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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 02/21/20 in tutte le aree
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@giuseppe ballauri più che restauro sono operazioni di "recupero" di monete che in apparenza sembrano morte ma che invece hanno ancora una loro vita da mostrarci. Anche io fino allo scorso anno mi sono dedicato a questi recuperi, usando "principalmente" il bisturi, perchè è l'unico strumento che, se usato nel giusto modo, non provoca danni. Servono uno studio attento delle condizioni della moneta, un buon stereo microscopio, un buon bisturi e tanta tanta pazienza. A volte sono dei veri e propri interventi di "microchirurgia" che richiedono numerose ore al microscopio. Allego uno dei miei migliori recuperi, oltre ai vari bagni i acqua demineralizzata, richiese circa 10 ore al microscopio.10 punti
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Aggiungo a tutto quel ch'è stato detto due considerazioni. Primo, le imperiali attraggono di più il neofita perché c'è raffigurato l'imperatore (tipo figurine, come è stato giustamente detto) e perché ci sono dei bei "sesterzi" grossi e pesanti, mica quelle pagliette che si usavano in epoca repubblicana. Che poi i sesterzi siano noti dai più perché citati da Asterix, mentre il denario fu il vero motore dell'economia, è altro discorso. Secondo, la monetazione ripropone la storia e la storia della Repubblica è infinitamente più affascinante, perché lì vediamo un villaggio (un villaggio italiano) arrivare a conquistare tutto il conquistabile con la tenacia del carattere, la disciplina delle armi e il pragmatismo delle leggi. L'impero era una grande macchina multinazionale ormai rodata ...3 punti
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Non era una novità quella di predisporre dei sacchetti contenenti multipli di una certa valuta che agevolassero i conteggi nelle transazioni, né per Venezia, né per altri Stati; un esempio su tutti è il "Fiorino di suggello". Tra i tanti Fiorini di Firenze prodotti, venivano cerniti quelli migliori di pari titolo e giusto peso ed inseriti in sacche di cuoio chiuse con un sigillo riportante il numero di monete, il relativo titolo e peso; queste sacche passavano da mercante a mercante, svolgendo il loro ruolo di mezzo di pagamento. L'uso del "Fiorino di suggello" venne abbandonato con l'istituzione della lettera di credito, più pratica e sicura. Sebbene si sia letto di Zecchini veneziani contenuti in sacchetti sigillati, che ne garantissero il titolo ed il peso allo stesso modo dei Fiorini di Firenze, credo che alla Serenissima non piacesse l'uso delle monete insacchettate. Un esempio riguardante monete di un secolo prima: Dal “Capitolar dalle Broche”. Copia de I° parte prexa, trascritta da Lucha Rizo 1543 adì 25 zugnio. + 1453 adì 18 settembre. In Pregadi. Per la gran suma de pizoli, la qual è stata cuniada a la nostra Cecha fin al prexente. L'è multiplichado per questo in questa terra però che l'è zià commenzado a spender in li pagamento che sono fati in scharnuzi, chomo se oserva in Padoa, contro ogni buona uxanza de questa nostra citade et con manchamento de la fama e reputacion nostra ..... Il termine "scharnuzi" potremmo tradurlo col veneziano "scartossi" (cartocci); nel testo di cui sopra non si accenna ad un divieto determinato da un aggio da pagare, né che possa esserci alla base una motivazione speculativa da stroncare; certamente il testo prosegue e vieta questa prassi con le solite raccomandazioni e castighi; il motivo denunciato è che l'uso di questi cartocci fanno perdere fama e reputazione allo Stato.3 punti
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Si tratta di un racconto volutamente caricaturale. Come noto ser Ciappelletto era un feroce truffatore e usuraio che si prendeva gioco del pio e ingenuo frate che lo confessava in punto di morte. Alla domanda "hai mai preso da qualcuno più denaro di quanto ti spettasse?" Il turpe risponde affermativamente e afferma di non aver restituito il maltolto (in questo dice la verità). L'inganno sta nella spiegazione: mentre conduceva l'onesta attività di commerciante , dichiara di essersi trovato in cassa una minuzia in più. In termini attuali è come se in un negozio il titolare si tenesse 50 centesimi in più da un cliente su un acquisto di centinaia di euro. Non avendo più rivisto il proprietario, aveva allora dato i centesimi in elemosina, con uno zelo incredibile. Qui il valore di 4 piccoli è quello di un misero quattrino incassato in più per un errore di conteggio. L'effetto comico si ottiene contrapponendo la ridicola somma "confessata" con le ingentissime somme (migliaia di fiorini) ottenute attraverso la peccaminosa usura.3 punti
