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  1. Rocco68

    Rocco68

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/28/20 in tutte le aree

  1. Sinceramente penso che restrizioni e limitazioni per i nuovi utenti possano servire a poco, se non a disincentivare coloro che si iscrivono con tutte le buone intenzioni di questo mondo, che siano queste una banale richiesta di identificazione o un intento partecipativo più a lungo termine. I troll ed i disturbatori seriali aspetterebbero senza troppi problemi, c’è chi ha aspettato, insistito ed ha tentato di entrare tramite altre vie per anni... c’è chi ci infanga da circa un decennio rasentando ormai il ridicolo anche agli occhi di una talpa con la cataratta, e chi più ne ha più ne metta. Prerogativa del web è quella di poter avere riscontri riducendo al massimo l’attesa per l’ottenimento degli stessi; mettere limitazioni in tal senso equivale purtroppo a snaturare quantomeno una parte del forum stesso, in quanto parte del mondo di internet e quindi assoggettato alle sue dinamiche. Penso che il modo migliore per affrontare il problema sia quello di farsi una sana risata in certi casi, ed allertare lo staff quando invece certi limiti vengono superati.
    6 punti
  2. Buonasera ecco uno dei miei tanti acquisti “da ciotola” La conservazione purtroppo è quello che è , ma rimane una moneta difficile da trovare specialmente a 1€ . Grecia Othon I zecca di Atene ( 316.000) 5 lepta 1845 che ne pensate ?
    5 punti
  3. caro @metal78 è commovente che tu ti senta di ringraziare il solo @fagiolino per l'impegno... ma tant'è: è sempre più rassicurante chi ti da ragione.... Anch'io ho speso un pò del mio tempo e ho preparato un'animazione con sovrapposizione a evanescenza progressiva delle immagini dell'esemplare InAsta (falso) e del tuo... A parte un leggero sfasamento di sincronizzazione in un paio di immagini una cosa è incontestabile: le due monete provengono dallo stesso conio e, mi dispiace (a me non viene in tasca nulla e sono abituato a scrivere quello che penso) ,non esiste che da uno stesso conio escano una moneta autentica e una falsa (se non per differenza di intrinseco)... o è l'una o è l'altra. Decidete voi se sono vere o false... ma qualunque conclusione coinvolgerà entrambe le monete. InAsta può essersi sbagliata ed aver venduto a 260 € una moneta da 1000€, ma lo ritengo molto improbabile. E con questo esco definitivamente dalla discussione... Mario
    3 punti
  4. Salve, ieri ho dimenticato di parlarti del follis, visto che l'ha citato col (?) nel titolo della tua discussione. Questa moneta era stata introdotta con la riforma monetaria di Diocleziano del 294 col peso inziale medio di 10 grammi e un diametro di 26-28 mm. ma nel tempo e fino agli esordi dell'era costantiniana, a causa delle continue svalutazioni monetarie il suo peso era sceso fino a 2-3 grammi, con un diametro medio di 22 mm. Già con la morte di Costantino non si parla più di follis, che poi definitivamente scompare con la riforma monetaria di Costante e Costanzo II del 346 d. C. Questa introduceva una nuova moneta di bronzo, la "pecunia maiorina" o "doppio centenionalis" (g. 5,45. mm. 21-24) e una sua frazione, il "nummus centenionalis", del peso di 2,5 grammi e 17-20 mm. di diametro, equivalente a mezza maiorina (nummus poi ulteriormente svalutatosi con introduzione di un centenionalis ridotto e infine del mezzo centenionalis). Questo, detto in pochissime parole e sempre che tu già non lo sappia e in tal caso mi scuso, per chiarire perché la tua moneta non è un "follis" ma come vedi dalla descrizione che ti ho postato, un "AE3", che sta "bronzo di diametro tra i 17 e i 21 mm." Personalmente e sempre riferendomi alla monetazione tardo-imperiale, preferisco una classificazione in base al peso, come quella seguita da Sear, che definisce la GLORIA ROMANORVM come la tua moneta, come un "bronze centenionalis" malgrado l'incertezza che regna sulla riforma monetaria 346. Ti saluto. Hirpini PS: chi vuole approfondire dovrebbe leggere questa interessante discussione: http://manuali.lamoneta.it/Follis.html#follis4
