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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/28/20 in tutte le aree

  1. Ravvivo la sezione con l'ultima arrivata, presa in asta su ebay dal buon Luca Iacovino Non rara ma affatto male, e decisamente migliore dal vivo che in foto
    5 punti
  2. In tempo di chiusura in casa magari a qualcuno interessa leggere un articolo sulle monete del Vescovo di Trento Nicolò di Brno. Mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!
    5 punti
  3. Visto che si parla del Vescovo Nicolò di Brno mi permetto di mettere il collegamento ad un articoletto che ho scritto sulle sue monete nella rivista Studi Trentini di Scienze Storiche. https://www.academia.edu/42880410/Le_coniazioni_del_vescovo_di_Trento_Nicolo_Alreim_di_Brno Buona lettura!
    5 punti
  4. Buongiorno a tutti. Le combinazioni dritto/Rovescio nei 10 Tornesi 1840 di Ferdinando II mi fanno impazzire ? Questo che condivido oggi presenta il dritto con ancora il busto del 1839, ma con simbolo diverso della stellina a 5 punte. Il rovescio ha la Corona Reale come nei 1839 senza rigature verticali, la dicitura TORNESI stretta, la barra grossa e la data 1840 grande. Riusciremo a classificare tutte le varianti?
    5 punti
  5. Da appassionato di foto, almeno allo stesso livello del trekking in alta quota e forse anche del collezionismo di monete posso dirvi che per fare una foto... la macchina fotografica non è mai la cosa più importante Tralasciando la composizione (nel caso di una moneta... non è che si può inventare) nella fotografia di nummi la cosa più importante è senza dubbio l'illuminazione, che deve essere uniforme ma allo stesso tempo puntiforme per poter risaltare le tonalità e i rilievi della moneta. In secondo ordine l'obiettivo che deve avere una buona luminosità e capacità macro (poter cioè riprodurre 1:1 il soggetto. Ho iniziato a scattare con una canon 450D e un canon 100mm macro... la lente che uso oggi è la stessa, il corpo macchina è cambiato in una 5D IV ma solo perchè la macchina fotografica la uso principalmente in foto di paesaggio... notturno, dove oggettivamente il sensore fa la differenza (*). Il mio set up per l'illuminazione invece è autocostruito, ho preso spunto da un aggeggio in vendita (a carissimo prezzo) e devo dire che funge per lo scopo. Ho costruito e uso una cosa simile a questa http://www.quickpx.com/ Per chi vuole approfondire l'argomento "fotografia numismatica" consiglio un sito fatto bene, http://coinimaging.com/photography.html e il libro dell'autore (in lingua inglese) Numismatic-Photography-2nd-Mark-Goodman * Non vi posto foto di mie monete (che potete trovare nelle diverse discussioni che ho avviato) ma una foto di una indimenticabile serata di un bivacco in quota nel settembre scorso, scattata a 2800m sopra alla Forcella de Miel (Pale di San Martino, tra Veneto e Trentino), davanti alla luna che sorge dietro l'Agner e illumina la Valle d'Angheraz (1500m di dislivello con uno zaino da 15kg per arrivarci, solo per questo sarebbe stato indimenticabile :P) @ilnumismatico vi saprà illuminare su tutti i segreti della fotografia numismatica
    4 punti
  6. Visto che Marco @DOGE82 ha aperto le danze, e il gioco si fa "pesante", posto questo Scudo del Donà. A Luigi @gigetto13 promettiamo di non superare uno scudo a settimana..... ??..... a testa ovviamente. Paolo
    4 punti
  7. Buonasera, approfittando di questo periodo di quarantena ho ripreso in mano l’intera collezione, e mi sono messo a guardare tutte le monete che non vedevo da un po’. Osservando attentamente questa lira del 1902 presa qualche hanno fa ho notato che la “N” di regno sembra ribattuta: non ho trovato niente in proposito, e volevo chiedervi se eravate a conoscenza di questo particolare e se qualcuno possiede un esemplare di questo tipo. Grazie a tutti Giacomo
    3 punti
  8. Ciao @Arka, di tanto in tanto aggiungo volentieri le monete che ho e che mancano. Posterò tanti scudi per fare un dispetto a @gigetto13, scherzo ovviamente... ?
    3 punti
  9. Scudo della croce Nicolò da Ponte. Il primo doge a coniare questa tipologia di moneta. Esiste anche senza le iniziali dei massari. Questo è la versione con massaro. In questo caso AD cioè Andrea Dolfin o Andrea Diedo.
    3 punti
  10. Buonasera a tutti. 120 grana 1834, variante 4 torrette+11 torrette nello stemma del Portogallo. Stesso conio di quella segnalata da Pin al cod. P481. Rovescio.
    3 punti
  11. Torniamo a Trento. Qualche pagina fa abbiamo visto il denaro piccolo di Nicolò da Brno (1338-1347) postato da @ak72 . Qui è illustrato il quarto di grosso. Sul dritto è rappresentato il busto del Vescovo e sul rovescio un'aquila ad ali spiegate. Questa emissione ha delle varianti che si distinguono dai simboli che dividono le legende. Il peso è di circa 0,50 grammi e il diametro di 15 millimetri (Rif.: Rizzolli T 79; MIR Triveneto 246). Una curiosità personale. Sul Corpus, ma anche sul MIR, il nome del Vescovo è Nicolò da Bruna. Per parecchio tempo ho pensato che Bruna fosse un paese nel trentino. Solo dopo parecchi anni ho scoperto che Bruna corrisponde a Brno, capitale della Moravia, dove tra l'altro ebbe le sue prigioni Silvio Pellico... Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  12. Buon Lunedì a tutti!! Sta mattina condivido quest'altra monetina in rame. Vorrei sentire i vostri pareri sulla conservazione di sto tondello... 4 quattrini del 91 D _ FERDINANDVS.IV.D.G.SICILIAR.REX sotto il busto P. R _ REALI/PRESIDI/QUATTRINI/17IIII91 A.P. ai lati della corona 5,96 grammi 25mm taglio con treccia in rilievo caratteristica dei 4 quattrini del 91, la corona più alta e bombata. Grazie!
