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  1. Rocco68

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/29/20 in tutte le aree

  1. In attesa della tua "ricompensa" ?condivido una panoramica dei vassoi in cui tengo i 10 Tornesi, dal 1819 al 1859
    5 punti
  2. In tempo di chiusura in casa magari a qualcuno interessa leggere un articolo sulle monete del Vescovo di Trento Nicolò di Brno. Mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!
    3 punti
  3. Da quello che riferiscono i colleghi Rianimatori i tassi di estubazione sono purtroppo piuttosto bassi, circa il 30/40%. Vuol dire che nel momento in cui le condizioni scadono al punto da necessitare di una ventilazione meccanica, le possibilità che il paziente si riprenda sono basse. A un certo punto la malattia non è più solo repiratoria ma multiorgano. Questo per dire, che il dato dei ricoverati in rianimazione (intubati) va di pari passo con quello dei decessi. Per cui la riduzione di tali ricoveri è da prendere molto con le molle e lo vedo ben poco positivo. Quando dici che se sono deceduti a casa e non i ospedale “perché non gravi”, non è corretto. Molti anziani era >70 anni) in gravi condizioni sono deceduti in casa perché semplicemente non c’era posto in ospedale. Quanto al morire “PER” o “CON”, vi faccio una domanda... se un paziente con neoplastico (ma con malattia stabile) muore per infarto... direste che la causa del decesso è il tumore? Le persone muoiono PER il coronavirus.
    3 punti
  4. Da appassionato di foto, almeno allo stesso livello del trekking in alta quota e forse anche del collezionismo di monete posso dirvi che per fare una foto... la macchina fotografica non è mai la cosa più importante Tralasciando la composizione (nel caso di una moneta... non è che si può inventare) nella fotografia di nummi la cosa più importante è senza dubbio l'illuminazione, che deve essere uniforme ma allo stesso tempo puntiforme per poter risaltare le tonalità e i rilievi della moneta. In secondo ordine l'obiettivo che deve avere una buona luminosità e capacità macro (poter cioè riprodurre 1:1 il soggetto. Ho iniziato a scattare con una canon 450D e un canon 100mm macro... la lente che uso oggi è la stessa, il corpo macchina è cambiato in una 5D IV ma solo perchè la macchina fotografica la uso principalmente in foto di paesaggio... notturno, dove oggettivamente il sensore fa la differenza (*). Il mio set up per l'illuminazione invece è autocostruito, ho preso spunto da un aggeggio in vendita (a carissimo prezzo) e devo dire che funge per lo scopo. Ho costruito e uso una cosa simile a questa http://www.quickpx.com/ Per chi vuole approfondire l'argomento "fotografia numismatica" consiglio un sito fatto bene, http://coinimaging.com/photography.html e il libro dell'autore (in lingua inglese) Numismatic-Photography-2nd-Mark-Goodman * Non vi posto foto di mie monete (che potete trovare nelle diverse discussioni che ho avviato) ma una foto di una indimenticabile serata di un bivacco in quota nel settembre scorso, scattata a 2800m sopra alla Forcella de Miel (Pale di San Martino, tra Veneto e Trentino), davanti alla luna che sorge dietro l'Agner e illumina la Valle d'Angheraz (1500m di dislivello con uno zaino da 15kg per arrivarci, solo per questo sarebbe stato indimenticabile :P) @ilnumismatico vi saprà illuminare su tutti i segreti della fotografia numismatica
    3 punti
  5. Scusate, ma non caricava la foto.
    2 punti
  6. Buonasera a tutti gli Amici delle Napoletane e non, condivido con Voi i miei due esemplari da 10 Tornesi del 1840. Il primo, corona senza rigatura e barra stretta al rovescio al dritto legenda larga. Purtroppo ancora in perizia e quindi foto con qualche riflesso.
    2 punti
  7. Perfettamente d'accordo con Te caro Alberto. Sono comunque una testimonianza storica e sono parte ( per chi era giovane una volta ) dei tuoi ricordi. Io butto via poche cose, ad esempio ho migliaia di figurine dei Pokemon con le quali giocava mio figlio. Anni fa volevo metterle nella spazzatura... adesso sono di nuovo in auge. Non le vendo perchè sono un ricordo di quei tempi, ma lo facessi ricaverei l'equivalente per comperare una moneta importante. Quindi tenerle, tengono poco spazio ed è facile mantenerle perchè non reclamano cibo... ? Ciao Beppe
    2 punti
  8. Buongiorno, io le conservo, ogni tanto le osservo, fanno parte del nostro passato, di quando non c'erano i cellulari, quando per chiamare la ragazza andavi alla ricerca della cabina telefonica, io appartengo alla generazione del gettone telefonico, conservo le une e gli altri con affetto. Saluti Alberto
