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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/01/20 in tutte le aree

  1. Carissimi @giuseppe ballauri, @Litra68 e @ART, ho letto con coinvolgimento le storie che avete condiviso con noi. Certamente le vostre monete raccontano, ma voi sapete Ascoltarle (la A maiuscola e' voluta) e con i vostri scritti dare loro nuova vita. Le mie monete non hanno nulla di interessante da raccontare, ma leggendo le vostre parole appassionate, la voglia di raccontare è venuta a me. Questa e' la storia di Mino e oggi è il suo compleanno. Buon anno a tutti e buona lettura (spero!). Stilicho LA STORIA DI MINO Ciao, mi chiamo Centesimino, ma per chi mi conosce sono Mino. E questa è la mia storia. Ricordo bene quando nacqui, dopo una lunga ed estenuante attesa. La definisco tale perché per noi monete non vale la regola della gestazione di nove mesi come per gli esseri umani. Dunque, era il primo gennaio del 2002 e in Italia vi era un grande fermento. Sappiamo bene come vanno le cose qui da noi: tutte le novità sono accolte sempre con accese e snervanti discussioni. E questo fatto non fece eccezione. Io ero l’ultimo di otto fratelli, il più piccolo della coniata. Avevo una bella maglietta di colore ramato con un grosso “1” sul davanti e un bel castello turrito sul dietro. Ne andavo fiero: “Ma che bel castello marcondirondirondello! ”, cantavo felice. Ma poi scoprii che un altro mio fratello (il primogenito, quindi, giocoforza, il più autorevole) aveva un grande “1” sulla maglietta. E la sua era anche tutta bella luccicante, di colore oro e argento. Guardai meglio: sulla mia, rispetto alla sua, c’era scritto “cent”….. “Vuoi vedere che sono fake?”, come dicono i giovani d’oggi. Fortunatamente però scoprii che non era così. È che ero il più piccolo e dovevo pagarne lo scotto. E basta. Il mio primo giretto lo feci nel portafoglio di un giovane di belle speranze, un euroconvinto della prima ora. Costui decise di mettermi subito alla prova. Entrammo in un bar, l’unico aperto in quel paesone di provincia di 7000 anime, in quel giorno speciale di Capodanno. Ordinò un caffè. Lo bevve velocemente (già lo voleva ristretto, figuratevi…), neanche lo assaporò come faceva di solito, dopo averne aspirato l’aroma caldo e avvolgente. Infatti, già pregustava il momento in cui avrebbe dovuto pagare. Facevano 0.83 centesimi. Sentii lui che, con fare incerto, frugava nel taschino del portafogli mettendomi in agitazione. Con movimenti impacciati mi mise sul palmo della mano insieme ad altri miei fratelli e mi consegnò al barista che, dopo aver contato come fa un bambino che impara le operazioni, salutò con ampio e compiacente sorriso. “Benvenuto al mondo”, mi dissi. Cominciò così la mia avventura. Non fu facile. Passavo rapidamente da una mano ad un portafogli, da una cassa ad una tasca. Dopo un iniziale entusiasmo mi resi amaramente conto (a differenza dei miei fratelli più grandi) di non essere ben accetto. Gli italiani, abituati alle mie antenate Lire (tutte belle corpose e dai grandi tagli, ) cominciarono a guardarmi con sguardo sospettoso. Sentivo tutti dire che erano già stufi di questi piccolini che riempivano solo le tasche e i portafogli di inutile ferraglia. Con il tempo scoprii però che la mia famiglia era in realtà molto più grande di quanto pensassi. Infatti, avevo tanti cugini in giro per l’Europa. Avevano tutti la mia stessa maglietta (quella con l’”1”, per intenderci), ma con dietro un disegno diverso. Ma io andavo fiero del mio castello, solido, incrollabile, proprio come mi sentivo io. Era un po’ un paradosso: un castello enorme per un soldino piccolo. In Europa viaggiavo liberamente, non occorrevano controlli doganali o permessi di soggiorno. In Europa, anzi, le cose andavano meglio: mi maneggiavano con più disinvoltura, senza grossi impacci. In Germania erano tutti felici di avermi tra le mani. Nei loro portafogli, a differenza di quelli degli Italiani, scoprii che c’era anche il fior fiore della nobiltà, ovvero i pezzi grossi, tutti vestiti in livree eleganti e colorate. Una volta, nel mio viaggiare, finii in Grecia. Anche i greci erano un po' come gli italiani (forse addirittura peggio). Anzi, loro erano proprio arrabbiati (per usare un eufemismo). La nobiltà era decaduta, loro si erano impoveriti e minacciavano di uscire dall’euro. Che ne sarebbe stato di loro? Che ne sarebbe stato di noi? Poi fortunatamente (?) intervenne la Germania e tutto si risolse. Della Grecia, guarda caso, non si parlò più. Per ovvi motivi ho viaggiato spesso in Italia. È il mio paese, qui sono nato. Ma proprio qui per me la vita è diventata assai complicata. Ormai nessuno ci vuole più, noi piccolini. Non si tratta più di essere stufi. Ormai siamo considerati un vero e proprio impiccio. Anche in nostri fratelli “2” se la passano male, esattamente come noi. A stento vengono accettati i “5”, ma loro per ora sono ancora fortunati e la svangano. Tutti i prezzi vengono ormai arrotondati (ovviamente verso l’alto). Quando qualcuno ci presenta ad un commerciante per pagare qualcosa veniamo sistematicamente accolti con una smorfia di disgusto. Anche le banche non ci vogliono più: i cassieri hanno i capelli dritti quando ci vedono arrivare tutti insieme (hai voglia a contarci!). Talvolta facciamo bella vista in una boccia di vetro con su scritto “offerte per i