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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/20/20 in tutte le aree
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Sull'autenticità nessun dubbio. Sul globetto vicino alla testa di Roma un paio di ipotesi le farei. Potrebbe essere un residuo del compasso, anche perchè mi sembra proprio al centro della moneta. Altrimenti penserei ad un primo errore per il globo tenuto da Roma. Una volta fatto resta sul conio e l'incisore ne fece un altro nel posto corretto. Arka Diligite iustitiam3 punti
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Nel mio caso, la moneta dal diametro maggiore è un Tallero di convenzione 1780 Maria Teresa 40,5 sono i millimetri. Di questi talleri come sappiamo ne furono coniati tantissimi in tanti anni e in Zecche diverse. Vienna li conia tuttora.... Per divertirsi un po se @Robertode lo permette in quanto la discussione è sua..., propongo un indovinello, scoprire a quale zecca appartiene . Chi indovina si guadagna un bel mi piace. Buon divertimento3 punti
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Nell'ospedale in cui lavoro io la situazione sembra diventare ingestibile da un momento all'altro.. Abbiamo i DPI numerati e ci troviamo a dover aver paura di essere contaminati da un foglio che proviene da un'unità Covid, dobbiamo metterci i guanti per far pressoché tutto e lavarci le mani ogni 10 minuti... la situazione è grave... ma non possiamo piangerci addosso!! Ognuno, nel suo piccolo, deve cercare di far quel che può... tipo restare a casa!!3 punti
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Grazie @gpbasetti per l'ncoraggiamento, riprendo con qualche POPOLARINA (così erano chiamate). In questi giorni 18-22 marzo, 172 anni fa, i milanesi combattevano sulle barricate. AI PRODI LOMBARDI Riferimenti: A. TURRICCHIA Il Regno Lombardo-Veneto attraverso le medaglie n.442 - Primo tipo3 punti
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È un cavallo ribattuto molto interessante. Se domani ho un po di tempo lo guardo al pc e vediamo di classificarlo per bene. Dal telefonino non lo vedo bene.2 punti
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Proprio durante il dogato di Antonio Venier c'è il passaggio di Antonio Tiepolo dalla zecca dell'oro a quella dell'argento e nello stesso periodo il passaggio di Cristoforo Zancani da quella dell'argento a quella dell'oro. E per questo non hai bisogno del Papadopoli, ma del PN n. 355 dove c'è il mio articolo sulla zecca nel 1385.??2 punti
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Buonasera a tutti, pongo alla vostra attenzione questo mio Cavallo Aragonese piuttosto particolare, mi aiutereste a catalogarlo? Posto foto del venditore (quelle con sfondo blu) e foto fatte da me, spero si vedano bene. Saluti Alberto2 punti
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Domenica vado a donare il sangue, se mai avessi avuto qualche remora, dopo averti letto non ne è rimasta l'ombra... Forza e coraggio!2 punti
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Il problema in questo tipo di studio è la mancanza di immagini. Quando le foto costavano molto le monete considerate meno interessanti non venivano illustrate. Spesso non venivano nemmeno descritte. E poi mancano foto di molte collezioni. Però chi si cimenta nonostante tutto ha tutto il mio appoggio. Anche di informazioni, se servono. ? Arka Diligite iustitiam2 punti
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Ciao Alberto, non mi stupirei se ci fossero Le X con le C contrapposte dovrebbero essere queste2 punti
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Lucia Travaini, Sarah Fontana, Le collezioni della Fondazione Banco di Sicilia. Le monete2 punti
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Bentornati, appassionati di monete napoleoniche! Quest'oggi concludiamo definitivamente il capitolo riguardante le decimali. Partirei dal mezzo franco, l'ultima moneta in argento rimasta. Dal modico peso di 2,5 grammi, questa moneta fu coniata in soli due anni: 1808 a Cassel e 1810 a Parigi. Anche qui abbiamo diverse “prove” in vari metalli ma, se avrete letto i miei precedenti interventi, saprete già come la penso... Purtroppo, come per il 5 ed il 10 franchi in oro, anche in questo caso la moneta parte per sua natura con il bordo liscio. Pertanto, distinguere gli esemplari dell'epoca dai riconi postumi diventa un compito irrimediabilmente più arduo. Tuttavia, diversamente dai due piccoli moduli in oro, ritengo che il mezzo franco sia realmente esistito durante il regno di Westphalia. Difatti, anche in altri stati dell'epoca abbiamo monete simili: mi viene in mente, ad esempio, la mezza lira di Murat o lo stesso “Demi Franc” di Napoleone. A mio avviso, è dunque molto più plausibile che sia stato effettivamente coniato negli anni dell'impero napoleonico rispetto ai misteriosi 5 e 10 franchi in oro... Ci restano ora i centesimi, monete che personalmente non mi hanno mai entusiasmato particolarmente e che, pertanto, tratterò in modo rapido e forse un po' distaccato. All'inizio avevo addirittura valutato di saltarli completamente ma poi, per completezza e