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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 09/19/19 in tutte le aree

  1. Devo aggiungere che quando leggo gli interventi di @santone, @Hirpini, @providentiaoptimiprincipis e @Arka sono sbalordita, con la bocca aperta. PizzaMargherita.
    4 punti
  2. Scusandomi per la lunghezza dello scritto, riprendo l'iconografia delle Donne effigiate nelle monete,personaggio importante ma quasi dimenticato del Rinascimento: MARGHERITA DI FOIX – Marchesato di Saluzzo (1473 – 1536): Con la sua effige furono coniate ( Zecca di Carmagnola ) due bellissime monete: Il Tallero del 1516, moneta piuttosto conosciuta e la moneta da 10 ScudI d'oro 1503 (forse 2 esemplari descritti). Note Biografiche: Donna forte, intelligente e dotata di notevoli capacità politico-diplomatiche, riuscì a far sopravvivere il piccolo Marchesato di Saluzzo che era appetito dalla Spagna, dalla Francia e dal Ducato di Savoia, dapprima come moglie del Marchese Ludovico II, sposato nel 1492 quando lei aveva 19 anni e lui 52, in seguito come Reggente dei figli. Il 20 marzo 1495 nacque il primogenito ed erede al trono Michele Antonio, conte di Carmagnola e suo prediletto, cui seguiranno, fino al 1501, quattro fratelli, di cui tre si avvicenderanno al potere. La Marchesa, ormai sicura di sé, incominciò a evidenziare il suo temperamento volitivo e autoritario, estendendo la propria influenza su tutti gli affari del Marchesato: il consorte, riconoscendo tali doti, la nominò Reggente in caso di sua assenza o morte. Il 27 gennaio 1504 il marito morì, per violente febbri, a Genova, all'età di 65 anni. La trentunenne vedova dichiarò pubblicamente di non volersi risposare. Margherita, pertanto, assunse la reggenza per il figlio Michele Antonio di nove anni, diventando l'indiscussa arbitra degli affari pubblici saluzzesi, con una posizione di predominio che, tra successi, pause e sconfitte, si mantenne fino alla morte. Intanto il piccolo Stato era oppresso tra le rivendicazioni territoriali dei Savoia e della Francia. Margherita, ovviamente, si appoggiò al re di Francia, suo parente, e offrì personalmente alleanza politica e appoggio militare a Francesco I, in visita a Milano nel 1515. La marchesa mantenne il potere nonostante la raggiunta maggiore età del figlio, disinteressato agli affari di governo. Nel 1522 l'esercito imperiale di Carlo V si avvicinava al Marchesato e il comandante Prospero Colonna pretese dalla reggente 30.000 ducati e il giuramento di fedeltà. Margherita non cedette, ma l'incalzare degli avvenimenti la costrinse a riparare in Francia con il figlio. Rientrarono nel 1526, ma due anni dopo morì in Aversa Michele Antonio e gli succedette Giovanni Ludovico che non andava d'accordo con la madre in quanto l'aveva fatto imprigionare perché privilegiava gli interessi spagnoli. Il defunto marchese fu tumulato nella chiesa romana di Ara Coeli: Margherita avrebbe desiderato che fosse sepolto in San Bernardino a Saluzzo, dove pensava di far erigere la propria tomba accanto a lui.L'ultimo periodo di vita della Marchesa fu caratterizzato da seri episodi di malcontento da parte dei sudditi e dalla tenace, ma vana lotta con gli altri figli per restare in ogni modo al potere.Si recò di nuovo in Francia nel 1529 e, ritornata, si trasferì nell'amato castello di Revello. Nel 1531 le incomprensioni con i figli e le azioni aggressive dei Savoia la costrinsero, e sarà l'ultima volta, a riparare nella sua terra natale. La Marchesa si ritirò nel castello di Castres, contea conferitale in usufrutto da Francesco I, dove il 9 agosto 1536 morì, all'età di 63 anni, senza più rivedere Saluzzo. Fu sepolta nella cattedrale di St. Benoît, a Castres, borgo situato nei Midi-Pirenei.Dopo la scomparsa di Margherita regnò nel Marchesato Francesco e Gabriele. Questi, deposto il 23 febbraio 1548, fu assassinato il successivo 29 luglio e Saluzzo perse definitivamente l'indipendenza passando alla Francia, poi ai Savoia. Dei cinque figli di Margherita e di Ludovico II nessuno ebbe eredi. L'ultimo della dinastia fu Giovanni Ludovico, marchese solo per anno, deceduto nel 1563 senza prole legittima. ( Fonti: Wikipedia – Treccani:“Dizionario Biografico“ ) Carmagnola, Ludovico II di Saluzzo (1475-1504) e Margherita de Foix, 10 scudi d'oro, 1503, al D/: “LVDOVICUS ° MARCHIO ° ET ° MARGARITA ° D° FOIS° M (rosetta) S (croce)”,busti affrontati di Ludovico, indossando un cappello e il colletto dell'Ordine di San Michele e Margherita indossando un velo; in basso, 1503. Al R/ “(croce qudrilobata) SI DEVS | PRO | NOBIS | QVIS | CONTRA | NOS ° monogramma J e JC “,(Traduzione libera: SE DIO E' CON NOI CHI POTREBBE ESSERE CONTRO NOI “) scudo di Saluzzo e Foix sovrapposti su aquila incoronata con ali spiegate, 43,5 mm, 34,33 g (CNI II, 135; Ravegnani Morosini 13, Bellesia 1, Forrer, BDM I, 442, Armand II, 122, 13; MIR 134; F. 157). Ex collezione dell'Ordine Teutonico, Vienna; ex collezione Prince Montenuovo, Vienna; ex Cav. Collezione Giancarlo Rossi, asta Dura & Sambon, Roma, 6 dicembre 1880, lotto 771; ex collezione Alfred Morrison, Christie's, 23 luglio 1965, lotto 60; ed ex Christie's, 23 novembre 1971, lotto 90. I dettagli della collezione di monete dell'Ordine Teutonico (il Deutscher Orden) si trovano a Des Hohen Deutschen Ritterordens Münz-Sammlung a Vienna (Vienna, 1858) dal Dr. B. Dudik che ha dedicato il primo capitolo (pagg. 1-16) al suo background. Nell'agosto 1843 Dudik notò che 999 monete (205 in oro, 724 in argento e 70 in rame) appartenenti a questa Collezione, erano state vendute al commerciante di monete viennese Anton Promber. Sebbene non sia stato possibile individuare un elenco preciso delle monete vendute in questa transazione, è possibile che l'attuale moneta facesse parte di questo gruppo. In questo caso fu presumibilmente Promber a vendere la moneta al principe Montenuovo, il celebre collezionista di monete viennese da cui passò nella altrettanto celebre collezione di monete italiane Rossi a Roma. Alla vendita Rossi,la moneta fu descritta come unica e realizzò il secondo prezzo più alto dell'asta - 2.300 lire. Successivamente la sua ubicazione sembra essere andata perduta fino a quando non apparve in vendita da Christie's nel 1965 come parte della rinomata collezione di Alfred Morrison di Fonthill House, Wiltshire. Nel catalogo di vendita non è stata fatta alcuna menzione della sua precedente provenienza dalla Collezione Rossi. La moneta è stata descritta come " molto bella e molto rara". In questa circostanza rimase invenduta e fu successivamente messa in vendita, senza illustrazione, nell'asta di Christie del 1971 dove fu acquistata da Alan Thomas, il venditore di libri e antiquario di Londra, ora deceduto. Alfred Morrison (1821-97) fu un grande collezionista di dipinti, opere d'arte, manoscritti e autografi, nonché monete e medaglie. Aveva ereditato una grande fortuna dal padre milionario James Morrison (1790-1857) che era un commerciante tessile, membro del Parlamento e primo investitore nelle ferrovie del continente e in America. La sua collezione numismatica era eccezionale e parte fu messa in vendita da Christie's in una singola asta dedicata a 98 importanti monete e medaglie d'oro europee, dalla quale arriva il presente pezzo. Qualche confusione sorse dopo la vendita di Rossi del 1880 quando Leonard Forrer scrisse un articolo nella circolare numismatica di Spink del novembre 1897 , intitolata "Un pezzo di 10 Zecchini di Luigi II, Marchese di Saluzzo, e la sua consorte, Marguerite de Foix, datata 1503". L'articolo annunciò la scoperta di un secondo esemplare della moneta in oro, confrontandola con la moneta Rossi ma, insolitamente per Forrer, conteneva una serie di errori (per coincidenza l'articolo apparve un mese prima della morte di Alfred Morrison nel dicembre 1897 , all'età di 76 anni). In primo luogo, Forrer dichiarò che la moneta Coll. Rossi fu acquistata nella vendita del 1880 per la collezione Royal di Torino (ma non era così e non esiste nessuna moneta d'oro di questo tipo a Torino). In secondo luogo, ha dato il peso della sua nuova moneta a 41 g, ma ciò indicherebbe una moneta al peso di 12 zecchini non 10, o più correttamente 12 scudi d'oro. In terzo luogo, ha letto male la fine della leggenda inversa come “N” anziché come “J” seguito da un monogramma “JC”. Forrer tornò sull'argomento nel suo Dizionario biografico dei mediatori (vol. 1, Londra, 1904, p. 442). Per quanto riguarda questo cosiddetto secondo esemplare, G.F. Hill in “Corpus di medaglie italiane del Rinascimento prima di Cellini” (Londra, 1930) dichiarò in una nota a piè di pagina la medaglia n. 711 a pagina 181, dove considera l'emissione come una moneta e non una medaglia, che "il pezzo d'oro ... .. pesa 40,93 g, forse una prova” (Hill ha erroneamente pensato che la moneta più pesante fosse ex Montenuovo ma ha citato tre collezionisti inglesi che la possedevano). L'attuale ubicazione di questa moneta più pesante, detta da Hill come una prova, è sconosciuta. La presente moneta venne coniata dalle stesse matrici come un esempio in argento nell'asta Numismatica Ars Classica (Asta 85) della