poveri”. Ma cosa se ne faranno i poveri di noi piccolini….mah…. Ora si sa, la natalità in Europa è in calo e con le nuove disposizioni stabilite dai soloni della politica da oggi in poi non si conieranno più nuovi fratelli “1” e “2”. Noi siamo già troppi e di troppo. Piccoli e pure rompi-balle (altro eufemismo). Che ne sarà di noi? Inoltre, in Italia ci sono alcuni politici che ci vorrebbero addirittura cacciare fuori tutti: non solo noi piccoli, ma anche i più grandi e i nobili pezzi grossi. Come finirà? Mala tempora currunt… Ma torniamo alla mia storia. Ieri mi trovavo su una strada affollata del centro di una piccola cittadina, in una gelida e piovosa giornata di inverno, da solo. Volevo parlare con qualcuno, ma non potevo. Tutti mi calpestavano o mi ignoravano, nessuno mi raccoglieva. La mia maglietta ramata con il suo bell’1 davanti era tutta sporca, un po’ logora in alcuni punti. Mi ha preso la disperazione, avrei voluto piangere. Davvero valgo così poco? È passato il giorno ed è passata una lunga notte, durante la quale ho pensato e ripensato alla mia amara sorte. Che brutta fine mi si stava prospettando! Rischiavo di finire addirittura in un tombino o in una delle tante buche dell’asfalto causate dalla pioggia incessante o in un angolino sporco e buio. Per mia fortuna però oggi, su quella strada è passato un bambino. Quando io sono nato lui non esisteva ancora, pensate. Andava a scuola, spensierato come si può ancora fare a quella età, con passo svelto e deciso, ma con lo sguardo vivido e attento. Ad un tratto un flebile raggio di sole di quel livido mattino mi ha colpito. Il bambino mi ha visto, piccolo e solo sull’asfalto sporco e bagnato. Mi ha raccolto con le sue dita sottili e calde, mi ha girato e rigirato sul palmo della sua mano e poi, con un rapido e deciso movimento, mi ha messo in tasca. Ora ho smesso finalmente di girare; me ne sto al calduccio, in questa bella casetta di legno e velluto rosso, accanto ai miei cugini “1” d’Europa, i coscritti del 2002. Non sento più lamentele, imprecazioni, proteste. Non mi sento più solo. Ma soprattutto sento su di me lo guardo attento e amorevole del mio nuovo amico. È iniziata una nuova avventura, una nuova vita.
    7 punti
  2. Auguro che il 2020 porti a tutti i serenissimi una saccoccia di monete veneziane, scudi, zecchini, bagattini, quattrini, bianchi, giustine, quartaroli, torneselli, Bezzi, ducatelli, talleri, denari, gazzette, lirette, soldino, ecc... Se ne ho dimenticata qualcuna aggiungetela Voi. ? Felice Anno Nuovo a tutti!!! Arka Diligite iustitiam
    6 punti
  3. Ciao @Hirpini a te e a tutti gli amici lamonetiani invio i miei migliori auguri di Buon Anno. PizzaMargherita.
    4 punti
  4. Questa e’ una discussione che mi emoziona perché vedo qualcosa che ho cercato di trasmettere negli anni soprattutto qui su Lamoneta ma poi un po’ dovunque. Dal primo post ho pensato che la moneta fosse indubbiamente un aspetto tecnico, economico, storico ma che dietro alle monete ci fossero e ci sono degli uomini. E non può che essere così, le monete sono fatte da uomini, concepite da uomini, sono state utilizzate da uomini, sono studiate e collezionate da uomini e quindi l’uomo non può col suo io, con le sue emozioni, la sua passione, il suo partecipare e condividere, non essere considerato in numismatica ma anche su mezzi comunicativi come questo. E sempre parlai qui di emozioni, di fatti, di storie reali connesse al mondo Numismatico, uno spazio delle riflessioni, nel 2012 divenne una raccolta semplice di tutti i post fatti fino a quel periodo che trovate sul web, nella nostra biblioteca o nella mia pagina di Accademia.edu, furono stampate anche un po’ di copie in cartaceo da regalare come sempre ho fatto con tutto per divulgare, seguirono post più impegnativi e fortunati che furono poi pubblicati anche in un mio libro, poi abbandonai un po’ perché sono passati 11 anni e ho scritto tanto, veramente tanto, molto amici oggi non sono più sul forum e hanno abbandonato o vengono qui poco, alcuni non gradiscono questi spazi emozionali e interiori, credo che sbaglino, comunque vi seguo, vi leggo e apprezzo quanto scrivete, tenete alto quanto l’uomo sia importante in ogni ambito della vita, non può che essere così, quindi lasciate correre le emozioni e scrivete, sognate, estrinsecate divulgando questo mondo bellissimo qui o dove riterrete opportuno ! https://www.academia.edu/37481488/ONDE_NUMISMATICHE https://independent.academia.edu/MLimido Qui, per chi interessato al genere, trovate oltre Onde Numismatiche, altro tipo la “ la fine e’ il mio inizio “ o “ lupo solitario e stella nascente “ ...d’altronde chi e’ qui da pochi anni non può averli letti o seguiti ...Lamoneta ormai e’ uno scrigno dove puoi trovare di tutto e che e’ giusto non dimenticare e ogni tanto ricordare ...
    3 punti
  5. Non Vi sfugge nulla! ? Arka Diligite iustitiam e salvate il collezionismo!
    3 punti
  6. Vorrei condividere con voi l'ultima entrata in collezione in quest'anno che sta x finire. Arrivata stamattina.... Attendo vostri commenti e giudizi, e approfitto per rivogere a voi tutti i miei più sinceri auguri di Buon Anno ?
    2 punti
  7. Auguri di Buon 2020 all'Insegna della Pace, del Rispetto, della Serenità, della Condivisione e della Collaborazione a Me e a Te, ai Miei Cari e ai Tuoi Cari e a Tutti i Lamonetiani e a Tutta la Terra.
