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  1. giuseppe ballauri

    giuseppe ballauri

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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/28/19 in tutte le aree

  1. Buonasera, Beppe @giuseppe ballauri, ci hai regalato un altro bel racconto, un'altro spaccato del tuo vissuto e delle tue monete, provo a partecipare anche io a questa bella e interessante discussione, come in tutti i racconti, c'è un imprescindibile intreccio tra realtà, fantasia e emozioni. Il tutto inizia nel marzo 1796 - due mesi prima che Ferdinando cominciasse a scrivere il suo Diario - Napoleone intraprese la campagna d'Italia. Il regno di Napoli - oscillante tra velleitari propositi di offesa e disperali rimedi di difesa - si arma, provvede alla leva, raduna volontari. Ferdinando si reca in Terra di Lavoro ed in Abruzzo ad ispezionare, talvolta con la moglie, gli accantonamenti delle truppe ed i preparativi bellici; ma nello stesso tempo cerca la pace con Napoleone. Quando questa sarà faticosamente conclusa, il sovrano potrà occuparsi quasi esclusivamente della caccia e della pesca, di S. Leucio e di altri svaghi, tutte cose del resto alle quali non rinunzia neppure nei momenti più gravi. E potrà anche recarsi in Puglia per il matrimonio del primogenito Francesco, percorrendo in largo ed in lungo per qualche mese quella contrada. Ma l'occupazione francese di Roma torna a turbare la tranquillità del Re; finché si arriva alla breve ed ingloriosa campagna di Roma del 1798, alla facile rotta dell'armata napoletana, alla fuga dello stesso Ferdinando da Roma a Napoli e poi da Napoli a Palermo. Ed è proprio qui che entra in scena una moneta d'argento da 20 grana, era in una delle tasche della sella del cavallo di Ferdinando IV, in tutto quel trambusto era rimasta dimenticata lì per quasi 2 anni, ma eccola cadere sulla banchina del porto e scivolare tra i piedi degli affaccendati inservienti che in fretta e furia caricavano sulla nave gli effetti personali e i bagagli del Sovrano. Uno scugnizzo la vede luccicare e quasi non credendo ai suoi occhi si china e la raccoglie facendola sparire tra le sue logore vesti, non senza essersi guardato intorno per vedere e capire chi l'avesse persa o la reclamasse. Solo a tarda sera la metterà orgogliosamente tra le mani della mamma sapendo che servirà a sfamare lui e i suoi 7 fratellini.. ? In questo modo la moneta passerà di mano in mano per quasi due secoli fino ad arrivare dimenticata in un vecchio cassetto di un vecchio mobile da un vecchio rigattiere, per poi saltare fuori al momento di un restauro del mobile, altro passaggio di mano fino ad arrivare negli anni 90 del XXI secolo su una bancarella di un mercatino numismatico a Napoli e da lì magicamente nella Collezione Litra68. Saluti Alberto
    5 punti
  2. Grazie per le foto. Confermo le perplessità sul due lire, anche se le foto non sono il massimo (dovresti farle perpendicolari, cercando di sfruttare tutta l'inquadratura per la moneta, evitando di inquadrare il meno possibile tutto il resto). L'impressione che ho è quella di un metallo non proprio da moneta "uncirculated". Ingiudicabile il 50 lire, foto della moneta troppo "lontana". Il 5 lire ha un paio di colpetti al ciglio del bordo. Insomma... sul due lire mi pare proprio che non ci siamo...
