco nulla della crisi del debito della Roma Repubblicana, però la mancanza di circolante potrebbe aver costretto le persone a comprare “a credito”, per poi trovarsi a non poter ripagare i debiti contratti. Qualcosa di simile è avvenuto nel Cile di fine ‘800, che ho già raccontato in altra discussione a cui rimando per non essere ripetitivo e risultare noioso (e forse è successo anche a a Firenze nel ‘300?): https://www.lamoneta.it/topic/187255-crisi-monetaria-di-firenze-del-xiv-secolo/ Insomma, lungi dal voler banalizzare e pretendere di confrontare fenomeni così lontani nel tempo. Mi chiedevo soltanto se circostanze simili (carenza di circolante e crisi del debito) possano essersi verificate in più occasioni nel corso della storia e se queste abbiano fatto comodo a qualcuno a scapito di altri.
    2 punti
  28. Buongiorno a tutti !!! un benvenuto innanzitutto al nuovo utente @Lucretiu del quale condivido in pieno il pensiero di discussione aperta a tutti con libertà di opinioni e rispetto verso gli altri, mi permetto a tal proposito visto che @vitellio è già intervenuto, di invitare alla discussione altri due esperti @gionnysicily e @Tinia Numismatica che,se ne hanno voglia, con la loro esperienza potrebbero dare un valido aiuto a questa discussione, anche se ho visto che stanno lottando su un altro fronte per fare capire ad un utente quello che probabilmente sta considerando in modo errato. Per adesso posto le foto del sesterzio di Macrino per discuterlo....purtroppo, ha subito degli interventi di restauro, che ho evidenziato, che non si possono dire che siano il massimo...nel suo complesso in generale la moneta ha subito una discreta pulitura che per fortuna è riuscita a recuperare alcuni dei dettagli principali senza deturparli. Sono dovuti purtroppo intervenire anche di fronte al viso,abbassando un pò il piano, e sulla fronte per probabili processi corrosivi o depositi stratificati di patina ma non lo hanno fatto con cura,le stuccature non sono state armonizzate con il resto della moneta,probabilmente si sono trovati di fronte a del cancro che hanno dovuto prima pulire a fondo, creando naturalmente dei crateri, che poi hanno dovuto stabilizzare. Una volta stabilizzate le corrosioni hanno proceduto a questa stuccatura non ottimale,personalmente,visto il risultato poco piacevole di queste stuccature, mi sarei fermato alle corrosioni stabilizzate. Nella foto in bianco e nero si possono notare gli interventi.
    2 punti
  29. Buongiorno a tutti, @Litra68 @giuseppe ballauri, ho fatto le foto ai mezzi Tornesi del 1853 1854....quelli con la capoccia grande ?... Come direbbero a Napoli: 'o Capocchione! Il pezzo di Alberto dovrebbe essere il Magliocca 804.... Un bel R3! Tutti i mezzi Tornesi del 1854 che ho potuto visionare fino ad oggi presentano la cifra 3 corretta a 4 e molti riportano il rovescio con ribattiture di lettere e anche di numeri, e questo potrebbe essere il caso del pezzo di Alberto in cui si intravede bene la barretta orizzontale del 3. Un caro saluto, Rocco.
    2 punti
  30. buonasera, Argomento molto interessante che seguirò con interesse,e se mi è permesso vorrei esprimere il mio personale parere (e solo quello) a riguardo delle patine degli sesterzi. Sono assolutamente contrario al restauro,e non sono un amante delle patine in generale,e men che meno delle patine sui bronzi per una serie di motivi che andrò ad elencare. A mio parere personale dire che la patina rende a priori una moneta piena di fascino e storia mentre una moneta spatinata è una moneta deturpata è falso,o quantomeno è interpretativo basandosi su semplici opinioni personali che non dovrebbero in alcun modo influenzare il valore che la moneta ha;ne storico,ne tanto meno economico.Faccio dei esempi banali(ne sono cosciente,ma giusto per rendere l'idea):Se compro una machina nuova o una fuori serie non è che smetto di lavarla e pulirla internamente perché tra 100 anni quella macchina ora mai antica è diventata magari da collezione e mi piace vedere i funghi che sono cresciuti nel frattempo sui tappetini e l'edera sul cruscotto crepato dal sole...anzi,vorrei che quella macchina anche tra 100 anni fosse quanto mai vicina allo stato originale in quale si trovasse al momento dell'acquisto e me ne prendo cura...la spolvero,aspiro,la lavo,metto la cera sulla vernice,la proteggo dal sole e dai temporali,etc.Sbaglio?Oppure amo le macchine d'epoca e ne trovo una in pessimo stato,non la lascio sui mattoni e arrugginita perché i buchi nella carrozzeria o i sedili marciti dal tempo la rendono più bella o fascinante...anzi,cercherò di restaurarla e portarla il più possibile allo stato originale. Idem per le mie monete.In secondo luogo se fossi un chimico o studiassi mineralogia allora sarei interessato alla creazione delle patine e all'interazione di elementi atmosferici,chimici,ambientali,etc....ma sono un numismatico,o quanto meno un appassionato e mi interessano le monete in primis,cioè averle e studiarle quanto più possibile vicine allo stato in qui