collezione Ravegnani Morosini, 24 maggio 2015, lotto 11. Sul dritto la stessa eccedenza sotto il “D” di “D FOIS” appare chiaramente su entrambe le monete. Tuttavia, è stata apportata un'alterazione sul puntino al dritto tra la moneta d'argento e l'attuale moneta d'oro in quanto lo spazio che appare tra la “M” e la “S” sulla moneta d'argento è stato modificato in una rosetta sulla versione d'oro. Ciò tenderebbe ad indicare che la moneta d'oro è stata coniata dopo quella d'argento e tuttavia la freschezza del conio suggerisce che non è stata coniata molto più tardi. Molto è stato scritto sul significato delle lettere alla fine della legenda al R/ che appaiono come una “J” seguita da un monogramma “JC” e sono state interpretate come le iniziali dell'incisore della moneta. Queste stesse lettere compaiono sul retro dei rari tallero d'argento del 1516 con il busto di Margarita de Foix nel velo di una vedova (Collina 711; CNI II, p. 71, 1; Ravegnani Morosini p. 107, 1). Armand nel 1883 (vol. III, 204, c) suggerì una medaglia tedesca che riporta le stesse iniziali e che esse rappresentassero Januae Johannes Clot ("John Clot di Genova") che evidentemente lavorò brevemente alla zecca di Genova all'inizio del XVI secolo. Questa attribuzione fu seguita da Forrer nel 1904 (BDM I, 442). Altri tuttavia hanno collegato le iniziali ai membri della famiglia da Clivate presenti nella zecca Carmagnola ( vedi Revegnani Morosini e, più recentemente, Travaini e Prokisch -Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classische XXXIX, 2010, pp. 414-15 e II, 7a) che suggerivano che l'incisore di stampi fosse Gianluca da Clivate, fratello di Francesco, maestro della zecca a Carmagnola al momento della morte di Ludovico nel 1504 e di nuovo nel 1510.( Per altre informazioni sull'argomento vedi Scher in Valuta di fama, p. 116 e il volume 12 di European European Coinage, capitolo 3). Se effettivamente il conio al R/ è inciso da Gianluca da Clivate, ci si chiede se anche il dritto sia suo o inciso da un altro artista, perché lo stile tra i due lati della moneta è marcatamente diverso. In particolare la scritta sul dritto ha un aspetto un po' tozzo rispetto allo stile più elegante che si trova sul retro, dove le lettere colmano perfettamente lo spazio tra i bordi interno ed esterno, elemento non riscontrabile sul dritto.Altro punto che potrebbe conefermare tale interpretazione è la lettera “A” :sul D/ appare a testa piatta mentre sul R/ è incisa con una punta ben evidente. La moneta, battuta da Morton & Eden, London nel 2015, stimata da 50.000 a 100.000 Sterline, è stata aggiudicata a 45.000 Sterline.
    3 punti
  3. Taglio: 2€ CC Nazione: Malta Anno: 2011 Tiratura: 375.000 Condizioni: BB- Località: Bibione (Ve)
    3 punti
  4. Purtroppo tutte doppie, ma meritano sempre e comunque Taglio: 2€ CC Nazione: Finlandia Anno: 2013B Tiratura: 1.477.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve) Taglio: 2€ CC Nazione: Finlandia Anno: 2011 Tiratura: 1.560.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve) Taglio: 2€ CC Nazione: Finlandia Anno: 2017A Tiratura: 2.484.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve) Taglio: 2€ CC BNDR Nazione: Finlandia Anno: 2015 Tiratura: 482.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve)
    3 punti
  5. Per gli amanti di monetazione medioevale anconetana, segnalo un nuovo "Inedito". Si tratta di un denaro del peso di gr. 0,62 e diametro di 15,05 mm. La moneta purtroppo è malridotta. Ma ha almeno due particolarità: - la croce nel campo del D/ di forma molto particolare ed inconsueta nella monetazione di Ancona; - nel campo del R/ la classica CVS è completamente diversa. Anziché avere la C sulla sinistra, la V in alto, e la S a destra, abbiamo in questo caso la C a sinistra, la V a destra e la S in basso. Non mi sembra poco. Ho predisposto la scheda nel Catalogo: https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-REPUAN/18 Sono ben accetti commenti ed osservazioni.
    2 punti
  6. Ma è bellissimo! Voto per la banda degli onesti pure io!
    2 punti
  7. Buonasera, premesso che i denari di "Caligola" (Gaius Iulius Caesar Germanicus) vanno davvero visti al microscopio, devo dire che i suoi aurei, quinari d'oro e denari coniati a Roma portano al diritto la legenda C CAESAR AVG PON M TR POT III (o IIII) COS III (o IIII) e per quanto ne so nessuna con "PONT" invece che "PON". Anche su questo mio dubbio e comunque sulla incerta autenticità, aspetterei necessariamente il parere dei più esperti. Saluti HIRPINI A proposito, grazie mille per il "ragazzo"!