    4 punti
  3. CICCI' ED IL REGALO DI NATALE PREMESSA: Ciccì era cambiato. Quell'uomo elegante, con i baffetti da sparviero, i capelli neri ed impomatati con la Brillantina Linetti, era improvvisamente invecchiato e sembrava un clochard. Barba di una settimana, capelli arruffati e quel sentore di Acqua di Colonia sostituiti da effluvi di sudore non proprio gradevoli. Nel quartiere tutti sapevano il motivo e cercavano di aiutarlo perchè era veramente una brava persona: chi lo invitava a pranzo, chi gli lavava la biancheria, chi cercava di distogliere quegli occhi fissi e lontani con battute spiritose. La luce si era spenta qualche mese prima, quando aveva trovato l'anziana Netina, governante, nonna e mamma adottiva, riversa sul letto, con il rosario in mano e gli occhi cerulei e spenti rivolti al cielo. L'arrivo di Rosita, che aveva affittato l'alloggio della povera Netina, ebbe lo stesso effetto della mitica “Bocca di Rosa” nel paesino di Sant'Ilario. Era lo stereotipo della vera spagnola: capelli lunghi e scuri, formosa e piena di vita, dotata anche di una simpatia debordante. Naturalmente tutte le donne del vicinato diventarono sue nemiche irriducibili e le voci, dapprima sussurri, divennero un fiume in piena. L'attività ufficiale di Rosita era quella di cuoca in una trattoria della zona, quella a tempo perso sarta, quella notturna era avere un certo movimento di uomini nella sua abitazione... Fumava con eleganza e assiduamente sigarette americane “Astor” e quindi era sovente nella nostra Tabaccheria, allietando con la propria “verve” i vari clienti che, con la scusa di dover compilare la schedina del Totocalcio, erano ormai diventati stanziali e aspettavano sempre la sua apparizione. Mia mamma comprese che la Rosita si stava “allargando” perchè sovente portava dei piatti prelibati e chiamava mio padre “Baffetto”. Risultato: piatti prelibati nell'immondizia e mio padre relegato nel retrobottega non appena la Rosita usciva di casa. Per Ciccì, la Rosita fu il miglior ricostituente. Ritornò più vivo e splendente di prima. Si era innamorato pazzamente. Nonostante i vari tentativi di “farlo ragionare”, niente da fare, Ciccì era un caso disperato, in quanto aveva deciso di fidanzarsi con Rosita. Il periodo era favorevole, mancava poco al Natale...quindi era inevitabile una puntata nell'Orificeria di “Rotella” per comperare un anello. “Rotella” era un numismatico, chiamato così perchè se gli portavi un orologio da riparare, lo guardava con la lente, lo scuoteva e invariabilmente diceva: “ Si è rotta una rotella!” Mio padre gli aveva spiegato il “caso umano” e gli aveva riferito che Ciccì ultimamente collezionava marenghi e quindi...tutto era pronto. Primo vassoio con anelli con diamante, secondo vassoio anelli con zirconi. Ciccì era completamente nel pallone. Quelli con diamante troppo cari, quelli con zirconi troppo da poveracci. “Rotella” tirò su il sopracciglio e fece un cenno a mio padre: “Poca roba, qualche moneta, qualche MARENGO (alzando la voce)...vieni nel retro! “ Ciccì abboccò come una trota all'amo. Nel vassoio vi era un florilegio di marenghi, tra i quali uno molto bello di Carlo Felice. Nella mente di Ciccì qualcosa si sbloccò. Comperò il Carlo Felice e poi...essendo quasi in bolletta, l'anello con lo zircone! Rosita non prese molto bene il regalino, il fidanzamento andò a monte e Ciccì ritornò in depressione. EPILOGO: Poco tempo dopo Ciccì, che era molto scaramantico, disse a mio papà che la moneta gli portava sfortuna e che se la voleva, gliela la cedeva al prezzo di costo. Conservava i marenghi a mollo in un vasetto di ceramica con fiori di plastica. Era un'altarino con alle spalle l'effige della Madonna, talismano adatto ( diceva lui) a tenere alla larga i ladri. E' cosi che la moneta è finita nella raccolta di famiglia. La Rosita sparì improvvisamente nottetempo. Qualcuno disse che aveva fatto innamorare un imprenditore che la portò con lui in una villa sul Lago di Como, altri che aveva perso la testa per un saltimbanco del Circo che sostò qualche giorno nel nostro Paese. Sicuramente lasciò molti rimpianti in quelle persone che mai avevano pensato di trovare “il Paradiso al primo piano” e grandi sospiri di sollievo “delle cagnette a cui aveva sottratto l'osso “. ( Grande Faber un modesto tributo nel ventennale della tua morte, da chi ti ha amato e ti considera il più grande poeta dei nostri giorni ) Questa è la moneta: Buon Anno a Tutti!
