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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 08/17/19 in tutte le aree

  1. Se l'avesse avuta un'utente del forum molto attivo in questo periodo avrebbe detto che è di sicuro un 1957 R6 e che tutti noi non capiamo nulla di numismatica
    5 punti
  2. Infatti, non esiste. Come detto, è probabilmente un 1952 che la circolazione intensa ha curiosamente trasformato. Mi capita, a volte, di poter "setacciare" in un secchio dove il mio pusher raccoglie gli scarti della Repubblica (ed in un altro secchio il Regno). Anche se le speranze di trovare qualcosa di interessante sono vicinissime allo zero, confesso, comunque, di divertirmi parecchio nella ricerca. Nell'ultimo "scavo", verso la fine, quando anche la più flebile delle illusioni stava mandando gli ultimi barbagli di luce prima di lasciarmi nel buio della tristezza per l'ennesima ricerca a vuoto, ecco saltar fuori questo "rottame". E la cosa stupefacente è, che dal vivo, appare molto più nitido il millesimo che non ha ragion d'essere... In effetti, quando l'ho presentata al gruppo con cui mi ritrovo una volta al mese, vi avevo ricamato su una bella storia citando (del tutto inventate) fonti di emeriti studiosi dicendo che nel 1957 si sarebbero dovuti coniare 10.000.000 di esemplari verso la fine dell'anno di questo 10 Lire, ma che dopo i primi prodotti, il conio s'era rotto e nel frattempo era sorta la "querelle" attorno al 500 Lire in argento ed alle sue bandierine "pro o contro" vento. In conclusione, per i tempi stretti e per il rifacimento del nuovo 500 Lire, si decise di rinunciare all'emissione ed i pochi tondelli coniati vennero mandati alla fusione tranne - e questa era la leggenda metropolitana - si diceva, che un solo esemplare sfuggito alla distruzione, fosse rimasto in tasca a Romagnoli e che, per motivi sconosciuti, fosse poi finito in circolazione. Dopo il primo attimo di stupore (le cose più assurde se raccontate bene e con serietà, fanno breccia...), ci siamo fatti delle belle risate e siamo passati a ben più meritevoli discussioni numismatiche. Naturalmente, la monetina ora è conservata fra le "curiosità" della mia collezione a monito imperituro che, non solo la mano dell'uomo, ma anche la natura può creare delle "rarità" che solo un'attento studio dei documenti può inficiare.
    3 punti
  3. Salve @Tharsu52 Si tratta di un bronzo emesso in Siria da Seleuco III Cerauno (226-223 a.C.). Al D/ busto di Artemide a destra con faretra sulla spalla. Al R/ Apollo nudo assiso a sinistra sull'omphalos regge un arco con la mano destra. Ai lati, la legenda in greco: BAΣIΛEΩΣ ΣEΛEYKOY. All'esergo possono comparire vari monogrammi, ma nel tuo caso non è visibile perché fuori tondello, dunque non si può essere più precisi nella classificazione. Per quanto riguarda la valutazione, il tuo esemplare non è messo benissimo: io direi che siamo al massimo tra i 20 ed i 25 euro.