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@Pablos ha centrato il punto; orientarsi nella monetazione repubblicana è di per sè un impegno di studio notevole, tant’è che pone (anche solo da un punto di vista collezionistico) davanti a continue scelte su cosa approfondire e cosa tralasciare. Anch’io ci sono arrivato dopo le imperiali, ma garantisco che non le ho rimpiante un minuto (e le ho anche vendute tutte). In realtà (almeno per me) passare alle repubblicane ha significato l’inizio di un nuovo studio sulla storia trainato dalla passione collezionistica (anzichè il contrario). Ci vorrebbero tre vite per imparare la metá di quello che c’è da sapere, ma almeno se campo fino alla pensione non avrô da annoiarmi ??3 punti
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...i restauratori che sanno utilizzare veramente il bisturi... fanno meno danni di quelli che utilizzano il pelo d'istrice o uno stuzzicadenti!3 punti
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Buona giornata Rileggendo a distanza di tempo il proclama del 1687 di cui alla discussione che segue, ho rilevato un dettaglio sul quale, all'epoca dell'acquisto, non avevo posto la dovuta attenzione. Nel proclama si vuole inibire l'uso di effettuare pagamenti tramite sacchetti preparati, contenenti Soldoni per un controvalore di 5 o 10 Ducati, con l'avvertenza che tali importi erano soggetti ad un “degrado” rispettivamente di 2 e 4 Soldi. Personalmente ho inteso che il termine “degrado” stia a significare che nei sacchetti da 5 Ducati c'erano 618 Soldoni invece di 620 ed in quelli da 10 Ducati c'erano 1236 Soldoni invece di 1240. La cosa mi ha incuriosito ed ho approfondito la questione facendo qualche conto, prendendo in considerazione i seguenti elementi: Periodo: anno del proclama 1687 – dogato di Marcantonio Giustinian (1684-1688) Ducato: Ducatello del peso max. di gr 23,40 – titolo 0,826, pari al valore di 124 Soldoni Soldone: Soldo da 12 Bagattini del peso max. di gr 2,04 – titolo 0,047 Ai fini dei conteggi ho considerato monete dal valore nominale e corrente (escluse quelle di “conto”) e dal giusto peso (il massimo previsto). Ebbene, nel caso del sacchetto del valore di 5 Ducati, avremmo 620 Soldoni per un contenuto totale di argento pari a gr 59,45 (620 x 2,04 x 0,047) quando invece 5 Ducatelli avrebbero un contenuto totale di argento pari a gr 96,64 (5 x 23,40 x 0,826); una sproporzione elevatissima, che peggiora se consideriamo la riduzione dei Soldoni da 620 a 618 per sacchetto; in questo caso il fino di argento si ridurrebbe a gr 59,25 (618 x 2,04 x 0,047). Stesso discorso se consideriamo il sacchetto del valore di 10 Ducati. Giacché il Soldone veniva accettato e speso ad un valore fiduciario che non corrispondeva all'effettivo contenuto di argento, dai conteggi sopra esposti si può ben rilevare quanto guadagno la Serenissima traeva dalla coniazione dei Soldoni. Devo ancora valutare se la proibizione disposta della grida abbia, come fondamento, il "degrado" applicato perché considerato illecito, oppure altre considerazioni. Cosa ne pensate? Saluti luciano2 punti
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Come sempre la decisione è di esclusiva pertinenza delle mogli... non c'è Psichiatra che tenga!!! ? Ciao Beppe2 punti
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PNR non è di facile e univoca interpretazione: secondo alcuni sta per PONDERUM NORMA RESTITVTA, "ristabilito lo standard dei pesi (delle monete)", secondo altri per PONDVS NVMMORVM RESTITVTVM, "ristabilito il peso delle monete".2 punti
