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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 10/11/19 in tutte le aree

  1. Un saluto a tutti, Le foto dei 3 Cavalli che ho condiviso erano state fatte dal mio Amico @dareios it, Oggi ho ricevuto le minuscole monetine e confermo l'asse spostato nel pezzo del 1791.... Come mi accennava Lorenzo..... E particolare che mi era sfuggito prima: La C al rovescio incisa con un carattere più grosso rispetto alla normale.
    5 punti
  2. Buonasera, ho l'abitudine quotidiana di spulciare tra le varie discussioni del forum, a volte mi capita digitando un quesito sul web che vengo indirizzato in discussioni del Forum stesso. Ci sono discussioni di approfondimento, tecniche, di curiosità, tutte piacevoli, si parla di rarità, di pezzi costosi, di varianti, di errori, di tipologiche, di belle, di doppioni, di consigli per la pulizia e chi più ne ha più ne metta. Premesso che non ho ancora la preparazione e la conoscenza adeguata per poter dispensare consigli, oppure di andare troppo nello specifico, a dire il vero non sono ancora in grado di stabilire il giusto stato di conservazione di una moneta, cerco di essere presente nel Forum anche solo con discussioni semplici, e soprattutto disposto ad imparare da chi ne sa di più. Ritengo sia giusto proporre questa discussione in cui ognuno possa postare le sue monete meno belle (nel caso ci fossero già discussioni con questo oggetto vi prego ignorare la mia) quelle che non hanno il primo posto nelle nostre collezioni ma delle quali comunque non riusciamo o vogliamo separarci. Anche loro hanno diritto ad un giro di Walzer in questa Piazzetta, inizio io con un 5 Tornesi Ferdinando II 1833 molto rovinato, che ho provato a pulire con scarsi risultati, moneta dalla quale non riesco a separarmi. Saluti Alberto
    4 punti
  3. @Litra68, ripensando alla lista delle Piastre di Ferdinando IV che ho postato ieri.... Alcune delle "introvabili" le ho riviste proposte ultimamente su fb : Una INPANS e una FECUNDITAS con data dritta. Quelle che non ho più rivisto in tanti anni sono la 1805 HSIP e la 1793 gigli invertiti di cui ho il piacere di possedere un esemplare.
    4 punti
  4. Solo alcuni esempi
    3 punti
  5. publico anche il mio 3cavalli per ora l'unico che ho sono monete meravigliose
    2 punti
  6. Il sedere rotondo e la zampa anteriore sinistra poggiata a terra non costituiscono parametri significativi per un giudizio. In ogni caso da fotografia l'aspetto generale del metallo non mi esalta e non la prenderei. Tuttavia non posso escludere che sia autentica. Non sono dello stesso conioma lo stile del toro è coerente. Dal British Museum:
    2 punti
  7. Ma pure le misterday fanno la patina iridescente adesso? e pure le incrostazioni verdi di cloruro d’argento?
    2 punti
  8. Piatto?? In questo caso si direbbe Giunone con una patera, quindi RIC 1143 : "Draped bust right / Juno standing left, holding patera and long scepter. RIC III 1143 (Pius)" Guarda con luce radente se si scorge qualche lettera di I V N O
    2 punti
  9. Oddio ho notato ora la zampa anteriore sinistra....attento...
    2 punti
  10. Buongiorno, a dire la verità non mi convince del tutto la RIC 295, vedrei piuttosto la RIC 296 con ...PARTH MAX al rovescio. Cordiali saluti
    2 punti
  11. Ho riletto la discussione questa mattina e, detta chiara, questa frase mi fa girare i cosidetti a mille ed è l'ennesima riprova di quanto meritiamo di avere musei che lasciano le monete in cantina, enti che non rispondono alle domande dei cittadini, dipendenti infedeli che trafugano materiale dalla Zecca ecc. ecc. Speriamo nelle generazioni a venire...
    2 punti
  12. Tutta questa verve polemica nei confronti di questo convegno mi ricorda tanrto un utente che, proprio per le sue polemiche sui convegni bolognesi, era stato bannato... controlleremo.