    4 punti
  4. Mia moglie, seguendo a distanza la mia passione, ha deciso di farmi un bel regalo per le feste (Compleanno, anniversario matrimonio e Natale). Mi ha regalato la 50 lire Cinquantenario, acquistata all'ultima asta Gadoury. Posto le immagini per condividere l'evento e per riflettere sul grado di conservazione della moneta (mi serve anche come esercizio!!!). Però una faccia per volta, perché non riesco a ridurre ulteriormente. Da notare che la foto è fatta con telefonino e che sono sufficientemente incapace. Buona prosecuzione di Feste Luca
    3 punti
  5. Buongiorno, vi segnalo questa pagina del "The London Chronicle" datato 1763 che riporta (da Napoli) il rinvenimento a Brindisi di un deposito monetale di circa 20.000 denari "da Cesare a Geta" ed un peso di circa 3000 libbre. Rinvenimento effettuato durante uno scavo da alcuni operai e collocato nei pressi della località "nei pressi della Chiesa dei Minori Osservanti presso Brindisi". Chissà se qualcuno ne sa qualcosa o almeno identifica il luogo di culto. Ciao Illyricum
    3 punti
  6. Buongiorno a tutti, le motivazioni per cui alcuni rarissimi esemplari di grani del 90 e del 91 riportano questa doppia punteggiatura dopo il valore sono ancora un mistero, potrebbero essere segni per riconoscere una determinata partita di metallo, una liberata extra o magari una prova di macchinari in fase di produzione,ma fino a quando non se ne verrà a capo si possono fare solo delle supposizioni... Coincidenza vuole che anche nell'azienda per cui lavoro tendiamo a segnari i pezzi per separarli dagli altri quando usiamo materiali di un nuovo fornitore o quando facciamo delle prove di produzione su macchinari diversi da quelli che usiamo di solito... Posto il mio 90 e, visto che non si è visto in questa discussione, anche il 91...
    3 punti
  7. Quella che voglio raccontarvi è una storia. La storia di questo volume “Le monete di Ticinum nella collezione di Franco Rolla”. Ebbi modo di consultarlo la prima volta alcuni anni fa, a Bologna, tra i volumi di quella che fu la biblioteca di Mario Traina (liberamente disponibile presso il locale Museo archeologico). L’ho ritrovato a distanza di anni, da uh rigattiere di Milano (io che sono di Napoli), e l’ho subito acquistato. La collezione è quella di Franco Rolla, ingegnere e professore universitario, prematuramente scomparso. La sua raccolta, principalmente incentrata sulle monete coniate dall’antica zecca di Ticinum (odierna Pavia, sua città elettiva), fu donata e immesse nelle Civiche Raccolte Numismatiche di Milano. A eterna testimonianza della passione di un Numismatico.
    2 punti
  8. Unica mia moneta ancora in perizia. Rimasta intatta e senza patina o macchie verdi.
    2 punti
  9. La luce è un aspetto fondamentale in fotografia... anche in quella numismatica. Stessa moneta, tre versioni differenti
    2 punti
  10. A meno che tu non stia cercando di creare micro climi controllati per ogni esperimento, il fatto che tu abbia pochi grammi di argento o una tonnellata non avrà nessuna differenza nel risultato se le conservi nello stesso ambiente. Comunque il motivo principale per il quale decisi di postare quella moneta era appunto perché ero rimasto piuttosto stupito (tengo a specificare, positivamente) dalla formazione di una patina così attraente in un relativamente breve lasso temporale su una moneta spatinata (come osservato da @ilnumismatico). Ecco una foto della stessa moneta (la piastra in basso) sotto diversa luce ed angolazione.
    2 punti
  11. Esatto Rocco, la luce da "vita" alla patina
    2 punti
  12. Approfitto della giornata piovosa per postare un'ulteriore moneta, anch'essa molto interessante. Mi scuso anche in questo caso per la qualità delle foto. Le moneta qui rappresentata è uno dei primi follis coniati, o meglio contromarcati in Sicilia. La moneta originale è un follis di Anastasio, coniato intorno al 500 d.c. Questa moneta presenta ancora tutti i tratti caratteristici delle emissioni Romane (i grandi follis furono platealmente ispirati dai sesterzi imperiali): Busto diademato, drappeggiato e corazzato di Anastasio volto a destra. La legenda ci dice: ANASTASIUS D(ominus) N(oster) P(erp)P(etuus) AUG(ustus) Al rovescio Il numerale M (40 nummi) ed il segno di zecca. La contromarca di Eraclio ci fa fare un volo pindarico di quasi 120 anni. L'impero si è irrimediabilmente ellenizzato. Lo stile della tarda antichità comincia a cambiare allontanandosi