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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/12/19 in tutte le aree
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Buona serata a tutti, volevo condividere con voi questo denaro aquilino di Pisa Repubblica (post 1269): Anche se l'aspetto non è eccelso, questo denaro è molto importante per me in quanto, pur essendo da tempo cosciente dell'importanza della monetazione di Pisa per la storia della Sardegna, non riuscivo a raccapezzarmi tra "bianchi", "bianchetti", denari minuti, aquilini minuti, denari piccioli e quant'altro. Tanto che avevo rinunciato a rappresentare la fase della dominazione pisana in Sardegna nella mia collezione. Solo da poco, grazie alla lettura dell'opera della Baldassarri, sono riuscito a capire che era proprio questo denaro il più importante tra le coniazioni di Pisa Repubblica per la mia collezione. Si dovrebbe trattare infatti (correggetemi se sbaglio) di un denaro minuto del tipo A.II.2d, sempre seguendo la Baldassarri: si possono vedere chiaramente al rovescio, dopo la R di IMPATOR, i tre pallini che compaiono solo in questa tipologia. Nel libro della Baldassarri viene riportata la sua nutrita presenza nel ripostiglio di Oschiri, e questo tipo di denari viene da lei definito nell'introduzione (anche se in forma dubitativa) un nominale "sardo". Perciò potete capire la mia soddisfazione4 punti
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No, nessuna circolazione. Della più grande rarità. Pur essendo stato coniato a Roma, fa comunque parte della monetazione del re lazzarone. Allego foto tratta dalla loro vendita: asta nac 16, collezione pannuti, Zurigo, 28 e 29 Ottobre 1999.4 punti
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Parlando di monete rare ed introvabili, sicuramente le piastre coniate a Roma hanno pieno diritto di essere tra queste4 punti
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Non penso. La moneta pare belloccia con campi puliti. Se non ha difetti non visibile in foto, non va sicuramente sotto lo SPL. Io scommetto invece che sia abbondantemente sopra. Ricordati una cosa, forse questa potresti averla pagata anche un po' cara, non lo so ancora. Ma tendi a diffidare da chi ti dice che l'hai pagata troppo SE non é disposto a darti un esemplare uguale o superiore (e con parità di tipo di pagamento) alla stessa cifra che proclama corretta... Con le parole e col portafogli degli altri son bravi tutti, anche quelli che una moneta così non l'hanno mai avuta in mano, per intenderci. Quando si parla di foto ed aste poi... Si può dimostrare tutto ed il contrario di tutto.4 punti
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Quelle belle veramente sono le normali monete mondiali che posseggo e che sono state usate quotidianamente dai vari popoli (possibilmente vissute quanto basta) La moneta che ho postato indubbiamente è esteticamente stupenda, ma è senz'anima... non ha vissuto tra la gente, non è stata spesa, ha "circolato" solamente tra i banchetti dei convegni e nei negozi di numismatica, la rende quindi ai miei occhi una moneta tra le più brutte che posseggo.3 punti
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Essendo un collezionista di monete mondiali utilizzate esclusivamente per la comune circolazione (possibilmente ne debbono portare pure i segni), reputo questa moneta (è stato un regalo e lo tengo) coniata esclusivamente per i collezionisti, tra le meno belle che posseggo. l'estetica non è tutto.3 punti
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@Litra68, ripensando alla lista delle Piastre di Ferdinando IV che ho postato ieri.... Alcune delle "introvabili" le ho riviste proposte ultimamente su fb : Una INPANS e una FECUNDITAS con data dritta. Quelle che non ho più rivisto in tanti anni sono la 1805 HSIP e la 1793 gigli invertiti di cui ho il piacere di possedere un esemplare.3 punti
