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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/25/19 in tutte le aree

  1. Ciao, mi ero ripromesso di risponderti con precisione ma solo ora trovo un po di tempo. No, e ti spiego il motivo della risposta. Queste che presenti sembrano più scansioni che foto, e comunque non sono idonee nel percepire: - la brillantezza ed il colore del metallo - lo stato dei campi La valutabilità di una foto non cambia modificando i livelli di luminosità. Ecco perchè la modifica che hai fatto non ci fa capire nulla di più. La foto è "numismaticamente errata" già in partenza, presentando sottoesposizioni importanti e zone di bruciature di luce, e l'andare a modificare i livelli (poi su di un JPG significa rovinare drasticamente la qualità finale) per aumentare la luminosità non ha fatto altro che enfatizzare questo squilibrio in maniera esponenziale, apportando solo ulteriore disturbo valutativo. Allora... l'ottimo @Rocco68 ha giustamente osservato che non si ritrova con le tue valutazioni. prova a chiederti il perchè, altrimenti non migliorerai mai ne il tuo occhio, ne la comprensione dei dettagli valutativi di una fotografia (ed infatti, anche in altre sezioni percepisco le stesse carenze valutative, ad esempio nella discussione del 20 lire "elmetto", dove ti ho fatto notare (e non solo io, ma anche altri) punti specifici. Bisogna sempre tenere presente un aspetto molto importante ma talmente banale, che forse, proprio per questo motivo, non viene preso in seria considerazione: Noi valutiamo quello che vediamo. Quindi, non è che se diciamo che vediamo usura, è perchè ci piace... Dalle foto (che ripeto, per la bassa qualità e scarsa nitidezza sono equiparabili alle scansioni) tutto si può dire tranne che questa moneta sia "non circolata". E ti spiego perchè. La conservazione delle monete prende come primo parametro valutativo la brillantezza del metallo (cosa che qui non si percepisce). Un aspetto che aiuta molto a tal riguardo, è la tonalità del metallo (ecco perchè, molte volte è importante avere un riscontro diretto, con una buona luce o per lo meno, presentando foto che conservino un colore abbastanza fedele alla realtà). Anche questo dettaglio purtroppo non è valutabile. Un altro aspetto molto molto importante ai fini della conservazione, sono lo stato dei campi (e in questa tipologia monetale questo aspetto assume un'importanza primaria rispetto all'entità dei rilievi o alla presenza di difetti. In sostanza, non si valuta con lo stesso parametro delle monete decimali di VEIII per capirci. Quindi, il fatto che come scrivi, "non ha difetti", di per se non è indice di alta conservazione. Spendo velocemente due parole a questo riguardo per spiegarti che i difetti invece li ha, e quali sono. Il tondello ha subito il classico "alleggerimento" (quei graffi nel quarto dello stemma), la coniazione presenta difetti di centratura e debolezze di conio. Inoltre, guarda la foto che stiamo valutando. Esamina i campi. Li vedi quei minimi graffi? Lo vedi quel cambiamento di colore tra il campo e la legenda da una parte ed il modellato dall'altra? lo vedi quel cambio di colore sui riccioli dei capelli? Ecco perchè Rocco ha scritto che vede usura, perchè questo è quello che da queste foto si percepisce. Quella macchia sul collo cos'è? a cosa è dovuta? Quindi per te questa sarebbe almeno un qFdC? Un suggerimento. Noi possiamo anche mostrarti delle foto di esemplari in alta conservazione (che poi, basta che vai su google, e cerchi "20 grana ferdinando II, fdc" qualcosa di utile scappa fuori), ma se non riesci a valutare questi aspetti sopra citati, ti sarà molto molto difficile riuscire a capire cosa guardare e come valutarlo, soprattutto da una foto, che è un approccio concettualmente sbagliato per imparare una valutazione numismatica, dove aspetti tecnici molto insidiosi (come distinguere usura da debolezze congenite da conio), potrebbero benissimo non essere valutabili via foto. a tal riguardo, una piccola curiosità: come fai a valutare una foto "de visu"? Infine: ti allego una foto di un esemplare non circolato che ho in collezione. Non è una foto in alta risoluzione, ma questa solo ho (la foto è del venditore, io ancora devo fotografarla). Anche se piccola, in base agli indizi che sopra ti ho evidenziato, dovresti poter riuscire a capire alcuni aspetti da ricercare nella tua... Come vedi, per asserire che una moneta sia in alta conservazione bisogna valutare BENE molte cose, che già in foto non si capiscono bene per ovvi motivi. Con il mio sistema di grading che sto sviluppando, cerco di "andare oltre" la fredda sigla FDC SPL e via dicendo... spero troviate queste striminzite e piccole indicazioni utili non solo ai fini valutativi per questa moneta, ma anche per la tipologia monetale in generale. Un cordiale saluto, Fabrizio
    4 punti
  2. moneta falsa dalla Serbia…. spiacente per chi l'ha comprata
    3 punti
  3. E allora beccatevi questa!
    3 punti
  4. Le immagini da me postate possono essere anche belle ma sono solo immagini, il mio consiglio è di visitare il medagliere appena ne abbiate la possibilità, e se non l'avete createla non fatevi bloccare da pigrizia, problemi economici o consorti... Vedere queste monete dal vero vale da se un viaggio in Sicilia.
    2 punti
  5. Capisco bene e ti ringrazio per la chiarezza della risposta. Finalmente leggo un messaggio "conciliatore". Concordo sul fatto che sia un peccato vedere delle rarità in bassa conservazione svilite da un mercato orientato sul FDC. Direi di concludere la diatriba dicendo che chi colleziona SOLO monete in FDC (o, comunque, in alta conservazione) non diventa automaticamente uno speculatore o un "finto" appassionato. Allo stesso modo, chi predilige conservazioni inferiori non è per forza un invidioso che non può permettersi i FDC. Come detto, ognuno è libero di collezionare ciò che vuole e non esistono numismatici di classe A e B.