    2 punti
  9. E no così non vale....? Prima pareri, poi ricompensa..... Comunque bellissima panoramica.
    2 punti
  10. Ma se era da identificare, come fai a sapere che è rara?
    2 punti
  11. Tornando agli scudi, ecco un altro Leonardo Donà (1605-1612) del massaro Costantino Pasqualigo. Il peso è di 31,36 grammi e il diametro di 42 millimetri. Il riferimento è Zub-Luciani 77.3 ed è proveniente dalla collezione Donà delle Rose. Sul Corpus non è segnalato lo scudo con questo massaro. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  12. Buongiorno a tutti, volevo contribuire alla discussione con il mio 10 tornesi, dal peso di grammi 30.78 e chiedervi un parere se si tratta di un falso d epoca o di un conio di zecca. Grazie a tutti per l attenzione.
    2 punti
  13. Scusate se insisto su questo 5 tornesi, non voglio discutere sulla sua rarità.... Quella la deciderà il tempo e il numero di esemplari che verranno fuori sul mercato. Avendone trovato sulla baia un altro esemplare ho potuto fare il confronto con il pezzo che avevo già in Collezione. Stesso dritto ma rovescio diverso, questo secondo me sta a significare che non si tratta di errore, in quanto se ne continuò la coniazione con un altro rovescio. Di seguito le differenze fra i due pezzi SICILIARV, le diverse dimensioni nel millesimo e diversa punteggiatura: 1819. con punto 1819. con rombo
    2 punti
  14. Terkel : ma per carità non scusarti di niente ! Hai espresso chiaramente e in modo educato la tua opinione in merito e se chiedi scusa mi fai sentire in colpa per essermi diciamo opposto a quanto hai scritto. Stiamo ragionando con calma e a modo su come si possa acquistare al meglio una moneta abbastanza difficile sotto diversi punti di vista. Ho citato te ma ovviamente mi rivolgo a tutti i colleghi e conoscenti collezionisti numismatici. Leggo spesso un po' ovunque nel forum : io quella cifra non la spenderei e aspetterei di prenderne una più bella spendendo un po' di più. Ma quanto un po' di più ? Quanto denaro spendere in più da un buon e dignitoso BB ad un suntuoso SPL o addirittura un inarrivabile FDC ? Quanto aspettare e cercare ? Come valutare la qualità se la lira non la si vede dal vivo in mano ? Mi sembra sempre " il vorrei ma non posso " cioè mi spiego, non voglio un buon BB ( naturalmente a prezzo adeguato ma anche se fosse da spendere un po' di più perché no ? ) ma aspetto e spero di trovare uno splendido spendendo solo il 30% in più .... E non come succede nel 80% dei casi di spendere minimo il 60-70% in più. Tutto qui, poi per carità il colpo di fortuna può capitare ma inseguirlo sempre non mi pare fattibile. Tutto quanto detto naturalmente sottolineando che fortunatamente ognuno di noi fa, sceglie e quindi dice pure liberamente ciò che più li piace almeno sull'acquisto o ricerca di una moneta come la lira Tron.
    2 punti
  15. Buongiorno a tutti, oggi vi presento la mia normalissima Piastra del 54, mi mancava come millesimo, avevo solo il falso moderno. Magliocca 564 Noto delle differenze rispetto al modello base come direbbe Fratello Sergio @motoreavapore. Ho notato un differente carattere per la R di REX rispetto al resto della leggenda. Anche la punteggiatura non è completa. Ho fatto foto del diritto e rovescio con inquadratura e luce diversa. Aspetto vostri commenti. Saluti Alberto
    2 punti
  16. Posto il taglio della mia 54 autentica, non ho luce adeguata, si intravede parte della rigatura.
    1 punto
  17. Guardando i caratteri sembra la solita riproduzione.
    1 punto
  18. Mi sembra di vedere la parte inferiore della lettera P
    1 punto
  19. Buonasera a tutti, complimenti per l'interessante iniziativa di @Acqvavitus, e per le monete finora postate, ne ho anche io qualcuna, pochissime in verità, inizio con un rudere del 1839 che sto cercando di rendere più bello, anche se a me piace molto, tra l'altro è stato il mio primo 10 Tornesi di Ferdinando II ad entrare in Collezione Litra68. Millesimo 1839 Mostro le foto di come era ad agosto del 2019 (al naturale e poi aggredito) e come si presenta adesso, dopo quasi 9 mesi in vassoio e appena passato di vasellina. Saluti Alberto
    1 punto
  20. Buon pomeriggio, in rete ho trovato questo manifesto. Ho pensato che nonostante tutti i progressi della scienza. in questi 100 anni non è cambiato nulla,
    1 punto
  21. Ragazzi datevi una bella calmata eh !! Come faccio a dare mi piace o altro a tutti se mostrate di continuo queste bellissime monete ed in particolare questi grossi scudoni d'argento ? Basta basta !