    3 punti
  4. Ringrazio @Rocco68 per lo stupendo esemplare di 5 lire di Murat! Una moneta artisticamente favolosa sia per la bellezza del volto di Gioacchino che per l’elaboratezza del rovescio. Il 1813 fu sicuramente un anno cruciale per le sorti dell’Europa, un anno nel quale vennero vanificate tutte le grandi conquiste della Grande Armée. Le perdite subite in Russia furono tali da rendere l'esercito francese incapace di gestire una guerra combattuta su molteplici fronti e da forze numericamente superiori. Il principale teatro che vide scontrarsi le forze napoleoniche con quelle della sesta coalizione (la settima venne istituita nel 1815, all’indomani della fuga di Napoleone dall’isola d’Elba) fu senza dubbio la Germania. Qui furono combattute battaglie campali estremamente sanguinose: la battaglia di Lipsia (già citata da @Litra68), quella di Dresda (uno dei più grandi successi ottenuti nella carriera di Napoleone) e quelle di Lützen, Bautzen e Hanau (tutte vinte dai francesi). Nonostante, alla fine, i successi militari superassero le sconfitte, la disfatta a Lipsia fu di tale portata da costringere i reduci della Grande Armée ad abbandonare il suolo tedesco per ripiegare in Francia, a difesa dei propri confini nazionali. Purtroppo, dopo la tragica campagna in Russia, Napoleone era entrato in un meccanismo per il quale, per rimanere “aggrappato” a un barlume di speranza, era costretto a vincere tutte le battaglie. Capite bene come questa “strategia” fosse impraticabile a lungo andare. La stessa cosa avvenne durante il suo ritorno in Francia nel 1815: anche qui Napoleone ottenne diverse vittorie, tra le quali l’ultima della sua carriera a Ligny contro i prussiani, ma poi venne sconfitto definitivamente (questa volta per davvero) a Waterloo. Cosa sarebbe successo se avesse vinto a Waterloo? Probabilmente niente: avrebbe soltanto prolungato l’agonia, in attesa dell’arrivo dei ben più temibili eserciti austriaci e russi. La Francia da sola non poteva più farcela a tenere testa ad il resto dell’Europa. Il destino era inevitabile. Comunque va dato atto che, prima di arrendersi, Napoleone vendette cara la pelle... Nel frattempo, sempre nel 1813, le truppe inglesi guidate dal generale Wellesley (lo stesso che sconfiggerà Napoleone a Waterloo), diedero luogo ad una serie di azioni militari ai danni delle forze occupanti francesi. Al fianco degli inglesi combatterono anche i portoghesi e gli spagnoli filo-monarchici fedeli a Ferdinando VII (cioè praticamente tutti ?). L’incapacità strategica di Giuseppe Bonaparte (non aveva un briciolo del genio tattico del fratello), unita alla mancanza di truppe (molte vennero mandate in Russia senza far ritorno) sancirono la disfatta anche in questo fronte. L’offensiva su vasta scala organizzata dal Duca di Wellington culminò nella battaglia di Vitoria. Si narra che, una volta sconfitte, le truppe francesi fuggirono dal campo di battaglia abbandonando diversi carri. Questi contenevano il tesoro reale spagnolo, che il buon Giuseppe voleva portarsi in Francia come “souvenir”. Le truppe inglesi, anziché inseguire i nemici in rotta, preferirono ignorare gli ordini impartiti da Wellesley e concentrarsi sul tesoro. Potete immaginare cosa potesse provare il caro duca in quel momento...
    3 punti
  5. In realtà, il Montenegro (più attento a questi errori di conio) non riporta questo esemplare mentre include l'1 su 1 capovolto come R4. Il Gigante, invece riporta entrambi considerandoli R3, ma senza dare valutazioni di sorta. Il mio parere è che, mentre è evidente l'1 su 1 (vedi sotto), questo "2 su 1" sia in realtà un "miraggio". Dall'immagine da te postata è possibile vedere che l'ipotetetico uno non è completo e che i pezzi che s'intravedono sono delle bave di conio (dovute, forse, a frattura). Ve n'è un accenno anche alla base del 2, per non parlare di quella "barra" che appare sotto l'8. Del resto, anche altri millesimi dei Marenghi di Umberto si prestano a interpretazioni dubbie, come il 1883, il 1885 ed il 1889, ma anche qui si tratta di esuberanze di metallo che solo in apparenza sembrano nascondere altre cifre.
    2 punti
  6. Mi sembra si stia facendo confusione, cosa c'entra la presunta evasione fiscale, con l'affidabilità o meno delle perizie nostrane? Mi sfugge la relazione... Personalmente non trovo affidabile un sistema come quello dello "slab", che prevede un servizio di "Regrade" (ovviamente sempre al rialzo) delle monete già "slabbate", con un esborso ulteriore (notevole) di denaro.
    2 punti
  7. A un anno esatto finalmente sono riuscito a fotografare il mio 9 cavalli 1790, non sapevo e non potevo immaginare, ma è proprio il testa piccola/torri dritte. Ho sempre avuto in collezione, a mia insaputa, il più raro! Vi prego, non mi mangiate per le foto, la moneta è abbastanza consunta e veramente non sono riuscito a far meglio.