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Mi dispiace caro @Litra68... I tuoi familiari sono già stati avvisati. Quanto prima verrai inviato in una comunità di recupero senza nessun collegamento ad Internet e situata a decine di chilometri di distanza dal negozio di numismatica più vicino. Sarà dura ma lo facciamo per il tuo bene! A parte gli scherzi, complimenti sia per i precedenti pezzi che per i nuovi acquisti ?2 punti
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Buonasera a tutti, penso di essere veramente ammalato di Ramite Borbonica Acuta, ho ragione di pensare irreversibile a questo punto, non contento di aver completato la serie tipologica del 9 cavalli di Ferdinando IV, ed avendo anche qualche variante, ho preso altri due esemplari, 1790 e 1792 (che ho postato poco fa anche in altra discussione) arrivando a quota 18. Secondo voi è giunto il momento di rinchiudermi senza accessi ad internet e buttare la chiave? ? Intanto ve li presento. Saluti Alberto2 punti
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Buona sera a tutti, partecipo con uno dei miei 9 cavalli Ferdinando IV 1792. Saluti Alberto2 punti
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Grazie @Rapax! La problematica delle luci è la prima che contiamo di risolvere. Il 20 e 21 febbraio 2021, i problemi riscontrati (stiamo chiedendo feedback un po' a tutti i presenti alla prima edizione) saranno certamente risolti. Partiremo proprio da quelli per presentare una nuova edizione ancora più bella!2 punti
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Sapevo che il tuo intervento non era diretto ai Restauratori ma era basato sul principio che le monete non vanno toccate. Ma in realtà questo è un principio relativo, molte monete antiche sono soggette a questo processo, l'importante è non alterare la natura della moneta, quindi tutto ciò che può riportare allo stato naturale della moneta è ammesso. Preciso che io non sono un restauratore di professione, ma la mia curiosità e la buona manualità che ho maturato nel mondo in piccolo, mi ha spinto ad intervenire su una monetina di poco conto riportandola a nuova vita. Da lì è partito un percorso di ampliamento delle conoscenze nel campo del restauro, con il risultato che hai potuto vedere. Devo dire che riportare a nuova vita monete che in apparenza sembrano perse è una cosa che mi dà grande soddisfazione.2 punti
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solitamente per vedere lo stato dei conii la conservazione dovrebbe essere più alta, in modo da confrontare più zone della superficie monetale non solo quella periferica (come in questo caso). Altresì, è importante esaminare alcuni dettagli dei rilievi, in maniera molto ravvicinata, ma, come scrivevo poco prima, lo stato dei rilievi ormai non permette di vedere questo dettaglio. Nel caso specifico della moneta in questione, in questo stato conservativo (usura marcata, e dagli hairlines che vedo, la moneta sembrerebbe anche spazzolata) ciò non è possibile. Se collezioni scudi sabaudi saprai benissimo come ne i tondelli ne i conii stessi erano perfetti, tanto meno le attrezzature usate per la coniazione. Ciò ovviamente influiva sulla qualità di coniazione (non dimentichiamoci che tra i difetti potevano esserci anche leggeri slittamenti di conio, oltre alle classiche rotture di questi). Da quello che vedo e che osservi, direi che si tratti dei soliti difetti congeniti osservabili in questa tipologia. Tondello con qualche normale difetto nel bordo, leggera decentratura, che probabilmente può aver influito nella coniazione. Le lettere possono aver subito questi problemi in fase di coniazione, come anche potevano presentare delle rotture in quelle zone. Da una moneta in alta conservazione si potrebbe risalire alla qualità dei conii in base allo stato dei campi, e della precisione dei rilievi molto piccoli, come le varie armette dello stemma, le lettere che compongono la firma dell'incisore o parti del ritratto, come occhi, punte della capigliatura, orecchio e taglio del collo. Spero di essere stato sufficiente chiaro. In caso fammi sapere... Fabrizio2 punti
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Per me la moneta dei sogni sarebbe quella con la mia effige raffigurata... ma ci sono un paio di piccoli impedimenti, il secondo più ostativo del primo 1) nn sarò mai Papa. E con ragionevole certezza re o imperatore. 2) anche qualora mi distinguessi per qualcosa di particolare che meritasse una moneta commemorativa... sarei morto da decenni o secoli, per potermela godere tra le mani ..2 punti