    1 punto
  22. Quattrino di Papa Gregorio XIII per la zecca di Ancona.
    1 punto
  23. https://www.coinarchives.com/a/openlink.php?l=744816|1381|2241|8f7dffd70463962c8c2a43e83e378cbd La testa della Libia è stata la guida.
    1 punto
  24. il peso e' di ca 27 grammi.E' comunque una bella moneta anche piuttosto rara "collo lungo".
    1 punto
  25. 1833 Regno delle due Sicilie - Ferdinando II° - 5 Tornesi Nell'apposita sezione questa moneta è stata classificata R4 per via del contorno rigato obliquo:
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  26. Matteo, anche da parte mia ti auguro buon lavoro e fiducioso che saprai esprimere al meglio le tue qualità.
    1 punto
  27. Buon lavoro Matteo, con i tuoi contributi rendi sicuramente questa sezione viva ed interessante.
    1 punto
  28. In realtà il primo a formulare quest'ipotesi riportata dal Seltman, fu l'Evans (Syiracusan Medallions ...1892)
    1 punto
  29. Quanto riportato da Fabrizio denota una "vita" attiva dei venetiani nel ciclo economico-finanziario della Repubblica che non può relegare tale "moneta" ad una meteora monetaria, comparsa e poi sparita in poche settimane. La loro accettazione nel libero scambio, assunta e conclamata nel tempo dalla comune fiducia di commercianti e popolazione potrebbe benissimo, anche a mio avviso, aver portato un epilogo diverso da una fine di "semplice fusione". Paolo
    1 punto
  30. Proviamo a vedere meglio queste E su esemplari con la C iniziale, e consideriamo anche il peso. Esemplare #1, 0.91g, la lettera E sembrerebbe retrograda e in legatura con la N: Esemplare #2, 0.93g, in questo caso la lettera E potrebbe essere non retrograda, forse ancora in legatura con la N: Cosa ne pensate? E del peso, cosa si potrebbe dire?
    1 punto
  31. Chiedo venia se ritorno su una parentesi già trattata, ma visto che frà poco mi tocca sorbirmi i patacconi comprati a peso? è meglio che mi porto avanti con una domandina non così semplice. Considerato che di zecchini del Venier non propriamente in linea ne abbiamo un ampia diffusione; vedasi il seguente da asta Naumann del 2020, non è che per caso ci sia una chiara provenienza? Quello che intendo dire è che sono sì grossolani, ma rientrano in certi canoni. E' quindi naturale escludere anche per la moltitudine di monete presenti nel mercato il falsificatore/ri sia/siano occasionale/i. Ora la quaestio è la seguente. Con la muda del 1580 da Aleppo si imbarcano 18.000 venetiani. Il "venetiano" è modellato sul ducato di Venezia e a metà 500 equivale esattamente allo zecchino. Più tardi non può non sottrarsi alla svalutazione turca: nel 1606/1609 un "venetiano moneta di Aleppo" viene valutato a Venezia 5 lire di piccoli (moneta di Venezia) quindi mezzo zecchino (ASVe Archivio Notarile, Not. Catti varie carte. "Quando occorre pagar et saldar conto a Venetia di moneta di Soria nominata venetiani, si valuta et si paga lire cinque de piccoli de questa moneda de Venetia" Tucci scrive che il venetiano era in rapporto fisso col maidino, che ne era la quarantesima parte e col deremo che ne era la duecentesima (Tucci Lettres d'un marchan venitien, Andrea Berengo 1553-1556 PARIGI 1957). Come potete notare le date del Tucci corrispondono con quelle del Francesco Venier 1554-1556. Ed ora mi appare chiaro come un Varesi descrivendo un altra moneta sempre del Francesco Venier affermi: Lot 436. ZECCA INCERTA DEL LEVANTE - Ducato al tipo di Venezia a nome di Francesco Venier (1554-1556). D/ San Marco ed il Doge R/ il Cristo benedicente. Au g 3,38 - BB Ci sono arrivato vicino? O sono colpito pesantemente dal Coronavirus? E' un ipotesi intrigante? Perchè altrimenti che fine hanno fatto tutti i venetiani che sono arrivati a Venezia? Alla prossima e buona serata a tutti. Fabry
    1 punto
  32. Da quanto mi risulta le spedizioni, in tempi normali, iniziano non appena è uscita l'ultima delle monete presenti nell'ordine. Dunque ritengo che, nel caso tuo, si tratti di un problema dovuto all'emergenza. Per ogni ordine fanno una spedizione, quindi si tratterebbe di una nuova spedizione.