    2 punti
  13. Avendo recentissimamente perso un paio di aggiudicazioni di lotti su diverse piattaforme... mi sono chiesto: "Quali sono le "sconfitte" alle aste che più rimpiango?" Credo che a tutti quanti noi sia capitato, vuoi per dimenticanza (la scadenza del lotto), vuoi perché qualcuno è andato oltre al nostro budget, perché c'era la moglie col randello che vedeva quello che facevate... Le mie più recenti sono queste: una perché la banconota ha raggiunto una cifra eccessiva per i miei gusti/tasche, l'altra perché (idiota io) sono arrivato tardi al pc (poi magari l'avrei persa comunque). Quali sono le vostre?
    2 punti
  14. La vedo veramente dura. Il mio attuale "capitale" di 32 monete arriva si e no al valore della lira in condizioni medie, E ormai ho il fiatone. Speriamo nel proverbiale colpo di cu.fortuna.
    2 punti
  15. Denaro Gherardino. La C è gotica.
    2 punti
  16. American Indians in the Space Program La moneta da un dollaro del 2019 è dedicata agli indiani d'America nel programma spaziale, I Nativi americani hanno partecipato al programma spaziale sin dal suo inizio. Il loro contributo è culminato nelle passeggiate spaziali di John Herrington, membro della Nazione Chickasaw, sulla Stazione Spaziale Internazionale nel 2002. Herrington, nato nel 1959 in Oklahoma, dopo aver conseguito la laurea in matematica, è entrato nella Marina degli Stati Uniti, e nell'aprile 1996 è stato selezionato come astronauta dalla NASA, seguendo per due anni l'addestramento al Johnson Space Center, dopo di che è stato qualificato come specialista di missione. Ha volato con lo Shuttle nella missione partita il 24 novembre 2002 e diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale nel corso della quale ha compiuto tre passeggiate spaziali per un totale di 19 ore e 55 minuti. È rientrato sulla Terra il 7 dicembre 2002, primo Nativo americano ad aver volato nello spazio. Questo e altri risultati pionieristici sono dovuti anche all'opera di Mary Golda Ross (1908-2008), della Nazione Cherokee. Considerata il primo ingegnere Nativo americano nel programma spaziale statunitense, la Ross ha contribuito a sviluppare la navicella spaziale Agena per i programmi Gemini e Apollo. Il dollaro del 2019, disegnato da Joseph Menna e inciso da Emily Damstra, li onora entrambi, presentando in primo piano Mary Golda Ross intenta ai suoi calcoli, alle sue spalle un razzo Atlas-Agena che si lancia nello spazio, con un'equazione inscritta nella sua nuvola di fumo. L'equazione, che indica l'energia necessaria per lasciare la Terra e raggiungere l'orbita di un pianeta distante, rappresenta gli importanti contributi della Ross al programma spaziale. Un astronauta, attaccato al bordo della moneta, simbolicamente John Herrington (Herrington è vivo, quindi non credo possa essere ritratto esattamente su una moneta, come invece la Ross), passeggia nello spazio, mentre un gruppo di stelle nel campo indica lo spazio esterno. Valore e UNITED STATES OF AMERICA nel giro completano il tutto. Tiratura di 1.400.000 per Philadelphia, 1.540.000 Denver, e 1.027.462 per San Francisco. Da notare l'incremento delle coniazioni proof di San Francisco, che tornano a superare il milione (non accadeva dal 2013), probabile segno di un rinnovato interesse dei collezionisti per questa tipologia. Ricordo che tutti questi dollari, sia "normali" che proof, sono coniati per i collezionisti e non per la circolazione. petronius
    2 punti
  17. Segnalo un'interessante galleria : https://antonionataleartist.com/gallery/
    2 punti
  18. Mi sono espresso sicuramente male io, e ne chiedo scusa. Siccome si parlava che ci fosse su quell'asta una cifra minima da raggiungere per la Lira Tron in questione attorno ai 900 euro suggerivo di aspettare di meglio e se uno ne ha la possibilità e proprio ne può spendere. Tutto qui. Mi scuso per l'incomprensione. Non volevo fare i conti in tasca a nessuno, anche perchè sono proprio l'ultimo che può permetterselo, lo assicuro. Il mio discorso sulla moneta da sogno come la lira in condizioni migliori rimane, appunto, un sogno nel cassetto sapendo che dovrei spendere attorno alla cifra che dici tu (e anche anche) visti gli attuali prezzi visti, ad esempio, all'ultimo Veronafil per questa tipologia. Spero di aver chiarito @Faletro78
    2 punti
  19. La moneta postata sopra da Arka è storicamente importantissima per la regione trentina: infatti raffigura l'aquila di San Venceslao, che venne concessa dal re Giovanni di Boemia al principe vescovo Nicolò da Brno (Brünn in tedesco, italianizzato in Bruna/Bruno), di origine appunto morava, come stemma del vescovado trentino. Abbiamo ancora il diploma, datato 9 agosto 1339. L'aquila è arrivata fino a noi come stemma della Provincia autonoma di Trento.
    2 punti
  20. Buongiorno a tutti Dicono che quando qualcuno è giù di morale ( e solo Dio sa quanto lo sono) bisogna concedersi qualche sfizio e allora mi sono fatto un regalino: questa bella emidracma di Argos ( ed il prezzo era anche molto buono). Peso e misure tuto giusto. Volevo solo sapere qualcosa di più: magari l'epoca di coniazione o il magistrato sotto cui è stata coniata. La polis di Argos mi ha sempre affascinato per la sua scelta di rimanere sempre fuori dai conflitti (Atene-Sparta o Greci-Persiani). Grazie.
    2 punti
  21. @ARES III Di nulla, figurati. Nell’identificazione mi hanno soccorso in primo luogo la mitologia in quanto dall’Argolide proveniva Perseo, l’eroe greco figlio di Zeus e di Danae, la figlia del re di Argo Acrisio. Perseo viene ricordato soprattutto per l'uccisione della Gorgone Medusa e per realizzare questa impresa ebbe in dono da Ermes un falcetto di diamante affilatissimo col quale l'eroe avrebbe decapitato il mostro. In secondo luogo alcuni tetradrammi di Alessandro Magno della zecca di Argo che nel campo a sinistra del rovescio raffigurano questo falcetto che il Price illustra così tra i simboli particolari. Il falcetto è stato identificato come l’arma usata da Crono per castrare e deporre suo padre Urano e Perseo, nipote di Crono, è anche raffigurato in statue e sculture armato di un’Harpa a memoria della sua impresa. apollonia
    2 punti
  22. Purtroppo piaccia o non piaccia c'è un interesse a dividere le nostra comunità e a rendere più deboli i governi che pian piano si avvicendano in Italia e più in generale in Europa. Tra l'altro questo metodo di indebolire l'avversario l'abbiamo inventato noi, o meglio i nostri antenati Romani: Divide et impera. Dato che non si può parlare di attualità, sarebbe interessante iniziare una discussione sull'argomento in Agora. La storia del divide et impera. Magari inserendo qualche monetina a riguardo. Non sia mai che leggere come il divide et impera ha agito in passato possa costituire un monito per il presente. Cosa ne pensate? Se l'idea piace posso cominciare una nuova discussione sull'argomento.
