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Contenuti più popolari
Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/11/20 in tutte le aree
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Buongiorno a tutti, scrivo qui sperando che lo leggiate tutti, ho fatto richiesta ed è stata accolta da parte degli amministratori, di entrare a far parte del gruppo curatori del forum per la sezione EURO. Questa mattina mi sono occupato di spostare nelle discussioni "osservatorio prezzi di mercato" e "osservatorio stranezze e dubbi", tutte quelle discussioni aperte, sparse in tutte e 3 le sottosezione dell'area EURO. Adesso tutte le prime 3 pagine delle 3 sezioni sono ripulite, almeno hanno guadagnato posizione discussioni più importanti e c'è un po' d'ordine in più! Quindi se non trovate qualcosa, sappiate dove cercare (ma tanto la maggior parte erano state aperte da "meteore" oppure trattavano argomenti ampliamenti discussi). Sarebbe mia intenzione riordinare tutte e 3 le sezioni euro, gli indici dei topic importanti, e le discussioni evidenziate in alto, ma questo avverrà quando l'organigramma dei curatori di sezione sarà al completo e lo si deciderà insieme. Per il resto, non cambia nulla, a parte farvi partecipi che ufficialmente, è iniziato il regno del terrore!9 punti
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Buongiorno a tutta la sezione. In questi giorni difficili per tutti cerchiamo di dedicarci prima di tutto alle nostre famiglie e ai loro bisogni, e se ci rimane un po' di tempo dedichiamolo alle nostre monete. Con la speranza che passi tutto e in fretta, Vi Auguro giorni sereni e di tranquillità. Un caro saluto, Rocco.8 punti
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Cari amici, penso di fare cosa gradita nel rendere pubblico ora e fruibile per tutti il Gazzettino di Quelli del Cordusio numero 6. Abbiamo deciso di anticipare un po’ la tempistica usuale di messa on Line dando a tutto uno strumento di lettura e di approfondimento in modo che possa diventare una lettura spero piacevole e magari anche di un minimo di svago mentale in un momento difficile del nostro Paese e della nostra comunità. Sul nostro sito potrete anche leggere i 5 numeri precedenti a questo, buona lettura ! https://independent.academia.edu/QGazzettini4 punti
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La sezione in cui è stata aperta la discussione è quella dedicata alle Monete e Medaglie delle Due Sicilie, già Regno di Napoli e Sicilia, sottotitolo La numismatica del sud. Approfondimenti sulle zecche di Napoli, Palermo e dell'Italia Meridionale (dal medioevo al 1859), è evidente che monete di altre epoche e paesi non c'entrano nulla. Così come non c'entrano nulla gli accenni al coronavirus, capisco bene come in questo momento sia difficile pensare ad altro, ma lo staff fa suo l'appello di @demonetis, proviamo, finché riusciamo, a far sì che il forum sia un'oasi di serenità in questi tempi tristi. Grazie a tutti per la collaborazione.4 punti
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Segnalo l'uscita del n. 359 di Panorama Numismatico questo l'indice: Curiosità numismatiche – Pag. 3 Giuseppe Amisano, I bronzi di Metaponto con la scritta OBOLOS – Pag. 9 Roberto Diegi, I tetradrammi alessandrini, seconda parte – Pag. 17 Giuseppe Lulliri, Le monete di Alfonso V d’Aragona battute in Sardegna. Tipi e varianti (1416-1458) – Pag. 23 lberto Muscio, Un curioso esemplare di muraiola di Francesco I d’Este – Pag. 35 Alberto Castellotti, La numismatica ai quattro venti – Pag. 39 Giuseppe Carucci, Gli albori del tallero – Pag. 45 Alberto Castellotti, Su di una rarissima medaglia di Leone Leoni per Carlo V (1500-1558) – Pag. 51 Eros Marchetti, Tallero per l’Eritrea 1918 – Pag. 55 Notizie dal mondo numismatico – Pag. 57 Mostre e Convegni – Pag. 62 Aste in agenda – Pag. 63 In copertina: Mino da Fiesole (attr.), Alfonso V d’Aragona, Parigi, Musée du Louvre. Zecca di Villa Chiesa (?), mezzo alfonsino d’argento.3 punti
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Storia, numismatica e attualità ahimé mai così connesse come di questi giorni... con un occhio affetto da congiuntivite e una tossetta fastidiosa che da qualche giorno mi segue, non mi resta che fare come il buon Aureolo che riprendendo il coevo Postumo, asseragialto in quel di Milano, si appellò a Aesculapius: D\ IMP C POSTVMVS PF AVG R\ SALVS AVG, /P Ex Poundbury Hoard (UK, 1985). Plauso a @Illyricum65 che come al solito sa estrarre dal cilindro delle superbe discussioni di carattere divulgativo davvero ben fatte e interessanti! ...e un piccolo augurio per tutti noi affinché arrivi presto un po' di SALVS...3 punti
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Stelline a cinque punte ai lati della data al rovescio e NAP. al dritto. (punto alto)2 punti
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Allego il mio per confronto. Stavolta sono riuscito a ridimensionare e ritagliare le foto a dovere. Speriamo che nessuno si lamenti anche se non so come ho fatto.... Saluti.2 punti
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Ciao, grazie Paolo @Bassi22 per la gentilezza. Diciamo che è una mia passione, se @gixxer volesse approfondire c'è in sezione una corposa discussione proprio sul bisante, e il mio articolo nella biblioteca del forum. Dato che il mio lavoro è aperto, la ricerca di nuovi dati statistici continua, ti chiederei gentilmente se puoi postare anche l'altro esemplare così controllo se ce l'ho già. Tornando al pezzo in questione, è collezionabilissimo, non ricordo la base d'asta ma io mi spingerei fino a 250€, per l'esergo I.F, variante leggermente più rara di I (se vuoi capire le interpretazioni di queste sigle ho riassunto nel mio articolo tutte le teorie). E infine, come dico sempre, ogni collezionista di veneziane deve avere almeno un bisante. In bocca al lupo e facci sapere, Luigi2 punti
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Ciao! Leone con le rughe sulla fronte Più che senile, forse era preoccupato! saluti luciano2 punti
