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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/10/19 in tutte le aree

  1. Cari tutti @dabbene @margheludo @avgvstvs Vi seguo con interesse come sempre. Purtroppo, un poco per problemi famigliari un poco per l’umore che in questo periodo definirei nefasto non riesco a partecipare come vorrei. Ma tant’è. La proposta di Mario è intrigante e l’atteggiamento fiducioso di Giovanni contagioso. In realtà, le perplessità evidenziate molto bene da chi mi ha preceduto (Avgvstvs) sono lampanti. Io sono dell’avviso che qualsiasi ipotesi di lavoro necessiti di solide basi di ragionamento altrimenti il rischio è quello di parlare del nulla. Che fare, dunque? In un eventuale articolo divulgativo non necessariamente si dovrebbero formulare supposizioni circa motivi e cause alle origini delle tipologie in argomento (anche se, devo ammettere, la tentazione di dare soluzioni è tanta ). Tuttavia, nulla ci impedirebbe di segnalare gli esemplari più espliciti (con il consenso dei possessori delle monete) come “varianti” inedite in letteratura. In finale, se queste monete sono emerse il merito è del Forum e di chi ha partecipato alla discussione. Almeno prenderci il merito della scoperta e in qualche modo mettere un paletto su potenziali notizie ulteriori. Giusto? Senza fretta, ovviamente Cari saluti
    5 punti
  2. Dalla prossima asta di Bertolami 67 dell 11.07.2019 il bronzo di Enna sotto riportato. 63-Sicily, Enna-hemilitron AE (g 10,65; mm 25; h 12) Altro esemplare praticamente identico .....venduto a marzo da Lanz su Ebay, ex Victor Hruby collection ..... cartellino il tedesco, solita patinaccia e punti di metallo affiorante ...mahhhh Enna - 10,21 g, 25 mm Ora, visti i tondelli si potrebbero fare alcune ipotesi anche se personalmente mi sono fatto una mia idea....e forse, qualche volenteroso, potrebbe segnalare a Bertolami il pezzo ... Aggiungo che sono monete che in passato sono state molto falsificate, giudicate molto rare fino a qualche anno fa...Pertanto fate molta attenzione... skuby
    4 punti
  3. Mi sembra come sempre ragionevole @adolfos, nel caso un presentare e pubblicare queste monete senza addentrarsi in ipotesi, indubbiamente comunque da studio, sarebbe un passo avanti per la comunità scientifica che potrebbe riflettere, nel contempo anche Lamoneta avrebbe come spesso auspica il nostro @Reficul una sua giusta legittimazione ... Certo ci vuole il permesso, nel caso, dei proprietari ...
    3 punti
  4. @dabbene fai bene a provarci, prima o poi qualcuno si prenderà questa responsabilità. Chi meglio di te e @adolfos che sui denari Lucchesi avete già scritto pagine importanti di numismatica? a me piacerebbe molto ma per gli stessi motivi di @avgvstvs non potrei prima di settembre ottobre. Senza favoleggiare troppo potremmo limitarci ad estrapolare un sunto di osservazioni ed ipotesi da questa discussione seguendo una traccia da definire, la base di partenza non potrà che essere un corretto inquadramento temporale di tutti i pezzi conosciuti, inoltre non credo che si potrà prescindere dal legame concettuale con i denari con "C" e questo complica un pò le cose ma credo che si possa fare, la difficoltà credo che sia lavorare separatamente ma se @avgvstvs (che detiene l'archivio fotografico e che ha già formulato ipotesi interessanti in direzione di Pisa) volesse buttare giù qualcosa potrei fare lo stesso e si tratterebbe in fine solo di unire, scartare, correggere o ritoccare il tutto in un unico pezzo.............senza fretta ovviamente.
    3 punti
  5. I massari dell'Ag in Venezia per il Doge Francesco Foscari (1423-1457) sono: 1) Tomaso Mocenigo - 20 Aprile 1423 - Sigla: T S 2) Paolo Michiel - 24 giugno 1423 - Sigla: P O 3) Marin Caravello - 12 agosto 1423 - Sigla: (non scritta ??) 4) Zuan Boldù - 14 luglio 1429 - Sigla: Z B 5) Nicolò Venier - 14 luglio 1429 - Sigla; n V 6) Nicolò Venier - 12 Aprile 1432 - Sigla: n V 7) Zuanne Barbo - 12 Aprile 1432 - Sigla: 2ZB Raffaele Barisan - 15 Aprile 1434 - Sigla: R B ... ad esempio. Durante la stesura del lavoro mi ero imbattuto in un grosso con sigle RB per cui ho dedotto chi vi fosse dietro ...
    2 punti
  6. Lo stato di conservazione di questa banconota, praticamente FDS, è probabilmente dovuto al fatto che i biglietti dalla serie 61 alla 80 furono predisposti come scorta, insomma, una delle prime versioni delle future serie sostitutive. Aricomplimenti...