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Non si tratta di una moneta, ma di una medaglietta devozionale lauretana. Su un lato la Madonna di Loreto con Bambino in braccio, con due lampade ai lati. Sull'altro lato 5 Santi con in alto lo Spirito Santo radiato, ed in basso in esergo ROMA Indicativamente XVII secolo.3 punti
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Buonasera, ho l'abitudine quotidiana di spulciare tra le varie discussioni del forum, a volte mi capita digitando un quesito sul web che vengo indirizzato in discussioni del Forum stesso. Ci sono discussioni di approfondimento, tecniche, di curiosità, tutte piacevoli, si parla di rarità, di pezzi costosi, di varianti, di errori, di tipologiche, di belle, di doppioni, di consigli per la pulizia e chi più ne ha più ne metta. Premesso che non ho ancora la preparazione e la conoscenza adeguata per poter dispensare consigli, oppure di andare troppo nello specifico, a dire il vero non sono ancora in grado di stabilire il giusto stato di conservazione di una moneta, cerco di essere presente nel Forum anche solo con discussioni semplici, e soprattutto disposto ad imparare da chi ne sa di più. Ritengo sia giusto proporre questa discussione in cui ognuno possa postare le sue monete meno belle (nel caso ci fossero già discussioni con questo oggetto vi prego ignorare la mia) quelle che non hanno il primo posto nelle nostre collezioni ma delle quali comunque non riusciamo o vogliamo separarci. Anche loro hanno diritto ad un giro di Walzer in questa Piazzetta, inizio io con un 5 Tornesi Ferdinando II 1833 molto rovinato, che ho provato a pulire con scarsi risultati, moneta dalla quale non riesco a separarmi. Saluti Alberto2 punti
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@miroita, visto che non l'ha fatto nessuno, il dito sul cuoricino ce l'ho messo io HIRPINI2 punti
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Salve a tutti ragazzi attendo pareri su questa 1795. Entrata in collezione qualche annetto fà. Attendo pareri.2 punti
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Controllo settimanale vassoio argenti, Oggi è toccato ai piccoli Carlini. Ferdinando IV Carlino 1788. Di questo millesimo molto raro a reperirsi, ne possedevo tre..... Uno l'ho ceduto ad un Amico per fargli completare la serie.... Beato lui. A me sono rimasti questi due esemplari di cui uno presenta al rovescio le aste della Croce più sottili.2 punti
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Taglio: 50 cent Nazione: Città del Vaticano Anno: 2010 Tiratura: 2.190.704 Conservazione: B Località: Biella E per concludere, il miglior ritrovamento della settimana: Taglio: 2 euro Nazione: Monaco Anno: 2019 Tiratura: 1.195.119 Conservazione: SPL+ Località: Torino Note: La foto non rende giustizia, ma la moneta è davvero lucente!2 punti
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Discussione per me interessantissima, rimpiango di non aver sottomano la mia collezione per potervi mostrare i miei X reales rispettivamente di Filippo II (Piras 119) e di Filippo IV (Piras 146). Ogni volta che li metto a confronto mi sembra di vedere una lezione di storia sulla decadenza della Spagna/Sardegna in quel periodo, in quanto il pezzo di Filippo IV è un maltagliato particolarmente rozzo e "tosato"... eppure sono più affezionato a quest'ultimo forse perché la acquistai tanti anni fa al mercatino delle pulci di Nuoro. Appena potrò condividerò le loro foto, anche perché l'esemplare di Filippo II presenta sul ritratto una corrosione per me particolare... Saluti2 punti
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Buongiorno, Premetto che sono col cellulare, e che parliamo di varianti davvero molto rare per questa affascinante tipologia monetale. le foto non sono proprio l’ideale... Poco nitide e restituiscono una tonalità troppo carica di giallo. Elementi questi che potrebbero avvalorare un’impressione di non autenticità. Analizzando quel che si vede, l’impronta di tutto il modellato risulta approssimativa, non definita, con rilievi incompatibili tra loro, a volte rilevati ma allo stesso tempo poco nitidi, a volte troppo deboli. Il bordo non ha una consistenza nello spessore, e risulta