    3 punti
  5. Buongiorno a tutti, affascinato dalle monete di Ferdinando IV, prediligendo il rame, ogni tanto faccio piacevoli incursioni negli argenti, ho pensato di fare compagnia al mio Tarì del 96 con il Fratellino del 98, devo dire la verità, ne sono molto contento, osservandolo e osservando quelli presenti sul Forum e nei cataloghi e manuali, mi è venuta l'idea di aprire questa discussione nel tentativo di catalogarla.. ? Riporto quanto appreso dal Magliocca. Tarì da 20 grana argento - gr. 4,58 mm25 Taglio treccia in rilievo Anno 1798 Magliocca 284 D/FERDINAN-IV-SICILIAR-ET HIER-REX; busto corazzato, a scaglie, rivolto a destra, sotto la lettera P, iniziale del cognome dell'incisione. R/HISPANIAR INFANS data; nel campo corona reale tra due rami di alloro, in alto le lettere A e P, divise dalla punta dei rami, inferiore te al lato destro la lettera M, sotto, tra gli steli dei rami stessi, lungo il bordo, il valore G 20. Ho pensato di riportare anche interessanti note storiche del 1798, dei soli mesi più cruciali, la fonte è citata in calce, spero l'autore non me ne voglia. La moneta è Collezione Litra68. Saluti Alberto 22 novembre. Napoli. Re Ferdinando dichiara guerra alla Repubblica giacobina romana e si pone alla testa delle truppe. Il suo esercito conta circa settantamila uomini. Il generale austriaco Mack è nominato capo della spedizione. “Questa guerra, alla quale nessuno era preparato, fu praticamente imposta al re dalla regina Carolina e si rivelerà inutile e dannosa. Essa non poteva comportare nessun vantaggio, nemmeno di puro prestigio; accelererà la fine del Regno di Napoli e lo getterà in mano ai francesi e poi agli inglesi, poi di nuovo ad inglesi e francesi insieme per quasi 15 anni” (M. Battaglini, p. 24). 24 novembre. Lo sviluppo della guerra. Le truppe napoletane varcano la frontiera dell’ex Stato pontificio. Il Cuoco immagina un dialogo tra la regina Carolina e il ministro della guerra Ariola. “Che vi pare di questa guerra già risoluta?” –domandò la regina ad un ministro della guerra che non ne sapeva nulla. Il ministro, che avrebbe voluto tacere, spronato a parlare, le disse che da tal guerra vi era più da temere che da sperare. “Il re potrebbe – disse Ariola- sostener con vantaggio una guerra difensiva, ma tutto gli manca per l’offensiva. Egli non combatte ad armi eguali. I francesi, pochi di numero, son tutti soldati avvezzi alla guerra ed alla fatica; l’esercito nostro è per metà composto di reclute strappate appena da un mese dal seno delle loro famiglie, ed il loro numero maggiore non servirà che ad imbarazzare i buoni veterani che son tra loro, ed a rendere più sensibile la mancanza di buoni officiali, il numero de’ quali non abbiam potuto raddoppiare in un momento, come abbiam raddoppiato quello della truppa. Perché non si aspetta che queste truppe si disciplinino?(…) Intanto Mack, quasi potesse terminar la guerra in pochi giorni, si avvia verso un paese desolato, ove è penuria di tutto, senza aver prima pensato a provvedersi, ed in una stagione in cui difficili sono i trasporti ed i generi non abbondanti. Egli si avvia a conquistare il territorio altrui e forse a perdere il proprio” (V. Cuoco, pp. 65-66). 26 novembre. Roma. Il generale francese Championnet e il governo giacobino romano abbandonano la città. 27 novembre. Le truppe napoletane, dopo cinque giorni di avanzata rapidissima, entrano a Roma. Ai francesi rimane solo Castel S. Angelo. 