dovere didattico, ho deciso di includerli. L'insieme dei centesimi di Girolamo può essere suddiviso, per comodità, in due categorie. Alla prima appartengono il 10 e 20 cent, monete coniate in mistura (similmente ai 10 centesimi del Regno d'Italia). Al posto del giovane volto del sovrano, al dritto abbiamo il monogramma HN, corrispondente alle iniziali di Hieronymus Napoleon, sormontato da una corona con nastri. Il tutto è contornato da una corona d'alloro un po' stilizzata ed eseguita in modo molto “scolastico”. Il rovescio è ancor più banale e, francamente, non mi sembra nemmeno ci sia bisogno di descrivervelo. Alla seconda categoria appartengono l'1, 2, 3 e 5 centesimi. Cosa cambia rispetto agli altri? Innanzitutto, il metallo: rame anziché mistura. Poi, nella “composizione” non troviamo più la corona sormontante la sigla HN. Insomma, il tutto è ridotto ancor più all'essenziale.2 punti
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Buongiorno. La moneta dal diametro maggiore in mio possesso è un banale riconio del 4 Ducati austriaco (40 mm). Moneta molto sottile e relativamente leggera. Considero la più "grande" questa. In mano fa sentire la propria "presenza" e restituisce sempre una certa soddisfazione. (Riporto da altro topic) Perù 100 Soles 1963 Metallo: Oro .900 Peso: 46,80 grammi Diametro: 37 mm Dritto : Scudo del Perù Rovescio: Libertà seduta con scudo e colonna Tiratura: 7.342 Buon pomeriggio.2 punti
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Passiamo ora agli argenti. In particolare, diamo un'occhiata agli 1, 2 e 5 franchi. Partiamo proprio da quest'ultimo. Lo scudo di Girolamo è una moneta estremamente rara e difficile da trovare anche nelle più basse conservazioni (FDC non ne parliamo proprio!). Di questa, come di tanti altri esemplari della variegata monetazione del Regno di Westphalia, non abbiamo dati certi riguardanti il numero di pezzi coniati. A quel tempo, forse, i tedeschi non erano così precisi e rigorosi come lo sono oggi... ? Il 5 franchi (così come l'1 ed il 2 franchi) venne coniato sia a Parigi che a Cassel. È interessante osservare come alcuni esemplari coniati a Parigi presentino l'incisione “Dieu Protege La France” invece del classico "Gott Erhalte Der Koenig". Un segno per rimarcare ancora una volta chi era il vero padrone di casa o una semplice svista nel conio? Chissà... L'1 ed il 2 franchi tendono ad essere già più “abbordabili” in termini di reperibilità sul mercato ma, di certo, non piovono dal cielo (e nemmeno li regalano)... Parliamo sempre di monete di una certa rarità, che nelle più alte conservazioni spuntano diverse migliaia di euro. Anche in questo caso dobbiamo tenere gli occhi aperti dal rischio riconi. Diffidate, quindi, dalle solite monete con bordo liscio e dalle presunte prove in bronzo, nichel, piombo, stagno, senza le ultime due cifre nella data, ecc. Voglio aprire qui con voi un discorso generale: ovviamente anche queste “monete” hanno un loro mercato. Non sono certamente riproduzioni da bancarella, ci mancherebbe. Anzi, in certe aste riescono anche a raggiungere cifre interessanti. Mi sento, tuttavia, di sconsigliarle in quanto, personalmente, non comprendo la logica dello spendere centinaia (o migliaia) di euro per possedere una moneta napoleonica che non è stata coniata in periodo napoleonico. In sostanza, manca quel legame storico che rappresenta la colonna portante della numismatica. Sì, magari i riconi costano meno e si trovano in più alta conservazione ma, francamente, non mi darebbero chissà quale soddisfazione nel possederli. Mi sembrano monete “vuote”, senz'anima. Non so se rendo il concetto... Chiusa la partentesi, vi mostro ora un paio di immagini. Purtroppo, su queste monete non c'è molto altro da aggiungere in termini descrittivi. Presentano tutte più o meno lo stesso disegno, hanno un aspetto quasi “geometrico”. Di certo, per chi è abituato ai capolavori napoletani del periodo murattiano, questi pezzi lasciano un po' l'amaro in bocca... Non troviamo, purtroppo, quell'estro, quella creatività, quello spiriro artistico che caratterizzavano la zecca di Napoli. Unica piccola "curiosità" che posso riportarvi è che, tendenzialmente, di questa "trilogia" di franchi in argento è più facile trovare esemplari coniati a Parigi (testa di cavallo) piuttosto che a Cassel (testa d'aquila).2 punti
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Eccoci tornati! Concludiamo oggi il capitolo riguardante le monete in oro decimali. Il 20 franchi è forse una delle monete più emblematiche e famose del regno di Westphalia. Nonostante sia relativamente poco raro, trovare un esemplare in alta conservazione (FDC o quasi) è un'impresa a dir poco titanica. Forse, ne apparirà sul mercato una ogni 10 anni! Questa moneta rappresenta uno di quei casi di coniazione avvenuta sia in Germania (a Cassel) che in Francia (a Parigi). Probabilmente, ma questa è una mia teoria, la Westphalia non era completamente autosufficiente dal punto di vista della coniazione di monete e, per far fronte alle esigenze del mercato interno, doveva in parte appoggiarsi alla zecca di Parigi. In ogni caso, ricordatevi la storia della testa di cavallo/testa d'aquila. Anche