troppo allineato al livello dei campi. Il colore del metallo (nonostante il problema fotografico sopra esposto), mi da l’impressione che non sia neppure argento; potrebbe ascoltarne il suono prendendo due monete e facendole toccare delicatamente. Il suono dell’argento è inconfondibile qualora si conosca. Diversamente può recarsi da un gioielliere, ed il responso sarebbe già attestato di autenticità o meno. Da queste foto (con tutti i limiti del caso esposti inizialmente) propenderei per la non autenticità in virtù dei dettagli sopra esposti. Resta da capire se suo zio avesse conoscenza di questa tipologia monetale, e se l'acquisto è stato effettuato da numismatico professionista o da qualche “amico”. Non ci sono fatture o altro genere di documenti che potrebbero far risalire alla fonte dell’acquisto? Fabrizio2 punti
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Vi posto l’articolo di Brandolini perché può essere da cerniera con la parte precedente a Carlo Magno https://www.academia.edu/6529056/Il_denaro_di_Pavia_civitas_altomedievale2 punti
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Non ti conosco ma dai post che hai fatto negli ultimi tempi dimostri di avere a mio avviso una delle più belle attitudini della numismatica: studiare e collezionare le monete che hanno circolato nella tua meravigliosa isola dai Punici in poi passando per Roma, vandali, bizantini e medioevo. Davvero complimenti. PS a quando una bella Sardus Pater?2 punti
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Dopo che abbiamo insistito per anni finalmente ci hanno dato retta. ?Personalmente mi sono battuto moltissimo per questo obiettivo...2 punti
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Aggiungo la mia esperienza: la sezione delle aste è sempre la prima che leggo perché non sono così attento a collegarmi ai vari portali e molte aste mi sfuggono. Ci sono anche periodi “no” che non ho proprio voglia di sfogliare cataloghi online. Un’occhiata alla sezione comunque mi da una informazione di massima. E non mi dispiace nemmeno che qualcuno possa segnalare pezzi interessanti (oltre quelli super appetibili appannaggio delle tasche dei nababbi): mi da la scusa per guardare una bella moneta. Se poi chi lo fa è il proprietario, la cosa non è poi così grave. Per il resto devo dire che l’anno scorso mi sono azzardato a segnalare un pezzo sospetto da aggiungere a quelli segnalati da utenti più esperti e la casa d’aste ha poi preso seriamente in considerazione la segnalazione, ritirando quasi tutto il segnalato, compresa quella segnalata da me. Questo credo sia un segnale dell’importanza della sezione. Spero, al massimo, che un giorno la sezione chiuda perché non vi saranno più falsi in vendita. Ma questa è una pia illusione.1 punto
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Peccato che su queste monete si sappia ben poco, bisognerebbe interrogare l'archivio di stato di Roma, forse lì si potrebbe trovare qualcosa...1 punto
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Grazie @dabbene, I tuoi interventi sono sempre pertinenti, esaustivi, mai scontati. I vari contributi postati non fanno altro che confermare il mio pensiero, il nome Ticinum, probabilmente, era l'epiteto aulico della città, quello degli scritti di alto livello, delle epigrafi latine, in pratica il nome dotto, sicuramente mutuato dal fiume eponimo e non viceversa. Pavia, o Papia che dir si voglia, ha sempre affiancato Ticinum forse fin dal tempo dell'insediamento della tribù Papiria sulle rive del fiume azzurro, probabilmente il contadino di III o IV sec che andava a vendere i suoi prodotti a Pavia diceva : " a vo' a Papia" e non a Ticinum. Carlomagno, forse per sminuire quella che era stata la capitale dei longobardi ( equiparandola a qualsiasi altro grosso centro del nord Italia) o, come è stato scritto, per un intento di cesura con il passato, cominciò a utilizzare esclusivamente il nome Papia e da allora poco è cambiato.1 punto
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In ricordo di Carlo Croccolo scomparso oggi a 92 anni Totò lascia o raddoppia? (1956)1 punto