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Faccio un cenno storico nel caso in cui tu non conosca il personaggio. Gordiano III fu imperatore dal 238 al 244, dunque abbastanza a lungo per trovarsi durante il periodo chiamato "Anarchia militare", in cui sconvolgimenti politici ed economici fanno sì che il potere sia in mano solo all'esercito che nomina continuamente nuovi imperatori, dando vita ad un flusso infinito di guerre civili. Gordiano I, nonno di Gordiano III, venne ucciso in Africa dalla fazione di Massimino il Trace, imperatore barbaro e senza costume romano, ostile ai senatori. Per questo il senato romano nominò Balbino e Pupieno imperatori, ma il popolo protestò affinché ci fosse al governo un parente dei due martiri Gordiano I e II, uccisi, come detto prima, in Africa. Allora il governo fu riformato formato con a capo questi tre imperatori: Balbino, Pupieno ed il tredicenne Gordiano III. I primi due morirono uccisi dalla stessa guardia pretoriana, ormai incapaci di svolgere qualsiasi compito, accecati dalla loro rispettiva invidia ed insicurezza e dunque il giovane Gordiano III rimase solo a governare. Il suo fu un governo relativamente tranquillo e per il tempo abbastanza florido, questo grazie all'abilissimo prefetto Timesiteo (che poi sarà suo suocero). Morì in una spedizione contro i Sasanidi, popolazione originaria della Persia, probabilmente ingannato dal nuovo prefetto Filippo l'Arabo, che poi prenderà il suo posto.2 punti
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Grazie di cuore per la celerità, speriamo che passi velocemente questo momento d'emergenza e difficoltà per l'intera comunità mondiale, che unisca e rafforzi successivamente ogni tipo di rapporto, indipendentemente dagli ambiti, un abbraccio affettuoso a tutti da Attilio Maglio.2 punti
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Nel periodo imperiale il suo culto perse di importanza, ma in questo contesto degna di nota è la figura di Vediove, divinità arcaica tendenzialmente infera che, insieme a Larunda e Summano, si suppone presiedesse la conclusione dei cicli vitali. Viene spesso visto come una sorta di alter ego malefico di Apollo ed era lui a "scoccare le frecce della pestilenza". Il tempio di Esculapio fu edificato proprio in prossimità del tempio di Vediove allo scopo di "spuntare" le frecce di quest'ultimo.2 punti
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Ciao @Illyricum65, questa discussione mi piace molto perché unisce storia, mito e numismatica. Con particolare riferimento alla numismatica, ho notato che hai segnalato diversi rovesci "provinciali" di Caracalla con Esculapio. C'e' un motivo per questo particolare interesse di Caracalla per Esculapio? Mi ha inoltre stupito trovare lo stesso in rovesci di imperatori quali Clodio Albino e Postumo. Una notazione infine: L'ospedale Fatebenefratelli di Roma e' proprio sull'isola Tiberina dove sorgeva il tempio di Esculapio Quanto ad Apollo, ho trovato molto bella la moneta di Nerone con Apollo Citaredo. In riferimento al tempio di Apollo Sosiano, volevo solo segnalare che sono ancora visibili tre colonne dello stesso nelle vicinanze del Teatro di Marcello. Buona notte. Stilicho A @Adelchi66 L'Apollo "sterminatore di topi" era Apollo "Sminteo" Ciao da Stilicho2 punti
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Per una volta che la sovrintendenza risponde in chiaro ,ancora devo leggere di obblighi e comunicazioni di acquisto di monete antiche......?!2 punti
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Salve Dato l’attuale boom dei tetradrammi del titolo nelle aste volevo parlare dei miti associati alla dea Atena che al diritto appare di profilo, a mezzo busto, elmata e circondata da un decoro classico, mentre al rovescio campeggia la civetta in una composizione centrale e frontale tra l’estremità di un ramo d’ulivo e le iniziali in greco della città di Atene. Atena è la dea della sapienza, delle arti (le abilità tecniche e manuali nei vari aspetti della vita), della tessitura e della strategia militare, ovvero gli aspetti più nobili della guerra (gli aspetti più crudeli e violenti rientrano invece nel dominio di Ares). I suoi simboli sacri erano la civetta e l’ulivo; spesso, infatti, è ritratta assieme al suo animale sacro e indossa un mantello realizzato con la pelle della capra Amaltea (un materiale che nella mitologia è considerato indistruttibile). Nella mitologia classica Atena nacque – già adulta e armata – dalla testa di Zeus (secondo alcune fonti, dal polpaccio), dopo che il padre degli dei ne aveva mangiata la madre Metis. Il primo mito riguarda proprio la nascita della dea e lo si può intitolare: “Il parto di Zeus”. Metis, divinità figlia di Oceano e di Teti personificazione della saggezza, della ragione e dell'intelligenza, è stata la prima moglie di Zeus che, rimasta incinta di Atena, venne ingoiata dal consorte per essere sicuro di mantenere il regno dopo che gli era stato predetto che il secondogenito l’avrebbe detronizzato. Zeus decise che non gli serviva la “Metis” al suo fianco, bensì lui doveva diventare Metis. Sfruttò così, con un po’ di astuzia, la vanità e la capacità di metamorfosi della moglie. …Zeus interroga perciò Metis: "Veramente puoi assumere qualsiasi forma? Puoi essere, ad esempio, un leone che sputa fuoco?". Subito Metis diventa un leone che sputa fuoco. Spettacolo terrificante. Quindi Zeus le domanda: "Potresti forse trasformarti in una goccia d’acqua?". "Ma certo" risponde la dea. "Allora dimostramelo" Metis non fa in tempo a mutarsi in una goccia d’acqua sulla mano di Zeus che questi l’ha già inghiottita e cacciata nel suo ventre. La dea continuò la sua gestazione all’interno di Zeus e un giorno il dio avvertì un terribile mal di testa talmente insopportabile che fece chiamare Efesto e gli ordinò di spaccargli la testa con un’ascia. Fatto ciò, improvvisamente dalla testa del padre uscì Atena, già adulta, imponente, bellissima, armata di scudo e lancia con tanto di elmo da guerriera. Per un attimo Zeus ne fu atterrito ma subito dopo la dea posò le armi ai piedi del padre, segno della sua sottomissione al genitore che poté continuare a governare incontrastato sugli dei avendo ora la figlia al suo fianco, una figlia per la cui nascita aveva sofferto e che pertanto amava ancora di più. Fu così che Pallade (giovane) Atena divenne la dea della guerra (precisamente della strategia militare) ma anche della saggezza e di altre arti, tra cui spiccava la tessitura. Come Artemide, Atena sarà per i Greci una dea vergine, considerata però in quanto nata dal padre una ‘virago’, ovvero dotata di bellezza e grazia come una donna e nel contempo maestosa e coraggiosa in armi come un uomo.1 punto