    2 punti
  8. Ciao @pizzamargherita, cari AUGURI a te, a @santone, a @gioal, a @tiziano.goffi e a tutti gli amici lamonetiani vicini e lontani !!! Arcangelo
    2 punti
  9. @Stilicho , il tuo racconto con la moneta "vivente" mi ricorda quelle scritte da me con protagoniste le banconote (qui ai post #1, #6 e #12, per chi volesse dare un'occhiata https://www.lamoneta.it/topic/166568-strane-banconote/ ), di cui il secondo è diventato il prologo di una storia più lunga che ho scritto, dove ci sono anche le monete... e dei centesimi che protestano per il disprezzo nei loro confronti da parte di molti. Comunque io li adoro, mi sono utilissimi per le macchinette del caffè a lavoro, che prendono anche gli 1 e i 2 P.S. Questo in realtà non se lo sognavano nemmeno perchè sapevano benissimo che fine avrebbero fatto tornando alla dracma in simili condizioni. Si tenevano stretti i loro centesimi ?
    2 punti
  10. A tal proposito può essere utile far riferimento alla pubblicazione in collegamento: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/docs/le_monete_di_luni.pdf Dalla lettura e dal confronto degli esemplari rappresentati non può sfuggire il fatto che il rovescio di tutti gli esemplari presenti nel pdf è caratterizzato dall'abbreviazione della scritta BASILIANAE in nesso, in cui si possono riconoscere le lettere B A L I A N E. Nell'esemplare oggetto della discussione le lettere del verso sono nettamente separate e tratteggiate con stile e caratteri decisamente differenti (stesso discorso per stile forma della scritta del dritto). Per concludere, pur non conoscendo la monetazione di Luni, temo ci siano diversi indizi che portano a dubitare di questo esemplare. Ciao Mario
    2 punti
  11. Confidiamo allora pure nell’arrivo di grossi e mezzanini Buon 2020 carissimi!!!
    2 punti
  12. E sesini, possibilmente contromarcati!
    2 punti
  13. Il Centro Studi Storico Archeologici del Gargano e l’associazione culturale Paleotech organizzano la prima giornata di studi nel Museo Civico di Mattinata: “Monete dei santi, monete dei vivi, monete dei morti”. La moneta ha avuto da sempre molteplici funzioni, è stata presente in ogni momento della vita (e anche del dopo-vita) degli uomini come strumento di scambio, mezzo privilegiato per la trasmissione di messaggi propagandistici, politico-religiosi, oggetto funzionale o simbolico da portare con sé nella sepoltura. L'analisi di queste molteplici funzioni sarà effettuata mediante il contributo di studiosi di diverse Università italiane, che presenteranno diversi casi di studio, con un'attenzione particolare ad esempi propri dell'ambito garganico e sipontino in età medievale. Inizierà i lavori Gianluca Mandatori della Sapienza Università di Roma, che si soffermerà sull’evoluzione della Vittoria alata, offrendo un excursus sul tipo monetale e cercando di definire quale fu il punto di passaggio in cui la Vittoria, ormai affiancata dai simboli cristiani, iniziò a essere identificata con un Angelo. Domenico Luciano Moretti, del Centro Studi Storico Archeologici del Gargano, parlerà sulla circolazione monetaria in età medievale sul Gargano proprio grazie ai regesti dell’abbazia di San Leonardo in Lama Volara a Siponto, giunti sino a noi grazie all’edizione del 1913 del Camobreco. Infine, Giuseppe Sarcinelli dell’Università del Salento, ci farà conoscere l’esito degli studi su alcune sepolture, di probabili pellegrini, ritrovate proprio a San Leonardo di Siponto. La giornata verrà introdotta da Michele Coppolecchia, presidente dell’associazione culturale Paleotech, che attualmente ha la gestione del Museo Civico di Mattinata. L’evento è patrocinato dall’Università degli Studi del Salento, dall’Ente Parco Nazionale del Gargano, dal Comune di Mattinata e dalla Società Numismatica Italiana.
    2 punti
  14. Arrivo tardi x gli auguri di buon Natale ma sono ancora in tempo per augurare a tutti voi un super 2020. E vorrei anche cogliere l'occasione per ringraziarvi tutti di aver condiviso con me, nuovo del forum da quest'anno, la vostra passione e competenza. È stata una svolta per me essermi iscritto a questo forum, qui ho trovato quello che fino ad oggi mi era mancato: il confronto con altri appassionati. Grazie a voi collezionare per me non è più un'attività solitaria. Non posso quindi che augurare a tutti noi un nuovo anno pieno si di banconote ma anche, e soprattutto, di scoperte e discussioni interessanti. Grazie di cuore!