    2 punti
  7. Questo breve Post non e' dedicato in particolare a Giano come divinita' in quanto molte e varie notizie su questo antichissimo dio italico romano sono reperibili in rete , ma al suo declino come divinita' venerata dai Romani , declino avvenuto agli inizi dell' Impero anche se il Tempio o i due Templi dedicato/i a Giano rimasero in funzione fino al tempo di Teodosio I , declino che inizio' probabilmente entro il I secolo della nostra era e che si concluse con il primo decreto di Teodosio I del 380 , seguito poi dal decreto del 392 quando inaspri' quello del 380 , proibendo tutti i culti pagani . Giano fu la divinita' forse piu' rappresentativa dei Romani dalla monarchia alla Repubblica , quando la sua immagine bifronte accompagno' e fu impressa sui Quadrigati in argento e sui massicci Assi in bronzo che recavano al rovescio la prua di nave , prima semplice , cioe' anonima , poi con simboli e infine con i monogrammi dei Legati ; l' Asse con Giano e la Prua , fu la moneta bronzea per eccellenza di Roma repubblicana , forse piu' degli argenti , esprimeva e lo fa tutt' ora , la potenza e la fede religiosa incrollabile , unita a quella della forza navale , che infine porto' i Romani a dichiarare orgogliosamente , prima il Mar Tirreno , poi tutto il Mediterraneo : “Mare Nostrum” . La rappresentazione di Giano sulle monete praticamente scompare con la Repubblica , un' era si conclude insieme ad un' altra , Giano nell' Impero compare molto raramente ed anche con dubbio , perche' non piu' rappresentato bifronte come nella Repubblica , ma come una figura che regge uno scettro ; piu' sicura la rappresentazione del suo Tempio nel Foro in quanto espressamente citato nella legenda su alcune monete di Nerone . L' antico Tempio di Giano di epoca repubblicana era situato nel Foro Olitorio , era situato ad est del futuro Teatro di Marcello e direttamente collegato alla leggenda dei 300 Fabii , sterminati al fiume Cremera nel 477 a.C. dai Veienti , tranne uno , da cui discese poi Fabio Massimo detto il “Temporeggiatore” o “scudo di Roma” , il Tempio venne ricostruito da Caio Duilio nel III secolo a.C. dopo la vittoria navale di Milazzo del 260 a.C. , poi di nuovo da Tiberio ; la leggenda narra che il Tempio nacque in seguito all' alleanza fatta tra Romolo e Tito Tazio il Re sabino e da cio' nacque il doppio volto del dio a significare l' unione del popolo romano e di quello sabino , la statua del dio fu posta in un tempietto che pare sia sopravvissuto con varie ricostruzioni , fino alla fine dell' Impero nel luogo chiamato : Tria Fata , dal nome delle tre Parche che erano vicino alle falde del Campidoglio . Anche lo storico bizantino Procopio , testimone della guerra gotica in Italia , ricorda questo Tempio che era fatto tutto in bronzo , lo colloca pero' nel Foro romano , mentre l' antico era situato nel Foro Olitorio e secondo Orazio vicino alla Porta Ratumena , verso il Campo Marzio . Questa la testimonianza diretta di Procopio sul Tempio di Giano nel Foro : “……..Allora avvenne pure che alcuni Romani sforzassero le porte del Tempio di Giano tentando di aprirle di soppiatto . Questo Giano era il primo di quegli Dei antichi che i Romani nella lingua loro chiamano : Penati . Egli ha il suo Tempio nel Foro , di contro al Senato , poco piu’ in la’ di : Tria Fata , che cosi’ chiamano i Romani le Parche . Quel Tempio e’ tutto in bronzo , di forma tetragona , e grande tanto da coprire la statua di Giano . Questa statua anch’essa in bronzo e’ alta non meno di cinque cubiti ( circa metri 2,50 ) , in tutto il resto ha figura umana salvo che ha la testa con due facce , delle quali una e’ volta ad oriente , l’ altra ad occidente . Dinanzi a ciascuna faccia sonvi porte di bronzo , le quali secondo l’antica costumanza romana in tempo di pace e di bene si chiudevano , quando invece si stesse in guerra si aprivano . Venuta pero’ quanto mai in onore presso i Romani la fede cristiana , queste porte non aprivano mai piu’ , neppure quando fossero in guerra ; in quell’ assedio tuttavia alcuni che avevano in mente, secondo io credo , l’ antica religione , si attentarono ad aprirle di soppiatto , senza pero’ riuscirvi totalmente , salvo che le porte non combaciavano piu’ tra loro come prima . Rimasero ignoti coloro che questo tentarono , ne’ in tanto trambusto di cose se ne fece inchiesta veruna . dacche’ ne fu avvertito dalle autorita’ e neppure il volgo , ad eccezione di ben pochi , ne venne a sapere” Da Wikipedia , alcuni luoghi d' Italia che sembrano avere una attinenza con il nome dell' antica divinita' italica romana : Giano viene assunto dal Medioevo a simbolo di Genova , in relazione al suo nome antico di Ianua . Come tale viene spesso accostato al Grifone , altro simbolo di questa città . Troviamo effigi di Giano nel tempietto-fontana di piazza Sarzano (l'erma bifronte sulla cupoletta, proveniente da una fontana cinquecentesca opera della bottega in Genova di Giacomo e Guglielmo della Porta, ancora negli ottocenteschi lampadari di Galleria Mazzini. Una rappresentazione indubbiamente più moderna ed essenziale la troviamo nel palazzo azzurro sito in fiumara. Oltre a Genova, Giano è il simbolo di Tiggiano (provincia di Lecce), Subbiano (provincia di Arezzo), Selvazzano Dentro (provincia di Padova) e Centro Giano (provincia di Roma), San Giovanni Rotondo (Provincia di Foggia). L'immagine di Giano è presente nel gonfalone di Tiggiano(provincia