    2 punti
  13. Buongiorno @TIBERIVS, guarda che in genere leggo i quesiti e in questo caso ho espresso un parere. Infatti, ho usato un bel condizionale proprio per non sparare sentenze! E poi penso che dire "negozio numismatico" se uno ti chiede un aiuto, e vuoi aiutarlo, non significhi molto. Ho conosciuto privati cittadini che vendevano monete dicendo di avere un negozio (a casa loro). Per questo ho detto "consiglierebbe". Comunque @Palio999 ha capito e mi ha comunicato per MP il nome del negozio, così credo di esserci tranquillizzati tutti e due. Solo vorrei che tra di noi ci fosse impegno a risolvere un caso e non sterili polemiche. Cordiali saluti HIRPINI
    2 punti
  14. non posso fornire l'elenco per la privacy ma eravamo 25 operatori comunque, uno è libero di dire quello che vuole anche che gli asini volano, ed è libero di partecipare o meno, l'entrata è libera, penso che a distruggere qualcosa siamo capaci tutti, costruire è un altra cosa, sicuramente apprezzo chi è propositivo, e per fortuna non siamo tutti uguali. Le auguro una buona giornata.
    2 punti
  15. Carissimi tutti Con piacere vi posto l'ultimo pezzo entrato in collezione : come da titolo si tratta di un soldino del 1577. Moneta comune ma difficile da trovare in buona conservazione
    2 punti
  16. Mi piace contribuire con una mia personale visione, sapendo che puó essere immediatamente smentita, solo al fine di stimolare ulteriori contributi dei tanti esperti che leggono il forum. La storia millenaria di Roma la vede sempre acquisire il meglio (o il nuovo) degli usi e costumi dei popoli che incontra e sottomette: dalla spada corta dei celtiberi alla filosofia dei greci al culto di Mitra dei persiani. I romani all’inizio non commerciano, prendono. Le donne dai Sabini, le navi dai greci della campania, i territori dei veienti, degli etruschi e dei latini. Probabilmente la moneta non serve loro, interessati solo ad ager e pecudes, e se bisogna pagare una multa all’erario o comprare schiavi utilizzano barre di bronzo. Poichè italici, greci e etruschi (e le stesse colonie romane: Alba Fucens, Cosa) hanno questo mezzo di scambio che semplifica i commerci con gli altri popoli lo adottano, coniano (o fanno coniare) e fondono (ricordate tresviri AAA flando feriundo? Insieme!) moneta con l’etnico in genitivo plurale arcaico ROMANO, come i greci. Coniano un gran numero di monete su più tipologie, idonee allo scambio sia con popoli avvezzi all’uso di moneta fiduciaria che a quelli che prediligono il valore in base al peso. Il conio dell’argento prima è limitato (poche miniere) poi si incrementa con la conquista della Spagna, ed anche lì si conia su metriche diverse, come il gladio ispanico si affianca alla formazione a testudo. Si avvia la produzione massiccia dei quadrigati e mezzi quadrigati (dracme) in base a un piede greco ridotto, dei denari (e quinari e sesterzi) e dei vittoriati che probabilmente sono il trait d’union. La logica dei romani era innanzitutto pratica, non ideologica: se é utile si fa. Ovviamente tutto questo sproloquio non avvicina di un millimetro alla risposta alla domanda “cosa si comprava con una semuncia”, ma puó contribuire a confutare la necessità di un approccio dogmatico.
    2 punti
  17. Infatti: tutti i vicini di Roma, greci ed etruschi, erano avvezzi all’uso della moneta e per di più al sistema bi/tri metallico. Roma, secondo le teorie prevalenti, non usa moneta fino al III sec aC poi in un tempo relativamente breve produce bronzi fusi che pesano chili tipo decussis (mah) e la cd mezza litra Roma/Cane da un grammo. Peraltro non si saprebbe bene cosa si comprava con una semuncia, sicuramente legata all’asse. Tutto ció in un contesto dove in realtà l’inflazione era davvero bassa, se consideriamo come evolve poco la paga di un legionario (argento) fra le guerre puniche e il I sec. d.C. e che con un asse (bronzo) nel I sec dC ci compravi ancora qualcosa (dopo più di 300 anni dalla data presunta di introduzione) Allora o i Romani erano totalmente irrazionali (e la monetazione sarebbe l’unico campo) o c’è qualcosa che non torna in come viene ricostruita la cronologia della monetazione repubblicana. E magari ci sfuggono avvenimenti quali ritiro e sostituzione del circolante eneo.
