Vai al contenuto

Classifica

  1. petronius arbiter

    petronius arbiter

    CDC


    • Punti

      17

    • Numero contenuti

      13637


  2. Gallienus

    Gallienus

    Utente Storico


    • Punti

      10

    • Numero contenuti

      5145


  3. aemilianus253

    aemilianus253

    Utente Storico


    • Punti

      6

    • Numero contenuti

      4503


  4. Adelchi66

    Adelchi66

    Utente Storico


    • Punti

      5

    • Numero contenuti

      2835


Contenuti più popolari

Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/24/19 in tutte le aree

  1. Questa invece E' numismatica. Perché quei falsi hanno svolto, sia pure in maniera fraudolenta, una funzione monetaria, e a mio parere non si può prescindere, anche, dalla loro conoscenza. petronius
    8 punti
  2. Come sempre quando si tocca l'argomento FDC si scaldano gli animi. Fortunatamente ognuno colleziona ciò che vuole: non è certo un problema per me se uno colleziona solo alte conservazioni, anzi: vuol dire che c'è un concorrente in meno sui pezzi di mio interesse. Dal momento che non acquisto per investimento, non ho necessità di rivendere i miei pezzi e non ho figli, e di conseguenza la mia collezione con tutta probabilità quando passerò a miglior vita sarà lasciata in donazione a qualche ente, posso permettermi il grande privilegio di acquistare senza l'assillo di dover recuperare ciò che spendo. Certo se così non fosse sarei meno sereno, dal momento che è evidente, se si segue con attenzione il mercato, che la tendenza è quella di un radicale sbilanciamento sulle massime conservazioni, almeno per la monetazione contemporanea. Continuo a pensare che ciò sia un peccato, ma d'altra parte questo vuole la massa: un pezzo BB/SPL è "da sostituire con uno migliore", come si legge spesso su forum e social network. Per me invece saranno sempre meglio due monete BB che una FDC: forse non per il portafoglio ma certamente per la gioia dello spirito.
    5 punti
  3. Se la numismatica è, cito dall'Enciclopedia Treccani, "Disciplina che studia la moneta in tutti i suoi aspetti (tecnici, metallografici, metrologici, artistici, epigrafici, legislativi ecc.) e nei suoi rapporti con la cultura, l’arte e l’economia" allora le riproduzioni, che monete non sono, non hanno nulla a che vedere con la numismatica. Ciò non toglie che sia legittimo collezionarle, a patto che lo si faccia con la consapevolezza di quello che si sta facendo, che è semplice collezionismo, e non numismatica. petronius
    5 punti
  4. Come dicevo ieri in un altro thread, dipende da come si intende la moneta. Oggi l'interesse principale per la moneta è a livello artistico - come si vede dal fatto che la maggior parte dei raccoglitori preferisca una moneta comune in alta conservazione piuttosto che una rara in bassa conservazione - per cui mi sembra che i tuo discorso abbia senso. Ovviamente non ne ha per chi nella moneta vede l'oggetto storico (io sono di questa minoranza): non mi interessa la conservazione - e infatti tutti i miei pezzi sono al di sotto dello SPL, spesso e volentieri con fori di sospensione o appiccagnoli - per cui non metterei mai una patacca coniata ieri in collezione.
    4 punti
  5. Buongiorno a tutti, oggi ho visitato il museo archeologico di Randazzo, a parte la " puntualità a richiesta" e qualche errore nei cartelli dei reperti (tipo scambiare un bruciaprofumi pensile bizantino con un "mortaio") devo dire un bel museo, piccolo ma con alcune perle che valgono sicuramente il viaggio. Vorrei far notare che la Sicilia non è solo grandi musei che ti obbligano a lunghe ed saturanti visite, sono ottime anche le piccole realtà che ti permettono di concentrarti su collezioni meno conosciute ma di eguale dignità, anche il paese con il suo medioevo cupo, vulcanico è decisamente peculiare, almeno per chi come me è abituato ad un romanico caldo, fatto di laterizi e arenaria. Ho anche scoperto che il quartiere che ospita il museo è detto "quartiere dei lombardi" accanto a quelli dei greci e degli ebrei, praticamente per me è stata una sorta di " visita parenti".
    3 punti
  6. Costituito per lo più da un listello di legno di tasso alto almeno quanto una persona e da una corda per la tensione, era arma di facile ed economica realizzazione, largamente usata nell'Inghilterra medioevale da cacciatori, bracconieri e da chi rubava ai ricchi per dare ai poveri . Gli eserciti inglesi dell'epoca impiegavano importanti reparti di arcieri così armati e numerosi erano gli arcieri che Edoardo III di Inghilterra il 26-08-1346 schierò su un crinale nella zona di Crecy per fronteggiare l'attacco dell'esercito francese di Filippo VI . Surclassati e decimati i balestrieri Genovesi di parte francese (privi degli scudi di protezione) dal tiro dei lunghi archi inglesi, la cavalleria pesante francese lanciò la sua carica : i cavalieri francesi, in carica in salita e su terreno reso fangoso da precedente pioggia, furono falcidiati dal tiro degli arcieri inglesi e volti in rotta disastrosa per l'esito dell'intera battaglia . Se quel giorno forse non cessò di esistere, come qualcuno ha detto, la cavalleria (come arma da battaglia) certamente può essere emblematica del crepuscolo la morte dell'alleato dei Francesi, Giovanni I re di Boemia : non più giovane, ormai cieco, il re volle cadere in battaglia in armi da cavaliere legato ad altri che lo guidarono nella sua ultima carica . Vale una nota ricordare che 70 anni dopo, il 25-10-1415, nella piana di Azincourt, la cavalleria Francese fu ancora disastrosamente sconfitta dai lunghi archi degli Inglesi .
    3 punti
