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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/15/20 in tutte le aree
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Buongiorno amici e lettori lamonetiani. Quest'oggi vorrei aprire con voi una discussione inerente la figura di Girolamo Bonaparte, componente più giovane della cerchia di fratelli del celeberrimo Napoleone. Andremo, quindi, ad esplorare e scoprire insieme sia la biografia che, soprattutto, la monetazione di questo sovrano spesso trattato in modo marginale dalla storiografia. Nato nel 1784, anch'egli (come Napoleone) ebbe una formazione di tipo militare. A soli 16 anni entrò in Marina, scalando alquanto rapidamente le gerarchie. Ovviamente, i successi del fratello maggiore nei campi di battaglia favorirono di riflesso la carriera del giovane Girolamo. A seguito della pace di Tilsit, nel 1807 fu istituito il cosiddetto regno di Westphalia, un piccolo Stato fantoccio comprendente alcuni territori persi dalla Prussia durante la guerra della 4° coalizione. Napoleone scelse come sovrano del neonato staterello tedesco proprio Girolamo che, nel frattempo, si era sposato con Caterina di Württemberg, figlia del re Federico I di Württemberg. Giovane, spensierato e frivolo, mancava spesso di prudenza e moderazione. Condusse una vita di divertimenti, circondandosi di amanti e interessandosi poco alle questioni del regno che, infatti, delegò quasi integralmente ad alcuni burocrati dell'Impero francese. Nel 1812 partì, insieme a Napoleone, alla volta della Russia, assumendo il comando di uno dei 12 corpi d'armata di cui era organizzata la Grande Armée. Qui non si distinse certo per chissà quali meriti militari, anzi! Finì ben presto col far adirare il fratello imperatore per la scarsa capacità dimostrata. Tornò, quindi, con la coda fra le gambe in Westphalia. Come gli altri fratelli, anch'egli fu legato indissolubilmente per tutta la vita alle gesta del grande generale: tanto in alto era arrivato in pochissimi anni, tanto in basso sarebbe caduto a seguito della tragica campagna di Russia. Fu dunque costretto ad andare in esilio e a vagare di nazione in nazione per tutta Europa. Nessuno, come potrete immaginare, gradiva particolarmente la presenza di un Bonaparte sul proprio territorio... Nel 1848 si ebbe, tuttavia, un nuovo stravolgimento. A seguito della rivoluzione che sancì la fine della monarchia e la nascita della Repubblica, poté rientrare in Francia. Grazie all'abilità politica del nipote Luigi Napoleone (futuro Napoleone III), Girolamo divenne una figura estremamente popolare. Molti a Parigi rimpiangevano il vecchio impero francese e guardavano con una certa nostalgia a quei tempi di gloria ormai passata... Girolamo fu, dunque, insignito di tutti i più alti onori: venne nominato maresciallo di Francia, presidente del senato e, a seguito del colpo di stato di Luigi Napoleone, fu reintegrato del titolo di principe dell'impero. Morì nel 1860 e le sue spoglie riposano tuttora all'Hôtel des Invalides, accanto a quelle del grande Napoleone. Perfetto! Con ciò, abbiamo concluso la parte biografica. Spero, ovviamente, che abbiate gradito. La prossima puntata cominceremo la descrizione delle monete.4 punti
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Sono stati oscurati due post e parzialmente editato un terzo che a quelli faceva riferimento. Capisco che la situazione in cui siamo costretti possa far salire la tensione, ma come scritto anche altrove, cerchiamo di fare in modo che il forum resti un'oasi in cui rifugiarsi per un po' di serenità in questi tempi tristi.4 punti
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@Rocco68, @motoreavapore, @Galenus, questo documento a stampa del 1791 dimostra che la zecca riceveva metallo monetato forestiero per essere convertito in moneta locale. Siamo nel periodo in cui regnava Carlo di Borbone. Certo, non prova che le monete coniate con questo metallo fossero segnalate, ma è già qualcosa. Fonte: https://books.google.com/books/about/Elogio_estemporaneo_per_la_gloriosa_memo.html?hl=it&id=0egbSKQ86WcC4 punti
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Se però cerchi una moneta veramente bella, 500 € non bastano neppure per un ... Gritti (quella sotto ex NAC 43, lotto 162).4 punti
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Se esistono penso che l'unico luogo in cui possano trovarsi sia l'Archivio di Stato di Napoli.3 punti
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Ciao @Graziano67, in questi giorni di noia ho avuto modo di fare qualche foto. Ti ripropongo la "testa piccola" che conosci bene. Ho avuto modo di fotografare meglio anche le altre new entry del 2019/2020. Avrei il tempo di fare le foto in questi giorni di noia; purtroppo le altre sono in cassetta e dunque irraggiungibili. Questa puo' competere con le tue. Buon pomeriggio3 punti
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Buongiorno e buona domenica, contribuisco alla interessante discussione con "LE MONETE DI GAETA." Questa è una copia anastatica patrocinata dal comune di Gaeta, molto facile da reperire sul mercato. L'opera originale è del 1915 introvabile in commercio. Il volume è suddiviso in 7 capitoli : 1° Monete usate nel Ducato Gaetano dal IX al XIII sec. 2° Monete della Dinastia Indigena (ipati) 3° Monete di Principi e Duchi Normanni 4° Monete dei Re Normanni 5° Monete di Re e Imperatori Svevi 6° Monete autonome o civiche e le prime origini del Comune di Gaeta 7° Altre monete appartenenti a Gaeta Appendice sulle Medaglie di Gaeta.3 punti
