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  1. gigetto13

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Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 11/25/19 in tutte le aree

  1. Nel Gheto venexian... Trova l'intruso ? Aiuto: il suo gesto è come quando nelle ultime cene Giuda tradisce Gesù e si domanda: sono io che ti tradirò? E sono pure venuti in macchina assieme!
    6 punti
  2. State attenti Venetici che prima o poi comincio a rubarvi...no no..a soffiarvi..no no..vabbe' a comprarvi le vostre monetuzze...o monetone...
    5 punti
  3. Comunque .... bella e positiva giornata. Grazie a Federico che si è assunto l'onere di organizzare il pranzo. Grazie a Mario per l'impegno grande che continua a coltivare. E' stato bello vedere vecchi amici e conoscerne altri. Peccato che non ci sia la possibilità di conoscere tutti, di salutare tutti, di dialogare con tutti, ma è inevitabile, e questa volta non potevamo neppure "vederci" da lontano. Ma è comunque bello saperci uniti nella comune passione.
    5 punti
  4. Tagram dei mongoli barbarici distruttori dell'ordine dell'impero e saccheggiatori di città turrite, stupratori, ateacci crudeli e senza pietà!!! Devo rimuovere la foto dal mio profilo lamonetiano? Metto la pecetta ? Non credo serva a molto mettere pecette sui simboli o sulle monete...il tempo non cancellerà le crudeltà commesse, la memoria è la cosa più importante non tanto per non dimenticare, quanto per non ripetere. Collezionare monete di periodi storici bui e carichi di morte non significa, avere ammirazione per chi li ha commessi o farne un apologia.
    4 punti
  5. Da come guardava gli scudi mi sa tanto che a forza di dai e dai........passa con noi. E poi si diverte un mondo.
    4 punti
  6. Io rientrando mi sono fermato ad un autogrill, con radio accesa per 47 minuti ... ho scaricato la batteria. ho dovuto cambiarla. All'arrivo a casa ho sentito un sibilo strano .... ruota bucata.
    4 punti
  7. Vorrei anche ringraziare @mfalier e @ak72 per i regali che mi hanno donato. Sono stati molto graditi. Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  8. Tanto per cambiare non c'hai capito un caz...volo ciaoooooooooooooooooooooooooooo
    3 punti
  9. comunque devo confidarvi che anche questa volta mi son sentito a casa... Un saluto a tutta la tavolata e agli amici che ho reincontrato durante il convegno. Roberto
    3 punti
  10. Cavolo, mi dispiace Alessandro! Sei poi riuscito a dare un'occhiata al mineralshow?
    3 punti
  11. Il problema è che dovette attraversare l'oceano per poterlo fare senza sparire la sera stessa per mano della Gestapo
    3 punti
  12. Recentemente ho avuto una garbata polemica a proposito di un distintivo che recava una svastica. Non era apologetico o una copia prodotta oggi per "nostalgici" ma era quello del Partito dei Lavoratori e apparteneva al periodo in cui la Germania era governata dal Partito Nazionalsocialista che poneva il suo simbolo ovunque, così come in Italia il fascio del P.N.F. figurava dappertutto : la stessa cosa accadeva in altri Paesi. Se a qualcuno certi simboli ripugnano, padronissimo di non annoverarli nelle proprie collezioni di Medaglie, Monete, Francobolli, Militaria, ecc. Ma allora - seguendo questo criterio, un fervente repubblicano potrebbe decretare l'ostracismo ad ogni raffigurazioni di Imperatori, Re e Regine......che senso avrebbe ? Per chi ha una visione storica, il quesito non si pone neppure : non si possono tagliar via intere periodi che pure sono esistiti, alla fine ci si ridurrebbe ad ignorare il nostro passato che invece comprende tutto. Diversissimo è il discorso di chi ostenta oggi simboli di alcuni regimi per affermare il proprio credo politico : un uso deprecabile e che aborro. Come tutti io ho le mie idee al riguardo ma non vedo perché le dovrei infliggerle a coloro che mi stanno attorno. Possiedo una piccola raccolta di medaglie militari : ce ne sono di italiane, tedesche, inglesi, russe, polacche....quelle che ho acquistato a poco prezzo sui banchi, qualcuna che mi è stata regalata. Se dovessi selezionarle in base alle mie idee politiche, dovrei buttarne via la maggior parte : un pensiero che non mi ha sfiorato neppure una volta. La Storia è la Storia in cui ognuno di noi può ravvisare accadimenti e momenti alti, come pure fatti atroci, commessi ad ogni latitudine, in ogni tempo e sotto a Governi e Regimi i più disparati. Poi, ripeto, ognuno è liberissimo di collezionare ciò che gli pare, ci mancherebbe !