  7. Diciamo che il collezionista medio dovrebbe fare lo sforzo di elevarsi al disopra della media, e capire che una moneta può essere apprezzata e goduta anche se non sbrilluccica come un FDC. petronius
    3 punti
  8. Che non facciano vedere le monete e’ una faccenda e sono d’accordo che dovrebbero permetterne la visione se motivata seriamente e con gli opportuni Accorgimenti. Ma sostenere che meta’ delle monete non ci sono o sono sostituite e’ una balla bella e buona. ho avuto occasione di collaborare con l’MNR e posso assicurare che non è cosi. Inoltre basterebbe visitare il caveau del museo per riscontrare la presenza di migliaia di monete della Gnecchi e della Reale , perfettamente esposte , visionabilissime ef autenticissime. Piantiamola di diffondere fake news.
    3 punti
  9. Grazie, ma è una realtà evidente. Inoltre lo stesso re lo esplicita nel lascito. Quello che mi fa incazzare di più è che, oltre ai furti ai danni di noi tutti, la collezione è/è stata accessibile solo per gli amici degli amici (fra cui devono esserci gli autori dei furti). Prova a fare una richiesta per visionare una o più monete, una tipologia, una zecca, eccetera. Col caxxo che ti fanno visionare (la roba anche tua). Un amico è rimasto scornato recentemente. Gli serviva la visione diretta di una tipologia o al limite di una singola moneta per verificare principalmente il peso (è illustrata nel corpus). Niente, gli hanno risposto che non è possibile. A me in passato risposero lo stesso per alcune monete della Collezione Gnecchi, che invece appartiene allo stato (presumo quindi NON a tutti noi). Conservo ancora da qualche parte la la gentile lettera di diniego, anche se sono stato più volte tentato di farne un utile uso in bagno... All'estero fai una richiesta e ti aprono volentieri i magazzini. So che stiamo andando fuori dal tema della discussione, me ne scuso, ma su questo argomento sono incazzato come una vipera.
    3 punti
  10. Dal mio limitato punto di osservazione, noto esattamente l'opposto di quanto rilevato da @Sirlad . Se le altissime conservazioni si sono rivalutate, e' avvenuto esattamente l'opposto per le conservazioni medie. Inoltre il mercato e' inondato da materiale. Quindi, se la numismatica langue e i piccoli collezionisti stanno scomparendo, forse le cause vanno cercate altrove.
    2 punti
  11. No, diventi un « investitore » quando acquisti solo monete FDC chiuse in slab o solamente periziate da famosi periti. Questo vuol dire che di numismatica ci capisci poco o nulla e hai bisogno delle monete slabbate perché non hai le competenze per capire se sono genuine o no e che lo slab ti serve anche per poterle rivendere in fretta (quindi speculi sulle monete). Io che mi reputo un semplicissimo collezionista, non ho nemmeno una moneta slabbata e le monete che possiedo sono tutte in conservazione mediocre, non mi interessa minimamente investire in numismatica, lo faccio solo per passione. Detto ciò, rispetto anche i cosiddetti « investitori » numismatici, ma non condivido minimamente ciò che fanno, perché così facendo la numismatica autentica andrà a morire, scompariranno tutti i piccoli collezionisti (come me e siamo in tanti) a causa di un aumento esponenziale dei prezzi e sul mercato rimarranno soltanto quattro rottami di monete a prezzi abbordabili.
    2 punti
  12. Scusa ma te dove le conservi le monete? Io le nascondo, ho paura dei ladri. Questo discorso non mi è chiaro. Fra l'altro la maggior parte delle monete di proprietà dei musei sono inaccessibili. Sono d'accordo. Si può apprezzare le monete anche in conservazione non eccelsa. Sono però anche convinto che, messe accanto ad un FDC, sarebbero eclissate. Tutti dovranno accontentarsi. La variabile portafoglio è decisiva. Ma ora alzi la mano chi, a parità di prezzo, lascia uno "stato di zecca" e prende un BB della medesima moneta. Personalmente non posso permettermi FDC, mi accontento di rilievi "fedeli". Potessi però prenderei gli FDC, altroché....a pensarci bene prenderei direttamente il cameo dell'incisore! La moneta è storia anche quando è intonsa. Essere transitata in molte tasche non ne aumenta il valore storico. Al contrario l'essere intonsa ne aumenta il valore artistico. A chi continua con la solfa dell'"FDC non è desiderabile quanto un BB" aggiungendo motivazioni varie dedico questa favola. Per quanto riguarda la possibilità di introdurre "patacche", ancorché ben fatte, ognuno è "re" in casa sua. Personalmente penso che la differenza fra una patacca e la moneta originale sia paragonabile a quella fra una donna e una bambola gonfiabile. I gusti sono gusti ma io preferirei, in entrambi i casi, una bella foto al surrogato. Buona serata.
    2 punti
  13. Forse non mi sono spiegato. Non discuto che l'appassionato abbia facoltà di collezionare monete FDC. Assolutamente ! E' connaturato al collezionismo cercare sempre qualcosa di bello o di più bello di quello che hai. Chiunque, se in collezione ha un BB, trova un FDC al giusto prezzo, lo compera e sostituisce il BB va bene. Contesto chi compera SOLO FDC e soprattutto se lo fa per investimento, senza essere appassionato. Questo ha creato un mercato parallelo di "investitori" che naturalmente ha influito negativamente sul collezionismo. Ad esempio, le Case d'Asta ( in un periodo di crisi che ormai dura da più di 10 anni ) hanno spinto molto su questa possibilità. Ti vendono il L.5 1914 FDC a 10.000 e la stessa moneta SPL che comperavi a 3000 adesso la paghi a 6-7000 ! Non contenti hanno aggiunto un'altra categoria il cosiddetto FDC- ECZ ( eccezionale ) oppure si sono scoperte monete in FDC-FS ( fondo specchio ) dell'800 ( quando hanno pudore vengono descritte come "monete d'ostentazione"), quando si sa che le prime monete in fondo specchio risalgono ai primi anni del '900 ( massimo ultimi anni dell'800) perchè non esisteva le tecnica per creare il Fondo Specchio. Oppure vengono valutate con prezzo maggiorato monete con "patina iridescente" ( e qui stendo un pietoso velo.. ) Diverso è il discorso delle Monete Contemporanee. Se collezioni Monete della Repubblica, certo che se sono FDC è meglio, tanto di solito giacciono in quelle orribili bustine di plastica e non vengono spese al mercato. Ciao