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Oggi iniziamo un fantastico viaggio nel mondo del collezionismo, parleremo delle varianti dei dollari Morgan, ovvero parleremo di VAMs! Il viaggio è iniziato 54 anni fa, ovvero nel 1966, nato dalla collaborazione di 2 studiosi e collezionisti, Leroy C. Van Allen e George Mallis (scusate ma non trovo immagini recenti), che dalle iniziali dei loro cognomi deriva appunto il termine VAM. Come tutti gli studiosi/collezionisti, non si soffermarono solo ad una fredda lista ce l’ho/mi manca, ma osservarono ogni singolo pezzo che gli passava tra le mani (e le loro mani ne hanno stretti migliaia) notando che tantissimi Morgan presentavano a volte grandi imperfezioni visibili ad occhio nudo, altre volte (molto spesso) visibili solo ad un attento esame con lenti e microscopi! Decisero così di ricostruire la storia di ogni singola moneta catalogandole ovviamente per anno e zecca (la coniazione dei Morgan ebbe inizio nel 1878 nelle zecche di Philadelphia, Carson City e San Francisco, l’anno seguente si aggiunse la zecca di New Orleans. Ci furono delle interruzioni nella produzione nel corso degl’anni, tranne che per San Francisco che li coniò sempre, interrompendo tutte quante la produzione nel 1904 per poi riprenderla solamente per un anno, il 1921 dove si aggiunse la zecca di Denver ma a cui non partecipò quella di New Orleans). L’inizio della loro collaborazione, come detto, ha come inizio il 1966, ma la nascita dei VAMs ha una data ed un’ora ben precisa, l’11 marzo del 1878 alle ore 15:17 nella zecca di Philadelphia, incredibile! L’informazione è certa perché fu presente un giornalista che annotò tutto, le prime monete furono coniate come pezzi di presentazione per l’allora presidente degli Stati Uniti d’America Rutherford B. Hayes, che era il diciannovesimo presidente. I pezzi coniati, secondo un giornalista, furono 303, poi la produzione si interruppe per un problema ai conii, da qui la nascita del primo VAM il numero 9, identificabile al rovescio della moneta da una piuma a “virgola” nella parte bassa a destra (guardando la moneta) della coda dell’aquila raffigurata al rovescio di tutti i Morgan. Inoltre si contraddistingue dal fatto che è un 8 piume, in inglese 8 tail feathers ed abbreviato 8TF, che è già una categoria a sé, ma che senz’altro approfondiremo in seguito. Per oggi ci fermiamo così, ma abbiamo ancora tanto da scoprire e da dirci insieme.1 punto
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“… Così diceva pregando: e lo ascoltò Febo Apollo. Egli scese giù dalle vette dell’Olimpo, adirato nel cuore, portando a tracolla l’arco sulla spalla e la faretra ben chiusa. 45 Tintinnarono i dardi sulle spalle del nume adirato, mentre si muoveva: scendeva simile alla notte. Poi si fermò a distanza dalle navi e scoccò una freccia: sinistro fu il sibilo dell’arco d’argento. Dapprima colpì i muli e i cani veloci, 50 poi tirò le frecce appuntite sugli uomini e li colpì…” Omero, Iliade, Libro I Buongiorno, gli eventi di questi giorni mi hanno riportato alla mente alcune ricerche compiute alcuni anni fa. Oddio… “qualche”… sembra ieri ma son passati in realtà una decina d’anni, è proprio vero… tempus fugit. Si trattava di ricerche sui legami tra divinità classiche e numismatica. Due di queste ultime sono collegate al discorso “epidemie” e lo sono tra loro stesse. Per lo più le fonti antiche parlano di “peste” ma il termine sta ad indicare genericamente una condizione contraddistinta da febbre alta, epidemica o endemica, che porta ad un alto tasso di mortalità e non alla omonima malattia infettiva. Abbiamo così una “peste” di Atene descritta da Tucitide nel V secolo a.C. come prima epidemia descritta e la terribile “peste antonina” o “peste di Galeno” del 166-168 d.C. che squassò l’Impero Romano, importata dalle truppe rientrate dalla guerra contro i Parthi (Vaiolo? Morbillo? Tifo?) e che flagellò la popolazione per una trentina di anni, decimandola. Oppure l’Epidemia di San Cipriano che straziò i Romani tra il 251 e il 270 d.C. Ma già nel 293 a.C. Roma era stata scossa da una grave epidemia. Andiamo quindi a vedere le due divinità cui si appellavano i Romani in caso di epidemie/pandemie. APOLLO Divinità derivata dall’antica religione greca, considerato dio delle arti, della medicina, della musica e della divinazione, è un’immagine del sole splendente (Febo). Entrò a far parte della religione romana con questi attribuiti, e con tutto il suo mito in quanto i popoli italici e quello latino non avevano una divinità con lui identificabile. Il maggior sviluppo del culto di Apollo si ebbe in età augustea.(nella foto l’Apollo del Belvedere)1 punto
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Buonasera a Tutti, complimenti @Asclepia per i bei Rami Murattiani, tosti a trovarsi in buone condizioni e quando li hai trovati costano un botto e ti fanno un buco in petto. Rocco @Rocco68 hai una memoria di ferro, si ne ho due e entrambi della seconda serie, cioè con la data in basso e rami di alloro e mirto. (la prima serie ha la data al centro e i rami di alloro e rosmarino) Poi ci sono le varianti.......e qui ci perdiamo un pò.1 punto