qui, purtroppo, dobbiamo prestare particolare attenzione ai riconi. Oltre alla regola aurea del bordo liscio, da personali osservazioni mi sono accorto di un dettaglio interessante: i riconi postumi sono spesso caratterizzati da un piccolo residuo di metallo ad ore 12 del dritto. Forse ciò deriva da una micro-frattura del conio della moneta. Chissà... Di questa moneta esiste, inoltre, una serie di prove in bronzo, stagno, piombo, senza alcune cifre della data, ecc. che ogni tanto mi capita di vedere in qualche asta. Anche queste sono tutte caratterizzate dal bordo liscio. Quindi, con ogni probabilità, sono da ritenere come prove create in preparazione della coniazione dei riconi postumi e non risalenti al periodo 1807-1813. Di seguito vi mostro due esemplari (in oro) di questo marengo. Il primo è un riconio: presenta il bordo liscio ed il piccolo residuo ad ore 12. La testa di cavallo e la J ci indicano che è parigino. Il secondo, invece, è un bellissimo esemplare risalente all'epoca napoleonica. Ovviamente, dalla foto è difficile apprezzare l'incisione "Gott Erhalte Der Koenig". Come potete notare, presenta la testa d'aquila e la C maiuscola. È, dunque, stato coniato a Cassel. Per quanto riguarda il 5 e 10 franchi, tocchiamo un tasto dolente. Come detto, entrambe le monete presentavano il bordo liscio sin dal periodo del regno di Westphalia. Perciò, ad oggi, non esiste un metodo universalmente riconosciuto per distinguere gli autentici dai riconi... Personalmente, nutro grossi dubbi addirittura sul fatto che queste tipologie monetali siano state effettivamente coniate in epoca napoleonica. Perché mai creare un 5 e un 10 franchi in oro proprio nella piccola Westphalia, quando in tutto il resto dell'impero tali tipologie non esistevano? Chi le ha tirate "fuori dal cilindro" e per quale motivo? Guarda caso, invece, nella Francia di Napoleone III tali tipologie monetali esistevano eccome. A buon intenditor poche parole... Ovviamente, non ho certezze assolute a riguardo o dati inconfutabili. Si tratta, come potete capire, di due monete alquanto “misteriose”. Se tra qualche anno dovesse spuntare fuori uno studio serio che dimostra in modo inequivocabile la loro genuinità e che indica come riconoscere gli originali, sarò ben lieto di ricredermi. Fino ad allora, me ne tengo personalmente alla larga.2 punti
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Noto con grande piacere che la discussione ha suscitato un certo interesse. Passerei, dunque, seduta stante all'ambito numismatico. Partirei subito col dire che la monetazione di Girolamo Bonaparte è alquanto singolare, in quanto basata sulla coesistenza di due sistemi apparentemente inconciliabili: uno di chiara ispirazione tedesca, pre-decimale, il cui fulcro essenziale era il tallero; l'altro filo-francese, decimale, basato sul franco. Mentre in altre nazioni legate alla sfera d'influenza francese si ebbe un graduale passaggio dal "vecchio conio" al sistema decimale, qui in Westphalia, per tutta la durata del regno (1807-1813), entrambe le tipologie monetali continuarono ad essere coniate. Non bisogna, quindi, ritenere che il sistema decimale fosse stato affiancato a quello pre-esistente dopo un certo arco di tempo. Difatti, le prime monete decimali vennero coniate già a partire dal 1808, praticamente in modo simultaneo con i talleri (e loro multipli e sottomultipli) recanti l'effige del giovane Girolamo. Per comodità personale, partirei dalle monete del sistema decimale, se siete d'accordo. In particolare, inizierei con gli esemplari in oro. Di queste monete esistono ben 4 tipologie: 5, 10, 20 e 40 franchi. Prima di iniziare la descrizione delle singole monete, è importante recuperare alcune "nozioni" biografiche, trattate nell'introduzione. Come detto, dopo essere tornato in Francia nel 1848, Girolamo godette di un'enorme popolarità. Oltre a tutti gli onori ricevuti, il governo decise di omaggiare il fratello minore di Napoleone anche attraverso la riconiazione di sue alcune monete. Tra queste, rientrano proprio le 4 monete decimali in oro. Occorre, dunque, prestare particolare attenzione nel non confondere gli esemplari effettivamente coniati nel periodo napoleonico con quelli risalenti agli anni '50-'60 del XIX secolo. Purtroppo, non abbiamo dati ufficiali riguardanti il numero di pezzi effettivamente riconiati. Si sa solo che vennero eseguiti sugli stessi conii utilizzati nel regno di Westphalia. Quindi, sono abbastanza ostici da distinguere, sennonché i pezzi riconiati sono caratterizzati tutti da un bordo liscio mentre gli originali presentano l'incisione "Gott erhalte der koenig", corrispondente al motto "Dio protegge il regno" tipico di tutta la monetazione napoleonica decimale. Mentre il 20 e 40 franchi sono facilmente distinguibili in questo modo, la situazione si complica e non poco per quanto riguarda i due moduli minori. Difatti, sia il 5 che il 10 franchi sono sempre stati caratterizzati dal bordo liscio, anche durante la coniazione avvenuta nel periodo napoleonico. Purtroppo, da quel che so, non esiste un metodo infallibile per riconoscere i "veri" 5 e 10 franchi. L'unico consiglio che mi sento di darvi è quello di diffidare dagli esemplari proof-like o, comunque, dai fondi particolarmente “smaglianti”. Questi, nel 99% dei casi, si riveleranno dei riconi postumi. Bene! Siccome non vorrei appesantire troppo ogni mio intervento, lascerò la descrizione delle singole monete decimali in oro alla prossima puntata. A presto e buona serata a tutti voi!2 punti