    2 punti
  8. Buonasera,Rocco @Rocco68, Amico mio, bellissima moneta, bel millesimo, riporto poche ma importanti notizie del 1813 di carattere generale, ed un interessante studio (fonte Web) riguardante proprio Gioacchino Murat e il 1813, anno di preparazione a qualcosa che si concretizzerà nel 1815. Il francese Gioacchino Murat ha da sempre trovato un posto di primo piano nel ristretto elenco delle grandi personalità a cui va il riconoscimento per aver, nei decenni precedenti all'Unità d'Italia, dissodato il terreno su cui sarebbe cresciuta la pianta del nostro Risorgimento. Murat aveva 41 anni allorché, nel 1808, suo cognato Napoleone (ne aveva sposato la sorella, Carolina) lo collocò sul trono di Napoli. Da quel momento si comportò non già come un proconsole napoleonico, ma come un re italiano. E proprio per approfondire questo aspetto, Renata De Lorenzo gli ha dedicato un libro, Murat, pubblicato per i tipi della Salerno editrice. Il libro - dopo un'accurata analisi della sua carriera dai tempi della Rivoluzione a quelli del Direttorio e poi, come brillante generale, al seguito di Napoleone - si sofferma, appunto, sul suo esser stato un «italiano» ante litteram. Prima di lui, il trono di Napoli era stato occupato - per due anni, 1806-1808, con discreti risultati - da Giuseppe Bonaparte, fratello dell'imperatore, che nel 1808 era andato poi a occupare il trono spagnolo in sostituzione di Carlo IV di Borbone. In che momento Murat diviene un propugnatore della «causa italiana»? Secondo gran parte degli storici, la svolta di Murat è da collocare nell'ottobre del 1813, quando è a Milano dopo il disastro della campagna di Russia (a cui Murat aveva preso parte, distinguendosi con brillanti operazioni militari) e la sconfitta di Napoleone a Lipsia. Ma la De Lorenzo retrodata la «conversione italiana» di Murat al 1809, ai contatti che a Roma, dove i francesi erano appena rientrati decretando la fine del potere temporale dei Papi, aveva avuto con ambienti franco-massoni. Personaggio chiave di questa svolta è il duca Paul François de Quelen de La Vauguyon, «espressione di ambienti sensibili alla tematica indipendentista», il quale lo convince a mettersi a capo di un progetto di liberazione e unificazione della penisola. E a La Vauguyon verrà affidato il comando di una divisione napoletana che ha l'incarico di impadronirsi degli Stati romani. A un tempo, alla fine del 1813, Murat prospetta a Napoleone la disponibilità di 30 mila uomini del suo esercito per rimpolpare le truppe imperiali; a patto, però, che a lui spetti il comando supremo in caso di riunione con le truppe di Eugenio di Beauharnais, viceré di Milano. Nello stesso momento, sollecitato in tal senso da Carolina, Murat tratta segretamente con austriaci e inglesi la diserzione dal campo napoleonico. L'incontro con La Vauguyon, scrive la De Lorenzo, «comincia a produrre i suoi effetti; in un'Italia sbandata dopo la sconfitta della Francia, nel diffuso clima antiaustriaco, Gioacchino si invaghisce del ruolo di liberatore, con una partecipazione che tende a giustificare, tramite l'ammanto ideologico, la sua fondamentale preoccupazione: conservare il regno e magari ampliarlo». «Italiano!» sì, ma solo perché ciò gli serve a conservare ed eventualmente ampliare il potere. Tra la fine di novembre e la metà di dicembre di quel 1813, per recuperare Murat, Napoleone invia a Napoli l'uomo che considera più adatto a questo genere di missioni: l'ex ministro di polizia Joseph Fouché, nominato per l'occasione Commissario generale d'Italia. Scrive Fouché che quella di Gioacchino è una «monarchia vacillante»; dirà poi che Murat gli appariva come politico «di grande coraggio e poco carattere; nessun grande personaggio del momento lo superava nel ridicolo della parure e nell'affettazione della pompa». Quanto alla corte di Napoli, secondo il duca d'Otranto era luogo «in cui la politica non era che astuzia, galanteria della dissoluzione e la rappresentazione esterna una pompa teatrale». Mi ritrovai, prosegue Fouché, «come Platone alla corte di Dionigi; dopo il mio arrivo fui assalito da intriganti delle due nazioni, fra i quali sotto una maschera di una sorta di ingenuità, riconobbi alcuni emissari di Parigi». Nonostante ciò, l'ex ministro comprende le ragioni di Murat e imputa a Napoleone, al suo non voler conferire al cognato la dignità che questi richiede, la