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Ciao, dal mio punto di vista reputo meno belle, tra le veramente belle e circolate che posseggo, solo quelle con un foro, con un appiccagnolo divelto o vandalizzate senza uno specifico motivo storico. Difetti che di certo non sono riconducibili alla circolazione e che nulla hanno a che vedere con la principale funzione che avevano queste sfortunate monete, che è quella di essere spese. Tra le meno belle, a cui comunque tengo molto, è questa per esempio:1 punto
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Ciao a tutti, brutto ma mi ci sono affezionato, Follaro di Ruggero Borsa zecca di Salerno Saluti Eliodoro1 punto
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Buongiorno a tutti! La settimana mi ha portato qualche ritrovamento soddisfacente, iniziando da questa doppietta finlandese: Taglio: 2 euro Nazione: Finlandia Anno: 2013 Tiratura: 900.000 Conservazione: MB+ Località: Biella Taglio: 1 euro Nazione: Finlandia Anno: 2006 Tiratura: 1.705.000 Conservazione: MB Località: Biella1 punto
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Ciao gennydbmoney, mi inserisco nella discussione, non volendo assolutamente interferire con i pareri di "Esperti", sono un neofita della monetazione Borbonica e quindi il mio è solo un parere personale, da tenere in poco conto. Non sono d'accordo con la tua ipotesi di modifica del punzone originale della moneta per alcuni motivi: 1- nella Zecca al momento della coniazione erano presenti molte persone: incisori, aiuti, allievi ed operai. Sarebbe stato quasi impossibile modificare il punzone senza avere molto tempo a disposizione e senza essere visti da qualcuno ( ed il "carbonaro"... rischiava la forca). 2- pur ammettendo che ciò sia stato possibile, in qualche ora di lavoro, sarebbero state coniate centinaia di monete con lo stemma sabaudo e probabilmente ne sarebbero sopravvissute più di una sola. 3- l'attribuzione al periodo garibaldino di una moneta del 1848 mi sembra strano...penso che negli anni 1860-61 fossero molto più comuni i millesimi più recenti. La mia ipotesi e questa: qualche operaio si è costruito un piccolo punzone con lo Scudo Sabaudo e ha contromarcato una o più monete per spregio nei confronti di Re Ferdinando. Nel 1848-1849 i rapporti tra Carlo Alberto e Ferdinando II erano piuttosto tesi, perchè tutti e due rivendicavano l'egemonia sull'eventuale Unità d'Italia ed, a tutti e due, andò male: Carlo Alberto abdicò dopo la sconfitta di Novara e Ferdinando II perse molto credito dopo i moti siciliani e la pesante repressione. Potrebbe essere la tipica moneta di protesta/avversione politica della gente siciliana " Ci hai bombardati ed uccisi.. e noi vogliamo i Savoia !" Dal punto di vista "tecnico" ( sono d'accordo con Rocco ) al rovescio si nota il tipico "appiattimento della contromarca". Perchè lo stemma non è in incuso come le scritte "BOMBA" ? Perchè probabilmente il punzone della contromarca era in incuso e la battitura in positivo. Ipotesi certamente criticabili, difficili da sostenere, certamente. Molte risposte, se non dal punto storico, ma tecnico, si potrebbero ottenere se venisse scoperta un' altra moneta di questo tipo: se lo stemma fosse sovrapponibile si potrebbe parlare di modifica del punzone originale, se fosse spostato, probabilmente la mia ipotesi sarebbe più probabile. Ciao a tutti1 punto
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Ciao nikita, ovviamente la mia era una "battuta" lo so che a te piace il circolato... come me, quindi mi aspettavo qualcosa di (veramente bello) aspetto la prossima.1 punto
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Penso che di quei 17KK non glie ne freghi tanto di questa monetucola.....hanno e avranno altri problemi. saluti TIBERIVS1 punto
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La discussione è perfettamente visibile, per cui, come ti è stato detto, è possibile che sei tu che la ignori. Saluti Eliodoro1 punto