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Al rovescio ai lati della corona due fiori, mentre nell’altro l'iscrizione è vicina e senza simboli. ... che ho vinto?1 punto
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Ciao, non serve andare troppo lontano x identificarla...?si tratta senza dubbio del qurto di soldo di Besso Ferrero Fieschi, Marchese di Messerano dal 1559 al 1584, di cui al mir 749 D/ BESSVS FERRERIVS, stemma dei fieschi, leoni e bande inquartati R/ MAR MESSERAN... data, croce ornata È il primo tipo di quarto di soldo battuto in ordine temporale da Besso (dal 1566 al 1571) e l'unico con lo stemma...seguono poi i tipi con BF coronata negli anni successivi Saluti Andrea1 punto
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Allora devo venirti a trovare...... dopo la Pandemia.......ovvio.1 punto
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Non ho testi ma a me sembra qualcosa di orientale dell'aria indiana o giù di lì.1 punto
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Per un confronto, posto anche la mia mezza piastra 1855. Saluti1 punto
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Ok, ok… mi piacciono i cartoni animati..! e allora? Magnifico, commovente… non gli manca nulla.1 punto
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Sempre per chi fosse interessato, Riporto qui in virgolettato la risposta e in seguito conclusioni: " For bullion coins, the weight and fineness is guaranteed. Therefore, your expected weight of 7.78 g is a minimum, so it is within reason (and tolerance) that you’re seeing a weight slightly heavier. The other measurements of diameter and thickness also seem within tolerance for the given coin. Please note, the United States Mint does not provide appraisal, authentication, or grading services. However, coin dealers, numismatic trade publications or numismatic associations may be able to provide these types of services. We appreciate your interest and hope this information is helpful. Sincerely, United States Mint " Punti a favore e contro: a favore: 1) la risposta della U.S. mint 2) la misura di densità (per il Platino) è difficilmente falsificabile, Osmio e Iridio sono più densi e non rientrano nell'errore, rientra di poco nell'errore di misura il Renio con densità 21.02 g /cm^3 ma ora costa di più, forse la moneta potrebbe essere stata prodotta prima ma ritengo tale ipotesi improbabile (attualmente https://apps.catalysts.basf.com/apps/eibprices/mp/ ) neutro: 1) dall'altra discussione il signore vede distanza tra i primi di due zeri, ma ingrandendo foto e misurando al meglio delle mie capacità questa distanza appare a me trascurabile, quindi boh, poi si sbaglia a scrivere 10 % invece di 1%, non so, direi "neutro". Contro: 1) le mie misure dello spessore e peso, anche con la risposta della U.S. mint che non garantiscono certo autenticità Conclusioni logica: la moneta è probabilmente autentica ma non ne sono certo al 100% Conclusioni sociale: Forse sono leggermente paranoico ma c'è chi mi supera. Vorrei ringraziare nuovamente @giolvolo per la sua pazienza e disponibilità, essendo arrivato al limite delle mie attuali capacità strumentali non posso indagare oltre. Ogni commento e suggerimento è bene accetto. Buona serata a tutto il gruppo, nonostante tutto, forza Italia!1 punto
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complimenti, continua @lorluke Discussione che seguo con piacere. saluti,1 punto
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Avanzo un'ipotesi e come tale deve essere presa. Il segno è quello della Z e pertanto non ci sono molti massari con questo nome. C'è un Zuan ma non c'entra con questa ipotesi. Quello che mi viene da pensare è ai massari di nome Giovanni che a Venezia molti chiamavano Zanino o Sanino diminutivo di Giovannino. Magari idea stramba ma abbiamo visto il caos in zecca nel periodo del Venier, quindi chi mi dice che non sia la sigla di Giovanni (Zanino) Emo massaro all'oro? Ipotesi stramba? Fate voi. Ciao Fabry1 punto
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REGNO DI SARDEGNA - CARLO FELICE - LIRE 5 - 1826 GE1 punto
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Informati bene sulla reale carenza nella tua zona e prenota! Dove lavoro io (nel cuneese e in tutto il Piemonte), abbiamo avuto una risposta eccezionale da parte dei donatori di sangue e per adesso, siamo tranquilli. E' essenziale capire se c'è necessità in questo periodo oppure è meglio aspettare un po' più tardi, ribadisco : informatevi tutti bene presso le unità di raccolta, SIMT, associazioni di donatori di quale sia la situazione e prenotatevi! Bisogna essere sicuri che sia garantita al donatore la distanza di sicurezza e che non vi siano assembramenti in nessun luogo (sala attesa, prelievo o ristoro). Grazie a tutti i donatori che sono venuti e verrano nei prossimi giorni a donare!1 punto