di Lecce) perché secondo un'etimologia popolare il nome del paese potrebbe derivare dal nome del dio Giano (in realtà il toponimo è un prediale costruito sul gentilizio romano Tidius . In Basilicata, presso Muro Lucano (PZ) è presente il toponimo Capo di Giano e Varaggiano , mentre presso Melfi c'è Foggiano . A Pescopagano , in una nicchia sotto l'arco di Porta Sibilla vi è una statuetta raffigurante Giano bifronte . L'immagine di Giano è presente nel gonfalone di Subbiano (provincia di Arezzo) perché secondo un'etimologia popolare il nome del paese deriverebbe dal latino Sub Janum condita ("fondata sotto [il segno di] Giano") , ma in realtà il toponimo è un prediale costruito sul gentilizio romano Sevius . Il nome della città di Avezzano in Abruzzo stando ad un'ipotesi giudicata inverosimile da storici ed archeologi deriverebbe da "Ave Jane", un'invocazione posta sul portale di un tempio consacrato al dio Giano. Secondo la leggenda attorno al tempio ebbe origine la borgata formata dai primi agricoltori stanziati nell'area che originariamente circondava il lago del Fucino . Il toponimo di Selvazzano Dentro di origine romana parrebbe riportare alla presenza di un boschetto sacro al dio Giano (selva di Giano) , l'attuale stemma comunale riporta infatti un altare dedicato al dio . Il nome del dio è invece all'origine dei due toponimi Giano dell'Umbria e Giano Vetusto, non direttamente ma attraverso un nome di persona latino Ianus (al quale sarà originariamente appartenuto il fondo sul quale è sorto il centro abitato) . A Reggio Emilia c'è un Giano su uno spigolo di Palazzo Magnani in Corso Garibaldi. Nel comune di Maddaloni, in Provincia di Caserta, esattamente dinanzi l'ospedale cittadino, sono ancora visibili i resti di un tempio con l'iscrizione "Iano Pacifico". A Trieste vi è una fontana con il volto bifronte del dio, posta all'inizio del Viale XX Settembre. In quanto alla scelta del sito, va notato che nei primi anni dell'Ottocento in quel punto si trovava un recinto con cancello, che segnava l'uscita dalla città . In foto , in ordine : tre probabili rappresentazioni del repubblicano tempio di Giano nel Foro Olitorio , il Giano ai Musei Vaticani , Giano serie fusa , Giano Asse repubblicano coniato , Giano su Quadrigato in argento , due Sesterzi di Nerone con il tempio di Giano nel Foro .
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  8. bonjour Je vous propose une monnaie imitée d'un mezzo grosso di piemonte de Charles Emmanuel Ier Certainement frappée à Castiglionne delle Stiviere dont la lecture de la titulature pourrait etre CRU CRIS RED NOS Qu'en penssez vous? 2098456435_castiglionedellestiviere.
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  9. Buonasera, volevo farvi partecipi di questo piccolo regalo che mi sono voluto fare. Purtroppo, per ora, ho solo queste foto, ma appena potrò contattare il venditore, e non appena ce l'avrò tra le mani, ne posterò di migliori. Ora mi mancano "solo" i due argenti. La moneta è stata sigillata qSPL.
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  10. Nel DNA l’origine dei Filistei, misterioso popolo biblico È il primo studio in assoluto in cui si analizza il DNA estratto da un antico sito filisteo, che permette di conoscere in modo più approfondito le origini di alcuni tra i più famigerati “cattivi” dell’Antico testamento. Gli autori della Bibbia ebraica vollero mettere in chiaro che i Filistei non erano come loro: questo gruppo di “non circoncisi” viene descritto in diversi passaggi come proveniente dalla “Terra di Caphtor” o "Kaftor" (l’attuale Creta); i Fiistei presero poi il controllo della regione costiera che oggi corrisponde al sud di Israele e alla Striscia di Gaza [il toponimo Palestina nasce più tardi, nel V secolo a.C., per poi diffondersi come nome della provincia dell'Impero romano, ndt], entrando successivamente in conflitto con i vicini Israeliti, riuscendo perfino a rubare loro l’Arca dell’Alleanza. Fra i Filistei citati nella Bibbia ci sono il gigante Golia, che fu abbattuto da Davide, il futuro re giudeo, e Dalila, che privò Sansone della sua forza tagliandogli i capelli. Gli archeologi di oggi concordano sul fatto che i Filistei fossero diversi dai loro vicini: il loro arrivo, all’inizio del XII secolo a.C., sulle coste orientali del Mediterraneo è testimoniato dalle ceramiche che richiamano fortemente l’Antica Grecia, dall’uso di una scrittura egea piuttosto che semitica e dal consumo di maiale. Un nuovo studio, in cui si analizza il DNA estratto da resti umani di un antico sito filisteo, fa seguito alla scoperta nel 2016 di un cimitero nell’antica città filistea di Ascalona, situata nell’attuale Israele meridionale. Inoltre, molti ricercatori mettono in relazione la presenza dei Filistei alle imprese dei Popoli del mare, una misteriosa confederazione di tribù che, secondo fonti storiche egizie e non solo, avrebbe creato scompiglio nel Mediterraneo orientale alla fine della tarda Età del bronzo, nel XIII secolo e all’inizio del XII secolo a.C. Ora, uno studio pubblicato di recente su Science Advances, che fa seguito alla scoperta senza precedenti, nel 2016, di un cimitero nell’antica città filistea di Ascalona, lungo la costa meridionale di Israele, fornisce uno sguardo affascinante sulle origini e sull’eredità genetiche dei Filistei. La ricerca sembra sostenere la loro origine straniera, ma rivela inoltre che questo popolo di “cattivi” finì per mescolarsi con le popolazioni locali, attraverso la celebrazione di matrimoni misti. Lo studio ha analizzato il DNA di dieci serie di resti umani recuperati da Ascalona risalenti a tre diversi periodi: un cimitero della media-tarda Età del bronzo (circa 1650-1200 a.C.), che precede la presenza dei Filistei nell'area; sepolture infantili risalenti alla fine degli anni 100 del 1000 a.C., in seguito all'arrivo dei Filistei nella prima Età del ferro; e individui sepolti nel cimitero filisteo nella tarda Età del ferro (X e IX secolo a.C.). Il DNA estratto dagli individui sepolti nel cimitero suggerisce che i Filistei erano soliti contrarre matrimonio con persone al di fuori della comunità. Secondo i ricercatori, i quattro campioni di DNA della prima Età del ferro, tutti provenienti da neonati sepolti sotto le case dei Filistei, includono in proporzione nella loro firma genetica una maggiore discendenza europea (circa il 14%) rispetto a quanto avviene nei campioni pre-filistei dell’Età del bronzo (dal 2 al 9%). Se è vero che le origini di questo pool genico europeo restano delle ipotesi, l’applicazione dei modelli di studio in regioni come la Grecia, Creta, la Sardegna e la penisola iberica potrebbero fornire delle risposte certe. Daniel Master, direttore della Leon Levy Expedition to Ashkelon, fra gli autori dello studio, considera i risultati dello studio la “prova diretta” a sostegno della teoria secondo cui i Filistei fossero in principio migranti provenienti da Occidente che si stabilirono ad Ascalona nel XII secolo a.C. “È coerente con i testi egiziani, e non solo, che abbiamo osservato, ma anche con il materiale archeologico”. Ciò che i ricercatori trovano ancora più insolito è che questa specifica “deviazione europea” scompare rapidamente ed è presente in modo poco significativo dal punto di vista statistico nel DNA estratto dai campioni di studio provenienti dal cimitero di Ascalona solo pochi secoli dopo le sepolture infantili. Le sepolture successive dei Filistei hanno firme genetiche molto simili a quelle delle popolazioni locali che vivevano nella regione prima dell’arrivo dei Filistei. Questo piccolo balsamario, o contenitore per unguenti, fu posto nella sepoltura di un Filisteo adulto vissuto nel X o nel IX secolo a.C. “Siamo riusciti a fotografare il trasferimento di persone che dall’Europa meridionale arrivavano ad Ascalona”, afferma Michal Feldman, esperto di archeogenetica del Max Planck Institute, fra gli autori dello studio. “Tale trasferimento si arresta molto rapidamente nell'arco di 200 anni, probabilmente perché i Filistei iniziarono a contrarre matrimoni con le popolazioni locali, con l’effetto di affievolire la firma genetica”. “Per oltre un secolo la provenienza dei Filistei è stata al centro del dibattito”, afferma Eric Cline, archeologo non coinvolto nello studio, attualmente impegnato in uno scavo nel sito cananeo di Tel Kabri. “Adesso abbiamo la risposta: l’Europa meridionale, e probabilmente, più nello specifico la Grecia, Creta e la Sardegna. Ciò è coerente con quella che in precedenza sembrava la risposta più plausibile, soprattutto a giudicare dai resti archeologici”. Aren Maeir, archeologo che dirige gli scavi nella città filistea di Tell-es-Safi, la biblica Gath, non coinvolto nello studio, mette in guardia rispetto a un’eccessiva semplificazione della storia dei Filistei, e chiama questi “cattivi" della Bibbia 'un groviglio di genti', o un gruppo transculturale, costituito da persone di diverse origini”. “Sono pienamente d'accordo sulla presenza di una significativa componente straniera tra i Filistei nella prima Età del ferro, ma sono anche convinto che fosse costituita da individui di origine diversa e, aspetto non meno importante, che si mescolò con le popolazioni locali levantine a partire dalla prima parte dell'Età del ferro”, afferma Maeir. A differenza delle popolazioni locali vicine, i Filistei venivano sepolti con pochi oggetti funerari, come un gioiello o brocchette di argilla per unguenti. Per Master, la cosa più interessante è il fatto che, nonostante la rapida assimilazione genetica subita dai Filistei, questo popolo rimase un gruppo culturale distinto e chiaramente identificabile rispetto ai loro vicini per più di cinque secoli, fino alla conquista dei Babilonesi nel 604 a.C. “È piuttosto interessante osservare come il mix genetico dei Filistei sia cambiato così rapidamente”, osserva l’archeologo. “Facendo affidamento soltanto sui testi ebraici, si penserebbe invece che nessuno avrebbe mai voluto mescolarsi con loro”. http://www.msn.com/it-it/notizie/tecnologiaescienza/nel-dna-lorigine-dei-filistei-misterioso-popolo-biblico/ar-AAE1Gv0?ocid=ientp
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  11. Mi sono permesso di cercarti su Facebook e inviartela direttamente lì ?? Che era più facile
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  12. Buonasera a tutto il Forum. Controllando il vassoio dei 10 Tornesi di Ferdinando II, mi sono accorto delle differenze in questi due 1835. Oltre le evidenti impostazioni di decoro nel contorno: Uno è con perlinato e l'altro lineare. Ma quello che mi sembrava un 5, sembra riportare delle correzioni..... È stato "chiuso" ? Un particolare accomuna i due rovesci, la Corona Reale presenta la stessa mancanza nella parte centrale superiore. Cosa ne pensate, è un 1835 corretto a 6....? Grazie a chi vorrà rispondere.