    2 punti
  15. CICCI' ED IL REGALO DI NATALE PREMESSA: Ciccì era cambiato. Quell'uomo elegante, con i baffetti da sparviero, i capelli neri ed impomatati con la Brillantina Linetti, era improvvisamente invecchiato e sembrava un clochard. Barba di una settimana, capelli arruffati e quel sentore di Acqua di Colonia sostituiti da effluvi di sudore non proprio gradevoli. Nel quartiere tutti sapevano il motivo e cercavano di aiutarlo perchè era veramente una brava persona: chi lo invitava a pranzo, chi gli lavava la biancheria, chi cercava di distogliere quegli occhi fissi e lontani con battute spiritose. La luce si era spenta qualche mese prima, quando aveva trovato l'anziana Netina, governante, nonna e mamma adottiva, riversa sul letto, con il rosario in mano e gli occhi cerulei e spenti rivolti al cielo. L'arrivo di Rosita, che aveva affittato l'alloggio della povera Netina, ebbe lo stesso effetto della mitica “Bocca di Rosa” nel paesino di Sant'Ilario. Era lo stereotipo della vera spagnola: capelli lunghi e scuri, formosa e piena di vita, dotata anche di una simpatia debordante. Naturalmente tutte le donne del vicinato diventarono sue nemiche irriducibili e le voci, dapprima sussurri, divennero un fiume in piena. L'attività ufficiale di Rosita era quella di cuoca in una trattoria della zona, quella a tempo perso sarta, quella notturna era avere un certo movimento di uomini nella sua abitazione... Fumava con eleganza e assiduamente sigarette americane “Astor” e quindi era sovente nella nostra Tabaccheria, allietando con la propria “verve” i vari clienti che, con la scusa di dover compilare la schedina del Totocalcio, erano ormai diventati stanziali e aspettavano sempre la sua apparizione. Mia mamma comprese che la Rosita si stava “allargando” perchè sovente portava dei piatti prelibati e chiamava mio padre “Baffetto”. Risultato: piatti prelibati nell'immondizia e mio padre relegato nel retrobottega non appena la Rosita usciva di casa. Per Ciccì, la Rosita fu il miglior ricostituente. Ritornò più vivo e splendente di prima. Si era innamorato pazzamente. Nonostante i vari tentativi di “farlo ragionare”, niente da fare, Ciccì era un caso disperato, in quanto aveva deciso di fidanzarsi con Rosita. Il periodo era favorevole, mancava poco al Natale...quindi era inevitabile una puntata nell'Orificeria di “Rotella” per comperare un anello. “Rotella” era un numismatico, chiamato così perchè se gli portavi un orologio da riparare, lo guardava con la lente, lo scuoteva e invariabilmente diceva: “ Si è rotta una rotella!” Mio padre gli aveva spiegato il “caso umano” e gli aveva riferito che Ciccì ultimamente collezionava marenghi e quindi...tutto era pronto. Primo vassoio con anelli con diamante, secondo vassoio anelli con zirconi. Ciccì era completamente nel pallone. Quelli con diamante troppo cari, quelli con zirconi troppo da poveracci. “Rotella” tirò su il sopracciglio e fece un cenno a mio padre: “Poca roba, qualche moneta, qualche MARENGO (alzando la voce)...vieni nel retro! “ Ciccì abboccò come una trota all'amo. Nel vassoio vi era un florilegio di marenghi, tra i quali uno molto bello di Carlo Felice. Nella mente di Ciccì qualcosa si sbloccò. Comperò il Carlo Felice e poi...essendo quasi in bolletta, l'anello con lo zircone! Rosita non prese molto bene il regalino, il fidanzamento andò a monte e Ciccì ritornò in depressione. EPILOGO: Poco tempo dopo Ciccì, che era molto scaramantico, disse a mio papà che la moneta gli portava sfortuna e che se la voleva, gliela la cedeva al prezzo di costo. Conservava i marenghi a mollo in un vasetto di ceramica con fiori di plastica. Era un'altarino con alle spalle l'effige della Madonna, talismano adatto ( diceva lui) a tenere alla larga i ladri. E' cosi che la moneta è finita nella raccolta di famiglia. La Rosita sparì improvvisamente nottetempo. Qualcuno disse che aveva fatto innamorare un imprenditore che la portò con lui in una villa sul Lago di Como, altri che aveva perso la testa per un saltimbanco del Circo che sostò qualche giorno nel nostro Paese. Sicuramente lasciò molti rimpianti in quelle persone che mai avevano pensato di trovare “il Paradiso al primo piano” e grandi sospiri di sollievo “delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso “. ( Grande Faber un modesto tributo nel ventennale della tua morte, da chi ti ha amato e ti considera il più grande poeta dei nostri giorni ) Questa è la moneta: Buon Anno a Tutti!
    2 punti
  16. LA CASSAFORTE INVIOLABILE PREMESSA: è una storia famigliare che mi ha insegnato molte cose. Che bisogna badare più agli affetti che alle cose e che siamo dei granelli di sabbia sulla spiaggia e non sai mai dove ti porterà il vento. Lo chiamavano “Bugher”, né lui né i famigliari hanno mai saputo il perchè, forse era un suono onomatopeico che ricordava il ringhio dei mastini. Alto, tutto nervi, occhi a spillo penetranti che qualche volta diventavano cattivi, naso a punta e un modo di atteggiarsi brusco fino al limite dell'arroganza. Era fratello di mia nonna Assunta e nella vita ne avevano passati di tutti i colori. Mezzadri in una grande cascina di proprietà di un Marchese, pativano la fame, anche perchè ad inizio Novecento si diffuse la Filossera, un insetto che distruggeva le viti. Bugher aveva appreso che l'innesto della vite americana poteva salvare le viti autoctone e quindi, raccolti i pochi risparmi, si imbarcò per l'America. Dopo un lungo peregrinare, arrivò in California, dove grazie al commercio dei vitigni americani ( refrattari a questa malattia ), divenne ricchissimo. Però era solo e sentiva la nostalgia delle sue colline. Ritornò accolto dalla Banda del Paese, sia perchè aveva salvato i vitigni delle Langhe, sia perchè, un uomo ricco deve essere sempre blandito... Le prime cose che fece fu comperare tutta la Tenuta del Marchese e chiedere al Sindaco quale fosse la più bella ragazza del posto. Naturalmente la sposò e l'unione fu allietata dalla