causa dell'allontanamento del re di Napoli dall'imperatore. A Napoli, scrive, «la parola indipendenza ha acquistato una virtù magica». È una piccola grande rivelazione. A questo punto Gioacchino, influenzato dai carbonari e sulla base di un'ipotesi condivisa da Fouché, suggerisce a Napoleone la creazione di due regni in Italia, uno a nord del Po di cui sarebbe stato re Eugenio e uno a sud guidato da lui stesso. Il tutto dopo una sollevazione dell'Italia intera contro gli austriaci. Napoleone però esita. E il 31 dicembre del 1813 giunge a Napoli l'inviato del cancelliere austriaco, Adam Albert von Neipperg con la proposta di un trattato di alleanza che Gioacchino firmerà in un battibaleno, l'8 gennaio del 1814. Murat giustifica il tradimento in nome dell'indipendenza dell'Italia. La reazione del popolo è entusiasta: il re viene acclamato per le strade, al teatro San Carlo l'inviato di Vienna è applaudito con grande calore. In quel momento Murat, scrive Renata De Lorenzo, appare a molti «il personaggio ideale per incarnare la complessità del discorso nazionale: sensibile da giovane alle idee giacobine, sembra riproporre un clima in cui il patriottismo ha una valenza ancora incerta tra l'amore del luogo nativo e l'ostilità al potere regale»; ma viene ritenuto «anche capace, nel 1814-15, di andare oltre, di guardare alla nazione e all'Italia unita». L'esperienza del Triennio repubblicano in Italia (1796-99) aveva reso il termine «patriota» qualcosa di non ben definito, a tratti abusato, ma «capace di catalizzare energie come nessun'altra definizione di quell'epoca». Una volta sciolto l'equivoco che quello di Murat fosse patriottismo «francese» in terra italiana, «occorreva caricare al termine la responsabilità di gestire la "patria" contro la Francia e contro l'Austria». Oltretutto in quelle stesse settimane appelli all'indipendenza e all'italianità venivano dal mondo austriaco (in funzione antifrancese) e da quello britannico. Saluti Alberto
    2 punti
  9. Buonasera a tutti, Vorrei segnalare con molto piacere il prossimo convegno numismatico a Capua. Venerdì 20 e sabato 21 settembre 2019 Orario 10:00 - 18:00 Hotel del sole. Parcheggio gratuito. Per chi ha partecipato all'edizione precedente dello scorso aprile, è la stessa location. La locandina dell'evento è stata pubblicata qualche giorno fa su facebook dal circolo numismatico partenopeo. Non sono uno dei organizzatori quindi non ho altre informazioni. Ovviamente fate conto che sto già la'. Vi postero' la locandina appena mi trovo al PC, se non è stata già aggiunta la locandina, da altri utenti. Buona estate a tutti.
    1 punto
  10. Carissimi amici, stasera volevo presentarvi ancora questa moneta, ultima entrata in collezione! Si tratta di un cornuto coniato dalla zecca di Carmagnola a nome del Marchese di Saluzzo Michele Antonio. L'ho presa perchè mi pareva in ottimo stato di conservazione.... Mi pare peraltro di notare, al rovescio segni di ribattitura o sbaglio? Cosa ne pensate? Attendo i vostri autorevoli e graditi pareri e vi ringrazio!!!
    1 punto
  11. Buongiorno a tutti,è con grande piacere che posto quella che per me è la moneta che mia ha indotto ad avere un occhio di riguardo per la monetazione di Ferdinando IV di Borbone, precisamente il 9 cavalli del 1790 di conio ibrido, cioè al dritto presenta il busto piccolo come le emissioni degli anni precedenti mentre al rovescio presenta la torre a lati dritti e la data grande come le emissioni degli anni successivi, era un po' che gli davo la caccia, il primo esemplare che avevo visto era passato in un asta ma non mi appuntai quale e quindi non ricordo quale, il secondo esemplare era apparso l'anno scorso sulla baia e poi rimesso in vendita su MA -shop in Germania e subito venduto dopo un mio scritto su altra piattaforma. Come conservazione è inferiore al primo esemplare che avevo visto ma sicuramente migliore del secondo, tutto sommato mi ritengo molto soddisfatto e anche se il nostro caro @Rex Neapè stato un po' strettino come rarità sul suo libro, cosa tra l'altro condivisibile visto che non si sa effettivamente quanti esemplari ci siano in circolazione, ho faticato e non poco per trovarne uno da mettere in collezione...
    1 punto
  12. Vi posto un'altra mia moneta che sono riuscito a fotografare abbastanza bene, stò mettendo un po' d'ordine nella collezione. Pareri sulla conservazione?
