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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/20/20 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti. Vi propongo questa...un 5 tornesi del 17...le lettere che emergono al dritto? Dico sotto la testa di Ferdy. Una S e più sotto una EU... coni collisi? Come conservazione come siamo messi x il tipo di moneta? MB ci sta? A differenza di altre il rovescio è ben leggibile. Ditemi la vostra e come sempre grazie a tutti.
    6 punti
  2. Ciao @gennydbmoney. Sempre un piacere leggerti! E grazie del tuo parere...siete già in due a giudicarla MB+! Forse sono stato un po' troppo severo. Questa l'ho scovata sta notte, non nel noto sito, ma su un altro grande raccoglitore di annunci con venditori professionali!! E' andata così! Ieri sera dopo pizza e birra, guardando la tv con la mia compagna controllavo l'orologio,,,attendevo le 23 e qualcosa per aggiudicarmi na moneta di Massa sulla Baia (una gran bella moneta davvero)...mah? mah? Apro gli occhi, tv spenta, luci spente, i gatti dormono e la mia lei sicuramente a letto oltrechè sicuramente soddisfatta del gradimento dimostrato per la serie tv scelta da lei?... Comunque... Guardo l'ora 4 del mattino passate...bene! Molto bene! Porca la zozzzz....maledet...gran bast...te possino... Calma!! "Appunto delle 4:12 am _Quando attendi un'asta_": 1)Imposta una sveglia 2) Evita la pizza 3 formaggi e porcini + verde e salamino, fa venire sete e così ti devi bere almeno 3 birrette 3) Non aggiungere formaggi alle pizze che hanno già tanti formaggi 4) 3 birrette non aiutano 5) Certe serie tv sono una flebo di valeriana 6) Evita di far sapere del punto 5 alla tua compagna...anche se sospetto sappia già tutto!! A parte i miei appunti... Incavolato mi metto a smanettare tra baia, delacampe etc e mi trovo questa, appena messa in vendita, mancante nella mia collezione, ad un prezzo che dopo un paio di ricerche ho ritenuto adeguato...e pronti...tentenno n'altro po' e la piglio...salgo in camera e come un marmocchio a cui è arrivato un dono dal cielo, do un colpetto alla mia lei... IO " Amò sei sveglia?" LEI "No" IO "Ho pigliato na moneta..." LEI "Bravo, dormi..." due secondi di pausa LEI "Quanto hai speso?" anche nel dormiveglia sta domanda arriva sempre ? IO "Poco!! domani ti faccio vedere di che si tratta..." LEI "Dormi!!" IO "Notte amò..." Sta mattina mostrandogli l'acquisto... "ma è tutta consumata, cos'è un buco?, e poi è sempre il solito Ferdinando qualcosa" Va così!!! Chiudo sto spaccato di una notte, dicendo semplicemente che sono soddisfatto dell'acquisto e che spero di averla presto in mano (un altro paio di monete sono ferme in Olanda da un mese?)! E anche sto giro cercherò ,come faccio spesso, di far apprezzare sti tondelli anche a chi mi sta intorno e a volte mi sopporta!!! (Grazie amò) Cmq torniamo alla moneta e sentiamo altri pareri.
    6 punti
  3. Salve, vorrei portare il mio piccolo contributo a questa discussione con un esempio personale :nella prima metà degli anni sessanta del novecento quando fre quentavo la terza media nella mia costante ricerca di monete del regno mi capitò di acquistare in una abitazione privata un marengo comune di ve ll per il prezzo, allora equo di 5000 lire per me era una cifra enorme tanto che lo rivendetti dopo poche settimane realizzando un piccolo guadagno. Oggi quel marengo varrebbe, credo, 100 volte tanto. Non penso che esista altro bene che si sia rivalutato altrettanto. Non sono un esperto di economia ma ritengo che l oro sia un ottimo bene cosiddetto di rifugio. Se pensate che abbia detto una sciocchezza abbiate pietà ma questa quarantena mi sta forse annebiando la mente, saluti
    4 punti
  4. Beh qui siamo un po' usciti dai limiti temporali della sezione ma per me, data l'importanza che questa discussione sta via via avendo, si può benissimo derogare. Io purtroppo ho poco e niente per interessare, ma approfitto di voi per chiedervi se la crocetta prima della B di Bertrando nel mio denaro abbia un significato particolare, che so, segno di zecchiere? nel caso positivo, dato che so che la zecca si trovava a Udine da un bel po' di tempo, è possibile risalire a un nome? Nota personale: avevo preso questa moneta una trentina di anni fa quando, con mia grande curiosità, mio padre mi fece leggere alcuni articoli credo della Società Filologica Friulana. In essi si descriveva l'origine della mia famiglia, i Feruglio, che pare provenissero proprio dalla Francia al seguito del Patriarca, e si stabilirono a Udine. Ancor oggi, soprattutto nella zona nord della città, vi è un'alta percentuale di Feruglio. Sul lato sinistro del Duomo, inoltre, esiste ancora un portale gotico trecentesco che un tempo veniva chiamata "la puarte di Ferui", perchè finanziata da tale Nicolau de' Firulg, membro della confraternita dei pilipari (pellicciai). Che sia tutto vero o in parte (ma in certi casi credo sia lecito farsi mille viaggi mentali), ci tenevo a condividere questo con voi.