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  13. Bello e suggestivo anche il video sul Tollero livornese, bravi!!! Unico suggerimento: essendo anche video divulgativi, quindi in qualche modo anche didattici, che ne dite di fare vedere che le monete vanno maneggiare con guanti? Cmq sempre un plauso!!!!
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  14. Altre immagini...
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  15. Poi c'è questo inerente alla monetazione greca in generale, preso qualche anno fa su ebay in un'asta fortunata...
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  16. ... mi devo ricredere...ad alcune delle mie perplessità e alcuni dubbi sulla presentazione... un po' avevo pensato anche male ( mi son detto: questi stanno cercando info per produrre/imitare quale esemplare..!!!) . A mio modesto avviso avete fatto un ottimo lavoro di archeologia sperimentale. Ne pronoto 1 esemplare?
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  17. erano sincronizati al massimo, fortunato allora ascolterai della buona musica, io di mio amo anche i ritmi Afro Brasigliani ecc, hai visto tutte quei concerti di Carlos Santana è lo scrivi cosi come fosse niente ahah ha dimenticavo ho visto la tua provenienza scritta, allora se passi da MONCALIERI un saluto da parte mia.
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  18. Ciao !! In attesa di capire come classificare la precedente ...ne pubblico un’altra cercando di capire meglio come classificare i denarini di Pisa secondo il libro della Prof.ssa Baldassarri. Questo denaro : peso : 0.49 gr ,diametro :16x14 mm, dimensioni della F 6x5 mm. F in contorno perlinato ,mistura con tondello brunito e Pisa intorno ad anelletto. Potrebbe essere una FIV1 oppure una IV5 ? Oppure sono ancora troppo inesperto e ho sbagliato a classificarla ? Grazie !!
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  19. Affascinante l'ipotesi da te avanzata @Rocco68. Anche tra i mie 10 tornesi il peso (ed anche lo spessore) varia da 27 a 33 grammi... Escluderei un tentativo di "frode" da parte degli addetti della zecca, in quanto, se ciò è avvenuto, il metallo prescelto sicuramente non era il rame... Avendo a disposizione metalli più preziosi... In più, da sottolineare che, e proprio nelle monete in rame che c'è maggiore differenza di peso e quindi di spessore. Tempo fa postai due pezzi da un tornese e mezzo del 1854: uno era la metà dell'altro...
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  20. Ciao @pandino, per " monete del passato ", alludevo alla differenza di qualità di metallo tra l'acmonital delle Lire della Repubblica e il rame - nickel dell'Euro. Il primo lo trovo nettamente superiore, poiché avendo l'intera collezione in acmonital ( rigorosamente circolate ) delle Lire Repubblicane e lo stato conservativo del metallo è migliore ( sto parlando di quasi 2500 pezzi di tutte le annate ) dei nostri Euro che circolano da 17 anni, facendo passare in secondo piano il tipo di finitura ( che non migliora la qualità del metallo, è solo un trattamento estetico ) a cui viene sottoposta. Buona Serata
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  21. Ciao e bentornato nel forum! Se posso chiedere in che paese hai vissuto per tutti questi anni? Particolare poter conoscere una persona che colleziona banconote euro.
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  22. No perchè è la storia di Venezia 1996. Se ti interessa cerca Enciclopedia Treccani: Il Rinascimento Monete e banche nel secolo del Ducato d'oro. Capitolo VI Interessante. Parla di tutto il 400 ed anche dei nostri amici Foscari e Tron.