    2 punti
  18. taglio 2 euro cc paese Portogallo anno 2016 tiratura 500.000 condizioni bb città Bologna
    2 punti
  19. Io penso che il problema sia strutturalmente connaturato alla collezione della Repubblica. Le monete 1946-2001 sono, con 10 eccezioni, tutte comunissime. Di queste 10 eccezioni, 6 (serie 1946, 5 lire 1956 e 2 lire 1958) sono comunque reperibili senza grossi sforzi economici: l'unica rarità vera rimane dunque la serie del 1947. Posto questo - e considerata anche la monotonia dei tipi - per il collezionista della repubblica diventa inevitabile cercare la "rarità" nelle uniche tre direzioni possibili: 1. l'ultraconservazione (con il paradosso di monete che decuplicano il loro valore sulla base di un paio di punti di differenza sulla scala Sheldon (quindi per differenze nemmeno riscontrabili a occhio nudo!); 2. le emissioni di prova (con tutti i problemi legali e morali ad esse legati nel caso di esperimenti e monete campione, come nei casi di cui parli tu); 3. le cd. "varianti", come la spiga lunga del 10 lire, la testa piccola del 500, o gli "errori" (o per meglio dire difetti), come il 100 lire 1972/, il 200 lire testa pelata o mezzaluna sotto il collo... e chi più ne ha più ne metta. Ovviamente interesse numismatico della cosa equivalente a zero, come ribadisce non l'ultimo arrivato ma uno che di valutazione delle monete qualcosina sa come Fabio Gigante. Sempre in questo gruppo si inseriscono tutti gli artefatti possibili e immaginabili, solitamente prodotti in maniera fraudolenta da qualche fantasioso impiegato della zecca in cerca di un modo per arrotondare lo stipendio.
    2 punti
  20. Buonasera, partecipo postando il mio 8 Tornesi 1797.
    1 punto
  21. Buonasera, seguendo un filo conduttore con il precedente post, uso nuovamente un prestito del mio Amico Rocco @Rocco68stavolta è un gettone/medaglia del valore di un Carlino, prodotta a Vienna e distribuita al popolo in occasione delle nozze tra Ferdinando IV e Maria Carolina millesimo 1768. Riporto alcune note di quell'anno, la cui fonte è sempre il Web. Maria Carolina Luisa Giuseppa Giovanna Antonia d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Carolina d'Austria (Vienna, 13 agosto 1752 – Vienna, 8 settembre 1814), nata arciduchessa d'Austria, divenne regina consorte di Napoli e Sicilia come moglie di Ferdinando IV di Napoli e III di Sicilia. Nell'aprile 1768 fu stipulato il terzo e ultimo contratto nuziale, che portò alle nozze per procura di Ferdinando con l'Arciduchessa Maria Carolina d'Asburgo-Lorena. Consolidato il legame da un punto di vista formale, la sposa partì dall'Austria alla volta del Regno di Napoli, dove fu accolta il mese dopo da Ferdinando in località Portella di Monte San Biagio nei pressi di Terracina. Maria Carolina fu anche una figura politica rilevante per il Regno. Questo grazie all’avveduta Maria Teresa che, prima di inviare la figlia alla corte di Napoli, fece stilare un patto matrimoniale in cui si disponeva che nel momento in cui Carolina avesse dato alla luce un erede maschio, avrebbe potuto prendere parte ad ogni riunione politica. Il bambino nacque e la regina si trovò in mano le chiavi del Regno. Il potere della donna e l’influenza sulla corte erano talmente grandi da far licenziare in tronco il primo ministro, eminenza grigia di Ferdinando, Tanucci solo perché astioso nei suoi confronti. Carolina non conosceva mezze misure: passava dall’amore all’odio, capricciosa e lunatica con i membri della corte, vendicativa e fredda con i suoi nemici…o semplicemente con chi non le stava a genio. Era anche dissoluta ed incline al tradimento quasi quanto il marito e molti suoi amanti ottennero cariche pubbliche di grande spessore, come il comandante irlandese della marina toscana John Acton, messo a capo della flotta del Regno di Napoli. Nonostante molti cercassero di aprire gli occhi al marito sui tradimenti della moglie, Ferdinando reagiva borbottando o, al massimo, minacciando Carolina di farla accoltellare o di strangolarla lui stesso. Vuote minacce: il re, nonostante tutto, amava la sua regina e, inoltre, gli faceva comodo che la donna si occupasse del regno in sua vece. Lo scoppio della rivoluzione francese segnò il decadimento psichico di Carolina, sopratutto dopo che la sorella Maria Antonietta, regina di Francia, fu ghigliottinata. La donna divenne paranoica e sospettosa di tutti i sudditi e fece reprimere nel