    2 punti
  6. Scusate ma chi ha affermato mai che collezionare monete BB sia disdicevole? A me pare piuttosto che sia una moda affermare che chi sia interessato alla alte conservazione debba essere: 1- digiuno di numismatica e storia 2- dipendente dalla slab 3- uno speculatore o comunque un traffichino. Qualcuno ha scritto che chi raccoglie monete circolate debba essere per forza invidioso? Non mi pare. L'invidia personalmente la riscontro in coloro che criticano i gusti o le scelte del prossimo. Basta leggere i post di quanti siano ascesi sul pulpito per accusare altri dei "mali" della numismatica. Forse qualche tempo fa la media conservazione era più apprezzata? Forse è proprio il deprezzamento del circolato che da fastidio? Sicuramente comprare bb oggi è conveniente. È vendere che non lo è. Può essere che vedere i propri acquisti deprezzati rechi qualche comprensibile bruciore e si riversi il proprio livore su coloro che han fatto o fanno scelte diverse? Provate a portare rispetto per le scelte altrui; non ho letto nessun amante della moneta intonsa criticare i gusti altrui, solo il contrario. Buona domenica.
    2 punti
  7. Buongiorno e Buona Domenica a tutti, oggi uso nuovamente un ponte Numismatico a proposito di Donne, ci spingiamo a ritroso nel tempo oltre i confini del primo millennio, siamo negli anni dal 136 al 141 dc. La moneta è un Sesterzio di Antonino Pio con il fulmine, collezione Litra68. Parliamo anche, solo pochissimi cenni, della consorte Faustina Maggiore, della quale posto moneta presa in prestito dalla rete. Le notizie ed avvenimenti sono rigorosamente fonte Web. Faustina sposò Antonino Pio nel 117 dc. Faustina fu divinizzata post mortem; Antonino le dedicò un nuovo alimenta, il Puellae Faustinae, sussidi a favore delle fanciulle orfane, e un grandioso tempio nel Foro Romano, diventato il Tempio di Antonino e Faustina in seguito alla divinizzazione dell'imperatore dopo la sua morte. Faustina divinizzata fu associata in particolare con Cerere, dea delle messi, che appare frequentemente nella monetazione; Erode Attico venerava Faustina come la “nuova Demetra” (l'equivalente greco di Cerere) in un santuario privato che fece costruire fuori Roma, ora divenuto la chiesa di Sant'Urbano. Oltre a Cerere, appaiono nelle sue monete raffigurazioni di Vesta e Giunone. Fu anche associata con la Magna Mater e a Cirene con Iside; a Sardi era adorata assieme ad Artemide. Nella base della colonna antonina in Vaticano è raffigurata l'apoteosi post mortem di Antonino e Faustina, che dalla pira funebre ascendono al cielo sulle ali di un Genio, scortati da aquile. LE ORIGINI L'imperatore, designato da Adriano a succedergli, Titus Aurelius Fulvus Boionius Arrius Antoninus Pius, apparteneva a una famiglia piuttosto ricca proveniente da Nemauso (Nimes), nella Gallia meridionale. Adriano aveva scelto Tito Aurelio Fulvio Boionio Arrio Antonino, che a sua volta adottò, per volere dell'imperatore, il giovane figlio di Lucio Elio Cesare, futuro Lucio Aurelio Commodo, ed il nipote di sua moglie Marco Aurelio Vero, il futuro imperatore Marco Aurelio. Antonino nacque a Lanuvio nell'86 d.c, trascorse la sua giovinezza Lorium, a 12 km. da Roma, fu Pretore, poi Questore, e nel 120 fu nominato Console, poi Giudice in Campania (uno dei 4 giudici dello stato), Proconsole in Asia e infine membro del Consilium Principis. L'ASPETTO E IL CARATTERE Historia Augusta: Vita di Antonino Pio II - "Fu un uomo di bell'aspetto e di grande ingegno: equilibrato e nobile, aveva un volto che esprimeva compostezza e un'intelligenza fuori del comune". Vita di Antonino Pio, XIII - "Il suo aspetto aveva una severa maestà; era alto di statura, e proprio per questo, quando incominciò a curvarsi per la vecchiaia, si teneva ritto fasciandosi il petto con listelli di tiglio. Anche quando era già avanti con gli anni, ogni mattina, prima che i cortigiani venissero a salutarlo, mangiava pane secco per tenersi in forma. La sua voce era rauca e grossa, ma niente affatto sgradevole". Dalla statuaria appare un volto dai lineamenti fini e regolari, magro, labbra sottili, naso greco e collo slanciato, un bell'uomo insomma. Presentandolo al Senato l'imperatore Adriano lo descrisse: "Nobile, mite, indulgente, savio, lontano dagli impeti della gioventù e dal torpore della vecchiaia" Antonino era intelligente e di buon animo, amava l'ordine e l'economia, era calmo, amante della vita sedentaria, della pace, e della giustizia. IL SENATO Morto Adriano, Antonino ne portò a Roma le ceneri e chiese che gli venisse tributata l'apoteosi; ma il Senato si oppose e minacciò la damnatio memoriae su Adriano. Non perdonava al passato imperatore i privilegi tolti ai Senatori e una certa crudeltà contro di loro degli ultimi anni. Antonino però aveva dalla sua l'esercito, per cui riuscì a vincere l'opposizione del Senato. In cambio però dovette abrogare l'organo di governo formato dai quattro giudici circoscrizionali. Gli fu dato il titolo di Pio per il buon carattere: non prese provvedimenti contro gli oppositori dell'apoteosi di Adriano e amnistiò i condannati dal predecessore. Dette sempre prova di grande clemenza: quando un certo Attilio Tiziano fu esiliato dai Senatori per aver cospirato contro di lui, non volle se ne cercassero i complici, e quando un certo Prisciano, accusato anch'egli di congiura, si tolse la vita per non essere condannato, Antonino ne aiutò il figlio con generosità. LE RIFORME Come Adriano curò molto la giustizia, assistito anche lui dai più illustri giureconsulti. Abolì i quattro giudici circoscrizionali istituiti da Adriano. Restituì ai Senatori i vecchi privilegi. Aumentò le elargizioni alla plebe di Roma, oltre ai 200.000 cittadini che avevano grano e acqua senza lavorare per la legge di Augusto, fece distribuire anche olio e vino. Migliorò la condizione della donna decretando che il marito potesse punire l'infedeltà solo se lui stesso fosse stato fedele. Migliorò