    1 punto
  33. American Indians in the Space Program La moneta da un dollaro del 2019 è dedicata agli indiani d'America nel programma spaziale, I Nativi americani hanno partecipato al programma spaziale sin dal suo inizio. Il loro contributo è culminato nelle passeggiate spaziali di John Herrington, membro della Nazione Chickasaw, sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2002. Herrington, nato nel 1959 in Oklahoma, dopo aver conseguito la laurea in matematica, è entrato nella Marina degli Stati Uniti, e nell'aprile 1996 è stato selezionato come astronauta dalla NASA, seguendo per due anni l'addestramento al Johnson Space Center, dopo di che è stato qualificato come specialista di missione. Ha volato con lo Shuttle nella missione partita il 24 novembre 2002 e diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale nel corso della quale ha compiuto tre passeggiate spaziali per un totale di 19 ore e 55 minuti. È rientrato sulla Terra il 7 dicembre 2002, primo Nativo americano ad aver volato nello spazio. Questo e altri risultati pionieristici sono dovuti anche all'opera di Mary Golda Ross (1908-2008), della Nazione Cherokee. Considerata il primo ingegnere Nativo americano nel programma spaziale statunitense, la Ross ha contribuito a sviluppare la navicella spaziale Agena per i programmi Gemini e Apollo. Il dollaro del 2019, disegnato da Joseph Menna e inciso da Emily Damstra, li onora entrambi, presentando in primo piano Mary Golda Ross intenta ai suoi calcoli, alle sue spalle un razzo Atlas-Agena che si lancia nello spazio, con un'equazione inscritta nella sua nuvola di fumo. L'equazione, che indica l'energia necessaria per lasciare la Terra e raggiungere l'orbita di un pianeta distante, rappresenta gli importanti contributi della Ross al programma spaziale. Un astronauta, attaccato al bordo della moneta, simbolicamente John Herrington (Herrington è vivo, quindi non credo possa essere ritratto esattamente su una moneta, come invece la Ross), passeggia nello spazio, mentre un gruppo di stelle nel campo indica lo spazio esterno. Valore e UNITED STATES OF AMERICA nel giro completano il tutto. Tiratura di 1.400.000 per Philadelphia, 1.540.000 Denver, e 1.027.462 per San Francisco. Da notare l'incremento delle coniazioni proof di San Francisco, che tornano a superare il milione (non accadeva dal 2013), probabile segno di un rinnovato interesse dei collezionisti per questa tipologia. Ricordo che tutti questi dollari, sia "normali" che proof, sono coniati per i collezionisti e non per la circolazione. petronius
    1 punto
  34. Ilium (Troas) - Vespasiano, al rovescio Tito e Domiziano ai lati, statua di Atena al centro, RPC II 893.
    1 punto
  35. buongiorno partecipo a questa carrellata di monete con un obolo in argento Istria che raffigura due maschere e sul retro un aquila ed un delfino. pesa 1,2 g ed un diametro di 0,9 mm
    1 punto
  36. 1 punto
  37. «Decidemmo (Minucio,Ottavio,Cecilio) di recarci a Ostia, piacevolissima città, affinché i bagni di mare fungessero da blanda cura adatta a prosciugare gli umori del mio corpo… In quel momento infatti, superato il solstizio d'estate, l'autunno volgeva ad un clima più temperato. All’alba dunque ci dirigemmo al mare per passeggiate su e giù sulla spiaggia, affinché l’aria, spirando dolcemente, vivificasse le nostre membra, e per provare il grande piacere di sentire la sabbia cedere mollemente sotto i nostri passi... Attraversato ormai lo spazio interno della Città ci trovammo sul libero lido. Lá un’onda leggera si distendeva bagnando l’estremo lembo sabbioso della spiaggia, e quasi livellandolo per la nostra passeggiata. Così, camminando lentamente e tranquillamente, costeggiavamo il litorale appena incurvato, ingannando la via con racconti... Ma una volta consumato uno spazio di cammino bastante al nostro discorso, volti indietro i passi ripercorremmo la stessa strada: e giunti dove alcune piccole imbarcazioni, tratte in secca, riposavano poggiate su travi di quercia perché il contatto con la sabbia umida non le rovinasse, vedemmo dei bambini che, gesticolando, facevano a gara nel gioco del lancio dei cocci in mare». A questo punto Cecilio propone: «Ora sediamoci su questi frangiflutti di pietre costruiti per proteggere le terme e protesi in profondità verso il mare: potremo così riposarci del cammino e discutere più seriamente» Alcuni cenni Leggendo il testo in apertura che io tanto amo e spesso cito (lo avevo fatto anche in un altro post