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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/04/20 in tutte le aree

  1. Buonasera a tutti, partecipo con il mio Tornese 6 Cavalli 1789 Posto foto del taglio dei miei pezzi del 89-90-91 a partire da Sx. Posto 4 foto del Tornese fatte con luce diversa spero siano di vostro gradimento. Saluti Alberto
    3 punti
  2. Un nominale a cui tengo particolarmente, cedutomi da un caro amico. Sul fatto che sia rara penso possiamo essere d'accordo tutti. Moneta che forse non fece in tempo a vedere la fine della peste, io non so esattamente da quando furono coniate le santa giustine a nome dell' Erizzo ma mi piace pensare che furono tra le monete del rilancio economico di Venezia dopo la terribile crisi dovuta all' epidemia.
    3 punti
  3. Questo denaro che possiamo definire “civico” cioè emesso da un autorità differente rispetto alla chiesa tergestina, che in grandi difficoltà economiche cede al comune tra le altre cose il diritto di zecca, presenta, oltre che alla raffigurazione del Santo, martire e patrono Giusto, quello che a prima vista potrebbe sembrare un edificio a tre torri. Le rappresentazioni della Trieste medievale giunte fino a noi, che possono essere d’ausilio in questa ricerca sono negli affreschi e nei dipinti della cattedrale di San Giusto, alla scultura linea del Santo Patrono conservata presso il Museo della Fondazione Scaramangà e nel disegno su pergamena noto come “veduta di Trieste nel 1508” in collezione privata. Il documento si presenta come una veduta della città, presa dal lato mare. L’attenzione del disegnatore si è concentrata sulle strutture difensive e sullo sviluppo della cinta muraria. In tempi recenti questa pergamena è stata sottoposta ad analisi per datarla, ne risulta che sia stata creata verso la metà del XVII secolo, tuttavia il disegno è stato ottenuto con l’ausilio di fonti più antiche, una “ricopiatura” di documenti non più rintracciabili. Nella pergamena, a differenza delle altri fonti a noi disponibili, viene dato risalto all’area portuale. Il porto, detto mandracchio (dal greco “mandra” cioè recinto), che appare protetto dai due moli entrambi fortificati con prosecuzione delle mura sino alle due torri («boccole») poste all’imboccatura, durante la notte l’imboccatura del Mandracchio viene chiusa da una pesante catena stesa tra queste. Secondo le cronache locali esse vengono abbattute o fortemente danneggiate dal terremoto del 1511. Il mandracchio, il porto, …..interesse economico, ma anche iconografico della città. Di conseguenza... È puramente una idea [emoji6]
    3 punti
  4. Città di Trieste Comune (1251-1254) Denaro Argento D/ (globetto) SANTVS (globetto) IVSTVS (globetto), San Giusto stante tra due torri regge un libro con la mano sinistra e una palma con la mano destra R/ + CIVITAS TERGESTVM, edificio composto da tre torri di cui quella centrale coperta da una cupola e dotato di porta, le altre due merlate Rif.: CNI VI, 2; Bernardi C Questo denaro di Trieste è l'unico a non portare il nome di un Vescovo a causa della lotta fra quest'ultimo e il Comune. Il suo peso è di circa 1,10 grammi e diametro di circa 20 millimetri. Il San Giusto è rappresentato nello stesso modo che sui denari di Volrico, mentre è notevole l'incisione dell'edificio posto sul rovescio. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  5. Patriarcato di Aquileia Pietro Gera (1299-1301) Denaro Argento D/ (rosetta) PETRVS (anello) PATh'A, il patriarca seduto sul faldistorio regge un libro borchiato con la mano sinistra e il pastorale con la destra R/ + (rosetta) AQVILE (rosetta) GENSIS (rosetta), aquila ad ali spiegate con la testa rivolta a sinistra, sul petto stemma dei Gera Rif.: Passera-Zub 135; CNI VI, 1; Bernardi 33 Pietro Gera da Ferentino fu patriarca per un breve periodo. Il suo denaro lo rappresenta seduto sul faldistorio in una ricca veste e con un libro con cinque borchie. Sul rovescio è rappresentata un'aquila che sul petto porta le armi dei Gera. Il peso di questi denari è di circa 1,10 grammi e il diametro di 21 millimetri. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  6. Ciao a tutti, volevo condividere con voi l'ultimo arrivo. Si tratta di una moneta del 1797 da due baiocchi e mezzo che per chi non è avvezzo a questa monetazione viene chiamato abitualmente "sanpietrino". Purtroppo il lato con San Pietro è molto malconcio a causa (credo) di un difetto iniziale della lamina di rame utilizzata ma al rovescio la scritta "Ascoli" (la mia città) è abbastanza evidente ed è quello che mi interessava maggiormente per fare coppia e affiancarla all'altra moneta di Ascoli che possiedo: una moneta da cinque baiocchi sempre dello stesso anno meglio conosciuta come "madonnina". Sanpietrino Peso: 7,52 grammi Diametro: 28 mm Madonnina Peso: 16,62 grammi Diametro: 31 mm Non colleziono monete di questo periodo ma ci tenevo ad avere almeno queste tipologie e vista la rarità di questo tipo di monete non è facile trovarle ad un prezzo "decente": mi ci è voluto tempo e molta pazienza per trovare l'occasione giusta. A voi la parola Saluti Simone
    2 punti
  7. Buonasera sezione! Grano Cavalli 12
    2 punti
  8. Buonasera, posto anche foto del taglio dei mie 3 pezzi di Tornese Cavalli 6. A partire dalla Sx 89-90-91 Saluti Alberto
    2 punti
  9. Il decreto che introduceva il fascio come contrassegno di stato è del 19 maggio 1926, pubblicato in GU, e quindi entrato in vigore, il 24 dello stesso mese. A stretto rigore, non sarebbero quindi i biglietti col fascio a essere "illegali", ma semmai quelli che continuarono a essere stampati col contrassegno decreto. Il catalogo Gigante (ed. 2015) riporta come stampati col fascio i biglietti dalla serie A596 alla V609, comprendenti quindi anche la tua M599, e li considera R4. Segnala però che l'inizio con la serie 596 non è certo, potrebbero esistere biglietti "fascio" anche di serie precedenti (da A590 a V595), ufficialmente con contrassegno "decreto". petronius
    2 punti
  10. Lo scopriremo solo condividendo ? I tagli dei Tornesi da 6 Cavalli : Lisci, a treccia con rigatura obliqua e sferette?
    2 punti
  11. Nel libro "Trenta monete d'argento. Le monete nel Nuovo Testamento" di Cesare Colombo è riportata una teoria degli anni '50 dello studioso Arie Kindler, condivisa anche da Meshorer e altri illustri esperti di monetazione biblica, secondo la quale i due spiccioli gettati dalla vedova non sarebbero neanche prutot, ma lepta, cioè nominali ancora più piccoli, equivalenti a mezza prutah. A suffragio di questa tesi ci sono i numerosissimi pezzi rinvenuti del peso di circa un grammo, che non costituirebbero, secondo questa interpretazione, delle prutot sottopeso, ma delle frazioni ulteriori delle medesime. Ovviamente "lepton" è il vocabolo con cui viene reso in greco, nel Vangelo, questo nominale. Ti dico questo per segnalare come non si sappia neppure a che tipo di moneta corrispondano i due spiccioli della vedova (prutah, o mezza prutah), figurarsi avere la certezza che l'obolo della vedova sia proprio la prutah di Alessandro Ianneo con ancora e ruota! Per quanto riguarda la risposta alla tua domanda, forse il tentativo (velleitario) di attribuzione è avvenuto sulla base di considerazioni di ordine statistico (magari era la più numerosa tra le tipologie in circolazione, anche se aveva oltre un secolo di vita al tempo di Gesù)? Mi pare di ricordare qualcosa del genere, ma è soltanto un ricordo sbiadito, quindi di questo non ti fidare!