definitivamente dagli stilemi del vecchio mondo romano. Nella contromarca Eraclio è presentato con busto frontale, con barba corta, in clamide ed in compagnia del suo monogramma. Al rovescio la contromarca presenta la sigla di zecca. La "moda" del busto frontale era iniziata in grande stile con le emissioni di Giustiniano - le emissioni di profilo diverranno desuete e le rivedremo solo dopo secoli. E' stato ipotizzato che le contromarche venissero apposte direttamente a Costantinopoli e che poi le monete venissero portate in Sicilia tramite navi. Ciò però non può essere del tutto vero, in quanto, almeno per le prime contromarche, eseguite sui folles di vecchi imperatori, si può fare la seguente obiezione: la quasi totalità delle contromarche furono apposte su monete coniate da Anastasio fino all'epoca di Giustiniano. Molto rare (e ricercate) sono le contromarche su folles dei regnanti successivi a Giustiniano. Se fossero state contromarcate a Costantinopoli, dovevano essere presenti anche le monete più recenti, cosa che invece non si osserva. In Sicilia all'inizio del regno di Eraclio il circolante era costituito in larga parte dalla moneta portata dagli eserciti bizantini durante le guerre gotiche, ossia moneta dei regnanti da Anastasio fino a Giustiniano. Emissioni che si trovano con molta facilità contromarcate. Questo osservazione depone quindi a favore di una imposizione siciliana delle contromarche osservate. E' invece possibile che una parte dei folles successivi (riconiati su folles di costantinopoli di Eraclio stesso e che posterò in seguito) abbiano seguito un iter diverso. Ne scriverò in seguito. La zecca delegata a questa operazione fu probabilmente (anche in questo caso la questione è dibattuta) la zecca di Catania. A favore di ciò si può osservare che all'epoca Catania era la zecca dedicata alla coniazione di spicci da 5 e 10 nummi. Sarebbe stato oneroso e dispersivo aprire una seconda zecca a nemmeno 70 km di distanza. Inoltre vi è una notevole la somiglianza tra la contromarca e i decanummi coevi coniati nella a Catania.
    2 punti
  13. Salve @Hirpini e @umibozu, credo che la moneta sia di Augusto ( 27a.C. 14 d.C.) RIC I 471 e non Tiberio. Alla base nel collo non c è TI CAESAR ma IMP. Posto sotto le foto. Saluti. Davide
    2 punti
  14. La colpa è tua che mi hai fatto innamorare della Monetazione del Regno di Napoli! ? Ti definisco un Maestro perchè, oltre alla conoscenza ed esperienza, sei in grado di trasmettere la tua passione, capacità molto rara nelle persone e soprattutto nei collezionisti. Ciao Beppe
    2 punti
  15. Ciao Alberto, bella storia! Sono contento che qualcuno apra i cassettini della memoria e lasci raccontare la moneta. Spero che il tuo esempio sarà seguito da molti e sarà un piacere leggere le varie storie. Ciao e Buon Anno Beppe
    2 punti
  16. Bel regalo savoiardo!!! Sto andando indietro con le monete Sabaude..ad Aimone non ci sono ancora arrivato! Chissà! Ciao Buon Anno Beppe
    2 punti
  17. LA CASSAFORTE INVIOLABILE PREMESSA: è una storia famigliare che mi ha insegnato molte cose. Che bisogna badare più agli affetti che alle cose e che siamo dei granelli di sabbia sulla spiaggia e non sai mai dove ti porterà il vento. Lo chiamavano “Bugher”, né lui né i famigliari hanno mai saputo il perchè, forse era un suono onomatopeico che ricordava il ringhio dei mastini. Alto, tutto nervi, occhi a spillo penetranti che qualche volta diventavano cattivi, naso a punta e un modo di atteggiarsi brusco fino al limite dell'arroganza. Era fratello di mia nonna Assunta e nella vita ne avevano passati di tutti i colori. Mezzadri in una grande cascina di proprietà di un Marchese, pativano la fame, anche perchè ad inizio Novecento si diffuse la Filossera, un insetto che distruggeva le viti. Bugher aveva appreso che l'innesto della vite americana poteva salvare le viti autoctone e quindi, raccolti i pochi risparmi, si imbarcò per l'America. Dopo un lungo peregrinare, arrivò in California, dove grazie al commercio dei vitigni americani ( refrattari a questa malattia ), divenne ricchissimo. Però era solo e sentiva la nostalgia delle sue colline. Ritornò accolto dalla Banda del Paese, sia perchè aveva salvato i vitigni delle Langhe, sia perchè, un uomo ricco deve essere sempre blandito... Le prime cose che fece fu comperare tutta la Tenuta del Marchese e chiedere al Sindaco quale fosse la più bella ragazza del posto. Naturalmente la sposò e l'unione