su Ostia che però non trovo) molti che vivono a poco distanza dal mare potranno riconoscere come le abitudini antiche siano come quelle attuali, una passeggiata in spiaggia respirando brezza marina, affondando i piedi nella sabbia e guardando bambini giocare con l’acqua. La città costiera ha vissuto alterne fortune, anche successivamente all’apertura di Portus che ne ridimensionò l’importanza come porto relegandola a un ruolo amministrativo. Nelle sue vie risiedevano quelle gilde, corporazioni e uffici di rappresentanza che permettevano gli scambi commerciali tra le varie provincie e Roma. Ostia ha permesso uno studio diverso rispetto a Pompei, la seconda è rimasta sigillata a quell’autunno del 79 d.C. lasciando più o meno intatto tutto fino a quel fatidico momento, Ostia invece ci permette di viverne le alterne vicissitudini fino al decadimento completo. La zecca Nonostante Meiggs ritenga che Ostia abbia battuto monete a ridosso della seconda guerra punica con certezza possiamo solo affermare che la zecca è stata attiva per quasi un quinquennio tra il 308 e il 313 d.C. La zecca venne qui stabilita per coniare in un luogo lontano dai tumulti interni, lontano dagli insicuri confini e sicuramente per finanziare la campagna militare contro Domizio Alessandro. I motivi quindi appaiono svariati, l’iconografia con busti militari fu presente sin da subito proprio per la remunerazione delle truppe, la necessità di avere un luogo sicuro lontano dalla tumultuosa Roma in cui coniare moneta in metallo nobile trova riscontro nella sequenza delle emissioni dove appare evidente che inizialmente venisse coniato solo oro e argento entrambi con marchio di zecca POST, nella seconda emissione gli argentei successivamente mutano dall’iniziale POST(delta) a MOSTB, MOST(gamma) e MOST(delta), segno di zecca presente poi nelle primissime emissioni bronzee. Le maestranze ostiensi non provenivano da Cartagine come saltuariamente viene riportato, ci sono evidenti differenze sia stilistiche che produttive con la zecca africana, il personale che operò a Ostia proveniva da Roma, zecca con la quale lavorerà in stretta collaborazione pur rimanendo comunque completamente autonoma. Vienne, Kunsthistorisches Museum, Münzkabinett, 25338. Londres, The British Museum, Department of Coins and Medals, R 0137. La zecca operò in tre distinte fasi, la prima in cui conio solo aurei e argentei, la seconda in cui coniò tutti e tre i metalli e la terza più duratura in cui la produzione si attesto su moneta aurea e bronzea. L’ubicazione della zecca è ancora oggi a noi sconosciuta, probabilmente ubicata all’interno delle vecchie mura della città, sarebbe plausibile immaginarla sotto al tempio capitolino, dove il tesoro cittadino veniva conservato ma tesi comunque difficile accettare se si pensa al caos che il centro cittadino doveva generare. Le quattro officine ostiensi batterono indistintamente moneta bronzea e argentea mentre la moneta aurea venne coniata esclusivamente dalla prima officina. L’iconografia dominante nella monetazione ostiense di Massenzio, tipologia emessa per tutto il periodo, è rappresentata dai Dioscuri con legenda AETERNITAS AVG N, riferimenti alla tradizione navale della città quali protettori dei marinai e riferimento a quella propaganda messenziana che enfatizza i simboli di Roma, restituzione dei principi classici da parte dell’imperatore. La produzione monetaria di Massenzio si concentrava su due tipi principali, AETERNITAS AVG N per Ostia e CONSERV VRB SVAE per Roma. Diritto: IMP C MAXENTIVS P F AVG, busto nudo con lancia e scudo visto da dietro. Rovescio: AETE-RNITAS AVG N, I Dioscuri Castor e Polluce l’uno di fronte all’altro tengono i cavalli per briglie, all'esergo MOSTQ. RIC VI Ostia - (2 esemplari censiti) L’iconografia come accennato in precedenza è fortemente incentrata sin dall’inizio sulla campagna militare e rappresentata da busti militari e sin dal 309 d.C. appare la FIDES sui rovesci argentiferi cosa che non avviene a Roma nel medesimo periodo, coniazioni destinate al pagamento dei soldati e alla costruzione della flotta per la campagna militare. Diritto: IMP C MAXENTIVS P F AVG, testa laureata rivolta a destra. Rovescio: AETERN-I-T-AS AVG N, la Fides stante a sinistra tiene due stendardi, all'esergo MOSTS. RIC VI Ostia 43 Massenzio non abbracciò la riforma monetaria attuata da Constantino in Gallia nel 310 d.C. che porto il nummo argentifero a 1/72 di libbra romana, mantenne un peso teorico di circa 6 grammi