    4 punti
  5. 4 punti
  6. buonasera, vi prego di scusare la mia indignazione per questo tipo di affermazioni affrettate e sommarie,ma da un amante non che collezionista di sesterzi non posso far altro che rispondere.Troppe volte ho visto su questo forum "specialisti" che senza un se e senza un ma su due piedi affibbiano come "falso" qualsiasi moneta in bronzo (stiamo parlando di sesterzi in questo caso) che pare sia stata o è effettivamente fusa...È ora mai accertato e ci sono un buon numero di ritrovamenti di ripostigli che contengono sesterzi fusi cosi come ci sono studi e relazioni a riguardo che tali monete fuse (non sto parlando dei falsi accertati) in età imperiale circolavano regolarmente come monetazione sussidiaria e ausiliaria accettate e inserite nel flusso circolante nelle aree dove non arrivavano o comunque per integrare le monete "regolari" provenienti dalle zecche dell'Impero,quindi dare del "falso" a priori a qualsiasi sesterzio fuso mi sembra quantomeno fuorviante per quelli che masticano poco la materia ma sono comunque appassionati e collezionisti,non che poco professionale e troppo arrogante mostrando un assoluta sicurezza del esito in un campo dove alla certezza assoluta della verità è ben lontana... Su questo stesso sito si è parlato svariate volte sul argomento,e se non ricordo male c'è una bellissima discussione nata intorno al "Ripostiglio di Biassono" con interventi e link molto interessanti e costruttivi sulla presenza dei sesterzi fusi... In ultimo vi prego di perdonare le mie eventuali errori di grammatica e ortografia ma non essendo la mia lingua madre spero potete perdonarlo... saluti,
    4 punti
  7. Grazie del commento. Cerco di dare degli spunti per quel che posso, mi permetto di puntualizzare il contesto a beneficio di tutti i lettori della discussione: Andrà innanzi tutto considerato che l'ascesa economica di Firenze tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento era legata all'aumento del fiorino d'oro (che nasce al cambio di 240 denari ma arriva a valerne 780 nel primo quarto del Trecento). Nel bel mezzo di una crisi, il rialzo dell'argento minacciava di stravolgere questa situazione positiva e provocava deflazione, perchè il mercato interno si basava sull'argento, ed è chiaro che aumentando il valore della moneta tendono al ribasso i prezzi delle merci. Nel '45 la quotazione dell'Ag si era tanto impennata che non v'era più convenienza nel monetarlo, come giustamente scrivi. Cipolla descrive come la stessa libbra di argento valeva circa 6'000 denari se venduta sfusa, mentre in grossi se ne ottenevano circa 5'000 (riporto a memoria). Questa situazione portò anche alla fusione di gran parte dell'Argento circolante, come è chiaro (fondere moneta grossa, al netto delle spese e sulla base delle quantità, rendeva fino ad un 25%). A rimanere in circolazione erano invece i quattrini, la cui fusione era sconveniente, perché il valore intrinseco era sostanzialmente pari al valore nominale (il Villani ce ne conferma la disponibilità sul mercato). Venezia, che si trovò nella stessa situazione, non potendo svalutare il grosso, impegnato sugli scambi internazionali, svalutò il mezzanino, ma questa soluzione (l'unica percorribile per loro) causò la scomparsa del circolante che venne in gran parte fuso. A Firenze la posizione era diversa, perchè la moneta internazionale era il fiorino, che non doveva svalutarsi in alcun modo. Anche svalutare il grosso, tuttavia, non fu una decisione semplice, perchè era comunque impegnato nei commerci regionali. Va ricordato che in questa situazione le arti minori erano da pochissimo entrate nella cabina di controllo, è tuttavia evidente che loro si rendessero conto di aver necessità delle competenze dell'oligarchia finanziaria cittadina, che su queste faccende è sempre molto ascoltata. La decisione presa da Firenze è molto rischiosa: coniano un grosso da 48 denari in luogo dei vecchi da 30 svalutandolo del 20% e tentando di far leva sul fattore psicologico della dimensione, diminuendo i costi di produzione sul valore coniato. L'operazione riuscì ed il valore nominale era superiore a quello dell'intrinseco di un buon 10%. Coniare moneta grossa tornava così ad essere conveniente, e infatti in molti accorsero alla zecca dopo il provvedimento (Cipolla e Bernocchi ricostruiscono il numero di pezzi coniati che ora chiaramente non ricordo). Il valore dell'Ag continuava tuttavia a salire e nel '47, solo 2 anni dopo, il valore intrinseco dei grossi aveva di nuovo superato quello nominale, e questa volta anche nei piccioli e nei quattrini. Tutto questo caos tirava in basso anche il fiorino, che perdeva valore a scapito anche dei pesci grossi dell'economia. Le autorità dunque svalutano il quattrino ed il grosso. Le autorità furono molto capaci nel contenere la svalutazione nell'ambito dei nominali scelti, senza praticamente toccare mai il fiorino d'oro. Ora cerco dare la mia lettura rispetto alle questioni che sollevi: 1. L'assenza di circolante combacia con la tesaurizzazione dei metalli: non coniare significa anche non spendere ed è una scelta ben precisa; in un periodo in cui i medi e piccoli investitori (il popolo, cioè coloro che lavorano autonomamente e non sono proletari) accantonano la ricchezza (scelte aggravate dalla sfiducia verso uno Stato incapace di saldare i propri debiti e da una situazione economica instabile e pericolosa), diminuiscono i consumi, il lavoro, e di conseguenza il mercato del lavoro porta ad una riduzione degli stipendi. La crescita di circolante corrisponde sempre ad una crescita di consumi, e dunque di benessere. 2. Le operazioni del Comune non hanno avuto effetti negativi nell'immediato, anzi: il periodo 1349-69 viene definito "ventennio del consumismo"; c'è da dire che è molto complesso definire dagli effetti quanto le svalutazioni abbiano contribuito: nella peste del '48 metà dei fiorentini muoiono e c'è una redistribuzione della ricchezza che prescinde dalle manovre, inoltre il prezzo dell'argento subisce un'inversione di tendenza legata alla diminuzione della domanda in rapporto alla disponibilità... insomma: tutto un'altro quadro, con un aumento sensibile dei salari e quello che ne conseguì. Sempre nell'immediato, possiamo dire che in ogni caso ci furono comunque buoni riscontri per il mercato (e quindi per il popolo ed il popolino a caduta); questo si desume dall'attività della zecca, che mostra quanti andarono effettivamente a monetare argento (e quindi poi a metterlo in circolo). Dobbiamo pensare al medioevo come un periodo in cui si riservano le spese al momento in cui sono opportune, proprio sulla base della convenienza della moneta (come oggi siamo abituati a fare per le grandi spese aspettando i tassi per i mutui più vantaggiosi)... era quello che non si voleva avvenisse sulle grandi monete internazionali, che dovevano essere sempre rassicuranti e stabili per garantire la continuità dei mercati stessi. L'altro aspetto positivo era quello fiscale: il Comune rientrava di una parte piccola ma significativa del debito attraverso i tassi della zecca, mantenendo elevata l'operatività e aumentando la speculazione. 