sangue numerose sommosse e semplici contestazioni. Autoritaria e dura temeva un focolaio di rivoluzione che potesse portare a una tragica conclusione del suo regno. Nemmeno il pugno di ferro della regina, però, poteva impedire il flusso di eventi che condizionò l’inizio dell’ ‘800: Napoleone arrivò in Italia liberando la penisola da tutte le vecchie dinastie. Carolina fuggì in esilio a Vienna e li morì pochi anni dopo senza nemmeno vedere la sconfitta dell’Imperatore francese e la Restaurazione che avrebbe portato i Borbone a regnare di nuovo su Napoli. Altro evento del 1768 Il trattato di Versailles fu stipulato il 15 maggio 1768 a Versailles tra la Repubblica di Genova e la Francia, firmato dal plenipotenziario genovese, Agostino Paolo Domenico Sorba, e dal ministro francese, il duca Étienne François de Choiseul. In base al trattato la Repubblica di Genova offrì la Corsica come garanzia per i debiti contratti (pari a circa due milioni di lire genovesi) verso il re di Francia Luigi XV, che aveva inviato proprie truppe sull'isola a sostegno di Genova contro i Còrsi in rivolta. Genova, già in bancarotta, non fu mai in grado di onorare i suoi debiti e così la Francia assunse quasi immediatamente l'iniziativa militare di occupare stabilmente l'intera isola, che fu conglobata da allora e fino alla Rivoluzione francese, nel "patrimonio personale" del re di Francia. Il trattato fu firmato da Agostino Paolo Domenico Sorba e Sebastiano Francesco Batini, con la mediazione del duca Étienne François de Choiseul tra il doge Marcello Durazzo e il re di Francia Luigi XV. Saluti Alberto
    1 punto
  22. ... Il mio regno per un..... 3 Cavalli. Bello Francesco!
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  23. 1 punto
  24. E' quello che penso, un comportamento ambiguo, in buona sostanza alla fine la praticità ha prevalso sull'innata superstizione da imporre al popolo a qualunque costo.
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  25. È 7, avevo tacitamente espresso il mio parere con un mi piace a gallienus
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  26. Sul tema connesso @gpittini in una bella discussione di qualche annetto fa: La restituzione dei denari repubblicani da parte di Traiano potrebbe aver avuto uno scopo opportunistico. Sembra che, dopo 150-200 anni, circolassero ancora molte di queste monete di buon argento, che furono ritirate per coniare denari di lega più bassa, con guadagno per l'erario; per dare un "contentino" ai cittadini, che erano affezionati a queste belle, buone e storiche monete, se ne conio' un certo numero di esemplari " di restituzione".
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  27. @Palio999 le foto che hai postato sono di monete n conservazione eccezionale. Non puoi confrontare il prezzo di un BB con quello di un qFDC. Anzi, vista usura e stato del metallo la conservazione per me è BB-.
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  28. Non mi pare di aver mai incontrato riferimenti che mettono in diretta relazione le due coppie di gemelli. Sulle stelle presenti sulle teste dei Dioscuri è Diodoro Siculo a dare una possibile interpretazione. Ti rimando ad una vecchia discussione: Sul discorso della divinizzazione di Romolo il discorso è molto più complesso, c'è qualche accenno qui:
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  29. ... Anche il Grano 1797 con FERDINAN in caratteri grandi è difficile da trovare.... Ad oggi ne conosco solo due esemplari.
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  30. @Palio999 Nel tuo intervento mi sembra che tu chieda una spiegazione, quindi senza andare troppo per sottile, credo di farti cosa utile esprimendo un mio parere del tutto personale. Le monete sono tutte molto fresche di conio e questo giustifica i prezzi. Tra le due con i soldati che offrono rami di olivo, nella prima da 2500 il rovescio è bene centrato e leggi l'esergo con IMP X; tra quelle col toro, le prime due da 2500 sono ben centrate sia al D che al R, quindi come vedi le relative legende sono perfettamente integre. Certo sono carine care e per chi vuole acquistare, tranne le ultime due direi, è questione di gusti, per non dire di tasca. Saluti
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  31. La Guardia alla Frontiera è composta principalmente da 3 "anime" ossia fanteria, artiglieria e genio, ben rappresentate nella seccessiva medaglia.