    3 punti
  13. Felice di condividere le immagini dell'ultimo acquisto, fortunoso ed incredibile (la fortuna aiuta gli audaci, e nel 2019 chi scandaglia siti stranieri di monete), pagata compresa spedizione € 73,50, una rara F.C. prima variante (sia stella che punto) del nostro catalogo, quella senza immagine (sin ora) https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-RM1PG/10
    2 punti
  14. Sperando che sia cosa utile, aggiungo qualche nota biografica di Elio Cesare che ho tratto dal sito moneteromane.info. A me piace sempre vedere il contesto storico in cui sono state coniate le monete. Con questa scusa imparo e ripasso un po' di storia. Vero nome Lucio Ceionio Commodo. Quando Adriano inaspettatamente lo adottò designandolo suo successore era membro di un'illustre famiglia di rango senatorio. Entrando a far parte, come figlio adottivo, della famiglia di Adriano, ne assunse il gentilizio, Aelius (Elio). Fu inviato governatore in Pannonia (per l'appunto!), fu console e infine ebbe la tribunicia potestas che accompagnò la sua designazione ad erede, come era d'uso a quel tempo. La sua immagine sul dritto delle monete è sempre a testa nuda, segno di deferenza verso l'Augusto regnante. Nel 137, durante il viaggio di ritorno a Roma da una spedizione militare, essendo di salute cagionevole, si ammalò per poi morire il primo gennaio del 138. Dopo la sua morte Adriano nominò come successore Antonino Pio con il vincolo che questi, a sua volta, adottasse Marco Aurelio e il giovane figlio di Elio Cesare, Lucio Vero. Il rovescio delle sue monete reca spesso l'immagine di una personificazione: la Concordia, la Pietas, la Felicitas, la Fortuna, la Spes, tutte volte ad enfatizzare il suo stato di figlio adottivo di Adriano e il suo legame affettivo con l'Augusto. Ciao da Stilicho
    2 punti
  15. Mi sa di sì. Era molto attratto. Voleva addirittura tenersene uno subito. ?
    2 punti
  16. http://roth37.it/COINS/Didattica/romane.html
    2 punti
  17. La mia stima a tutti i partecipanti al pranzo per non aver mai menzionato in oltre 200 post la "grande cosa" che c'era tra di noi. L'anno prossimo prenoto con la pianta del ristorante in mano, come gli architetti! Certamente[emoji368][emoji12][emoji12]
    2 punti
  18. La mia stima a tutti i partecipanti al pranzo per non aver mai menzionato in oltre 200 post la "grande cosa" che c'era tra di noi. L'anno prossimo prenoto con la pianta del ristorante in mano, come gli architetti!
    2 punti
  19. @Nikita, @ilnumismatico, mi hanno fatto sorridere i vostri commenti! In settimana vedrò di soddisfare la vostra curiosità, sperando di non deludervi troppo!
    2 punti
  20. Venerdì pomeriggio c’era un bel movimento. Sensazione da utente complessivamente positiva. Verona e altri congressi hanno sempre il loro senso, anzi oggi forse più di prima, almeno dal punto di vista di chi vuole non solo fare due chiacchiere con amici e scambiare opinione con i commercianti, ma anche per chi vuole acquistare qualche moneta a fronte di aste che ormai sono poco più che listini camuffati . Poi che ve lo dico a fare .. è una fiera, girano nobili, professori, cialtroni e malfattori... volete forse L’esercito ? Cara Grazie che qualche volenteroso pensionato si è preso la briga di vigilare. E tenetevi ste borse ben strette, dai boci !
    2 punti
  21. Alcuni commercianti mi hanno confessato che quasi nulla è stato fatto dall'ente fiera e dal circolo scaligero per migliorare la sicurezza dopo i disastri di maggio. Molte promesse ma pochissima sostanza.... Al sabato poco dopo le 13 già molti commercianti chiudevano per andarsene. Pazzesco....
    2 punti
  22. Mi permetto di precisare che non erano coppie di Carabinieri in servizio, bensì soci della Associazione Nazionale Carabinieri, cioè carabinieri in pensione o in congedo (come il sottoscritto).