28 novembre. Entra a Roma il generale Mack. 29 novembre. Entra a Roma Ferdinando IV e nomina un governo provvisorio. Primi giorni di dicembre. Si registrano vittorie francesi nella campagna romana (Civita Castellana e Otricoli). E’ ancora una volta preziosa la testimonianza di Cuoco: “Non si concessero che cinque ore di riposo sotto le armi alla truppa, e fu costretta di nuovo a correre a Civita Castellana. Per la strada i viveri mancarono del tutto: i provvisionieri dell’esercito chiedevano invano a Mack ove dovessero inviarli; i viveri si perdevano inutili per le strade, ed i soldati e i cavalli intanto morivano di fame. Quando giunsero a Civita Castellana, i nostri da tre giorni non avean veduto pane. Essi erano nell’assoluta impossibilità di poter reggere a fronte di un nemico fresco, che conosceva il luogo e che distrusse il nostro esercito, raggirandolo qua e là per siti ove il maggior numero era inutile” (V. Cuoco, p. 68). 8 dicembre. Sabato. L’ala sinistra dell’armata francese, guidata da Duhesme, attacca le terre d’Abruzzo. Un editto di Ferdinando IV invita gli abruzzesi all’insurrezione. “Si pubblicò un proclama, col quale s’invitarono i popoli ad armarsi e difendere contro gl’invasori i loro beni, le loro famiglie, la religione dei padri loro: fu la prima volta che fu udito rammentare ai nostri popoli ch’essi erano sanniti, campani, lucani e greci. Fu commesso ai preti di risvegliare tali sentimenti in nome di Dio” (V. Cuoco, p. 73). 9 dicembre. Domenica. Il generale Mack ordina la ritirata da Roma. 10 dicembre. Lunedì. Abruzzi. La prima insorgenza. “Mossi dall’appello del re, animati da frati e preti, spesso a capo dei popolani, stimolati dal sentimento religioso e nazionale, da desiderio di vendetta e cupidigia di bottino, i montanari si levarono a torme nella caccia feroce contro gli invasori francesi” (A. Franchetti). I francesi occupano Teramo. “Tra le montagne impraticabili della provincia dell’Aquila non si pervenne mai ad estinguere l’insorgenza, e la stessa capitale della provincia non fu che per pochi giorni in poter de’ francesi, ridotti a doversi difendere entro il castello”. 11 dicembre. Martedì. Re Ferdinando IV lascia Roma e va ad Albano. Riparte il giorno successivo per Napoli. 12 dicembre. Mercoledì. Inizia la ritirata dell’esercito napoletano, ritirata che ben presto, tra defezioni e accuse di tradimento ai generali, si trasforma in una rotta. “In meno di un mese, Ferdinando partì, corse, arrivò, conquistò il regno altrui, perdette uno de’ suoi e, poco sicuro dell’altro (la Sicilia), fu quasi sul punto di fuggire fino al terzo suo regno di Gerusalemme per ritrovare un asilo (…) Mack, che nella sua fortuna non avea fatto altro che correre, nella disgrazia non seppe far altro che fuggire: cogli avanzi del suo esercito poteva fermarsi a Velletri oppure al Garigliano, ove potea per lungo tempo contendere il passo; potea salvar Gaeta e salvare il Regno” (V. Cuoco, pp. 69-70). “La monarchia borbonica tentò il colpo di scacciare i francesi da Roma e dar principio alla loro cacciata dall’Italia, ristabilendo i vecchi governi; ma la stolta uscita in guerra, istigata dal Nelson, con un esercito mal congegnato e in gran parte improvvisato e con la guida di un fatuo generale ottenuto in prestito dall’Austria, finì in un disastro e aprì ai francesi e agli esuli giacobini la via del Regno. E i sovrani gridarono allora al tradimento, e quantunque traditori ce ne fossero, perché in quell’esercito abbondavano i giacobini, e quantunque si abbiano ora le prove che in vari scontri di quella campagna essi soppressero ordini o gettarono nelle truppe lo scompiglio, il maggiore tradimento lo aveva compiuto, spontanea o costretta, la monarchia con l’intraprendere la guerra contro il sentimento di tutta la parte migliore della nazione e contro l’avviso di tutti i saggi” (Croce, p. 206). 14 dicembre. Venerdì. I francesi giungono a Fondi, Gaeta, Pescara. 15 dicembre. Sabato. Caserta. Il re convoca d’urgenza il Consiglio del Regno: si fa subito strada l’ipotesi della fuga in Sicilia. Il progetto viene messo a punto nei giorni successivi con l’assistenza dell’ammiraglio inglese Nelson. 16 dicembre. Domenica. Napoli. “Questa mattina doveva farsi il miracolo di S. Gennaro, e non è successo, ma l’ha fatto verso le 22 ore. Nella città si sente un mormorio” (Marinelli). 