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Da medico ospedaliero (c/o il trasfusionale) voglio raccontare la mia: Sia nelle città che nelle strade si avverte un'atmosfera strana, da film post apocalittico: su un percorso di 30 km ho visto 3 pattuglie, i negozi sono pressochè tutti chiusi e pochissima gente in giro. Al lavoro, oltre al consueto controllo della febbre all'ingresso, mi trovo in una situazione paradossale: cercare di diminuire al minimo i pazienti prenotati facendo venire solo quelli non prorogabili (per un trasfusionale il discorso della priorità U,B,D, P non è attuabile) e dall'altra invogliare i donatori a venire. Fa piacere sentire e leggere i complimenti della gente anche se... stiamo solo facendo il nostro dovere.. che putroppo in questo caso porta inesorabilmente rischi (non mi metto a parlare dei DPI che ci vengono forniti perchè ci sarebbe da mettere le mani nei capelli). Colgo l'occasione per indirizzare gli eventuali donatori che frequentano questo forum: sentite prima il centro di raccolta/SIMT per informarvi bene sulla reale necessità di sangue (che cambia da luogo al luogo) e se possibile PRENOTATEVI! Una gestione programmata delle donazioni agevola tanto il lavoro di gestione, specie adesso che bisogna evitare la calca e non si possono usare tutte le potrone per rispettare il famoso metro di distanza! Grazie Guido3 punti
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Buonasera Beppe, penso si tratti di conio sporco.... Basta osservare le altre lettere in legenda. Curiosa la punteggiatura al rovescio DODICI. CARLINI. 1810.2 punti
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Ciao a tutti non credo che la moneta ritrovata che vi mostrerò sia molto rara ma credo che emessa da poco e ritrovata in questa condizioni non sia molto facile che si verifichi. 2 Euro Germania zecca Germania A 2020 Palazzo di Sanssouci a Potsdam, Brandeburgo Tiratura non pervenuta Stato secondo me si potrebbe considerare splendido ma essendo novizio lascio a voi se corretto Ritrovato come resto di un caffè in un bar di San Donato Milanese ( MI ) Granarolo Spero di aver fatto tutto per bene senza aver contravvenuto a nessuna regola.2 punti
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BuonaseRa @Agricola e @Illyricum65, sono pienamente d'accordo con voi, del resto come no esserlo, sappiamo tutti che (purtroppo) siamo quelli che reagiscono solo quando non ci sono più possibilità, però dopo la virtù italica di compattarci dopo una calamità, speriamo di non incorrere in un altrettanto noto difetto italico.........quello di dimenticare velocemente. Belli gli applausi agli infermieri, medici e tutto il personale sanitario, e soprattutto giusti. Ma sapremo riprendere poi la barra del timone in modo corretto? Dopo anni di tagli devastanti alla sanità , giustificati da tutti come "sprechi".. assunzioni inesistenti dei nuovi medici e con contratti solo a tempo, e soprattutto tra chi applaude al balcone ci sarà anche qualche cretino che assale il personale dei pronto soccorso? Visto che succede ormai così frequentemente? Non è polemica , ma solo triste constatazione, comunque Viva l'Italia!2 punti
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Buonasera amici collezionisti. Ringrazio Rocco per avermi citato in questa interessante discussione. Anche la mia 94 Sicilar manca del punto dopo la P del Perger. Spero anch'io che un giorno si scopra il motivo della mancanza di alcune lettere in legenda in alcuni nominali. E, mistero ancora più insoluto, come mai viene catalogata "non comune"?2 punti
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Qui è disponibile l'intera edizione in pdf (ultimo link dell'anno 1959): http://www.socnumit.org/page_35.html2 punti
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Tommaso Siciliano MEDAGLIE NAPOLETANE 1806 - 1815 I NAPOLEONIDI Copia N°5 Con dedica autografa "all'amico e consocio Dottor Giovanni Bovi....."2 punti
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Buona domenica a tutti gli utenti del forum vorrei condividere la mia piastra del 1794 per un confronto come chiesto da motoreavapore.2 punti
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Complimenti ad Alberto e @Silver70 per le belle monete. Ottimo lavoro Rocco. Non so se Tu abbia delle competenze derivate dalla tua Professione o sia una capacità innata, ma il cartellino è veramente stupendo. Adesso cosa fai lo scansioni e poi lo stampi su cartoncino? Il mio l'ho prodotto esclusivamente con software. Non è molto bello però è pratico: descrizione della moneta nella parte anteriore ed eventuali appunti in quella posteriore. Eccolo: P.S. Scrivi: "... li farò poco prima di vendere tutto. " aspetta... " A' da passà 'a nuttata!" Ciao Beppe2 punti
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Dal catalogo NAC (Venezia d'Elite): "FDC. Patina ultrasecolare. Ex Lanz asta 23, Graz 1982, collezione Marquis Alb. von Hohenkubin. ... Con questa emissione inizia il processo che porterà in breve tempo, già nel corso del dogato, il valore della lira immutata nel peso e nell’intrinseco a soldi 24 (dal 10 novembre 1525). L’esemplare qui illustrato è pertanto da considerarsi da 24 soldi, perchè coniato sotto la responsabilità di Zuan Grimani massaro dal 1534."2 punti