    2 punti
  23. Argos, AR Triobol, c. 260s-250s BC Argos , Argolis. AR Triobol (12-14 mm, 2.58 g), c. 260s-250s BC. Obv. Forepart of wolf at bay left, Θ above. Rev. Large A; above, Π - Y; below, eagle standing on harpa; all within incuse square. BCD Peloponnesos 1111; BMC 79-80. Nicely toned. Extremely fine. From the De La Tour collection; ex Hess-Divo AG 307 (2007), 1183 and Münzen & Medaillen AG Basel, Fixed Price list 424 (1980), 29 (380 CHF).
    2 punti
  24. Buongiorno a tutti, Mi piacerebbe approfondire con voi le possibili cause della mancanza in SICILIARVM della lettera M nel 5 Tornesi 1819. Errore? Segnatura della partita di metallo? Altri possibili motivi? Grazie a chi vorrà intervenire.
    2 punti
  25. Buongiorno a tutti, oggi vi presento la mia normalissima Piastra del 54, mi mancava come millesimo, avevo solo il falso moderno. Magliocca 564 Noto delle differenze rispetto al modello base come direbbe Fratello Sergio @motoreavapore. Ho notato un differente carattere per la R di REX rispetto al resto della leggenda. Anche la punteggiatura non è completa. Ho fatto foto del diritto e rovescio con inquadratura e luce diversa. Aspetto vostri commenti. Saluti Alberto
    2 punti
  26. 1933 Regno d'Italia Banca d'Italia - 50 Lire Azzolini/Cima tipo Barbetti (matrice-fascio) FALSO D'EPOCA La datazione di un biglietto falso è imperfetta, in questo specifico caso, se la banconota fosse stata autentica, la data da prendere in considerazione è il 1933, la più recente delle cinque presenti sul biglietto (tre al fronte e due al retro), ma non è detto che lo sia anche per le banconote contraffatte che riportano la stessa data. I falsari hanno sicuramente utilizzato un biglietto DECR. MIN. 21 novembre 1933 autentico a "modello", possibilmente l'avranno avuto alla fine del '33, ma molto probabilmente ne sono entrati in possesso nel 1934 se non oltre. In buona sostanza le banconote contraffatte DECR. MIN. 21 novembre 1933 sono state prodotte negli anni successivi.
    2 punti
  27. 1933 New Zealand, Giorgio V, 3 pence, arg. 500.
    2 punti
  28. Grazie. Trovata in RPC, vol. VII.1, 39.
    2 punti
  29. Buonasera a tutti, ho recentemente acquisito una Piastra di Ferdinando II millesimo 1848, mi ha molto colpito per una particolarità, sembra avere la cifra 1 ribattuta, ed è in fase di accertamento nella sezione Napoletane. La mia prima esclamazione vedendola è stata... qui c'è stato un 48..? Mi sarebbe piaciuto postarla in una mia vecchia discussione, ma ogni tanto bisogna rinnovarsi. Da qui la mia idea, propongo che ognuno di noi posti qui la sua 48, indipendentemente dal regnante e dal valore nominale , non devono essere per forza Napoletane, anzi facciamo una cosa senza confini, purché siano del 1848. Sarebbe carino se ognuno accompagnasse la moneta ci qualche notizia o aneddoto del 48 e perché no, un modo di dire facciamo un quarantotto nel proprio dialetto per esempio. Inizio io con la mia Piastra, buona partecipazione. Piastra 120 grana 1848 Ferdinando II. La Rivoluzione in Sicilia Tra 1837 e il 1847 in Sicilia si manifestarono segnali di un malcontento popolare che poi sfociarono con prepotenza nei moti rivoluzionari del ’48. Nel 1837 una gravissima epidemia di colera aveva causato in Sicilia quasi 70 mila morti che avevano provocato nella popolazione un sentimento di diffidenza e di recriminazioni nei confronti del potere, accusato di avere diffuso volontariamente la pestilenza inquinando l’acqua e l’aria. La tensione sociale sfociò in una rivolta popolare scoppiata a Siracusa e a Catania. L'ostilità dei Siciliani nei confronti del dominio borbonico era dovuto ad un complesso di ragioni, che comprendevano la soppressione d'ogni forma d'autonomia ed il predominio degli elementi napoletani, la condizione di povertà dell'isola, il duro regime poliziesco e le violazioni degli impegni presi da parte dei governi di Napoli. A queste proteste Re Ferdinando rispose in maniera rapida e spietata: inviò in Sicilia, con poteri straordinari, il marchese Francesco Saverio Del Carretto, ex-liberale famoso per aver stroncato i moti del Cilento del 1828, che ripristinò l'ordine con metodi brutali e oppressivi. Inoltre mise in atto una politica di repressione che non si limitò a colpire soltanto le persone, ma anche le istituzioni: la proclamazione della legge della promiscuità, la quale sancì l’abolizione dell’attribuzione di cariche pubbliche riservate rispettivamente ai sudditi dei due regni, costituisce un esempio emblematico. In seguito a questo provvedimento, i funzionari napoletani che furono spostati in Sicilia andarono a ricoprire le cariche amministrative più importanti, mentre i siciliani, furono obbligati a spostarsi nelle provincie di minore importanza. Oltre ai provvedimenti punitivi, contribuirono a creare tensione, anche le profonde contraddizioni presenti tra lo sviluppo delle società e l’assetto politico del sistema borbonico, esasperate dalla crisi dell’industria zolfifera, e dalla ripartizione delle terre demaniali municipali che provocarono una diffusa conflittualità tra nobiltà e borghesia, contadini ricchi e poveri. Da questa conflittualità sociale scaturì la politicizzazione di larghi ceti popolari e borghesi che precedentemente non si erano schierati.Lo storico Gaetano Cingari sostiene che la politica borbonica nei confronti della Sicilia durante la Restaurazione fu guidata da tre linee guida: l'avversione al costituzionalismo, all'autonomismo ed alla nobiltà siciliana.Non si deve poi trascurare il ruolo della tradizione culturale ed intellettuale dell'autonomismo siciliano, che affermava una specifica identità regionale in contrasto a quella di Napoli. L'opera del ministro della polizia e capo della gendarmeria di Ferdinando II, il cavaliere dell'Ordine di S. Giorgio e marchese Del Carretto, contribuì ulteriormente a destare l'odio dei siciliani nei confronti del governo napoletano, poiché questi alle misure poliziesche in senso proprio «aggiunse per malvagio animo gli atti della più bestiale