    2 punti
  23. Monete Classiche sempre di meno, di furti ho sentito parlare parecchio, pur vedendo due coppie di carabinieri che giravano di continuo tra le fila, l'idea di convegni ormai alla fine della loro epoca si insinua sempre più prepotentemente nei miei pensieri. Altro lato della medaglia: Molte, ma molte soddisfazione nel rivedere commercianti con cui abbiamo combattuto epiche battaglie, trovare e discutere con gli amici numismatici del forum ed incontrare per caso studiosi di alto livello che si fermano e discutono amabilmente. Conclusione: Finchè troverò anche questo a Verona varrà la pena di macinare chilometri su chilometri per essere presenti.
    2 punti
  24. Un discreto soldo da 12 di Carlo Ruzini (uno dei 2 considerati R). La particolarità stà nel essere ribattuta su un altro tondello che mi è difficile da decifrare (sapete che per me le cose facili non esistono) o forse è ribattuta sullo stesso come è facilmente intuibile dal rovescio. Che sarà successo? Buona giornata.
    2 punti
  25. Ciao! Io, invece, ho bucato ieri mattina. Alle 7.40, mentre stavo andando a prendere servizio da "badante" a Milano, in prossimità di piazzale Loreto, ancora col buio, sotto l'acqua, sono entrato in una voragine camuffata fa pozzanghera ..... ci ho rimesso gomma e cerchione. Se Roma piange, Milano non ride ....
    2 punti
  26. Nel ringraziarti per la monetina tedesca, anche sul Paese delle Aquile bisogna soffermarsi un attimo... La bandiera di Skanderbeg (di Kristo Frashëri, trad. di Francesco Marchianò) Come tutti i signori del Medioevo, anche Giorgio Castriota Skanderbeg aveva lo stemma di famiglia che, dipinto sulle bandiere o inciso sugli scudi, simbolizzava il proprio potere. Secondo Marino Barlezio, Skanderbeg teneva in battaglia la bandiera dei Castriota: una bandiera rossa ricamata con un’aquila bicipite nera. Dice poi che gli Albanesi quando vedevano “le bandiere dell’aquila” accorrevano senza chiedere per combattere contro il nemico ottomano sotto la guida di Skanderbeg. Un artista italiano del XVI sec. ci ha dato per mezzo di un’incisione la rappresentazione figurativa dello stemma araldico dei Castriota: uno scudo bianco screziato con un’aquila bicipite, mentre nella parte superiore una stella a sei punte. A parte questo, sulle due teste dell’aquila erano posate due corone reali. Ignoriamo dove si sia riferito l’artista italiano nella rappresentazione di questo stemma. Almeno le due corone reali suscitano una sorta di dubbio. Le corone, così come sono qui raffigurate, rappresentano un elevato potere imperiale o un duplice potere regale, come accadeva per esempio presso i Bizantini il cui sovrano si chiamava Imperatore d’Oriente ed Occidente. Skanderbeg fino a quando visse non si definì mai re e tanto meno duplice monarca. Re venne definito solo tardi da alcuni scrittori stranieri monarchici ai quali sembrava strano che una personalità tanto grande non fosse incoronata sovrano. Dunque sembra evidente che le due corone reali siano state aggiunte dall’artista anonimo sotto l’influenza della letteratura del XVI sec. Lo stemma dei Castriota la troviamo incisa in altre incisioni dedicate a Skanderbeg. Ci sono sicuramente differenze tra loro ma in tutti i casi il motivo centrale resta l’aquila bicipite. La vera forma sembra che la rappresenti un libro religioso preparato e decorato da un artista napoletano nell’epoca in cui era vivo l’Eroe. Il libro è dedicato e regalato a Skanderbeg come è annotato in esso. E’ un libro di preghiere, il cui valore consiste non nel contenuto, ma nelle miniature che ricoprono e abbelliscono le sue pagine. Ci sono molte possibilità che sia stato donato a Skanderbeg durante gli anni 1461-1462, quando il nostro Eroe andò a Napoli per aiutare il proprio alleato, il Re Ferdinando, nella repressione dei feudatari dell’Italia meridionale. Il dono di un napoletano nelle mani di Skanderbeg in questi anni è molto significativo. Come opera di valore artistico essa assumeva il significato di sentimento di riconoscenza dei napoletani verso Skanderbeg. C’è la probabilità che il dono sia stato consegnato a Skanderbeg durante la visita che fece a Napoli agli inizi del 1467. Comunque sia il libro sembra essere uscito dalle mani dell’artista napoletano prima del 1468. Oggi