fu allietata dalla nascita di due figli: Gepìn ( che ho già ricordato in una storia precedente ) e Gilda. Però i soldi non comprano tutto, soprattutto gli affetti. Bugher girava in Paese con una macchina americana con le pinne sul retro, cappello da Texano e continuava a fare affari come commerciante di vini...intanto i soldi davano alla testa ai figli. Aveva fatto installare in cantina una cassaforte enorme, perchè aveva sempre bisogno di liquidità per i suoi affari. Nel frattempo, in famiglia il clima era sempre più teso: i due figli erano in aperto conflitto su ogni minima cosa. Gepìn si sposò, lasciò la casa di famiglia e rilevò l'azienda dello suocero. Gilda invece continuò a lavorare con il padre nel campo dei vini, sempre acida ed in conflitto con il fratello. Bugher morì ad inizio anni '60. All'apertura del testamento si scoprì che il Padre aveva lasciato quasi tutto al figlio maschio. Cominciò un contenzioso legale durato decenni, con tutte le proprietà poste sotto sequestro e soprattutto la cassaforte con i sigilli. La moglie di Bugher diceva che era strapiena di soldi perchè dovevano fare un grande affare in quei giorni. Finalmente ad inizio anni '90 (!), ci fu un accordo e si aprì la cassaforte. Conteneva 66 milioni di Banconote ( inizio anni '60 erauna cifra notevole). Tutte inservibili perchè ormai "fuori corso". EPILOGO: Mio padre arrivò dal cugino Gepìn prima che, in un impeto di rabbia, desse inizio al grande falò delle Banconote ormai inutili. Cercò di “ragionarlo” in tutti i modi, dicendo che potevano avere qualche valore. Niente da fare. Prima che Gepìn andasse a prendere la benzina, arraffò qualche manciata di banconote e le mise in tasca. Poi cominciò lo scempio: si levarono delle alte fiamme e un fumo spesso che avvolse tutto e soprattutto l'egoismo e l'avidità degli attori di questa commedia umana. Ciao Beppe ( scusate la lunghezza ed un po' di poesia! ) P.S: non so quali sono le Banconote arraffate da mio padre e la collezione di Banconote di famiglia devo ancora catalogarla, quindi posto due tipologie che potrebbero essere coerenti. Chiedo aiuto agli esperti quale tipologia di taglio alto fosse usata fine anni '50 - inizio '60. Dal web ho scelto queste:
    2 punti
  18. Buonasera a tutti. Mi fa piacere mostrarvi questo grano del 1790 nella sua variante con doppio punto dopo il 12 (n°315a del Manuale), diametro 25 mm, peso 5,8 g. La moneta mostra tutti i segni di una lunga circolazione, particolarmente evidenti al dritto. Vi chiedo: se nelle monete recanti impressi anni prossimi alla Repubblica Partenopea (1797-1798) la doppia punteggiatura può indicare eventuali coniazioni "in emergenza" da parte delle autorità repubblicane utilizzando conii precedenti, perché troviamo qualcosa di simile in un tondello del 1790? Escluso l'errore (in cui non credo affatto), che significato potrebbero avere? Grazie a tutti coloro che vorranno intervenire e buona serata.
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  19. Ti ringrazio molto per il tuo aiuto. Questa si guadagna il primo posto fra i miei" five cents buffalo". Ancora grazie Ps: hai cambiato avatar, si tratta di una moneta particolare?
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  20. Bassi22 ha perfettamente ragione. Lo standard ponderale Lido-Milesiano prima del 494 a. C. è basato sullo statere di 14,10 g e di conseguenza 1,18 g è il peso di 1/12 di statere, quindi di 1/4 di dramma = 1 diobolo. Le frazioni di statere di peso inferiore sono 1/24 di statere = obolo (0,59 g), 1/48 di statere = 3/8 di obolo (trihemitetartemorion) e 1/96 di statere = 1/4 di obolo (tetartemorion). Il fatto è che l’1/12 di statere, la denominazione più comune del Leone di Mileto, è a volte riportato come obolo.
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  21. Bene, molto più leggibili. Secondo me è un MS 65.
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  22. 1 punto
  23. @DAVIDE1982 occhio di lince, complimenti! HIRPINI
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  24. La “patina iridescente” non è il risultato di un periodo più prolungato di ossidazione, bensì una ossidazione risultata dalla riduzione di agenti chimici differenti. Ciò che chiami patina bruna è semplicemente una patina più spessa rispetto la norma e quindi non in grado di riflettere la luce allo stesso modo di una più leggera (dove i colori dovuti a doversi agenti sono meglio distinguibili perché non sovrapposti).