nascita di due figli: Gepìn ( che ho già ricordato in una storia precedente ) e Gilda. Però i soldi non comprano tutto, soprattutto gli affetti. Bugher girava in Paese con una macchina americana con le pinne sul retro, cappello da Texano e continuava a fare affari come commerciante di vini...intanto i soldi davano alla testa ai figli. Aveva fatto installare in cantina una cassaforte enorme, perchè aveva sempre bisogno di liquidità per i suoi affari. Nel frattempo, in famiglia il clima era sempre più teso: i due figli erano in aperto conflitto su ogni minima cosa. Gepìn si sposò, lasciò la casa di famiglia e rilevò l'azienda dello suocero. Gilda invece continuò a lavorare con il padre nel campo dei vini, sempre acida ed in conflitto con il fratello. Bugher morì ad inizio anni '60. All'apertura del testamento si scoprì che il Padre aveva lasciato quasi tutto al figlio maschio. Cominciò un contenzioso legale durato decenni, con tutte le proprietà poste sotto sequestro e soprattutto la cassaforte con i sigilli. La moglie di Bugher diceva che era strapiena di soldi perchè dovevano fare un grande affare in quei giorni. Finalmente ad inizio anni '90 (!), ci fu un accordo e si aprì la cassaforte. Conteneva 66 milioni di Banconote ( inizio anni '60 erauna cifra notevole). Tutte inservibili perchè ormai "fuori corso". EPILOGO: Mio padre arrivò dal cugino Gepìn prima che, in un impeto di rabbia, desse inizio al grande falò delle Banconote ormai inutili. Cercò di “ragionarlo” in tutti i modi, dicendo che potevano avere qualche valore. Niente da fare. Prima che Gepìn andasse a prendere la benzina, arraffò qualche manciata di banconote e le mise in tasca. Poi cominciò lo scempio: si levarono delle alte fiamme e un fumo spesso che avvolse tutto e soprattutto l'egoismo e l'avidità degli attori di questa commedia umana. Ciao Beppe ( scusate la lunghezza ed un po' di poesia! ) P.S: non so quali sono le Banconote arraffate da mio padre e la collezione di Banconote di famiglia devo ancora catalogarla, quindi posto due tipologie che potrebbero essere coerenti. Chiedo aiuto agli esperti quale tipologia di taglio alto fosse usata fine anni '50 - inizio '60. Dal web ho scelto queste:
    2 punti
  17. Cari Amici del Forum, in queste giornate uggiose, sto mettendo un po' di ordine alle mie monete ed affiorano i ricordi del passato. La moneta che posterò è modesta, non è un FDC, ma ha una storia, come la maggior parte di quelle che abbiamo in collezione e quando le riprendiamo in mano, si risvegliano, prendono vita e ti raccontano qualcosa. E questa ha una storia “simpatica”... il titolo potrebbe essere “ Ciccì e la Moneta Scomparsa”. Premessa: Ciccì era il Barbiere Siciliano appassionato di monete, grande amico di mio padre, fonte inesauribile di aneddoti, che ho già ricordato ( vedi il post # 10 “L. 5 1911 La Cenerentola degli Scudi ?” ). Ciccì il Barbiere arrivò alla Stazione una Domenica di Agosto, di ritorno dalle Ferie passate dai parenti in Sicilia. Giorno con caldo infernale, di quelli che l'aria sembra liquida, l'asfalto un mare di pece e nessuno che si azzarda a scendere in strada. Poveraccio, aveva viaggiato tre giorni su un treno “Accellerato” che fermava anche in piena campagna, perchè allora, anche le più piccole Frazioni avevano la Stazione. Eppure, era come sempre impeccabile: giacca e cravatta, capelli impomatati, baffetti “da sparviero” ed un sentore di Colonia che si era ormai impregnato sulla pelle. Mio padre era andato a prenderlo alla Stazione con uno scooter “Iso Moto”, residuato post bellico, lontano parente della Vespa, che quando doveva affrontare una salita, ansimava come una vecchia asmatica. Ciccì già dal predellino del treno si sbracciava: “ Cesco !( così tutti chiamavano mio padre ) Grandi acquisti e... una “ monetazza” pee tte... che ti piacerà !!” . Portato a casa, Ciccì disse: “ Adesso metto a posto le monete “bedde, bedde”, ma veramente “ 'nu bigiù” e domani vieni a prendere “ 'a monetazza!”. Con la curiosità del collezionista, mio padre “Cesco”, il mattino dopo si precipitò nel negozio e Ciccì, lasciando qualche barba e tagli dei capelli a metà, lo portò al piano sopra dove abitava, a vedere le monete. I suoi monetieri erano gli armadi dove teneva gli asciugamani per il negozio, la sua biancheria e i suoi vestiti, in ordine casuale e sparso, ma incredibilmente preciso ( per lui ! ). Però la “monetazza” per mio padre era incredibilmente sparita! Dopo aver aperto e svuotato tutti i cassetti, non si trovava. Affranto, si accasciò sul letto quasi piangente: “ E' colpa della Netina ( la donna delle pulizie ). Stamattina, l'ha vista, mi ha guardato storto e mi ha detto che è una cosa indecente.. con tutti quei cosi lì...fuori ed in bella vista! ! Chissà dove è finita! “ Il giorno dopo Ciccì, entrò ringalluzzito ne nostro negozio ( i miei avevano una Tabaccheria ? “ Cesco !! Guarda! “. Il malloppo che portava era inequivocabile: un paio di mutande di lana, di quelle con lo “sportello” ben ripiegate, ma di un giallo intenso “ di lana vecchia” ,pulite ma che non ispiravano molto...mia mamma inorridita si ritirò velocemente nel retrobotega. Con tocco d'artista le dispiegò sul bancone e tirò fuori la moneta dallo “sportello delle mutande”. Era un 20 L. LITTORE DEL 1927. : “ Cesco... nun la fa vedere a tuo figlio Beppino, che... è studioso, c'ha la faccia da Vescovo... quello diventa proprio un Vescovo! Assicurato! “ P.S: Non ho mai intrapreso la carriera ecclesiastica e non sono diventato Vescovo, la moneta però l'ho tenuta ed è quella che vedete in foto. Mi piacerebbe sentire qualche storia da Voi, a prescindere dal valore e dalla conservazione della moneta, perchè, questo umile tondello di metallo, se lo tenete in mano, racconta... Ciao Beppe
    1 punto
  18. Buone feste a tutti i "venetici" e non ed alle loro famiglie; auguro tanta salute e felicità con l'accompagnamento - come di consueto - della splendita musica del Rondò veneziano. Luciano