esso si trova nella collezione di manoscritti e stampe antiche che porta il nome dell’editore inglese C. G. St. John Hornby presso la casa editrice “Shelley House” a Chelsea (Londra). In Albania non si è mai parlato di questo documento. Ma a quanto si sa, di esso non si è parlato neanche nella storiografia sul nostro eroe nazionale che è molto ricca. Nessuno ne ha fatto qualche descrizione dettagliata.Non sappiamo, quindi, quante pagine abbia e da quante miniature sia illustrato. Abbiamo in mano solo una pagina fotocopiata. Il testo, che è in latino e di nessuna importanza, è circondato da una cornice ornamentale e arricchito di cinque miniature con soggetto religioso e non. Tra questi, il medaglione che si trova in fondo alla pagina, ha un interesse di prima mano. Il suo contenuto è direttamente collegato a Skanderbeg. Il medaglione è formato da una corona che si chiude nella parte superiore con foglie d’alloro stilizzate che rappresentano, secondo la nostra opinione, la gloria di Skanderbeg. Rafforzano questa supposizione i sei putti che sorreggono la corona con le proprie mani. Dentro la corona è dipinto uno scudo che viene tenuta altresì in mano da due putti. Lo scudo simboleggia di nuovo Skanderbeg, il difensore della libertà e può essere, per il pittore napoletano, il difensore dell’Italia dall’invasione ottomana. Lo scudo, da parte sua, è divisa in due parti. Nella parte sinistra è dipinto lo stemma di Skanderbeg, mentre a destra non si distingue chiaramente se ci sia una pantera, un leone o altro. Si ha a che fare quindi con un elemento molto prezioso per valore storico perché si è davanti alla più antica rappresentazione dello stemma di Skanderbeg, fino al periodo in cui era in vita l’eroe. Lo stemma di questa miniatura contiene inoltre l’aquila nera a due teste assieme alla stella bianca con sei punte, l’Aquila, anche qui stilizzata assomiglia molto alla copia dell’incisione del XVI sec., ma non è esattamente quella. L’aquila qui è interamente nera. Ma quello che è importante è il fatto che nella miniatura del XV sec. le corone regali mancano completamente. Da ciò si evince che l’autore dell’incisione del XVI sec. ha avuto sicuramente davanti a se il vero stemma di Skanderbeg, ma ha dato sfogo alla propria mano, sia nella stilizzazione dell’aquila, sia nell’abbellimento delle sue teste con corone regali. Da quanto detto si può concludere che lo stemma della miniatura del XV sec. si può ritenere come il documento che rappresenta in modo molto vicino il vero stemma di Skanderbeg. Non si esclude che la consultazione del documento che si trova nella collezione Hornby possa darci anche altre miniature con soggetti della vita e attività di Giorgio Castriota. L’aquila ha simbolizzato, fin dai tempi più antichi nella fantasia dei diversi popoli, la maestosità, la forza, la rapidità e l’astuzia. Dalla letteratura popolare nel tempo è entrata anche nella letteratura artistica. Contemporaneamente è usata fin dal principio dai maestri artigiani anche come motivo decorativo nei diversi domini dell’arte. I grandi condottieri militari usualmente sono paragonati all’aquila per le loro rapide vittorie. L’aquila con le ali spiegate è entrata poi anche negli emblemi dei reparti militari dell’ Impero Romano. Anche l’aquila bicipite ha seguito lo stesso percorso. Naturalmente in forma stilizzata viene rappresentata per la prima volta nell’arte popolare dell’Oriente soprattutto nell’arte dei tappeti. L’aquila a due teste risponde ad un’altra figura popolare – all’uomo con due cuori, all’eroe degli eroi. Durante il Medioevo dell’aquila bicipite si sono appropriati come stemma del proprio potere i Selgiuchidi. Poi l’hanno usata i Bizantini presso i quali rappresentava, secondo alcuni, il dominio sull’Oriente e l’Occidente, secondo altri, il duplice potere, temporale e clericale, uniti nelle mani dell’Imperatore. Più tardi l’aquila monocipite o bicipite venne usata negli stemmi di diversi imperatori, re, principi e signori d’Europa. Vari studiosi hanno espresso l’opinione che l’aquila bicipite dei Castriota sia un’influenza dello stemma bizantino. Ma non sembra esatto. L’aquila non è stata l’emblema solo dei Castriota ma anche di altri signori feudali albanesi del Medioevo. Nello stemma dei Muzaka l’aquila si