    2 punti
  12. Qualche parola sulla frequente raffigurazione di edifici sacri sulle monete battute nell'Oriente greco. Spesso le città orientali si univano a formare leghe (koinà; sing. koinon) che, in epoca romana, avevano come elemento di aggregazione il culto imperiale. Le città principali di ciascuna di queste leghe, che possedevano uno o più templi per il culto imperiale, venivano spesso definite nei documenti ufficiali neokoroi, letteralmente "guardiane del tempio". Essere neokoroi era considerato un onore prestigioso, per il quale le città greche lottavano tra di loro; il procedimento comportava tre gradi di giudizio positivo, presso il koinon, l'imperatore e il senato romano. Le città che ottenevano questo onore raffiguravano spesso il tempio (o i templi) sui rovesci delle loro coniazioni. Per chi volesse approfondire, il principale studio sull'argomento è "Neokoroi" di Barbara Burrell, dove largo spazio è dato proprio alle testimonianze numismatiche.
    2 punti
  13. Carrellata di monete fantastiche! Questa discussione resterà nella storia
    2 punti
  14. Medaglia N° 5 anno di emissione 1977 Lato A - Y ASIMESMO LUEGO SE RESUCITABA Lato B - Y UNO DE ELLOS FUE PUESTO POR SOL Y EL OTRO POR LUNA
    2 punti
  15. Tornese da 6 Cavalli 1789 Magliocca 331 Comune. Riportati tutti con taglio liscio. Ho appena controllato i miei, uno è con taglio liscio, l'altro no Secondo voi com'è?
    2 punti
  16. Confermo listino di vendita Baranowsky del 2012. Se non erro la moneta è attualmente in vendita quindi mi limito a riportare solo quanto richiesto.
    2 punti
  17. Repubblica di Venezia Ranieri Zeno (1253-1268) Quartarolo Mistura D/ + (globetto) RA (globetto) ZENO DVX (globetto), lettere V N C E disposte a croce accantonate da cinque globetti R/ + (globetto) S (globetto) MARCVS (globetto), croce potenziata accantonata da quattro gigli Rif.: Zub-Luciani 17.5 Il quartarolo è la moneta dal valore più basso fra quelle coniate dalla zecca di Venezia. La coniazione iniziò con Enrico Dandolo (1192-1205) e si concluse con Giovanni Soranzo (1312-1328). Il peso è di circa 0,90 grammi e il diametro di 16 millimetri. Vennero coniati anche doppi quartaroli, oggi estremamente rari. Da notare la notevole cura degli incisori nel forgiare le lettere, molte come le A e le V con una cornice. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  18. È ovviamente realizzato per fusione, peraltro poco accurata ....
    2 punti
  19. Negli anni '70 la Fundacion del Centavo e il Circulo Numismatico de Guatemala, a fondo benefico per lo sviluppo del Guatemala, emisero una serie di medaglie in argento (coniazione fondo a specchio) con il tema "La creazione" dell'uomo vista dal popolo Maya. Le immagini sul D/ e il R/ delle medaglie penso siano state prese dal Popol Vuh. Le medaglie hanno un diametro di 40 mm. e il peso da 24,35 a 25,20 g. Nel contorno recano la scritta GUATEMALA C.A. 1976 FUNDACEN N° x Sono riuscito a trovare tre medaglie nel cofanetto in legno con le scritte ufficiali FUNDACION DEL CENTAVO e CIRCULO NUMISMATICO DE GUATEMALA