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Ciao Sergio, manca il punto ? E non ci sono schiacciature di conio in quel..... Punto. Condivido l'altra mia 1794 "normale"2 punti
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E' una teoria molto interessante, la tua. Ti faccio un riassunto delle teorie che sinora ho letto, per inquadrare il problema. Secondo Plinio (N. H., 33, 46) il vittoriato sarebbe stato introdotto come mercis loco, ossia argento a peso, nell'Illirico. La teoria estrapolata dagli scritti di Plinio attualmente tende ad essere screditata; si ritiene infatti che l'associazione con i territori dell'Illirico sia scaturita da un'analogia ponderale con i nominali circolanti in quelle aree, come accade colla comparazione alle dracme padane. Plinio però scrisse la sua opera due secoli dopo l'entrata in circolazione del vittoriato e la sua associazione non appare molto credibile o comunque non verificabile. Sulla base dei dati di circolazione, F. Barello propende per l'ipotesi che il vittoriato fosse destinato a fare da aggancio con il sistema monetale dei Celti stanziati nella pianura padana, che utilizzavano, nella seconda metà del III secolo, una dracma al di sotto dei 3 grammi di peso. In questo senso è estremamente significativo il contenuto dell'arbitrato romano (117) tra gli abitanti di Genova (Genuates) e i Viturii Ligurenses (tribù ligure dell'interno), che impose a questi ultimi un tributo annuo di 400 nummi vittoriati, conservato sulla tavola bronzea di Polcevera, che tu stesso hai ricordato. Considerato il basso contenuto d'argento del vittoriato, l'imposizione riportata sulla tavoletta di Polcevera, come giustamente hai sottolineato, potrebbe essere vista come un tentativo di risparmio di risorse: imponendo il pagamento in nummi vittoriati veniva utilizzata una moneta probabilmente più familiare ai diretti interessati ed al tempo stesso le risorse di argento dell'area di influsso romano venivano in certa misura preservate; quel nominale "povero" avrebbe poi circolato in quelle zone a tutto vantaggio del politicamente sempre più pesante denario di Roma. Lo studioso belga Patrick Marchetti ritiene che il vittoriato sia un nominale destinato ad un differente canale di emissione. I Romani lo avrebbero utilizzato, almeno nel corso della guerra annibalica, per pagare gli auxilia. Le truppe straniere infatti ricevevano una paga inferiore rispetto a quella dei legionari e sempre secondo lo studioso belga ad un ausiliario spettava la paga di un vittoriato per 4 giorni di servizio, mentre ad un legionario un denario per il medesimo periodo. Il vittoriato rappresenterebbe dunque "una frode" perpetrata dallo Stato nei confronti degli ausiliari, ma si trattava di una truffa poco evidente in quanto apparentemente questi soldati percepivano lo stesso numero di monete di un legionario. Questa particolare ipotesi risulta incerta principalmente perché si ritiene che gli auxilia, in quel periodo, percepissero la paga direttamente dai governi di origine ma, al tempo stesso, fornisce una verosimile spiegazione sul perché questo nominale fu coniato. Sempre a sostegno di questa ipotesi vi è la corrispondenza tra le aree di circolazione del vittoriato e quelle costituenti il teatro bellico frequentato da queste truppe ed i territori di reclutamento. Mommsen, per primo, evidenziò l'esistenza di due differenti standard di peso per il vittoriato: 3 scrupoli (circa 3,41 g), il primo; 2 e 4/7 di scrupolo (circa 2,92 g), il secondo, con ogni evidenza più recente. Una riduzione ponderale corrispondente (1/7) sarebbe stata subita dal denario, passato da 4 a 3 e 3/7 scrupoli, onde il rapporto fra primo e secondo sarebbe rimasta fissata nella proporzione di 3/4. Benché il vittoriato avesse vasta diffusione anche in regioni lontane, non si può dire che abbia esercitato una influenza determinante nella regione cisalpina. Se può scorgersi un accostamento iniziale, allorché il peso medio della dracma padana di g 2,9 circa parrebbe accordarsi col vittoriato ridotto e confortare l'opinione del Mommsen (Histoire de la mannaie romaine, Tomo II, Parigi 1870, pag. 99) circa l'influenza ponderale del vittoriato sulla dracma padana, manca invece qualsiasi riferimento colla successiva riduzione apportata al vittoriato della lex Clodia, cioè proprio quando l'influenza di tale moneta sarebbe dovuta risultare più intensa per i crescenti scambi col mondo romano. In ogni caso, un'eventuale equivalenza monetaria realizzata per dare un rapporto fisso e comodità di scambio col vittoriato sarebbe attestata da un sensibile numero di ripostigli promiscui di dracme padane e vittoriati. Invece, non può dirsi frequente la presenza di vittoriati nei ripostigli padani, il che induce a ritenere che la dracma padana non avesse notevoli rapporti di coesistenza col vittoriato. Indipendentemente da un diretto rapporto colla dracma cisalpina, i ripostigli in Valle Padana mostrano comunque che il vittoriato, come il denario, affluì gradualmente nelle regioni cisalpine colla crescente influenza commerciale romana. Inoltre, pesi analoghi si rinvenirebbero nelle dracme dell'Illiria: inizialmente pari a 3 scrupoli sia ad Apollonia che a Dyrrachio, si sarebbero inoltre svalutate, nella prima città, a 