presentava altresì nella forma bicipite con la stella, mentre nello stemma dei Dukagjini l’aquila era monocefala bianca. Dalle conoscenze in nostro possesso è evidente che esse non si assomigliavano. La diffusione di questo emblema nelle forme e colori vari si può spiegare meglio con l’influenza della tradizione popolare più che lo stemma bizantino. Secondo le parole che lo stesso Skanderbeg scriveva al principe italiano J.A. de Ursinis, gli Albanesi erano consapevoli di essere i discendenti degli antichi Epiroti e pronipoti del famoso Pirro. L’antico scrittore greco, Plutarco, narra che dopo la clamorosa vittoria che Pirro ottenne sui Macedoni, gli Epiroti lo salutarono con il sopranome di “aquila”. Pirro rispose: “ E’ merito vostro se sono un’aquila, e come non esserlo quando voi con le vostre armi mi avete innalzato come se avessi rapide ali?”. Secondo le parole di Pirro l’aquila con le ali spiegate simboleggia lo stretto legame del condottiero con la massa. L’aquila è sempre vissuta nelle montagne d’Albania: sempre ha volato sulle terre albanesi. In un simile posto, la figura letteraria, i motivi artistici ed i simboli storici essa ispira si trasmettono in modo ininterrotto da una generazione all’altra. Il fatto che i Balsha avessero nel loro stemma il lupo, al quale è collegata la leggenda della città illirica di Ulqin (Dulcigno in Montenegro, N.d.T.), testimonia come nel Medioevo fossero vivi gli antichi racconti popolari. Naturalmente nel corso dei secoli le piccolezze svaniscono ma il soggetto centrale rimane. Quando giunge il momento l’artista lo raffigura in forme diverse. Questo sembra il motivo per cui nel XV sec. l’aquila viene rappresentata in forme diverse negli stemmi dei Castriota, Muzaka e Dukagjini. Così accadde più tardi anche con l’aquila di Skadnerbeg. La bandiera dell’Eroe non giunse nella forma originale nel XIX sec. Pervennero solo la tradizione popolare e letteraria. Senza un preciso modello davanti, i patrioti della Rilindja (la Rinascita politica e culturale dell’Albania dal XIX sec. al 1912, anno dell’Indipendenza, N.d. T.) l’hanno rappresentata in forme diverse fino a quando non ha preso la forma che ha attualmente la nostra bandiera nazionale. Dopo l’insediamento del dominio ottomano, gli stemmi dei vari signori albanesi caddero quasi completamente nell’oblio della memoria popolare. Solo la bandiera con lo stemma di Skanderbeg ha fatto fronte ai secoli. Era la bandiera ricopertasi della gloria delle battaglie leggendarie del XV sec., la bandiera che simboleggiava la libertà e l’indipendenza della patria. Per questo motivo l’aquila di Skanderbeg è diventata la bandiera dei patrioti della Rilindja, la bandiera dell’unione degli Albanesi in lotta per la liberazione nazionale dal giogo straniero. I patrioti della Rilindja erano orgogliosi della bandiera di Skanderbeg non solo perché era rossa del sangue dei loro avi durante l’epopea del XV sec., ma anche perché era una bandiera pura, onorata, non macchiata di offese verso altri paesi. Essi la consideravano una bandiera popolare perché non aveva tolto a nessuno la libertà. Essa è, come dice F.S. Noli, “una grande bandiera per il popolo minuto”. Come tale essa ha ispirato i patrioti della Rilindja nella sacra guerra per la liberazione della Patria contro gli occupatori ottomani. E' vero che la storia ci racconta quello che sopra è descritto, ma so con assoluta certezza di quanto gli Albanesi siano orgogliosi delle loro tradizioni popolari, ma a me piace di più pensare che sia andata così... Si narra della leggenda di un ragazzo molto coraggioso, che un giorno mentre cacciava per le montagne, incontrò un’aquila maestosa che serrava nel becco un serpente. Dopo un po’, quando l’aquila volò via dalla cresta dove aveva il nido, il ragazzo si avvicinò e vide che il serpente non era morto del tutto, e stava per inghiottire il piccolo dell’aquila. Repentinamente, il giovane tirò fuori arco e freccia e uccise il serpente. Prese l’aquilotto e si avvio verso casa. “Perché rapisci mio figlio” grido forte mamma aquila “perché l’ho salvato dal serpente che tu non hai ucciso” rispose il ragazzo. “Restituisci mio figlio e io in cambio ti darò come ricompensa l’acutezza dei miei occhi e la potente forza delle mie ali. Tu diventerai invincibile