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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/09/20 in tutte le aree

  1. Buongiorno, vi segnalo i primi risultati di scavi archeologici compiuti a Gorizia e che hanno permesso di scoprire che l'insediamento umano iniziale nell'area cittadina risalgono alla protostoria (dato inedito). Gorizia, Corte Sant’ilario. Dalla protostoria alla necropoli medievale I secoli della Gorizia passata svelati dagli ultimi scavi di tutela Il prosieguo delle indagini archeologiche, nell’ambito dei lavori di riqualificazione di Corte S. Ilario da parte del Comune di Gorizia, ha restituito nuovi dati per la comprensione dell’edificio a pianta ottagonale e della zona cimiteriale posta a sud del Duomo, aprendo tuttavia ulteriori questioni storiche e rivelando inoltre, inaspettatamente, una inedita e del tutto inaspettata testimonianza di presenze di epoca protostorica per Gorizia, precedentemente attestate solo in via sporadica e occasionale. L’intervento archeologico è stato eseguito sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli-Venezia Giulia (Paola Ventura) da parte di Arxe s.n.c. I dati più innovativi emersi dagli ultimi scavi riguardano la datazione del deposito archeologico su cui si trovano il cimitero e le strutture ad esso legate o di poco successive. Nel corpo di questo strato argilloso/sabbioso, determinato probabilmente dall’accumulo di fango e di detriti provenienti dalle pendici del colle del castello, è stata individuata una concentrazione di pezzi di arenaria scottata frammisti a frammenti ceramici riferibili ad almeno mezza dozzina di vasi, nessuno dei quali conservato integralmente. Questi rinvenimenti sono di particolare importanza perché i reperti sono databili al momento di passaggio tra l’età del Bronzo Medio e quella del Bronzo Recente, attorno al 1.400-1.300 a.C., e rappresentano quindi la prima attestazione localizzata di presenze così antiche a Gorizia. Un altro importantissimo aspetto evidenziato da queste ultime indagini riguarda la struttura ottagonale dell’edificio, già raffigurata su una planimetria del 1583, che aveva fatto ipotizzare una sua funzione battesimale; lo scavo, ora reso possibile dopo il dissequestro dell’area, ne ha rivelato l’intero perimetro in muratura, pur interrotto in più punti da recenti sottoservizi. Al suo interno, sul lato settentrionale, alcuni gradini in pietra addossati alla parete, garantivano l’accesso all’interno, che presentava un piano di calpestio semi-interrato rispetto a quello esterno, solo in parte finora messo in luce. Lo scavo del riempimento è ancora in corso, ma allo stato attuale sembra accertato un utilizzo dello spazio come ossuario, almeno nell’ultima fase; solo la prosecuzione delle indagini potrà chiarire ulteriormente questo aspetto. Tuttavia è già possibile affermare che la struttura si inserisce in una fase successiva al primo utilizzo del cimitero: infatti nella fascia immediatamente a nord, compresa fra l’edificio ottagonale ed il lato sud del Duomo, sono state rinvenute e scavate altre dieci sepolture, almeno due delle quali sembrano riferibili ad un’epoca più antica, a causa della maggiore profondità e della tecnica di esecuzione delle fosse. Sono stati perciò prelevati dei campioni di osso da queste due sepolture e altri due campioni dalle tombe più alte, e quindi ipoteticamente più recenti, per future analisi al radiocarbonio che potrebbero fornire indicazioni sulla durata d’uso del cimitero: sulla base delle fonti storiche viene ipotizzato un inizio già nel ‘400 (la presenza del Duomo è accertata infatti dalla fine del ‘200, forse sul luogo di una piccola cappella precedente), mentre il termine viene posto nella seconda metà del ‘700. Tratto da https://www.girofvg.com/a-gorizia-i-nuovi-scavi-mettono-in-luce-testimonianze-protostoriche-e-una-necropoli-medievale/ Ciao Illyricum
    4 punti
  2. Ecco la seconda emissione di Marquardo del 1378 (?) - 1381 (Rif.: Passera-Zub 245; CNI VI, 6; Bernardi 58a). E' interessante l'iconografia di questo denaro. Sul dritto infatti c'è la lettara M gotica dell'iniziale del Patriarca con, sopra, due oggetti misteriosi. L'ipotesi più probabile, ma fino a prova contraria, è che sia un globo appoggiato su un cuscino. Questo è un esempio di quelle immagini che dovevano essere di immediata lettura per i contemporanei, ma risultano difficili da comprendere per noi. Sul rovescio una croce che abbiamo già visto in precedenza sui grossi tirolini composta da due croci patenti una grabìnde e una piccola. Arka Diligite iustitiam
    4 punti
  3. Ciao a tutti. Volevo proporvi questa piastra, arrivatami dal Regno Unito, finalmente a casa!!! Condizioni accettabili , 27,08 grammi, taglio a treccia, 41 mm.