2,92 grammi. Su questa base, Thomsen ha ipotizzato che il vittoriato fosse stato dapprima coniato nelle zecche del centro-sud Italia approssimativamente in contemporanea all'introduzione del denario, al fine di disporre di una moneta che, in vista della campagna illirica contro il regno macedone (alleato di Cartagine), rispondesse a una metrica ponderale compatibile con quella dei Paesi in cui si sarebbero svolte le operazioni belliche. Per Coarelli (Argentum signatum, 2013) il vittoriato deve essere leggermente precedente al denario (come Thomsen ha dimostrato) e deve quindi incastrarsi fra la fine dell’emissione del quadrigato e la riforma denariale, quindi nell’anno dal 261 al 215. Osserva Pautasso (La monetazione preromana dell'Italia settentrionale, 1966) che la dracma padana, nata sotto l'influenza commerciale di Massalia, perde ben presto ogni relazione con quella monetazione da cui aveva tratto i riferimenti d'origine. Può quindi porsi il quesito se il diverso andamento ponderale della monetazione cisalpina possa essere stato determinato dall'influenza del vittoriato, cioè da quella particolare moneta coniata da Roma sul piede della dracma focese e destinata al commercio con le regioni adriatiche e ioniche, l'Italia meridionale, la Spagna, la Liguria e con Massalia, ove la presenza fu tale da determinare l'allineamento ponderale della stessa dracma massaliota. Istituita come moneta per i commerci con l'estero (mentre a Roma circolò esclusivamente il denario con le sue suddivisioni), il vittoriato pesava g 3,41 e veniva scambiato in ragione di 3/4 di denario. Dalle fonti tradizionali sappiamo che nel 217, dopo l'inizio della Seconda Guerra Punica, allorché la lex Flaminia ridusse il peso del denario romano a g 3,9, il vittoriato fu contemporaneamente ridotto a g 2,92 affinchè risultasse invariato il rapporto preesistente. Una successiva riduzione subì verso il 104 in seguito alla lex Clodia che ne fissava il peso a g 1,95 rendendolo quindi pari a mezzo denario e portandolo, di fatto, a ricostituire il quinario romano che aveva cessato di esistere colla riforma monetaria del 217. I vittoriati con simboli e lettere sembrerebbero emessi nell’Italia meridionale: alcuni simboli sembrano infatti adeguarsi a simboli già utilizzati su monete greche (ad esempio, il pentagrammacompare su bronzi di Teanum e su monete puniche del Bruttium) e se ne registra una maggior presenza nei ripostigli, rispetto ai vittoriati senza simboli (sono però assenti dai ripostigli dell’Italia meridionale - compreso quello di Caltrano, ove sono presenti quasi tutti i tipi di vittoriati con simboli - il vittoriato con crescente, Cr. 57/1 e quello con pentagramma, Cr. 105/1, presente invece nei ripostigli di Pisa e di Fano). Il fenomeno potrebbe spiegarsi con la presenza di zecche ausiliarie, forse anche itineranti con l’esercito, operanti in loco per evitare il pericolo di spostamenti di denaro in un territorio altamente insicuro: infatti i vittoriati con simboli, mediamente più leggeri dei vittoriati senza simboli e quindi attribuibili ad anni successivi al 217, sarebbero stati emessi in concomitanza con l’occupazione cartaginese. Anche l’iconografia ne confermerebbe la natura di monetazione militare di guerra, assolvendo a una funzione di messaggio ideologico grazie all’associazione tra la protezione del dio supremo e la vittoria militare. Per altro verso, si registrano rinvenimenti di vittoriati con simboli in Hispania, lungo la direttrice della campagna di conquista finalizzata a tagliare i rifornimenti ad Annibale (in questa regione sarebbe stato emesso il vittoriato con legenda Roma in incuso, considerato tuittavia il più antico e quindi anteriore alla campagna degli Scipioni, e l’unico doppio vittoriato conosciuto). Campana propone di attribuire a zecca ispanica le coniazioni con pentagramma e con bastone (Cr. 105/1 e 106/1). Nei ripostigli della Gallia Cisalpina la scarsità dei ritrovamenti e l’inesistente promiscuità con le dracme massaliote sarebbero infine significative di una scarsa penetrazione, forse dovuta al fatto che il vittoriato, all’epoca della colonizzazione della pianura padana, era ormai una moneta in declino.2 punti
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Catalogo di vendita CHRISTIE'S Medaglie del Regno delle Due Sicilie. Roma 30 Aprile 1992 236 lotti! Una collezione di Medaglie eccezionale.2 punti
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Copiando l'idea di @Re di denari che ha aperto questa discussione nella sezione repubblica, giochiamo anche noi eurofili, aprite i cassetti nel tempo libero in questi giorni di reclusione, e postate la moneta euro che possedete e più vi piace esteticamente, più costosa, che vi è più cara, che vi ha fatto penare...insomma, mostrate qualche "spiccio" che avete in collezione così ci distraiamo un po'! E' ammesso qualsiasi materiale, oro, argento, rame, taglio...basta che lo possedete! Non è una gara e non ci sono premi, dobbiamo solo svagarci un po' tutti quanti, e adesso sotto con gli euro antivirus!1 punto
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI Peso: 3.60g Diametro: 19 mm Metallo Presunto: bronzo Salve, cosa ve ne pare di questi due bronzi sardo-punici del tipo kore/tre spighe in vendita sulla baia? Grazie!1 punto