    1 punto
  20. Dulcis in fundo, @Rocco68, spero non mi accuserai di plagio..? Il mio terzetto
    1 punto
  21. Gran bella giustina!! Complimenti!!
    1 punto
  22. Bel taglio...lo ricordo su alcuni pezzi che ahimè non ho più..pezzo stupendo
    1 punto
  23. Diciamo un po tutti la stessa cosa. Io però provavo a spingermi oltre e, prendendo spunto da una precedente osservazione di Luciano @417sonia, ho buttato li una riflessione volta a pensare che questa presunta tesaurizzazione, e successiva riconiazione, possa essere avvenuta nell'area arabo-egiziana-mediorientale. Questo per una serie di considerazioni, che di seguito provo a illustrare. A) A partire da quel periodo Venezia amplifica sensibilmente l'espansione della sua politica economica, interagendo principalmente con l'area arabo-mediorientale e in tal modo implementando fortemente la sua ricchezza; e questo sia come Stato sia come classi mercantili. B) L'area arabo-mediorientale è comunque avvantaggiata rispetto a Venezia perchè, da un lato ha promosso con anticipo il suo sviluppo commerciale ed è quindi meglio organizzata, secondo perchè geograficamente meglio posizionata in quanto "cuscinetto" tra l'estremo oriente e Venezia, e da qui traendo un maggior vantaggio dagli scambi che transitano nella triangolazione di quest'area. C) La maggior ricchezza che raccoglie l'area arabo-mediorientale quindi, unita ad una oculata gestione dello "Stato", mi porta a ritenere probabile che vengano tesaurizzate ingenti quantità di argento (e quale se non uno dei migliori; il Grosso, appunto). Peraltro, è logico ritenere che i momenti economici in cui uno Stato può permettersi di tesaurizzare "moneta" sono condizionati anche da fattori esogeni/endogeni, slegati tra loro e occasionali. Quindi potrebbe benissimo essere successo che tale tesaurizzazione, sempre se avvenuta, si sia concentrata maggiormente durante la circolazione del Grosso del Dandolo, mentre in altri periodi le condizioni economiche non consentivano la tesaurizzazione, o la consentiva in misura più modesta. D) Nel momento di carenza di argento, vedi la crisi di inizio '400, le scorte tesaurizzate nei decenni/secoli precedenti fungono da principale "miniera" interna a sostegno del lavoro di Zecca. Supposizioni le mie; certo, ma con un piccolo fondo di razionalità. Un saluto. Paolo
    1 punto
  24. Magnifico e raro il ducato del Bartolomeo Gradenigo caro Arka, complimenti sinceri anche per il quartarolo. Solitamente non do mai la conservazione fdc per monete medievali pensando che già uno splendido sia una qualità insolita e molto molto bella per una moneta di quel periodo qui però fdc si può usare. Purtroppo troppe monete belle e interessanti su 3 discussioni contemporaneamente e i mi piace finiscono subito.
    1 punto
  25. Stilisticamente la lamina presenta una compenetrazione con l'arte bizantina che l'arte longobarda delle prime generazioni immigrate non aveva.
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  26. Ciao, per le banconote false la regola della data più recente salta, giusto perché ai contraffattori non interessavano questi minuscoli particolari, per loro era importate ottenere visivamente un ottimo effetto d'insieme per poterle spacciare per buone. Firme, contrassegno, numerazione alfanumerica e decreti potevano essere disgiunti, non li avrebbero notati nessuno a parte i cassieri della Banca d'Italia. Anche se è un settore di nicchia, i falsi d'epoca delle banconote sono collezionati. Nel mondo dei falsi il 100 lire Barbetti (questa banconota) è comune ma non meno interessante. In questo bellissimo falso d'epoca non c'e' proprio nulla da migliorare, si lascia così senza intervenire in alcun modo. Fammi sapere se i forellini di annullo vanno a perforare anche il nastro adesivo o se quest'ultimo li copre, un particolare che può indicare, anche se approssimativamente, il giusto periodo riguardo il sequestro/ritiro dalla circolazione o la maldestra riparazione successiva. Complimenti per entrambi i biglietti. ciao