    2 punti
  8. Non potrebbe trattarsi di un falso d'epoca ?
    2 punti
  9. Fine settimana ricco a Riccione: con una certa sfacciataggine sono andato dall'albergatore a chiedere di curiosare nella cassetta…. Taglio: 50 centesimi Nazione: San Marino Anno: 2018 Tiratura: 1.127.600 Condizioni: SPL Città: Riccione Taglio: 1 euro Nazione: San Marino Anno: 2018 Tiratura: 1.127.600 Condizioni: SPL Città: Riccione Taglio: 2 euro Nazione: San Marino Anno: 2017 Tiratura: 638.600 Condizioni: SPL Città: Riccione
    2 punti
  10. Taglio: 2€ CC Nazione: Slovacchia Anno: 2017 Tiratura: 990.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve)
    2 punti
  11. Ciao a tutti, Questione che sembra facile ma all'atto pratico è tutt'altro. Avendo lavorato con un grafico per diversi anni, qualche principio guida l'ho assimilato, e lo condivido con la speranza di darvi qualche aiuto concreto. - Sicuramente il logo deve essere abbastanza chiaro a prescindere dalla piattaforma di visualizzazione. - Deve esprimere il concetto per cui è stato inserito in maniera chiara (cioè, gruppo di discussione su cartamoneta in generale, quindi estera e nostrana, sia contemporanea che d'epoca... e qua c'è già una grandissima difficoltà: molto molto vasto come arco temporale, quindi come tipologie da scegliere). - Per "facilitare" il compito, (credo) sarebbe auspicabile un collage di frammenti di cartamoneta ben conosciuti, qualcosa come ritratti, simboli di valuta, costumi folcloristici o paesaggi ben identificabili. La difficoltà, oltre che nello scegliere cosa inserire nella composizione, è non caricare con troppe immagini, cercando di far rimanere il tutto chiaro, semplice e facilmente identificabile. Ho cercato delle immagini ispirative, puramente concettuali. Sperando possano esservi utili, ve le inserisco. In linea di principio, a me piace molto la composizione "caleidoscopica" e quella paesaggistica
    2 punti
  12. Ciao. Ringrazio sentitamente chi mi ha preceduto per le puntuali osservazioni sulla circolazione cartacea dell'epoca. Il fenomeno dell'abbondanza della cartamoneta nel flusso circolatorio è uno dei principali argomenti che mi portano ad escludere la compatibilità dello scudo, nel 1914, quale moneta “atta a circolare” sul piano concreto. (E' ovvio che, teoricamente, la moneta avesse corso legale; ciò non è mai stato in discussione). Grazie a Loro posso ora concentrare l'intervento sulla situazione della monetazione metallica. Come Vi ho anticipato al post n. 75, per comprendere meglio il contesto circolatorio nel quale avrebbe dovuto inserirsi lo scudo del 1914, è opportuno allargare un tantino “l'orizzonte” e contestualizzare meglio quell'emissione utilizzando documentazione ufficiale o, comunque, coeva al periodo. Per fare ciò partirei dal R. D. 4 gennaio 1914 n. 5, che istituiva le nuove impronte delle monete argentee del Regno, caratterizzate dalla cosiddetta “quadriga briosa”, nei tagli da 5 Lire (scudo), 2 e 1 Lira e 50 Centesimi. Come già sappiamo, all'individuazione dei diversi tagli di cui è composta la cosiddetta “monetazione divisionaria argentea” (che all'epoca ricomprende i tipi da 2 lire, 1 Lira e 50 Centesimi) non corrispose necessariamente la battitura effettiva di tutti i tipi previsti in astratto. Il tipo da 50 centesimi argenteo, ad esempio, pur previsto sia nella monetazione d'esordio di V.E. III (v. R.D. 7.3.1901, n. 92) che nella prima monetazione caratterizzata dalla cosiddetta “quadriga veloce” (v. R.D. 12.1.1908, n. 14), come sappiamo non fu mai coniato. Analogamente, per quanto riguarda lo scudo del 1901 “aquila araldica” e quello del 1908 “quadriga veloce” (va ricordato come il tipo dello scudo non rientrasse nella monetazione divisionaria argentea), sappiamo che per motivi che per adesso non è il caso di approfondire ma che sono legati agli accordi internazionali conseguenti alla U.M.L, o non vennero proprio coniati (ed è il caso dello scudo dell'8) oppure vennero inizialmente battuti ma poi rifusi (con, pare, 114 eccezioni...ed è il caso dello scudo dell'1). Il motivo per il quale nel 1911 fu possibile riprendere la coniazione dei primi scudi di V.E. III (“cinquantenario”) è dovuto, lo dico qui rapidamente, ad una “Convenzionale addizionale del 4 novembre 1908”, siglata dalla U.M.L., il cui art. 17 stabiliva che: Spiegata la ragione per la quale l'Italia potè riprendere, nel 1911, la coniazione degli scudi, esaminiamo ancora per un momento qual'era, nel 1914, lo ”scenario” previsto per la monetazione divisionale argentea che, come abbiamo già ricordato, non era rimessa alla discrezionalità dello Stato, ma era rigidamente vincolato ai parametri posti dalla U.M.L. (tot lire per abitante di monetazione divisionaria). Infatti, con R.D. 1°.2.1914, n. 122: si stabilirono le coniazioni divisionali dell'anno corrente. Come si può notare leggendo il testo del decreto, per il 1914 era prevista un'emissione