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DE GREGE EPICURI A occhio sembrano autentici.Finora non ho visto falsi di questa tipologia (non comunissima ma neanche particolarmente rara). Mi guarderei bene però dal comperarli dalla baia.1 punto
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Salve motoreavapore la 1794 sicilar mio parere personale è molto più rara si deve paragonare alla 1798 sicilar che quotata R2.1 punto
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Ciao @Illyricum65! Grazie per questa discussione davvero molto completa, curata e agile che ha arricchito le mie conoscenze e grazie anche per la chiosa finale che condivido in pieno. Io credo che anche oggi come ieri abbiamo bisogno sia di Apollo, sia del bastone di Asclepio, intesi come fede e scienza. Si dice "Historia magistra vitae", ma spesso purtroppo non e' così. Troppo spesso ci dimentichiamo delle esperienze passate. Il mio timore e' che, passata la buriana (perché passerà), si torni a compiere gli stessi errori. Il nostro sistema sanitario sta reggendo, ma grazie alla abnegazione e all'impegno di Persone (volutamente scritto con la lettera maiuscola) che lavorano senza sosta, con impegno ed abnegazione e con tutta la loro professionalità (e nella sanità italiana, ce n'é molta, anche se non fa notizia). In questi giorni, a proposito del personale sanitario, si parla spesso di "eroi". Scusate, ma questo mi fa arrabbiare. Parafrasando un film (non ricordo quale), noi non abbiamo bisogno di eroi, ma di buoni soldati, che devono esser messi in condizione di lavorare bene, con adeguati periodi di riposo, senza stress, in strutture adeguate, con la giusta tutela. Ora si parla del coronavirus, ma non dimentichiamo che ci sono e ci saranno sempre più persone anziane malate da curare, nel senso più ampio del termine. Saremo in grado di farlo? Ciao e scusa l'off topic. Stilicho1 punto
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Per quanto riguarda i due nominali che ho condiviso ( SICILAR e SICLIAR), li ho confrontati con le simili ( corrette) e non c'è nessuna differenza, sia nel peso, diametro e nello spessore del tondello. l'argento sembra essere di buona qualità. @demonetis anche io sono più che convinto si tratti di partite di metallo "segnate".1 punto
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È possibile che senza la presenza della I si volessero distinguere delle particolari emissioni. Ma è tutto da provare.1 punto
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Complimenti @Marfir per questa fantastica coppia. Come riportato da diversi Autori, il conio è diverso, quello con data normale è simile a quelli degli anni successivi. Oltre alla data, le due monete differiscono per altri particolari, tipo l'orecchio. Ingrandendo le foto si notano altre differenze ( scusa mi sono permesso di manipolare le tue foto): E' descritto anche che il 1946 "data piccola" sia più lucido ed abbia un colore diverso. Ciao Beppe1 punto
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Testo su cui ho impostato la mia Collezione, ricco di varianti descritte.1 punto
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Le Piastre SICILAR sono abbastanza rare e dovrebbero essere tutte senza il punto dopo la P Ho chiesto al mio Amico @Ledzeppelin81 di condividere la sua.1 punto
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Giuseppe Coniglio, La crisi monetaria napoletana del 1622 in una memoria del tempo, 19611 punto
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Buonasera a tutta la sezione. Approfittando del controllo periodico delle patine mi sono soffermato su due pezzi che ho da anni in Collezione, Riferimento: MAGLIOCCA 254/A MAGLIOCCA 281/A Sono la Piastra SICILAR e il Tarì SICLIAR Entrambi riportano la data 1794. Ed entrambi sono mancanti delle lettera I anche se in posizione diversa. Noterete l'accuratezza del conio, e la perfetta spaziatura in legenda. Mi piacerebbe leggere qualche commento a riguardo, sulle possibili cause...... E sopratutto che non si accusi il personale di zecca, come è successo più volte in altre discussioni. Un caro saluto, Rocco.1 punto
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Mi fa piacere comunque che @Rigamondis abbia riscoperto questa discussione che iniziai nel 2015. Tempo ne e’ passato ma rimane ancora a oggi un spunto che finì in quelli importanti e che poi per non averne troppe ritorno’ nelle discussioni normali. E’ un bello spaccato della monetazione di Filippo II con tante belle monete, io credo di aver postate per esempio le mie quasi tutte, che rimangono per tutti e che a differenza di altre discussioni sono rimaste tutte e anche questo non e’ poco ?1 punto