    3 punti
  4. Ciao a tutti cari ragazzi, avvicinandoci ai momenti più cruciali della Settimana Santa, colgo l'occasione per porre i miei auguri per una Serena Pasqua a Voi e alle Vostre Famiglie. Con sentito affetto. Pasquale Annibale Carracci ( 1585 ) Il Battesimo di Cristo Bologna - Chiesa dei Santi Gregorio e Siro Annibale Carracci ( 1593 ) La Resurrezione di Cristo Parigi - Museo del Louvre
    3 punti
  5. Il bagattino per Brescia esiste anche con sguardo rivolto a dx.
    3 punti
  6. Usciva nel settembre del 1970, un doppio album con un’orchestra sinfonica di 85 persone, sei musicisti rock, tre cori e Ian Gillan, la mitica voce dei Deep Purple nella parte del figlio di Dio. Jesus Christ Superstar, il musical dei musical, l’opera rock che «osò» raccontare la Passione di Cristo tra atmosfere hippies e chitarre elettriche. E pensare che all’inizio era «solo» un album che proprio quest’anno compie 50 anni.
    2 punti
  7. Stabilire quali monete venissero utilizzate a Romagna nel 1374 è una chimera. Sicuramente possiamo dire che in quel periodo storico, indicativamente venivano utilizzate le monete che circolavano principalmente in tutta la Romagna (Ravenna e Rimini in primis) e nelle Marche (con particolare riguardo all'Anconetano). Quindi direi che si usavano Denari e grossi agontani e bolognini, i primi emessi indicativamente dalle zecche di Ancona, Ravenna e Rimini (quest'ultima in minor misura) nonchè i bolognini e le altre monete emesse dalla zecca di Bologna. PS: l'articolo suggeritoti da @Illyricum65 e che non riesci a scaricare, te lo posto io, sperando sia scaricabile. Zecche_clandestine_e_poteri_signorili_in.pdf
    2 punti
  8. Continuando con le zecche piemontesi : Zecche Italiane - Tortona. Comune (1248-1322). Grosso maggiore. D/ Le sigle di Federico F R con due stelle ad otto punte sotto e omega sopra R/ Croce patente con due stelle a otto punte nei quarti alti. CNI 1. MIR 1026. AG. g. 1.51 mm. 23,06. RR. BB-SPL. Fondi lucenti La concessione di coniare moneta venne data da Federico II e si mantenne fino al 1322 quando il Comune passò sotto Roberto D'Angiò.
    2 punti
  9. Il collage lo realizzò un preparatissimo utente che dal 2014 non si collega più... @JunoMoneta non sai quanto ci manchi! Vi invito a visitare questa vecchissima discussione, dove venne postato questo collage. La iniziai io nel 2011...
    2 punti
  10. Buongiorno, oggi ci spostiamo su San Marino 100 Lire 1978 Trovo molto bella la moneta su entrambe le facce, stupenda rappresentazione del lavoro nei campi. Saluti Alberto
    2 punti
  11. Solo 783 es. coniati TURCHIA REP. 500 LIRE 1979 mm.22 g.8 AU 917/1000 D/ TURKIYE CUMHURIYETI FAO KÖYLÜ KADININI KALKINDIRMA FAO (emissione per la FAO, Food and Agriculture Organization) EMANCIPAZIONE FEMMINILE NEI VILLAGGI – Busto a sinistra di Sposa in costume tipico. R/ stella e mezzaluna. 500 LIRA 1979 in ghirlanda di spighe e alloro.