per L. 12.00.000 in moneta da 2 Lire e per L. 9.000.000 di moneta da 1 Lira. Interessante rilevare come per la coniazione di queste monete (art. 2), si sarebbe fatto ricorso in parte all'acquisto di verghe d'argento e in parte alla “....rifusione di altrettanta somma di scudi d'argento da Lire 5 di conio nazionale per le rimanenti Lire quattordici milioni”. Quindi, per produrre moneta divisionaria del 1914 si sarebbero fusi anche scudi da Lire 5 di conio nazionale. Sappiamo peraltro che con il millesimo 1914 non si coniò alcuna moneta da 1 Lira mentre, come già era avvenuto in passato per la monetazione di V.E. III, il tipo da 50 centesimi argenteo venne completamente ignorato; non solo per il 1914, ma anche per i millesimi successivi. Con il millesimo 1914 si coniò pertanto ed esclusivamente (per la monetazione divisionaria) il solo pezzo da 2 Lire. Ma cosa accadde di tanto grave da scompaginare in questo modo i programmi della monetazione divisionaria del Regno per il 1914, che, fra l'altro, erano “freschi” di approvazione? Qualcuno, giustamente, risponderà: “si percepivano già i venti di guerra”! Già. Ma come state per vedere, i problemi monetari dovevano essere insorti già prima che scoppiasse la “Grande Guerra”. In mancanza di testimonianze dirette, si può attingere alla letteratura numismatica dell'epoca e trarre qualche utile spunto di riflessione. Nel primo fascicolo della Rivista “Rassegna Numismatica” del 1914 (pubblicato probabilmente a febbraio '14), alle pag. 19 e 20 – nella rubrica - “Varietas” - vi è un articolo intitolato “Le nuove monete italiane” nel quale, fra le altre cose, si dà notizia che: E' abbastanza significativo che la nuova moneta divisionale argentea vista in circolazione sia unicamente il pezzo da 2 Lire. Nessun riferimento ulteriore viene rivolto allo scudo o alle altre tipologie divisionarie, pur espressamente previste e, probabilmente, in qualche misura anche attese (quanto meno dai numismatici del tempo...). Ma ancor più curiosa è l'annotazione che possiamo leggere nella rubrica “Notizie varie” del “Bollettino Italiano di Numismatica e di Arte della Medaglia” - fascicolo N. 4 di luglio/agosto1914, pag, 64 – dove è riportata una notizia molto interessante: Quindi, nel corso dell'estate 1914, è la stessa Regia Zecca a comunicare ufficialmente che lo scudo e il pezzo da 1 Lira non erano stati ancora coniati. Ciò è abbastanza singolare non tanto per lo scudo (che poi, come sappiamo, verrà coniato) ma per la moneta da 1 Lira, che con il millesimo 1914 non venne invece mai battuta. Sembrerebbe dunque che nell'estate del '14 la zecca non sapesse ancora “che pesci prendere” (o meglio...che monete coniare), visto che nella sua comunicazione non escludeva ancora di battere il tipo da 1 Lira, che peraltro era previsto ed approvato in un contingente di L. 9.000.000 dal R.D. che recepiva gli accordi imposti dalla U.M.L. sulle coniazioni divisionarie. All'interno di questo quadro di obbiettiva incertezza, se vogliamo....”molto italica”...va ad aggravare ulteriormente la situazione il R.D. n. 828 del 18.8.1914 (ne abbiamo già parlato, riprendendone la notizia dal quotidiano La Stampa, vedi post n. 44), che nella seconda metà del 1914 introduce nella circolazione monetaria i “buoni di cassa” da 1 Lira e da 2 Lire, per un contingente non superiore a 250 milioni di Lire. Il problema dei buoni di cassa è che necessitano di un sottostante argenteo che li garantisca; e il Governo individua detto sottostante nella monetazione argentea divisionaria. Per avere un'idea dell'imponenza di queste emissioni fiduciarie straordinarie, si tenga conto che fino al 1914, le complessive coniazioni di moneta divisionale autorizzate in forza della Convenzione della U.M.L. del 4.11.1908 ammontavano a Lire 282.400.000; mentre i soli “buoni di cassa” deliberati nel 1914 avrebbero potuto raggiungere il limite dei 250 milioni di Lire! A fronte di queste emissioni cartacee straordinarie si dispone quindi contestualmente l'immobilizzo nelle Tesorerie governative di uno stock di moneta argentea divisionaria, anche di nuova coniazione, di importo pari a quello dei buoni di cassa in via di emissione. In buona sostanza, si sarebbe dovuto “rastrellare” dal flusso circolatorio o dagli stock già presenti nelle Tesorerie, vecchia moneta argentea divisionaria e se ne sarebbe dovuta allocare pure altra di nuova coniazione; il tutto per garantire l'emissione dei “buoni”. l testo del R.D. n. 828 del 18.8.1914 è il seguente (scansione dalla Gazzetta Ufficiale del Regno n. 197 del 18.8.1914): Considerazioni. E' difficile non intravedere, in queste misure, la finalità di trattenere nelle casse pubbliche le preziose monete divisionarie argentee, inondando di carta fiduciaria la circolazione monetaria. Ai buoni di cassa dobbiamo aggiungere quanto hanno scritto Coloro che mi hanno preceduto in ordine alla presenza nel circolante monetario