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  32. Visto che a dare fuoco alle polveri è stato il mio post. (nr.2) vorrei fare un paio di precisazioni: - nella vita non faccio ne il commerciante ne l'organizzatore di eventi, faccio tutt'altro; ma non remo contro a coloro che, anche per legittimi interessi personali si prodigano al fine di rilanciare un settore che non vive un momento di particolare euforia. Scrivo questo a scanso di equivoci. - da bolognese d'adozione, ma soprattutto da appassionato numismatico, partecipo alla maggior parte dei convegni che si tengono in zona. (Bologna, Modena, Parma, Verona etc.) Li frequento non tanto per acquistare, oddio faccio anche quello, ma soprattutto per poter conoscere nuovi amici e confrontarmi con loro. Ed è proprio alla luce di ciò che ho espresso il mio parere su questo nuovo convegno, dove ho trovato un'ambiente diverso rispetto al solito capannone.... questione di gusti. Parliamo di un nuovo evento e come tale ha bisogno di un periodo di incubazione, ma a mio modesto parere le prerogative per maturare e crescere ci sono tutte. P.S. Come diceva quel signore irlandese? : "nel bene o nel male l'importante è che se ne parli" .... e siamo già arrivati a 27 interventi. Saluti.
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  33. Non dico provar vergogna, ma almeno un po' di pudore a proporre simil materiale!
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  34. A volte mi viene il dubbio se prima di rispondere con sentenza, si abbia letto BENE il quesito. Ma ha detto che acquisterebbe in un negozio di numismatica! Saluti TIBERIVS
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  35. La 2018 la busta zecca è di 500 monete pari a 250€. Oppure si possono prendere le buste da 10€ preconfezionate dall'UFN: le sconsiglio assolutamente, perché tutte le monete all'interno hanno le ditate di chi le ha contate... ì
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  36. Forse sbaglio, ma personalmente mi lavo solo le mani bene prima di toccare le monete e/o le banconote, credo che tanto basti. Una volta ho cercato di usare dei guanti invece per rovistare dentro le ciotole, giusto per evitare le dita nere e non utilizzare dopo quei fastidiosissimi fazzolettini imbevuti e profumati! ma niente... le monete bisogna sentirle al tatto con i polpastrelli, pazienza per le mani nere, la sensazione con quei guanti era come se toccassi gettoni da gioco, come se fossero delle pedine della dama.
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  37. Se fosse per 300€ alla fine non sono una grande perdita, considerando l'importo complessivo speso. Piuttosto, avrebbe dovuto essere in grado di giudicare meglio la reale conservazione in fase di acquisto, dettaglio questo di fondamentale importanza davanti a spese consistenti. 2300€ non sarebbero neppure tanti per un esemplare in alta conservazione, con pregi qualitativi come segni di contatto contenuti ed assenza di difetti tecnici (ad esempio, in questo mi pare di vedere una leggere debolezza nella parte sx della legenda al R/) Le foto poi sono troppo piccole per giudicare con cognizione di causa l'effettiva qualità della moneta. Dovrebbe rifarle ad una maggiore risoluzione e meglio illuminate per capire anche il grado di lucentezza del metallo. Buona serata
    1 punto
  38. DE GREGE EPICURI Devo dire che il D fa impressione...la bocca sembra quella di un piragna! Con denti aguzzi e minacciosi. Sarà un puro effetto ottico; ma se fosse celtica direi che è una tipica "tete diabolique".
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  39. Intanto pubblichiamo anche il pezzo sulla inaugurazione della terza nuova teca di monete di zecche italiane in esposizione permanente in Ambrosiana a opera del Gruppo Numismatico Quelli del Cordusio, grazie a Antonio Morello per la pubblicazione.