    1 punto
  13. In una notte di mezza estate, quando la calura trasfigura nell'ombra ogni cosa, ecco che anche una chimera diviene reale e sembra germirti. E la fantasia galoppa, fòmite di desideri inconfessabili come trovare il Sacro Graal delle monete in una ciotola di esemplari consunti da mille mani curiose... così il sogno prende corpo per un attimo e t'illude... Guardate cosa può fare l'usura ad una moneta (probabilmente un comunissimo 1952)...
    1 punto
  14. Bhe! proviamo ad aggiungere un altro po' di condimento alla fantastica storia.... Falsificare una moneta inesistente o palesemente riconoscibile rispetto all'originale non è, o non dovrebbe essere, reato... e riprodurre una moneta che non esisteva (il 1957) poteva essere addotta e reclamata come attenuante a un'accusa di falsificazione... ?? ciao Mario
    1 punto
  15. Buonasera, Giuseppe, @giuseppe ballauri, bellissima moneta, bei rilievi, di piacevole impatto visivo, grande modulo, deve essere un piacere rigirarla tra le dita. Millesimo 1873. Ho trovato sempre sul web queste notizie, se i nostri fratelli Lamonetiani lo desiderano possono approfondire i vari avvenimenti, inizio io con alcuni cenni della grande depressione. P. S. Mi sa che devo rifare il riepilogo delle annate trattate. ? Saluti Alberto
    1 punto
  16. La caduta di una moneta periziata in bustina è veramente un evento raro ( si spera che sia maneggiata con cura ) e che questa riporti dei danni poi è quasi fantascienza. Consideriamo che i colpi ( non dico colpetti ) nelle monete d'argento sono frequentemente dovuti alla deleteria abitudine di scagliare, con una certa forza, la moneta in terra per farla "risuonare" e valutare che fosse veramente d'argento. Ho fatto delle prove con un brutto L.5 di Vitt.Em II. Prima l'ho fotografato in alta definizione poi lasciato cadere ( senza imprimere forza ) da altezza del tavolo. Sia se fatto cadere di taglio - contrassegnando con un pennarello il punto di impatto- , sia di piatto, non ho riscontrato ( comparando le foto prima e dopo ) nessun danno. Non ho ripetuto l'esperimento con la moneta nella bustina per ovvi motivi. Vi invito a ripetere l'esperienza con un brutto scudo che avete in collezione. Invece sono d'accordo con miza: il problema più grave delle monete chiuse e periziate è che sviluppano delle macchie che, col tempo, ne pregiudicano la conservazione. Saluti
    1 punto
  17. Non ho dubbi al riguardo, sembra essere il mezzo umano più semplice e pratico necessario alla sopravvivenza in zone di conflitti e di confine. Anticipare le mosse di un avversario è tutto! Se guardiamo la mappa nel periodo a cavallo dell'epoca longobarda e bizantina è possibile percepire che ci sono zone di confine che saranno state presidiate con strutture di varia tipologia. Infatti, la successiva svolta di età normanna si innesta spesso su una realtà di apparati e insediamenti fortificati come ristrutturazione a partire dai primi territori conquistati della Capitanata e della Basilicata. La tradizione attribuisce a quest'ultimi l'edificazione di molte torri e castelli, ma, essendo il settore di studio molto vasto e poco esplorato è difficile attribuirne la paternità in modo univoco --------> vedesi insediamento di Vaccarizza in Puglia, dove il castrum di origine longobardo verrà riconquistato dai bizantini diventando un "Kastron"e successivamente con i normanni diventerà un castello con motta che non risulterà essere un avamposto ma l'ultimo nucleo di una resistenza di abitanti. La sua storia risulta molto interessante perchè ci dà uno spaccato storico degli avvenimenti bellici sui confini ed un senso più profondo della parola "Castello". A questo punto si potrebbe iniziare a parlare di esempi di incastellamento Normanno-Svevo e peculiarità di questi impianti.
    1 punto
  18. Non lo so. Secondo me non si tratta solo di gonzi... Ho come il sospetto che ci sia qualcuno che le compri consapevolmente. È solo una mia ipotesi ma mi sembra strano che ci siano così tanti allocchi in circolazione. Qui, oltre a non saper distinguere i falsi dagli originali, bisogna anche essere fortemente ignoranti sulle quotazioni. Ho visto, ad esempio, dei 40 lire in “”oro”” venduti a 10-15 euro. Possibile che la gente non si faccia un paio di domande?