ferocia, permettendo, ordinando uccisioni inutili, arsioni, stupri, saccheggi, banchetti empii, in cui le superstiti fanciulle, disonorate, dovevano celebrare la morte dei propri i parenti e il trionfo della regia autorità, rappresentata da un'orda ladra e sanguinaria di sgherri e di birri napolitani. Alle rappresaglie, ai balordi rigori della censura ed ai polizieschi atti di ferocia, rispose il più intenso odio del popolo Siciliano.» La rivoluzione siciliana del 1848 iniziò il 12 gennaio 1848. Il moto siciliano fu il primo a scoppiare in un anno colmo di rivoluzioni e rivolte popolari, avviando quell'ondata di moti rivoluzionari che sconvolse l'Europa e che viene definita primavera dei popoli. La rivoluzione siciliana portò alla proclamazione di un "nuovo" Regno di Sicilia. indipendente, che sopravvisse fino al maggio del 1849. In Campania si usa dire '' È succiess nu 48'' Saluti Alberto
    2 punti
  30. @DOGE82 Non ascoltare le sirene... ??‍♀️??‍♀️??‍♀️ Posta pure gli scudi, anche perché a me il primo mancava e me ne mancheranno parecchi... ? Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  31. Vabbè Marco ora non iniziare a intasare questa discussione con i tuoi patacconi che compri a peso ?
    1 punto
  32. volevo pero' mostrare due tari' abbastanza rari anche se non in perfette condizioni: quello del 1701 di Filippo v e quello del 1716 di Carlo vi d'Asburgo.comunque 2 monete ricche di storia . https://ibb.co/nsWRkdH https://ibb.co/K6xtpp1 https://ibb.co/Y496zxY https://ibb.co/7XS3q09
    1 punto
  33. Ti ringrazio: data la tua esperienza hai sicuramente ragione. Immaginavo che le cose potessero stare così, anche se ovviamente il mio punto di vista è diverso: come dicevo, per la piastra precedente io non avrei pagato più di 250 euro, mentre per la mia sarei arrivato anche a 350.
    1 punto
  34. Rimanendo in Oceania parliamo degli Aborigeni e del loro massacro. L'articolo riportato utilizza a volte terminologie dure e non politically correct. Inoltre sono stato costretto a censurare l'ultima parte in quanto potrebbe turbare con certi argomenti (non politici) la sensibilità di coloro che sono più sensibili o suscettibili ( comunque chi vuole si può leggere l'articolo per intero sul link in fondo al post). "Genocidio degli aborigeni australiani Come per il genocidio operato contro i nativi americani, anche in questo caso una lunga sequela di stragi, iniziate nel 1770 e terminate pochi decenni addietro con l’indegna pratica operata dal “civile” stato della corona inglese, di rapire i figli degli aborigeni per deportarli in centri di rieducazione, in una pratica passata alla storia come “Stolen generation” (generazione rubata).. Lo Stato australiano sotto la guida della civilissima Royal Family, da sempre impegnato a difendere la democrazia, “importandola con giuste guerre” negli altri paesi oppressi, l’ha praticata “molto bene” all’interno del proprio territorio, dimenticando che la Terra ora chiamata “Australia” appartiene agli aborigeni e non agli inglesi-australiani che hanno sterminato oltre il 90% della popolazione autoctona. Ma questa è un altra storia, di cui non si parla la sera al telegiornale, o nei salotti tv e che non è scritta sui libri di storia. Per i poveri nativi nessun olocausto da ricordare, nessun “giorno della memoria”. STERMINIO ABORIGENI Il termine “Aborigeni” è riferito al complesso delle comunità degli abitanti originari dell’isola oggi conosciuta ai più con il nome di “Australia”, che oggi, con circa 300mila abitanti, costituiscono il 2% della popolazione ivi stanziata. Al tempo del loro primo contatto con i colonizzatori europei, nel tardo XVIII secolo, i nativi erano prevalentemente popoli di cacciatori-raccoglitori in possesso di una ricca cultura orale e valori spirituali basati sulla venerazione della terra e sulla fede nel "sogno”, inteso contemporaneamente come l’antica epoca della creazione del mondo e l’effettiva realtà del sognare. L’esatta epoca di arrivo degli antenati degli aborigeni è oggetto di disputa tra gli archeologi. L’opinione più accreditata è che giunsero dall’Indocina più di 50.000 anni fa: questo significa che si sono succedute in Australia oltre 2500 generazioni.Vi sono stati molti gruppi diversi, ognuno con una propria cultura, religione e lingua, si contano circa 200 lingue diverse al momento del contatto con gli europei. Queste culture si sovrapposero in maniera più o meno ampia e si evolsero nel tempo. Anche gli stili di vita presentavano un’ampia varietà. L’Australia fu scoperta solo nel 1770 da JamesCook, anche se già un secolo prima fu avvistata da altre navi, ma solo l’Inghilterra riuscì in un primo e vero approccio a questa terra, che fece di fatto sua, impiantandoci colonie penali ( ora la più importante, Melbourne , ne é la capitale). Quando, nel 1788, la Gran Bretagna fondò la prima colonia penale in Australia, in quel continente vivevano probabilmente almeno 1 milione di Aborigeni. Ma la dottrina giuridica della “terra nullius” (terra di nessuno) dichiarò che il quinto continente era disabitato. Cominciò la caccia per lo sterminio degli Aborigeni e per la conquista delle loro terre. Gli inglesi, dopo che ne fecero una colonia penale, si accorsero delle potenzialità di questo continente, iniziarono a coltivare e a metter su allevamenti, gli aborigeni non avevano ‘terra propria’, ed ecco che iniziò l’esproprio, la storia degli indiani d’America si andava ripetendo a migliaia di chilometri di distanza. Quando gli indigeni non sapevano più dove andare, ecco che l’uomo bianco in cerca di terra e di risorse naturali ha iniziato ad uccidere: innanzitutto avvelenando l’acqua delle fonti, poi compiendo dei veri e propri omicidi. L’ultima strage di aborigeni accertata é quella che é avvenuta nei territori del Nord, nel 1928, dove un centinaio tra bambini, donne e uomini vennero barbaramente massacrati, perché non volevano cedere un ultimo lembo di terreno. Nel 1830 ne sopravvivevano soltanto 80.000. Soltanto nel 1992 la Suprema Corte