    2 punti
  14. Avevo accennato al famoso TITI LAVS ET GLORIO ed eccolo magicamente ricomparso: Attualmente in asta
    2 punti
  15. Condivido in toto quanto dici @Litra68, aggiungo che è anche una gradevolissima moneta. Un plauso anche a @Rocco68il donare qualcosa è un gesto che fa un gran piacere a chi riceve il dono e attribuisce grande onore a chi lo compie. Complimenti
    2 punti
  16. @simonesrt Sul portale di Numismatica dello Stato vengono pubblicati i fascicoli con il nuovo catalogo corredato di foto della collezione di Vittorio Emanuele III. Così ognuno può controllare con il rispettivo volume del CNI in mano la correttezza della collezione. Arka Diligite iustitiam
    2 punti
  17. Si parte sempre dal presupposto che ognuno è libero di collezionare ciò che vuole, ma personalmente non spenderei neanche 50 cent per una riproduzione, per quanto bene sia fatta. Meglio guardare le monete in foto. E' come se in un museo ci fossero solo riproduzioni di quadri di Monet e Renoir, non avrei la curiosità di andarci neanche fosse gratis, piuttosto mi compro un catalogo sull'impressionismo ben fatto, con delle belle immagini. Penso che il fascino delle monete originali, come di molti altri oggetti da ammirare, studiare o collezionare, stia nel fatto, appunto, che sono originali, cioè coniate a quel tempo, da quella zecca, con una storia realmente vissuta
    2 punti
  18. C'è poi da dire che i falsi d'epoca, così come le loro compagini genuine, hanno circolato e quindi, sebbene in forma fraudolenta, hanno ricoperto il ruolo di moneta.
    2 punti
  19. Bravo, è questa la cosa tragica. Chi ha custodito per conto del popolo italiano, proprietario della collezione (non fu lo stato italiano beneficiario del lascito), non lo ha fatto bene. E non ha avuto nessuna conseguenza.
    2 punti
  20. Buonasera a tutti, @savoiardo, @giuseppe ballauri, veramente bei ritratti, ma soprattutto bella donna la Contessa, ho spulciato un po' tra le mie monete, ma di monete con ritratto femminile ne ho ben poche ma soprattutto recenti, mi sposto un pochino indietro nel tempo, solo che non ho una data ben precisa, per l'occasione usiamo un lasso temporale che va dal 1516 al 1519 se non sbaglio. La moneta, piuttosto malconcia e credo ammalata, è un Sestino di Giovanna di Castiglia (detta la Pazza) e di suo figlio Carlo. La moneta è collezione Litra68, le notizie storiche e avvenimenti sono come al solito fonte Web. Poi piano piano cercherò di andare ancora più a ritroso nel tempo. Buona lettura. Saluti Alberto Dalla morte del marito, 1506, e fino al 1520 Giovanna venne confinata, per ordine del padre, nel castello di Tordesillas, completamente isolata dal mondo esterno, e vi rimase anche quando - morto il padre Ferdinando, 23 gennaio 1516 a Madrigalejo - la Spagna, ormai unita, passò al figlio Carlo di Gand, poi meglio conosciuto, una volta divenuto imperatore, con il nome di Carlo V. Il 4 novembre 1517 Carlo si recò in visita alla madre che non vedeva da dieci anni, essendo stato allevato nelle Fiandre dalla zia Margherita. Di lei non ricordava le sembianze e aveva solo sentito descrivere la sua follia. L'incontro, peraltro, era dettato dalla necessità di ottenere la legittimazione all'assunzione del potere, ma la situazione per Giovanna non cambiò. Carlo V Carlo temeva le idee poco convenzionali della madre, specie per quanto riguarda la religione: un governo della madre avrebbe avuto effetti dirompenti su quegli interessi del clero e della nobiltà che si erano consolidati negli anni della reggenza di Ferdinando; avrebbe altresì escluso dalla gestione della corona lui e l'entourage fiammingo di cui era circondato e che si stava arricchendo enormemente alle sue spalle; un'incapacità mentale di Giovanna faceva comodo a molti e ovviamente gli interessati ne erano consapevoli. Carlo continuò la politica del nonno lasciando la madre nella stessa condizione in cui l'aveva trovata: prigioniera nel palazzo di Tordesillas. «Egli sacrificò risolutamente la madre alla sua missione, come Filippo aveva sacrificato la moglie alla sua avarizia, come Ferdinando aveva immolato la figlia ai suoi piani politici.» Carlo pose a custodia di Giovanna il marchese di Dénia, don Bernardino de Sandoval y Royas, che si dimostrò un feroce aguzzino non migliore del suo predecessore Luis Ferrer, che, peraltro, dichiarava di non avere mai sottoposto la regina alla tortura della cuerda[10] se non per ordine del padre Ferdinando.