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  40. Più fantasiose che variegate credo. comunque un periodo di transizione ci deve essere stato , potrebbe spiegare la compresenza in attesa di procedere al cambio del vecchio( vecchissimo) circolante col nuovo....ipotesi un po’ traballante ma possibile. dubito fortemente che la gente andasse in giro con in tasca assi da 250 grammi quando poteva usarne di equivalenti da pochi grammi. Senza contare la mia del tutto sopita ipotesi che l’aes grave non fosse realmente moneta corrente ma solo moneta di conto ,rituale o tributale , soprattutto finito il periodo a valore intrinseco. in ogni caso, con gli argentei e le spezzature si coprivano i 4-8-12-16 assi se dovevi pagare sette assi , succedeva un po’ come adesso con gli euri: adesso quando fai colazione cambi 5 euro e ti danno una manciata di spicci. Al tempo gli davi un quinario e ti davano un asse di resto. Oggi , al terzo cambio di 5 euro , ti ritrovi con un paio di etti di moneta di basso valore unitario quindi al quarto acquisto metti tutto insieme e paghi con gli spicci avuti in resto. mal tempo, vista la costanza dell’animo umano, presumo funzionasse allo stesso modo. Cambiavi l’argento finché gli assi non erano troppi e poi usavi quelli per la seguente transazione. Alla fine il circolante eneo era sufficiente. anche perché, sulla scorta di quanto detto a proposito dell’aumento di popolazione delle città, la spinta inflazionistica probabilmente aveva ridotto di parecchio le cose acquistabili con la moneta base( L asse) a favore di quelle che ne richiedevano più di uno. È un po’ la situazione di oggi in cui i tagli da uno/due centesimi sono in odore di eliminazione perché quasi inutili e più costosi da realizzare del loro valore facciale. Probabilmente, a roma, dopo un po’ , con un asse o due, compravi poco o niente, e questo spingeva la moneta multipla dello stesso ad un uso più intensivo relegando l’asse ai margini. Puo darsi che i “buchi” produttivi che riporti siano dovuti ad una mancanza di necessità di emettere altro eneo, essendo già sufficiente e ancora in corso il vecchio , da parte dei magistrati monetari che si limitavano a battere denari ( più richiesti) col loro patronimico. E solo in specifiche situazioni emettevano monetale eneo. non so dirti perché di alcuni magistrati si reperiscano meglio quadranti che assi, forse perché più facili da perdere....credo che una comparazione con una tabella di prezzi del periodo potrebbe far dedurre quali monete venissero più utilizzate e pertanto emesse in numero maggiore.
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  41. due dettagli di tondelli all'incanto: sicuri che queste ditate (il negativo dei dermatoglifi, o impronte digitali, direi che è inequivocabile...) non suscita in ognuno di noi un minimo di perplessità? Sulla 10 lire possono dare molto fastidio, o no? E NON sono tra le ditate peggiori che abbia visto ultimamente . io penso che ciascuno di noi con le proprie monete è sacrosanto che faccia quello che vuole. magari se usiamo i guanti e la presa è giocoforza meno salda, buon senso suggerisce che è meglio sistemarsi ben appoggiati ad un tavolino con tovaglia morbida e, ok, il tappeto "ultima risorsa". Io per scelta, a scanso di equivoci, le ho quasi tutte chiuse. mi mancherà quel 10% di godimento della moneta nella sua splendida nudità ma...sa mai che in un raptus dopo aver maneggiato una quattro formaggi mi venga voglia di prendere in mano il 20 lire quadriga con mano lucida... ergo: i guanti in cotone o seta (ottima idea @rickkk ) li vorrei vedere SEMPRE indossati dai periti quando maneggiano o chiudono le monete nei negozi o ai congressi. è una questione di forma, ma soprattutto professionalità e rispetto. se ti cade e sei un professionista allora è il momento di cambiare postura o di considerare una visita neurologica. sarò drastico ma non si può pagare una moneta da 2000 euro (ma nemmeno da 15 euro...), prima perfetta , poi comunque, che dir si voglia, deturpata a causa di un atteggiamento superficiale. Come minimo mi aspetto che le mani siano passate con una salvietta o gel lavamani e poi accuratamente asciugate. Mi è capitato, l ho già detto in un altro post, di farmi chiudere una moneta dalle stesse mani che due secondi prima tenevano la fatidica pizzetta (4 stagioni, la ricordo con orrore a distanza di mesi) PS: @PerUnaLira su ebay o amazon pacco da 40 paia guanti in cotone made in china per una decina di euro, nulla di raffinato, ma pratici e ne hai per i prossimi 5 anni
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  42. L'ho guardata meglio... è un 7 senza dubbio. La stanghetta anteriore è dritta mentre nel 2 è curva, la parte in alto a destra è a spigolo e non tondeggiante, e anche il fusto del numero ricalca pari pari quello del 7, mancano le sinuosità del 2.
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  43. Inserisco qui la migliore della mia piccola collezione dei Reali Presidi di Toscana, appena presa a Bologna:
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  44. Buonasera a tutti, I Tornesi e mezzo di Ferdinando II sono difficili da trovare, tranne il millesimo 1854. Fino ad oggi sono solo due le varianti di conio che sono riuscito a trovare e che condivido. Siete a conoscenza di altre possibili varianti?