la condizione degli schiavi deliberando che i padroni che uccidessero i loro schiavi fossero puniti come omicidi. Abolì la confisca dei beni paterni per i figli dei funzionari condannati per concussione purchè restituissero alle province il mal tolto del padre. Punì coloro che nella riscossione dei tributi non si comportassero con umanità. L'oro offerto per la sua adozione lo restituì per metà alle province, e il resto a Roma. Distribuì denaro al popolo e ai soldati. Spese considerevoli somme in feste e spettacoli, e per la celebrazione del nono centenario di Roma, ridusse le imposte. Nel 148, revisionando le imposte, condonò ai contribuenti gli arretrati di quindici anni. Fu generosissimo negli aiuti a Rodi e in Asia Minore, devastate da un terremoto e con le città di Narbona, Antiochia e Cartagine, danneggiate da incendi, facendo tra l'altro sospendere i tributi per anni. Molto denaro spese pure per Roma, che aveva perso in un incendio trecentoquaranta insulae (caseggiati), che era stata inondata dal Tevere, afflitta per giunta da una grave carestia e dalla rovina del circo durante i giuochi apollinari, in cui morì un migliaio di persone. Costruì acquedotti, migliorò i porti di Puteoli, Terracina e Gaeta. Costruì strade in Africa, nella Gallia, in Italia e nella Pannonia. Costruì un tempio ad Adriano e ne terminò il bellissimo mausoleo, in cui vennero deposte le ceneri di Adriano, di Cejonio e poi dei figli e della moglie di Antonino, Faustina. Questa morì nel 141 e, sebbene di costumi opinabili, le fece decretare l'apoteosi e innalzare un tempio sulla via Sacra. In memoria di Faustina fondò una istituzione di beneficienza per fanciulle orfane, dette le Faustiniane. Rinnovò l'incarico anche per sei o nove anni ai governatori delle province più capaci, attento peraltro ai reclami giuridici verso gli abusi dei procuratori del fisco nelle province. Antonino pur andando incontro a molte spese lasciò un bilancio statale floridissimo, di oltre due miliardi e mezzo di sesterzi. LE GUERRE Non mancarono le rivolte che lo costrinsero alla guerra, anche perchè l'aristocrazia forzava per l'antico mito dell'egemonia romana. Così la Scizia e la Parzia furono ufficialmente considerate province romane. Historia Augusta (Vita di Antonino Pio, IX) "- Riuscì con una semplice lettera a distogliere il re dei Parti, Vologese III, dall'invadere l'Armenia... - Rifiutò seccamente di restituire al re dei Parti il trono regale che era stato preso come parte del bottino da Traiano, - ridiede il governo del Bosforo a Remetalce, Re del Bosforo Cimmerio, risolvendo le pendenze che questi aveva con Eupatore, - mandò nel Ponto rinforzi agli Olbiopoliti, che erano in lotta contro i Taurosciti, - e sconfisse questi ultimi costringendoli anche a dare ostaggi." (Vita di Antonino Pio, IX): "- Antonino ricevette a Roma la visita di Farasmane, re degli Iberi, che si mostrò verso di lui più deferente di quanto non fosse stato verso Adriano. - Nominò Pacoro re dei Lazi, popolazione stanziata sulla riva sud-orientale del Mar Nero, - e bastò la sua autorità per richiamare il re Abgaro dall'Oriente. - Fu anche arbitro nelle contese tra i vari sovrani. - Il suo prestigio presso i popoli stranieri, insomma, fu senza precedenti, in virtù soprattutto del fatto che amò sempre la pace, tanto da ripetere spesso il detto di Scipione che dice: «Preferisco salvare un solo cittadino che uccidere mille nemici»". Le rivolte si ebbero in Acaja, Egitto e sul suolo ebraico, e combattè contro Germani, Alani, Baci, Mauntam e Britanni. Questi ultimi furono i più pericolosi, soprattutto per i Briganti, gli adoratori della Dea Brigantia, e i Caledoni (odierni scozzesi) che minacciavano il Vallo di Adriano. Il legato Quinto Lollio Urbino li sconfisse e li ricacciò più a nord costruendo un vallo provvisorio oltre il Vallo di Adriano. Stranamente ancor oggi la Scozia adotta il Diritto Romano, mentre se ne discosta di più l'Inghilterra, per quanto la conquista romana abbia pesato più su quest'ultima e poco sulla Scozia. Fu come il "Benefattore dell'umanità", "Il piu' santo di tutti i tempi", "Il piu' grande e visibile degli Dei", "Il più caro agli Dei". Per trecento anni, quando si procedeva all'investitura di un nuovo imperatore si terminava con l'augurio "Che tu possa essere come Antonino il Pio". LA MORTE Antonino Pio si spense a Lorium, dov'era nato, nel 161, a settantaquattro anni, dopo tre giorni di febbre. Il giorno della sua morte, chiamò gli amici e i prefetti delle coorti pretorie, cui raccomandò Marco Aurelio, nella cui stanza fece portare la statua d'oro della Fortuna. Sembra che l'ultima parola a Marco Aurelio sia stata "Aequanimitas", un'invito ad essere equanime, cioè giusto, poi si volse nel letto dall'altra parte come per dormire e morì tranquillamente. Venne ritenuto uno dei "Cinque buoni Imperatori" del II secolo, insieme a Traiano, Adriano e Marco Aurelio. Il Tempio di Antonino Pio a Roma Identificato grazie all'iscrizione sull'architrave, dedicato nel 141 d.c. a Faustina senior, sua moglie, morta e divinizzata in quell'anno e, successivamente, all'imperatore dopo la sua morte. Il tempio è su un alto podio in blocchi di peperino, preceduto da una scalinata, ricostruita in mattoni da un restauro moderno. Al centro della scalinata era un altare per i riti alla presenza del popolo. La fronte dell'edificio mostra sei colonne di marmo cipollino alte 17 metri con capitelli corinzi in marmo bianco. La cella interna unica è in blocchi di peperino, rivestito all'epoca di lastre di marmo, come appare dalle tracce di grappe sulla parete. Le scanalature oblique nella parte alta delle colonne, sono la traccia di un fallito tentativo di far crollare il tutto mediante tiro con corde o con catene, per il riutilizzo dei materiali. A partire dal VII secolo l'edificio venne riconvertito in chiesa cristiana dedicata a S.Lorenzo detto in Miranda, evitandogli la distruzione. Buona lettura.