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  23. Ciao a tutti gli amici del forum, dopo un'assenza di circa 5 anni passati all'estero,con molto piacere scrivo nuovamente sul forum. Molto è cambiato in meglio vedo....Complimenti ai Curatori. Sono un Collezionista da parecchio tempo di banconote Euro, vorrei se mi è permesso esprimere il mio pensiero riguardo un hobby cosi bello e interessante. Vedo che qui alcune persone chiedono informazioni riguardo il valore di una determinata banconota...si chiede se è rara o meno . Dico soltanto che le banconote rare della prima emissione cioè le Duisenberg, difficilmente si troveranno in circolazione in qualità alta tale da interessare un Collezionista. Ne deriva che anche nell'eventualità di un ritrovamento dove magari una banconota circolata dove un catalogo la quota in un certo modo, difficilmente riuscireste a venderla, per il semplice fatto che se un Collezionista ha una collezione in FDS, non metterebbe mai una circolata in collezione, a meno che non sia una RRRR. Invece vorrei consigliare a chi ha voglia di collezionare di iniziare magari con le nuove emissioni, collezionando soltanto FDS, solo queste acquisteranno valore collezionistico. Si può scegliere il tipo di banconote da collezionare... io ho scelto i valori di 5-10-20 Euro Duisenberg di tutti i Paesi Europei,più le banconote Euro Italiane dalle Duisenberg fino a Draghi. Penserete che è molto impegnativo, si lo è, ma la collezione ha 17 anni, adesso iniziarla non avrebbe senso, perchè le Duisenberg sono molto quotate. Per questo il consiglio di cui sopra.... iniziate piano piano e quando potete acquistate una banconota nuova. Ricordate la collezione è uno studio che nel tempo vi appassionerà. Scusate se qualcuno si sia sentito offeso, non era questo quello che volevo trasmettere. Sono disponibile a tutti coloro che mi chiederanno delle info riguardo le Duisenberg o altro, sempre nella speranza che qualcuno davvero si appassioni. Grazie a tutti
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  24. Ciao @skubydu, come noterai sul listino one Line , non c’è più il lotto 90 Kentoripinon, che qualche settimana fa ho segnalato alla Bertolami che si trattava di un falso, al che è stata rimossa. Qualche altro bronzo ( Henna, Lipari Hemilitra, Petrinon, Morgantina) lasciano dubbi seri. Il bronzo di Henna, con il clone postato da te è evidente che possa trattarsi anch’esso di una copia. Era nata una discussione sull’Hemilitra di Lipari, se si fosse trattata di un prototipo o di un’altra copia. Qui è molto importante la visione dal vivo è proprio ieri sera ho chiesto al Direttore di “ perderci “ un po’ di tempo a una visione accurata. Ho anche apprezzato , l’arrivo di alcuni bronzi di qualità genuini (esempio il lotto 38 Agyrion)
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  25. Buongiorno a tutti, Mario @dabbene a volte me lo chiedo anche io se alcune discussioni sono troppo semplici e riduttive, ma poi penso come te, è pur sempre un modo, anche piacevole, di fare condivisione e al tempo stesso divulgazione. Ognuno nel suo piccolo porta qualcosa, come ad un pranzo dove ognuno porta una pietanza, chi il pane, chi il salame, e poi sicuramente chi può di più porta i dolci. ?
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  26. Credo che ci sia un collegamento fra peso dei tondelli delle singole liberate con i simboli sotto il busto e le varianti. Il pezzo che pesa 33,10 riporta come simbolo la stella a 6 punte con foro al centro. Il pezzo che pesa 26,50 è della Variante: SICLIARVM l'altro esemplare riportava 28,34 grammi di peso, anche lui sottopeso. La mia comunque resta solo una ipotesi, non potendo visionare e pesare tutto il materiale giunto a noi. Può essere che i tuoi due 1857, anche riportando lo stesso simbolo.... Provengano da due diverse liberate in cui i tondelli furono ricavati da verghe aventi diverso spessore..... e quindi il loro peso risulta differente.
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  27. Anche in questo caso rinnovo i complimenti, dovrebbe essere la tipologia di banconota meglio messa come condizioni . Nel crapanzano la porta a 8500 in SPL e non da riferimenti per il SUP. SUP credo che possa tranquillamente valere il doppio ps. Mi regali un tuo doppione? ?????
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  28. Buongiorno Giuseppe, Riguardo alle differenze di peso negli stessi nominali, cercherò di dare un minimo di spiegazione con la ricerca che ho effettuato su alcune mie monete. E per le monete che presentano 2 grammi in più, come il mio pezzo da 33,10.... Su 1000 monete ci avranno perso 2 kg di rame circa. Come avevo accennato in un post precedente, alcuni miei 10 Tornesi presentano sbalzi notevoli di peso.... Sia in più che in meno rispetto al peso "standard". Preciso che le monete sono in conservazione dal BB in più, quindi il peso inferiore non è dovuto ad usura. Prendo ad esempio i 10 Tornesi del 1819 di Ferdinando I
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  29. Sciopero generale da tutte le aste con monete 'sospette'.
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  30. AVGSTA è un altro elemento particolarmente strano. Da controllare de visu. Arka Diligite iustitiam
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  31. Infatti, è la stessa cosa che ho pensato. Anni fa mi regalarono il 10 Centesimi, abbastanza circolato, ma era la sola moneta del Cinquantenario che avessi; ora ho deciso di andare direttamente all'esatto opposto, prendendo il pezzo più prezioso fra i quattro. Più in la spero di mettere le mani sullo Scudo e sul 2 Lire. Non vedo l'ora che mi arrivi!
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  32. Ragazzi che meraviglie!! Complimenti!!
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  33. Domani lo aggiungo alla mia collezione!
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  34. sabato sono andato a Palmanova, a vedermeli (ascoltarmeli) nel loro cinquantesimo genetliaco. Era bello vedere quanti fricchettoni anziani (come me) erano accorsi per ascoltare questi superbi musicisti. Per chi non c'era, la situazione era più o meno questa: Questa invece nella realtà:
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  35. Pubblicato ora il diciannovesimo video sul canale YouTube del Cordusio, questa volta si parla del Tollero per Livorno con la Fortezza, buona visione https://www.youtube.com/channel/UCAKbdRcMho3IJwDgKcSwezQ
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  36. L'accostamento @Legio II Italica tra il Giano latino e la testa 'gianiforme' greca è da articolare un poco . Il Giano latino dovrebbe essere una singola persona con una testa a doppio viso : per la moneta greca di Tenedos al mio post 2, si interpreta una singola testa nella quale si raccolgono due distinte persone, forse Tenos e Filonome . Nel tempo, verso la fine dell'Ellenismo, la testa 'gianiforme' che contraddistingue dall'inizio tutta la monetazione di Tenedos, viene anche interpretata come Zeus con Hera . Vale anche un cenno che la monetazione di Tenedos (isola in qualche modo accostata al mito della fuga dei superstiti Troiani verso occidente) ha costantemente al rovescio la figura di una scure bipenne : arma spesso sacra o sacrificale, che si potrebbe anche definire di aspetto 'gianiforme' .