    1 punto
  19. Bella moneta, concordo con chi mi ha preceduto, spl e si vedono dei segnetti.
    1 punto
  20. Particolarmente interessante e molto ben fatto e scritto il lavoro di Simone Ascenzi su Luigi Giorgi, operante a Tientsin e omonimo del più famoso "Raffaele Evaristo Luigi Giorgi", incisore del Regno d'Italia. A tale articolo è giustamente dedicata la copertina di Panorama Numismatico. Simone è una colonna di lamoneta.it, ed il lavoro qui pubblicato è stato indotto dal nipote dell'incisore (Alessandro Canossi, che proprio per dare il giusto riconoscimento al nonno si era registrato), sviluppandosi sul forum che viene opportunamente citato.
    1 punto
  21. Grazie gentilissimo come sempre
    1 punto
  22. Ciao @ART, ho letto con molto interesse i tuoi racconti contenuti nella discussione che hai allegato e che sinceramente mi ero perso. MI sono piaciuti molto, in particolare quello che parla dell'amore tra Christy e Megan che ho trovato assai originale. Mi ha molto colpito anche quello del dialogo tra le due banconote, in particolare per il ritmo serrato, quasi da scena teatrale come qualcuno ha sottolineato. Quanto allo stile di scrittura, complimenti davvero! Da come leggo ti piace scrivere e devo dire che ti riesce bene. Quanto ai soggetti, in effetti, noto alcune somiglianze con il mio racconto: abbiamo avuto la stessa ispirazione. Quanto ai distributori di bevande che accettano 1 e 2 centesimi, devo dire che sei fortunato: a me non e' mai capitato Infine, quanto hai detto a proposito della Grecia e' vero, ma a me e' venuto bene così. Grazie aver risposto. Buona serata e ancora Buon Anno da Stilicho
    1 punto
  23. O forse è il primo scherzone del 2020?
    1 punto
  24. Caro Rocco, se hai fatto innamorare un Sabaudo come il sottoscritto, vedrai quanti discepoli avrai nel 2020! Grazie e continua così! Se mi permetti, il mio consiglio è questo. In 6 mesi di iscrizione al Forum ho visto ( grazie a Te soprattutto, ed a altri esperti del settore ) un vero florilegio di monete bellissime, varianti non ancora catalogate ed interessantissime. Pubblicare un libro è molto difficile perchè necessita di qualche sponsor ( difficili da trovare in quanto la Numismatica è un settore di nicchia) in considerazione della spesa non indifferente. Perchè a questo punto non riunire, catalogare i vari post e costruire un documento in formato .pdf da inserire nella sezione "Libri" del Forum e quindi a disposizione di tutti ? Magari è un'idea peregrina perchè necessita di un grande lavoro, dell'approvazione di chi ha postato le monete e può anche dare fastidio agli estensori di Libri e Manuali... però sarebbe veramente un lavoro interessante ed apprezzato da tutti gli appassionati della monetazione Borbonica. Cosa ne pensate? Te lo Auguro di cuore e vedrai che un giorno ci riuscirai ! Ciao Beppe
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  25. Disdicevole accadimento ma, per me, spiacevole soprattutto perché capitato proprio a te, utente che stimo molto. Almeno non ne hai risentito economicamente ma è una magra consolazione calcolando che ormai avevi la moneta tanto agognata quasi nelle tue mani. I miei complimenti al commerciante francese rivelatosi un vero signore. Adelchi
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  26. Di sicuro rimane il gran numero di esemplari autentici che circolano e il gran numero di falsi che circolano....
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  27. Grazie Stilicho, il tuo racconto è fantastico, scritto veramente bene e ti trasmette tante emozioni. Complimenti e Ti prego di scrivere un altro racconto. Sarà un piacere leggerti... se arriviamo ad un certo numero potremmo scrivere un libro ? PS: mi piace il tuo nick Stilicho, perchè rimanda a alla figura di Stilicone, probabilmente l 'ultimo grande Generale dell'Impero Romano. Abito ad una decina di KM da Pollentia ( ora Pollenzo ) dove il Generale sbaragliò i Visigoti nel 402. Voci non confermate dicono che in questa grande pianura, arando i campi siano stati trovati numerosi reperti della Battaglia. Naturalmente non è mai stata organizzata una campagna di scavi ( almeno non risulta dai documenti ufficiali ). Ciao Beppe e Buon 2020!
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  28. quello che posso fare è questo- ci si vede in giro ciaooo
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  29. Buongiorno!! Bellissimi quadri e bellissime monete. Grazie delle splendide foto!! Buona continuazione di vacanza!!
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  30. Cerco di farmi perdonare le mie intemperanze linguistiche con un piccolo contributo bibliografico... (resto però convinto che, se scriviamo in italiano, dovremmo usare i nomi in italiano o nella lingua della legenda: l'inglese proprio non c'entra!)
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  31. Non-auguri anche a te, amico
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  32. Colgo l'occasione per augurare a tutti gli utenti che frequentano la sezione un felice anno nuovo e chiedo un po di pazienza a @domenico.mura e @matteo95 perché sono i vacanza e non vorrei dare una classificazione errata, tra qualche giorno spero di poterli osservare con più attenzione e vediamo se nel frattempo qualcun altro si vuol cimentare. Di nuovo auguri a tutti voi.
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  33. Salve , sembra Ierone II , Siracusa. Non mi esprimo su autenticitá. Come diametro buono , il peso sembra un po eccessivo, solitamente si aggira attorno ai 0,7 g . Posto sotto una immagine di una moneta che potrebbe essere simile alla tua. Saluti Davide
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  34. Chiudo l'anno condividendo questo 10 Tornesi del 1858. Ha un busto di Ferdinando II molto particolare. ? Taglio con rigatura obliqua.