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È sicuramente un follis del tipo GLORIA EXERCITVS con due stendardi tra due legionari. Potrebbe essere Costantino II. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Se le hai prese tu sono contento, però anche questa di seguito non era da sottovalutare:1 punto
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Ravviviamo questa discussione: Aureo & Calicò del 12 marzo scorso: due bellissime e interessantissime (anche rare, per il marchio sotto il busto) monete d'argento di Filippo II di Spagna..... Ducato e Mezzo Ducato...... ?1 punto
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Ciao, una volta che hai già individuato le nazioni puoi anche divertirti a datarle magari utilizzando questo sito: https://en.numista.com/catalogue/pays.php Le date si trovano in tutte le monete che hai postato, naturalmente non per come le intendiamo noi, ma nelle varie schede del sito troverai come individuarle e a cosa corrispondono nel nostro calendario. Per queste tre monete per esempio (ti ho cerchiato dove sono posizionate le date), confronta i caratteri che vedi sulle tue monete con i caratteri che troverai nelle schede, un modo semplice per risalire alle varie date senza averne una conoscenza diretta. Emirati arabi https://en.numista.com/catalogue/pieces1310.html Thailandia https://en.numista.com/catalogue/pieces1643.html Egitto https://en.numista.com/catalogue/pieces26558.html1 punto
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La monetazione provinciale in Spagna si esaurisce con i Giulio Claudii. Monete appartenenti alla serie imperiale furono battute da zecche spagnole solo sotto Galba e agli esordi del regno di Vespasiano.1 punto
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Grazie Giancarlone! Sei sempre una miniera di documenti, e le foto delle tue numerosissime e splendide medaglie sono per me un costante arricchimento storico e artistico !1 punto
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Non è un ERRORE, è un DIFETTO di conio. Le "stranezze" nelle monete, sono di 3 tipi: errore, difetto e variante, ognuna col proprio significato ben preciso. Un errore molto conosciuto nel mondo euro 1 euro del Portogallo 2008 che al rovescio riporta la vecchia cartina dell'Europa, si chiama "errore" appunto perchè nel processo di coniazione c'è stato un errore da parte di chi doveva procedere con la giusta grafica della moneta. Un difetto di conio è per esempio il tuo doppio bordo, oppure quelle monete che presentano un "eccesso di metallo", sono problemi "tecnici", chiamiamoli così, causati dalle macchine. Le varianti invece sono quelle monete che puoi trovare sul mercato e sono state volutamente cambiate graficamente, per farti un esempio, alcuni stati mettono (tipo Malta) per la circolazione della moneta commemorativa del 2015 non hanno messo il simbolo della zecca, poi nella coincard che è una confezione per collezionisti hanno messo il simbolo di zecca. Se ripesco una discussione presente nel forum c'è tutta la spiegazione per filo e per segno dei 3 significati. Molti accomunano l'errore al difetto, io non la vedo così, preferisco differire le due cose da "errore umano" ed "errore causato dalla macchina". Comunque poi ognuno si fa la sua opinione. In questa discussione ne vedrai di interessanti1 punto
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Ciao! Tra nulla e tutto ce n'è di strada .... certamente anche le monete di Venezia vengono vendute dai collezionisti; pensa solamente a quando si riesce ad acquistare una moneta migliore di quella che si ha già in collezione, qualche moneta doppia o tripla ..... oppure perché i casi della vita costringono a monetizzare quanto si è collezionato. Personalmente non ho mai venduto una moneta della mia collezione; qualche volta ho fatto degli scambi e spesso ne ho regalate. Ancora oggi ho monete in collezione dello stesso tipo. E' capitato che vendessi monete che non appartenevano alla mia collezione e delle quali non sapevo che farne. saluti luciano1 punto
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Ciao, a dire la verità non lo sapevo, ma in questi casi ci viene in aiuto wikipedia non l'avevi cercato? L'ungherese pengő significa 'squillo' (che a sua volta deriva dal verbo peng, una parola onomatopeica equivalente all'inglese 'anello'), utilizzato dal XV-XVII° secolo era riferito a monete d'argento che emettono uno squillo quando colpiscono una superficie dura, indicando così il loro contenuto di metallo prezioso. La parola onomatopeica usata per le monete d'oro è csengő, l'equivalente inglese di 'tintinnio', che da origine ad un suono più tagliente, il participio usato per le monete di rame è kongo, un suono profondo di scampanio.1 punto
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1927 Regno d'Italia Banca d'Italia - 1.000 Lire Stringher/Sacchi 12 luglio 1927 Su questa banconota Bonaldo Stringher (1854-1930) figura ancora come 'Direttore Generale' (lo divenne nel 1900), la carica di 'Governatore' sarà istituita solo nel 1928, questo fa dello Stringher il primo Governatore della Banca d'Italia.1 punto