17-18 dicembre. Napoli. La fuga dei sovrani in Sicilia. “Notte dopo notte andò in scena sui vascelli inglesi un vero e proprio trasloco di tutti i principali beni mobili della corte borbonica: denaro, tesori, opere d’arte, mobilio e biancheria. Dieci milioni e mezzo di ducati, vale a dire tutto il residuo deposito contante del Regno, si prepararono a prendere la via di Palermo. Ben presto la notizia dell’imminente fuga del re si sparse tra il popolo in fermento” (Sani, p. 11). In città si sparge la notizia dell’arresto per ordine del Re del ministro della guerra Arriola. E su quella notizia vera si aggiunsero altre inesistenti di altri arresti di personaggi autorevoli (Marinelli). 19 dicembre. Gli insorti abruzzesi liberano Teramo dall’occupazione francese. 20 dicembre. Giovedì. Napoli. “I reali vogliono scappare perché non hanno più fiducia nell’esercito; molti ufficiali sono sospettati di giacobinismo”. Delegazioni di nobili, di magistrati e del clero si recano alla reggia per scongiurare il re di non partire. Nel dopopranzo ci va anche l’arcivescovo e poi il capo-popolo Sabatiello alla testa di una delegazione di popolani. Viene trucidato dalla folla sotto Palazzo Reale, per un equivoco, Antonio Ferreri, corriere di gabinetto del re. Il re Ferdinando annota nel suo Diario: “Passata un’infame nottata. Alzatomi alle cinque e mezza, vestitomi, intesa la S.ta Messa, dato il buon giorno a mia Moglie, salito su, applicato. Dalle nove e mezza alle undici e mezza tenuto sessione sul modo tenendi di passare in Sicilia e quando. Andati alla Cappella per la novena, alla mezza pranzato e poi salito su, applicato. Alle tre venuto Acton portar alcune risposte di Nelson riguardo al concerto per la partenza e, mentre stavamo parlando, venuto avanti palazzo una quantità di popolo, facendo degli applausi, chiedendo che io non li lasciassi, e volendo essere armati per andar contro i francesi, ma prima di tutto per scannare i cavalieri giacobini(…) Tempo dichiarato di tramontana bello e freddo. Le maniere di mia Moglie sono state buone” (Battaglini, p. 54). 21 dicembre. Venerdì. Napoli. Il re, nell’abbandonare la reggia, nomina Vicario Generale del Regno Francesco Pignatelli, principe di Strongoli, con pieni poteri di rappresentanza, e conferma il barone Mack comandante dell’esercito. “Si disse che la regina, partendo, avesse lasciate al Pignatelli istruzioni segrete di sollevare il popolo, di consegnargli le armi, di produrre l’anarchia, di far incendiare Napoli, di non farvi rimanere anima vivente da notaro in sopra. Sia che queste voci fossero vere, sia che fossero state immaginate, è certo però che queste voci furono da tutti ripetute, da tutti credute” (V. Cuoco, p. 78). 22 dicembre. Sabato. Napoli. Nel cuore della notte precedente, in preda al panico, la famiglia reale era fuggita rifugiandosi sulle navi inglesi. Per tutto il giorno una tempesta infuria nel golfo e blocca la partenza. 23 dicembre. Domenica. Napoli. Finalmente i vascelli inglesi possono prendere il largo alla volta di Palermo. 24 dicembre. Lunedì. Napoli. Si punta ad una repubblica aristocratica?Si riuniscono i rappresentanti della “Città” (cioè l’amministrazione municipale napoletana). La “Città” era espressione della nobiltà napoletana composta da 119 famiglie divise in cinque Piazze (Capuana, Nido, Montagna, Porto, Portanuova) ed era un organismo in continua rivalità con l’autorità regia. “Composto da sette Eletti (la Piazza di Nido ne eleggeva due mentre il settimo che doveva essere eletto dalla Piazza del Popolo era in realtà nominato dal re), godeva del privilegio di potersi sostituire all’organo sovrano ogniqualvolta questi non fosse stato più in grado di esercitare in pieno i propri poteri. Rivendicando quindi per sé la gestione del potere, i nobili della Città entrarono subito in conflitto col Pignatelli costituendosi in Governo Provvisorio e puntando, fra mille incertezze, alla creazione di una repubblica oligarchica di tipo veneziano” (Sani, pp. 12-3). La nomina del vicario Pignatelli era perciò