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  35. taglio         5 cent paese     Grecia anno 2019 tiratura 35.990.000 condizioni bb+ città Milano Note News!!
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  36. Anche io l'avrei liberata dalla bustina. Devi toccarla e rigirarla, annusarla.... Devi sentirla.
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  37. Gerhard Hirsch Nachfolger > Auction 355 Auction date: 12 February 2020 Lot number: 2034 Lot description: RÖMISCHE MÜNZEN, RÖMISCHES KAISERREICH NERO. 54-68, Lugdunum.Sesterz. IMP NERO CAESAR AVG P MAX TRIB POT P P Belorbeerter Kopf l., darunter kleiner Globus. Rs: PORT AVG (retrograd) S C Der Hafen von Ostia aus der Vogelperspektive. Zu sehen sind l. die Mole mit Gebäuden, r. Wellenbrecher, dazwischen der l. lagernde Tiber oder Neptun mit Delphin und Ruder. An der Einfahrt der Pharos mit einer Neptunstatue, in dem Hafenrund fahren 7 Schiffe. C. -. R.I.C. 513. Schöne dunkle Patina. L. korrodiert RR ss-vz Ex Sammlung Hunter. Ex Sammlung M.G. Ex Goldberg 72, 2013, Los Nr. 4421. Mit Unterlagszettel des Sammlers. Eine der berühmtesten Architekturdarstellungen auf antiken Münzen! Der Seehafen von Ostia war für die Stadt Rom das Tor zum Meer. Die Versandung wurde jedoch zusehends zum Problem, so daß Claudius wenige Kilometer nördlich einen neuen Hafen anlegen ließ, der auf den Sesterzen des Nero dargestellt ist. Estimate: 4000 EUR
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  38. Dipende dalla zecca e dipende dal periodo. La zecca di Venezia coniava milioni di pezzi all'anno. La zecca di Merano pure. Quella di Treviso molto, ma molto meno. Tanto per fare degli esempi. Arka Diligite iustitiam
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  39. Il valore commerciale di una medaglia come questa è assai difficile a stabilirsi, è alquanto soggettivo ; chi la vende, se è un commerciante, le attribuisce un valore " a caso " , un prezzo non troppo alto in assoluto ma magari anche rivedibile al ribasso se non trova da venderla , e il ragionamento contrario lo fa un acquirente a cui, se la medaglia interessa o semplicemente gli piace, sarà disponibile a sborsare quelli che, in assoluto, sono pochi pochi euro o comunque, a suo giudizio, non troppi . A me ad esempio non interessa il genere, per cui non l'avrei acquistata a prescindere dal prezzo, una cifra che però avrei speso qualora si fosse trattato di una medaglia militare : insomma, "unicuique suum" ! Ringrazio per i graditi auguri che ricambio, assieme ad un saluto cordiale @gionatan
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  40. Dovresti mettere delle foto a fuoco per consentire di dare un parere sull’autenticità, oltre a diametro e peso. La terza comunque è un denario di Caio Mario C. f. Capito (Crawford 378/1c) https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-G266/1 Perchè a me a Natale arrivano cravatte e pedalini?
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  41. In attesa dei vostri ricordi legati alle monete, mi permetto di annoiarvi ancora una volta con una riminiscenza di quando ero bambino. La intitolo: “ Il Conte ed il Re capellone” Il Conte e “Cesco” (mio padre) erano due omoni con voce baritonale, occhi profondi e sempre in movimento, il tutto condito da un carattere sbrigativo e deciso che non ammetteva repliche. Si conoscevano da anni perchè il Conte era una persona di spicco nella Numismatica e quando si incontravano erano scintille. Per aggravare la sua figura già severa, a quel tempo mio padre decise che i “baffetti alla Clark Gable” erano fuori moda, ed essendo un grande estimatore di Gino Cervi, si lasciò crescere dei baffoni simili a quelli di Peppone nei film con Don Camillo. Il Conte si presentò a casa nostra all'ora di pranzo, con il solito fare baldanzoso ed ironico e apostrofò mio padre: “ Ohilà Stalin! Sei passato ai Soviet? Quello lì non era mica un capitalista come te...che collezioni monete !“. Mio padre incassò e si rivolse con un accenno a mia madre, che significava “ Butta i Tajarin...porzione molto abbondante!”. Il Conte onorò il pranzo e l'ottimo Dolcetto di Dogliani – produzione di mio nonno -, poi trafficò nel panciotto dove, da una tasca nascosta, tirò fuori un pacchetto confezionato con fogli di giornale, lo dispiegò sul tavolo e uscirono delle monete meravigliose. Io ero impaurito dalla presenza del Conte e stavo in disparte, ma quando vidi quella moneta enorme con l'immagine di un Re, non mi trattenni e la presi in mano esclamando: “ Ma è un capellone! “. Avendo paura che la facessi cadere, mio padre mi redarguì: “ Non toccare!! Vai a giocare a pallone in cortile! Vai !! “. Dal cortile sentii che i toni si alzavano, anche perchè mio padre si era innamorato di un L.5 1914 e, non avendo molta disponibilità economica, proponeva soldi più qualche moneta che aveva doppia. La “caciara” aumentava, quindi salii a casa a vedere cosa succedesse. Il Conte e mio padre erano in piedi e volavano anche parole “grosse”. Per fortuna la mia presenza calmò un po' gli animi, perchè non mi trattenni e sbottai: “ Ma..ma.. i Conti non dicono le parolacce!!!” . Il Conte scoppiò in una risata fragorosa che fu contagiosa per tutti. Mi accarezzò i capelli, che portavo rigorosamente corti, e schiarendosi la voce, mi disse: “ E' vero Beppino, nessuno deve dire le parolacce e per scusarmi ti dico che ti dò il Re Capellone a prezzo di costo e tuo padre mi pagherà quando potrà. Quella con la Quadriglia non posso, sarà per la prossima volta!” e rivolto a mio padre con voce altisonante: “ E tu Stalin...tagliati i baffoni e ringrazia tuo figlio che ha più buon senso di Te!” La moneta era lo Scudo da 6 Lire 1763 e con la sua storia, più la guardo, più mi piace. Ciao a tutti Beppe