    2 punti
  8. Il collezionismo riflette gusti e idiosincrasie molto personali, inutile accapigliarsi su quale sia il modo giusto di collezionare, ciascuno deve trovare il suo... sicuramente la ricerca della massima conservazione possibile appaga il lato estetico che pure ha il suo peso nelle motivazioni collezionistiche, ci sono comunque tante tipologie di monete per cui le massime conservazioni possibili sono attorno al bb, sicuramente non confrontabili con altre tipologie monetarie più moderne, penso alle monete bizantine di bronzo siciliane o alle monete di zecca siciliana e napoletana del seicento, praticamente tutte tosate, molte ribattute o con debolezze di conio, già trovarne una più o meno tonda è un piccolo miracolo ? Si dà il caso che a me interessino assai le monete di quei periodi storici summenzionati, ergo il lato estetico in tale occasione non può essere predominante, tuttavia anche a me piacciono le belle monete in alta conservazione, non faccio fatica ad ammetterlo, ma non avendo grosse disponibilità ho trovato un mio modo, abbinare la passione per le monete a quella dei libri comprando tutti i testi più belli e importanti anche su monetazioni che sicuramente non saranno mai oggetto di acquisto e perdermi nella contemplazione dei dettagli di ogni moneta attraverso le foto. Ultimamente inoltre il mio senso estetico sta provando appagamento nello studio delle medaglie, le monete pontificie di massimo modulo, scudi e piastre, sono meravigliose, soprattutto se ben conservate, ebbene anche le medaglie papali sono uno spettacolo e a parità di conservazione costano davvero poco... ecco un modo per arraffare oggetti belli e in alta conservazione a prezzi abbordabili... Riguardo le riproduzioni, io non mi scandalizzo all'idea di una collezione in tal senso, avviene già in tanti altri campi del collezionismo, ad esempio nelle armi antiche, si vendono e collezionano ottime repliche di armi da fuoco e da taglio d'epoca, così come avviene per il mobilio o per la ceramica greca, avere la riproduzione di una colt del 1875, di una spada vichinga, di un cratere di Corinto, se fatte bene, non è proprio malaccio... riguardo le monete in particolare c'è la Fondazione Antica Zecca di Lucca che ha creato alcune riproduzioni a mio avviso suggestive delle prime monete incuse della Magna Grecia, devo dire che quando le guardo mi stuzzicano non poco ?
    2 punti
  9. Tarì all'apparenza perfetti, se osservati attentamente nei rilievi più alti presentano usura. Ti posto ad esempio alcuni dritti dei miei. Dal più evidente al meno evidente.
    2 punti
  10. Visto che si parla della Basilica di San Pietro posto un due fiorini del 1626 anno in cui questa Basilica venne consacrata il 18 novembre.. Un poco debole di conio sul busto, ma data ben visibile..
    2 punti
  11. I would add that in 1980 there was an annual inflation of 20% and all prices increased accordingly. Look at this chart of ice creams from 1981, prices are adjusted to 50 lire. Look this front page of newspaper; in 1981 it cost 400 lire
    2 punti
  12. Ecco l'ultimo ingresso tra i marenghi di Carlo Alberto. Data comune secondo i cataloghi, ma bellina non lo è affatto (e infatti ci ho messo un bel pò per trovarla) Le foto rendono abbastanza i rilievi ancora alti, non rendono molto la lucentezza dei fondi Adesso siamo a -1 !!! Mi manca una data tra le più comuni, ma anche qui trovarla bella senza spendere tanto non è affar facile
    1 punto
  13. Mannaggia questa però ha il contorno rigato ! ?
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  14. Buonasera a tutti, contribuisco anche io, posto ultimo arrivo in collezione, Piastra Ferdinando II millesimo 1857 taglio inciso al rovescio. Saluti Alberto
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  15. Bravo! Ispirato anche domenica! apollonia
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  16. Hai fatto bene a segnalarlo, se ne parla da tempo di questa personale di questa artista nel campo della medaglistica molto conosciuta, diamogli il giusto risalto che merita, mi sembrava strano che non se ne parlasse, ma c’e’ anche un altro spunto culturale per quel che ne so ...
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  17. Buongiorno a tutti, oggi facendo un giro al mercatino di Milano ho trovato delle monete interessanti, soprattutto australiane tutte a €0.50: 1) 1 dollaro 1984 Australia
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  18. Sarà fatto, grazie! (passano dalla scatola di Citrosodina dove le teneva mio suocero a un raccoglitore apposito). ?
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  19. io ho visitato il monetiere di Siracusa oltre un decennio fa... me lo ricordo come ieri, è incantevole, non so quante ore sono rimasto dentro, tanto che mi hanno richiamato per la chiusura! Vale un viaggio, oltretutto con il fatto che si trova nel cuore di Ortigia, città imperdibile, compresi i dintorni così ricchi di luoghi unici: l'Orecchio di Dioniso, le Latomie, il castello Maniace ecc. e anche l'incredibile Castello Eurialo; per mia fortuna, all'epoca ho lavorato alcuni mesi nella città e ho approfittato per perlustrare tutto il possibile.
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  20. Foto di Di Rauso sui mercatini di Riccione
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  21. Lavoro immane! Sicuramente non potrà essere portato a compimento da un singolo o da un piccolo gruppo. Se servissero volontari, fate sapere.