3. Direi che l'obiettivo non era quello di mantenere elevato il differenziale tra argento e oro, anzi... credo che il disallineamento dei nominali creasse non pochi problemi. Credo invece sia stata una scelta sofferta e necessaria quella di riversare sulla moneta d'argento gli effetti della deflazione per non assoggettare la moneta d'oro a fluttuazioni. Dunque direi che l'obiettivo è quello di limitare i danni nell'ambito di un nominale senza interessare gli altri, diversificando la ricezione dei nominali. Preso atto che il problema è l'argento, lo staccano dal Sistema per non danneggiare anche le altre valute. Spero di esserti stato utile. In ogni caso ti consiglio, come dicevi, di prendere "Il Fiorino e il Quattrino" su cui troverai gran parte delle notizie che cerchi. Un caro saluto, Magdi
    4 punti
  8. Si Luciano hai visto bene. In questo caso la legenda è interrotta dalla veste. Altra particolarità sono : il massaro F ?, il punto tra VE.NETI, la X coniata sopra il punzone del Cristo ed infine il peso che risulta essere gr. 4,2. Cominci ad aver dubbi? Io da sempre. Anche se su asta CATA ne è uscito uno simile Ciao Luciano e buona serata.
    3 punti
  9. Complimenti @Asclepiaper questo 5 tornesi. Un bel rovescio, ed un dritto abbastanza leggibile. Molto buoni anche i fondi. Nell'insieme è davvero molto bella. E' una moneta, che riesce a dare molte soddisfazioni anche in conservazioni basse (parere personale). Metallo, regnante, diametro e stile fanno di questa, una delle mie monete preferite. Con il tuo permesso pubblico nuovamente il mio esemplare.
    3 punti
  10. Il logo della nostra sezione è un bel ducato di Andrea Gritti (1523-1538). Qui è illustrato un esemplare leggermente diverso con lo stendardo che sventola al vento. In entrambi il ritratto è realistico. Infatti Andrea Gritti portava una corta barba come illustrato dai ducati. Anche in questo caso è ben visibile il pavimento con un efficace senso di profondità. Il riferimento è Zub-Luciani 122.30. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  11. Sempre di Leonardo Loredan ecco il marcello. Argento Peso: 3,27 g Diametro: 27 mm Rif.: Zub-Luciani 79.7; ex collezione Zoppola Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  12. 1932 Sudafrica , Giorgio V, scellino arg. 800.
    3 punti
  13. La cronologia delle prime emissioni di Roma è molto discussa, ma comunque la stragrande maggioranza degli autori ritiene che fra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. a Roma circolassero le prime monete della sua storia, ovvero: (1) le monete in bronzo fuso (così detto "aes grave"), per le esigenze del commercio interno: https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB (sul nostro catalogo sono datate, seguendo Crawford, a partire dal 280 a.C., ma sembra a me più realistico che le prime risalgano al 315 a.C. circa, come del resto alcuni autori affermano) (2) monete coniate più piccole, in argento o bronzo, per il comemrcio con la Magna Grecia (queste sono dette "romano-campane" perché alcune, se non tutte, furono coniate a Napoli e Capua, in "appalto" dal governo capitolino, in quanto a Roma non erano ancora in grado di produrre oggetti di questa fattura): https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RC Detto questo, ci sono due monete legate in qualche modo a Manio Curio Dentato, in quanto si ritiene che furono emesse in occasione dell'apertura della via Appia, per finanziarne i lavori, oppure per commemorare l'opera, oppure infine perché con l'apertura della strada si incrementarono gli scambi con la magna Grecia e quindi occorreva più moneta. La prima è una serie di aes grave, che porta sul retro l'effige della ruota, probabilmente connessa appunto con l'apertura della strada: https://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRB5 https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB5/3 La seconda è la didracma già postata da Scipio, che dovrebbe essere la prima moneta romana coniata (l'aes grave era fuso, non coniato) https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/3 (in realtà prima di questa c'era stata un'altra moneta coniata, il bronzetto RRC 1/1 https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/1 , ma doveva avere un carattere commemorativo più che monetale in senso stretto). Ora, se tieni conto del fatto che l'apertura dell'Appia fu voluta da Appio Claudio cieco e che questi fu fiero oppositore politico di Manio Curio Dentato, il collegamento con le emissioni è evidente. Per questo, Scipio ha giustamente scritto che è molto probabile che egli abbia maneggiato queste monete.
    3 punti
  14. Questo thread nasce da un suggerimento di @miza in una vecchia discussione, che ieri ho riportato in auge per, purtroppo, comunicare la triste notizia della morte di Glenna Goodacre, la scultrice americana che ha creato il ritratto di Sacagawea sui dollari che hanno portato il suo nome dal 2000 al 2008, e che dal 2009 sono conosciuti come Native Americans. Delle prime emissioni di quei dollari si era parlato in quella discussione e @miza che l'ha scoperta solo ora, mi ha chiesto perché non continuare e arrivare fino ai giorni nostri. Visto il molto tempo a disposizione in questi giorni ho pensato di cogliere al volo il suggerimento, ritenendo però opportuno aprire una nuova discussione, poiché nell'altra i dollari dei Nativi rappresentavano solo il punto temporale finale di un tema più articolato e complesso, che aveva preso le mosse da eventi di oltre due secoli prima. Per le monete dal 2009 al 2012 vi rimando senz'altro alla discussione linkata sopra, mentre dal prossimo post inizieremo ad analizzare le emissioni dal 2013 a oggi... sperando, come sempre, di poter contare sul vostro interesse e la vostra benevolenza. petronius
    2 punti
  15. La dott.ssa Sara Airò, funzionario archeologo del MArTA, ci presenta uno dei reperti più interessanti del museo: il tesoretto monetale medievale.