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Buongiorno a tutti, mi permetto inserirmi anch'io in questa interessante discussione e riflessione sul "collezionismo" delle monete della Serenissima e tematiche collegate. Personalmente anch'io come si è definito Giov60 e altri, mi definisco ancora un semplice raccoglitore; Ho la fortuna di vivere e lavorare a Venezia e quindi di poter vedere e toccare con mano le meraviglie di questa città; i suoi musei, le chiese, i monumenti e gli Archivi.... La mia tematica è iniziata raccogliendo il semplice soldo da 12 bagattini e poi saltando dall'interesse delle monete di singola famiglia all'altra, raccogliendo non solo le monete che riuscivo a trovare ma anche documenti, medaglie e placchette etc. A un certo punto gran parte del materiale raccolto l'ho "ceduto" ad un raccoglitore, più colto e sistematico di me, che stava raccogliendo materiale, per uno studio sulle famiglie della Serenissima e sull'incremento della storia della medaglia ad integrazione del mastodontico lavoro del Voltolina. Poi c'è stato, come sarà accaduto a molti di voi, una fase di pausa dovuta anche ad una diminuzione delle entrate economico-finanziarie. La passione dello studio di questa disciplina non si è mai fermata e se oggi (a causa di questo momento di incertezza della nostra esistenza e del nostro futuro) la noia non prende il sopravvento, è grazie alle monete, alle medaglie, alla documentazione cartacea che mi aiutano a trascorrere le giornate con grande piacevolezza. ora mi fermo perché rischio di dire ca22ate... ? auguri a tutti1 punto
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Buonasera, @melatino cercando su Google sono risalito a questa conversazione. Ti posto la mia Moneta provvista dell'insolito cerchietto.1 punto
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1927 Albania 1 Lek (D/ Alessandro Magno rivolto a destra, R/ Alessandro Magno a cavallo)1 punto
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Condivido in toto! È proprio questa la filosofia del ciotolaro che ama le sue monete per quel che sono e per la loro storia. Il mondo delle ciotole può dare grandissime soddisfazioni a chi sa coglierle. Il 10 centesimi Ape del 1919 è il mio sogno trovarlo in ciotola, ne comprai uno su eBay anni fa ma col tempo mi è sorto il dubbio fosse falso quindi un giorno spero di poterlo sostituire con uno vero trovato in una ciotola... La soddisfazione di trovare delle rarità in ciotola poi come giustamente dici è assolutamente impagabile! Danno l'occasione di mettere in pratica occhio e conoscenze e anche se si tratta di poca cosa dal punto di vista di conservazione e valore la soddisfazione di averla scovata e presa per così poco è appunto unica secondo me. Complimenti comunque per il 20 cent 1936..la serie impero del 1936 in nickel è un'altra delle rarità da ciotola che spero un giorno di poter incontrare..1 punto
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Buona serata Il mio Scudo della Croce veneziano a nome del Doge Giovanni Corner I (1625 - 1629) misura ca. 42 mm (difficile dare una misura univoca per un tondello battuto a martello) saluti luciano1 punto
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Su questo filone ce ne saranno parecchie A gentile richiesta @occhiolungoxxl in una delle sue performance. _________ _____________________________ Salve, in una vecchia cassa appartenuta a mio nonno ho trovato ben 357 monete, _____________________________ ho saputo dai miei che ci teneva tantissimo, non è mia intenzione venderle, _____________________________ vorrei calcolarne solo in valore con il vostro aiuto, grazie. _________________________________________________________________________________________ Devi fare le foto di fronte e retro di ogni moneta od un filmato in 8 mm. _________________________________________________________________________________________ Devi fornire peso e diametro di ognuna per una corretta valutazione. _________________________________________________________________________________________ Devi dirci cosa leggi in ognuna di esse. _________________________________________________________________________________________ Devi fare 357 diverse richieste di valutazione _________________________________________________________________________________________ Devi, devi, e devi! Ma le monete sono tutte uguali! _________________________________________________________________________________________ ________ ____________________________ Ho letto da qualche parte, riguardo queto tipo di ritrovamenti, che ____________________________ nel 145% dei casi sono monete fasulle, e per il rimanente 155% patacche. _________________________________________________________________________________________ Quindi, secondo quanto scrivi, nel 300% dei casi non sono buone _________________________________________________________________________________________ Servono comunque le foto, ci potrebbe essere una data rara. _________________________________________________________________________________________ Ci potrebbe essere una variante rarissima od un falso d'epoca. _________________________________________________________________________________________ Ci potrebbe essere un errore di conio ricercatissimo. _________________________________________________________________________________________ Ma sono tutte monete da 5 lire molto usate del 1951/54! _________________________________________________________________________________________ La valutazione è di 357 x 5 lire = 1.785 lire _________________________________________________________________________________________ Ecco! Era questo che non riuscivo a fare! Grazie per il calcolo! _________________________________________________________________________________________ Il solito troll.... _________________________________________________________________________________________ Troll nostalgico della £ira. _________________________________________________________________________________________ Troll scecco (somaro) in matematica! _________________________________________________________________________________________1 punto
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Salve @Gasp. E' sempre bello e quasi una fortuna poter ammirare questi pezzi napoletani contromarcati in Polonia perché sono davvero molto rari e non sono sicuramente monete che si trovano tutti i giorni. Detto questo, mi piacerebbe dare qualche "input" per iniziare una discussione che, oltre a valutare l'autenticità della contromarca, possa anche servire da approfondimento storico-numismatico per questa interessante apposizione. Come ben sai, la contromarca appartiene a Sigismondo II Augusto Re di Polonia dal 1548 al 1572. Ultimo sovrano della dinastia Jagellone, era figlio di Sigismondo I e di Bona Sforza, una duchessa italiana che avrà un ruolo centrale nelle vicende di cui trattiamo. Le monete in oggetto (ducati a legenda HILARITAS VNIVERSA e mezzi ducati con stemma, entrambi del periodo di Filippo II come principe di Spagna, 1554 - 1556, ma sono noti anche altri esemplari del 2° periodo come Re di Spagna) furono contromarcate nella zecca polacca di Vilna, che già all'epoca produceva piccoli nominali locali (denari e grossi). Le monete napoletane affluirono in Polonia nel 1564 (l'anno è testimoniato anche dalla contromarca apposta da Sigismondo II): in gran parte, come già detto, erano nominali di Filippo II, ma non mancarono una piccola quantità di mezzi ducati di Carlo V. Inizialmente, le monete napoletane dovevano essere fuse per recuperare il metallo, il quale poi sarebbe stato usato per coniare monete polacche a nome del Re Sigismondo Augusto. Le spese e le difficoltà tecniche incontrate dalle autorità polacche per tale procedimento spinsero il Re e la sua zecca a rinviare la fusione nelle monete napoletane e di contromarcarle con il monogramma del sovrano e l'anno. La contromarca si trova sempre sullo stemma di Filippo II (nel caso dei mezzi ducati) per annullarne appunto l'emblema araldico, simbolo del potere, e sostituirlo con quello del Re polacco. In generale, possiamo osservare come le contromarche polacche furono apposte sempre al rovescio delle monete, anche dei ducati. Il busto di Filippo II, al D/, quindi, non subì manomissioni, ma solamente i danni per la punzonatura al rovescio. In quegli anni, poi, Sigismondo II non poteva permettersi il lusso di dedicare tanto tempo alla cura delle monete in zecca, poiché era in corso la cosiddetta prima guerra del nord, o Guerra di Livonia (1558-1583), che vide contrapposte le truppe russe e quelle della Confederazione polacco-lituana che aveva come alleati la Danimarca e la Svezia. Furono i Russi ad invadere la Livonia (una regione più o meno corrispondente all'attuale Lettonia) che volevano impadronirsi di uno snodo commerciale di essenziale rilevanza per i commerci con l'Europa dell'est. Nonostante i primi successi russi, alla fine questi ebbero la peggio e furono costretti a firmare un trattato di pace sotto Ivan IV che imponeva ai Russi di lasciare la Livonia ai Polacchi del Re Stefano Bàthory (1582). Nel 1564, dunque, Sigismondo II era in piena guerra contro la Russia di Ivan IV e aveva ingaggiato truppe mercenarie per rinvigorire i ranghi del suo esercito. Per pagare le truppe, però, aveva bisogno di enormi quantitativi di moneta sonante, così decise, per risparmiare tempo e denaro, di pagare i mercenari anche con le monete napoletane contromarcate con il suo monogramma. La cura dedicata a queste monete contromarcate da parte dell'autorità regia fu resa pubblica con un decreto del 16 maggio 1564, quando Sigismondo II stabilì la validità dei mezzi ducati e dei ducati di Filippo II contromarcati in Polonia e venne fissato addirittura un tasso di cambio: ogni ducato napoletano contromarcato venne cambiato per 60 grossi polacchi. Le monete "straniere" dovevano poi essere ritirate dalla circolazione alla fine della guerra e, per promessa regia, sarebbero state comunque cambiate secondo il taso fissato in questo decreto. Tale provvedimento doveva incentivare la circolazione degli argenti napoletani durante il periodo di guerra: in questo modo, i possessori di queste monete (mercenari in primis) potevano spenderle senza il timore di vedersele rifiutate. Ma come vi erano arrivate queste monete in Polonia? Per cercare una risposta