e nel mio nome sarai osannato” Così il giovane consegnò l’aquilotto e da quel giorno l’aquila lo guardava dall’alto e lo guidava. La gente ha cominciato a chiamarlo “shqipetar”, cioè figlio dell’aquila, e il suo regno divenne conosciuto come “Shqiperia” o Terra delle Aquile”. Il paese ha cominciato a chiamarsi “Shqiperi” dopo la morte di Scanderbeg, eroe nazionale dell’Albania, perché prima si chiamava con un atro nome: “Arberia”. E per questo motivo che gli albanesi insediati qui in Italia, più di 500 anni fa, tutt’ora si chiamano “arberesh”. Ci sono documenti che testimoniano che già dal II secolo dopo Cristo, Plutarco, un biografo dell’antichità, nella sua opera, “Vite parallele”, racconta che Piro dell’Epiro, glorifica la battaglia di Eraclea, chiamando acquile i suoi soldati. Da quella volta il simbolo dell’aquila accompagnava le battaglie, come segno identificativo degli “arberesh”. Aquila nera in segno della battaglia nello sfondo rosso come il sangue versato. Ci sono documenti storici che mostrano che la bandiera di Skenderbeg era l’aquila nera bicipite, che distingueva il suo esercito durante le battaglie. Questa bandiera accompagnava gli albanesi dal momento della nascita ed era presente anche nella cerimonia della morte. Le ragazze ricamavano la bandiera per portarla in dote come simbolo di orgoglio e di identità. Ancora oggi durante le cerimonie di matrimonio, lo sposo con rappresentanti della sua famiglia, quando vanno a prendere la sposa portano con loro una bandiera che sventola. La bandiera dell’Albania ha una storia millenaria, ed è tramandata di generazione in generazione. Da sempre le nonne albanesi cantano ai nipotini parole che augurano di crescere forte e sano, vigile e coraggioso, come il sangue che portano nelle vene tutti i figli di Albania, bisnipoti di Skanderbeg.
    2 punti
  27. In attesa che la ritiri e ne condividi le immagini, Vi faccio vedere la reimpressa più malridotta della mia Collezione: Francesco I Piastra 1826 Già nel dritto I rilievi erano bassi, poi le mal riuscite operazioni di ribattitura....l'usura da circolazione.. Ecco il risultato Ribattuta su un 12 Carlini della Repubblica Napolitana
    2 punti
  28. L'unione sovietica ed i regimi suoi figli hanno usato gli stessi metodi del nazifascismo per liberarsi di oppositori e "gruppi etnici scomodi" (che ciofeca di concetto.. ma tant'è..) Oggettivamente dobbiamo ritenerci fortunati a non aver dovuto lottare per liberarci da coloro che ci hanno liberato dai Nazionalsocialisti, come è successo ad est. Bisogna ritenere che in un futuro non troppo lontano, quando sarà recepita la risoluzione del parlamento europeo, arriveremo anche a restrizioni sull'uso della simbologia "falce e martello incrociati". https://www.repubblica.it/politica/2019/09/22/news/comunismo_nazismo_parlamento_europeo_risoluzione-236628451/ Del resto una è la realtà, una la Storia. Per quanto singole persone possano cedere a negazionismi destroidi o sinistroidi opponendo le proprie individualissime verità ai fatti, la realtà non cambia. Prima impareremo a leggere la Storia come un'unica realtà oggettiva e prima ci garantiremo che certi orrori non tornino mai più nelle nostre vite ed in quelle dei posteri.
    2 punti
  29. Il viaggio è stato un avventura ma alla fine siamo arrivati ma anche ritornati con l'auto che faceva le bizze ed il maltempo che incombeva vero Cemb ?[emoji12][emoji12][emoji12] ringrazio tutti Mario in primis e la Consorte per l'aperitivo ho rivisto il Monetaio con cui ho scambiato 2 chiacchiere Cavedoni Varesi Montenegro Numismatica Scaligera il Buon Riccardino Rossi senza banco causa furti e rapine. Ho parlato con alcuni di voi Eracle Cioski Nino che era un po' che non vedevo e poi grazie a Tutti voi per la compagnia il gruppo Filatelia Non è stato a modo [emoji368][emoji12]il prossimo maggio gli roviniamo la dentellatura e linguellatura [emoji2][emoji12][emoji2][emoji12][emoji2]
    2 punti
  30. Sui tre rovesci genuini , dietro la testa dell'auriga si evidenzia che la prima e stata battuta prima delle altre due, per via della rottura dietro la testina, il secondo e la terza , la rottura ha pure deturpato la prima ala di sinistra. I falsi probabilmente sono stati creati da una moneta con questo difetto alle ali.