di una vera e propria “marea” di cartamoneta. Tutto ciò, evidentemente, in vista ed in preparazione degli eventi bellici che sono ormai in procinto di coinvolgere anche le sorti del Regno; eventi che, come ben sappiamo, richiedono solitamente agli Stati belligeranti la disponibilità di enormi risorse, anche e sopratutto in termini di metalli preziosi. Come abbiamo visto dall'articolo de La Stampa (v. post n. 44), la scarsezza di monetazione divisionale in circolazione, già a partire dal mese di agosto 1914, viene anche lamentata da alcuni giornali. Se non contestualizziamo l'emissione dello scudo del '14 in questa peculiare situazione storica e monetaria, ma ci atteniamo ad una lettura puramente “teorica” di dati formali (il primo fra tutti è quello relativo al quantitativo teorico degli scudi emessi nel '14), temo che si corra il serio rischio di non cogliere quale fosse in quel momento il reale “ruolo”, interpretabile da una moneta argentea come quella di un nuovo scudo, all'interno di una situazione circolatoria già abbondantemente “compromessa” dalla presenza di un mare di carta fiduciaria e, correlativamente, dalla progressiva rarefazione della stessa moneta argentea divisionaria. Capirete adesso perchè, già dal post n. 26, parlavo di una serie di argomenti logico-deduttivi (in parte anche corroborati, come abbiamo visto, da elementi documentali) che possono farci desumere la non compatibilità “in concreto” di questa moneta con lo scenario circolatorio dell'epoca. Inoltre, per quanto detto finora, non si può non ravvisare l'ulteriore “stranezza” di una – addirittura prolungata – permanenza di questa moneta in circolazione, tale da portarla ad usure in molti casi sotto lo SPL: in quel contesto, uno scudo del '14 in circolazione sarebbe passato inosservato quanto il transito di una Lamborghini “Diablo” in un campo di patate.... Concludo – non senza prima ringraziare chi ha avuto la pazienza (non comune...) di arrivare fino a questo punto – formulando una riflessione. Non è mia intenzione imporre ad alcuno di accettare l'idea che lo scudo del '14 sia moneta che non ebbe a circolare. Mi sono solo permesso di fornire a tutti la possibilità di ragionare su documenti e di riflettere su considerazioni logico-deduttive che da quei documenti discendono, anche per giungere ad un convincimento, qualunque esso sia, che non sia il frutto di valutazioni aprioristiche, di “atti di fede” o di affermazioni autoreferenziali (“è così perchè secondo me è così”). Dopodichè, al solito, sulla circolazione o non circolazione di questa moneta, ciascuno è libero di pensarla come meglio crede (e ci mancherebbe altro!). Saluti. M.
    2 punti
  13. Buonasera a tutti, è da un po' che penso a questa cosa, a tutti noi credo che capiti di migliorare una moneta in collezione o magari ritrovarsi con dei doppioni dei doppioni magari reperiti in lotti acquistati o scambiati, e se è pur vero che ogni moneta merita considerazione è vero anche che magari il doppione del doppione proprio non si può guardare e quindi si tende a non collocarlo in collezione , ma non in senso negativo ma se una determinata moneta ce l'hai già doppia in buona o ottima conservazione e te ne capita una terza in MB o anche meno non credo si facciano dei salti mortali per far spazio nel monetiere per inserirle accanto alle altre, io, almeno, non lo faccio... Più volte mi sono ritrovato con decine di doppioni dei doppioni e a volte le passo a mio figlio che ogni tanto me ne chiede qualcuna... Generalmente le tengo in qualche sacchetto e qualche volta me le guardo e poi le rimetto via... Magari qualcuno dirà :vendile! Ma in questo caso la vendita non è contemplata anche perché spesso queste monete non sono appetibili per un collezionista anche se a volte possono suscitare la curiosità di chi non appartiene a questo mondo (tipo mio figlio)... Voi invece cosa ne fate?
    1 punto
  14. 1 punto
  15. Buonasera a tutti, vi presento la nuova arrivata di Casa Borbone nella Collezione Litra68. Ferdinando II Piastra 120 grana anno 1834 Taglio inciso al Rovescio. AR. P/R 58. MIR 499/4. BB aspetto vostri commenti e foto delle vostre per confronto. Saluti Alberto
    1 punto
  16. Buonasera Alberto, dagli spiccioli in rame di Ferdinando IV alle Piastre di Ferdinando II..... La Collezione Litra68 presegue su più tipologie. Hai scelto uno dei millesimi con più varianti di conio. Nel tuo si notano due T in ET, la R aperta di HIER e la cifra 2 in 120 disallineata.
    1 punto
  17. ? questo è lo spaccato della mia coscienza quotidiana. La compulsione che mi fa spendere, il buon senso che mi dà rimorso ??.... Scherzi a parte, vi ringrazio innanzitutto per le dritte! Dunque che faccio, spendo o risparmio? Grazie Eliodoro, in effetti l'opera costicchia, tuttavia tenendo conto che mi hanno chiesto 150€ per i due in foto... forse questa volta risparmio e mi guardo attorno per l'edizione Forni.