    1 punto
  22. Gent.mo refero1980, Probabilmente non hai letto bene i miei e gli altri post della discussione. Ho scritto: "Contesto chi compera SOLO FDC e soprattutto se lo fa per investimento, senza essere appassionato. Questo ha creato un mercato parallelo di "investitori" che naturalmente ha influito negativamente sul collezionismo." La favola di Esopo "La Volpe e l'uva" l'ha già postata Cinna74 ed ho già risposto. Gli slab non mi piacciono perchè mi ricordano le figurine incapsulate dei Pokemon e non puoi avere nessun contatto con la moneta ( non mi piacciono neanche le monete sigillate con garanzia nelle bustine di plastica ). Sui riconi sono contrario, preferisco il "buco" in collezione, magari con una foto della moneta. Nella mia collezione, nelle caselle vuote, ho inserito un cartellino con foto con sopra scritto "MANCA". Spero di aver chiarito le mie "personalissime" opinioni. Saluti
    1 punto
  23. Poi Padova Verona Aquileia ... Arka Diligite iustitiam
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  24. Buongiorno, apprendo da Wiki che nel 1933 il PNF entra a pieno regime direttivo nell'Opera. La politica del partito prevede diverse modifiche di visione di quello che era l'ONMI precedentemente e tra le varie, viene istituita la ''Giornata della Madre e del Fanciullo'', fissata (ideologicamente) il giorno 24 Dicembre. La figura della madre fascista in questo modo, voleva assumere una sorta di concezione di castità. Per questa ragione, sono portato a pensare che questa madonnina sia stata creata per essere distribuita dal Partito per commemorare l'istituzione della giornata. Davide.
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  25. Stamattina mercatino. 5 Forint a 1 euro....non so se solo a me ma rovistare in cerca di monete nelle ciotole mi da un piacere immenso!!
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  26. Attenzione pero’ c’era un inventario. Obbligatorio quando lo Stato prende/ riceve in consegna una collezione. pubblicazione è un conto ( con tanto di descrizione, nota tecnica, dati e foto) l’inventario molto piu’ sintetico e’ altra cosa ma comunque c’ è..
    1 punto
  27. Se avesse mantenuto il possedimento, pensa quanto sarebbero stati contenti gli eredi !!!! Complimenti al bellissimo 2 Fiorini 1626 di savoiardo. Io ne ho due in collezione molto brutti con data illeggibile. Ciao
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  28. Mi spiace Adelchi ma non so aggiungere altre info a quanto già detto dal buon numa numa.
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  29. 1 punto
  30. No, diventi un « investitore » quando acquisti solo monete FDC chiuse in slab o solamente periziate da famosi periti. Questo vuol dire che di numismatica ci capisci poco o nulla e hai bisogno delle monete slabbate perché non hai le competenze per capire se sono genuine o no e che lo slab ti serve anche per poterle rivendere in fretta (quindi speculi sulle monete). Io che mi reputo un semplicissimo collezionista, non ho nemmeno una moneta slabbata e le monete che possiedo sono tutte in conservazione mediocre, non mi interessa minimamente investire in numismatica, lo faccio solo per passione. Detto ciò, rispetto anche i cosiddetti « investitori » numismatici, ma non condivido minimamente ciò che fanno, perché così facendo la numismatica autentica andrà a morire, scompariranno tutti i piccoli collezionisti (come me e siamo in tanti) a causa di un aumento esponenziale dei prezzi e sul mercato rimarranno soltanto quattro rottami di monete a prezzi abbordabili.
    1 punto
  31. Scusa ma te dove le conservi le monete? Io le nascondo, ho paura dei ladri. Questo discorso non mi è chiaro. Fra l'altro la maggior parte delle monete di proprietà dei musei sono inaccessibili. Sono d'accordo. Si può apprezzare le monete anche in conservazione non eccelsa. Sono però anche convinto che, messe accanto ad un FDC, sarebbero eclissate. Tutti dovranno accontentarsi. La variabile portafoglio è decisiva. Ma ora alzi la mano chi, a parità di prezzo, lascia uno "stato di zecca" e prende un BB della medesima moneta. Personalmente non posso permettermi FDC, mi accontento di rilievi "fedeli". Potessi però prenderei gli FDC, altroché....a pensarci bene prenderei direttamente il cameo dell'incisore! La moneta è storia anche quando è intonsa. Essere transitata in molte tasche non ne aumenta il valore storico. Al contrario l'essere intonsa ne aumenta il valore artistico. A chi continua con la solfa dell'"FDC non è desiderabile quanto un BB" aggiungendo motivazioni varie dedico questa favola. Per quanto riguarda la possibilità di introdurre "patacche", ancorché ben fatte, ognuno è "re" in casa sua. Personalmente penso che la differenza fra una patacca e la moneta originale sia paragonabile a quella fra una donna e una bambola gonfiabile. I gusti sono gusti ma io preferirei, in entrambi i casi, una bella foto al surrogato. Buona serata.
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  32. MA ANCHE NO! Come se di falsi ce ne fossero pochi in giro.....facciamone anche degli altri, magari fatti anche particolarmente bene che la numismatica ne ha proprio bisogno...tanto figurati se poi a qualcuno verrebbe mai in mente di spacciarli per buoni dopo averli anticati un po’...con questi acclarati esempi di cristallina onestà che ci sono in giro specialmente tra gli abusivi, non si corre alcun rischio. Che le patacche restino riconoscibili come patacche e se non hai i soldi per la moneta da 10000 euro stai senza, anche per rispetto di chi invece ha fatto sacrifici per averla e se la vede svalutare da una miserabile copia....tanto per fare una analogia: se ti piace una Ferrari ma non te la puoi permettere, è proibito per legge farsela in casa una simile....se la vuoi la compri vera o niente...per le monete dovrebbe essere la stessa cosa...
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  33. Arabia Saudita, 2 qursh del 1379 (1960)
    1 punto
  34. Mi sembrava più che evidente che fosse una esagerazione soprattutto per chi conosce le vicende della collezione Reale come @numa numae altri. Parlare poi di fake news mi sembra proprio fuori luogo Comunque specifico che nella collezione Reale tante monete sono state trafugate e sostituite con patacche o monete di poco valore. E questo è certo. Che non si possa accedere come detto da @aemilianus253è certo. Che ci doveva custodirla (basta cercare su internet come si è svolta la vicenda) era conosciuto e non è stato punito è certo. Poi che possa aver esagerato a dire che metà delle monete mancano è vero come è vero il mio sdegno (e non solo mio) per come sono state e per come sono custodite le NOSTRE monete.