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La mia moneta antivirus è questo 5 lire 1956... non è fdc....ma ci sono affezionato perché è la prima moneta Rara che ho acquistato nella mia vita...Ricordo ancora il mio entusiasmo... "Ho una moneta Rara!!!" esclamai per giorni. La conosco a memoria,ogni suo segno e macchia...È una gran moneta perché mi ha reso felicissimo e tutte le volte che la riguardo mi strappa un sorriso...L' ho desiderata tantissimo come una bella donna....e ora che è mia....guai a chi la tocca!!!1 punto
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Il Culto di Asclepio è particolarmente diffuso sotto Antonini e i Severi; Caracalla si recò a visitare il suo santuario a Pergamo. Asclepio era molto venerato nell'area orientale dell'Impero; a Pergamo si trovano tuttora i resti del Asklepeion ove troviamo un centro di cura per malattie, unico nel mondo antico. Il Tempio di Asklepio, di forma circolare, costruito nel 150 d.C. Non rimangono che poche vestigia. Il Tempio di Teresforo. Vi si accede per un interessante tunnel in pietra, una volta ricoperta di marmo. Era di forma circolare. Restano poche vestigia. CARACALLA A PERGAMO E A TROIA (214 D.C.) "... Dopo aver preso questi provvedimenti, e aver sistemato gli affari delle singole città come gli sembrava opportuno, si affrettò a Pergamo, nella provincia d’Asia, per farsi curare dal dio Asclepio. Ivi giunto, si riempì di sogni finché ne ebbe voglia; quindi si recò a Ilio. Visitò tutti i resti dell’antica città, nonché la tomba di Achille; questa onorò splendidamente con ghirlande di fiori, e si diede, secondo il solito sistema, a imitare Achille. Poiché aveva bisogno anche di un Patroclo, approfittò del fatto che il suo liberto Festo, da lui prediletto, e sopraintendente dell’archivio imperiale, morì mentre era a Ilio: alcuni insinuarono appunto che fosse stato avvelenato, per essere sepolto come Patroclo; altri pensavano che fosse morto di malattia. Ordinò dunque di elevare un gran rogo, e di trasportarvi la salma, ponendola nel mezzo; quindi sacrificò vittime di ogni genere, e accese il fuoco. Fece poi libagioni con un’anfora, in onore dei venti; e suscitò grande ilarità, poiché voleva gettare tra le fiamme la sua chioma, essendo quasi completamente calvo; riuscì comunque a tagliarsi i pochi capelli che aveva." (Erodiano d’Asia, 180-250 ca., Storia dell’impero romano, trad. di F. Cassola, 1968) http://www.eteria.it/75-pergamo-p439/ https://lamisuradellecose.blogspot.com/2017/08/lesculapio-romano-questioni-generali.html Sembra (ma non trovo riferimenti certi) che lo stesso Caracalla sia stato ammalato nell'inverno 213-214 durante la campagna germanica (da cui le suppliche a Asclepio) e che nella primavera 214 si sia messo in cammino verso i Parthi, anelando a emulare Alessandro Magno. Traversò la Tracia, ove ottenne buoni successi contro alcuni popoli barbari, indi traversò l’Ellesponto e scese fino ad Antiochia e poi ad Alessandria. La popolazione di questa città lo aveva gratificato di motti pungenti e mordaci; Caracalla la ripagò con una raccapricciante carneficina che non può non parere mostruosamente inadeguata alla causa. Tornato in Antiochia, Caracalla diede inizio alla campagna contro i Parti. Ciao Illyricum1 punto
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Puoi sempre iniziare con un'annata comune, con 30 euro si prendono bei pezzi, pensa che con 22 euro mi sono portato a casa un Carson City più comune, un bel catorcio di moneta, ma sempre un CC è! Poi quando ci sarà parecchia "brace" potrai aggiungere qualche VAM?. Dai che alla prossima puntata mettiamo un bel po' di carta al fuoco, parlando della bibliografia dedicata!1 punto
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Chiedo a tutti gli utenti che frequentano questa sezione di postare solo ciò che riguarda le monete del Regno delle Due Sicilie, evitando altri argomenti come il coronavirus, dove esistono già discussioni create ad hoc https://www.lamoneta.it/topic/185054-corona-virus/ Grazie per la collaborazione.1 punto
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Bellissimi esemplari @tonycamp1978! Ma ti prego il buono non lasciarlo a contatto col vinile sennò ti ritrovi col tempo un rame verde (già scorgo qualche macchietta..) vedrai che Francesco te la sistema e te la richiude a dovere ?1 punto
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Riecchime ;)....bellissime monete...posto pure il mio 3 grana (mirto/alloro) a che tipo appartiene secondo voi? Curato o no? Il 3 è vicino alla data e a me pare del tipo "conio curato"... e poi un parere sulla conservazione della nuova arrivata ;)...siamo sul qbb secondo voi? Sopra o sotto? Saluti1 punto
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Ottimo consiglio Caro Giacutuli. Gli studi scientifici accreditati ( evitare le solite panzane scritte sul Web o cercare dei siti autorevoli ) avevano evidenziato come il Virus Influenzale potesse sopravvivere al massimo per 12 ore all'esterno su materiale non biologico ( ad esempio monete e banconote ). Sul COVID-19 non esistono Studi in proposito, ma è buona norma "lavarsi le mani" ed inoltre passarsi un gel disinfettante ( per i pochi fortunati che lo trovano ). Per le vecchie monete penso che il virus prediliga le nostre vie aeree piuttosto che la patina degli amati tondelli... Neanche il Coronavirus mi farà cambiare idea: gli slab sono un obbrobrio e tali resteranno ! Comunque stiamo sereni, cerchiamo di evitare al minimo i contatti sociali e vedrete che tra qualche mese sarà solo un brutto ricordo. Ciao Beppe1 punto
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Buona giornata Grazie! La presenza stabile di veneziani in Puglia è un dato di fatto. Pensa che nel 1592 fu Sindaco di Lecce un tale Pietro Mocenigo e l'anno dopo un Vittorio Prioli; cognomi certamente veneziani. Che dire poi di un tal Giovanni Domenico Veneziano, Sindaco anch'egli di Lecce nel 1629; ci giurerei che il cognome è di quelli che indicano la città di provenienza. Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, sempre a Lecce, c'è un'altare laterale con un dipinto che rappresenta Maria Maddalena ed è inserito in una struttura marmorea con in cima il leone marciano, affiancato da due scudi araldici della famiglia Zorzi, che, probabilmente, l'ha commissionato.1 punto