    2 punti
  12. Contribuisco con una moneta indiana: India 20 Paise 1983 FAO
    2 punti
  13. 1930 Bulgaria 10 Leva 1930 1930 Finlandia 5 Markkaa
    2 punti
  14. ciao @giuseppe ballauri , riguardo a questo pezzo @Rex Neap aveva postato questa foto esauriente circa le corone, sempre in questa discussione!!!!!!! Alcune sono veramente particolari.
    2 punti
  15. :drinks: Direi proprio di sì! :drinks: Ora me lo stampo, lo incornicio e lo appendo in camera. Così la prossima volta che mi capita un pezzo interessante per questo tipo ho un valido specchietto visivo a cui fare riferimento. Ogni volta che vedo un rovescio di questa moneta vado nel pallone perché non so affidarmi ad un parametro "oggettivo" ed affidabile. Grazie! :pleasantry: Anch'io ho fatto lo stesso per le Corone che gentilmente ci hai postato, ma per gli amici della sezione, esperti e meno esperti, ho fatto una cosa in più; le ho raggruppate in un unico file PDF così da far notare che veramente la Monetazione Napoletana è secondo me unica al mondo. Per un nominale da 120 Grana con la sola data 1805 guardate quante differenze.......... :o e parliamo della sola Corona.
    2 punti
  16. In effetti sembra una patina molto gradevole. Complimenti per l'acquisto!
    1 punto
  17. 1 punto
  18. Bel pezzo. Il profilo c'è, la legenda leggibile....complimenti
    1 punto
  19. All'epoca, sperando di non sbagliare perché non in tutte le località si usavano le stesse monete ed i vari tagli, esisteva la "Lira" come moneta convenzionale formata da 240 denari. Forse è meglio se ti faccio una tabellina fermandomi alle monete non auree: Lira = 240 denari Denaro Quattrino = 4 Denari Soldo = Bolognino = 12 Denari Grosso Agontano = 24 Denari (ma ne esistevano anche da 20 Denari) Giulio = Grosso Pontificio = 2 Grossi Agontani = 4 Soldi/Bolognini Mi fermo qui sperando ti sia di aiuto. Anche perché con le varie svalutazioni e l'aumento del costo dei metalli preziosi molti rapporti nel frattempo erano andati cambiando. Ma indicativamente.....
    1 punto
  20. bellissima...divorata tutta d'un fiato !
    1 punto
  21. Grazie @ilnumismatico per la precisazione.....uno studio veramente interessante.
    1 punto
  22. Si Artur. Lo ricordo bene; io avevo offerto da casa .... va a sapere che c'erano due "marpioni" in sala che se lo contendevano a suon di rilanci ..... se non ricordo male io avevo offerto alla base o poco più, fatto sta che ha raggiunto tre volte tanto.