[11] La prigionia a Tordesillas di Giovanna, regina di Castiglia, fu estremamente dura, per quanto coerente con i tempi, e resa ancora più dura sia dal rigoroso isolamento a cui fu sottoposta sia dai tentativi di costringerla a pratiche religiose, come la confessione, che ostinatamente rifiutava. Il marchese di Denia manifestò uno zelo esemplare nella sua funzione di carceriere-aguzzino, come dimostra la corrispondenza intrattenuta con Carlo, nella quale a volte gli ricordava che prima dei sentimenti filiali dovevano venire gli interessi politici: a volte suggeriva di applicare alla regina la tortura perché questa sarebbe stata utile alla sua salvezza e certamente avrebbe reso un servizio a Dio e spesso gli ricordava che egli agiva nel suo esclusivo interesse. Il marchese allontanava quei frati che, messi vicino alla regina nel tentativo di convertirla, ne divenivano, invece, amici e difensori, come accadde per il futuro santo Giovanni d'Avila. Di tutto veniva sempre informato il figlio Carlo, che temeva una Giovanna libera e attiva, che potesse infiammare il serpeggiante sentimento popolare antifiammingo, mettendo in pericolo il suo potere. Fiandra e profonda pianura padana, Gand e Mantova, città d’acqua entrambe nel 1500 diedero i natali a Carlo, figlio di Filippo e di Giovanna la Pazza e a Federico, primo maschio di Francesco II Gonzaga e Isabella d’Este. Tra il 24 e il 25 febbraio nasce Carlo, a Gand. Il padre morirà presto e nel 1516 a soli sedici anni Carlo diventerà re e in seguito, grazie a una serie di improbabili coincidenze, riunirà nella sua persona un impero che non ne vedrà altri uguali. Federico ha un’infanzia diversa, erede del marchesato lascia Mantova come ostaggio del papa Giulio II della Rovere e trascorrerà gli anni più formativi a Roma nel periodo in cui vi lavorano sia Raffaello che Michelangelo. Nel 1519 diventa Marchese di Mantova e comincerà la sua scalata al titolo di duca. Nel 1519 Carlo diventa Carlo V l’imperatore del Sacro Romano Impero sbaragliando gli altri due candidati: Francesco I di Francia che diventerà suo acerrimo nemico e Enrico VIII d’Inghilterra. Entrambi campioni della chiesa cattolica: Carlo fronteggia la riforma luterana e combatte i principi che la sostengono. Durante il suo impero è stampato il primo indice dei libri proibiti. Federico sarà Capitano generale della Santa Romana Chiesa. Entrambi campioni della Chiesa cattolica ma: Carlo V darà il via al sacco di Roma nel 1527, la giusta punizione per un papa disubbidiente e Federico aiuterà i Lanzichenecchi ad attraversare il Po (suo fratello Ferrante comanderà le truppe imperiali nell’assalto alla città eterna). Non ci si deve stupire di questa doppiezza in un periodo storico in cui era vero tutto e il contrario di tutto ma soprattutto quello che rispettava i canoni della Chiesa e dell’Impero: i deboli principi italiani sono costretti a quella politica di continuo cambiamento delle alleanze per potersi presentare dalla parte giusta, quella del vincitore, quando sarà chiaro di chi sarà la vittoria. Ma il vero legame tra i due personaggi ha come baricentro Mantova e soprattutto Palazzo te. 1516, l'anno prima di Claudio Geymonat 08 aprile 2016 Cosa accadeva nel mondo poco prima dell’irrompere della Riforma protestante Prima del 1517 c'è stato il 1516, avrebbe potuto dire senza timor di smentita monsieur Lapalisse. Cosa accadde nell'anno che precede la decisione di Lutero di affiggere le 95 tesi e di dare in questo modo un nuovo corso a parte degli eventi storici? Le cause profonde della Riforma sono antiche e il movimento riformatore pare essere il frutto di una evoluzione lenta ma ineluttabile. Il 1516 rappresenta la messa in atto degli elementi che precedono immediatamente lo choc causato dal 2017. Umanisti, teologi, politici, tutti i protagonisti dell'epoca sono presenti in scena. Iniziamo dalle lettere: Erasmo da Rotterdam sostiene che le Scritture possono essere lette e comprese dal popolo, a patto che questo possa utilizzare traduzioni in lingue a lui note. Pubblica il primo marzo 1516 a Basilea il “Novum Instrumentum”, dedicato a papa Leone X. Propone un Nuovo Testamento sempre in greco e latino, ma sulla base di manoscritti disponibili in greco appena scoperti con la fine dell’impero bizantino; la versione di san Girolamo, la Vulgata, viene dunque lasciata da parte per la prima volta. Le idee contenute nei commenti, nelle note, sono rivoluzionarie: si parla di auspici perché le donne possano leggere il Vangelo, e perché gli operai, le tessitrici, possano cantarlo durante le ore di lavoro. Il battesimo, i sacramenti, appartengono a tutti i cristiani, e allora perché il dogma, la Parola, è nota solo a teologi e monaci? Il testo di Erasmo segna un punto di svolta e verrà ristampato più di 200 volte prima della fine del secolo. Lo stesso anno, sempre il 1516, vede il Concilio Lateranense V stabilire tramite la bolla Inter Sollicitudines che qualsivoglia pubblicazione debba essere sottomessa all'approvazione preventiva delle autorità ecclesiastiche. Non sono poche le figure nell’ambito della chiesa cattolica ad auspicare un rinnovamento al proprio interno: fra queste Ulrich Zwingli, prete a Zurigo che rende note sempre nel 1516 le proprie opinioni portanti. Lutero dal canto suo ha già ampiamente iniziato le proprie riflessioni. Al momento ricopre ancora il ruolo di professore di sacre scritture all'università di Wittenberg e di monaco agostiniano al convento di Erfurt e pubblica un commentario sull'epistola ai romani di san Paolo, documento prezioso perché consente di conoscere il suo pensiero alla vigilia degli avvenimenti del 1517 :« l’unica disposizione nei confronti della grazia è l’eterna elezione e predestinazione di Dio». L'anno 1516 da un punto di vista politico vede la pubblicazione del Principe di Niccolò Machiavelli: la realpolitik entra nel linguaggio corrente; nel mentre papa Leone X, un Medici, dona il ducato di Urbino a suo nipote, detronizzando il titolare, a sua volta nipote di un pontefice precedente, l’ineffabile Giulio II. Il papato da tempo subisce le critiche per questa continua commistione fra potere temporale e spirituale. Intanto Carlo di Gand, principe d'Asburgo, diventa re di Spagna col nome di Carlo I. Diventerà più noto come Carlo V, una volta nominato imperatore del Sacro romano impero, e con questa