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AVVISO N°1 Si avvisa la gentile clientela che, a seguito delle misure adottate dalle autorità competenti per il contenimento del contagio da Coronavirus, è stata disposta la chiusura di tutti i punti vendita fino a nuova disposizione.1 punto
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Denario Crawford 416/1c della collezione American Numismatic Society (il primo dei sedici esemplari in http://numismatics.org/crro/id/rrc-416.1c ) RRC 416/1c Descrizione del tipo Data: 62 B.C. - Tipo d'oggetto: Moneta - Tecnica di produzione: Coniato Nominale: Denario - Materiale: Argento Autorità emittente - Emittente: L. Scribonius Libo Geografico - Zecca: Roma Dritto Legenda: LIBO BON·EVENT Type: Head of Bonus Eventus right. Border of dots. Divinità: Bonus Eventus Rovescio Legenda: PVTEAL SCRIBON Type: Puteal Scribonianum, decorated with garland and two lyres; at base, hammer. Border of dots.1 punto
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1926 20 Filler Ungheria - 1926 1926 50 ore Norvegia - 19261 punto
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C'è il "piccolo" dettaglio che lì hanno messo in quarantena solo la provincia in cui sta Wuhan. Ti pare realistico mettere in coprifuoco l'intero stato italiano? Dobbiamo andare tutti in fallimento per il coronavirus? "L'Europa" siamo (tutti) noi, non è un'entità terza a cui ci si può/deve rivolgere solo quando fa comodo. E a decidere che di poteri in parecchi settori ne deve avere pochi o nessuno siamo stati NOI (tutti), perchè evidentemente ci sta bene così... salvo poi lamentarci che quando i bubboni scoppiano "l'Europa non fa niente". Raccogliamo semplicemente i frutti di quello che abbiamo seminato. Chi è causa del suo mal pianga sè stesso, non "l'Europa". E intanto siamo a circa 17000 casi di corona in UE e dipendenze, di cui circa 10000 solo in Italia. No, ci vuole l'uso del cervello.1 punto
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Sulla peste di Atene nel 430 a. C. Durante la guerra del Peloponneso, alle prime azioni militari, Sparta condusse diverse spedizioni nell’Attica e Pericle diede l’ordine di far rifugiare gli Ateniesi e gli abitanti dei borghi vicini all’interno delle mura della città. L’unica fonte di approvvigionamento era il porto del Pireo che in quell’occasione divenne il veicolo del virus mortale. Tucidide riferisce che la malattia proveniva dall’Etiopia, da lì passò in Egitto, dall’Egitto alla Libia e infine dalla Libia arrivò ad Atene. La sovrappopolazione della città, la presenza di quartieri ristretti e addossati gli uni agli altri e la scarsa igiene furono determinanti nell’innescare la pestilenza. La propagazione del morbo fu senza eguali, ma il virus uccideva le vittime così velocemente che l’epidemia rimase circoscritta entro le mura di Atene. Tra le vittime vi furono Pericle con la moglie e i figli, evento che estenuò notevolmente gli Ateniesi perché dopo la morte di Pericle, la loro città già indebolita dalla pestilenza si sentì privata del capo legittimo e i governatori che seguirono non riuscirono a conquistarsi l’appoggio del popolo né la fiducia dei concittadini. Negli anni seguenti venne stipulato un accordo che avrebbe dovuto garantire un cinquantennio di pace, ma la disastrosa spedizione in Sicilia nel 415 a. C. guidata da Alcibiade segnò il declino della potenza ateniese. La pestilenza e i successi degli Spartani vennero interpretati opera di Apollo: il dio si era schierato dalla parte degli Spartani e stava combattendo al loro fianco. Tucidide si rifiutò di adattarsi alla superstizione corrente e decise di seguire un ragionamento di tipo scientifico. Il fatto che gli animali che avevano mangiato i cadaveri delle vittime si fossero ugualmente ammalati lo portò a escludere un’origine sovrannaturale del morbo e a orientarsi verso la ricerca di una causa naturale. Lo storico ricostruì così l’ipotetico percorso dell’epidemia e descrisse accuratamente i sintomi: “Le parti interne sia la faringe che la gola subito erano sanguinanti ed emettevano un alito strano e maleodorante; e inseguito dopo questi sintomi sopraggiungevano starnuti e raucedine e in non molto tempo la malattia scendeva al petto in uno spasmo violento, e una volta che arrivava allo stomaco, lo rivolgeva, e sopraggiungevano svuotamenti di bile in tutti quei modi che sono stati catalogati dai medici e questi avvenivano tra grandi sofferenze.” Tucidide continua col descrivere corpi lividi, puntellati da pustole, e una sete insopprimibile e vampate improvvise di calore che tormentavano gli ammalati, i quali morivano entro 8-9 giorni dalla contrazione del morbo. I medici del tempo non riuscirono a diminuire il numero delle vittime, non solo per le tecniche inadeguate, ma anche perché morivano più in fretta degli altri dato il prolungato contatto con defunti e appestati. Nel 2005 nel DNA estratto dai denti di una vittima al cimitero Ceramico di Atene è stato ritrovato il batterio della febbre tifoidea, scoperta confermata da altri scavi e ricerche. I sintomi della febbre tifoidea quali brividi, brachicardia, astenia, mialgia e anoressia corrispondono in parte alla descrizione di Tucidide. Fonte http://lyceum2017.altervista.org/la-peste-del-430-a-c-unepidemia-destinata-a-segnare-il-declino-di-atene/1 punto
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Buonasera a tutti, da affiancare al De Sopo postato da Fratello @doppiopunto. Saluti Alberto1 punto