    1 punto
  23. ....altro che.......questo da sempre. I didrammi rappresentano per il collezionista della serie ateniese un pezzo chiave e tra i più rari assieme all'inarrivabile decadramma, ai rarissimi aurei ateniesi ed ai nominali delle "wappenmunzen" di taglio dracma, didramma e tetradramma. Dovrebbe esserci tra l'altro nel Celator (vado a memoria) uno studio dei primi 90' dello stesso Salvesen, collezionista che ha venduto il proprio esemplarare tramite la Nac. Odisseo
    1 punto
  24. All’inizio del 42 Bruto e Cassio si recarono in Asia per estorcere le ricchezze necessarie a finanziare l'imminente scontro coi cesariani. Cassio arrivò per probabilmente primo; quando Bruto sopraggiunse si incontrarono a Smyrna. All’epoca la collaborazione tra i due era divenuta intollerabile; Cassio era uomo di passioni violente e incontrollate, malvoluto dai soldati che comandava colla paura, bramoso di denaro e spesso tentato di allontanarsi dalla via della giustizia; combatté per interesse personale, non per la libertà di Roma. Doveva quindi sentirsi sempre più risentito per la popolarità di Bruto, apprezzato dalle truppe, amato dagli amici e ammirato dalla nobiltà per le sue virtù; persino i nemici trovavano impossibile odiarlo. Dopo l’incontro di Smyrna Bruto sottomise la Licia e Cassio conquistò Rodi, riuscendovi in entrambi i casi con estrema severità. Terminate le campagne militari, durante l’estate i due condottieri riunirono gli eserciti a Sardi, capitale della Lidia, e fu l’ultima volta che si acquartierarono assieme. E' probabile che durante la campagna di Lidia Bruto abbia fatto emettere questa moneta, che al dritto mostra Apollo, cui Bruto era particolarmente devoto Particolarmente interessante è il retro. Non solo Bruto si dichiara, per la prima volta, "imperator", ma copia l'iconografia di un celeberrimo denario con Cesare aveva inteso celebrare la sottomissione della Gallia e la sconfitta di Vercingetorige ( https://www.lamoneta.it/topic/110324-vercingetorige-e-la-gallia-sottomessi/ )
    1 punto
  25. Ecco per me (che non li colleziono in modo sistematico ma ne raccolgo solo alcune tipologie) invece il prezzo è un po' altino nel senso che probabilmente non l'avrei comprato, invece ad una ventina di euro l'avrei preso tranquillamente. Pur essendo consapevole che il prezzo di 35€ ci sta, non è assolutamente campato in aria immedesimandomi nel vero collezionista come ambidestro. Saluti Simone
    1 punto
  26. Patriarcato di Aquileia Marquardo di Randeck (1365-1381) Denaro (1365-1378) Argento Peso: 0,90 g Diametro: 18 mm D/ + MONETA (globetto) M(AR)QV(AR)DI (globetto) PATE (globetto) AQ (globetto), aquila ad ali spiegate con la testa rivolta a s. su morione R/ (globetto) S (globetto) hERMA - CORAS (crocetta forata), Busto frontale di Sant'Ermacora su scudo, ai lati M -A Rif.: Passera-Zub 232; CNI VI, 1; Bernardi 57a Questa è la prima emissione di Marquardo di Randeck. Sul dritto è rappresentato un morione (tipo di elmo) con un aquila ad ali spiegate e sul rovescio Sant'Ermacora sopra uno scudo e le iniziali del Patriarca. Sul dritto le lettere A e R sono in nesso in bello stile gotico. Marquardo fu uno dei più potenti Patriarchi. Originario della Svevia fu uno degli alleati di Genova, Ludovico di Ungheria e Francesco I da Carrara nella guerra di Chioggia contro Venezia. Probabilmente proprio in quet'epoca Venezia decise di intromettersi attivamente negli affari dei Patriarchi, perchè rappresentavano un pericolo per la stessa sopravvivenza della città lagunare. Arka Diligite iustitiam
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  27. Tutto può essere ma bisogna trovare gli "appigli giusti" ,intanto rimando a questo spezzone di film: Salutoni odjob
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  28. Qualche elemento in più su questa moneta: http://www.moneteromane.info/corrisp/c016/c016.html Arelate, follis, Costantino e le meritate vittorie con i Voti P.R. [email protected]
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  29. Grazie per la spiegazione, molto chiaro. Stilicho
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  30. @mariov60 è stato più veloce di me.
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  31. Ripescaggio di discussioni: Ciao Illyricum
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  32. @R3DS20 Non ti devi scusare. Sono intervenuto per evitare di confondere le idee a chi si accosta alla Numismatica non chiamando le cose con il loro nome, un vezzo anche di alcuni addetti ai lavori in contesti non solo prettamente scientifici. Nel caso specifico, con tutto il rispetto per il catalogo Alfa e gli altri cataloghi, io penso che attenersi al Gigante si vada sul sicuro. È vero che contorno e taglio sono sinonimi, è vero che con il termine bordo si può indicare anche il contorno o taglio, ma non vedo il costrutto di questo palleggio di termini. Evitandolo, non dovrebbero sorgere dubbi quando, per fare un esempio, si risponde a chi chiede se una moneta del Regno è autentica dicendo che la si ritiene falsa in quanto il bordo è stretto e le scritte e i disegni in incuso sul contorno sono poco marcati.