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Non sono un esperto di dracme padane e forse non ho capito appieno non avendo letto il precedente intervento di @L. Licinio Luculloe nel caso scusatemi , ma tale moneta all’inizio era in linea con il peso della dracma leggera massaliota, tant’è che Il più antico riferimento al vittoriato risale a Porcio Catone il censore console nel 95 AC, poi la moneta è ricordata nel 177 AC da Claudio Pulcro a seguito della sua vittoria sulle popolazioni liguri ed ancora nel 117 se ne parla su una tavola bronzea detta di Polcevera a seguito di una mediazione romana e di un tributo di 400 vittoriati relativo a una controversia tra le popolazioni celtiche dei Genuati e Veturii : “…..pro eo agro vectigal Langenses Veituris in poplicum Genuam denti in anos singulos vic [ctoriatos] n [ummos] CCCC………”. La scelta di un tributo da pagare in una moneta straniera (straniera rispetto alle dracme padane circolanti), potrebbe essere stata determinata dal fatto che considerato il basso contenuto di argento del vittoriato (pur avendo peso in linea con la dracma), ci fosse l’intendimento, da parte di Roma , che una successiva circolazione della moneta in territorio celtico avrebbe portato un beneficio in termini economici e politici ai Romani che utilizzavano invece al loro interno il più forte denario. La moneta cisalpina, nacque ad imitazione della dracma massaliota ed in linea con il suo peso. Ben presto però tale ponderale si ridusse ed è possibile che questo avvenne per allinearsi alla moneta di occupazione romana che aveva un valore intrinseco ben più basso. E’ pur vero però che non c’è riscontro di parità fra i due nominali in quanto i ripostigli promiscui di fatto sono inesistenti e questo potrebbe significare che non ci fossero rapporti di coesistenza. E’ probabile che questo possa anche derivare da un ipotetico utilizzo della dracma padana a peso piuttosto che come moneta spicciola.1 punto
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Bellissima iniziativa. Era un sacco di tempo che non scrivevo però, questa proposta mi è sembrata l'occasione giusta! Inizio io!!! La moneta che voglio postare è il 2 Euro Commemorativo del Principato di Monaco Anno 2012. Motivo? Acquistata 2 volte; prima volta presa e messa nel cassetto insieme alle altre. Dopo diverso tempo e vari acquisti, mi decido a sedermi a tavolino, tirare fuori dal cassetto tutte le monete e ordinarle catalogandole con prezzi e tutto il resto. Bene, la moneta è la, la tengo fra le mani. Pronta la cena, la lascio là insieme alle altre non avendo terminato. Sera dopo torno al mio tavolino e la moneta non c'è più. Ipotesi principale: mia figlia all'epoca aveva 5 anni, niente di più scontato; ha negato per anni (e continua a negare ad oggi eheheh)...concludo che l'avrà nascosta da qualche parte e che prima o poi salterà fuori...L'anno scorso ho pitturato tutta casa quindi l'ho smontata tutta (ma dico proprio tutta) ed ero convinto che sarebbe saltata fuori...niente, l'avrà mangiata!!! ??? Conclusione: l'ho riacquistata ad un prezzo anche maggiore della prima volta...??1 punto
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Ciao a tutti. Posto le foto di due Sovrane. Entrambe non comuni e in alta conservazione. Come tutte le altre "testa piccola", può essere complicato (e costoso) trovarle in MS... Sono il frutto di un lungo inseguimento...1 punto
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Es war ein Witz ! Come te, io imparato l'italiano per poter leggere Nicola Parise, Antonio Mele, Giacomo Manganaro e tante altre...1 punto
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Una riflessione su queste banconote; ma la Regina non invecchia mai? Quale messaggio si vuole trasmettere rappresentandola con immagini di oltre 30 anni fa? Forse per Lei il tempo non conta,? E' al di sopra di tutti e di tutto? Non sarebbe più veritiero, ma soprattutto umano rappresentarla con un'immagine dove, l'età che avanza e conseguenti segni del tempo le conferiscano un maggior senso di vicinanza con il popolo? Banconota attuale Banconota emessa nel 1991 In Spagna, ad esempio, l'immagine del Re, o meglio, del vecchio Re, a distanza di poco meno di una decina d''anni , palesa quei segni - rughe capelli etc. - che gli conferiscono quel senso di saggezza che è, o meglio, che dovrebbe essere prerogativa del tempo che passa. Banconota emessa nel 1985 Banconota emessa 1992 Cosa ne pensate?1 punto
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... Sempre da Numismatica Varesi Le due edizioni di "Utriusque Siciliae"1 punto
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Discussione che sarà il punto di riferimento per tutti coloro che vorranno approfondire lo studio sulle nostre Amate monete. Me compreso.1 punto
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Buongiorno a tutti, è appena passato dal listino numero 7 di Numismatica Scaligera questo interessante errore di conio su di un grano da 12 cavalli, tra l'altro anche in altissima conservazione...1 punto
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Visto che ho tempo e voi postate belle monete... Ne posto una anche qui, a mio avviso straordinaria per conservazione! Come al solito, NON E' (+) MIA e NON E' IN VENDITA1 punto
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Ipotesi di destinazione Secondo Plinio (N. H., 33, 46) il vittoriato sarebbe stato introdotto come mercis loco, ossia argento a peso, nell'Illirico. La teoria estrapolata dagli scritti di Plinio attualmente tende ad essere screditata; si ritiene infatti che l'associazione con i territori dell'Illirico sia scaturita da un'analogia ponderale con i nominali circolanti in quelle aree, come accade colla comparazione alle dracme padane. Plinio però scrisse la sua opera due secoli dopo l'entrata in circolazione del vittoriato e la sua associazione non appare molto credibile o comunque non verificabile. Patrick Marchetti, studioso belga, ritiene che il vittoriato sia un nominale destinato ad un differente canale di emissione. I Romani lo avrebbero utilizzato, almeno nel corso della