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E' notorio che talune aree della Puglia, sebbene per poche decine d'anni, tra il 1484 e il 1530, erano state “Terra di San Marco” ed erano soggette alla Serenissima; in quegli anni, pur in tempi differenti, a Monopoli, Trani, Brindisi, Otranto, Mola, Polignano e Gallipoli c'erano Governatori e/o Provveditori veneziani che amministravano il territorio. I mercanti veneziani commerciavano però da secoli con la Puglia; i documenti ci dicono che i rapporti erano fiorenti già ai tempi dei normanni e degli svevi; ed erano di casa nelle città marinare del Tacco d'Italia: da Bari a Bitonto, da Terlizi a Tricase, da Monopoli a Melendugno e poi Lecce, San Cataldo, Nardò, Barletta e Otranto; dove c'era un grande o piccolo porto o un mercato ben frequentato, la Serenissima era presente. Dai porti pugliesi prendevano la rotta per Venezia i prodotti tipici del territorio: vino, olio, grano, legumi, cera, canestri, ceramiche, formaggio, sale, pelli, frutta secca, mandorle, zolfo, legno e bestiame; in cambio vi arrivavano soprattutto prodotti lavorati, come i tessuti di lana, seta, lino, cotone e misti; ferramenta, utensili in ferro e rame, cornici, specchi, vetrerie, spezie, zucchero, drapperie, mobili, tappeti e beni di lusso. Spesso la presenza della Serenissima era permanente, con veri centri operativi retti da consoli, con depositi per stivare le merci e con rappresentanti in loco delle più importanti famiglie mercantili veneziane. A Lecce la “nazione veneta” aveva il proprio centro operativo nella antica piazza dei Mercanti (ora piazza Sant'Oronzo) e nell'attiguo isolato detto delle Capande, cioè dei portici dove insistevano le botteghe ed i depositi alternati alle residenze civili, al consolato e all'ospedale; non poteva mancare la chiesa, denominata Cappella di San Marco, che fungeva da sede alla confraternita dei cittadini della Serenissima. Piazza S. Oronzo alla fine dell'800 con i portici (Capande) ancora esistenti La stessa Piazza e a destra, a lato dei portici, la non più esistente via San Marco e la chiesa di San Marco, dove si vede, sopra l'entrata, il leone marciano Ingrandimento del leone marciano Piazza S. Oronzo oggi; al posto dei portici e della via San Marco, un ampio spazio aperto con, al centro, nel selciato, lo stemma di Lecce Malauguratamente nel racconto di cui al soprascritto link non ci sono immagini del tipo di ducato a nome del Doge Gritti. Ritratto del Doge Andrea Gritti - 1540 Tiziano Vecellio Prescindendo dalle eventuali varianti determinate da differenti interpunzioni ed errori nella legenda (ce n'è un tipo che presenta, al posto del consueto ° S ° M ° VENETI alle spalle di S. Marco, la scritta ° S ° M ° VINITI), le differenze iconografiche sono tre. C'è il ducato tipo, che non si discosta dal ducato del Doge precedente, come segue: La prima differenza iconografica riguarda la banderuola in cima all'asta che S. Marco consegna al Doge genuflesso; non è il solito rettangolo minuscolo e statico, spesso poco definito, è una bella e lunga bandiera che garrisce al vento, con tanto di coda svolazzante che lambisce il corno ducale. La seconda differenza iconografica riguarda la coda svolazzante della banderuola; talvolta si vedono, come sopra, due svolazzi ben distinti, altre volte se ne vede chiaramente uno solo. Sempre nel tipo con la bandiera svolazzante, abbiamo un tipo che, al rovescio, all'interno della mandorla, non presenta le solite stelline a cinque raggi, ma a sei. saluti luciano1 punto
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Buongiorno a Tutti, chiedo allora ai @CdC che bisognerebbe aprire una discussione dedicata alle nuove Nomine, così da rendere noto a Tutti il nikname dei Curatori e le loro aree di interesse. Non posso fare altro che congratularmi con la Dirigenza per le scelte e rifare gli auguri agli interessati. @Rapax @Rocco68 @demonetis @Rex Neap A presto rileggervi e in bocca al lupo. Sergio.1 punto
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Ringrazio @Rapax e la sua persuasione nel convincermi a continuare a fare in sezione quello che ho sempre fatto in questi pochi anni di permanenza nel forum. Altri responsabili in sezione sono i Grandi che Voi tutti conoscete: @Rex Neap e @demonetis. Spero di esserne all'altezza. Un caro saluto, Rocco1 punto
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Apollo venne inoltre considerato un dio pastorale in quanto più volte nei Miti compare nelle vesti di pastore: la prima quando, dopo aver ucciso i Ciclopi, venne obbligato da Zeus a fare da schiavo per un anno ad un mortale, per la precisione dal re Admeto, in Tessaglia, dove fu bovaro; la seconda quando Hermes lo derubò delle mandrie di sua proprietà, salvo concedergliele in cambio del dono della lyra inventata dallo stesso dio. Successivamente acquisirà dallo stesso dio un altro strumento, il flauto, in cambio del bastone dorato per guidare le mandrie di Admeto (il caduceo) e dell’arte di predire il futuro per mezzo dei sassolini. - in quanto dio delle arti è patrono della poesia e dirige con la sua lyra (donatagli da Hermes/Mercurio e da questi tratta da un carapace di tartaruga) il coro delle Muse; intrattiene gli altri dei dell’Olimpo con le sue melodie - in quanto divinità solare è legato alla vegetazione, in quanto può far germinare e maturare o all’opposto inaridire il suolo o bruciare le vegetazioni - sempre collegato all’attività solare può essere dio sterminatore, generatore di pestilenze scagliando dardi funesti o viceversa guaritore. Come già riportato in apertura, nel Libro I dell’Iliade, adirato per il torto compiuto ai danni del sacerdote Crise (che chiedeva ad Agamennone il rilascio della figlia Criseide), scaglia per dieci giorni dardi letali nel campo acheo e decima ne i guerrieri con una pestilenza. - infine donerà a suo figlio Aesculapio la capacità di guarire. ATTRIBUTI ED EPITETI: di solito coronato d’alloro, portava con sé l’arco o la lyra. Poteva esser rappresentato anche dal tripode sacrificale, simbolo dei poteri profetici. Il titolo più comune è quello di Phoibos/Febo (=splendente, lucente) riferito sia alla sua bellezza che al suo legame con il sole. Altri epiteti: Akesios / Latros (guaritore) di derivazione greca o Medicus nella versione latina Alexikakos / Apotropaeos (che scaccia o allontana il male) o Averruncus in quella latina come patrono dei medici e collegato al potere di scatenare o tenere lontano malattie e pestilenze Aphetoros / Argurotoxos (dio dell’arco o dell’arco d’argento) o Articenens (colui che porta l’arco) Archegetes (colui che guida la fondazione) in quanto patrono di colonie greche Lyceios / Lykegenes in riferimento sia al lupo che alla Licia, regione dove secondo al- cune leggende era nato Loxias (oscuro) / Coelispex (colui che scruta i cieli) per le capacità divinatorie Musagete, capo delle Muse1 punto