considerata abusiva dalla “Città”, che rivendicava il suo tradizionale diritto di assumere il governo in caso di assenza del re. Il Cuoco commenta con intelligenza: “Tra coloro che reggevano la Città alcuni pendevano per una oligarchia, la quale non avrebbe potuto sostenersi a fronte delle province, dove l’odio contro i baroni era la caratteristica comune di tutte le popolazioni; e, nello stato in cui trovavansi gli animi e le cose, volendo stabilirsi un’oligarchia, sarebbe stato necessario rinunciare alla feudalità” (V. Cuoco, p. 79). Nota bibliografica M. Battaglini, “La rivoluzione giacobina del 1799 a Napoli”, D’Anna, Firenze, 1973 B. Croce, “Storia del regno di Napoli”, Bari, Laterza, 1972 G. Cucciniello, “Politica e cultura negli Illuministi meridionali”, Principato, Milano, 1975 V. Cuoco, “Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799”, Laterza, Bari, 1976
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  6. Dopo le ultime richieste e risposte di certi post meglio parlare di cio che ci piace quindi come non postarvi questo Centesimo G.P.di Venezia con........ scivolamento di conio...... che le da una (quasi) data particolare 11849 isieme ad altre lettere in legenda. Una curiosità simpatica. Mi è scappato anche un sesterzio che se trovo vi posto la foto.
    2 punti
  7. Eppure ..... il metallo, il formato e il fatto che abbia i bordi rientranti, non mi distoglie dal fatto che sia un tappino; probabilmente un unguento e/o pozione che nulla aveva a che vedere con la teriaca e che si poteva trovare in botteghe differenti dalle spezierie. Io coinvolgerei i nostri specialisti e accreditati "Spicier" @apollonia @Spicier
    2 punti
  8. Ciao a tutti, qualche tempo fa vi avevo presentato un testone di Gregorio XIII per Avignone del quale avevamo chiacchierato insieme in questa discussione: Oggi mi ricollego a quella discussione per presentarvi l'ultimo testone arrivato in collezione nonché primo del 2020! Gregorio XIII (1572-1585), AVIGNONE, Testone (Munt 340). D/: Busto a sinistra, piviale rabescato + GREGORIVS. XIII. PONTI. MAX. 1578 R/: Stemma cardinalizio semiovale (Card. Carlo de Bourbon-Conti, legato) + CARO : CAR : D : BOURBON : LEGA : AVENIO T/: liscio Peso: 9.40 gr. Questo testone si differenzia rispetto a quello del 1575 (Munt 339) al D/ per la punteggiatura della legenda differente, per il busto del papa di foggia completamente diversa, ma soprattutto per l'anno che è il 1578 invece del 1575. In base alle ricerche da me effettuate, si tratta di una moneta della più esimia rarità. Infatti, è mancante dell'opera di Faustin Poey d'Avant - Monnaies Féodales de France - (come potete vedere nella foto relativa che riporto), manca anche nel Serafini ed è dichiarata "inedita" dal Muntoni. Non meno interessante è a mio avviso la sua storia collezionistica. Questo esemplare proviene infatti dall'asta Christie's del 2011 (ex coll. Calcagni, lotto 127), a sua volta indicata come ex Bourgey 1969. Questo stesso esemplare è poi passato alla NAC 81 (ex coll. DeFalco, lotto 403). È inoltre l'esemplare illustrato sul MIR. È per me una bella soddisfazione dopo anni aver rimesso assieme questi due testoni per Avignone che fanno la loro bella figura accoppiati sia sul catalogo NAC 81, sia sul MIR. Dalle mie ricerche non ho rilevato nessun altro esemplare analogo a questo. Curiosamente, i compilatori del catalogo NAC nella descrizione di questo pezzo, commettono un piccolo refuso riportando la data 1575 invece di 1578, pur classificandolo correttamente come Munt 340. In attesa di vostri pareri e integrazioni, Buona domenica Michele
    2 punti
  9. Buona sera, arrivato oggi questo soldino. E' la prima volta che me ne capita in mano uno. Così piccolo, leggero, quasi invisibile. Certamente chi ha creato il conio era un cesellatore straordinario. Non nascondo che ci sono rimasto un po' male e mi è scattato subito il pentimento, ma non me la sento di restituirlo. Va ben, basterà usare una lente più potente.........