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  25. Caro Giuseppe i fattori che contribuiscono alla formazione di una patina (ovvero ossidazione del metallo, una sottrazione di elettroni) sono numerosissimi e trovo poco astuto basarti esclusivamente su monete che hai tenuto nella tua collezione e quindi suppongo nello stesso ambiente con le stesse condizioni atmosferiche. Inoltre ricordo che la moneta in questione è stata fotografata in controluce appositamente per esaltare la patina. Se fotografata verticalmente (come quella postata da te), i riflessi tendono più al marrone/rossiccio.
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  26. Non sono ancora riuscito ad indirizzare direttamente ad un'altra discussione ( chiedo a qualcuno come si fa ), cerca la discussione "Patine diaboliche". Sicuramente creare patine non è corretto, ma è anche un metodo per capire che qualche venditore è ancora più scorretto.
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  27. Buonasera @Martin Zilli per me la patina è poca cosa a confronto di una 1834 con i pipistrelli! Molto bella e in ottima conservazione.
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  28. ricambio! a prima vista sembra un falso
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  29. Splendida notizia, naturalmente sarà un piacere poter acquistare e leggere questa nuova opera, scritta da un cultore della materia. Aspetto con impazienza questa nuova fatica, che spero arrivi presto nella mia libreria.
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  30. Penso di sì. Mi risulta che i “silver obols” hanno praticamente la stessa composizione delle altre monete d’argento (emidramme o trioboli, dramme, didrammi, tetradrammi). Il fenomeno della “cristallizzazione” (detta impropriamente dell’argento quando in effetti è il rame che si separa dalla soluzione solida soprassatura) che spesso presentano è un fenomeno fisico caratteristico delle leghe dei due metalli ad alto contenuto di argento.
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  31. Buon giorno a tutti, approfitto delle vacanze natalizie e della lontananza dal lavoro per postare una delle mie monete bizantine. La moneta appartiene sempre al regno di Costante II. Durante il suo regno la zecca di Siracusa fu attivissima e vennero coniate alcune delle più belle monete bizantine del periodo. La moneta in rame era in fase di rapida svalutazione rispetto alla moneta in oro (Solidi). Il peso del follis era diminuito dai circa 12 grammi dell'inizio del regno del padre Eraclio, fino a 4,5 grammi circa delle monete della fase iniziale del regno di Costante II. Ne avevano fatto le spese i nominali inferiori: il 5 nummi era stato coniato per l'ultima volta sotto Eraclio. Il 10 nummi verrà coniato per l'ultima volta da Costante II. L'enorme coniazione di Folles, che serviva probabilmente a sostenere un impero in fase di guerra su tutti i fronti, portò purtroppo ad un rapido decadimento della qualità delle coniazioni. Ciò nonostante, quantomeno durante la prima metà del regno di Costante II la qualità della moneta enea coniata a Siracusa si mantenne di gran lunga superiore a quelle di altre parti dell'impero. Anzi, si può dire che la zecca di Siracusa raggiunse dei livelli di qualità artistica che non si vedevano da tempo in Sicilia e che non si vedranno più almeno fino al basso medioevo. Tra le varie monete enee, la più bella è per me la seguente: Follis del 652/653, indizione undicesima (è una moneta datata). Dritto: imperatore coronato e in clamide in piedi, con lunga barba e globo nella destra. Ai lati I/N/ - IA Rovescio numerale M (che sta per 40 nummi) sormontato da croce, in basso la sigla di zecca SCL. Anastasi 120 (questo esemplare illustrato). La moneta è in altissima conservazione, ma stranamente questa è una moneta che in alta conservazione, con un pò di fatica, si trova. Ho sempre pensato che la moneta fosse un follis commemorativo di qualche cosa, ma onestamente non saprei dirvi di cosa. Nel 649 ebbe luogo l'usurpazione, o meglio, il tentativo di usurpazione dell'esarca di Ravenna Olimpio, che dopo aver preso Ravenna e Roma (dove coniò moneta a suo nome) tentò di conquistare la Sicilia. Il tentativo di usurpazione finì miseramente nel 652. https://it.wikipedia.org/wiki/Olimpio_(esarca). E' possibile che la moneta, coniata subito dopo la fine dell'usurpazione, commemori proprio questo evento, mostrando l'imperatore in tutta la sua gloria insieme (ben evidente per chiunque) con l'anno, o meglio l'indizione in cui è avvenuta la coniazione.
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  32. Si, decisamente una bella serie, ma le monete da 10 e 100 lire mi "preoccupano" particolarmente ?