    1 punto
  35. Questa invece E' numismatica. Perché quei falsi hanno svolto, sia pure in maniera fraudolenta, una funzione monetaria, e a mio parere non si può prescindere, anche, dalla loro conoscenza. petronius
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  36. Buonasera a tutti, @savoiardo, @giuseppe ballauri, veramente bei ritratti, ma soprattutto bella donna la Contessa, ho spulciato un po' tra le mie monete, ma di monete con ritratto femminile ne ho ben poche ma soprattutto recenti, mi sposto un pochino indietro nel tempo, solo che non ho una data ben precisa, per l'occasione usiamo un lasso temporale che va dal 1516 al 1519 se non sbaglio. La moneta, piuttosto malconcia e credo ammalata, è un Sestino di Giovanna di Castiglia (detta la Pazza) e di suo figlio Carlo. La moneta è collezione Litra68, le notizie storiche e avvenimenti sono come al solito fonte Web. Poi piano piano cercherò di andare ancora più a ritroso nel tempo. Buona lettura. Saluti Alberto Dalla morte del marito, 1506, e fino al 1520 Giovanna venne confinata, per ordine del padre, nel castello di Tordesillas, completamente isolata dal mondo esterno, e vi rimase anche quando - morto il padre Ferdinando, 23 gennaio 1516 a Madrigalejo - la Spagna, ormai unita, passò al figlio Carlo di Gand, poi meglio conosciuto, una volta divenuto imperatore, con il nome di Carlo V. Il 4 novembre 1517 Carlo si recò in visita alla madre che non vedeva da dieci anni, essendo stato allevato nelle Fiandre dalla zia Margherita. Di lei non ricordava le sembianze e aveva solo sentito descrivere la sua follia. L'incontro, peraltro, era dettato dalla necessità di ottenere la legittimazione all'assunzione del potere, ma la situazione per Giovanna non cambiò. Carlo V Carlo temeva le idee poco convenzionali della madre, specie per quanto riguarda la religione: un governo della madre avrebbe avuto effetti dirompenti su quegli interessi del clero e della nobiltà che si erano consolidati negli anni della reggenza di Ferdinando; avrebbe altresì escluso dalla gestione della corona lui e l'entourage fiammingo di cui era circondato e che si stava arricchendo enormemente alle sue spalle; un'incapacità mentale di Giovanna faceva comodo a molti e ovviamente gli interessati ne erano consapevoli. Carlo continuò la politica del nonno lasciando la madre nella stessa condizione in cui l'aveva trovata: prigioniera nel palazzo di Tordesillas. «Egli sacrificò risolutamente la madre alla sua missione, come Filippo aveva sacrificato la moglie alla sua avarizia, come Ferdinando aveva immolato la figlia ai suoi piani politici.» Carlo pose a custodia di Giovanna il marchese di Dénia, don Bernardino de Sandoval y Royas, che si dimostrò un feroce aguzzino non migliore del suo predecessore Luis Ferrer, che, peraltro, dichiarava di non avere mai sottoposto la regina alla tortura della cuerda[10] se non per ordine del padre Ferdinando.[11] La prigionia a Tordesillas di Giovanna, regina di Castiglia, fu estremamente dura, per quanto coerente con i tempi, e resa ancora più dura sia dal rigoroso isolamento a cui fu sottoposta sia dai tentativi di costringerla a pratiche religiose, come la confessione, che ostinatamente rifiutava. Il marchese di Denia manifestò uno zelo esemplare nella sua funzione di carceriere-aguzzino, come dimostra la corrispondenza intrattenuta con Carlo, nella quale a volte gli ricordava che prima dei sentimenti filiali dovevano venire gli interessi politici: a volte suggeriva di applicare alla regina la tortura perché questa sarebbe stata utile alla sua salvezza e certamente avrebbe reso un servizio a Dio e spesso gli ricordava che egli agiva nel suo esclusivo interesse. Il marchese allontanava quei frati che, messi vicino alla regina nel tentativo di convertirla, ne divenivano, invece, amici e difensori, come accadde per il futuro santo Giovanni d'Avila. Di tutto veniva sempre informato il figlio Carlo, che temeva una Giovanna libera e attiva, che potesse infiammare il serpeggiante sentimento popolare antifiammingo, mettendo in pericolo il suo potere. Fiandra e profonda pianura padana, Gand e Mantova, città d’acqua entrambe nel 1500 diedero i natali a Carlo, figlio di Filippo e di Giovanna la Pazza e a Federico, primo maschio di Francesco II Gonzaga e Isabella d’Este. Tra il 24 e il 25 febbraio nasce Carlo, a Gand. Il padre morirà presto e nel 1516 a soli sedici anni Carlo diventerà re e in seguito, grazie a una serie di improbabili coincidenze, riunirà nella sua persona un impero che non ne vedrà altri uguali. Federico ha un’infanzia diversa, erede del marchesato lascia Mantova come ostaggio del papa Giulio II della Rovere e trascorrerà gli anni più formativi a Roma nel periodo in cui vi lavorano sia Raffaello che Michelangelo. Nel 1519 diventa Marchese di Mantova e comincerà la sua scalata al titolo di duca. Nel 1519 Carlo diventa Carlo V l’imperatore del Sacro Romano Impero sbaragliando gli altri due candidati: Francesco I di Francia che diventerà suo acerrimo nemico e Enrico VIII d’Inghilterra. Entrambi campioni della chiesa cattolica: Carlo fronteggia la riforma luterana e combatte i principi che la sostengono. Durante il suo impero è stampato il primo indice dei libri proibiti. Federico sarà Capitano generale della Santa Romana Chiesa. Entrambi campioni della Chiesa cattolica ma: Carlo V darà il via al sacco di Roma nel 1527, la giusta punizione per un papa disubbidiente e Federico aiuterà i Lanzichenecchi ad attraversare il Po (suo fratello Ferrante comanderà le truppe imperiali nell’assalto alla città eterna). Non ci si deve stupire di questa doppiezza in un periodo storico in cui era vero tutto e il contrario di tutto ma soprattutto quello che rispettava i canoni della Chiesa e dell’Impero: i deboli principi italiani sono costretti a quella politica di continuo