    2 punti
  16. Carissimi, Solo una nota per informare tutto sul lancio della Malta Numismatic Society. Il sito web della Società è all'indirizzo www.mns.mt e contiene collegamenti a varie mostre numismatiche, una biblioteca digitale e un blog molto istruttivo. Articoli presentati da personaggi numismatici come John Gatt ed Emmanuel Azzopardi. Lo scopo della società è quello di incoraggiare e promuovere lo studio e la raccolta di numismatica ed esonumia, vale a dire, ma non solo, monete dall'antichità fino ai giorni nostri, nonché banconote, gettoni, jeton, medaglie, sigilli, matrici e pesi relativi a le isole maltesi nel corso della sua storia. Un gruppo MNS attivo si trova a https://www.facebook.com/groups/maltanumismaticsociety con una varietà di post e discussioni giornaliere su una vasta gamma di argomenti. Qualsiasi domanda? Chiedi e non vediamo l'ora di darti il benvenuto come membro dalla sezione Iscrizione del sito Web per 25 Euro ogni anno o di unirti a noi su Facebook
    2 punti
  17. Buongiorno, sono stati portati alla luce i resti dell'antico acquedotto romano della città di VIminacium, situata vicino a Kostolac, nella Serbia orientale. La città, che aveva una popolazione di circa 30.000 abitanti, nonostante fosse prossima al Danubio era dotata di rifornimento idrico. Gli archeologi hanno scavato circa 1000 metri di acquedotto, i metodi geofisici hanno mostrato altri 1.800 metri mentre il rilevamento remoto ha rilevato altri 1.350 metri. La sua lunghezza totale era di circa 10 chilometri. L'acquedotto era realizzato in pietra e malta di calce resistente all'acqua. Il fondo era fatto di mattoni con timbri delle legioni romane che l'hanno costruito. Nella parte superiore, l'acquedotto era coperto da enormi mattoni. Iscrizioni con nomi di artigiani che avevano collaborato alla costruzione sono stati trovati in diversi punti lungo l'acquedotto. La costruzione risale al I secolo d.C. e come detto era stato costruito dai soldati di due legioni: LEGIO IIII FLAVIA FELIX e LEGIO VII CLAUDIA PIA FIDELIS. Fu distrutto nella prima metà del V secolo d.C. durante l'invasione degli Unni. Poiché l'intera area archeologica di Viminacium si trova ai piedi di una grande centrale elettrica a carbone, una parte dell'acquedotto è stata rimossa e portata in un luogo sicuro. Le parti dell'acquedotto sono state tagliate in modo molto preciso in segmenti più piccoli e trasferite in casse di acciaio appositamente costruite nella zona protetta del parco archeologico di Viminacium. Vi segnalo un dettaglio: e le campate dell’acquedotto dove sono? Sono sepolte nei sedimenti? No. L’acquedotto di Viminacium non nasceva da una sorgente montana ma prelevava l’acqua a monte della citta. Pertanto in assenza di un dislivello utile non si è reso necessario utilizzare il classico sistema a campate cui siamo abituati a pensare per l’Antica Roma. Ciao Illyricum
    2 punti
  18. Mhhh... Un'ora fa il prezzo del petrolio ha fatto la storia entrando in terreno negativo crollando sotto lo zero. La discesa del greggio statunitense (WTI) ha portato la quotazione toccare quota -37 dollari al barile. per un crollo di oltre il 300% nella sola sessione di trading odierna. Ciò significa che chi vende è chiamato a pagare chi acquista il contratto purché si prenda i barili di petrolio comprati, un riflesso del forte aumento dell’offerta e della mancanza di spazio per lo stoccaggio dei barili in eccesso. Il crollo senza precedenti del contratto di prossima scadenza è motivato dal fatto che i trader sono corsi a svendere le proprie posizioni long, che richiederebbero loro di ricevere effettivamente in consegna i barili di petrolio comprati, data la scarsità dello spazio di stoccaggio. Ad influire anche una convergenza con il prezzo spot del petrolio fisico. Io starei ben lontano dal mercato dei future sul crude oil. La volatilità è a livelli mai visti e i movimento della quotazione sono quantomai imprevedibili. Il prezzo del petrolio rimane sotto pressione, fattore che nel medio periodo potrebbe portare alla fallimento di numerose compagnie petrolifere statunitensi, coloro che producono il petrolio WTI. Per non parlare poi delle banche esposte con le compagnie e gli investitori con in portafoglio quote di società del settore. Per farla breve... comprate oro.