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Proseguiamo il nostro viaggio... Abbiamo visto che la parola VAM è l’acronimo dei cognomi dei suoi “scopritori”, dopo questa parola segue sempre un numero. Un VAM-1, indica per tutti una moneta coniata come dovrebbe essere, senza alcun tipo di imperfezione che non ha caratteristiche distintive. A volte alla numerazione può seguire una lettera (ad esempio VAM-1A), che dimostra che è stato cambiato il conio durante la produzione. Ogni VAM è specifico per quell’ anno e quella zecca, questo non vuol dire che, ad esempio, un VAM-1 sia uguale per tutti gli anni e tutte le zecche, ma vul dire che un VAM-1A del 1880 della zecca di San Francisco corrisponde a determinate caratteristiche proprie di quell’anno e quella zecca, praticamente è una sorta di “targa”. Analizzando il discorso VAM "numerati" e VAM “letterati”, la caratteristica che li contraddistingue è lo stadio di avanzamento della variante! Generalmente, una moneta che si trova allo stato primordiale della variante è descritta con l’acronimo EDS (early die state), l’ultimo stadio viene chiamato LDS (late die state). Si presuppone che esiste un EDS se ne segue un LDS! In generale si può affermare che, un VAM in uno stadio EDS sia meno raro e costoso di un VAM in uno stadio LDS, bisogna avere bene a mente questa differenza, e soprattutto conoscere le varie fasi di stadi se non si vuole rischiare di pagare uno sproposito per una moneta che non ne vale. Allo stato pratico, per portare un’esempio lampante sia a livello visivo di VAM, che a livello pratico di costo, prenderò ad esempio uno, se non il più famoso dei VAM, parliamo dell’anno 1888 della zecca di New Orleans, il famigerato VAM-1b conosciuto come “Scarface”. Per semplicità, vi riporto solo le immagini del primo stadio iniziale VAM-1B1(EDS) e dell’ultimo stadio, quello VAM-1B4(LDS) il più “puro” e vero, di conseguenza il più ambito raro e costoso. Potrete notare dalle 2 foto (la prima presa dal sito vamworld, la seconda da google immagini) il primo stadio del "die break" (rottura del conio) e la fase finale. Nella prima immagine, il VAM-1b1 (EDS) si nota la rottura del conio che parte dalla perlinatura del bordo e taglia il punto tra le lettere E e P. Solamente le ultime 2 fasi sono VERI Scarface (VAM-1b3 e VAM-1b4), nel primo la rottura del conio si ferma sulla guancia all'altezza del mento, nell'ultimo stadio (quello più) ambito, la rottura del conio raggiunge i riccioli a metà collo. Come detto in precedenza, un primo stadio (EDS) non ha niente a che vedere con le somme che si possono pagare per uno stadio finale (LDS), ed in questo caso non c'è paragone neanche nell'appagamento "visivo" che si può avere nel possedere un vero Scarface?! Soffermandoci ulteriormente al concetto di rarità, tutti quanti i VAM hanno una loro scala di rarità, divisa per due gradi distinti (non c’è che dire, gli americani sono molto precisi e dettagliati quando voglio attribuire una classificazione, e qui andiamo oltre ai 70 gradi di giudizio delle slab), sono i gradi di INTERESSE (abbreviati semplicemente con la lettera “I”), che per interesse è inteso quello che hanno i collezionisti per quel dato VAM, e il grado di rarità (inteso come quantità di pezzi conosciuti ed abbreviato con la lettera “R”). Le due scale sono separate, ed entrambe partono dal numero 1 ed arrivano ad un massimo di 7. Prendendo in esame la moneta in oggetto, lo “Scarface”, il primo stadio (VAM-1B1) è considerato I2 R5, l’ultimo stadio VAM-1B4 è un I4 R6/7 (forse sono indecisi se dargli un pieno 6 o 7 e lo lasciano nel mezzo). Le due scale “I” e “R” sono mutabili nel tempo, seguono sempre l’andamento del mercato per quel che concerne la “I”, ed i vari ritrovamenti per quel che concerne la “R”. Per oggi ci fermiamo così, di spunti ce ne sono parecchi, magari qualcuno ci stupisce e ci fa vedere il proprio Scarface che custodisce gelosamente ?. Nel prossimo appuntamento vi parlerò dei testi più o meno utili o indispensabili per le studio dei VAMs.1 punto
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Buonasera a tutti, complimenti per la tua nomina @lorluke.. ? Accolgo l'invito di non scopiazzare su Wikipedia, ma riporto dei passaggi appresi dal Web rivista Focus se non sbaglio. Le definiscono curiosità e le riporto tal quali, le trovo interessanti perché spezzano una lancia a favore di Napoleone. PERCHÉ LO VEDIAMO SPESSO RITRATTO CON UNA MANO NEL GILET? Che fosse un tic? Un segno del feroce mal di stomaco di cui soffriva? No, semplicemente un'usanza diffusa tra coloro che si prestavano a un ritratto tra il 18esimo e il 19esimo secolo. RUBÒ LA GIOCONDA? Non è neppure vero che trafugò la Gioconda di Leonardo: secondo gli storici il dipinto si trovava in Francia dal 1517, dove lo aveva portato proprio l'autore. In seguito il quadro fu acquistato molto probabilmente dal Re Francesco I: Napoleone, grande appassionato d'arte nel 1800 si limitò ad appenderlo nelle stanze della moglie Josephine e in seguito la Monna Lisa entrò a far parte della collezione permanente del Louvre (che all'epoca si chiamava Museo Napoleone). La bufala del furto napoleonico nasce forse dal fatto che i soldati napoleonici trafugarono davvero alcune opere d'arte durante la campagna d'Italia. Ma non la Gioconda. QUAL ERA IL SUO "NICKNAME"? Se fosse vissuto nell'epoca di