    1 punto
  19. Qui in Italia la certezza della pena è talmente bassa che molti pensano di essere immuni alla legge, pur commettendo palesemente dei reati. Anche per questo la gente (sentendosi presa per i fondelli) non va quasi più a sporgere denuncia in questura. Poi dicono che diminuiscono i crimini... ?
    1 punto
  20. Salve. Non si tratta di un follis anonimo, ma di questo: AE follis coniato a Costantinopoli da Romano I Lecapeno (920-944). D/ + RMAn bASILEVS RM'. Busto frontale di Romano I con corona e veste gemmata, regge nella mano destra un labaro e nella sinistra un globo crucigero. R/ + RMA / n' EN E bA / SILEVS R / MAIn a tutto campo su quattro linee. Rif.: Sear, p. 293, n. 1760. Si tratta di una moneta molto comune, coniata in grande quantità. Allego di seguito un'immagine tratta dal web per un confronto:
    1 punto
  21. Complimenti @Acqvavitus, Molti come te lo avranno in Collezione e non ne conoscono la variante. Ultimamente ne stanno venendo fuori parecchi: Un esemplare in vendita su ebay e uno proposto su un'asta di Settembre.....variante non descritta. Secondo il mio modesto parere, la rarità andrebbe ridimensionata. Rimane comunque molto raro in alta conservazione. Saluti, Rocco
    1 punto
  22. Capisco il suo punto di vista in teoria ma in pratica NON ho mai visto una moneta periziata ad esempio fdc e poi subire un colpo a causa di una caduta e quindi invalidare la conservazione indicata in perizia. Vorrei trovare almeno 1 esempio. Ribadisco: in teoria è possibile ma in pratica?
    1 punto
  23. Grazie @Litra68 e @Iorluke per i vostri interventi che ho apprezzato molto. GIOACCHINO MURAT Principe e Grand' Ammiraglio di Francia Saluti Rocco
    1 punto
  24. Come anticipato, la datazione del deposito dell'Artemision, tuttavia, crea alcune perplessità, che lo stesso Dale comunque ha riscontrato. La cronologia della dinastia dei Mermnadi vuole che Aliatte II abbia governato tra il 605 e 560 a.C.; ma nel ripostiglio dell'Artemision, chiuso tra il 650-625 a.C. e, quindi, antecedentemente al regno di Aliatte II, sono ricomprese almeno 4 monete con l'iscrizione WALWEL! Si legga in proposito l'articolo di Fischer-Bossert, nota 9, che allego: Electrum_Coinage_of_the_Seventh_Century.pdf Infine, a complicare ulteriormente la questione, è stata la comparsa della nota moneta con legenda "ALYA", ancora non oggetto di uno studio approfondito, di cui si è discusso in questa discussione:
    1 punto
  25. Una soluzione all'enigma potrebbe essere contenuta nell'articolo di Alexander Dale, che allego. In sostanza Dale ritiene che sia WALWET che KUKALIM facciano riferimento ad Aliatte II. Walwet sarebbe il nome proprio di Aliatte II, mentre Kukalim significherebbe "discendente di Gige", ossia lo stesso Aliatte II. Dale evidenzia anche un problema cronologico in questa sua ricostruzione: la sua tesi, in sostanza, reggerebbe soltanto se si retrodata il regno di Aliatte II al 635 a.C. Ecco l'abstract del suo articolo. WALWET_and_KUKALIM_Lydian_coin_legends_d.pdf
    1 punto
  26. Paris 25 Centimes Tramway Token 1921 (eBay)
    1 punto
  27. Che dimensione ha? Mi pare più piccolo delle altre lettere sulla moneta.
    1 punto
  28. Sono dello stesso parere. È molto difficile che la moneta si possa rovinare se cade a terra accidentalmente da una altezza di 1 metro circa. I problemi più gravi che ho notato in una moneta periziata con rivetti sono causati dal tempo e dall'umidità. La moneta a contatto con la plastica e conservata in ambienti umidi può rovinarsi Sicuramente le bustine utilizzate negli ultimi anni sono migliori, senza PVC. Lo slab non ha questo inconveniente in quanto la moneta rimane distaccata dalla plastica. Considero lo slab o perizia una maggiore garanzia in caso di vendita, diversamente, il vassoio in velluto è il modo migliore per godersi la propria moneta. Saluti
    1 punto
  29. Ciao a tutti, considererei anche Treboniano Gallo;
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  30. Adesso sono con il cellulare e faccio fatica a trovare articolo, ma con pazienza su internet c'è proprio la spiegazione di quando vennero fatti i primi falsi, dove vennero smerciati e le loro caratteristiche. Ribadisco comunque che qualsiasi commerciante o perito sa bene la storia cioè quando apparvero i primi, ecc.