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  37. Due passi della letteratura latina nei quali si parla di Giano , Virgilio nell' Eneide lo cita a proposito dei profughi troiani arrivati nel Lazio alla ricerca delle origini , ricordando che Giano aveva regnato in Italia prima di Saturno e di Giove . Anche Ovidio , nei Fasti e nelle Metamorfosi , dice che Giano dimoro' sul Gianicolo venerato dagli Aborigeni come divinita' solare e lunare che poteva vedere il passato e il futuro . Sul Gianicolo , Giano si sposo' con Camese e Venilia , dalle quali ebbe numerosi figli e qui fu anche sepolto . Giano italico
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  38. Buongiorno Legio... grazie mille del complimento!! A proposito della lega.... che ti devo dire... me l'hanno garantita come bronzo... ma potresti anche avere ragione tu. Appena possibile posterò qualche foto un po' migliore. Un caro saluto..
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  39. Meritevole, forse, di un accostamento a questo interessante post, una bellissima, estremamente rara didramma del VI^-V^ sec. AC. con una superba testa bifronte maschile/femminile di stile arcaico maturo : battuta nell'isola di Tenedo antistante al sito dell'antica Troia .
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  40. Un consiglio sempre in tema Travaini per chi ama i ritratti, le iconografie nel tempo “ I capelli di Carlo il Calvo , indagine sul ritratto monetale nell’Europa medievale” bella lettura per me importantissima !
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  41. La seconda con HIER. con il punto.
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  42. Buona domenica a tutto il Forum. Condivido in questa bella discussione dell'Amico @ferdinandoII le mie due Piastre del 1853 HIER senza punto
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  43. Secondo una descrizione più dettagliata del gettone da 18½ Cents, questo è stato emesso a Ceylon dopo il passaggio alla valuta decimale. J Allemakkoon, Colombo, Ceylon 187? - 18½ Cents A 18½ Cents token issued by J. Allemakkoon, of Colombo, Ceylon after change to decimal currency. Details of issuer not traced. SPECIFICATIONS Denomination pence Alloy Brass Diameter 24 mm Thickness mm Weight 3.72 gms Shape round Edge Milled DieAxis O° Issue Lowsley #Unlisted Pridmore #1 Obverse : J ALLEMAKKOON COLOMBO CEYLON along top periphery within beaded circle inside raised rim. Reverse : 18½ CENTS at center within beaded circle inside raised rim. Reference * The Coins of British Commonwealth of Nations to the end of the reign of George VI 1952 Part 2 - Asian Territories by F. Pridmore Spink & Son Ltd., 1965.
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  44. Se ti interessa una determinata zecca, inizi a conoscerla e studiarla, ne collezioni le monete, la studi, osservi ogni esemplare che appare in vendita, .... acquisti le monete di tuo interesse, le conosci, conosci la zecca per quanto lungo sia stato il periodo della sua attività, .... tocchi le monete di quella zecca, ne apprendi il peso, la consistenza, il colore, impari a capire di quale sia stato il tenore d'argento, .... noti lo stile e distingui le varianti stilistiche, .... cominci a distinguere le mani dei vari incisori su uno stesso tipo di moneta, ....... Studiare ogni lavoro pubblicato su quella zecca. Vedere gli errori fatti nelle catalogazioni. Avere in mano le monete, guardarle, toccarle, palparle, ..... Col tempo ti basta dare una semplice occhiata ad una moneta presentata in foto per "capirla", notando subito le eventuali incongruenze, le possibili varianti dalla tipologia più comune.
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  45. Direi banalmente che per riconoscere un esemplare sconosciuto devi innanzitutto avere una buona padronanza del "conosciuto"!