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  18. a mio modestissimo avviso, un problema ricorrente in questo forum è che, all'apertura di un thread qualsiasi (che beninteso generi interesse negli utenti e spinga molti di essi ad intervenire..); dopo un primo "round" nel quale ciascuno argomenta la propria posizione ed espone il proprio punto di vista, la discussione si incaglia. Il secondo (ma anche il terzo quarto etc) "round" non sono altro che una RIPETIZIONE di tesi già esposte in precedenza, con toni sempre meno concilianti e sempre più stizziti, perchè ovviamente la conseguenza principe di questa escalation è che nessuno vuole a questo punto mollare più la presa o lasciar cadere le proprie "ragioni". Anche questo thread non fa eccezione. Dopo i primi interventi, molti utenti non fanno altro che ribadire all'infinito gli stessi concetti, e la discussione non ha più sostanzialmente niente da dire. Senza che nessuno si offenda, forse per migliorare le cose "basterebbe" non ripetere ossessivamente le stesse cose, sappiamo leggere tutti, non credo che un concetto ribadito 8 volte abbia alcuna possibilità di rasserenare gli animi, anzi.
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  19. Finalmente ne ho trovata una anch'io! La mia prima della nuova serie di San Marino trovata oggi pomeriggio di reso alle macchinette Taglio: 50 Centesimi Nazione: San Marino Anno: 2018 Tiratura: 1'100'000 Condizioni: qSPL Città: Pavia (PV)
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  20. Taglio: 2 Euro CC Nazione: Germania F Anno: 2017 Tiratura: 7'200'000 Condizioni: BB Città: Pavia (PV) Taglio: 2 Euro CC Nazione: Germania G Anno: 2010 Tiratura: 4'200'000 Condizioni: qBB Città: Pavia (PV) Taglio: 2 Euro Nazione: Irlandda Anno: 2015 Tiratura: 1'190'000 Condizioni: qSPL Città: Pavia (PV)
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  21. Caspita che conservazione complimenti. Saluti
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  22. L'oncia libbrale è ancora troppo pesante (22-27 g), nella semilibbrale potrebbe andare (secondo Sydenham g. peso reale g. 15,2-10). Ma se i globetti fossero 4 (mi sembra di vederne più di uno) andremmo sulla serie dell'asse sestantale col triente (Minerva e Prua a destra) con peso secondo Sydenham (anni 187-175 aC) e Grueber (anni 240-229 aC) pari a g. 18,2. Mi spiace per la fretta e le imprecisioni, devo salutarvi, ma la cosa va comunque approfondita. CIAO! HIRPINI
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  23. A cambio pagina conviene rimettere quantomeno l'ultima scadenza. ¨˜ˆ”°¹~•-.„¸ dal 16 settembre lunedì al 22 settembre domenica = 1901 ¸„.-•~¹°”ˆ˜¨ _________________________________________________________________________________________ 1901  Regno d'Italia - Vittorio Emanuele III° - 1 Lira
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  24. Come suggerito da @Hirpini sembrerebbe un fuso repubblicano, nella prima foto, poi migliorata da @Litra68 si vede abbastanza bene la prora verso destra. Scarterei però l'ipotesi del sestante librale, troppo grande e pesante per essere rapportato, mentre la moneta più piccola della serie, l'Oncia, mi sembra più calzante https://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RRB9/6
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  25. Grazie @giuseppe ballauri del tuo intervento! Gran personaggio Margherita, ha saputo destreggiarsi in un'epoca difficile e con poche opportunità... Aggiungo l'immagine delle mie uniche due monete di Gabriele, interessanti perché fra le ultime coniate nel marchesato Saluzzese ed il grosso non presenta la contromarca presente quasi sempre su queste monete..
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  26. certo, il messaggio lanciato con il primo post era chiarissimo
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  27. A parte il metallo, anche la fattura mi sembra però parecchio grossolana. Paragonandolo a un esemplare "normale", è molto evidente come lo stile sia completamente diverso e rozzo, i denari normali sono invece di stile elegante, persino quello "rameoso" dell'ultimo post è di fattura decisamente migliore.
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  28. Ciao a tutti, ciao @adinumismatics! Per favore... non fatemele vedere monete di questo genere! Che poi le devo prendere! Appena arrivate, qui fotografate con le sorelline inglesi, in modo che si addomestichino presto. Quando ho po' di tempo mi fabbrico un espositore e metto i due "Shilds of arms" uno accanto all'altro. Prese a 6,20 EUR (e visto che oggi 18 Leu valgono ca. 0,92€, le ho pagate solo 5,28€) spedizione compresa. Servus, Njk PS: quello raffigurato è un uro o meglio "Bos taurus primigenius". La leggenda racconta che le bistecche di uro erano così buone, che li hanno fatti fuori tutti... https://it.wikipedia.org/wiki/Bos_taurus_primigenius https://it.wikipedia.org/wiki/Stemma_della_Moldavia
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  29. Ricordi bene. Il tenero Giacomo è il simpatico protagonista di alcune vignette della Settimana Enigmistica di molti anni fa che iniziavano illustrando una sua avventura e rimandavano all’ultima pagina della rivista per conoscerne il finale. Alcune di queste vignette hanno ispirato dei rebus che posterò come li trovo. ? da apollonia
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  30. ? Peccato che pure il suo prezzo è pazzo! ?