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  31. Lo sanno tutti che ne esistono a centinaia. Dire il contrario vuol dire non conoscere la materia. Oltretutto di falsi ce ne sono di diversi tipi con caratteristiche diverse.
    1 punto
  32. Ero indeciso se si trattasse del Leone o del Toro ma a moneta in mano ci vedo meglio il secondo. Pertanto siamo in presenza di un antoniniano carausiano della serie legionaria. Per un rapido cenno vi segnalo il link: http://www.forumancientcoins.com/lateromancoinage/carausius/legions/legions.htm Il Toro appare sui rovesci dedicati alla Legio VII Claudia (Moesia) (RIC 74-76 o 274) e alla Legio VIII Augusta (Alto Reno)(RIC 77); per la posa mi pare più calzante il secondo. Il ritratto mi rimanda anch’esso alla zecca di Londinium. Troviamo un confronto sul PAS: https://finds.org.uk/database/artefacts/record/id/565386 La mia catalogazione sarà pertanto: Carausius, probabile RIC V-II, Londinium 77, Sear 13616. [IMP CARAVSIVS P F AVG] Radiate, draped and cuirassed right / [LEG VIII AVG] Bull standing right. Londinium mint. [-//ML] 286-293 d.C. Si tratta di una moneta appartenente a una serie comunque abbastanza poco rappresentata con il RIC 77 che si colloca in un bel rating “R 2”. La cristallizzazione di un preciso momento storico dove Marcus Aurelius Mausaeus Carausius si ribella al governo centrale, si stacca da questo ed omaggia l’esercito (Legioni o sue vexillationes presenti nei territori sotto il suo controllo) per il suo appoggio, riportando l’effige dei vari reparti sul rovescio delle monete. Anche in questo caso ho privilegiato la sostanza a scapito dell'apparenza. Meno di una quattro stagioni… una moneta comunque rara… io mi dichiaro soddisfatto! Ciao Illyricum
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  33. Buonasera, mi permetto di intervenire dopo aver letto i vari interventi, per dire al forum che pur conoscendo il Sig. Hirpini da breve tempo e logicamente in modo virtuale sul forum, tramite i suoi interventi assolutamente gratuiti, posso affermare che lo ritengo persona preparata e disponibile e pertanto se capita una volta di scrivere una cosa errata, no ritengo giusto il modo in cui sia stato schernito, vorrei fare presente che sia in tema numismatiche che in quello filatelico, non di rado alcuni periti hanno scritto delle belle cavolate nei certificati e nella sigillazione di monete e questi signori si sono fatti pagare e tutti contenti, allora mi chiedo; ma godiamoci la nostra passione e ricordiamoci sempre che l'educazione di una persona vale più di centomila castronate, scusatemi se potete, F.P.
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  34. In epoca longobarda sono visibili tuttora nella zona sopra Varese che va fino alla Svizzera una serie di avamposti fortificati su dei rilievi che erano visibili uno con l’altro. Segnalavano visivamente gli arrivi di truppe dal nord riportando da una posizione all’altra le informazioni, erano in posizioni elevate per comunicare tra loro e le informazioni arrivavano fino alla pianura padana e Milano. Quindi un sistema direi organizzato e strategico di segnalazione che va oltre al semplice difensivo. Intorno alle roccaforti nascevano poi dei borghi rurali di supporto.
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  35. Patacca la moneta e il cartellino, ma una segnalazione alla CCIAA ....