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Non è che hai erroneamente cliccato su "ignora discussione"? Nelle impostazioni account, nell'ultima voce hai la lista delle discussioni ignorate, ci clicchi sopra, ti riporta alla discussione e una volta dentro puoi "smettere di ignorare"1 punto
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Questa è forte! Campi intatti, metallo che sembra davvero vergine, anche la forza dei rilievi è davvero ragguardevole. Peccato per il tondello “aggiustato” al rovescio che fa perdere definizione nella zona della basetta nel ritratto. Potrebbe benissimo essere FdC in mano.1 punto
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Gli elementi per distinguere ci sono. Per primo il segno di zecca che si trova in esergo. Ogni emissione ha il suo, magari accompagnato da altri simboli nel campo. E secondo elemento di distinzione è il peso. Infine il RIC VII arriva alla morte di Costantino I e il RIC VIII copre gli anni dal 337 al 364. Arka Diligite iustitiam1 punto
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Grazie mille per il feedback! la mia idea sarebbe proprio quella che tu hai esposto! Per quanto riguarda il Sardus Pater, per il momento mi "accontento" di una coniazione romana repubblicana militare per la Sardegna (serie MA, Crawford 64/6a) che mi dovrebbe arrivare a giorni1 punto
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Devo rettificare la mia soluzione di questo rebus Forma scoppiettante in Salva scoppiettante. Infatti S mette in salvo tante coppie e la prima parola nella soluzione è il sostantivo di genere femminile salva che ho appreso nel significato che non conoscevo di sparo simultaneo di più armi da fuoco o pezzi d’artiglieria eseguito con cartucce o cariche speciali, privi di proiettili, in segno d’onore e di saluto o in occasione di feste o celebrazioni particolari. Nello specifico questa è la definizione nel vocabolario on line Treccani: salva1 s. f. [dallo spagn. salva, che è dal lat. salve (v. salve1); cfr. anche fr. salve]. – 1. a. Sparo simultaneo di più pezzi di artiglieria o di più armi da fuoco, caricate con speciale cartuccia a carica ridotta e senza proietto o con proietto di legno friabile (cartuccia a salva o da salva), in segno di saluto, di onore, di esultanza per feste, occasioni solenni, vittorie e sim.: una s. d’artiglieria; una s. di fucileria in onore dei caduti; il Presidente fu salutato con ventun salve di artiglieria (oppure: con una s. di ventun colpi). Di qui la locuz. avv. a salva (più com. a salve, dove salve va inteso propriam. come plur.), senza proiettile: tirare, sparare a s.; caricare a s.; un’arma caricata a s., con carica innocua, da sparare in segno di saluto. b. In usi fig.: una s. di applausi, di fischi, di urla, una esplosione improvvisa e simultanea di applausi, di fischi, di urla; sparare a salva o a salve su qualcuno, colpirlo con critiche, accuse: i critici hanno sparato a s. sul regista e sul suo ultimo film; i giornalisti hanno sparato a s. contro l’iniziativa del ministro. 2. a. Sparo contemporaneo di tre o più bocche da fuoco, di eguale calibro, diretto contro uno stesso bersaglio, generalmente eseguito da navi i cui impianti di artiglieria sono costruiti e disposti in modo da raggiungere meglio questo scopo. Anche, il lancio simultaneo di più missili, di più razzi, di più bombe da un velivolo, di più siluri da un sottomarino o da una nave. b. Per estens., in marina, l’insieme delle colonne d’acqua provocate dalla caduta in mare di proiettili di una stessa salva. ◆ Abbastanza diffusa, anche come sing., la forma inesatta salve (invar.), nata da espressioni come sparare a salve e sim., dove salve plur. è stato inteso come un singolare. Si vede dalle ultime righe che è abbastanza diffusa la forma inesatta salve, nata da espressioni come sparare a salve dove salve inteso comunemente come un singolare è in effetti il plurale di salva. E ringrazio Saclà e il suo rebus per l’insegnamento.1 punto