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Nuovo arrivo nella collezione Savoia- Acaja : Amedeo D'Acaja Forte II Tipo (o Patacco) Zecca di Pinerolo - Mir Savoia 311 punto
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Io personalmente sono stato forzato a collezionare la repubblica, perchè le mie prime monete romane le ho ricevute in dono da nonno che erano il residuo del lascito del mio trisnonno che le collezionava a fine 800. Però ho trovato molto entusiasmante come libro "formato catalogo" Le monete d'oro e d'argento della Repubblica Romana di Varesi e sarà per nostalgia ma il Babelon mi gusta sfogliarlo ogni tanto. Le imperiali, soprattutto quelle dopo gli antonini, non riesco proprio a farmele piacere.1 punto
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@417sonia Ciao Luciano. Il tuo post non può che solleticare la mia "nota" sensibilità ad argomenti di natura finanziaria/monetaria. Per completare il ragionamento che mi spingi a fare servirebbero, a dire il vero, ulteriori elementi macroeconomici quali, ad esempio, l'andamento dei prezzi durante il dogado del Giustinian e uno spunto sulla conseguente "inflazione" del periodo; questo sarebbe comunque riduttivo al periodo del dogado e al territorio bergamasco, mentre i dati a supporto del ragionamento risulterebbero probabilmente di più ampia portata. La mia semplice riflessione, peraltro, attiene al sentimento di crescente fiducia che la gente, volente o nolente, iniziava a riporre non più al valore intrinseco della moneta, e nello specifico al fino d'argento (o oro) in essa presente, bensì alla solvibilità della "promessa" che lo Stato centrale si assumeva verso il possessore di quella moneta, impegnandosi a "ripagarla". E' un principio di fiducia sulla circolazione della moneta e della sua accettazione negli scambi, a qualsiasi livello, che oggi noi diamo per scontato, ma che è relativamente recente e di non semplice assunzione. Oggi di strada ne è stata fatta molta, e noi utilizziamo un pezzo di carta, anzi, un pezzo di plastica che sposta "bit" da un soggetto all'altro e viene riportato in numeri su una riga stampata su di un foglio che la banca (forse) ci manda, o ci mostra su una schermata del computer o dello smartphone. La moneta è infatti sempre più evoluta, e credo che quello da te descritto sia un passaggio evolutivo della "percezione" del valore di uno strumento, che va al di la del suo contenuto intrinseco. Continuo la mia riflessione spostando ora il ragionamento sulle banconote in Euro, rispetto alle vecchie banconote in Lire. Nessuno di voi ha notato una "sottile" differenza "giuridica"? Prendete una vecchia banconota in Lire; riportano tutte la frase...."PAGABILI A VISTA AL PORTATORE". Vi siete mai chiesti perchè sulla banconota in Euro questa frase non c'è? Semplice. La banconota in Lire era emessa dalla Banca d'Italia, che disponeva delle riserve auree per "ripagare", in caso di necessità e a richiesta del "portatore", quel valore nominale. L'Euro no! E' un'istituzione contrattuale emessa dalla BCE, quale risultato di un accordo tra le banche centrali dei Paesi. Ma la BCE è priva di riserve auree proprie da utilizzare, ce ne fosse mai bisogno, per ripagare quel valore in Euro. Tutto questo per dire cosa, tornando al tuo post....? Che tutto si muove sulla fiducia.....finché questa dura. Un saluto. Paolo.1 punto
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http://www.ilportaledelsud.org/bcnn1990_2.pdf Allego l’articolo della Signora Bovi relativo al tarí in oggetto.1 punto
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DE GREGE EPICURI La rugosità non è segno di fusione. In questo caso, comunque, mi pare originata da una pulitura con sostanze aggressive acide. Segni diversi di fusione io non ne vedo. Aggiungo che finora non mi sono noti falsi degli antoniniani di Salonina (il cui valore commerciale è basso).1 punto
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Ciao, il '75 per Milano è un millesimo, comune, la conservazione, direi, al D/ BB, il R/ BB+, moneta più che degna d'entrare in collezione. saluti TIBERIVS1 punto