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  45. Buonasera a tutti, la nostra domenica è sul finire, voglio salutarvi postando una meraviglia Napoletana, parlo di 1/2 Piastra da 6 Carlini. Anno 1799 Repubblica Napoletana, la moneta mi è stata prestata dal nostro Fratello @Rocco68, una vera miniera di opere d'arte su tondello, non finirò mai di ringraziarlo per la sua immensa disponibilità e pazienza. Le note storiche che riporto sono fonte Web. Parto con gli avvenimenti storici che hanno interessato proprio Napoli ne 1799 e l'epilogo della messa a morte di tante figure storiche, e poiché la figura femminile sulla moneta rappresenta la allegoria della libertà, approfondiamo con alcuni passaggi un altra figura femminile.. La Pimentel.. E un breve cenno a Cuneo che ha il primato degli assedi subiti, tra questi anche uno nel 1799. Nel 1799, nel Regno di Napoli, governano Ferdinando IV di Borbone e sua moglie Maria Carolina, l’uno con superficialità, l’altra con cattiveria. Non a caso si dirà che “il vero re è la regina”. Il popolo, specialmente nella città capitale del Regno, è morbosamente legato al re e accoglie, pertanto, con diffidenza le prime esperienze giacobine nate anche sull’onda della rivoluzione francese. Poi, con l’arrivo del generale francese Championnet prende forma l’idea della repubblica e si dà vita ad un governo, che dura in carica solo sei mesi. Presto, infatti, l’idea repubblicana affoga nel sangue della repressione e nell’odio covato dalla regina Maria Carolina contro ogni anelito di libertà. La Repubblica napoletana del 1799 è il racconto di uno spaccato di storia tra riformismo e utopia, tra passioni e speranze, tra cronaca e documentazione. E del racconto di sei mesi epici sono protagonisti lazzari ed intellettuali, preti e nobili, popolane e castellane. Insieme al Vesuvio, a San Gennaro e a Sant’Antonio, testimoni o protettori di tutti gli eventi. Fino al tragico epilogo di Piazza Mercato, luogo in cui Ferdinando IV, consuma la sua vendetta, mandando al patibolo Eleonora Pimentel Fonseca, Mario Pagano, Vincenzo Russo, Gennaro Serra di Cassano, Michele Marino insieme ad altri innumerevoli martiri, provocando “un’ecatombe, un macello di carne umana, che ha stupito il mondo civile e reso attonita e dolente tutta l'Italia. La Pimentel. Scarse sono le notizie sulla vita e, soprattutto, sulla conversione delle ideologie, tra il 1789 ed il 1793 si sa, tuttavia, che all'arrivo della flotta francese a Napoli, nel dicembre 1792 per il riconoscimento della neonata Repubblica francese, Eleonora è tra gli ospiti dell'ammiraglio Latouche Treville unitamente, tra gli altri, a Carlo Lauberg, Emanuele De Deo, Antonio Jerocades è probabile che l'attenzione poliziesca sulla De Fonseca si sia appuntata proprio a seguito di tale frequentazione, ma di certo già nel 1794 il suo nome risulta iscritto tra i "rei di Stato" per aver parteggiato per un tentativo di rivolta giacobina interrotta con la condanna a morte dei colpevoli (tra cui il sopra citato Emanuele De Deo). Già bibliotecaria della regina Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, con lei aveva tuttavia frequentato i salotti degli illuministi napoletani, in un primo tempo sostenuti dalla stessa sovrana. Forte fu il legame tra le due donne, ma si interruppe drasticamente con il sopraggiungere, dalla Francia, delle notizie che facevano conoscere i drammatici sviluppi della Rivoluzione e, segnatamente, la morte della sorella Maria Antonietta. La regina, che sosteneva il dispotismo illuminato, si sentì tradita da quei circoli che con lei avevano lavorato per una monarchia moderna e che ora propugnavano l'avvento della repubblica, e li combatté inflessibilmente, spinta anche dall'odio verso i giacobini responsabili della morte della sorella. Nel 1797 venne sospeso alla Fonseca il sussidio mensile di dodici ducati concessole nel 1785. Ancora scarse sono le notizie biografiche nell'anno 1797 ed il suo nome ricompare, nell'ottobre del 1798, quando Eleonora fu incarcerata con l'accusa di giacobinismo. Nel gennaio 1799, conseguentemente ad un armistizio firmato a Sparanise tra il rappresentante del Regno ed i francesi, che si stavano avvicinando a Napoli, fu liberata