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  31. Ho 25 anni, quando ne avevo 12-13 mi sono avvicinato alla numismatica cominciando a raccogliere gli euri stranieri. Ricordo che avevo uno zio che raccoglieva monete di un certo livello, credo anche romane fino Alle medievali o qualcosa del genere. Fatto sta che è l’unico della mia famiglia che poteva “aiutarmi” con questa passione magari regalandomi qualcosina e invece l’unica cosa che mi regalava erano insulti alla mia collezione del tipo “la tua collezione non ha valore e fa schifo”. Un trauma che mi porterò per sempre dietro ? sono stato io a trasformarmi in babbo natale che regala monete, capita quando parto e amici mi chiedono qualche pensierino e io mi presento sempre con qualche moneta di 100-150 anni del paese che visito. Ovviamente roba di poco valore ma che agli occhi di persone non collezioniste rappresentano un tesoro e gradiscono tantissimo!
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  32. Ore 3 dalla parte del leone in soldo: la perlinatura è differente. La rosetta di destra accanto al valore, nell'esemplare di Heritage è piena, nel secondo no. La forma del tondello è solo simile; se ingrandite le due foto vedrete che, specie al rovescio, vi sono differenze consistenti (nel secondo caso ha molta più perlinatura)
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  33. Certo che, abituati a vedere i denari di Ancona come quelli postati sotto, fa un cero effetto!
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  34. Laura Neri, livornese, è una bravissima illustratrice e autrice di rebus, dove si firma anche laurina57.
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  35. Taglio: 2€ CC Nazione: Portogallo Anno: 2008 Tiratura: 1.000.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve)
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  36. Taglio: 2€ CC Nazione: Lituania Anno: 2015 Tiratura: 990.000 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve)
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  37. Taglio: 2€ CC Nazione: Lussemburgo Anno: 2004 Tiratura: 2.447.800 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve) Taglio: 2€ CC Nazione: Spagna Anno: 2014 Tiratura: 3.959.368 Condizioni: BB Località: Bibione (Ve)
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  38. Sono stati nascosti alcuni post con l'intento di riportare la discussione al tema principale.
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  39. grazie,si postala pure gigetto13,ogni notizia è storia e cultura
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  40. Incredibile mai visto tanta passione complimenti vivissimi.
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  41. Gent.mo angel, ti posto un link trovato da " Franzo" e inviato in un'altra discussione: http://www.numismaticarinaldi.it/collezione--conio-d--uva-.html Potrebbe interessarti Ciao
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  42. Propongo questo logo che nulla ha a che vedere con il collezionismo di banconote e con un so che di invecchiato! Non è appariscente e multicolor e nel contesto ci sta pure bene
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  43. il contorno mi sembra "lavorato "
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  44. Io non trovo così bizzarro il fatto della mancanza del pedigree..., capita molto spesso anche nell’acquisto dei quadri, non vuol dire nulla. Cosi come è capitato di monete con bellissimi pedigree, che poi sono risultato essere volgari patacche.
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  45. A questo punto, se vuoi potresti inserire due belle foto D/R , cancellando i punzoni del perito, e farci vedere questa benedetta moneta, il grado della perizia, e quello che tu invece gli reputi, non sappiamo neppure di che moneta stiamo discutendo! Altrimenti continuiamo a parlare di aria fritta. Saluti TIBERIVS
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  46. Ragazzi, monete di questo calibro vanno viste in mano. “Invisible hairlines”? ... se si vedono in foto senza problemi poi tanto “invisible” forse non sono. Di che entità parliamo quindi? Che brillantezza e colore presenta effettivamente il metallo? La patina c’è? È stata lavata? Se si come? Queste son domande che solo con moneta alla mano, buona luce, lente e calma puoi rendertene conto, e non si tratta di fare i pignoli... su monete del genere è la prassi! Così, a leggere qFdC 46 mila + diritti sembra un affare. A me, dalla foto, personalmente non mi sembra tutta questa gran bellezza, e sempre parlando di pareri, mi da più l’impressione che si collochi ancora sulla scala dello spl... son troppo severo? Probabilmente! Ma con più di 50 mila euro anche con solo un dubbio è tassativo muoversi e visionarla in mano. Ricordiamoci che qui nessuno regala nulla... preciso che non sto scoraggiando la partecipazione alle aste telematiche, ma solo puntualizzando che con tutti questi soldi in ballo, non ci si può permettere di fare congetture ed analisi di mercato solo con una visione fotografica. le foto lasciano il tempo che trovano, sempre! Figuriamoci su monete di tale importanza. Queste son monete da iniziare a visionare in mano per bene già solo se si ha il remoto pensiero di acquistarne una. Sulla bellezza della moneta... beh... per carità, bella è bella non dico il contrario, ma lo scudo quadriga non ha certo meno fascino e costa un quinto di questa, ed un acquisto a distanza avrebbe già, come dire... un altro... “sapore”. Era solo un paragone argomentativo...
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  47. Confermo Egina, di cui posto un altro statere ma della stessa tipologia del suo: Aspettiamo comunque altri pareri. HIRPINI
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  48. in realtà era solo un prezzo di partenza molto basso; chissà a quanto chiude
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