australiana dichiarò l’invalidità della dottrina della “terra nullius”. L’espulsione da parte degli allevatori di bestiame e delle società minerarie, come anche i trasferimenti forzati, ad esempio nel corso degli esperimenti atomici britannici tra il 1953 ed il 1963, hanno sempre più emarginato gli Aborigeni. Adesso, il 90% dei nativi australiani vive ai margini della società. Solo per pochi di loro è ancora possibile vivere di caccia e raccolta come i loro antenati. La maggior parte vive nel Territorio del Nord e negli Stati federali del Queensland e del Nuovo Galles del Sud. Vi sono poi gli isolani dello Stretto di Torres, insediati nelle isole site nel braccio di mare che separa l’Australia dalla Nuova Guinea. Solo nel 1991 la Suprema Corte Australiana ha finalmente rimosso il vergognoso mito della “terra di nessuno”. Dalla pubblicazione, avvenuta nel 1997, del rapporto “Bringing them home” sui bambini separati a forza dai loro genitori, redatto da una sottocommissione di Stato, l’espressione “generazioni rubate” (stolen generations) è divenuta l’emblema della discriminazione permanente. Il rapporto stima che almeno 100.000 bambini siano stati sottratti alle famiglie tra il 1930 ed il 1970. Le autorità avrebbero strappato i bambini dalle famiglie, con l’intenzione di privarli della propria identità culturale. Il rapporto svela la spaventosa incidenza dei maltrattamenti fisici e psicologici subiti dai bambini nei collegi statali od ecclesiastici. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite per la Prevenzione e la Repressione del genocidio del 1948 (art. IIe), il “trasferimento violento dei minori da un gruppo all’altro” integra gli estremi del genocidio. Negli anni ’50 Peter Gunner, che allora aveva sei anni, fu separato dalla propria famiglia. Interrogato come testimone da un tribunale, alla domanda se sua madre od altri suoi familiari abbiano corso dietro al camion che lo portava via da loro, rispose: “L’unica cosa che mi ricordo è che gridai con tutte le mie forze e che cercai di scappare […]”. Peter Gunner fu portato al St. Mary Hostel di Alice Springs. La prima sera fu picchiato con una cinghia, per aver preso la coperta dal letto, volendo dormire a terra com’era abituato. Ultimamente stanno emergendo altri agghiaccianti risvolti legati alla terribile vicenda della “stolen generation”, si parla addirittura di esperimenti fatti sui bambini a cui veniva inoculato il virus della lebbra.(www.dailytelegraph.com) Dopo decenni di mistificazioni e negazioni della verità, è solo il 13 febbraio 2008 che il neo-primo ministro Kevin Rudd, mantenendo una sua promessa elettorale, ha presentato le scuse ufficiali alle popolazioni Aborigene per la “Stolen Generation” . L’apporto degli Aborigeni alla popolazione carceraria è fra gli uomini 12 volte, e fra le donne 14 volte più alto rispetto a quello della popolazione bianca. Nel nuovo Galles del Sud i minori aborigeni possono essere arrestati anche per il mero sospetto di un possibile reato. Nel Territorio del Nord i minori possono essere arrestati anche per reati di minima gravità. Nel 1998 una tredicenne accusata di reati minori è stata detenuta per sei settimane ad oltre 1.500 chilometri di distanza dalla sua famiglia, senza alcuna possibilità di mantenere un contatto con essa. Statisticamente la metà degli Aborigeni di sesso maschile tra i 20 ed i 24 anni è stata arrestata almeno una volta negli ultimi cinque anni. Gli arresti più discussi sono quelli per ubriachezza, “contegno indecoroso”, offesa a pubblico ufficiale e resistenza alla forza pubblica. Poiché spesso la povertà degli Aborigeni non permette loro il pagamento delle pene pecuniarie previste, si procede al loro arresto. Le condizioni di detenzione sono degradanti ed il numero dei suicidi è spaventosamente alto. Sebbene le condizioni disumane delle carceri siano note da anni, chi di dovere si è finora mostrato sordo a tutte le raccomandazioni delle commissioni d’inchiesta.Una delle più antiche ed importanti civiltà umane è stata distrutta in circa 100 anni, un milione di persone che vivevano lì da migliaia di anni si sono visti portare via tutto, dalla terra all’abbraccio delle madri, dei padri alla vita dei figli. Questo è quello che ha fatto l’imperialismo britannico, la civile e democratica Inghilterra, anche durante il nazismo. Allo stesso tempo in cui si condannavano giustamente le nefandezze hitleriane si continuava un genocidio dimenticato da tutti, forse anche dagli stessi aborigeni, in quanto educati nelle scuole australiane, dove certo non gli si insegnava la propria storia. Breve storia della deportazione dei carcerati in Australiani La data del 26 gennaio è la festa nazionale australiana, l’«Australian Day». Negli ultimi anni, tuttavia, l’entusiasmo degli Australiani per la loro festa nazionale è andato scemando, fino a diventare quasi una fonte di imbarazzo. La ragione risiede nel fatto che il 26 gennaio 1788 la «First Fleet», una flotta di undici vascelli comandata dal Capitano Arthur Phillip della «Royal Navy» di re Giorgio III, sbarcava per la prima volta a Port Jackson (oggi Sydney) 736 forzati (548 maschi e 188 femmine), dopo avere attraversato due oceani in sette mesi di navigazione. Per gli uomini e le donne a bordo di quelle undici navi si trattava della fine di un viaggio allucinante, 48 condannati erano morti di stenti, di maltrattamenti e di scorbuto, ma per i sopravvissuti la vera tragedia doveva ancora cominciare. La destinazione era un continente agli antipodi, praticamente sconosciuto, a parte un tratto della costa orientale cartografato dal Capitano Cook nel 1770. Lo scopo di quel viaggio non era né scientifico né militare: era un’operazione penitenziaria di dimensioni planetarie in quanto il Parlamento Inglese aveva deciso che il «Continente Nuovissimo» avrebbe dovuto essere destinato a prigione. Nel 1818 si volle considerare tale evento come l’origine della nuova Colonia di Sua Maestà Britannica, e così il 26 gennaio, finì per diventare la data di nascita