con un modulo di circa 24mm equivalente a 1/48 di libbra romana. Altri due nominali bronzei si affiancavano alla produzione di nummi argentiferi, una moneta dal peso teorico di 3,25 grammi che potremmo definire mezzo follis e quello che viene oggi chiamato terzo di follis con peso che arrivava a quasi 2 grammi. Nel secondo periodo il mezzo follis ostiense è conosciuto con la raffigurazione di Massenzio in pelle leonina, è un nominale coniato limitatamente ed è completamente assente il modulo più piccolo. Nel terzo periodo invece il mezzo follis è piuttosto frequente, ipotizziamo un valore di 12,5 denari comuni ma qui fa la sua apparizione il terzo di follis che a sua volta è piuttosto raro. Personali conclusioni mi portano a fare due riflessioni, il circolante nel primo periodo non necessitava di nominali più piccoli, veniva largamente utilizzato il nummo argentifero e sporadicamente si aveva bisogno di moneta di taglio inferiore come il mezzo follis forse perché era ancora largamente circolante la frazione radiata diocleziana, immediatamente dopo però si è avuta la necessità di coniare un modulo più piccolo, forse per un livellamento dei prezzi al ribasso, come potrebbe essere per la documentata carestia che si ebbe nel 309 causata dalla mancanza di approvvigionamento di grano da parte dell’africa, si ha quindi necessità di circolante per quei servizi essenziali come le terme o le latrine e sulle quali sarà importante tornare più avanti. La penisola italica si presenta ancora instabile e tumultuosa, dal 310 d.C. vediamo un tentativo di Massenzio di legittimare la porpora imperiale agli occhi del popolo con delle emissioni di consacrazione dinastiche in cui vengono rappresentati i legami con il padre Massimiano, il genero Galerio e il cognato Constanzo. Diritto: DIVO MAXIMIANO PATRI MAXENTIVS AVG, testa velata rivolta a destra. Rovescio: AETERNA MEMORIA , un'aquila rivolta a destra sulla cupola del tempio esastilo, porta destra aperta, all'esergo MOSTT. RIC VI Ostia 25 Dopo la morte di Massenzio la zecca continuò a operare sotto Costantino per ancora qualche mese coniando moneta aurea e bronzea a 1/72 di libbra romana quindi adeguandosi alla riforma monetaria costantiniana attuata nel 310 d.C. I nummi argentiferi vengono coniati per i tre augusti, Costantino, Licinio e Massimino, rappresentati con busti Laureati e corazzati, laureati drappeggiati e corazzati e laureti drappeggiati e corazzati visti da dietro. Il RIC riporta anche un quarto busto laureato e drappeggiato accoppiato al rovescio GENIO POP ROM presente nell’ANS ma del quale non si trova traccia. C’è pero un quinto busto (o quarto se non si considera quello ANS) laureato e corazzato visto da tre quarti che ho iniziato a catalogare differentemente nonostante i testi non riportino tale variante, ha una rappresentazione stilistica differente sia nella ritrattistica sia appunto per il busto leggermente spostato. Sulla sinistra dell'immagine seguente sono riportati i busti canonici più comuni, sulla destra la variante. I rovesci coniati sono principalmente GENIO POP ROM, SOLI INVICTO COMITI e S P Q R OPTIMO PRINCIPI quest’ultimo tipo forse per riconoscenza verso Domizio Alessandro con il quale Costantino aveva stretto un’alleanza contro Massenzio qualche anno prima. Queste tre coniazioni sono piuttosto abbondanti e presentano alcune varianti stilistiche. La chiusura della zecca avvenne nel 313 d.C. con la necessità di Costantino di decentralizzare la produzione e di onorare il supporto della provincia Gallica aprendo nella città una nuova zecca. Arles celebra l’avvenimento con due belle monete in cui viene rappresentata la partenza e l’arrivo della moneta in città. E’ importante sottolineare come si possa notare che venga rappresentata Roma che lascia partire la moneta, questo sottolinea la visione dell’amministrazione costantiniana che vedeva nella zecca di Ostia una succursale di quella di Roma, proprio contrariamente a quanto aveva fatto Massenzio. Arles quindi batte moneta stilisticamente di scuola italiana, le maestranze ostiensi infatti raggiunsero in parte Arles e in parte Roma mentre il maestro di zecca continuò a lavorare a Ticinum. Paris, Bibliothèque nationale de France, Département des monnaies, médailles et antiques, acq. 1985/380. Paris, Bibliothèque nationale de France, Département des monnaies, médailles et antiques, acq. 2005/211. Ma cosa circolava, come si viveva, come si spendeva e risparmiava a Ostia? Lo vedremo più avanti.