    2 punti
  19. La zecca di Ephesus si distingue un po' per lo stile https://agoraauctions.com/listing/viewdetail/27653 ma anche per la sigla EΦE che compare su alcuni denari: Ciao Illyricum
    2 punti
  20. Ciao @Cantucky23, Benvenuto in questa bellissima discussione nata dalla fervida mente di @nikita_ Concordo con @miza per la valutazione. Ha anche una patina d'epoca piacevole. Ciao alla prossima moneta! Beppe
    2 punti
  21. Premetto subito che dalle foto non vedo motivo per dubitare dell'autenticità dell'una o dell'altra moneta. La prima è certamente stata coniata ad Efeso, dato che il rovescio è esclusivo di quella zecca. L'individuazione del simbolo di zecca permetterebbe di classificarla con precisione, dato che per l'anno 71 ne sono stati usati due differenti: il primo è costituito da un cerchio attraversato longitudinalmente da una freccia, il secondo dalla sigla EFE. Nel primo caso la moneta sarebbe un RIC 1421, nel secondo un RIC 1425. Purtroppo accade spesso che questi simboli non risultino visibili, vuoi per usura, vuoi perché fuori tondello. Dovrebbe trovarsi in basso a sx, dove qualcosa si intravede. Il denario di Domiziano ha un conio di diritto inusuale, ma che a me piace molto, in cui l'imperatore sfoggia una rigogliosa basetta. Monete in questa conservazione sono state evidentemente tesaurizzate prima di aver circolato e preservate dall'ingiuria del tempo, fino al ritrovamento.
    2 punti
  22. The Delaware Treaty Il dollaro del 2013 è tutto al femminile, disegnato al rovescio da Susan Gamble (al dritto, naturalmente, c'è il ritratto di Sacagawea della Goodacre) e inciso da Phebe Hemphill, e celebra il Trattato con i Delaware, il primo formale con una nazione indiana da parte del Congresso Continentale degli Stati Uniti, nel 1778. La moneta raffigura un tacchino, un lupo ululante, e una tartaruga, tutti animali-simbolo dei clan dei Delawares, con un anello di 13 stelle, rappresentanti le 13 colonie. Il disegno è completato dal valore, $ 1, e dalle iscrizioni TREATY WITH THE DELAWARES 1778 e UNITED STATES OF AMERICA. La tiratura è di 1.820.000 esemplari per le zecche di Philadelphia e Denver e di 1.192.690 per quella di San Francisco. Il 17 settembre 1778, il nuovo Congresso Continentale degli Stati Uniti inviò una commissione alla confluenza dei fiumi Monongahela e Allegheny per negoziare il primo trattato di pace con una tribù indiana, che sarebbe diventato noto come il Trattato di Fort Pitt. I negoziati a Fort Pitt si svolsero durante i primi anni della guerra d'indipendenza, dopo che molte nazioni indiane si erano alleate con gli inglesi. Gli americani cercavano la sicurezza, l'assistenza e il commercio con i Delaware. I Delaware, volevano proteggere le loro nuove terre nel Territorio dell'Ohio e rafforzare la loro posizione nella regione. Gli obiettivi delle due nazioni spiccano chiaramente nel trattato. Il primo articolo invita entrambe le parti a perdonare eventuali lamentele tra di loro. Il secondo si riferisce alla loro "pace e amicizia perpetue" da lì in avanti, e afferma che le due nazioni si aiuteranno a vicenda se una delle due dovesse essere "impegnata in una guerra giusta e necessaria con qualsiasi altra nazione o nazioni". Il terzo e più lungo articolo del trattato si riferisce alla guerra degli Stati Uniti contro l'Inghilterra. Specifica che i Delaware consentiranno alle truppe americane un passaggio sicuro attraverso le loro terre per attaccare le postazioni e i forti occidentali della Gran Bretagna, forniranno agli americani cibo e provviste, compresi i cavalli, per un ragionevole compenso, e assisteranno le forze americane "con un numero dei loro guerrieri migliori e più esperti che possono offrire, coerentemente con la propria sicurezza". Il quarto articolo chiede la risoluzione di future controversie tra le due nazioni e i loro cittadini attraverso negoziati e tribunali che rispettino le "leggi, i costumi e gli usi" di entrambi i popoli, nonché la "legge naturale". Richiede anche l'arresto e l'estradizione di "fuggitivi, servi o schiavi criminali". Il quinto articolo riconosce che l'alleanza rende impossibile per il popolo del Delaware continuare a commerciare con gli inglesi e i loro alleati e chiede l'istituzione "per quanto gli Stati Uniti possano avere in loro potere" di un commercio equo e ben regolamentato tra gli Stati Uniti e la nazione del Delaware. Nell'ultimo articolo del trattato, gli Stati Uniti riconoscono la sovranità del Delaware. La nuova nazione promette di "garantire alla suddetta nazione dei Delawares e ai loro eredi tutti i loro diritti territoriali nel modo più completo e più ampio, e di mantienere forte la catena di amicizia ora entrata in atto." L'articolo suggerisce inoltre, "se fosse favorevole all'interesse reciproco di entrambe le parti", che i Delaware "possono invitare qualsiasi altra tribù che sia amica dell'interesse degli Stati Uniti" a unirsi a una confederazione guidata dal Delaware che sarebbe diventata, con l'approvazione del Congresso, un nuovo stato con rappresentanza al Congresso degli Stati Uniti. Parole, le ultime, scritte nel vento. non è mai esistito uno stato indiano riconosciuto dal governo degli Stati Uniti. Il Trattato di Fort Pitt, fece la fine di tutti quelli successivi tra americani e indiani. Alla fine della guerra d'indipendenza, sotto la crescente pressione dei bianchi, sostenuta da nuovi trattati e leggi, i Delaware furono costretti a spostarsi sempre più a ovest, nell'Indiana, poi nel Missouri, nel Kansas e infine nell'odierno Oklahoma, dove risiede oggi la maggior parte dei discendeti della tribù, e dove ha sede l'organizzazione della Delaware Nation, che ne cura gli interessi e ne preserva la storia e le tradizioni. petronius