dai "lazzari", che, facendo evadere alcuni delinquenti comuni, liberarono anche detenuti politici. Annotata, in abiti maschili, tra coloro che il 19 gennaio si impossessarono di Castel Sant'Elmo per preparare l'arrivo alle truppe francesi, il 22 gennaio del 1799 era tra coloro che proclamarono la Repubblica Napoletana ed il 2 febbraio usciva il primo numero del "Monitore Napoletano", periodico bisettimanale, di cui era diventata direttore il 25 gennaio. Pur essendo ovviamente giacobina non esitò a scontrarsi con i francesi in occasione di comportamenti men che corretti e, conscia della responsabilità che gli intellettuali si erano assunti con l'istituzione della Repubblica, non esitò anche a sottolineare tale condizione: "La plebe diffida dei patrioti perché non gl'intende..." Condannata a morte, venne impiccata, a 47 anni, insieme al principe Giuliano Colonna, all'avvocato Vincenzo Lupo, al vescovo Michele Natale, al sacerdote Nicola Pacifico, ai banchieri Antonio e Domenico Piatti. Oltre i predetti venne giustiziato il 20 agosto 1799, per decapitazione a soli 27 anni, Gennaro Serra di Cassano, nella storica Piazza Mercato. Salì al patibolo, per ultima dopo aver assistito all'esecuzione dei suoi compagni, con coraggio. Le sue ultime parole furono una citazione virgiliana: "Forsan et haec olim meminisse iuvabit" A testimonianza dello spirito plebeo, fedele alla monarchia, che si contrapponeva all'esperienza della Repubblica napoletana del 1799, si diffuse dopo la morte della Fonseca una satira anonima che così recitava: «A signora 'onna Lionora che cantava 'ncopp' 'o triato mo abballa mmiez' 'o Mercato Viva 'o papa santo ch'ha mannato 'e cannuncine pe' caccià li giacubine Viva 'a forca 'e Mastu Donato! Sant'Antonio sia priato» 1799: Cuneo assedio da parte delle truppe austro-russe comandate dal generale Melas. La città è già occupata dai francesi; proprio questi ultimi sono costretti alla resa e lasciano Cuneo il 4 dicembre per rientrarvi dopo la battaglia di Marengo (1800). Saluti Alberto
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  46. Mi spiace che te la sia presa così tanto. Come io rispetto le tue convinzioni, pretenderei che facessi lo stesso con le mie. Però dalla moralità non puoi prescindere. La moralità è un valore che le persone oneste mettono davanti a tutto. Le persone che hanno trafugato dalla Zecca le monete (che definisci "R6") non penso che fossero di "specchiata moralità". E lo stesso si può dire di uno Stato che concede "donazioni" a poche persone ( infatti mi sembra che il malvezzo sia finito con il L.200 Prova del 1977 ). Se permetti lo "scandaloso" per queste monete ( e mi riferisco non tanto alle Prove, ma a quegli aborti tipo 20 L. Granchio e 50 L Incudine, oltretutto veramente brutte ) è voler partecipare al banchetto, in quanto chi può permettersi di comperarle, conferisce a queste una patina di ufficialità che non hanno. Oltretutto, chi ti garantisce che di queste monete non siano anche stati trafugati anche i coni e quindi...dalla presunta tiratura di pochi esemplari, tra qualche decennio ne troverai qualche centinaio ? Va bene, non condivido, ma come ti ho detto, rispetto le tue idee. Questo, appunto, è un tuo parere, ma non è la regola. Se collezioni Vitt.Emanuele III, la maggioranza non compera le emissioni "per collezionisti" . Si accontenta ( ed è già "tanta roba" ) completarla con le monete emesse per la circolazione. Comunque, Ti auguro sinceramente di trovarle e che ti possano dare soddisfazione, perchè la numismatica è storia, ma anche soddisfazione. Ciao
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  47. Perfettamente d'accordo. E' proprio per questo che mi sono allontanato dalla Collezione della Repubblica. Troppe cose non mi piacevano, quelle che hai citato tu e posso anche sottolineare le varie coniazioni per "Collezionisti". La numismatica è altro. E' innanzitutto storia, quello che ti trasmette una moneta magari consunta, ma che potesse parlare ti potrebbe raccontare molte cose. Però tutti ( o quasi ) siamo partiti dalla Repubblica ed è stato il primo passo di una lunga strada che ci ha fatto scoprire paesaggi meravigliosi. Ciao
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