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  33. DE GREGE EPICURI Sia le figure che le scritte hanno margini molto sfumati e arrotondati, non c'è nulla di "netto", anche se la moneta non sembra tanto usurata. Poi sul fondo vedo tutta una grana di mini-crateri.
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  34. Restiamo nel dogato del Foscari; ducato gr 3,56
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  35. Ciao! Più che volentieri. Gr 3,03
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  36. Patriarcato di Aquileia Ludovico I della Torre (1359-1365) Denaro Argento Peso: 0,90 g Diametro: 19 mm D/ LVDOV - ICI (crocetta forata) PA (crocetta forata), il Patriarca seduto sul faldistorio benedice con la mano destra e con la sinistra regge la croce patriarcale R/ (crocetta forata) AQVI (crocetta forata) - LEGIA (crocetta forata), torre su bastoni gigliati e decussati, ai lati L - V Rif.: Passera-Zub 220; CNI VI, 6; Bernardi 55 Ecco l'altro denaro di Ludovico I della Torre, terzo patriarca di questa famiglia dopo Raimondo e Pagano. Il primo denaro fu postato in precedenza da @chievolan. Sul dritto è rappresentato il patriarca seduto sul faldistorio ornato da teste di leone. Sul rovescio vi è il simbolo della famiglia del Patriarca, ovvero una torre sopra i bastoni decussati. Forse non tutti sanno che i Della Torre furono signori di Milano prima di essere cacciati dai Visconti. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  37. vedi collegamento: https://www.numismaticadellostato.it/web/pns/bollettino/a-stampa/monografie?p_p_id=Monografie_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_E7qY&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&p_p_col_id=column-1&p_p_col_count=2&_Monografie_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_E7qY_actionName=bollettino&_Monografie_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_E7qY_id=32&_Monografie_WAR_FSIA6_Numismatica10_INSTANCE_E7qY_javax.portlet.action=invoke Mario
    1 punto
  38. Ecco un altro grosso tirolino della zecca di Merano. La descrizione è praticamente identica alle precedenti, tranne che per il giglio che divide la legenda del rovescio. Di gigli si parla nell'articolo di Mosca postato poco sopra da @Fratelupo e questo è un altro esemplare coniato già dagli Asburgo (vedi Rizzolli vol. 2). Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  39. Non mi sbilancio mai sull'autenticità delle monete, ma qui mi sento di avanzare alcuni dubbi. Innanzi tutto il canale di vendita scelto per una moneta di questo tipo è già di per sé indice di allerta. Il prezzo di aggiudicazione anche. I dettagli della moneta mi sembrano "impastati", o comunque non ben definiti. Forse indice di una fusione moderna?
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  40. GROSSO Matapan a nome del Doge Francesco Dandolo - gr 2,14
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  41. E proprio di Charles Brook inserisco l'immagine della mia unica monetina che posseggo del Sarawak. ONE CENT 1887
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  42. di Hans Christian Andersen (1805-1875) Tra le sue opere anche fiabe conosciute in tutto il mondo: La principessa sul pisello - Mignolina - La sirenetta - I vestiti nuovi dell'imperatore - Il soldatino di stagno - Il brutto anatroccolo - La regina delle nevi - La piccola fiammiferaia - ecc. Tra le meno conosciute del 1861-62 : La monetina d'argento C'era una monetina uscita bella lucida dal conio, che saltava e tintinnava: «Evviva! ora me ne andrò per il mondo» e così infatti avvenne. I bambini la tennero stretta nelle manine calde, gli avari nelle mani gelide e viscide, gli anziani la girarono e la rigirarono molte volte, mentre i giovani la fecero circolare di nuovo immediatamente.La monetina era d'argento, aveva pochissimo rame in sé e era già nel mondo da un anno, o meglio nel paese dove era stata coniata, quando si mise a viaggiare fuori