Twitter, forse avrebbe scelto come nickname Nabulio: il soprannome con cui lo chiamavano i genitori da piccolo. INNOVATORE. Fu durante le campagne napoleoniche che si cominciò a sperimentare il cibo in scatola: merito del pasticciere Nicolas François Appert che ideò un metodo di cottura del cibo in vasetti di vetro a chiusura ermetica. Appert per la sua invenzione fu premiato con 12 mila franchi. STORICO. Strano ma vero, la più grande conquista della spedizione in Egitto non è militare o politica, ma scientifica: la scoperta da parte di un ufficiale francese della Stele di Rosetta, una tavola di granito dove accanto ai geroglifici c'è il testo tradotto in greco. Una scoperta di eccezionale importanza: ha aiutato i linguisti a capire finalmente i geroglifici, aprendo la strada allo studio dell'antico Egitto. Detto questo che non è farina del mio sacco, riporto un pezzo della poesia del Manzoni. E sparve, e i dì nell’ozio Chiuse in sì breve sponda, Segno d’immensa invidia E di pietà profonda, D’inestinguibil odio E d’indomato amor. Ecco per me, in queste poche righe, si riassume tutto. I trionfi, il cavalcare l'onda dei successi politici e militari, la lenta decadenza, l'esilio,..... La solitudine. Il ricordo che ognuno di noi si fa di Napoleone diventa un qualcosa di molto soggettivo. Non so se sono stato capace di esternare a pieno quello che volevo, mi perdonerete in caso contrario. Saluti Alberto1 punto
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Il secondo mito riguarda l’uccello simbolo sacro di Atena Tra gli attributi di Atena già venerata dai Micenei del 13° sec. a.C. vi è il serpente e la trasformazione in uccello. Solo più tardi l’uccello sacro diventa la civetta, γλαῦξ, raccostata ad Atena. anche per l’epiteto glaucòpide che viene interpretato nella duplice accezione di dea "dagli occhi glauchi" (azzurri, lucenti) o dea "dagli occhi di civetta". Nel greco antico le due accezioni si sovrappongono e pertanto la dea glaucòpide è la dea dai lucenti occhi di civetta. Il fatto che, come è stato osservato in altre discussioni, nelle didascalie in italiano delle “civette” di Atena si legga spesso “gufo” deriva dal fatto che questa è la prima traduzione dell’inglese “owl” che si trova sui dizionari, senza tener presente che il lemma si riferisce per gli inglesi a “any of various large-headed, nocturnal birds of prey…”. Shakespeare chiama il gufo che elenca tra i cattivi presagi con un generico “Birth of Night”, uccello della notte, che quindi potrebbe essere anche una civetta o un barbagianni. Bisogna dire che la civetta e il gufo sono entrambi uccelli rapaci e animali notturni che si assomigliano molto ma appartengono a specie diverse: il gufo fa parte del genere Bubo mentre la civetta appartiene al genere Athene (la sottospecie più comune è Athene noctua cioè "Atene notturna"). Per quanto riguarda l'aspetto fisico, il gufo si distingue dalla civetta per i ciuffi sulla testa, tranne il gufo delle nevi che non ha ciuffi e potrebbe quindi essere scambiato facilmente per una civetta. Questa differenza si riflette anche nel diverso significato che questi due animali hanno nella cultura delle civiltà presenti e passate come simbologia e significato. Per quanto concerne la civetta, questo volatile già presente nei miti degli antichi greci accompagnava la dea Atena simbolo di filosofia e saggezza, dell'intelligenza razionale che "vede" dove altri scorgono solo ombre e tenebre. Stiamo parlando della "Civetta di Minerva", considerata sacra alla dea Atena perché capace di vedere al buio, cui la dea affida la supervisione delle faccende notturne. Da qui deriva il nome del genere a cui appartiene il rapace, ovvero Athene. Fin dalle prime raffigurazioni di Atena, la dea è dipinta con una civetta appollaiata sulla testa. In epoca arcaica Atena potrebbe essere stata infatti una dea-uccello simile a Lilith oppure alla dea con le ali e gli artigli da civetta raffigurata sul Rilievo Burney, un rilievo di epoca mesopotamica in terracotta degli inizi del millennio II a.C. Più volte infatti Omero definisce la dea della sapienza come dea "dal volto di civetta". Nell'antica Grecia esisteva un proverbio che si riferiva ad abbondanza e ricchezza che diceva "Portare le civette ad Atene". Per questo significato simbolico sulle monete ateniesi era raffigurata proprio la civetta ed il suo nome divenne sinonimo di denaro. Dalla fine del VI secolo a.C. compaiono nelle monete di Atene al recto la testa di Atena e al verso una civetta con un ramo di olivo e le prime tre lettere del nome della città: per dire in conclusione che il gufo non c’entra proprio.1 punto
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Buon giorno amici lamonetiani, con l'occasione della riattivazione di questo bellissimo thread ho la "scusa" per proporvi, tra gli altri rame rosso, questa mia chicca. Un cent donna su prora ribattuto, "quattro mani" (e 2 facce a ben vedere...) in rame rosso fdc . data fino a prova contraria rara per questa curiosità (1915), così come insolita la conservazione. so che molti storcono il naso di fronte alle varietà, frutto di errori di battitura. tuttavia questa variante è così caratteristica da aver costituito nel tempo una sorta di tipologia, per chi ama il genere ovviamente. Mi spiace per la foto in verità modesta ma la moneta è sigillata con doppia protezione plastica che, se non altro, ne limita la naturale ossidazione, la quale non potrebbe che essere accelerata dal temutissimo acetato che molti di noi, ahimè , conoscono bene e che ha "marzianizzato" molte nostre bellissime in Ag e rame . L'alternativa è lasciarle in vassoi di velluto, ma a questo punto il rame si imbrunirebbe inesorabilmente nel tempo. Infatti, gran parte di queste in rame rosso vero (ossia non artificialmente ottenuto mediante procedimenti brutali come l'esposizione a fonti di calore) , giungono a noi intonse perchè in gran parte estratte a fresco da vecchi rotolini.1 punto
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