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  42. http://www.radiomontecarlo.net/news/news/185974/La-meravigliosa-storia-d-amore-nascosta.html La meravigliosa storia d'amore nascosta in una banconota Esistono ancora le favole? Si, sono favole 2.0, come la storia d’amore di Christy e Megan fatta rinascere da una banconota e Facebook. Ci credi alle favole, alle storie a lieto fine, quelle che raccontava la tua mamma prima di metterti a letto? A volte capita anche nella realtà di ascoltare o vivere delle storie che sembrano irreali, immaginarie. Storie in cui il destino o le coincidenze portano una piccola azione ad avere un significato enorme. Oggi ti raccontiamo una di queste storie, una sorta di favola reale. Una storia che però non si svolge nel passato, tra principi, madame e cavalieri. No. È una storia dei tempi moderni, con tanto di tecnologia e social network. Una favola 2.0. C’era una volta – qualche settimana fa – una donna irlandese di nome Denise O'Reilly. In un giorno come gli altri successe che Denise trovò nel suo portafoglio una banconota diversa dalle altre. Era molto più che una banconota. Quella che era capitata per caso tra le mani di Denise era un messaggio d’amore che una donna aveva scritto per l’uomo che amava nella speranza di raggiungerlo. Ma come? Denise non capiva. Sulla banconota c’era scritto: “Christy, it’s always been you! Come and find me. Megan". Per andare a fondo della storia Denise ebbe un’idea: fare una foto della banconota con il messaggio e postarla su Facebook. Il post divenne ben presto virale con più di 15.000 condivisioni in pochi giorni. Ma la cosa incredibile è che il messaggio arrivò anche al suo destinatario originale, Christy Leech. Fu Christy stesso a svelare i dettagli della sua storia durante un’intervista a Radio Today Fm: “Megan era il nome che usavo per chiamare la mia ex-fidanzata. Siamo usciti per un anno e mezzo. In realtà avevo semplicemente capito male il suo nome. Sono un musicista e ho deciso di scrivere una canzone su questa storia: ‘It’s always been you’ (‘Sei sempre stato tu’). Poi però ci siamo lasciati, pensavo che lei avesse incontrato qualche altra persona”. Christy raccontò che dopo aver visto la fotografia su Facebook si mise alla ricerca di Megan, proprio come lei gli aveva chiesto nel messaggio fortunato. Megan gli svelò che aveva scritto quelle parole 6 mesi prima su una banconota da 20 euro che stava utilizzando per pagare il biglietto a uno dei suoi concerti. Pensava che potesse arrivare direttamente nelle sue mani, ma non andò così e lei si convinse che Christy non aveva voglia di vederla. Così, dopo il ricongiungimento, Christy e Megan ripresero a sentirsi. Il resto deve ancora succedere, ma siamo convinti che questa storia avrà un happy end e che un giorno, raccontandola ancora come una vera fiaba che si rispetti, potremo dire: “E vissero tutti felici e contenti”. Galeotto fu Facebook e chi pubblicò il post.
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  43. Nel 2006, lavoravo a Caracas, ed ho passato lì circa 1 anno. all'epoca, quello, é stato l'Ultimo anno con il VECCHIO BOLIVARES (poiché adesso si chiama Bolivar, inquanto é singolare la PRIMA unità di Misura, quindi la più bassa, prima invece si chiamavano BOLIVARES, poiché la prima Unità, era quella da 1000 Bolivares)...(accentuazione e pronuncia: "bolìbares". un pò come in Italia con le LIRE, non si parlava di LIRA, ma di LIRE, poiché l'unità in cartamoneta più bassa era quella da 1000 lire... detto questo, posso dire che le banconote erano davvero una mezza bruttura (a mio vedere)... al cambio NERO (poiché ricordo che in Venezuela Vige tutt'ora il CONTROLLO DI CAMBIO!) 1 USD valeva 3200/3500 VEB // al cambio UFFICIALE Inece, un USD valeva 2600 VEB circa!!! La Grandezza delle Banconote, rispecchia quella dei DOLLARI (come quasi TUTTE LE BANCONOTE dell'America latina e caraibi, eccezion fatta per le Colonie Europee!). uscendo dal Paese per l'Ultima volta, cercai di spendere un pò tutte le banconote che mi restavano, ma con me, tenni Pezzi da 1000 / 5000 / 10.000 e 20.000 Bolivares. Ora Le tengo nella mia collezione di Banconote, così, solo come un Ricordo del mio Lavoro Passato a Caracas, vicino ai Franchi CFA Africani, ei Fiorini di Aruba, ed a Tutte le altre valute che ho usato negli anni per lavoro! Ah, ricordo una piccola curiosità: sulle banconote precedenti il 2006, sul simbolo della REPUBLICA BOLIVARIANA DE VENEZUELA, il cavallo che oggi vediamo correre verso sinistra, correva verso DESTRA! nel 2006, in marzo, il PRESIDENTISSIMO del Venezuela Gen. Hugo Chavéz Frìa, decise di Cambiare la Bandiera, aggiungere una stella alla Bandiera Venezolana e far correre il cavallo...VERSO SINISTRA! (poiché disse, il cavallo doveva correre in modo SOCIALISTA!..quindi NON VERSO DESTRA!)... lascio a Voi ogni giudizio.
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