furono coniate...che siano rovinate,consumate dal tempo,ma pulite,quanto più possibile vicine a quando videro la luce,per poter cogliere e apprezzare al meglio ogni minimo dettaglio di questi piccoli grandi capolavori che sono i nostri ben amati sesterzi.Posso capire e accettare una patina leggera che si forma su una moneta in argento,oppure l'ossidazione superficiale dell'oro antico...sono patine in genere leggere che non intaccano o influiscono sul dettaglio stesso della moneta ma anzi,in alcuni casi ne risaltano la bellezza.Non è cosi per gli sesterzi in bronzo (quelli in orichalcum sembrano soffrire meno visto un più alto contenuto di zinco),che per la maggior parte hanno una patina spessa e ruvida che oltre a reputarla a mio avviso insidiosa in quanto terreno fertile per sviluppare e camuffare un possibile cancro del bronzo presente o futuro,nasconde del tutto in alcuni casi e quanto meno gli rende "sfuggevoli" in altri,piccoli particolari e dettagli che su una moneta assolutamente assente da patina si apprezzano in tutta la loro bellezza rendendo il giusto omaggio a chi della preparazione dei coni si occupava...un arte mai più raggiunta se non in era moderna. Ripeto,questo e solo il mio parere personale rispettando quello opposto di chi le patine nelle loro varie forme,colori e spessori le adora.Ho voluto riportarlo in quanto negli ultimi anni vedo sempre più spesso monete senza patina trattate e deprezzate come se fossero di serie "b" rispetto alle sorelle che fanno ora mai a gara per mostrare quella più posata,o più sgargiante,o più ricercata...Come dite voi in Italia: "l'abito non fa il monaco" e in questo caso una bella patina non per forza fa bella una moneta... complimenti per il post e spero possa uscirne una discussione pacata e costruttiva aperta a tutti,dove si possa scambiare amichevolmente pareri e opinioni senza suscitare l'irattibilita e scandalizzare l'opinione degli "esperti". saluti, Lucretiu.
    2 punti
  31. Stannard, pagina 105: The earliest sign of the crisis is the deliberate importation and use of two blocks of foreign bronze coin, towards the middle of the 2nd century, both from polities outside Rome’s control: Kos and Ebusus; there is a further imported block, in the 1st century, from Kyrenaika. With Suzanne Frey- Kupper, I have described this phenomenon in detail elsewhere, [35] and have proposed a check-list of diagnostic criteria for distinguishing such blocks from the more general flow of coins between different places, as a result of trade, military campaigns, and travel;[36] I will not repeat these arguments here. Nella nota 35 é precisato, come già hai scritto, che l’ipotesi dei legami commerciali è stata scartata.
    2 punti
  32. Pontificato di Pio IX - Medaglia straordinaria dell'Anno XXVI emessa il 10-09-1871 per Giubileo Pontificio (Bartolotti XXVI-10) e il raggiungimento dei convenzionali anni di papato di San Pietro. Al Dritto: (sul contorno le parole tratte dal Vangelo di Matteo contenenti il primato di Pietro) TU . ES . PETRUS . ET . SUPER . HANC . PETRAM . AEDIFICABO . ECCLESIAM . MEAM la Statua di San Pietro Apostolo (bronzea conservata all'interno della navata centrale della Basilica Vaticana attribuita ad Arnolfo di Cambio) vista di prospetto, seduto in trono, benedicente, regge le chiavi al petto in esergo: TIBI . DABO . CLAVES . REGNI = CAELORUM al Verso: la Cattedra di San Pietro (scenografica e stupefacente opera di Gian Lorenzo Bernini nell'abside della Basilica Vaticana) di prospetto con seduto il pontefice sul trono; lo scranno con il Papa è il centro della composizione in quanto simbolo del potere ed è sormontato dalla Colomba dello Spirito Santo raggiante e immersa tra le nuvole, in basso due volute sollevano il trono dalla base, ai lati quattro Dottori della Chiesa, in primo piano Sant'Agostino e Sant'Ambrogio (con mitre e piviali) e in secondo piano Sant'ANASTASIO e San Giovanni Crisostomo a capo scoperto in esergo: PIUS . IX . PONTIFEX . MAX . = PETRI . ANNUS . IN . ROMANA . SEDE = UNUS . SUPERAVIT = X . KAL . SEPT . MDCCCLXXI Note: -la rappresentazione della Cattedra di San Pietro in questa medaglia ha diversi particolari differenti rispetto all'originale: nella medaglia oltre al Papa seduto in trono mancano i Cherubini attorno alla colomba e i due putti sorreggono le chiavi e non il triregno (come è nell'originale) -Vi sono altre medaglie papali (anche annuali) che rappresentano (fedelmente) questo medesimo soggetto -Non sono riuscito a reperire altre medaglie che raffigurino il Santo del giorno: Sant'Anastasio (probabilmente orientali)
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  33. Ce n’è una in asta alla CNG 467, LOT 131, 6 May 2020 Starting price: 300 USD Lot 131. CRETE, Itanos. Circa 320-270 BC. Æ (12.5mm, 1.25 g, 3h). Helmeted head of Athena left / Eagle standing left, head right; Triton to right. Künker 136, lot 157; Roma V, lot 303; Roma E-Sale 5, lot 200; otherwise unpublished in the standard references. Brown surfaces. VF. Very rare.