    2 punti
  10. Ad un'eventuale guerra atomica sopravvivrebbero gli scarafaggi e le patacche Ergo spalma plasmon ?
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  11. solchetti ce ne sono, usura presente ( e non debolezza) sulla prima fascia dei capelli e sulla parte centrale della corona. meglio il rovescio ma, a mio avviso per dargli il +, bisognerebbe averla in mano. Perciò mi fermo allo SPL.
    2 punti
  12. A distanza di quasi quarant'anni, colpiscono ancora.... ma penso che colpiranno nei secoli a venire saluti TIBERIVS
    2 punti
  13. Buonasera a tutta la sezione. Alberto, per poter classificare i conii dei Tarì bisogna partire dal tipo "base" Che dovrebbe essere: D/ FERDINAN. IV SICILIAR. ET HIE. REX R/ INFANS 1798 A. P. HISPANIAR M. G. 20 Corona d'alloro con 9 bacche nella fronda di sinistra e 11 in quella di destra. Taglio con treccia in rilievo.
    2 punti
  14. Buonasera, Valens con GLORIA ROMANORVM H.
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  15. Per quel che può valere la mia esperienza da utente iscritto da 18 mesi, questa tipologia di utenti ci è sempre stata e ci sarà anche in futuro... Ultimamente la proliferazione di fantomatici articoli numismatici redatti da varie testate giornalistiche che invitavano a guardare nei propri cassetti alla ricerca di un possibile " tesoro nascosto ", può aver indotto ( anche se ritengo personalmente vi è una responsabilità più marcata ) all'iscrizione per la ricerca di informazioni... Quanto all'utilizzo delle buone maniere, in quest'epoca del " sempre connessi " ha generato nella società un'atteggiamento " mordi e fuggi " e senza il benchè minimo segno di umanità... Ma a me piace pensare che anche se le cose stanno così, qualcuno magari si ferma in questo spazio virtuale fatto di appassionati e gli viene la voglia di approfondire di più la questione... Comunque sia, W l'Italia, W il Forum
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  16. 20 anni sono troppi, ne ho ricevuto uno del 2022, ma già noto che c'e' qualcosa che proprio non mi torna… ... ma pensandoci bene dopotutto la zecca ci può anche stare, se la nostra dopo aver coniato le monete fosforescenti è andata in malora… ….ma la valuta mi preoccupa!
    2 punti
  17. Caro Michele, magnifico raggiungimento! Perché non consideri di pubblicare queste tue ricerche? Vi sono varie riviste che hanno bisogno di essere rivitalizzate da nuove esperienze, ambiti di interesse e "mani" nuove. Ne trarremmo beneficio un po' tutti e anche la numismatica pontificia che ha perso recentemente un po' di smalto ...
    2 punti
  18. Devo aprire un nuovo post per questo convegno perché nel precedente ho già raggiunto il limite per gli allegati. Reminder: vi aspettiamo come sempre tutti, cordusiani, lamonetani, numismatici tutti ! In realtà l'allegato si inserisce ma non riesco a inviarlo, benché nei limiti di grandezza. Vedrò di risolvere il problema, altrimenti inserirò a mano giorni e orari della manifestazione.