carica dovrà gestire gli albori della Riforma in Germania. A Venezia il 29 marzo compare per la prima volta il termine ghetto per definire l’area in cui sono obbligati a risiedere gli ebrei, a seguito di un decreto del doge Leonardo Loredan: l’inizio di un apartheid che avrà il suo culmine con Auschwitz. In Inghilterra? Tutto va bene, Enrico VIII regna in armonia con la sua sposa Caterina d'Aragona. Unica inquietudine, la regina mette al mondo figli che muoiono tutti in tenerissima età, tranne una bimba che sembra dimostrarsi più tenace: sarà la futura Maria Tudor, Bloody Mary o Maria la cattolica. In Francia il giovane re Francesco I entra nel secondo anno del suo regno, sigla il 18 agosto con il papa il concordato di Bologna, che regolerà i rapporti fra chiesa cattolica e stato francese fino al 1790, anno della sua abrogazione per mano dell'assemblea costituente figlia della rivoluzione. Testo di estrema importanza che rinforza il potere del re donando a lui il diritto di nomina di quasi tutte le cariche ecclesiastiche. In pratica è il sovrano a controllare la chiesa in Francia: se ne servirà per ricompensare le grandi famiglie cui dispensa cariche utili per raccogliere i profitti dei raccolti dei poveri contadini. Un bimbo di 7 anni cresce tranquillamente a Noyon, in Picardia. Si chiama Giovanni Calvino. Un altro nasce, il 2 di febbraio, non lontano da Bergamo: di nome fa Girolamo Zanchi e contribuirà in maniera decisiva alla diffusione del nascente protestantesimo luterano e calvinista anche nei nostri confini. Del 26 novembre è il trattato di Friburgo fra Francia e Svizzera: la Lombardia diventa francese e gli elvetici rinunciano ai progetti di espansione in pianura padana, tracciando il confine fra Como e Varese valido ancora oggi. Tommaso Moro pubblica “L’utopia”, sogno di una società pacifica dove è la cultura a regolare la vita degli uomini: l’umanesimo tocca il suo culmine. Vediamo quindi che nel 1516 erano presenti tutti quegli elementi che saranno costitutivi dei stravolgimenti che da lì a poco sarebbero esplosi: dalla crisi del papato alle spallate dei massimi teologi e pensatori dell’epoca. Il 31 ottobre 1517 non è quindi un fulmine a ciel sereno, ma il frutto di un percorso lungo, che intreccia religione e storia, rivolte sociali e grandi imperi, fughe in avanti e volontà di mantenere lo status quo. I tempi erano maturi per un rivolgimento.
    2 punti
  21. Buongiorno a tutti! Ormai colleziono (e vendo) monete da 15 anni ma non finisco mai di stupirmi e di meravigliarmi quando ne trovo alcune così belle, quasi perfette. Alcune 200 lire fanno parte di queste, di quella cerchia (non molto stretta) di monete meravigliose. Tra repubblica, San marino e Vaticano ce ne sono veramente di splendide e degne di nota. La mia preferita in assoluto é la 200 lire 1978 San marino "La tessitrice". A mio avviso qui c' é tutto... bellezza, eleganza, stile e qualcosa che sa di antico come il mestiere che rappresenta nel facciale, un piccolo (e comune) capolavoro! Le vostre preferite quali sono? Allego foto dalla mia collezione...
    1 punto
  22. Cari Lamonetiani, oggi porto alla Vostra attenzione due 20 centesimi del 1895, il primo è un esemplare originale in buona conservazione, il secondo un falso d'epoca...
    1 punto
  23. E allora beccatevi questa!
    1 punto
  24. Cavolo @El Chupacabra, quando smetterei di propinarci le brutte monete di cui sei in possesso, hai un bel futuro come poeta. Buone ferie e ci vediamo a Verona.
    1 punto
  25. E poi decidi tu come continuare in base al tuo obiettivo. ? Apparte gli scherzi...Con la piccola guida che farò in futuro (sto già facendo qualche bozza) spero di aiutarti a trovare la via migliore per iniziare una collezione di monete dello shogunato Tokugawa.
    1 punto
  26. MA ANCHE NO! Come se di falsi ce ne fossero pochi in giro.....facciamone anche degli altri, magari fatti anche particolarmente bene che la numismatica ne ha proprio bisogno...tanto figurati se poi a qualcuno verrebbe mai in mente di spacciarli per buoni dopo averli anticati un po’...con questi acclarati esempi di cristallina onestà che ci sono in giro specialmente tra gli abusivi, non si corre alcun rischio. Che le patacche restino riconoscibili come patacche e se non hai i soldi per la moneta da 10000 euro stai senza, anche per rispetto di chi invece ha fatto sacrifici per averla e se la vede svalutare da una miserabile copia....tanto per fare una analogia: se ti piace una Ferrari ma non te la puoi permettere, è proibito per legge farsela in casa una simile....se la vuoi la compri vera o niente...per le monete dovrebbe essere la stessa cosa...
    1 punto
  27. Da un punto di vista esclusivamente artistico ed estetico a quel punto avrebbe molto più senso creare una serie di medaglie che riproducano fedelmente e con la massima qualità gli originali magari asportando il nominale per non creare equivoci e magari in dimensioni maggiorate per apprezzare ancora di più certi dettagli. (Vi immaginate un bel medaglione con la 5 lire 1901 o una cinquantenario nel formato da 6/8/10 cm? Sarebbe un gioiellino). Da un punto di vista commerciale se poi fossi la Zecca Italiana mi butterei a capofitto su una serie annuale da 1 oncia rispolverando tutti i conii originali (Tutti gli scudi e 20 lire del Regno + Caravelle normali e controvento + Dante + 1000 lire concordia etc... ). Con una uscita all'anno stai a posto e guadagni per anni... Da un punto di vista squisitamente collezionistico invece quella prospettata sarebbe un' operazione perfettamente senza senso per i motivi già espressi da chi mi ha preceduto: aggiungo poi che tra le regole auree del collezionista una recita più o meno "nessuna collezione sarà mai completa e non esiste grande collezione che non possa desiderare un pezzo presente magari in una piccola collezione". Consci quindi di questa incompletezza intrinseca andiamo avanti nella nostra passione... Saluti Simone