guerra annibalica, per pagare gli auxilia. Le truppe straniere infatti ricevevano una paga inferiore rispetto a quella dei legionari e sempre secondo lo studioso belga ad un ausiliario spettava la paga di un vittoriato per 4 giorni di servizio, mentre ad un legionario un denario per il medesimo periodo. Il vittoriato rappresenterebbe dunque "una frode" perpetrata dallo Stato nei confronti degli ausiliari, ma si trattava di una truffa poco evidente in quanto apparentemente questi soldati percepivano lo stesso numero di monete di un legionario. Questa particolare ipotesi risulta incerta principalmente perché si ritiene che gli auxilia, in quel periodo, percepissero la paga direttamente dai governi di origine ma, al tempo stesso, fornisce una verosimile spiegazione sul perché questo nominale fu coniato. Sempre a sostegno di questa ipotesi vi è la corrispondenza tra le aree di circolazione del vittoriato e quelle costituenti il teatro bellico frequentato da queste truppe ed i territori di reclutamento. Un peso e una riduzione ponderale analoghi a quelli del vittoriato si rinvenirebbero nelle dracme dell'Illiria: inizialmente pari a 3 scrupoli sia ad Apollonia che a Dyrrachio, si sarebbero inoltre svalutate, nella prima città, a 2,92 grammi. Su questa base, Thomsen ha ipotizzato che il vittoriato fosse stato dapprima coniato nelle zecche del centro-sud Italia approssimativamente in contemporanea all'introduzione del denario, al fine di disporre di una moneta che, in vista della campagna illirica contro il regno macedone (alleato di Cartagine), rispondesse a una metrica ponderale compatibile con quella dei Paesi in cui si sarebbero svolte le operazioni belliche. Sulla base dei dati di circolazione, F. Barello (Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità, Roma 2006, pp. 197-198) propende per l'ipotesi che il vittoriato fosse destinato a fare da aggancio con il sistema monetale dei Celti stanziati nella pianura padana, che utilizzavano, nella seconda metà del III secolo, una dracma al di sotto dei 3 grammi di peso. In questo senso è estremamente significativo il contenuto dell'arbitrato romano (117) tra gli abitanti di Genova (Genuates) e i Viturii Ligurenses (tribù ligure dell'interno), che impose a questi ultimi un tributo annuo di 400 nummi vittoriati, conservato sulla tavola bronzea detta "di Polcevera" (CIL I, 199)[1]. Considerato il basso contenuto d'argento del vittoriato, l'imposizione riportata sulla tavoletta di Polcevera potrebbe essere vista come un tentativo di risparmio di risorse: imponendo il pagamento in nummi vittoriati veniva utilizzata una moneta probabilmente più familiare ai diretti interessati ed al tempo stesso le risorse di argento dell'area di influsso romano venivano in certa misura preservate; quel nominale "povero" avrebbe poi circolato in quelle zone a tutto vantaggio del politicamente sempre più pesante denario di Roma. Per Coarelli (Argentum signatum, 2013) il vittoriato deve essere leggermente precedente al denario (come Thomsen ha dimostrato) e deve quindi incastrarsi fra la fine dell’emissione del quadrigato e la riforma denariale, quindi nell’anno dal 261 al 215. Riduzioni ponderali Mommsen, per primo, evidenziò l'esistenza di due differenti standard di peso per il vittoriato: 3 scrupoli (circa 3,41 g), il primo; 2 e 4/7 di scrupolo (circa 2,92 g), il secondo, con ogni evidenza più recente. Dalle fonti tradizionali sappiamo che nel 217, dopo l'inizio della Seconda Guerra Punica, la lex Flaminia ridusse il peso del denario da 4 a 3 e 3/7 scrupoli (portandolo a g 3,9); si ritiene che la prima riduzione del vittoriato, pari appunto a 1/7 di peso, sia contemporanea, per mantenere invariato il rapporto di 3/4 tra le due monete. Una successiva riduzione subì verso il 104 in seguito alla lex Clodia che ne fissava il peso a g 1,95 rendendolo quindi pari a mezzo denario e portandolo, di fatto, a ricostituire il quinario romano che aveva cessato di esistere colla riforma monetaria del 217. Vittoriati e dracme padane Mommsen (Histoire de la monnaie romaine, Tomo II, Parigi 1870, pag. 99) per primo ha supposto un'influenza ponderale del vittoriato sulla dracma padana. Osserva Pautasso (La monetazione preromana dell'Italia settentrionale, 1966) che la dracma padana, nata sotto l'influenza commerciale di Massalia, perde ben presto ogni relazione con la di originaria ispirazione; può quindi porsi il quesito se il diverso andamento ponderale della monetazione cisalpina possa essere stato determinato dall'influenza del vittoriato, coniato sul piede della dracma focese e destinato al commercio con le regioni adriatiche e ioniche, l'Italia meridionale, la Spagna, la Liguria e la stessa Massalia. I ripostigli forniscono indicazioni contrastanti. Sono pochi i casi di ritrovamenti congiunti di dracme padane e vittoriati e questo farebbe dubitare di un rapporto di coesistenza fra le due monetazioni e di una equivalenza ponderale, finalizzata a semplificare gli scambi. Tuttavia sono ancor più rari, forse inesistenti, i ritrovamenti delle dracme padane con quelle di Massalia, onde si può escludere che fosse Massilia il riferimento ponderale per i popoli padani. Su queste basi, alcuni studiosi escludono una connessione ponderale fra le due monetazioni: i ripostigli attesterebbero un afflusso graduale dele monete romane nelle regioni cisalpine, parallalelo