    1 punto
  27. Sottolineo il fatto che non vi sarebbero dubbi sull'autenticita sia del manufatto che della scritta.
    1 punto
  28. La seconda è un 50 Lire BANCA D'ITALIA Ciao a Tutti Beppe
    1 punto
  29. E' proprio quello che cercavo. Volevo appunto capire se era la stessa moneta o un'altra, in modo tale da verificare che oltre l'esemplare descritto da Giulio De Petra, diverso per leggenda, se gli altri due esemplari comparsi avessero stesso leggenda tra loro, se non fosse proprio lo stesso. o uguale al primo. Grazie moltissimo
    1 punto
  30. Repubblica di Venezia Bartolomeo Gradenigo (1339-1342) Ducato Oro Peso: 3,54 g Diametro: 20 mm D/ BA GRADONICO (globetto) S M VENETI, S. Marco stante a d. e il doge inginocchiato a s. reggono il vessillo, lungo l'asta DVX R/ (g) SIT (g) T (g) XPE (g) DAT' (g) Q (g) TV REGIS ISTE DVCAT', Il Redentore stante in mandorla stellata Rif.: Zub-Luciani 122.6 La prima moneta d'oro pesante occidentale, il fiorino, fu coniata a Firenze, seguita dopo breve tempo da Genova. Venezia attese più di trent'anni per coniare il suo ducato d'oro sotto il dogado di Giovanni Dandolo (1280-1289). Probabilmente perchè fino ad allora aveva usato monete d'oro bizantine. Qui è illustrato il sesto ducato coniato da Bartolomeo Gradenigo (1339-1342). Al dritto ci sono San Marco nimbato reggente un libro e il doge inginocchiato con il corno ducale. Entrambi reggono il vessillo come nel grosso, a indicare che si sostengono nella gestione della Repubblica. Sul rovescio è rappresentato il Redentore benedicente stante con libro nella mano sinistra e circondato di stelle e mandorla di perline. La legenda è un'invocazione al Redentore e dice: ''Sia dato a Te, o Cristo, poichè Tu reggi questo ducato''. Il ducato, chiamato poi zecchino a partire da Francesco Donà, ebbe molta fortuna, soprattutto in oriente. Con piccole varianti di stile questa tipologia dura fino alla fine della Repubblica nel 1797 ovvero per più di 500 anni. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  31. Ad onor del vero Otto Von Hessen asserisce che la placca di Val di Nievole è sicuramente il frontale di un elmo ma non di uno "spangenhelm" bensì di un elmo a lamelle tipo "Niederstotzingen", anche se il kurze sottolinea le grandi dimensioni del manufatto, troppo per essere utilizzato a tale scopo. Faccio notare però che la placca è stata appiattita, aumentandone le misure in proiezione, per essere forse riutilizzata come decoro di un qualche mobile, in origine doveva essere decisamente curvata per seguire l'andamento ellittico del cimiero e la forzatura sul bronzo, di per sé piuttosto rigido, potrebbe la causa della frattura che lo deturpa (non il "romantico" colpo di spada ipotizzato in prima istanza) e che è stata riparata "ab antiquo".
    1 punto
  32. Grazie Simone. Per risultati così ci vuole moltissima ricerca e soprattutto taaaaaaanta pazienza Ma credo che in fondo questi siano gli aspetti più belli del collezionare. Saluti Simone
    1 punto
  33. Complimenti per lo straordinario rapporto qualità/ prezzo
    1 punto
  34. La moneta è quella indicata, della zecca di Chur, ed è stata coniata dal 1624 al 1766, ovviamente con qualche piccola variante. Qui trovi un catalogo, la tua, con date diverse è in fondo alla pagina.
    1 punto
  35. Così mal ridotta, lascerei perdere, moneta comunissima che si trova in ottime condizioni a prezzi accettabili. Saluti Eliodoro