    2 punti
  23. Di Andrea Gritti posto di seguito: Quattrino - gr 0,75 Tornesello - gr 0,38
    2 punti
  24. Un'altra curiosità è che uno Spinther, "figlio di Publio" e "imperator", firmò un cistoforo (illustrato sotto), ovvero una moneta d'argento del valore di quattro tetradracme (circa 12 g). Le tetradracme erano, ovviamente, monete ascrivibili alla metrica greca; il tipo denominato "cistoforo" presentava temi dionisiaci sia al dritto che al retro e fu emesso a Pergamo a partire dal 200 a.C., su iniziativa del re Attalo I. Si diffuse rapidamente in tutta l'Asia minore e fu emesso in moltissimi altri centri, divenendo de facto la moneta dell'Asia classica. Con la progressiva penetrazione di Roma in quei territori, iniziata nel 133 a.C. con la cessione del regno di Pergamo alla Repubblica, fu emesso (e dal 57 a.C. anche firmato) pure dai governatori romani, diventando così uno dei più eclatanti casi di monetazione romana provinciale repubblicana (il fenomeno della monetazione romana provinciale è ben conosciuto per i secoli dell'impero, ma è presente già in epoca repubblicana e, anzi, ha radici molto lontane, ai primordi della conquista dell'Italia da parte della Repubblica). Sarà coniato sino al 138 d.C., come vera e propria valuta coloniale romana. Questo di Spinther fu emesso a Laodiceia (capitale della Cilicia) come dimostra il monogramma "LAO" (in lettere greche) sul lato sinistro del retro;
    2 punti
  25. Io sto creando da alcuni anni una biblioteca numismatica digitale incentrata sulle zecche medievali e moderne dell'Italia meridionale e sulla civiltà romana tardo antica e orientale, in futuro se ne avrò la possibilità mi dedicherò anche alle zecche della Magna Grecia e della Sicilia antica...la maggior parte dei testi raccolti sono articoli estratti da riviste o da pubblicazioni miscellanee come gli atti dei convegni, alcuni li ho reperiti in rete in open access, altri li ho cercati e richiesti nelle biblioteche che ne erano in possesso, non sono poche le biblioteche che effettuano il servizio di scansionare articoli a richiesta e inviare successivamente il PDF, in genere a pagamento ma in alcuni casi anche gratuitamente.
    2 punti
  26. Buongiorno, pubblico il mio primo contenuto in questa discussione. Si tratta di 5 franchi svizzeri del 1932 in argento 0.835. Ne approfitto per chiedere una vostra valutazione della moneta, credo sia un buon BB @miza @Saturno @giuseppe ballauri @nikita_ Grazie, un saluto a tutti
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  27. L’Austria, stremata dalle spese sostenute per la guerra “ Gradiscana” contro la Serenissima decide di vendere per 315.000 fiorini la Capitania di Gradisca, elevata poi a Contea principesca il 12 marzo 1647 , al principe Giovanni Antonio di Eggenberg che così acquista il tanto agognato seggio nella Dieta del Sacro Romano Impero ed il diritto di zecca. Al principe Giovanni Antonio, morto nel 1649, succedono i figli Giovanni Cristiano e Giovanni Sigfrido. I due principi fratelli cominciano a battere moneta (recante il riferimento alla cittadina friulana) principalmente nella zecca di Krumau: appare una prestigiosa moneta d’oro da 10 zecchini del peso di gr. 35, coniata in pochissimi esemplari per ostentare il prestigio e la potenza raggiunti dal casato degli Eggenberg. Sempre nel 1652 viene battuta una prova di conio su piastra d’argento quadrangolare del tallero gradiscano chiamata “Tallerklippe”, tallero quadro. L’anno seguente, 1653, viene battuto il primo tallero molto simile alla prova “Klippe” rappresentante al dritto i busti dei due fratelli in armatura e paludamenti e la sigla V - S inizial idel maestro di zecca di Krumau, Veit Scheibhoffer. I talleri vengono battuti dal 1653 al 1658, assieme ad un rarissimo doppio tallero del peso di circa 60 grammi. Con una tipologia simile al tallero, vengono anche battuti mezzi e quarti della stessa moneta. Viene coniato, poi, un grosso da 3 carantani, nel 1677 ed inseguito anche nel 1685-1686 e 1688 in mistura d’argento del peso di circa 1,5 grammi, considerato lo“spicciolo” della monetazione gradiscana e raffigurante solamente il conte Giovanni Cristiano. Giovanni Cristiano muore nel 1710 senza eredi: l’unico figlio di Giovanni Sigfrido, Giovanni Antonio II, muore a 47 anni, e lascia l’immenso patrimonio degli Eggenberg al piccolo Giovanni Cristiano II, di appena dodici anni. L’anno dopo, un attacco di appendicite porta via anche questo ragazzino, l’ultimo Eggenberg. Gradisca ritorna all'Austria. Immagini rubate al museo della zecca
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  28. 1832 Austria, Francesco I, 20 kreutzer, arg. 583, Vienna (A)
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  29. Se inserisci il numero di catalogo Vecchi su coinarchives ne trovi diverse. l'areale di distribuzione è giocoforza sempre lo stesso , visto che anche per le altre emissioni è molto limitato e corrisponde al territorio di diretta influenza di populonia. vusto il basso titolo di argento propendo più per un falsario tout court , piuttosto che un signoraggio, ma potrebbe anche essere stato alle dirette dipendenze della zecca ( e essersi intascato l’argento risparmiato) o addirittura essere stato un accordo di zecca per esigenze di pagamento per palati non troppo fini. credo che non lo sapremo mai con certezza.