    2 punti
  31. Grazie mille per l'aiuto. Secondo voi merita tenerla in collezione?
    1 punto
  32. Buonasera, il tuo sesterzio: Ref Hadrian AE Sestertius, RIC 950, Cohen 1249v, BMC 1807, Sear II 3632 [Roma, AD 136] Hadrian AE Sestertius. 134-138 AD. HADRIANVS AVG COS III PP, draped bust right / RESTITVTORI GALLIAE, Hadrian standing right, reaching out with right hand to Gaul seated left, SC in ex. Cohen 1251. Salutoni HIRPINI
    1 punto
  33. Ciao a tutti! Vi avevo avvisato: mitragliata di aquile teutoniche! e non le ho pure trovate tutte. Queste monete sono il pendant d'oltralpe delle 500 lire d'argento e non possono mancare in alcun "cassetto dei nonni". Qui con le aquile si gioca in casa, ma per quanto riguarda la qualità delle figure, non sempre il soggetto mi entusiasma. Posto qui due dettagli di quelle che ho apprezzato particolarmente: Una della serie per le Olimpiadi di Monaco 1972 l'aquila questa volta non è simmetrica, cosa rara da vedere, e trova il suo spazio coesistendo con la legenda. ====================================== Questa invece è un 5 Marchi per celebrare i 100 anni del completamento del Duomo di Colonia. Non lamentiamoci se certe autostrade non vengomo mai finite, pure in Germania stanno bene: l'inizio della costruzione è datato al 1248... solo 600 anni per chiudere il cantiere... qui l'aquila stilizzata con le ali appuntite si accompagna benissimo con il disegno del duomo, con entrambe le figure slanciate verso l'alto. Per oggi è tutto, alla prossima. Servus njk
    1 punto
  34. Pubblico le foto direttamente qui visto che è una discussione generica sui falsi. ? i falsi sono stati tutti fotografati all’interno delle bustine protettive. Alcuni hanno numeri di serie con firme sballate. Le mille lire Marco Polo e le Aretusa le avevano incollate con la colla all album e le ho dovute staccare col fono e attaccarci pezzi di carta per evitare che incollassero le bustine. Ps. Le bustine sono leuchtturm quelle da 50. Le ho prese in fiera per provarle e almeno rispetto a quelle rigide le banconote non ballano al loro interno.
    1 punto
  35. SPL-FDC è la conservazione intermedia tra lo SPL e il FDC... ossia un quarto di punto meglio di SPL+ e un quarto meno di qFDC. O in altre parole, mezzo punto più di SPL e mezzo punto meno di FDC.
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  36. Ho preso in cantina la valigetta con le monete straniere ( che non colleziono e le tengo come ricordo ) ed ho trovato qualche aquila- Comincio con il Messico: Cinco Pesos 1930
    1 punto
  37. Grazie al vostro contributo ho trovato su un form specializzato in rete questi altri esempi di stemmi ad ulteriore conferma di quanto da voi suggerito. Addirittura una persona scrive:
    1 punto
  38. Ciao , se ti riferisci a quelle "escrescenze" intorno al 2.... è il leggero strato di rame che si sfoglia. credo saprai che: i centesimini sono in ferro , poi ramati con bagni galvanici.
    1 punto
  39. Per qualche motivo non riesco a caricare il Rovescio che rappresenta la vittoria sugli Ugonotti in una splendida incisione. narra la storia ( o la leggenda) che il papa una domenica scappo’ durante un’omelia a pregare subito fuori la chieda dove stava dicendo messa inginocchiandosi e ringraziando il Signore. Domandandogkinil perché di quel comportamento disse che una grande vittoria per la cristianita’ gli era appena stata annunciata . Era la vittoria sugli Ugonotti avvenuta in effetti quel giorno ma la cui notizia sarebbe giunta solo due settimane piu’ tardi. la medaglia e’ originale e - a parte un colpetto sul bordo - in buone condizioni. Opus di Giovanni Antonio de Rossi. Modesti CNORP III n. 604. Peso 28.58gr , diametro 40mm. Tiratura 50 es in argento e 41 in oro
    1 punto
  40. Altra aquila bicipite, Austria 1 fiorino 1883
    1 punto
  41. Neppure noi senza una foto. TIBERIVS
    1 punto
  42. Buonasera, @Rocco68Amico mio, in effetti quando ho detto i miei 4 9 cavalli del 90 mi sono sbagliato, in effetti sono 5.. ? Uno è in viaggio, il quarto è proprio il 9 Cavalli 1790 busto corto. Saluti Alberto
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  43. Trovata in una ciotola 1 mesetto fa. Ha una patina spettacolare ed è circolata veramente poco.