dal paese: era infatti l'ultima monetina di quel paese rimasta nel borsellino di un signore che viaggiava e che non lo seppe finché non gli venne tra le mani. «Ecco ancora una monetina di casa mia!» esclamò «viaggerà con me!» La monetina tintinnò e saltò con gioia quando fu rimessa nel borsellino. Si trovò tra molti compagni stranieri che andavano e venivano, uno faceva spazio all'altro, ma quella monetina rimaneva sempre lì, e questa era una distinzione. Erano passate ormai molte settimane e la monetina era lontano nel mondo, senza sapere bene dove; sentiva dalle altre monete che erano italiane o francesi, una disse che erano in una certa città; un'altra diceva che erano in un'altra; ma la monetina non poteva immaginarsi nulla: non si vede il mondo quando si sta sempre in un sacchettino, e questo era il suo caso. Ma un giorno che si trovava lì come al solito si accorse che il borsellino non era chiuso e così sgusciò fuori dall'apertura per guardarsi un po' intorno; non avrebbe dovuto farlo, ma era così curiosa che poi se ne pentì. Uscì nella tasca dei pantaloni, e quando la sera il borsellino fu messo da parte la monetina rimase lì nella tasca e uscì nel corridoio insieme ai vestiti, cadendo sul pavimento. Nessuno la sentì e nessuno la vide. Al mattino i vestiti vennero riportati, il padrone se li mise e ripartì. La monetina non partì con lui, venne trovata e dovette di nuovo rimettersi in circolazione con altre tre monete. "È bello vedere qualcosa del mondo!" pensò la monetina "conoscere altre persone, altre usanze!" «Che strana monetina» venne detto proprio in quel momento. «Non è una moneta di questo paese, è falsa! Non vale niente!» Così cominciò la storia della monetina come lei stessa la raccontò in seguito. «"Falsa, falsa! non vale nulla!" Queste parole mi trafissero il cuore» disse la monetina. «Io sapevo di essere fatta di buon argento, di buon conio, e con ottime caratteristiche. Sicuramente si sbagliavano, certo non intendevano me, eppure era proprio di me che parlavano. Io venni chiamata falsa, fu detto che non valevo niente! "Devo darla via al buio!" disse l'uomo che mi possedeva, e infatti venni spesa di notte e poi venni di nuovo ingiuriata durante il giorno: "falsa! non vale nulla! dobbiamo cercare di sbarazzarcene!."» La monetina ogni volta tremava tra le dita di chi voleva darla via di nascosto spacciandola per una moneta del paese. «Povera me! A che cosa mi serviva l'argento, il mio valore, il mio conio, se qui non avevano nessun significato? Si ha valore nel mondo solo se questo ce ne attribuisce! Deve essere terribile avere una coscienza cattiva, prendere la strada del male, quando io, che ero innocente, ero così turbata solo perché le apparenze erano contro di me. Ogni volta che venivo tirata fuori temevo gli occhi che mi osservavano, sapevo già che sarei stata messa da parte, gettata sul tavolo, come se fossi stata inganno e menzogna. «Una volta arrivai da una povera donna che mi aveva avuto come paga del faticoso lavoro compiuto, ma lei non riuscì a liberarsi di me, nessuno voleva prendermi: fui proprio una sfortuna per lei. «"È assolutamente necessario che inganni qualcuno con questa" disse. "Non posso permettermi di conservare una moneta falsa: la darò al ricco fornaio che ne avrà danno meno di altri, ma è comunque disonesto quello che faccio." "Adesso mi tocca persino gravare sulla coscienza di quella donna!" sospirò la monetina. "È possibile che sia cambiata tanto diventando vecchia?" «La donna andò dal ricco fornaio, ma lui conosceva fin troppo bene le monete, così io non potei stare da lui, venni gettata in faccia a quella donna, che per colpa mia non ebbe il suo pane; e io mi sentii veramente molto triste per aver causato un dolore a qualcun altro, io che nella mia giovinezza ero stata così sicura e sincera, così consapevole del mio valore e della purezza del mio conio. Divenni malinconica, proprio come una povera monetina può diventare quando