della Nazione Australiana e quindi giorno di Festa Nazionale. Fino al 1867 l’Australia fu dunque sede di una delle più terribili colonie penali della storia. Con la deportazione dei condannati nel Continente, l’Inghilterra ha anticipato nel XIX secolo il terrore penale che nel corso del XX secolo sarebbe culminato nel sistema sovietico dei Gulag, con la deportazione dei «nemici del popolo» nello sterminato continente Siberia. In quella remota parte del mondo situata nel Pacifico Meridionale si trova anche la Nuova Zelanda, che era a quell’epoca più conosciuta, esplorata e cartografata dell’Australia, ma la Nuova Zelanda non fu presa in considerazione dal Parlamento Inglese quale «prigione continentale» per i deportati. Ciò segnò un diverso corso per il successivo sviluppo dell’Australia e della Nuova Zelanda, che si riflette ancora oggi nella diversa tradizione storica e nell’uso della lingua inglese, che in Australia è inquinata dal gergo di basso livello dei deportati mentre è rimasta pressoché incontaminata in Nuova Zelanda. La ragione della scelta a favore dell’Australia risiede nel fatto che qui gli Inglesi incontrarono una popolazione costituita da un’umanità fossile, il cui «sviluppo» si era arrestato da più di 30.000 anni. Si trattava degli attuali Aborigeni incapaci di qualsiasi progresso e tanto meno di qualsiasi resistenza organizzata contro gli invasori. In Nuova Zelanda invece gli Inglesi si erano imbattuti in una popolazione di guerrieri feroci e determinati, chiamati col generico nome di Maori. Un membro della spedizione di Cook ebbe infatti a scrivere che «i Maori si nutrono essenzialmente di pesci, di cani e di nemici». Mentre in Australia non vi furono guerre coloniali contro gli Aborigeni, in Nuova Zelanda gli Inglesi dovettero combattere ben quattro guerre coloniali, note come le «New Zealand Wars». Alla fine i Maori furono sottomessi. La pace fu firmata col «Trattato di Waitangi» il 6 Febbraio 1840; il documento originale è esposto nel Museo Nazionale di Wellington. Anche se questa data è diventata la festa nazionale della Nuova Zelanda, le tensioni fra Maori e Inglesi non si sono mai sopite… La deportazione quale pulizia etnica della «classe criminale» Già nel 1597 una legge di Elisabetta I relativa alla punizione di criminali, vagabondi, mendicanti ecc. stabiliva «che tali esseri saranno banditi dal Regno e saranno trasportati in quei territori d’oltremare che saranno scelti dal Consiglio Privato della Corona». La stessa legge stabiliva che «nel caso uno di questi criminali dovesse senza permesso rientrare nel Regno, sarà impiccato». Fin dal XVII secolo venivano condannati alla deportazione i colpevoli anche di delitti minori indipendentemente dal sesso e dall’età. Ad essi si aggiungevano i deportati per motivi politici, quasi esclusivamente Irlandesi. I luoghi di deportazione erano in America la Virginia, il Massachussets ed alcune isole caraibiche quali Barbados e Giamaica. Nelle piantagioni di zucchero venivano deportati principalmente gli Irlandesi che avevano osato resistere all’invasione da parte di Cromwell nel 1650. Per la sua ferocia e fanatismo religioso protestante, il «Lord Protettore» è ancora oggi ricordato in Irlanda con orrore e disgusto. L’Inghilterra Georgiana non disponeva di un numero sufficiente di prigioni, e le deportazioni servivano anche ad alleviare questo problema. La prigione non aveva affatto l’obiettivo di migliorare, ed ancor meno di redimere il prigioniero. Le prigioni erano luoghi di pena, dove non esisteva neppure il lavoro, si trattava semplicemente di luoghi di «concentrazione di criminali». La deportazione era l’alternativa alla costruzione di nuove prigioni, raccomandata da rari e coraggiosi riformatori (come Howard, che scrisse nel 1777 «The State of the Prisons» paragonabile al nostro «Dei delitti e delle pene» di Beccaria). Ma il Primo Ministro di allora, William Pitt, dichiarò che c’erano «ben altre priorità». E ciò si può comprendere, perché una di tali priorità era la Rivoluzione Americana, che nel 1776 aveva portato all’indipendenza degli Stati Uniti. La giovane repubblica americana non voleva più ricevere i deportati di re Giorgio III, non per motivi umanitari o morali, ma perché già alla vigilia della Rivoluzione arrivavano in Nord America 47.000 schiavi negri all’anno, la cui mano d’opera era più che sufficiente per le esigenze di allora. Questi schiavi negri erano inoltre ben più mansueti dei criminali provenienti dall’Inghilterra e dall’Irlanda. Gli Stati Uniti, che erano già da allora la “lungimirante culla della Libertà e della Democrazia”, preferivano dunque servirsi degli schiavi negri anziché dei deportati inglesi. Per gli Inglesi il problema delle prigioni divenne così ancora più pressante… Nella Londra di Giorgio III il numero dei condannati aumentava di più di mille unità all’anno, e ben presto neppure i «hulks», già stipati fino all’inverosimile da prigionieri in condizioni igieniche spaventose, furono più sufficienti ad accoglierli. Si imponeva una soluzione oltremare, diversa da quella «americana». Ma dove? Le conoscenze geografiche dell’epoca erano retaggio di pochissime persone, concentrate negli alti livelli della Royal Navy e del Parlamento… Ecco che quel tratto di costa selvaggia e misteriosa, scoperta e cartografata da un certo Capitano Cook nel 1770, era forse un lembo di inferno e si sarebbe prestato magnificamente nel subconscio collettivo inglese per deportarvi i prigionieri. E fu così che l’Inghilterra anticipò già nel XVIII secolo il modello penale della più vasta e terribile repressione del XX secolo: il Gulag. Il trasporto agli antipodi, messo in atto per circa 80 anni, di 160.000 persone che vennero sradicate e trasferite fu la più grande deportazione mai avvenuta in epoca pre-moderna, ed assegnò ad un intero continente, per la prima volta nella Storia, il funesto ruolo di prigione. Il dramma del trasporto e l’impatto con gli Aborigeni I deportati erano assoggettati durante il trasporto a condizioni