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  33. Molto più Raro il 1676 e di difficile reperibilità in buone condizioni, sopra il BB scevri da difetti ne ho censiti veramente pochissimi.... in questo caso é il prezzo che decide l'acquisto....e la foga di tappare un buco insperato in collezione !!! Daniele
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  34. Ciao, il testone del 1669 ha dei bei rilievi. Davvero un peccato per quel foro. A me manca ancora in collezione, ma lo aspetto per prenderlo senza magagne. Quello del 1676 è un testone rarissimo. Il tuo con foro riparato (piuttosto malamente per la verità...), può andare bene se non si vuole spendere parecchio di più per un esemplare integro... Michele
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  35. Ed ecco un’altra mia recente acquisizione, la cui conservazione è inferiore alla precedente ma di rarità superiore! @Gallienus
    1 punto
  36. Premesso che vale la stessa precisazione fatta da @Stilicho (ossia: mi riferisco alla moneta che lo stesso ha cortesemente ruotato, che è quella di sinistra nelle primissime immagini postate) questo è quanto vedo io, sulla base dei rilievi che mi pare di scorgere dalla fotografia che, va detto, ha un certo "effetto pixel" che consente di apprezzare solamente con elevata approssimazione i dettagli (ho ulteriormente corretto la rotazione):
    1 punto
  37. Pur col trattamento riservato al povero Albert II parliamo di un difetto (o meglio aborto) di conio, niente più che una curiosità.
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  38. Esemplare precedente nell’asta di provenienza (NAC AUCTION 59 - LOT 1609 - 4 - 5 Apr 2011) Lot 1609. Greek coins Macedonia under Roman rule, after 168 Tetradrachm circa 158-149, AR 16.79 g. Diademed head of Artemis right with quiver over shoulder in the centre of a Macedonian shield. Rev. Club within oak wreath; above, monogram. In outer l. field, thunderbolt. Dewing 1220. SNG Copenhagen 1314 Lightly toned and about extremely fine Starting price: 400 CHF - Estimate: 500 CHF - Result: 425 CHF (390 €)
    1 punto
  39. Non si Tratta di S. Giuseppe, ma Dio Padre Il triangolo e un suo attributo (Trinità). Ciao Borgho
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  40. Buon anno anche a te @giuseppe ballauri, scrivi molto bene in un ottimo italiano, è un piacere leggerti. Ti auguro le migliori cose, sotto tutti i punti di vista.
    1 punto
  41. Devo dire che ci sono due cose che non mi piacciono della moneta: - la porosità delle superfici (non sono assolutamente un esperto di metallurgia) - le dimensioni esagerate dell'aquila, che sembra aver assunto degli anabolizzanti, mentre solitamente si presenta con forme assai più slanciate. Cionondimeno penso possa essere autentica.
    1 punto
  42. Interessantissima discussione a cui desidero contribuire con qualche riferimento bibliografico sul tema, le monografie principali in merito sono due opere di tipo catalografico, la prima è di Romolo Calciati, " Monete bizantine di bronzo della Sicilia" che come si evince dal titolo si limita alla catalogazione della monetazione enea, è di difficile reperimento; più facile a trovarsi è la seconda di Marco Anastasi, "Monete bizantine di Sicilia" che offre una catalogazione complessiva di tutte le monete emesse in Sicilia durante la dominazione bizantina. Un altro testo importante sul tema che comprende anche la monetazione del periodo arabo è quello di Alberto d'Andrea, Gaetano Faranda, Elena Vichi, "Le monete siciliane dai bizantini agli arabi", sempre di Alberto d'Andrea si possono aggiungere i tre volumi di "Byzantine coinage in Italy" che oltre alla monetazione siciliana comprende anche quella delle altre zecche italiane. Infine segnalo un saggio che ha avuto una fondamentale importanza storica in quanto primo dedicato alla numismatica bizantina siciliana, riferimento anche per lo Spahr nella sua successiva catalogazione delle monete siciliane di quel periodo, il testo di Diego Ricotti Prina "La monetazione siciliana nell'epoca bizantina", pubblicato sul periodico "Numismatica" nel 1950.
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  43. Mi dispiace ......... spero di fartelo io un bel regalo ........... anche se è una foto, basta il pensiero.
    1 punto
  44. Proprio ieri ho messo tutti i miei primi due euro commemorativi (collezione interrotta nel 2010) in capsula e nel monetiere. Almeno me le godo. (Certo sfigurano parecchio vicino alle monete del regno o similari ?