nessuno vuole averla ma la donna mi portò a casa, mi osservò attentamente, con dolcezza e affetto. "No, non voglio ingannare nessuno con te!" disse. "Ti farò un buco in mezzo in modo che ognuno possa vedere che sei falsa. Eppure, ora che ci penso forse sei una monetina portafortuna; sì, lo credo proprio! Ti farò un buco nel mezzo, ci infilerò una cordicella, e poi ti metterò al collo della figlia della vicina, come portafortuna." «Così mi fece un buco; non è mai piacevole essere passati da parte a parte, ma quando l'intenzione è buona si può sopportare tutto; mi infilarono una corda e divenni una specie di medaglia; venni appesa al collo della bambina e questa mi sorrise, mi baciò, e io riposai una notte intera sul caldo e innocente petto della bambina. «Al mattino la madre mi prese in mano, mi guardò e pensò a qualcosa: me ne accorsi subito. Prese le forbici e tagliò la cordicella. «"Monetina portafortuna!" esclamò. "Adesso vedremo!" Mi mise nell'aceto in modo che diventassi verde, poi mi chiuse il buco, mi lisciò un po' e se ne andò, quando fu buio, dal venditore dei biglietti della lotteria, per averne uno che portasse fortuna. Come stavo male! Mi sentivo oppressa, come se dovessi scoppiare: sapevo che sarei stata chiamata falsa e gettata via, e questo davanti a una gran quantità di monetine e di altri soldi che avevano le iscrizioni e le figure incise, di cui potevano ben essere fieri. Ma quella volta la scampai, c'era tanta gente dal rivenditore della lotteria, e lui aveva tanto da fare che venni gettata nel cassetto tra le altre monete, se poi il biglietto abbia vinto non lo so, ma so che il giorno dopo venni riconosciuta come falsa, fui messa da parte e poi rimessa in circolazione per ingannare e ancora per ingannare. È insopportabile quando si ha un carattere puro, e di quello sono sicura. «Per molti anni e molti giorni passai da una mano all'altra, da una casa all'altra, sempre ingiuriata, sempre maltrattata; nessuno credeva in me, neppure io credevo più in me, e neppure nel mondo; furono tempi duri. Un giorno giunse un viaggiatore, e naturalmente venni data a lui che fu tanto ingenuo da prendermi come moneta corrente; ma quando dovette darmi via, sentii di nuovo quelle grida: Non vale niente! è falsa». «"Io l'ho avuta per buona!" disse l'uomo e mi guardò attentamente, poi sorrise, come non succedeva certo quando mi guardavano con attenzione. "Oh, guarda che cos'è!" esclamò "una moneta del mio paese, una buona onesta moneta di casa mia a cui hanno fatto un buco e che chiamano falsa. È proprio divertente! Ti conserverò e ti riporterò a casa!" «Fui percorsa da un brivido di gioia quando venni chiamata una buona e onesta moneta e quando seppi che potevo tornare a casa, dove tutti mi avrebbero riconosciuta sapendo che ero fatta di ottimo argento e che avevo il giusto conio. Avrei addirittura sprizzato scintille per la gioia, ma non è nella mia natura fare scintille: è una proprietà dell'acciaio, non dell'argento. «Venni avvolta in una bella carta bianca per non essere mescolata con le altre monete e partii; solo nelle occasioni importanti, quando incontrava dei connazionali, il mio padrone mi tirava fuori: allora venivo ricoperta di elogi; dicevano che ero interessante; è abbastanza divertente essere interessanti senza dire una parola! «Così tornai a casa! Tutta la mia miseria era passata, e cominciò la mia gioia: ero fatta di ottimo argento e avevo un buon conio; non era certo una vergogna che mi avessero bucato e trattato come falsa, non fa nulla quando non lo si è! Bisogna resistere: ogni cosa col tempo ottiene giustizia! Questa ora è la mia convinzione!» disse la monetina. ps: Andersen era danese, supponendo che abbia pensato ad una moneta del suo Paese, l'unica monetina di 'buon argento' del periodo di quanto scrisse questa fiaba, escludendo quindi quelle in ag.250 e ag.500, poteva essere solo un 1/2 Rigsdaler in ag.875, i nominali più grandi non erano proprio monetine.