spaventose. Essi erano stipati in grosse gabbie sistemate su vascelli che non erano affatto stati progettati per il trasporto di prigionieri. Le gabbie erano situate sotto i vari ponti e l’aria poteva giungervi solamente quando i boccaporti venivano aperti per alcune ore al giorno. In caso di tempeste o di pioggia restavano chiusi per giorni interi. In condizioni «normali» i detenuti avevano anelli alle caviglie attraverso i quali scorreva una catena per tutta la lunghezza della nave, come già in uso sulle navi negriere. La catena veniva ritirata per permettere le rare uscite sul ponte a piccoli gruppi. La minima infrazione veniva punita proibendo l’uscita sul ponte, od anche con la fustigazione, che diverrà poi l’abituale punizione nei luoghi di deportazione. Dai libri di bordo custoditi oggi negli archivi della Royal Navy risulta altresì la selvaggia promiscuità che si scatenava quando le donne venivano in coperta ed accoppiamenti improvvisi avevano luogo sia con i deportati che con l’equipaggio e persino con gli ufficiali… Per gli Inglesi, sia deportati che funzionari, l’arrivo in Australia rappresentava la fine del mondo, ma per gli Aborigeni ne era il centro. Gli Aborigeni identificati semplicemente come «Indians» (Indiani) dagli Inglesi non mostravano nessuna curiosità verso gli immensi vascelli che cominciavano ad arrivare da un’altra parte del pianeta, a differenza dei Maori e di tutte le popolazioni del Pacifico che invece mostravano una stupefatta curiosità ed un interesse indicativo della loro intelligenza. L’accoglienza degli Aborigeni consisteva nell’agitare le lance ed i boomerang, nello scagliare sassi e nell’urlare «Uarra! Uarra!» che vuol dire «andate via!». In realtà questa razza antropologicamente in estinzione non rappresentò mai un pericolo per gli Inglesi, cosicché non vi furono mai guerre coloniali in Australia, a differenza di tutte le altre regioni dell’Empire. I rapporti erano improntati a disprezzo ed anche a ribrezzo a causa delle abitudini degli Aborigeni nel campo dell’igiene. Essi erano sempre circondati da nugoli di insetti, per proteggersi dai quali imparavano fin da bambini a ungersi il corpo con grassi animali, olio di pesce, ocra, sabbia e polvere, che infine si trasformava in una crosta rancida che non veniva più rimossa perché non si lavavano mai. Inoltre la sporcizia non doveva mai essere allontanata: era l’Aborigeno che si allontanava da essa. Ciò valeva anche per le necessità corporali, che venivano soddisfatte senza esitazioni in qualsiasi luogo. Questa «abitudine» praticata sui marciapiedi e sulle strade delle città che andavano via via sorgendo fu la causa non ultima della nascita delle riserve e delle ghettizzazioni nelle città. Ma lo sviluppo muscolare degli Aborigeni era ottimo e, poiché non c’era né zucchero né amido nella loro dieta, disponevano di una dentatura eccellente, a differenza di quella dei loro invasori… Gli Aborigeni rappresentavano un incubo per i forzati perché gli Inglesi erano riusciti ad addestrarli a ricatturare i fuggiaschi, ed essi lo facevano con gusto. Per i forzati quindi essi rappresentavano l’estensione delle loro prigioni nell’immenso retroterra australiano, il terribile «outback». Numerosi fuggiaschi scampati ai serpenti, ai ragni, alla fame ed alla sete, furono ritrovati con i crani sfracellati dalle zagaglie o con i corpi perforati dalle lance degli Aborigeni. Gli stessi Inglesi in casi di dispute dovevano guardarsi dalle armi primitive che gli Aborigeni maneggiavano con grande destrezza: nel tempo necessario ad un soldato per ricaricare il moschetto l’Aborigeno poteva scagliargli addosso fino a quattro lance. Un pioniere fiducioso scriveva ancora nel 1849: «Ora nulla può più impedire l’estinzione della razza aborigena. La Provvidenza le permise di abitare questo territorio solo fino all’arrivo di una razza più evoluta». L’occupazione della Tasmania e le colonie penali di «Macquarie Harbour» e di «Port Arthur» Una storia a sé è costituita dall’occupazione inglese della Tasmania. Durante le guerre napoleoniche gli Inglesi paventavano l’occupazione da parte dei Francesi di luoghi strategici nel Pacifico, quali le coste meridionali dell’Australia e l’isola a sud di essa chiamata ancora Terra di Van Diemen, in seguito chiamata Vandemonian dai forzati. Il Governatore King dispose nel 1802 l’occupazione della Terra di Van Diemen, allora abitata da un imprecisato numero di Aborigeni, essendo impossibile stabilire quanti fossero quando l’invasione ebbe luogo. Quello che invece fu possibile stabilire è che dopo circa 70 anni non c’era più un solo aborigeno in Tasmania, perché vennero sistematicamente uccisi dagli Inglesi a colpi di fucile, come i canguri. Gli Inglesi eliminarono così una popolazione che abitava quelle terre da più di 30 mila anni.Si tratta dell’unico caso documentato di genocidio nella storia coloniale dell’Impero inglese. Ma non si trattò dell’unica barbarie commessa dagli Inglesi in Tasmania: su quella remotissima isola furono costruite due delle più orride colonie penali che il sistema penitenziario potè mai concepire: una fu adibita a luogo di punizione per reati commessi dai forzati già in cattività, come già si fece per l’isola di Norfolk e tale nuova località si chiamò Macquarie Harbour.L’altra prigione fu l’ultima costruita in Australia nell’era della deportazione e fu situata nella località chiamata Port Arthur. Il Governatore della Tasmania aveva il rango di Vice-Governatore dell’Australia e godeva di larghissima autonomia, data anche la difficoltà delle comunicazioni fra la Tasmania ed il Continente". http://informazionescomoda.altervista.org/?p=314
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  35. Ciao @Rocco68 , complimenti per il pezzo stupendo, non penso ad una rottura di conio in quanto tra ...ARV ed ET c'è giusto lo spazio della normale pausa tra le parole della legenda quindi una moneta coniata appositamente. Poi che si tratti di errore e siano circolate alcune serie potrebbe essere probabile.