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  34. taglio 10 cent paese andorra anno 2017 tiratura 1.103.000 condizioni bb+ città trieste note NEWS
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  35. taglio 2 euro cc paese lettonia anno 2015 B tiratura 1.000.000 condizioni bb+ città trieste note NEWS taglio 2 euro paese sanmarino anno 2017 tiratura 600.000 condizioni bb+ città trieste
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  36. Tipo questi due: autentici, altissima conservazione, ma sui fondi non un singolo punto in rilievo
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  37. Marco, questo è veramente un bel pezzo........
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  38. Bronzo di Caracalla (Biblo, Fenicia) che raffigura sul rovescio Astarte in piedi rivolta verso l'alto, coronata da Nike sulla colonna a destra, all'interno di un tempio tetrastilo con tetto ad arco.
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  39. Grazie alle indicazioni degli amici ho identificato la mia moneta come 10 centesimi Secondo Impero Francese, tipologia “Testa nuda” (la prima delle due illustrate da nikita). Al Dritto è raffigurato l'Imperatore Napoleone III, volto a sinistra, con sottostante il nome dell'incisore "BARRE". Lungo il bordo si trovano in alto l'iscrizione circolare "NAPOLEON III EMPEREUR" e in basso il millesimo di conio (1856) racchiuso tra i simboli dell'incisore capo e del direttore della zecca; il tutto è posto all'interno di una sezione circolare delimitata da una serie di punti. Al Rovescio è rappresentata al centro l'aquila imperiale francese con sotto il segno di zecca D per la Zecca di Lione. Meleto ha visto bene.
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  40. Anche lo scudo della croce ebbe le sue frazioni. Il mezzo scudo fu coniato per la prima volta da Nicolò da Ponte (1578-1585) e arrivò fino alla fine della Repubblica. Qui è illustrato un esemplare di Francesco Erizzo (1631-1646). L'iconografia è identica allo scudo salvo per la cifra 70 (soldi) all'esergo del rovescio. Il peso è di circa 15,90 grammi e il diametro di 34 millimetri (rif.: Zub-Luciani 103.12). Questo esemplare è proveniente dalla collezione Zoppola ed è citato nel Corpus. Arka Diligite iustitiam
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  41. @numa numa La moneta ha una patina scura. Il blu è dovuto allo scanner che a volte ama fare l'artista... Arka Diligite iustitiam
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  42. Visto che da ieri sera non c'è ancora stato alcun commento inerente il tema, anche perché, come dice @ART sono in pochi a poterne parlare con cognizione di causa, direi che si può finirla qui.
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  43. In tempo di chiusura in casa magari a qualcuno interessa leggere un articolo sulle monete del Vescovo di Trento Nicolò di Brno. Mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!
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  44. Spero di far cosa gradita offrendo in lettura un breve articolo sugli zecchieri della Padova carrarese, comparso qualche anno fa sulla rivista Archivio Veneto. Buona lettura! https://www.academia.edu/40828184/Zecchieri_e_incisori_alla_corte_dei_Carraresi
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  45. Il lavoro è portato avanti a titolo esclusivamente volontario da singoli utenti. Le schede in lavorazione sono state imbastite ma restano da completare. In assenza di nuovi volontari bisognerà attendere che quelli attualmente attivi trovino il tempo per proseguire. Sia ben inteso che la porta è aperta a tutti... con tanta buona volontà e un minimo di competenza Ciao Mario
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  46. ciao a tutti! Non era casuale che avessi girato l'immagine: non è poi così strano trovare anelli/sigilli romani orientati così, sono più ergonomici nell'usarli. Questo per es. potrebbe essere l'anello del famoso Pilato (quello di mani pulite), se cercate in rete ne trovate molti altri. Servus, Njk
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  47. Per finire mi sono procurato delle lastre di Plexiglass da 0,5 cm e fatte tagliare a laser , da una ditta di un caro amico , ..... assemblato il tutto e il risultato è una valigetta fantastica .
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  48. Vorrei aggiungere un piccolo PDF: brevissimo catalogo dei grossi veneziani il grosso veneziano.pdf Spero possa essere utile
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