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  19. Oggi festeggio il mio genetliaco, il 27 gennaio di un anno fa mi iscrivevo al Forum. Non so perché ma ho ancora un ricordo nitido della prima risposta al post di presentazione: fu @dabbene (Mario), persona squisita e per bene con la quale ho avuto modo di confrontarmi tempo dopo su un'altra discussione che parlava di numismatica ma abbracciava altri temi seri e profondi e, se mai ce ne fosse stato bisogno, ho avuto conferma della bontà della sua persona. In ogni campo il confronto con persone più preparate e con più esperienza, che hanno lo stesso interesse, non può che fare bene per accrescere le proprie competenze e correggere errori che neppure si reputavano tali: così è successo, testimonio che questo forum, a differenza di altri, è frequentato da tanti conoscitori della numismatica e di tante branche della conoscenza che vi orbitano intorno: arte, storia, geografia, politica, addirittura metallurgia e fisica, fotografia e tecniche di restauro... Tutto questo ha contribuito in maniera notevole a far rinascere in me l'interesse per le monete, passione che, purtroppo, si era affievolita col tempo. Ecco, questo è quello che ho voluto condividere con voi della mia ancora giovane esperienza qui. Mi faccio tanti auguri! Giovanni
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  20. Buonasera a tutta la sezione. @demonetis, come promesso condivido in questa discussione le foto del falso d'epoca del Carlino 1794.
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  21. Si anche il valore,la doppia coda del leone e il bordo è smussato e credo che lo spessore sia inferiore ai normali centesimi,devo controllare ma al tatto risulta molto fine e dovrebbe essere in alta conservazione non vorrei azzardare ma se non FDC molto vicino
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  22. 1 punto
  23. 1 punto
  24. Mi compiaccio, ogni nuovo studente (qui lo siamo in molti me compreso) è il benvenuto. Cordiali saluti H.
    1 punto
  25. MEDAGLIA DELLO STATO DELLA CITTA' DEL VATICANO: “SINODO EPISCOPALE DELL'AMAZZONIA” Anno: VII - 2019. Metallo: Argento 986/1000 Diametro 44 Peso: 40 gr Artista: Orietta Rossi Tiratura 2000 esemplari in argento, 30 in oro e 2500 in bronzo. Il trittico è di 30 cofanetti. Dritto: Stemma di Papa Francesco Rovescio: Popoli Indios dell'Amazzonia che si abbeverano ad una patena, e prendono l'ostia. La scena è raffigurata entro un nastro che avvolge il tutto, e che raffigura il fiume (Rio delle Amazzoni). Sopra una colomba che raffigura lo Spirito Santo, che regge questo nastro avvolgente. La frase "Et vidit Deus quod esset bonum", ovvero: "E Dio vide quel che aveva fatto, ed era cosa buona", è tratto dalla Genesi 1,31. la medaglia annuale in questione è moderna, anzi, attuale, ma è artisticamente parlando molto bella.
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  26. Ciao, è stata postata poco sopra (post #483)
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  27. L’uccello (a volte identificato come un tordo) è in piedi sui trioboli e su alcuni dioboli di Sibari, mentre su questo diobolo è “sitzt”, cioè seduto. L'esemplare è già stato presentato alla Hirsch Auktion 348 dell’8 maggio 2019 con prezzo di partenza 240 EUR ed è rimasto invenduto.