    1 punto
  28. Buonasera a tutti, condivido con piacere il nuovo arrivo di Casa Savoia in collezione Litra68. Un bellissimo 20 Centesimi Regno millesimo 1894 Umberto I è una moneta speciale per me al di là della piacevole sensazione che mi dà osservarla e tenerla in mano, è un graditissimo regalo del mio Amico @Rocco68che pubblicamente ringrazio. Dovremmo prendere esempio e ogni tanto sorprenderci tra di noi, non c'è niente di più bello del donare e condividere e qui sul forum si dona il proprio tempo, si condividono emozioni e saperi. Saluti Alberto
    1 punto
  29. É un ipotesi assurda quella di @Mr.Coin, come già detto la Numismatica è un´altra cosa, altro che storcere solo il naso. L´obbiettivo da perseguire a tutti i costi, non è l´avere la serie completa, ma sapersi anche accontentare di monete comuni, che rappresentano comunque un preciso momento storico. Il fatto di riconiare dei falsi per chiudere i buchi è un´idea alquanto bislacca, non bastano già tutte le patacche che vi sono già in giro? Ne aggiungereste altre nuove? Sicuramente un favore in più a truffatori, ai danni dei soliti sprovveduti. Saluti TIBERIVS
    1 punto
  30. Sulla collezione di riproduzioni ben fatte, invece, io personalmente, ma è solo una mia opinione, non sono d'accordo. Piuttosto volgerei le mie energie su una bella bibliografia attinente quella monetazione in cui, magari, poter ammirare delle belle foto.
    1 punto
  31. Complimenti, monete dal grande fascino, anch'io ne sono attratto da un po' di tempo, vorrei iniziare ma non saprei da dove...
    1 punto
  32. Ad altri invece un buco funge da stimolo e sogno, quindi non solo ricorda la propria misura. Ma, sono sempre stato dell'idea che ognuno se la debba vivere a suo modo.
    1 punto
  33. Ottima lettura caro Litra68. I Pontefici di quei tempi erano più Principi e Condottieri che Pastori di anime. Il potere Temporale regnava molto al di sopra di quello Spirituale. A tal punto che il delirio di onnipotenza dei Papi e della Curia non permise loro di capire che " The Times They are a Changin' " per dirla con Bob Dylan. La goccia che fece traboccare il vaso e diede nuovo impulso alla Riforma fu la costruzione della Basilica di San Pietro una vera voragine per le casse del Papato, ma soprattutto per i poveri Fedeli Immaginatevi un grandioso progetto da realizzare e la necessità di reperire un mucchio di soldi per portarlo avanti. E’ un po’ quello che accadde durante la costruzione della Basilica di San Pietro. La sua realizzazione venne avviata per volere di Giulio II ma i lavori stavano proseguendo a rilento. Sull’edificazione della basilica si stava giocando letteralmente l’onore e la credibilità di tutta la Chiesa. Mentre le palanche a disposizione venivano impegnate nella protezione dall’invasione turca ma anche su altri fronti, c’era la necessità di trovare fondi per il proseguimento dei lavori del San Pietro. Senza soldi non si potevano pagare gli architetti nè gli operai e nemmeno era possibile acquistare marmi pregiati, oro e tutto ciò che serviva sia per la decorazione degli interni che per la realizzazione delle varie strutture. A tutto c’è rimedio però fuorchè alla morte si dice oggi e si diceva allora. Per far entrare nelle casse un buon quantitativo di denari si iniziarono a vendere le nomine dei cardinali. Le famiglie ricche dell’epoca dovevano avere un alto prelato in casa: era quasi una sorta di status simbol imprescindibile per contare nella società. Inoltre il cardinale poteva un giorno divenire papa con tutti i vantaggi e i favoritismi che ne derivavano per la famiglia d’origine. Con questo sistema poco cristiano e parecchio truffaldino si rimpinguarono i fondi papali ma i soldi ancora non bastavano. Si escogitò allora un sistema più redditizio che poteva essere esteso a tutti indistintamente: la vendita delle indulgenze. Appositi incaricati di raccogliere le somme, rilasciavano al peccatore tanto di certificato che garantiva il perdono dei peccati commessi a chi avesse elargito una generosa offerta da destinare alla costruzione di nuove chiese, San Pietro in primis. Nel corso degli anni vennero redatti pure dei tariffari: in pratica più era grande la colpa di cui ci si era macchiati, più era elevato il costo per ottenere l’indulgenza. Non tutti ovviamente erano d’accordo con la mercificazione del perdono divino. Martin Lutero fu uno di quelli che si oppose con decisione a questo assurdo sistema. Leone X non la prese benissimo e lo scomunicò su due piedi. Per ritornare al Tuo Sestino " ammalato ", se vuoi ti posso studiare una terapia adeguata ( senza pretendere naturalmente la parcella ). Per adesso metti la moneta vicino ad una compressa di Tachipirina 500 per almeno 4-5 giorni. Se si riprende OK, se no passiamo agli Antibiotici ? Ciao a Tutti !
    1 punto
  34. Direi : la soluzione del rebus può riferirsi all’inventario di un negozio di abbigliamento. Ismène è lo pseudonimo di un’autrice di rebus appassionata di ciclismo che ricorre a immagini di campioni di questo sport per le sue composizioni, come in questo caso a Cunego. Notare che nella mitologia greca Ismène è l’eroina tebana figlia di Edipo e di Giocasta, quindi sorella di Antigone, che Sofocle ha introdotto come personaggio in tre tragedie. Ciao da apollonia
    1 punto
  35. @miza mi sa che avevi ragione.. quando ti sembrava Unc ?, evidentemente io mi sono fatto condizionare dal giudizio del venditore e dal prezzo