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  38. Sequoyah Il dollaro del 2017 è dedicato a Sequoyah (circa 1770 - 1843), della Nazione Cherokee, che inventò nel 1821 il sillabario Cherokee. È uno dei pochissimi casi di invenzione di un alfabeto efficace e originale da parte di un membro di una popolazione non alfabetizzata che sia storicamente documentato. L'alfabeto di Sequoyah venne rapidamente adottato dal popolo Cherokee e si arrivò a una situazione in cui il livello di alfabetizzazione del popolo nativo americano superò quello degli euro-americani delle zone circostanti. Intorno al 1809, Sequoyah iniziò a creare un sistema di scrittura per la lingua Cherokee. Inizialmente cercò di creare un personaggio per ogni parola nella lingua. Trascorse un anno in questo sforzo, lasciando i suoi campi non curati, tanto che amici e vicini pensarono che avesse perso la testa. Si dice che sua moglie abbia bruciato il suo lavoro iniziale, ritenendolo una stregoneria. Presto si rese conto che questo approccio era impraticabile perché avrebbe richiesto di ricordare troppe immagini, provò allora a creare un simbolo per ogni idea, ma anche questo causava troppi problemi per essere pratico. Alla fine, decise di sviluppare un simbolo per ogni sillaba della lingua. Dopo circa un mese, aveva un sistema di 86 caratteri , alcuni dei quali erano lettere latine che aveva ottenuto da un libro di ortografia. Nella loro forma attuale, molti dei caratteri del sillabario assomigliano a lettere romane, cirilliche o greche, o numeri arabi, ma non vi è alcuna relazione apparente tra i loro suoni in altre lingue e in Cherokee. Sequoyah insegnò per la prima volta il sillabario alla figlia di sei anni, perché non riusciva a trovare adulti disposti a impararlo. Si recò nelle riserve indiane nel territorio dell'Arkansas dove si erano stabiliti alcuni Cherokee, ma quando cercò di convincere i capi locali dell'utilità del sillabario, essi manifestarono tutti i loro dubbi. Sequoyah chiese allora a ogni capo di dire una parola, che scrisse, e poi chiamò sua figlia a rileggere. Questa dimostrazione convinse i capi a lasciargli insegnare il sillabario a poche altre persone. Ci vollero diversi mesi, durante i quali si diceva che stesse usando gli studenti per la stregoneria Quando Sequoyah tornò a est, portò una busta sigillata contenente un discorso scritto da uno dei capi Cherokee dell'Arkansas. Leggendo questo discorso, convinse anche i Cherokee orientali ad apprendere il sistema, dopo di che questo si diffuse rapidamente, fino ad arrivare, come detto, a un livello di alfabetizzazione tra i Cherokee superiore a quello dei bianchi. Il dollaro del 2017, disegnato da Chris Costello e inciso da Charles L. Vickers, ci mostra Sequopyah di profilo, mentre sta scrivendo la frase "Sequoyah from Cherokee Nation" , riportata in caratteri Cherokee sul bordo. Al centro della moneta compare anche il suo nome in inglese, ed è al solito completata dal valore e dall'iscrizione UNITED STATES OF AMERICA. Tiratura 1.820.000 per Philadelphia, 1.540.000 Denver e 488.460 per San Francisco. petronius arbiter and ᏍᏏᏉᏯ (Sequoyah )
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  39. Mohawk Ironworkers I Mohawks, grandi costruttori in acciaio a grandi altezze. Preston Horn, Adam Cross, Randy Jacobs, Joe Flo McComber, Tyler McComber, Louie Cross, Marvin e Keith Brown, ragazzi di Kahnawake (Territorio dei Mohawk, nel Quebec), Peter Jacobs di Akwesasne, Turhan Clause, questa la indian gang che compare in questo celeberrimo scatto, che spiega più di mille parole cosa intende celebrare il dollaro dei Nativi del 2015. I Mohawk sono ferrieri da sei generazioni. Era il 1886, quando i lavoratori della tribù entrarono nella professione. La Canadian Pacific Railroad stava costruendo un ponte sul fiume San Lorenzo, all'interno della riserva di Kahnawake, vicino Montreal. In cambio dell'uso della terra dei Mohawk, la ferrovia accettò di impiegare indiani della riserva nella costruzione, assumendoli come addetti allo scarico e alla movimentazione dei materiali da costruzione. Ma i giovani Mohawk erano attratti dal ponte stesso, secondo un funzionario della ferrovia citato in un articolo del New Yorker del 1949: "Salivano e scendevano di continuo, e si aggiravano lassù come il il più duro dei nostri rivettatori, la maggior parte dei quali erano vecchi uomini di velieri, scelti specialmente per la loro esperienza di lavoro in alto." Erano particolarmente interessati alla rivettatura, uno dei lavori più pericolosi nell'edilizia e, come oggi, uno dei più pagati. Pochi uomini volevano farlo, ancora meno sapevano farlo bene, e spesso l'offerta di manodopera non riusciva a soddisfare la richiesta, così la compagnia decise di formare 12 dei giovani Mohawk. Dopo che il Canadian Pacific Bridge fu completato, i giovani ferrieri Mohawk passarono a lavorare sul Soo Bridge, che attraversava il fiume St. Mary, che collega Sault Ste. Marie, Ontario, e Sault Ste. Marie, Michigan. Ogni gruppo portava un nuovo apprendista da Kahnawake per imparare