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  36. Buongiorno, apprezzo molto la precisazione di @legionario perché è fin troppo giusto che anche per il buon nome del Forum una svista venga prontamente rilevata e corretta. Sarebbe male il contrario. Però mi piacerebbe che chi ne sa più degli altri rispondesse lui subito e direttamente all'utente, e soprattutto vedo poco elegante chi invece sta semplicemente a guardare e poi se la ride, come per esempio @leop, che malgrado la quasi nulla partecipazione alla vita del Forum (33 interventi dal 2013) ha già espresso ben 8 risate (!). Sarebbe meglio che anche lui come me e tanti altri amici, si desse piuttosto da fare per dare risposte, accettando anche il rischio di una inesattezza. Quelle cose che ti scoraggiano e ti fanno chiedere: "scusa, ma chi te lo fa fare?" HIRPINI
    1 punto
  37. Ciao ragazzi è molto che non posto, diciamo che eventi intorno ed eventi di vita mi hanno tentato un po' nel fermarmi. Ma quando sei lì che non guardi più eccola lì che sbuca fuori e non puoi fare a meno di prenderla spero Vi piaccia. SEBETO 1734 attendo vostri pareri.
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  38. @gigetto13 @uzifox come si dice, ogni promessa è debito, quindi ecco qua alcune immagini del mercatino numismatico di questa mattina in Plaza Major a Madrid. Purtroppo, causa periodo vacanziero, dire che l'affluenza era decisamente scarsa è quasi un eufemismo ma alla fine, tra una discussione e l'altra, un paio di pezzi li ho comunque portati a casa. Che dire, l'ambiente è gradevole e far due chiacchiere con i commercianti/numismatici spagnoli è sempre un piacere. Saluti.
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  39. Questo è un sunto di ciò che abbiamo visto. Mi scuso per gli eventuali errori e inesattezze che posso avere scritto, invito i lettori a segnalarli così da avere una descrizione "pulita". Ancora una volta ringrazio @monbalda e gli altri organizzatori di questo interessantissimo evento.
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  40. la RM sta continuando o anticipando tutto quelle che le altre zecche stanno facendo, pura speculazione, vendono monete a prezzi esorbitanti, monete che non rappresentano la realtà circolante, che in caso di vendita, vengono pagate al valore del metallo...... Saluti TIBERIVS
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  41. Propendo per la liberalità. Creare piccoli particolari innovativi, come il leoncino, varianti di punteggiatura ed altri erano un modo nuovo per esprimere un evoluzione artistica che però senza l'avvallo della parte dominante non avrebbe potuto essere. E da pensare all'evoluzione del periodo storico in esame.
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  42. E' sempre bello riesumare vecchi post. L'occasione mi viene dall'aver notato un differente segno usato per l'interpunzione. Non il semplice punto ma ben 4 formare una rosetta prima del S.M.Veneti.
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  43. Il 9 cavalli, come gli altri nominali inferiori, a differenza del grano e della pubblica, non hanno sigle al rovescio delle cariche in zecca. A questo punto mi chiesi quale, in questi nominali fosse il SEGNO del differente mastro di zecca. Il 90 segna, dopo la breve parentesi della R C sulle monete il cambio del mastro da C e C a A e P per le vicissitudini descritte nel Manuale. Per me..semplice...nel 90 si passa dal conio con torre a lati curvi a quello con lati dritti. L'incisore o chi per esso volle distinguere le monete uscite dalla zecca in diversi tempi e marcare con questa differenziazione dei coni nel 90 quelli del Coppola da quelli del Planelli.. nel 90 abbiamo una coppia diversa giusto perché la carica passo di mano nel mese di giugno del 90. Quindi abbiamo coni del Coppola è coni del Planelli.. Buona notte.
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  44. tanto per:per erinnofilia si intende il collezionismo di bolli chiudilettera simili ai francobolli tranne per il fatto che non hanno valore né postale né fiscale. --Grazie a te Sergio stasera posso coricarmi ed affermare che questa giornata non è trascorsa invano ;) ho imparato cos'è l'erinnofilia ed ho preso visione di questi bolli(che risultavano,prima d'oggi, sconosciuti ai miei occhi) che assomigliano a francobolli --Salutoni -odjob
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  45. se una moneta ne è affetta l'acqua non la deve neanche vedere da lontano. Rispondo a Massimiliano:il cancro del ramne lo si riconosce da macchie verdi (detto verderame)che si generano con umidità o peggio ancora con acqua.Il verde scava nel metallo e genera crateri deturpando la moneta
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  46. nuovo in collezione...il primo incapsulato della repubblica...Cognac Sarti da 2 lire...era un po che lo cercavo e mi era sfuggito diverse volte...peccato che non abbia la celluloide ma è comunque un bel gettone...
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  47. riportando in su la discussione su questi bellissimi gettoni di emergenza vi posto il mio ultimo acquisto risalente alla Repubblica sociale...molto rari a mio avviso e sopratutto carichi di storia...
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