    1 punto
  36. Certo, sin dall'epoca angioina. Ci sono anche documenti pubblicati recentemente ( Appunti di Numismatica Italiana articolo di Antonio Cecere) che attestano l'abbondantissimo numero di monete coniate con l'avvento della Repubblica Napoletana nel 1799, comprese quelle con l'effige di Ferdinando IV
    1 punto
  37. Volevo plaudirti essendo una delle poche persone che vedo esplicitare la coscienza del fatto che stato e popolo non sono sinonimi (anzi...), concetto errato causa il quale molti ragionamenti e pensieri conseguenti inficiano molto la vita degli esseri umani.
    1 punto
  38. Peccato per i graffi. La moneta altrimenti è belloccia. Sul prezzo, immagino sia da un commerciante, può starci anche. Non è un regalo, ma nemmeno uno scandalo. Se ti piace e ti affascina, perché no?
    1 punto
  39. Speriamo sia un lavoro ben fatto. Voglio comunque sottolineare che ai falsi d'epoca, che come dice Rocco sono importanti pezzi di storia, vanno affiancati i pezzi buoni in modo da poterli paragonare e studiare.
    1 punto
  40. Taglio: 2 € Nazione: Italia Anno: 2019 Tiratura:? Condizioni: SPL Città: Pontinia (LT) Note : news
    1 punto
  41. So che è in buone mani. Ciao Sergio @Rocco68, bellissima piastra amico mio. Non mi ero mai accorto di quella appendice che spunta dal 2 anche nella mia piastra. Sei sempre un passo avanti. Di seguito le foto della mia piastra. Saluti Angelo
    1 punto
  42. Siccome non voglio alimentare ulteriormente la polemica, mi limiterò a dire che ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni nel pieno rispetto degli altri. Ciò che trovo intollerabile è quando qualcuno vuole elevare le proprie ipotesi personali a verità universale. È lei che definisce queste caratteristiche delle monete napoletane come “Errori ortografici” dovuti ad un presunto analfabetismo. C’è chi, invece, le reputa come varianti di conio e chi, ancora, le vede come errori nati nella fase di creazione dei nuovi conii e dovuti alla necessità di sostituire in fretta i conii rotti o difettosi. Dove stia la verità nessuno può ancora sancirlo con esattezza. Ciò, ripeto, non vieta di formulare delle ipotesi ma qui nessuno è detentore dell’assoluta verità (per quanto riguarda questo determinato argomento). Buona serata
    1 punto
  43. Certo a una moneta da 5 euro la contromarca collezionistica dà un valore aggiunto, ma a una da 1000 ne toglie di sicuro. Arka Diligite iustitiam
    1 punto
  44. Se provengono da un'asta importante fatta ieri o fatta 100 anni fa provengono in entrambi i casi da un asta importante. Quello che se vogliamo darebbe un peso diverso è se la moneta fosse fotografata su un catalogo d'asta prima del 1909, cosa difficile, così potresti dimostrare la presenza della moneta sul mercato antiquario prima di quella data che equivarrebbe ad un possesso legalmente legittimo della stessa per la legislazione attuale.
    1 punto
  45. Citazione: Su tutte le lucide vette tremava un sospiro di vento; squassavano le cavallette finissimi sistri d'argento. Pascoli - L'assiuolo
    1 punto
  46. Ciao Giuseppe e grazie per essere intervenuto :) Ad averlo stò Tarì.......pensa che la foto è sempre la stessa, cioè quella del DAP, del MIR e dell'Asta Varesi 42 "Civitas Neapolis" e non è presente come foto sul Pannuti Riccio - Alla Civitas Neapolis è risultata invenduta......chissà chi l'avrà :beerchug: io no di sicuro, ma vorrei averla, secondo me è molto Rara. Ciao
    1 punto
  47. Al post di prima nessun commento e nessuna risposta :lazy: ma intendo continuare...........anche perchè sarebbe un vero peccato non farlo .........ecco un'altra riprova. Mi rifaccio vivo in questa mia discussione portando all’attenzione un’altra moneta oggetto di indagine, nella quale mi sono imbattuto nel lungo cammino che conduco sullo studio dei Maestri di Zecca, di Prova e Incisori della monetazione Napoletana. Monetazione di Filippo III, Tarì con il busto a sinistra PR 10a - MIR 205/1 - DAP 26 - Corpus 398; Sigle riportate IAF/C; Disamina della moneta > da un controllo effettuato, in relazione alla verifiche delle sigle riportate sulle monete, ho notato con stupore come questo Tarì riportasse la sigla IAF/C impressa; ho affermato “con stupore”, non per la presenza della sigla IAF di Giovanni Antonio Fasulo, ma per la presenza in concomitanza della sigla C del Maestro di Prova. Ora sappiamo che Giovanni Antonio Fasulo è stato maestro di zecca fino al 6 settembre 1611 (Rif. BCNN An.LII 1967) siglando oltre alle monete di Filippo II (in quanto lo fu fin dal 1594) anche le monete di Filippo III e che durante questo periodo (sotto Filippo III) il Maestro di Prova era Francesco Antonio Giuno (dal 1609 al 1619) sigla G sulle monete. Come e spero vi sarà noto, e per quanto sopra esposto, l’abbinamento Fasulo – Giuno esiste su molte monete di Filippo III, ma uno con Fasulo – e la sigla C non è plausibile (sigla C che è ricondotta a Michele Cavo o a Costantino di Costanzo, che comunque sono presenti in zecca come maestri di Prova, ma in periodi posteriori). Le sorprese non finiscono qui, apro il Corpus e alla nr. 398 trovo il Tarì a cui molti cataloghi fanno riferimento ma la sigla che è riportata non è la lettera C bensì la sigla G di Francesco Antonio Giuno. E’ un refuso o il Pannuti e Riccio, supponiamo hanno di persona effettivamente visionato la moneta riportandola con la sigla C, ma come ho esposto sopra non risulta il maestro di Prova con la sigla C durante il periodo del Fasulo in zecca. Nel MIR (205/1) e nel DAP (26) viene riportata anche la foto di questa moneta, e in quest’ultimo la foto 26 reca il riferimento all’Asta Varesi 42 lotto 253, che a me sembra essere la stessa moneta (foto) presente sul MIR. Dalle stampe delle foto non riuscivo a determinare con esattezza se la sigla fosse una G o una C ma cercando cercando, ecco che ritrovo la foto del Tarì in questione, nell’articolo di Francesco “Due varianti nei tarì napoletani d’argento di Filippo III di Spagna”. Ho dato un’occhiata approfondita a questa moneta e secondo un mio parere non reca la sigla C bensì la lettera sembra essere una G (sigla plausibile che conferma la presenza in quel periodo come maestro di Prova, Francesco Antonio Giuno) e sigla riportata anche dal Corpus. Non me ne voglia Francesco ma posto la foto, secondo Voi è una G oppure una C