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Buona serata Non credo che costasse poco; certamente dipende dal tipo di tessuto e dalla quantità. Io ho questa evidenza nella Venezia del XV secolo: 3 quarte e 1/2 di tela padovava per far conzar le mie mutande = soldi 6 (4 quarte di tela equivalevano a Venezia ad un braccio, pari a circa m 0,63) saluti luciano1 punto
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Interessantissima testimonianza, che non conoscevo. Grazie. Gli antenati dei rotolini...1 punto
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Ringrazio tutti per le risposte. Mi complimento con Te per il lavoro ed i risultati conseguiti. Veramente incredibile! Mi permetto solo qualche chiarimento alla discussione che ho postato. Non volevo criticare la categoria dei Restauratori, so che in Italia siamo i primi al mondo e lo attestano le numerose opere artistiche riportate a nuovo splendore. La mia base di partenza è quella di un collezionista o meglio, immodestamente, di un numismatico. Pensavo che lavorare di bisturi su una moneta fosse un "atteggiamento" aggressivo e portasse a dei danni al tondello. Cioè non fosse un restauro "conservativo" ma costituisse un'intervento soggettivo e quindi criticabile. Preso atto dei vostri autorevoli pareri, cambierò atteggiamento. Mi spiace solo che in numerose occasioni sono stato criticato aspramente per aver sostenuto che una moneta sporca, unta e bisunta è preferibile lavarla con acqua e Sapone di Marsiglia. Il mondo è vario e per fortuna c'è sempre da imparare. Ringrazio ancora, Saluti, Beppe1 punto
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In asta Bertolami 52 al lotto 9, il prossimo 08-11-2018, un rarissimo, notevole nomos con al diritto Falanto sul delfino ed al rovescio testa di ninfa contornata da rami di ulivo : tra le prime emissioni a doppio rilievo di Taranto . Unisco, di pari tipologia, un altro esemplare passato a suo tempo ( 1998 ) in NAC 13 al lotto 77 .1 punto
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Guarda Giuseppe, comprendo benissimo il tuo discorso. Personalmente, l'unica moneta che ho mai comprato dagli USA è stato un 20 franchi di Napoleone I slabbato PCGS MS63. Ricordo che riuscii ad aggiudicarmela a "solo" 550 dollari. Rimasi francamente stupito perché non credevo andasse a così poco (per dirti, esemplari della stessa moneta nella stessa asta valutati MS64 andavano ben oltre i 1.000 e non erano, a mio avviso, così superiori). Alla fine, tra diritti d'asta, commissioni aggiuntive per il cambio valuta e spese di spedizione pagai 660 euro (che, comunque, resta un buon prezzo). Fortunatamente, in quell'occasione scoprii che i marenghi (secondo la legislazione europea) vengono considerati come oro da investimento e, dunque, non sono soggetti a tasse doganali. Tutto questo per dire che, secondo me, conviene comprare al di fuori dell'UE solo quando si trovano monete particolarmente rare e interessanti (pezzi unici o quasi introvabili) oppure, come nel mio caso, se il prezzo rimane molto basso.1 punto
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Bellissima location. Sono convinto che al prossimo giro il problema dell'illuminazione verrà risolto.1 punto
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Grazie per le risposte, mi sto incaponendo sulle monete rovinate ( quelle belle sono belle ). Proviene da un rotolo da 50 pezzi, dire se è riavvolto non saprei, ma le altre sembrano nuove.Ho capito che dovrò lavorare sulla mia tecnica fotografica che in questo campo non è uno scherzo. Ripeto a tutti un Grande Grazie. Gianni1 punto
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"Picciolo" di per sé non indica nulla; con l'espressione "picciolo" è sottinteso denaro (=denaro piccolo, ossia, di fatto, svilito). Dicia o che si tratta di un ..aggettivo sostantivato ? Con l'espressione "soldo" si intende un valore di 12 denari, oppure la 240ma parte della lira. In linea di principio i "nomi" non corrispondono necessariamente a monete "fisiche". Può essere io non abbia capito la domanda, per cui chiedo: se il menzionare il soldo, come credo, ha la semplice finalità di dare un'informazione al lettore, dov'è l'errore? Inoltre, a quanto ammonta la transazione? (data l'ora sono un po' annebbiato, per cui può essere che io l'abbia davanti al naso e non la veda)1 punto