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  28. Ciao Mario Molto intrigante .... personalmente ho pensato subito ad un tappo in piombo che chiudeva i bussoletti di teriaca, magari da ricondurre alla speziaria San Marco che aveva come immagine un leone "andante"; cercando di interpretare la legenda mi sono invece ricreduto, perché non ho rilevato alcun vocabolo che generalmente si trova su questi manufatti. Non leggo Teriaca o Triaca Fina, Spetiaria, San Marco, Venezia ..... leggo invece ANTO ° GRECO .... Ho provato ad effettuare una veloce scorsa nella discussione che riguarda la teriaca, purtroppo tantissime immagini caricate con Tinypic, si sono perse. Che sia un tappino di teriaca prodotta altrove, fuori Venezia? saluti luciano Giusto .... ANT ° GRECO
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  29. eccomi di ritorno dal lavoro...bene @okt. ieri ho passato almeno 2.000 immagini e se penso che bastava inserire lagobolon pan, ( la virgolaaa) mi sarebbe apparsa la monete dopo solo 20 immagini.....vabbe'. complimenti @King John e @paparoupa
    1 punto
  30. Migliorare la foto con PH non è sempre la soluzione migliore, sarebbe più utile una nuova foto con illuminazione adeguata, comunque al D/ segno di leggera circolazione sul collo ( prima non visibile) un colpetto sulla fronte e riga sul collo, direi SPL+ saluti TIBERIVS
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  31. Veramente una gran bella mezza lira! ? Nonostante sia uno dei pezzi più “comuni” del periodo murattiano, non è assolutamente facile da trovare in alta conservazione. Complimenti Rocco! ?
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  32. Un attraente Hekte in elettro di Focea di Ionia, di bel stile arcaico . Passerà a giorni in asta Num.Naumann 86 al lotto 192 .
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  33. anche questa moneta impossibile da identificare mi è stata segnalata dal mio amico @paparoupa even this impossible to identify coin was pointed out to me by my friend @paparoupa
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  34. https://www.acsearch.info/search.html?id=296760
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  35. Grazie @domenico.mura, adesso è molto più chiaro. In effetti un segno è presente, non so se significativo in quanto altri segni sono presenti sulla moneta. Ho archiviato comunque l'immagine.
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  36. Ovviamente ringrazio anche @ciosky68, per il quale faccio il tifo. Saluti Alberto
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  37. Chi dorme non piglia pesci (e neanche lepri). ?
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  38. Ciao Rocco mostraci il rovescio, è la stessa postata in precedenza? Da questa foto si nota anche la P davanti la fronte.
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  39. Ciao Giovanni, io invece lo riscontro su un mio 6 Tornesi 1800 AP, Stessa incussione e nella stessa posizione, che abbiano usato questo punzone del dritto per il millesimo successivo? Anche se con diversa impostazione di lettere in legenda?
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  40. Si intravvede.... ...TIUS
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  41. Costante o Costanzo II con al rovescio la fenice su pira e legenda FEL TEMP REPARATIO. Arka Diligite iustitiam
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  42. Concordo pienamente con quanto dici! Personalmente, il forum mi ha avvicinato molto al mondo della numismatica e ritengo anche che mi abbia fornito una base importante di conoscenze. Per questa ragione, quando possibile, cerco di fornire un aiuto ai nuovi arrivati. Vedere, però, la stragrande maggioranza svanire misteriosamente oppure limitarsi a quell'unica domanda, senza muovere altri passi, lascia un certo amaro in bocca...
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  43. E vabbe' lasciamo stare i tondelli...ma quel Cabernet del 2012, invecchiato in barrique 5 anni, ne vogliamo parlare? Complimenti davvero agli organizzatori di questo buon convegno, periodo nevralgico per la numismatica? Non penso, buona affluenza, giravano anche dei giovani collezionisti, e le trattative si sono viste.. anche Quelli del Cordusio han fatto la loro bella figura. Se son rose fioriranno.....cosi si diceva? giusto ? Roberto
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  44. Gent.mo Rex Neap, dopo aver capito che sei ( scusa ma mi permetto di usare il tu ) l'Autore dell'ormai famoso Manuale, volevo Complimentarmi con Te perchè hai svolto un lavoro veramente "titanico". Mi posso immaginare le ore che avrai passato per mettere a punto un libro che è diventato il punto di riferimento per tutti i collezionisti e/o studiosi della Monetazione Borbonica. Sono d'accordo con il tuo consiglio, soprattutto per questa tipologia di collezione che, grazie alle Varianti è veramente molto ampia ed ancora "in divenire". Per il collezionista "normale" come posso essere io, è una "dritta" da seguire assolutamente, lasciando agli esperti la collezione per varianti. Ti ringrazio e ti invio un caro saluto, Beppe
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  45. 1 punto
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