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  44. Le reimpresse son tutte belle, sempre e comunque (ovviamente, purchè si legga più di "qualcosa" ) considerando la tipologia monetale (e quindi i limiti tecnici di coniazione, come hai accennato tu, i dettagli del ritratto sono sempre molto bassi, e la nuova battitura non agevolava affatto una rappresentazione leggibile del ritratto), al netto di usura, per me la tua piastra è un buon BB, che non è affatto da disdegnare.
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  45. Alberto, ti manca il 9 Cavalli 1790 busto corto? ?
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  46. Una singolare moneta attribuita alla zecca di Crotone appare in https://www.ebay.it/itm/HMM-Bruttium-Kroton-Diobol-376-317-v-Chr-151208017/153260256980?hash=item23af05eed4:g:mJEAAOSwYXVYym0a Classificato come diobolo (senza dati pondometrici) e datato al 376-317 a.C., l’esemplare era già apparso sul mercato antiquario almeno due volte: Auktionen Münzhandlung Sonntag, 20, 9.12.2014, 17 Dr. Busso Peus Nachfolger, 401, 3.11.2010, 29 BruttiumKroton Diobol (?) 420/400 v. Chr. 0.89 g. Adler mit rückwärts gewandtem Kopf auf Olivenzweig / Dreifuss. Feine dunkle Tönung Unpubliziert Vorzüglich/Sehr schön L’unicità dell’esemplare era stata ben evidenziata già nel catalogo Peus (“Unpubliziert”) ai cui compilatori, però, era sfuggito che solo qualche mese prima (maggio 2010) Rauch aveva messo in vendita un pezzo simile successivamente confluito nell’asta Hirsch 269. Auktionshaus H. D. Rauch GmbH, 86, 12.5.2010, 142 Gerhard Hirsch Nachfolger, 269, 23.9.2010, 2260 Nella scheda a corredo dell’esemplare di Hirsch viene correttamente annotata l’assenza di riscontri bibliografici eccezion fatta per il riferimento al volume di Attianese (Kroton. Ex nummis historia, Settingiano 1992, p. 163, n. 171) che presenta un diobolo simile (gr. 1,35) corredato tuttavia da mediocre riproduzione fotografica e con errata lettura della legenda ( in luogo di ). L’A. annota che l’esemplare probabilmente inedito, sarebbe stato rinvenuto in epoca imprecisata “in agro di Isola Capo Rizzuto”. Notizia senza dubbio di grande interesse in quanto restituirebbe l’unico dato di provenienza noto ma allo stato attuale non controllabile. Ma si tratta davvero di una moneta di Crotone? E in caso affermativo, di quale nominale? Alcuni elementi mi lasciano perplesso: 1) Il tripode e l’aquila, pur essendo indiscutibilmente tipi propri delle monete crotoniati, si presentano associati sui dioboli in AR in un solo caso (cfr. ANS 417, HN 2156) e sempre con l’indicazione dell’autorità emittente (KPO) al D/ e del presunto segno del valore (OO) al R/. Hess-Divo AG, 308, 24.10.2007,10 (tipo ANS 417) 2) Dai dati ponderali degli esemplari noti con (gr. 0,89; 0,87; 1,35) emerge un peso medio di gr. 1,036 che nel sistema acheo-corinzio appare decisamente troppo alto per un diobolo benché l’esiguità degli esemplari imponga le dovute cautele nella valutazione dei nominali. 3) Ne conseguirebbe che la singolare legenda , se non deve intendersi come indicazione dell’autorità emittente, tantomeno può interpretarsi come riferimento al nominale, ad esempio il pen(tonkion). A questa unità vengono riferiti infatti alcuni dibattuti divisionali argentei di Crotone con tripode/ il cui peso risulta alquanto inferiore (circa gr. 0,50-0,40) a quelli contrassegnati da e di cui si è già discusso in passato (https://www.lamoneta.it/topic/174725-un-controverso-divisionale-di-crotone-pentonkion-tetartemorion-obolo/?tab=comments#comment-1960083). Tale peso sembrerebbe peraltro confermato da un esemplare (gr. 0,43), con buona probabilità emesso da Thurii, con tipo analogo al rovescio. CNG 61, 25.9.2002, 356 (Kroton) Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung, 181, 13.10.2009, 1104 (Thurii ?)
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  47. Ciao, credo sia il primo simbolo del 5° Genio Minatori dei primi '900, allego una cartolina presa da Ebay, anello interessante.
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  48. contribuisco umilmente con la mia bolla con pergamena (ancora allegata) di Francesco Erizzo per far vedere come si presentavano le bolle nella loro destinazione originaria. Ciao, Luigi
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  49. Interessante, piacerebbe molto anche a me :) Simone
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