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  45. Buongiorno e buone feste a tutti, vorrei segnalare la notizia del ritrovamento di una "probabile" lorica squamata di epoca romana in Galles, le evidenza di materiale militare del periodo in questione non sono così comuni come si può pensare, anzi. Non sono del tutto convinto, però, che si tratti proprio di una lorica, soprattutto per via del materiale impiegato :il bronzo che mal si presta ad un uso difensivo in epoca imperiale, più adatto era sicuramente il ferro, meglio documentato nei ritrovamenti. Forse si potrebbe trattare di parte di una bardatura equina o qualche complemento da hippika gymnasia. https://percevalasnotizie.wordpress.com/2019/12/23/armatura-galles/
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  46. Paolo, ti faccio vedere le varie impostazioni della punteggiatura dopo il 12 nei miei Grani Cavalli del 1790, a cominciare dal Conte Cesare Coppola ad Antonio Planelli.
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  47. Stavo sentendo la canzone “Brothers in arms” dei Dire Straits e mi sono ricordato di qualche racconto dei miei genitori sulla Guerra Civile del 1943-45, triste periodo della nostra storia. Anche adesso non è che stiamo molto meglio, considerando l'intolleranza, l'individualismo, il poco rispetto per le persone... Le monete saranno in secondo piano, come la bellissima canzone che ho citato. L'anno è il 1944, gli attori sono giovani che combattono contro altri giovani, non c'è e non ci sarà mai logica e giustizia per questi fatti. Lo intitolerei appunto: “Brothers in arms” “Gepìn” ( Beppino in piemontese ) era il cugino preferito di mio padre. Era svelto in tutto, bello e intraprendente e quindi...un gran rubacuori. Mio padre, pur essendo un eccellente suonatore di fisarmonica...rosicava un po', perchè le più belle della "balera" erano sempre affascinate da quel cugino elegante e un po' mascalzone e quindi.. gli rubava la piazza! Purtroppo quel giorno Gepìn si trovò nel momento sbagliato e nel posto sbagliato... Il lugubre serpentone di camionette e autoblindo dei nazi-fascisti salì dal fondovalle in direzione Dogliani per vendicare alcune rappresaglie dei partigiani. Trovarono solo delle case chiuse, campi incolti e qualche nonnetta che sferragliava per cucire le calze. Gli uomini, nel frattempo, si erano rifugiati nei boschi quasi impraticabili delle Langhe. Come formiche impazzite, i nazi-fascisti si lanciarono a perlustrare ogni casa e tutti i possibili nascondigli. Trovarono Gepìn in un fienile con una sua morosa ( diciamo fidanzatina di un giorno...), lo prelevarono e lo misero sul cofano del motore della prima camionetta. Il convoglio doveva affrontare la strada infida che, curva dopo curva, sale a Bossolasco, zona presidiata dai partigiani, e quindi pensavano che un ragazzo “in bella vista” avrebbe distolti i "Banditen" da eventuali scontri a fuoco. Il problema era però un altro: il povero Gepìn stava letteralmente cuocendo a fuoco lento sul cofano motore, al punto che ormai le parti dove non batte mai il sole, erano rosolate a puntino e non sapendo che fare, si giocò la “carta della vita”. In tasca aveva delle monete che sarebbero servite a lui e alla morosa per concludere la serata in trattoria. In prossimità di un tornante, si alzò in piedi sul cofano indicando una collina, sbraitando “ Achtung Banditen!!!” e contemporaneamente lanciò con forza la moneta più grossa sul parabrezza del camion creando uno scompiglio generale. Gepin riuscì a dileguarsi saltando in mezzo ai boschi... per un po' dovette astenersi dal frequentare le morose...perchè loro preferivano la carne fresca! Epilogo: penso che la moneta che salvò la vita a Gepìn potrebbe essere un L.2 Impero quindi la posto. Saluti a Tutti... alla prossima, Beppe
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  48. Non vorrei che questo topic si spegnesse senza un omaggio alle zecche "provinciali" ed ai nominali "minori", meno sfavillanti di una quadrupla, meno imponenti di una piastra, ma sempre carichi di storia e fascino... :rolleyes: Sedi Vacanti prolifiche di esempi del genere sono le due del 1590 (27 Agosto-15 settembe e 27 settembre-5 dicembre, nel mezzo i 12 giorni di Urbano VII), per entrambe Camerlengo Card. Enrico Caetani. Allego in ordine di zecca il baiocco in mistura per Fano con al rovescio l'Immacolata (Muntoni 11), il quattrino in mistura per Macerata con al rovescio il santo patrono S.Giuliano (Muntoni 15), ed il quattrino in mistura per Montalto (Muntoni 17) Ciao, RCAMIL.
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