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  46. Ciao a tutti, è con grande soddisfazione che condivido con Voi uno degli ultimi acquisti che è entrato nella mia collezione di testoni. CLEMENTE VII (1523-1534), Roma - Quarto di Ducato (Munt 30, CNI 160). D/: Stemma a targa gigliato . CLEMENS . VII . - . PONTIF . MAX . R/: . Q // VAR // T . // DVC // segno di zecca non identificato (F su crescente lunare). T/: liscio Peso: 8,91 gr. Note: ex Varesi 71, n° 340. E' l'esemplare illustrato sul MIR. Il periodo di coniazione di queste monete è quello dell'anno terribile del “Sacco di Roma”, che va precisamente dal 6 maggio all'8 dicembre 1527. Furono battuti a Castel Sant'Angelo, dove il pontefice si era rifugiato a seguito della presa di Roma da parte dai mercenari al soldo degli Imperiali. Il sacco della città ebbe proporzioni disastrose. Nella prima giornata di scontri 6.000 romani persero la vita in difesa dell'Urbe, mentre altre 2.000 persone, che avevano cercato scampo sulle imbarcazioni del Tevere, affogarono nel fiume quando queste, stracariche, si capovolsero. La popolazione della capitale da 90.000 abitanti si ridusse a poco più di un terzo, 20.000 furono passati per le armi, 10.000 abbandonarono la città ed altri 30.000 morirono in seguito alla peste causata dal sacco. Nulla si salvò dallo scempio dei Lanzichenecchi, non le donne che ebbero a subire violenze inenarrabili, non i palazzi ed i monumenti; ogni casa fu saccheggiata e le chiese profanate. Le stanze del Vaticano, con gli affreschi del Raffaello, del Botticelli e di Michelangelo furono trasformate in corpo di guardia. Innumerevoli le opere d'arte che andarono perse per sempre nella furia di quei giorni; la statua del Laocoonte venne fatta a pezzi. Solo castel Sant'Angelo, l'antico sepolcro romano fatto costruire dall'imperatore Adriano, già fortificato fin dal V secolo e da poco restaurato e rinforzato, resistette all'assedio posto dai Lanzichenecchi, che furono sempre respinti dalle artiglierie. Agli Imperiali, che avevano scavato tutto intorno al mausoleo una trincea servendosi dei prigionieri, non rimaneva altro che attendere che la penuria di cibo e la peste aprissero le porte della fortezza. Il 5 giugno il pontefice dovette cedere e le condizioni della resa furono durissime: oltre al pagamento di circa 400.000 ducati, della decima di tutti i beni ecclesiastici nelle terre di Carlo V e la consegna agli Imperiali di Ostia, Civitavecchia, Modena, Piacenza, Parma e Forlì, fu deciso di tenere in ostaggio tre Cardinali e altrettanti parenti stretti del papa e la reclusione di questo ultimo in Castel Sant'Angelo sino al completo pagamento del riscatto. Benché il pagamento fosse avvenuto entro agosto, papa de' Medici rimase prigioniero per sei mesi durante i quali furono fusi arredi sacri in oro ed argento per far fronte alle continue richieste di denaro da parte degli occupanti. Clemente VII riuscì a fuggire dal Castello la notte dell'8 dicembre travestito da servitore. Il giorno successivo la fortezza venne riconsegnata al Legato Pontificio. Il 17 febbraio 1528 gli Imperiali decimati dalla peste mossero alla volta di Napoli. Le monete emesse in tale contesto furono battute utilizzando argento di fortuna ricavato dalla fusione degli arredi sacri, vasellame e reliquie. Le testimonianze dell'epoca ci confermano questa straordinaria battitura per il pagamento del riscatto del pontefice. Un autore, il fiorentino Domenico de' Rossi, compagno di prigionia del papa, nelle sue "Memorie Storiche" così scrive della capitolazione del pontefice: "...Il primo capo fu, che Sua Santità pagasse 400.000 Ducati all'esercito Cesareo in tre paghe, cioè 100 mila presentemente, 50 mila tra venti giorni, cioè per tutto il giorno 26 dello stesso mese di giugno, e li restanti 250 mila fra due mesi prossimi etc. Furono chiamati in Castello gli Zecchieri e immediatamente datogli l'oro e l'argento, che vi era dentro rifugiato, ne furono improntati i 100 mila Scudi promessi e presentemente pagati; gli altri 50 mila li andavano mettendo insieme, di candelieri, croci, vasi ed ornamenti di Reliquie, quali fatti improntare con le teste di S. Pietro e Paolo , e con l'arme di Sua Santità, furono similmente pagati a quelle insaziabili turbe". Questa moneta racchiude uno straordinario fascino storico-numismatico, proprio in relazione agli avvenimenti e le modalità che portarono la sua produzione. Recentemente sono stato a Roma, e ho avuto modo di visitare Castel Sant'Angelo... Il sapere di passeggiare attraverso le stanze e i corridoi che in quel terribile 1527 vennero calcati anche da Clemente VII e dalla sua corte, devo dire mi ha appassionato ed emozionato molto! In questa occasione ho scattato due foto del "Passetto" (purtroppo chiuso per restauro e quindi non percorribile), che mi hanno riportato con l'immaginazione alla rocambolesca fuga del papa dal castello, davvero bellissimo e che vale assolutamente la pena di visitare. Michele
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  47. L’ho trovato in una libreria di libri usati, mi e’ sembrato interessante anche per ampliare gli orizzonti, Monete lucane e bruzie nel Museo di Catanzaro di Giovanni Bruni, una bella prefazione di Arslan, edizione fuori commercio della Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, stampato nel 1977, ritengo edizione limitata e numerata perché riporta il numero 109, tante belle immagini di Monete ....
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  48. Non si vive di sole monete...ci sono anche i libri sulle monete! Ecco un'altra opera bramata da tempo e acquisita a buon prezzo, è dei primi anni ottanta ma è ancora molto importante, altre opere complessive sulla monetazione antica calabrese non ne esistono...
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  49. Questa discussione mi intriga sempre, è un pozzo senza fondo!! Visto che ho giusto qua sul tavolo l'ultimissima new entry... -Delle monete de' Veneziani, dal principio al fine della loro Repubblica, parte prima [ed unica], Venezia 1818 P.S. con legatura coeva in mezza pelle!!!
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