cambiamento delle alleanze per potersi presentare dalla parte giusta, quella del vincitore, quando sarà chiaro di chi sarà la vittoria. Ma il vero legame tra i due personaggi ha come baricentro Mantova e soprattutto Palazzo te. 1516, l'anno prima di Claudio Geymonat 08 aprile 2016 Cosa accadeva nel mondo poco prima dell’irrompere della Riforma protestante Prima del 1517 c'è stato il 1516, avrebbe potuto dire senza timor di smentita monsieur Lapalisse. Cosa accadde nell'anno che precede la decisione di Lutero di affiggere le 95 tesi e di dare in questo modo un nuovo corso a parte degli eventi storici? Le cause profonde della Riforma sono antiche e il movimento riformatore pare essere il frutto di una evoluzione lenta ma ineluttabile. Il 1516 rappresenta la messa in atto degli elementi che precedono immediatamente lo choc causato dal 2017. Umanisti, teologi, politici, tutti i protagonisti dell'epoca sono presenti in scena. Iniziamo dalle lettere: Erasmo da Rotterdam sostiene che le Scritture possono essere lette e comprese dal popolo, a patto che questo possa utilizzare traduzioni in lingue a lui note. Pubblica il primo marzo 1516 a Basilea il “Novum Instrumentum”, dedicato a papa Leone X. Propone un Nuovo Testamento sempre in greco e latino, ma sulla base di manoscritti disponibili in greco appena scoperti con la fine dell’impero bizantino; la versione di san Girolamo, la Vulgata, viene dunque lasciata da parte per la prima volta. Le idee contenute nei commenti, nelle note, sono rivoluzionarie: si parla di auspici perché le donne possano leggere il Vangelo, e perché gli operai, le tessitrici, possano cantarlo durante le ore di lavoro. Il battesimo, i sacramenti, appartengono a tutti i cristiani, e allora perché il dogma, la Parola, è nota solo a teologi e monaci? Il testo di Erasmo segna un punto di svolta e verrà ristampato più di 200 volte prima della fine del secolo. Lo stesso anno, sempre il 1516, vede il Concilio Lateranense V stabilire tramite la bolla Inter Sollicitudines che qualsivoglia pubblicazione debba essere sottomessa all'approvazione preventiva delle autorità ecclesiastiche. Non sono poche le figure nell’ambito della chiesa cattolica ad auspicare un rinnovamento al proprio interno: fra queste Ulrich Zwingli, prete a Zurigo che rende note sempre nel 1516 le proprie opinioni portanti. Lutero dal canto suo ha già ampiamente iniziato le proprie riflessioni. Al momento ricopre ancora il ruolo di professore di sacre scritture all'università di Wittenberg e di monaco agostiniano al convento di Erfurt e pubblica un commentario sull'epistola ai romani di san Paolo, documento prezioso perché consente di conoscere il suo pensiero alla vigilia degli avvenimenti del 1517 :« l’unica disposizione nei confronti della grazia è l’eterna elezione e predestinazione di Dio». L'anno 1516 da un punto di vista politico vede la pubblicazione del Principe di Niccolò Machiavelli: la realpolitik entra nel linguaggio corrente; nel mentre papa Leone X, un Medici, dona il ducato di Urbino a suo nipote, detronizzando il titolare, a sua volta nipote di un pontefice precedente, l’ineffabile Giulio II. Il papato da tempo subisce le critiche per questa continua commistione fra potere temporale e spirituale. Intanto Carlo di Gand, principe d'Asburgo, diventa re di Spagna col nome di Carlo I. Diventerà più noto come Carlo V, una volta nominato imperatore del Sacro romano impero, e con questa carica dovrà gestire gli albori della Riforma in Germania. A Venezia il 29 marzo compare per la prima volta il termine ghetto per definire l’area in cui sono obbligati a risiedere gli ebrei, a seguito di un decreto del doge Leonardo Loredan: l’inizio di un apartheid che avrà il suo culmine con Auschwitz. In Inghilterra? Tutto va bene, Enrico VIII regna in armonia con la sua sposa Caterina d'Aragona. Unica inquietudine, la regina mette al mondo figli che muoiono tutti in tenerissima età, tranne una bimba che sembra dimostrarsi più tenace: sarà la futura Maria Tudor, Bloody Mary o Maria la cattolica. In Francia il giovane re Francesco I entra nel secondo anno del suo regno, sigla il 18 agosto con il papa il concordato di Bologna, che regolerà i rapporti fra chiesa cattolica e stato francese fino al 1790, anno della sua abrogazione per mano dell'assemblea costituente figlia della rivoluzione. Testo di estrema importanza che rinforza il potere del re donando a lui il diritto di nomina di quasi tutte le cariche ecclesiastiche. In pratica è il sovrano a controllare la chiesa in Francia: se ne servirà per ricompensare le grandi famiglie cui dispensa cariche utili per raccogliere i profitti dei raccolti dei poveri contadini. Un bimbo di 7 anni cresce tranquillamente a Noyon, in Picardia. Si chiama Giovanni Calvino. Un altro nasce, il 2 di febbraio, non lontano da Bergamo: di nome fa Girolamo Zanchi e contribuirà in maniera decisiva alla diffusione del nascente protestantesimo luterano e calvinista anche nei nostri confini. Del 26 novembre è il trattato di Friburgo fra Francia e Svizzera: la Lombardia diventa francese e gli elvetici rinunciano ai progetti di espansione in pianura padana, tracciando il confine fra Como e Varese valido ancora oggi. Tommaso Moro pubblica “L’utopia”, sogno di una società pacifica dove è la cultura a regolare la vita degli uomini: l’umanesimo tocca il suo culmine. Vediamo quindi che nel 1516 erano presenti tutti quegli elementi che saranno costitutivi dei stravolgimenti che da lì a poco sarebbero esplosi: dalla crisi del papato alle spallate dei massimi teologi e pensatori dell’epoca. Il 31 ottobre 1517 non è quindi un fulmine a ciel sereno, ma il frutto di un percorso lungo, che intreccia religione e storia, rivolte sociali e grandi imperi, fughe in avanti e volontà di mantenere lo status quo. I tempi erano maturi per un rivolgimento.