    1 punto
  48. Buona sera a tutti, questa volta mi sposto un pò più avanti con la data: Monetazione Carlo VI sigla VM (Virgilio Martinese) moneta Carlino 1730, P.R. 21b (Rif. Collezione Privata) – MIR 328/2 – D’Andrea/Andreani/Perfetto 23 – Cagiati manca - Corpus manca - Coll. Bovi manca. Dall’esame del BCNN Anno XL Gennaio – Dicembre 1955 “Le monete Napoletane di Filippo V e di Carlo VI illustrate da documenti inediti” ho osservato che il Bovi riguardo all’entrata in carica di detto Maestro di Zecca riferisce di un documento dal quale si evince che il Martinese inizia la sua amministrazione il 23 febbraio del 1731. Ecco il documento: A.S.N. Dipendenze della Sommaria, Zecca fascio 14. Bilancio e levamento del conto m.co D. Virgilio Martinese Regente l’officio di Regio Mastro di Zecca di sua amministrazione dalli 23 febbraio a tutto dicembre 1731. Conto simile al precedente dal 1° gennaio e per tutto marzo 1734. Nello stesso Bollettino viene anche riportato quanto segue: Succede al Basile, Geronimo Vespoli (sigla GV) per il periodo 21 luglio 2 ottobre 1730; succede al Vespoli, Mattia di Franco di nuovo (sigla MF) dal 3 ottobre 1730 e per tutto il resto dell’anno; succede al di Franco, Virgilio Martenise (sigla VM) che inizia la sua amministrazione il 23 febbraio 1731 terminandola nel marzo del 1734. Risulta chiaro quindi che la sigla MF del di Franco sia presente sulle monete fino alla fine del 1730 e che solo nel 1731 dovrebbe comparire la sigla VM sulle monete. Per avvalorare la presenza del di Franco in zecca per la seconda volta come Maestro ( periodo 3 ottobre 1730 fine anno 1730) oltre ai già citati Documenti, si può osservare chiaramente la sigla MF (foto della moneta nel P.R.) riportata sulla Mezza Piastra del 1730 (P.R. 4 – MIR 319 – Bovi 21). Quello che non risulta chiaro è come mai il Pannuti/Riccio (anche se fanno vedere la moneta) a differenza del Bovi e del MIR non riportano questo secondo periodo del di Franco in zecca, così come non lo fa nemmeno il Prota nel suo lavoro sui Maestri e Incisori della Zecca Napoletana, passando direttamente dal Vespoli al Martenise. Rilevo che il Carlino datato 1730 a cui fanno riferimento il Pannuti ed il Riccio (21b) viene indicato (appartenente ad una collezione privata), con le sigle VM e sia loro, il De Sopo, che il MIR e D’Andrea/Andreani/Perfetto fanno risalire (giustamente, per la presenza di questa sigla su detto Carlino del 1730) come data dell’entrata in zecca del Martenise l’anno 1730. Moneta, presumo questa, sconosciuta al Bovi e non presente nel Corpus, ma nota al Pannuti ed al Riccio tanto da inserirla nel loro lavoro. Sconosciuta al Bovi (o non presente nella sua collezione) …….. ritengo non sia un dato rilevante, potrebbe anche essere accaduto e presumo che lo sia, che la moneta è stata rinvenuta dopo il lavoro del Bovi, ma il documento (prova effettiva che indica il 23 febbraio 1731, come data dell’ entrata in zecca del Martinense) è un dato altrochè rilevante, …….credo sia inconfutabile, così come lo è questo riportato dal Bovi: A.S.N. Dipendenze della Sommaria, zecca fascio 14. Conto del Sig. Presidente D. Mattia de Franco Regio pro Mastro di Zecca delle monete sua amministrazione dallì 3 ottobre 1730 che prese possesso di dieta carica e per tutto dicembre seguente. P.S. durante l’esame dei precedenti BCNN e altre pubblicazioni/documenti sono già incorso in alcune di queste misteriose contraddizioni, lo so mi è stato detto a ripetizione che a Napoli l’errore era la regola, ma a differenza di almeno quattro casi incontrati, di cui addirittura, in due, il Bovi per una data presente su alcune monete antecedente all’entrata in zecca del Maestro (è il caso di Fabrizio Biblia) ci dice: Per queste monete si può supporre che ad un conio del 1622, usato nel 1623, sia stata impressa la sigla B; Beh…. Per queste monete ci può anche stare, visto il periodo abbastanza turbolento per la zecca partenopea, ricordo che le monete venivano coniate ancora al martello, e gli imbrogli e i tondelli taroccati in zecca erano all’ordine del giorno, ma qui si parla di una moneta di Carlo VI (1730) coniata quando erano entrati in funzione i bilancieri e i controlli in zecca “forse” erano più efficaci. Ma questo Carlino è mai apparso in qualche Asta, qualcuno l’hai mai visto? A Francesco, al quale ne sono passate tantissime per le mani, ha mai avuto modo di notarla ? Per quanto sopra esposto desidererei avere una Vostra opinione, cercando, magari insieme, di fare una qualsiasi ipotesi in merito. Io personalmente nutro molti dubbi, certo è che se appartiene ad una Collezione Privata, così come riportato dal Pannuti e Riccio dovrebbe essere un Unicum e non riportata appena R dal MIR ed R2 dal D’Andrea/Andreani/Perfetto…..o sbaglio. Saranno gradite qualsiasi osservazioni. Grazie, Pietro
    1 punto
Questa classifica è impostata su Roma/GMT+01:00
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.