    1 punto
  36. Ciao, dovrebbe essere questa monetina svizzera: https://en.numista.com/catalogue/pieces50166.html
    1 punto
  37. Forse a nessuno interesserà, ma aggiungo che questo conio del dritto è l'unico che presenta il punto dopo ET.
    1 punto
  38. 200 d.C. circa, poco lontano dall’odierna Lublino (Polonia) c’è un accampamento, o forse un villaggio, dove una delle tante popolazioni germaniche, probabilmente Vandali, ha deciso di fermarsi, forse per un po’, forse per sempre. Ma “sempre”, in quei turbolenti anni di migrazioni di popoli barbari del Nord Europa, è una parola che non ha molto senso. I Goti sono numerosi, ben armati e combattivi. Guerrieri Goti I Vandali non si arrendono senza combattere, anzi. In Polonia ci sono molti cimiteri di guerrieri vandali, sepolti con le loro armi, a dimostrazione che avevano combattuto Guerrieri Goti valorosamente. Ma in quel campo vino a Lublino forse capiscono che non hanno più modo di fronteggiare l’avanzata dei Goti. Nel fuggi-fuggi generale, quando salvare la vita è l’unico obiettivo possibile, qualcuno seppellisce un tesoro di monete romane d’argento, forse sperando di poterlo, un giorno, recuperare. Speranza vana: immagine di Stanisław Staszic – Muzeum Hrubieszów Questa storia ce la raccontano 1.753 denari (moneta d’argento) ritrovati per puro caso in un terreno agricolo nei pressi di Cichobórz, un villaggio della Polonia orientale nei pressi del confine con l’Ucraina. Immagine di Stanisław Staszic – Muzeum Hrubieszów Nel 2019 un contadino, Marius Dyl, è alla ricerca di palchi di cervo abbandonati quando vede ben altro, delle monete che intuisce subito essere antiche. I denari non sono tutti nello stesso posto, ma sparpagliati nel raggio di un centinaio di metri, sparsi dalle macchine agricole usate per dissodare il terreno. Dyl avvisa subito il museo della vicina città di Hrubieszów (che ha diramato la notizia il 30 marzo scorso), e gli archeologi non possono credere ai loro occhi. Andrzej Kokowski dell’Istituto di Archeologia di Lublino gongola: Questo tesoro sarà la corona dell’archeologia polacca Immagine di Stanisław Staszic – Muzeum Hrubieszów Le monete, del peso complessivo di cinque chili, risalgono al primo e al secondo secolo dopo Cristo, e costituivano, se non un tesoro, una somma davvero considerevole per chiunque le possedesse. Secondo gli archeologi polacchi, le monete raccontano la storia di un Vandalo che aveva guadagnato quelle monete commerciando con i romani, o prestando servizio nelle legioni. I denari erano conservati forse in una cassetta di legno o in una borsa di cuoio, ma qualunque cosa fosse aveva dei rivetti d’argento, ritrovati insieme alle monete. Il tesoro racconta anche che i Vandali dovettero allontanarsi in tutta fretta, sospinti dalla violenza dei Goti, che andarono a stanziarsi nell’odierna Ucraina. Più avanti nel tempo i Vandali e sopratutto i Goti contribuirono alla dissoluzione dell’impero romano d’occidente, ma questa è un’altra storia… I denari romani, che saranno studiati anche da esperti dell’Università di Varsavia, sono a tutti gli effetti di proprietà del Museo di Hrubieszów, che in tempi di Coronavirus le metterà in mostra virtualmente, aspettando giorni migliori per mostrarle ai visitatori dal vivo. https://www.vanillamagazine.it/scoperto-in-polonia-un-tesoro-di-1-753-monete-romane-dargento-1/
    1 punto
  39. Patriarcato di Aquileia Bertoldo di Andechs-Merania (1218-1251) Denaro Argento D/ BERTO - LDVS P, il Patriarca seduto sul faldistorio regge un libro con la mano sinistra e il pastorale con la sinistra R/ (croce) CIVITAS (globetto) AQVILEGIA, aquila con le ali spiegate sopra un edificio con un'arcata Rif.: Passera-Zub 34; CNI VI, 11; Bernardi 15 Ecco un altro bellissimo denaro con bordo rialzato della zecca di Aquileia coniato all'epoca di Bertoldo di Andechs-Merania, l'ultimo dei patriarchi ''imperiali''. Il peso è sempre di circa 1,20 grammi e il diametro di 21 millimetri. Molto bello lo stile dell'incisione e notevole l'effetto di riempimento degli spazi. L'aquila sul rovescio probabilmente è quella di Merania. Infatti lo stemma di Merania è d'azzurro con aquila d'argento. Tuttavia bisogna ricordare che anche lo stemma del Patriarcato è d'azzurro, ma con l'aquila d'oro. Per quanto riguarda l'edificio sotto l'aquila, potrebbe essere una porta di città o un ponte. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  40. Repubblica di Venezia Berengario I (888-924) Denaro scodellato (888-915) Argento D/ + BERENCARIVS, croce patente accantonata da quattro globetti in cerchio di perline R/ + XTIANA RELIO, tempio con croce e quattro colonne Rif.: Zub-Luciani 5; ex collezione D'Este Dopo quello di Lodovico I vennero coniati a Venezia denari a nome di Lotario I (840-855) e un denaro anonimo con la leggenda XPE SALVA VENECIAS (855-880). Quello presentato qui è il denaro di Berengario I quando era re d'Italia. Il peso di questi denari è di 1,40 grammi circa e il diametro di 22 millimetri. Al dritto la croce presenta delle cuspidi alle estremità. Al rovescio le lettere della legenda sono ben leggibili, fatto che andrà a scemare con il tempo, a differenza del nome dell'imperatore che lo sarà sempre. Il largo bordo e la forte scodellatura sono tipici della zecca di Venezia. Nel catalogo d'asta Varesi dove fu venduta la collezione D'Este era classificata tra le monete di Milano. Una curiosità. Il primo a pensare nella seconda metà dell'ottocento di attribuire le monete con queste caratteristiche alla zecca di Venezia fu l'allora curatore del Museo Bottacin di Padova Carlo Kunz. Arka Diligite iustitiam
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  41. Repubblica di Venezia Lodovico I (814-840) Denaro Argento D/ + H LVDOVVICVS IMP, Croce patente in cerchio di perline R/ +VEN // ECIAS in due righe Rif.: Zub-Luciani 2 Le prime monete della zecca di Venezia furono coniate a nome degli imperatori dell'occidente sccessori di Carlo Magno. Il primo nome che compare sulle monete veneziane è quello di Lodovico I in due varianti. La prima al rovescio ha la scritta VENECIAS MONETA, la seconda, qui illustrata, la scritta VENECIAS. Il peso teorico dato dal Papadopoli è di grammi 1,71, tuttavia la maggior parte degli esemplari variano tra 1,40 e 1,60 grammi. Il diametro è di 21 mm. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  42. Buonasera, ho scritto io quella nota perchè uno zecchino con quella data non l'avevo mai visto e ne il CNI ne le Tavole del De Simoni ne MIR ne Catalogo Carige lo riportavano, quindi per me quella era una data inedita la cui esistenza è stata ufficializzata proprio in quell'asta. E' stato presentato all'asta n. 6 di Ranieri il 27 aprile 2014 al lotto 527 con la nota "millesimo inedito" e successivamente Auction 9 di Chaponniere&Firmenich il 22/10/2017 al lotto 400. Pertanto ho pensato di inserire quella nota nel catalogo. All'asta Chaponnier è stato giudicato R3. Secondo me lo zecchino di cui al link segnalato dal'ottimo Bavastro è la stessa moneta delle aste citate. Comunque, prima di indicare una rarità, mi piacerebbe vederne qualche altro esemplare che, anche se nella tabella del Pesce ne risultano coniati 173.993, non sappiamo che fine abbiano fatto, se entrati in circolazione, ritirati o rifusi o usati per qualche pagamento di "Stato". Ad esempio per il 1739 non ne risultano coniati ma qualche esemplare si conosce (2010 asta Ghiglione e 2 esemplari nel CNI). Il 1738 è, tanto per cambiare , un anno difficile. Teodoro è sbarcato il Corsica e si è proclamato Re, organizza la rivolta e diventa molto popolare, regala uno zecchino (ma non credo fossero i "nostri") a ogni soldato e nomina ciambellani, marescialli e colonnelli in gran numero. Nel 1937 e la Francia esce allo scoperto: Se Genova vuol mettere fine all'insurrezione corsa deve chiedere ai Francesi e la... sottomissione è compiuta.
    1 punto
  43. Non abbiamo nulla a parte una sola foto, un peso non verificato e l'opinione fideistica del proprietario ....in ogni caso direi che siamo di fronte ad un falso.
    1 punto
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