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  30. Detto questo, si considera che la moneta datata al 67 (oppure al 61) ne copia un'altra, firmata (guarda caso!) da un Lucio Piso Frugi: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G184/1 Se ne deduce che il Lucio, autore di questa emissione, sia appunto il padre di Gaio, e che da questa parentela derivi la volontà del secondo di copiare lo stile della moneta firmata dal primo. Quest'altra moneta viene quindi datata a una generazione prima, ovvero in particolare al 90. Si tratta infatti di una delle emissioni più abbondanti della Repubblica, se non della più abbondante in assoluto, e se ne desume che sia stata battuta in occasione dello sforzo bellico del bellum sociale, per finanziare le truppe dei consoli G. Mario e L. Cornelio Silla che dovevano rispondere alla sommossa degli Italici. Nel periodo 90 - 87, a causa della Guerra Sociale, furono allestiti in tutto per i denarî romani (non solo questo, ma anche altri) almeno 3.951 conî di diritto e 4.507 di rovescio; fino ad oggi ci sono pervenuti oltre 100.000 esemplari. Di questo denario in particolare, tenuto anche conto delle numerosissime marcature di conio, sono stati identificati 864 conî di diritto e 1.080 di rovescio. Crawford ha proposto un volume massimo di emissione di circa 30.000 pezzi per ogni conio del diritto (posto all'incudine e quindi il più resistente all'usura e rottura; il cosiddetto conio di martello invece si usurava prima; ovviamente il rapporto fra i conî del diritto e quelli del rovescio tende ad allargarsi quanto più è vasta una emissione, in quanto aumenta la probabilità di rottura dei conii di rovescio), Mattingly ritene più realistico il numero di 15.000 e Buttrey di 10.000 pezzi. A seconda di quale cifra sia quella giusta, si deduce che furono battuti da 40, 60 o addirittura 120 milioni di esemplari di questo denario! Ne abbiamo parlato qui e nelle discussioni citate qui:
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  31. Per quanto riguarda l'identificazione di un certo personaggio al posto di un altro, omonimo, tieni conto che sulle monete sono citati spesso i patronimici e, talvolta, anche il nome del nonno. Per illustrare meglio il meccanismo, partiamo da questa moneta, quasi identica a quella che hai postato tu: http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G185/1 la scritta "L.F." significa "Lucii filius", figlio di Lucio. Quindi, fra i tanti Pisone Frugi citati da Wikipedia, tu devi restringere la ricerca a uno che si chiamo Gaio ("C." sta per "Caius") e che fosse figlio di un Lucio. Detto questo, si ritiene che questa moneta sia del VII decennio a.C. e si suppone che il monetario sia quello stesso Gaio Pisone Frugi che Cicerone ci dice aver sposato sua figlia Tullia nel 63 a.C. Crawford data questa moneta al 67, ma su questo c'è qualche difficoltà. Sappiamo infatti che quell'anno Gaio e Tullia si fidanzarono e che le aveva 9 anni; se ne dovrebbe dedurre che lui ne avesse circa 20 (in astratto non è impossibile che ne avesse 27, o addirittura 40, ma nulla traspare dall'epistolario di Cicerone su una grossa differenza d'età), troppo giovane per essere triumviro monetale (ma anche questo non è del tutto impossibile, nel caos politico delle guerre civili). Quindi, se la moneta è sua, dovrebbe forse essere posposta al 61, come altri autori fanno.
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  32. Sciolgo un equivoco che in passato ha attanagliato anche me: non c'è "certezza" sull'identificazione dei monetari, solamente un probabilità estremamente elevata che un certo personaggio storico corrisponda a quello che ha firmato la moneta. Banalizzando, il procedimento è questo: si considera che in caso di cursus honorum regolare, un cittadino romano era questore ad almeno 30 anni, pretore ad almeno 39 e console ad almeno 42. Supponendo che potesse essere stato triumviro monetale solo prima di essere questore, si prende dalle fonti letterarie l'elenco dei nomi dei magistrati noti, soprattutto consoli e pretori, e si suppone che una moneta firmata con lo stesso nome sia stata emessa da quella persona circa 12-13 anni prima che sia stata pretore oppure 15-16 anni prima che sia stata console. Mettendo così in ordine cronologico le monete, aggiustando la sequenza in funzione di rinvenimenti archeologici (che permettono però di porre solo termini "ante quem"), di rinvii politici identificabili sulle monete stesse nonché di considerazioni stilistiche, si vede che più o meno il meccanismo funziona e si ritiene così di essere nel giusto; tuttavia, come vedi non ci sono certezze. Addirittura, c'è una tesi fondata secondo cui la firma sul denario non sarebbe quella del magistrato monetale, bensì quella del nobile che ha fornito l'argento allo Stato. E' una tesi intrigante ma l'ho letta alcuni anni fa, chiedo a qualcuno se mi aiuta a ricostruirla reperendo la fonte
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  33. Sembra più un follis bizantino: giusto per dare un'idea: Saluti Eliodoro
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  34. Si, decisamente strano e "dubbioso", soprattutto per il peso; regalare quasi un grammo d'argento non era cosa da zecca veneziana. salutoni luciano
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  35. Ciao @isaia_67 Nel guardare l'ingrandimento, la A che indichi e' quella che ho cerchiato in azzurro? Te lo chiedo perché a me quella sembra la S della legenda SPES REIPVBLICE. Poi vedo due lettere che onestamente non riesco a decriptare (forse la prima mi sembra una S....non so...). Ciao da Stilicho
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  36. risposta semplice... le riforme di Anastasio sono 2 nella prima, quella in cui il pentanummo non esiste, le monete hanno un peso "basso"...nella seconda, i pesi raddoppiano e così si introduce il pentanummo poi le riforme sono da spiegare...ma questa è la risposta "semplice" un mezzo follis prima riforma, pesa esattamente come un decanummo della seconda ciao
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  37. Ciao, anche se può disturbare un segno del genere devi mettere in conto che (molto) difficilmente troverai di meglio, e nel caso ci sarebbe da "tribolare" economicamente... Io ne posseggo due esemplari, ma non li posto neanche perché sono molto meno conservati del tuo, quindi goditi questa moneta perché è senza dubbio degna di stare in una collezione... Per me è un MB +, con probabile collisione di coni...