il mestiere sul posto di lavoro. Quando fu formato il primo apprendista, ne venne fuori uno nuovo dalla riserva, e nel 1907 più di 70 abili artigiani stavano lavorando su ponti. E dai ponti passarono ai grattacieli, dagli anni '20 del secolo scorso arrivarono in massa a New York, dove hanno contribuito, e contribuiscono ancora, alla costruzione dei più importanti edifici che disegnano lo skyline della città: dall'Empire State Building al Chrisler Building, dal Madison Square Garden al palazzo delle Nazioni Unite, alle Torri Gemelle La moneta, disegnata da Ronald D. Sanders e incisa da Phebe Hemphill, mostra un ferriere Mohawk che muove una trave per metterla in posizione, rivetti a destra e sinisrta nel bordo, e una veduta dall'alto dello skyline della città di New York (riconoscibile l'Empire State Building) sullo sfondo. La legenda in esergo recita Mohawk Ironworkers, e il tutto è completato dal valore e da UNITED STATES OF AMERICA nel giro. La tiratura è di 2.800.000 esemplari per Philadelphia, 2.240.000 per Denver, e 974.883 per San Francisco. petronius
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  40. Sarebbe stato strano il contrario, che chi ha sulle spalle la responsabilità della salute di un'intera nazione non avesse pensato, prima di tutto, a proteggere se stesso, correndo il rischio di ammalarsi e lasciare il paese senza una guida. E il discorso non è riferito al governo in carica, sulla cui azione nei confronti del virus e delle sue conseguenze economiche si può anche dissentire, ma vale per tutti i governi, da chiunque composti e guidati, che si fossero trovati a dover fronteggiare questa emergenza. petronius
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  41. Repubblica di Venezia Andrea Dandolo (1343-1354) Mezzanino Argento Peso: 0,80 g Diametro: 17 mm D/ (globetto) AN (globetto) DADVL' (globetto) (globetto) S M VENE (globetto) DVX, S. Marco nimbato stante a d. e il doge stante a s. reggono un lungo cero, in esergo lettera M R/ (globetto) XPS (globetto) RES - VRESIT (globetto), il Redentore risorto esce dal sepolcro e regge nella mano sinistra una croce e nella destra un vessillo Rif.: Zub-Luciani 57.1 Ecco il secondo mezzanino, quello di Andrea Dandolo. E' una delle più belle monete del medioevo veneziano. Sul dritto sono rappresentati S. Marco e il doge, ma una volta tanto, anzichè il vessillo, reggono un lungo cero, identificato dal piattino per raccogliere la cera fusa sopra la mano del doge. Il rovescio è ancora più interessante. Rappresenta il Redentore risorto che esce dal sepolcro. La scena ha una prospettiva che, per l'epoca (metà del XIV secolo), rappresenta una novità. Il senso di profondità è reso perfettamente e la gamba destra di Cristo sembra proprio uscire dal tondello. Da notare anche il mantello svolazzante alle spalle del Redentore. Anche questa moneta, come il mezzanino precedente, non ebbe molta fortuna. La sua emissione durò infatti pochi anni, per essere sostituita dal nuovo soldino, di cui abbiamo visto qualche post fa un esemplare di Marino Falier. Da notare che con queta tipologia comincia ad essere incisa sulla moneta l'iniziale del massaro competente per la sua emissione. Una curiosità è rappresentata dal fatto che questa tipologia venne ripresa da Michele Steno (1400-1413) per le città di Verona e Vicenza appena diventate dominio della Serenissima. Arka Diligite iustitiam
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  42. Posto anch'io il mio piccolo contributo alla discussione che sta crescendo benissimo. Soldino Marin Falier (1354-1355) Peso gr. 0, 55. Massaro S Scusate la foto me non posso farne di meglio. La foto non rende l'idea della qualità purtroppo.
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  44. ...dovrei anche apportare qualche variazione di peso per questi 10 T vanno oltre i gr. 33,00
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  45. Continua la collezione dei marenghi preunitari Moneta tutt'altro che facile da reperibile in bella conservazione, senza spendere un botto Come vi sembra? Acquistata da un listino online, giudicata SPL- (che condivido, anche se recentemente sono passati in asta degli SPL che erano molto più BB)
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  46. Grazie....vedo qualcosa anch'io e volevo conferma. Però adesso mentre la osservavo meglio, non vi sembra che al dritto alla fine della punta del collo e nella parte appena sopra FE ci sia una lettera ? ... sto sognando ?
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  47. Ma qui non si tratta di verificare se siano buone o meno...ma quando quelle scritte vennero apposte. Non ho mai avuto tempo di verificare.....e nemmeno sono stato mai spinto a farlo...ma si conosce la presenza di queste Piastre in una qualche collezione di monete del sud fine 800 ? Grazie.
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  48. Esprimo il mio parere: alcune sono moderne..oramai non sanno più cosa inventarsi ... altre sono novecentesche.
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