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  36. Bellissima!! Non oso pensare come sia dal vivo... Sono rimasto incantato a guardarla, complimenti.
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  37. Veramente a me sembra la stella nel crescente. E quindi sarebbe questa la moneta 550/2a
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  38. A febbraio Borisov, primo ministro della Bulgaria, aveva dichiarato di voler rinviare a luglio la decisione sull'adesione all'ERM II perchè non riteneva sufficiente il consenso pubblico all'ingresso nell'unione monetaria, ma l'emergenza COVID gli ha fatto cambiare idea. Secondo una sua dichiarazione dell'inizio di questo mese l'obiettivo è di tornare all'adesione entro fine mese, in quanto far parte dell'ERM II garantirebbe anche alla Bulgaria la copertura dei piani d'emergenza economica anti-COVID messi in piedi in ambito UE. Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ha confermato che la Bulgaria entrerà nell'ERM e nell'eurozona con l'attuale tasso di cambio fisso di 1 euro per 1,95583 lev bulgari. Come possibile data d'ingresso nell'euro ora si parla del 2023. Per quanto riguarda la Croazia, Il ministro delle finanze Zdravko Marić ha dichiarato in una seduta del Consiglio nazionale per l'adozione dell'euro che la Croazia ha soddisfatto quasi la metà delle 19 misure in sei diverse categorie necessarie per l'adesione all'ERM II e che si aspetta che il processo sarà completato entro la fine della presidenza croata dell'UE (30 giugno).
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  39. Guarda le differenze... La prima è buona
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  40. Ciao, questi sono i riferimenti presi da Artemide aste del 2015. Coins 485 Parma. Napoleone Bonaparte (1769-1821). Medaglia per le nozze con Maria Luigia d'Austria a Vienna, 1810. D/ NAPOLEON I GALLORVM IMP. ITAL. REX ET M. LVDOVICA ARCHI. AVSTRIAE. Busti affrontati di Napoleone e Maria Luigia. R/ Genio con fiaccola che incede a destra e incorona stemma degli Asburgo posto su colonna. Nel basamento: XI MARTI/ MDCCCX. Br. 945. Julius 2255. d’E.1282. Montenuovo 2371. AG. mm. 47.30 Inc. Stuckhart- Guillemard. R. SPL.
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  41. taglio 2 euro cc BNDR paese slvenia anno 2015 tiratura 1.000.000 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc TDR paese francia anno 2007 tiratura 9.406.875 condizioni bb città trieste taglio 2 euro cc paese belgio anno 2014 A tiratura 1.750.000 condizioni bb città trieste
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  42. Ho acquistato questa moneta dalla CNG 13-14 anni fa. Acquisto in USA, spedizione dal Regno Unito. E' arrivata dopo mi pare più di un mese. Ricordo bene la trepidazione. Un esemplare unico. Una importante testimonianza storica. La foto di questa moneta è rimasta nel repertorio fotografico della CNG . Qualche anno dopo l'immagine è stata utilizzata da un nostro comune amico per illustrare un suo articoletto, casualmente, senza riconoscere l'importante variante (ma dopo qualche anno se ne è accorto , e ora questa moneta la abbiamo nel Catalogo delle monete medievali del Triveneto e nel MIR). La stessa immagine è finita su Wikipedia, alle voci Soldo e Ludovico di Tech, e ancora come logo di una Finanziaria. La circolazione di una moneta nei secoli.
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  43. Assolutamente @fagiolino il tuo intervento con l'immagine della moneta e una breve storia è stato ottimo, infatti più persone tra le quali io abbiamo messo in basso a destra il "mi piace" ? anche io come te penso che bisogna fare collezione di monete, non guardando il valore di mercato, ma in primis il valore storico, perchè ogni moneta, anche quella che vale 1 centesimo ha sempre una storia o prima o poi l'avrà!
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  44. Ferrara Ercole I d'Este, 1471-1505. Quarto, AR 9,67 g. HERCVLES DVX FERRARIAE Testa a s. Rv. Cavaliere al passo verso d., il braccio d. proteso in avanti. CNI 25. Ravegnani Morosini 6 (testone). MIR 254.
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  45. Forse dovrebbero dare una letta a qualche scritto che è venuto fuori ultimamente (ma anche del passato) .... ma che sigle sono ? DAG ? http://www.sixbid.com/browse.html?auction=1704&category=35482&lot=1523094 http://www.sixbid.com/browse.html?auction=1694&category=35058&lot=1513785 :nea: :nea:
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  46. Infatti ho scritto che quello che è importante è la lettera e non la medaglia in se; che le Medaglie poi sono un Unicum questo è assodato......che nelle ricerche non siamo giunti ad una conclusione "certa" , anche; Al post 228 però ho riportato quelle che le carte dicono e mi sembra strano che il Catenacci lasciò la "Direzione" del Gabinetto solo per l'anno 1835, ecco dove è il problema. Ti dico di più e lo sai bene perchè ne abbiamo parlato a lungo: queste 2 medaglie mi hanno portato via molto tempo, ma come vedi anche tu, hanno qualcosa che senza un qualche documento, non sapremo mai cosa effettivamente ci fanno le lettere D dopo il De Rosa anche perchè sono le uniche ad averle. Dato che vennero coniate in zecca, potrei anche pensare ad un errore dell'aiutante o di qualche alunno.
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  47. Terzo (e ulimo) artista in mostra a Palazzo Strozzi, Charles Alfred Meurer (1865 - 1955). Citando di questo pittore le date di nascita e morte, colgo l'occasione per precisare che non mi è sembrato il caso di appesantire la discussione (che, peraltro, si sta rivelando leggerissima, quanto a numero di interventi :rolleyes:) con notizie biografiche degli artisti citati, notizie che sicuramente tutti conoscete :D....a chi volesse approfondire il discorso biografico, basterà digitare il nome dei singoli artisti in qualsiasi motore di ricerca. Non ho trovato foto del quadro di Meurer esposto a Firenze, allego questo, che a me sembra bellissimo....A Gentlemen's Shelf petronius B)
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