bisogna fare un passo indietro, perché, come anticipato prima, la causa è da ricercare nelle vicende storiche di Bona Sforza, madre di Sigismondo II. Nata a Milano nel 1493, Bona era nipote di Alfonso II d'Aragona Re di Napoli (in quanto era la figlia di Gian Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano, e di Isabella d'Aragona, figlia secondogenita di Alfonso II). Alla morte della madre Isabella (1524), Bona ereditò il ducato di Bari ed il principato di Rossano nel Regno di Napoli. Bona crebbe tra Napoli e Bari dopo che il dominio sforzesco a Milano era entrato in crisi ed era decaduto. Con il suo matrimonio con Sigismondo I di Polonia, i diritti di questi possedimenti napoletani passarono anche al consorte (Bona contrasse le nozze per procura nel Castel Capuano a Napoli a soli venticinque anni d'età, nel 1518, mentre Sigismondo, già vedovo senza figli, aveva circa il doppio dei suoi anni). Dopo la morte di Sigismondo I, Bona resse la corte polacca arricchendola con numerosi interventi di artisti italiani, tanto da trasformarla in ciò che c'era di più simile ad una corte rinascimentale italiana. Quando però la corona fu assunta da suo figlio Sigismondo II, questi non si fidava della politica filo-italiana della madre e per questo la escluse dalla gestione delle cariche pubbliche. Amareggiata, Bona si preparò a fare ritorno in Italia, dopo aver curato gli interessi polacchi per più di quarant'anni. Bona non era ben vista in Polonia, non solo per il favoritismo che dimostrava verso i cortigiani italiani, ma anche perché avrebbe portato nel suo Paese natale ingenti quantità di ricchezze, denaro e gioielli mediante il suo favorito G. Lorenzo Pappacoda. Intanto, Filippo II stava vivendo un triste momento di disaccordo con la Chiesa di Roma e si trovava in difficoltà economiche per cui aveva bisogno di fondi. Il Re di Spagna si rivolse quindi proprio a Bona chiedendo un prestito che puntualmente ricevette per una somma di 430.000 ducati con l'interesse annuo del 10%. Non molto tempo dopo, Filippo II tentò di rientrare in possesso del ducato di Bari e del principato di Rossano per toglierli alla corona polacca. Nuovamente delusa, Bona abbandonò l'Italia e si ritirò nuovamente in Polonia. Il sovrano spagnolo non si diede però per vinto: attraverso la fedele collaborazione del già citato Pappacoda, fece falsificare il testamento di Bona, la cui salute era gravemente minata, in modo che i suoi possedimenti italiani non andassero al figlio Sigismondo II, ma a Filippo. Nonostante gli interventi politici del Re polacco, Bari e Rossano passarono alla Spagna quando Bona morì nel 1557. Il debito contratto anni prima con la regina andava però saldato ugualmente, poiché Sigismondo ne aveva ereditato i diritti e ne richiedeva il saldo. Così Filippo II lo onorò solo nel 1564, inviando quanto doveva in moneta sonante napoletana. Volendo illustrare qualche esemplare che mi è capitato di trovare: 1: Mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Antykwariat Michal Niemczyk 1 del 23 ottobre 2010, lotto 1, già ex Glendining del 15 marzo 1989, lotto 77, 800-1000 £). 2: Altro mezzo ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2137, $ 1250). 3: Altro mezzo ducato di Filippo II (del tipo Pannuti-Riccio, p. 115, n° 15 del secondo periodo come Re di Spagna, 1556-1598) contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2138, $ 900, già ex Lanz 39, lotto 945). 4: Ducato di Filippo II contromarcato al R/ (ex Triton IV del 6 dicembre 2000, lotto 2139, $ 2000, già ex Schlessinger Auktion, Frankiewicz Collection, 15 settembre 1930, lotto 97). Venendo alla contromarca, è utile conoscere che la rarità di questi pezzi ha portato naturalmente alla falsificazione delle punzonature di Sigismondo II. Nella prima metà del XIX secolo, infatti, nella zecca di Varsavia un incisore ivi lavorante si cimentò nella riproduzione dei punzoni di queste contromarche che utilizzò su pezzi napoletani autentici per creare altre monete contromarcate. Questi falsi sembrerebbero riconoscibili dallo stile più rozzo delle lettere del monogramma e delle cifre della data. Personalmente, confrontando la contromarca del mezzo ducato postato da Gasp e quel piccolo campione di immagini che qui si va raccogliendo, ho notato che le contromarche dell'epoca hanno appiattito, cancellando, il rilievo della figura e/o delle legende di D/ in corrispondenza della punzonatura di R/, ma non hanno deformato in modo sostanziale il tondello. Nel caso dell'immagine di Gasp, invece, noto, oltre il consueto appiattimento dovuto all'applicazione della contromarca, anche una deformazione del metallo del tondello, come se la pressione infusa per l'applicazione della contromarca fosse stata molto più elevata rispetto agi altri pezzi qui mostrati, nei cui casi il punzone veniva battuto a martello. Nel caso del mezzo ducato in oggetto, invece, mi sembra che la contromarca sia stata applicata con una forza maggiore che non sembrerebbe scaturita dalla semplice battitura a martello. In conclusione, mi sembra fondato avanzare dei dubbi sull'applicazione coeva di questa rarissima contromarca.1 punto
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