    1 punto
  43. Purtroppo devo confermare che il primo volume è introvabile ormai da tempo. Spero di fare cosa lieta inserendo qui nel post le 3 pagine riguardanti anche il gigliato oggetto della discussione.
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  44. Faccio un cenno storico nel caso in cui tu non conosca il personaggio. Gordiano III fu imperatore dal 238 al 244, dunque abbastanza a lungo per trovarsi durante il periodo chiamato "Anarchia militare", in cui sconvolgimenti politici ed economici fanno sì che il potere sia in mano solo all'esercito che nomina continuamente nuovi imperatori, dando vita ad un flusso infinito di guerre civili. Gordiano I, nonno di Gordiano III, venne ucciso in Africa dalla fazione di Massimino il Trace, imperatore barbaro e senza costume romano, ostile ai senatori. Per questo il senato romano nominò Balbino e Pupieno imperatori, ma il popolo protestò affinché ci fosse al governo un parente dei due martiri Gordiano I e II, uccisi, come detto prima, in Africa. Allora il governo fu riformato formato con a capo questi tre imperatori: Balbino, Pupieno ed il tredicenne Gordiano III. I primi due morirono uccisi dalla stessa guardia pretoriana, ormai incapaci di svolgere qualsiasi compito, accecati dalla loro rispettiva invidia ed insicurezza e dunque il giovane Gordiano III rimase solo a governare. Il suo fu un governo relativamente tranquillo e per il tempo abbastanza florido, questo grazie all'abilissimo prefetto Timesiteo (che poi sarà suo suocero). Morì in una spedizione contro i Sasanidi, popolazione originaria della Persia, probabilmente ingannato dal nuovo prefetto Filippo l'Arabo, che poi prenderà il suo posto.
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  45. Secondo la vulgata, credo che entrambe le piastre illustrate rechino uno "stemma medio", Mah....su questo non sarei tanto daccordo. Io penso che la Piastra di Fabrizio sia del tipo Stemma grande, quella che ho postatao io del tipo Stemma medio e quella che ti mostro adesso, peraltro uguale a quella che ci hai fatto vedere in questo post, sia di Semma piccolo, comunque tutte apparteneti a quelle con i capelli ricciuti del sovrano. Poi per completezza d'informazione e per quelli come me, poco esperti, e altri ancora che timorosamente, da neofili si affaciano in questa sezione, cercando di partecipare alle discussioni aggiungo che essa è stata la Prima Piastra a recare la legenda in rilievo sul contorno PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS. Per altri ancora che desiderano approfondire lo studio su questo tipo monetale ecco un link completo di ogni altra utile informazione. http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1926b.pdf Ciao Pietro
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  46. Buon giorno Juno, con questo post mi farai andare fuori di testa (mi hai impicciato il cervello, stamattina); Questo è il caso emblematico del "detto" che nelle monete Napoletane il difficile sta proprio nel ricercare due monete uguali :o E questa è solo la corona figuriamoci il resto della Moneta :( Aspetta oggi che vado sotto l'ombrellone e vedrai che qualcosa di uguale te la trovo :angry:
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  47. Delle Piastre napoletane a nome di Ferdinando IV di Borbone datate 1805 esistono due tipi principali, ognuno dei quali a sua volta presenta delle piccole varianti per la forma e le dimensioni del ritratto del Sovrano, dello Stemma e della corona oltre che per la grandezza e la posizione delle lettere L D (sigla del maestro di zecca). Del secondo tipo esistono inoltre altre varianti per la mancanza della data, per il contorno liscio e per la legenda della ghiera in caratteri più piccoli. Nel primo tipo il ritratto e lo stemma sono decisamente più grandi e il drappeggio più ampio e ricco, inoltre le lettere L D appaiono di dimensioni maggiori. Il tuo esemplare (bello peraltro) appartiene a questo tipo (catalogato nel Gigante al n° 71) Complimenti ;)
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  48. E' una cosa che mi sono sempre chiesto, da quando da piccolissimo entrai per la prima volta in un museo e vidi le pipe romane. Siccome il tabacco viene dal continente americano, i romani non potevano conoscerlo (fino a prova contraria). Insomma di cosa si facevano i nostri Avi??? :lol: :lol: :lol:
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