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Buonasera, seguendo un filo conduttore con il precedente post, uso nuovamente un prestito del mio Amico Rocco @Rocco68stavolta è un gettone/medaglia del valore di un Carlino, prodotta a Vienna e distribuita al popolo in occasione delle nozze tra Ferdinando IV e Maria Carolina millesimo 1768. Riporto alcune note di quell'anno, la cui fonte è sempre il Web. Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Carolina d'Austria (Vienna, 13 agosto 1752 – Vienna, 8 settembre 1814), nata arciduchessa d'Austria, divenne regina consorte di Napoli e Sicilia come moglie di Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia. Nell'aprile 1768 fu stipulato il terzo e ultimo contratto nuziale, che portò alle nozze per procura di Ferdinando con l'Arciduchessa Maria Carolina d'Asburgo-Lorena. Consolidato il legame da un punto di vista formale, la sposa partì dall'Austria alla volta del Regno di Napoli, dove fu accolta il mese dopo da Ferdinando in località Portella di Monte San Biagio nei pressi di Terracina. Maria Carolina fu anche una figura politica rilevante per il Regno. Questo grazie all’avveduta Maria Teresa che, prima di inviare la figlia alla corte di Napoli, fece stilare un patto matrimoniale in cui si disponeva che nel momento in cui Carolina avesse dato alla luce un erede maschio, avrebbe potuto prendere parte ad ogni riunione politica. Il bambino nacque e la regina si trovò in mano le chiavi del Regno. Il potere della donna e l’influenza sulla corte erano talmente grandi da far licenziare in tronco il primo ministro, eminenza grigia di Ferdinando, Tanucci solo perché astioso nei suoi confronti. Carolina non conosceva mezze misure: passava dall’amore all’odio, capricciosa e lunatica con i membri della corte, vendicativa e fredda con i suoi nemici…o semplicemente con chi non le stava a genio. Era anche dissoluta ed incline al tradimento quasi quanto il marito e molti suoi amanti ottennero cariche pubbliche di grande spessore, come il comandante irlandese della marina toscana John Acton, messo a capo della flotta del Regno di Napoli. Nonostante molti cercassero di aprire gli occhi al marito sui tradimenti della moglie, Ferdinando reagiva borbottando o, al massimo, minacciando Carolina di farla accoltellare o di strangolarla lui stesso. Vuote minacce: il re, nonostante tutto, amava la sua regina e, inoltre, gli faceva comodo che la donna si occupasse del regno in sua vece. Lo scoppio della rivoluzione francese segnò il decadimento psichico di Carolina, sopratutto dopo che la sorella Maria Antonietta, regina di Francia, fu ghigliottinata. La donna divenne paranoica e sospettosa di tutti i sudditi e fece reprimere nel sangue numerose sommosse e semplici contestazioni. Autoritaria e dura temeva un focolaio di rivoluzione che potesse portare a una tragica conclusione del suo regno. Nemmeno il pugno di ferro della regina, però, poteva impedire il flusso di eventi che condizionò l’inizio dell’ ‘800: Napoleone arrivò in Italia liberando la penisola da tutte le vecchie dinastie. Carolina fuggì in esilio a Vienna e li morì pochi anni dopo senza nemmeno vedere la sconfitta dell’Imperatore francese e la Restaurazione che avrebbe portato i Borbone a regnare di nuovo su Napoli. Altro evento del 1768 Il trattato di Versailles fu stipulato il 15 maggio 1768 a Versailles tra la Repubblica di Genova e la Francia, firmato dal plenipotenziario genovese, Agostino Paolo Domenico Sorba, e dal ministro francese, il duca Étienne François de Choiseul. In base al trattato la Repubblica di Genova offrì la Corsica come garanzia per i debiti contratti (pari a circa due milioni di lire genovesi) verso il re di Francia Luigi XV, che aveva inviato proprie truppe sull'isola a sostegno di Genova contro i Còrsi in rivolta. Genova, già in bancarotta, non fu mai in grado di onorare i suoi debiti e così la Francia assunse quasi immediatamente l'iniziativa militare di occupare stabilmente l'intera isola, che fu conglobata da allora e fino alla Rivoluzione francese, nel "patrimonio personale" del re di Francia. Il trattato fu firmato da Agostino Paolo Domenico Sorba e Sebastiano Francesco Batini, con la mediazione del duca Étienne François de Choiseul tra il doge Marcello Durazzo e il re di Francia Luigi XV. Saluti Alberto1 punto