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  38. Grazie @ottone , effettivamente questo è un ritratto differente. Il riferimento alla collezione reale è Passera-Zub 154. Arka Diligite iustitiam
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  39. 1832 British East Indies - Malacca - 1 Keping e.H 1247
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  40. Ma guarda, se per questo, l'unica banconota delle East Carribbean States da $50, serie 1994, Lettera M (Montserrat), Pick-34m, che è stata valutata da PMG, è SBAGLIATA: hanno infatti valutato una banconota da $50 del 2003 al posto della banconota del 1994. Quest'ultima infatti è praticamente impossibile da trovare. Trattasi di una partita di circa 6000 banconote emesse che furono rubate nelle operazioni di trasporto dall'Inghilterra (De La Rue) e mai piu ritrovate. Quindi praticamente sul mercato non ne esistono. Quella valutata da PMG è un'errore di dicitura (che naturalmente non correggeranno mai).
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  41. Caro @magdi, grazie della tua dettagliata risposta, che avevo già letto ieri in tarda serata. Mi serve un po' di tempo per risponderti come si deve, dovrei riuscirci questa sera. Grazie. Matteo
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  42. Questa affermazione è molto scorretta, mi permetto, a prescindere dalle cose postate. Monete fuse possono essere contemporanee o comunque antiche. Voglio ricordare che nel VI secolo in Egitto si falsoficavano monete a mezzo fusione in molds multipli nei quali si fondevano contemporaneamente monete di Marciano, axumite, di Costantino i etc... Quindi... Fuse si... False, in che senso... Moderne, antiche, insomma... Non banalizziamo Fusa=moderna anche no...
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  43. @Asclepia @Filippo Pellizzaro @azaad Mi fa molto piacere ritrovare questo esemplare, che fu protagonista (con altre foto... non certo all'altezza di quelle postate da Filippo) di una "interessante" discussione su facebook. Ad averle avute allora foto così grandi... Comunque ho visto in mano quell'esemplare era veramente molto forte... e sano! (ex asta Nomisma 60, insieme agli altri tagli della serie eccezionali, con un10 grani 1814 ex Varesi 60) Ciao azaad, pourparler estrapolo questo passaggio dalla tua interessante dissertazione. Non sono molto d'accordo su confronti tra esemplari di questa tipologia, principalmente perchè parliamo di varanti di stile, e questo implica un'usura completamente diversa tale da non poter fare confronti. Analizzando bene i due dritti infatti, si notano differenze proprio nella parte focale del ritratto, la capigliatura. Ci sono varianti anche nel set dei punzoni dei caratteri... nulla di speciale, normale amministrazione per queste tipologie monetali. Anche quella di @Asclepia (che concordo per quanto riguarda il carattere "eccezionale", vuoi per la conservazione decisamente fuori dal comune, ma specialmente per l'uniforme battuta dei rilievi) tuttavia presenta una minima debolezza di conio nel rovescio, al centro della veste. Con queste tipologie non mi sento mai di dare pareri solo sulla base di foto. Molto importante è esaminare la moneta in mano, constatare lo stato del metallo perchè dietro una parvenza di usura potrebbe celarsi una debolezza di conio, che, ripeto, è la prassi per questa monetazione. Mi piacerebbe proprio vederla in mano quella di asclepia, se non altro, per studiarne lo stile incisorio... Belle monete, e discussione (e riferimenti linkati) davvero interessante. Bravi tutti, Un cordiale saluto Fabrizio
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  44. Che fine e veritiero ritratto quello del Loredan sul ducato d'oro. Bellissima !
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  45. Repubblica di Venezia Leonardo Loredan (1501-1521) Ducato Oro Peso: 3,51 Diametro: 21 mm D/ LEONAR LAVRED S M VENETI, S. Marco stante e il doge inginocchiato reggono il vessillo, lungo l'asta DVX R/ SIT T XPE DAT Q TV REGIS ISTE DVCAT, il Redentore in mandorla stellata Rif.: Zub-Luciani 122.28 Ecco un esempio di ritratto sul ducato. Se si confronta il ritratto che il Bellini fece a Leonardo Loredan diventa subito evidente che quello rappresentato su questo ducato è proprio il Loredan. Ma è l'intera immagine che ormai è diventata rinascimentale. Il pavimento leggermente obliquo rende un senso di profondità e l'immagine diventa quasi tridimensionale. Le vesti si coprono di pieghe e cadono morbide lungo la figura. Insomma credo che sia un piccolo capolavoro. Arka Diligite iustitiam
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  46. Buonasera a tutti. Rinfreschiamo la discussione con un esemplare (forse già visto in passato) del quale possiamo evidenziare un paio di particolari forse interessanti: Questo denaro è caratterizzato dall'avere: - la C ad inizio legenda al R.; - un peso di 1.01g.
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  47. L'altro Santo dovrebbe essere San Serafino da Montegranaro.
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  48. Ragazzi....ma riusciamo a tirar fuori un pò di tagli ? .... eppure sparsi nelle discussioni li avevo visti....... @gennydbmoney, mi sembra di ricordare che ne avevi messo qualcuno....... Grazie.
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  49. Quindi cerchi una moneta fortunosamente giunta fino a noi in ottima conservazione attraverso millenni al fine di rovinarla allegramente montandola in un ciondolo. Il tutto per cosa? Per far piacere ad una ragazza. Scusa ma io rabbrividisco. Le monete "non ci appartengono"; noi siamo semplicemente dei custodi. Esse ci sopravvivranno ed è nostro compito, se ci consideriamo "numismatici" trasmetterle a chi le conserverà dopo di noi, sia esso un acquirente oppure un erede, nel miglior modo possibile. Ti è stato detto inoltre che montare una moneta la deprezza irrimediabilmente ma i soldi non sembrano importanti comparati al desiderio di soddisfare la tua bella. Non sei evidentemente un amante delle monete e nemmeno lo è la donna che desideri compiacere; non rivolgerti a noi ma ad un gioielliere. Il mio consiglio è: comprale un punto luce o perlomeno non sottoporre all'attenzione di numismatici o aspiranti tali le tue intenzioni scellerate.
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