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  37. Taglio: 2 € Nazione: Italia Anno: 2019 Tiratura:? Condizioni: SPL Città: Pontinia (LT) Note : news
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  38. Ciao Si tratta di un 5 New Dollars Taiwan del 1971 I dati ponderali dovrebbero essere questi: grammi 9,5, diametro 29 mm Saluti
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  39. È un peccato se abbandoni, ti ritengo un utente preparato e serio e non un fessacchiotto qualsiasi... Non te la prendere per questi attacchi (è capitato a tutti noi di sbagliare) e non abbandonare il forum per queste cose, faresti solo il gioco dei tuoi detrattori.
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  40. Mamma mia, quanti problemi per un punto, sia pure interrogativo Gli organizzatori del convegno non hanno creato un thread per comunicarlo? Che io ricordi non lo hanno mai fatto, le discussioni sono sempre state iniziate da semplici utenti, a volte prima, altre dopo, può dipendere da tanti fattori, non abbiamo scadenze fisse da rispettare, ma di Riccione si è sempre parlato. Il forum non è più attrattivo e importante come una volta? Senza nulla togliere all'impegno degli organizzatori, forse è il convegno di Riccione a non essere più attrattivo e importante come una volta. Sarà che io ricordo i convegni degli anni '90, che erano addirittura due, a fine agosto per la filatelia, la prima settimana di settembre per la numismatica, e io partecipavo sempre a entrambi. E venivano presentati i nuovi cataloghi, e c'era fermento, e voglia di ricominciare dopo la pausa estiva. Un vero e proprio "capodanno della numismatica" (e della filatelia), come era chiamato. Adesso, e ormai da diversi anni, quell'atmosfera non riesco più a ritrovarla, forse è colpa mia che sto invecchiando, e incomincio a provare nostalgia per "i bei tempi andati", che magari poi così belli non erano, ma questo è quello che provo oggi. @andrearosi se ancora ritieni che sia giusto ripristinare il punto interrogativo, non hai che da confermarmelo, e provvedo. petronius
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  41. Questa bella discussione di @eliodoro mi ha fatto riflettere sul futuro della mia Collezione. Prima o poi dovrò separarmene e vorrei che chi possedesse le mie monete avesse anche il mio cartellino personalizzato, con i riferimenti sulla provenienza ( quando è possibile) dei vari passaggi di vendita e il prezzo d'acquisto. Sarà un lavoro lungo e complicato.... Sia per il numero di pezzi..... Sia per come dovrò impostare i cartellini. Ho già una mezza idea di come realizzarli, Vi terrò aggiornati... Saluti a tutti, Rocco
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  42. Per i miei cartellini, ho fatto un timbretto personalizzato, quando cederò qualcosa, aggiungerò il cartellino
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  43. Taglio: 10 cent Nazione: Italia Anno: 2019 Tiratura: ? Condizioni: qFDC Città: Siena
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  44. Stesso discorso per il Carlino FIDEI/DEFEN/SOR Monetazione Filippo III PR 17 - DAP 47 riportata come IAF/C, ma anche n questo caso la sigla è G (Nel Corpus che poi dovrebbe essere la nr.421 e non 420 la sigla è G). Il MIR a pag.133 classifica al nr. 210 questa moneta correttamente attribuendogli la sigla giusta "G" l'autore avendo la foto a disposizione (che poi è la stessa di quella riportata nel nostro catalogo) http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/24 ha avuto modo di appurare che la sigla fosse "G" e non "C" In questo caso ritengo che anche la DAP 48 e la PR17a (allego pag. del PR) dovrebbe essere IAF/G infatti cambiando solo la predisposizione delle sigle dovrebbe essere comunque una G (ma qui non si ha la foto). Ricordo che IAF/C non esiste.
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  45. Nell'intervento precedente ho sottolineato semprechè esistente dato che gli autori del DAP per questa tipologia con il "fiore" fanno spesso riferimento a questo studio/articolo di Francesco: http://www.ilportaledelsud.org/tari_filippoIII.htm Avevo già letto questo articolo, ma oggi gli ho dato una riguardata accurata, a me non sembra che Francesco indichi l'esistenza di questo Tarì (DAP 28 - sigla IAF/C tipologia con il fiore anzichè cartoccio) Rif. Cagiati manca; CNI manca; PR manca > Collezione Privata Nello studio espone e ci fa conoscere delle differenze presenti al rovescio di questi Tarì "busto a sx e a dx" del Sovrano, differenze date dalla presenza (sullo stemma a forma di cuore) di una decorazione simile ad un mascherone a volte decorazione composta da foglie di palma (fiore). Quando passa alla trattazione del Tarì classificato al nr. 10a del PR (sigla IAF/G) ci segnala che è un raro esemplare recante sullo stemma la decorazione a cartoccio (mascherone) a differenza del PR 10 recante quest'ultimo le foglie di palma (o fiore) ma non menzione l'esistenza di alcun tipo con sigla IAF/G recante le foglie di palme (o fiore). Dato che la moneta viene indicata come mancante in tutte le opere che ho citato......e reca come riferimento la Collezione Privata......bhe.......io più di qualche dubbio l'avrei. P.S. Ultimamente se si nutrono dubbi sulle monete che si vedono............figuriamoci su quelle che non si vedono :guitarist:
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  46. Salve, ritengo quindi che questo Tarì "sigla G" P.R. 10a con il busto a sinistra del Sovrano, sia da attribuire al Maestro di Prova "Francesco Antonio Giuno" così come lo sono i Tari con il busto a destra del Sovrano P.R. 11a - b - c - d - e ;) Anche il Tarì riportato dal DAP al nr. 28 con IAF/C che invece della decorazione a cartoccio (simile al mascherone) viene segnalato come Tarì con il fiore sullo stemma, e semprechè esistente, è un Tarì con la sigla G P.S. Credo che Davide quando arriverà a questa scheda apporterà le opportune modifiche; grazie. http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIII/28 infatti se ci fate caso accanto alla lettera C non viene indicato alcun Maestro di Prova ;)
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