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Nessuna polemica Giacutuli, li ho qui con me.... Li posso toccare... Controllare e confrontare sia con i falsi d'epoca che con i Tarì buoni, e non mi sento di giudicarli come tali.1 punto
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Ecco due esemplari di Tarì 1798 con le S rovesciate, Dritti diversi per punteggiatura e rovesci differenti per alcuni particolari nella corona d'alloro. Entrambi sottopeso e dal taglio liscio.1 punto
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per un attimo @Scudo1901ho pensato.. quale moneta ha un gattino su sfondo blu? poi ho letto meglio. scusatemi ma ho avuto una giornata difficile ?1 punto
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concordo, un vero restauratore sa bene come togliere le concrezioni con il bisturi e dove intervenire con un cotton fioc... Poi in ogni ambito ci sono le capre. R.1 punto
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Io parlo da appassionato non da esperto e faccio un post un po' "provocatorio"?. La storia repubblicana per me è molto più appassionante di quella imperiale. L'impero naturalmente ha più risonanza perchè come per ogni cosa la violenza vista da lontano crea attrazione e divertimento. Imperatori che si ammazzano, durano qualche mese, poi torna la pace per vent'anni con conquiste grandiose, poi riprecipita nel caos, sembra una cosa stile Netflix, che infatti ci fa le serie televisive. La repubblica è più misteriosa, o meglio la prima repubblica, dopo Silla invece è un'anticipazione della corsa al potere come nell'impero. Vengono seguite meno credo per questo motivo, il nome di chi ha coniato una moneta può accendere la brama di collezionarla: vuoi mettere un denario di Nerone con un denario di Lucius Flaminius Chilo (chi lo conosce). Io colleziono le repubblicane, poi se mi capitano monete che mi piacciono colleziono qualsiasi altro periodo storico. Però la repubblica ti stuzzica la fantasia e la conoscenza, vai a trovare il monetario che l'ha fatta, spesso non si trova quasi nulla, allora cerchi di più provi ad immaginare il perchè ha voluto rappresentare quella cosa, scopri dei miti legati alle famiglie alle loro origini, come era la diffusione dei culti degli dei nelle varie città dove sono nati quei culti e perchè sono arrivati a Roma e tanto altro che ti trascina in un mondo di curiosità. Poi arriva l'impero: l'imperatore è al terzo consolato? Che bello mettiamo COS III... oppure mettiamo la Felicitas per 3 secoli a dire quanto siamo felici di stare sotto il nostro nobilissimo Imperatore1 punto
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..... semplice..... Ripropongo quello che il Gigante classifica R3..... !! e non conosco quante ne abbiano viste.1 punto
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Buonasera a tutta la sezione. RI-condivido il mio 6 Ducati 1769, con il magnifico ritratto di Ferdinando IV. MAGLIOCCA 200 Il Magliocca riporta il taglio con treccia a rilievo, ma questo mio 6 Ducati ha il taglio con rigatura obliqua.1 punto
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Buona serata Questa volta non parlerò di monete, almeno in senso stretto, ma di un "Proclama" pubblicato il 17 marzo 1687 per ordine del Podestà Daniel Renier ed il Capitano Agostin Nani in quel di Bergamo, a valere per la città ed il suo distretto. Il Proclama fissa i cambi per le principali monete in oro e argento che corrono per il territorio e dispone dove e quando questi Proclami debbano essere affissi per la pubblica conoscenza; inoltre elenca le punizioni per coloro che non provvedono alla affissione nei luoghi deputati e per coloro che non si attengono ai cambi .... non parliamo di coloro che immettono moneta falsa o tosa quella buona. Spero che qualche cosa si riesca a leggere, ma il foglio è veramente un "lenzuolo" ed ho avuto non poche difficoltà a farlo entrare tutto nella foto .... saluti luciano1 punto
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