alla crescente influenza commerciale di Roma, per cui la scarsità dei vittoriati (e, soprattutto, dei ritrovamenti congiunti con le dracme padane) dimostrerebbero una loro scarsa penetrazione, imputabile ala fatto che sarebbero arrivati solamente con la fondazione delle colonie, quando ormai erano una moneta in declino. Inoltre, le dracme padane non presenterebbero alcuna riduzione ponderale parallela a quella subita dal vittoriato con la lex Clodia (g 1,95), in un’epoca in cui ormai erano più intensi gli scambi col mondo romano, e ciò attesterbbe una totale mancanza di collegamento ponderale. G. Gorini, invece, ritiene che le monete celtiche del Nord Italia si siano sempre progressivamente adattate al peso del vittoriato e alle sue riduzioni (da 3,41 a 2,92 g e infine a 1,95 g). Infatti, dacendo riferimento alla classificazione del Pautasso, si osserva che i tipi da 1 a 3 (localizzati in area ligure-pedemontana) hanno peso medio di poco superiore a 3 g e possono quindi essere associati ai primi vittoriati (fine III secolo a.C.); presentano inoltre un’escursione ponderale da 3,5 a 2,7 g che potrebbe essere letta in chiave diacronica e giustificarsi con un progressivo adattamento alla prima riduzione ponderale dei vittoriati. I tipi successivi attestano una progressiva diminuzione di peso, anche in questo caso interpretabile come adattamento alla seconda riduzione ponderale del vittoriato: 2,8-2,7 g per il n. 4 (nord-est della Liguria); 2,6 g per il n. 5 (associato ai Salluvi, localizzati nel Ticinese oppure nel sud della Francia); 2,3 g per il n. 6 (Cenomani, tra Brescia e Verona) e il n. 7 (Insubri); 2,25-2,2 g per i n. 9 e 10 (con alfabeto leponzio o nord etrusco). Per il tipo n. 12 (con alfabeto leponzio) è stato ipotizzato uno standard ponderale di 2 g ma, in realtà, queste monete hanno quasi sempre peso inferiore e potrebbero quindi essere allineate ai vittoriati di 1,95 g, di cui peraltro condividono la datazione alla fine del II secolo a.C. Infine, i tipi da 13 a 30 sono quelli presenti nel tesoretto di Serra Riccò, spesso intepretati come mezze dracme od oboli; presentano tuttavia peso da 1,75 a 0,6 g e potrebbero quindi attestare un adattamento agli ultimi vittoriati e ai quinari del I secolo a.C. Zecche militari I vittoriati con simboli e lettere sembrerebbero emessi nell’Italia meridionale: alcuni simboli sembrano infatti adeguarsi a simboli già utilizzati su monete greche (ad esempio, il pentagrammacompare su bronzi di Teanum e su monete puniche del Bruttium) e se ne registra una maggior presenza nei ripostigli[2], rispetto ai vittoriati senza simboli. Il fenomeno potrebbe spiegarsi con la presenza di zecche ausiliarie, forse anche itineranti con l’esercito, operanti in loco per evitare il pericolo di spostamenti di denaro in un territorio altamente insicuro: infatti i vittoriati con simboli, mediamente più leggeri dei vittoriati senza simboli e quindi attribuibili ad anni successivi al 217, sarebbero stati emessi in concomitanza con l’occupazione cartaginese. Anche l’iconografia ne confermerebbe la natura di monetazione militare di guerra, assolvendo a una funzione di messaggio ideologico grazie all’associazione tra la protezione del dio supremo e la vittoria militare. Per altro verso, si registrano rinvenimenti di vittoriati con simboli in Hispania, lungo la direttrice della campagna di conquista finalizzata a tagliare i rifornimenti ad Annibale (in questa regione sarebbe stato emesso il vittoriato con legenda Roma in incuso, considerato tuittavia il più antico e quindi anteriore alla campagna degli Scipioni, e l’unico doppio vittoriato conosciuto). Campana propone di attribuire a zecca ispanica le coniazioni con pentagramma e con bastone (Cr. 105/1 e 106/1). [1] Lastra bronzea su cui è incisa un'iscrizione in lingua latina, che riporta una sentenza emessa dal Senato romano nel 117 in merito ad una vertenza di confini tra i Genuates e i Veiturii-Langenses, due tribù liguri. Fu rinvenuta nel 1506 nel greto del torrente Pernecco a Pedemonte di Serra Riccò da un contadino del luogo, Agostino Pedemonte, mentre era intento a dissodare un pezzo di terreno. La tavola arrivò quindi nelle mani del governo della Repubblica di Genova che ne permise lo studio e la traduzione. Attualmente è custodita nel Museo di archeologia ligure presso la villa Pallavicini di Genova Pegli. La vertenza tra i Genuates e i Veiturii-Langenses riguardava i confini tra alcuni terreni pubblici e terreni privati ed aveva raggiunto momenti di elevata tensione. Essendo il territorio oggetto del dissidio particolarmente delicato perché attraversato dalla via Postumia, i consoli e il Senato, decisero di intervenire direttamente inviando in loco i due magistrati citati nel testo, Quinto e Marco Minucio Rufo, i quali, dopo un'adeguata ispezione del territorio tornarono a Roma ed emisero la sentenza che fu resa esecutiva dal Senato il 13 dicembre dell'anno 637 di Roma (117). Detta sentenza venne incisa su alcune lastre di bronzo, di cui una sola venne ritrovata. [2] Sono però assenti dai ripostigli dell’Italia meridionale (compreso quello di Caltrano, ove sono presenti quasi tutti i tipi di vittoriati con simboli) il vittoriato con crescente (Cr. 57/1) e quello con pentagramma (Cr. 105/1, presente invece nei ripostigli di Pisa e di Fano).1 punto
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