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publico anche il mio 3cavalli per ora l'unico che ho sono monete meravigliose1 punto
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Il sedere rotondo e la zampa anteriore sinistra poggiata a terra non costituiscono parametri significativi per un giudizio. In ogni caso da fotografia l'aspetto generale del metallo non mi esalta e non la prenderei. Tuttavia non posso escludere che sia autentica. Non sono dello stesso conioma lo stile del toro è coerente. Dal British Museum:1 punto
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... Anche il Grano 1797 con FERDINAN in caratteri grandi è difficile da trovare.... Ad oggi ne conosco solo due esemplari.1 punto
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Non dico provar vergogna, ma almeno un po' di pudore a proporre simil materiale!1 punto
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Buonasera, infatti segnalare realizzi o passaggi precedenti in asta di una moneta non integra assolutamente gli estremi della turbativa d’asta (su cosa debba intendersi per turbativa il codice penale è piuttosto chiaro). Il discorso potrebbe mutare se le informazioni fossero non veritiere... Segnalare i precedenti realizzi o passaggi in asta in maniera fedele è pura e semplice informazione che ciascun acquirente (o potenziale tale) ha diritto di acquisire per decidere in maniera più consapevole se acquistare o meno e, soprattutto, se farlo alle condizioni proposte. Per quanto riguarda, poi, il tema principale di questa discussione io sono favorevole a tutto ciò che è divulgazione, quindi ben vengano anche le segnalazioni delle aste. Saluti.1 punto
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E allora perché sbandierarlo urbi et orbi, quando i "quattro gatti" cui è destinato lo sanno già di sicuro e gli altri non lo leggeranno, probabilmente, mai?1 punto
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Io non voglio sapere... Questa non è la sezione giusta per chiedere una identificazione! Oltretutto mancano i dati della moneta, il peso, il diametro... Solo perché amo le sabaude posso dirti cosa è, un viennese di Ludovico d'Acacia, adesso però non chiedere il valore... vai a studiarti qualcosa sulla storia di questa moneta...1 punto
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è interessante notare che mentre la scritta CONOB assume un carattere speculare, quasi decorativo COIIOƆ il resto della legenda mantiene diversi punti guida di ciò che volevano ricopiare, pur con storture e lettere interpretabili1 punto
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Sono molto contento di partecipare a questo evento in qualità di relatore. Il mio intervento dal titolo "Dalla prima moneta al Bitcoin" offrirà uno spunto di riflessione su come il denaro si sia evoluto e sia profondamente cambiato nel corso dei secoli per diventare ai giorni nostri quasi del tutto digitale e dematerializzato. Una storia lunga oltre 2500 anni per capire come mai usiamo certi termini e modi di dire ma soprattutto per capire come l'evoluzione dei soldi abbia avuto effetti incredibili sull'economia del pianeta e continuerà ad averne in futuro grazie alle nuove tecnologie...Mi auguro possiate partecipare numerosi.1 punto
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Mi sono reso conto riguardando il Mir di aver riportato un dato errato o perlomeno non concordante con la moneta in questione infatti ero convinto fosse riportata nel 104.a ma la moneta da me postata non presenta stemmi o lettere G sul rovescio. Inoltre non ho mai riscontrato esemplari di minuto con queste caratteristiche né contromarcati né canonici in quanto sono caratteristiche della patacchina. (Forse un dato riportato dagli scritti del Dessì?). Inoltre la moneta pubblicata da Mura dovrebbe essere la 104 e non la 104.a1 punto
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