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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 07/07/19 in tutte le aree
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Ciao, antoniniano di Filippo I ? obv: IMP C M IVL PHILIPPVS P F AVG PM - radiate, draped & cuirassed bust right. Seen from behind. rev: VIRTVS EXERCITVS - Virtus standing right, holding spear & resting hand on shield. RCV.8977 - RIC.71 (S) - RC.2585 - C.243 (3 fr.) - MRK.74 /32 Ciao, Illyricum2 punti
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Buonasera e buona domenica a tutti. Mancava il millesimo 1831 nella mia raccolta di Piastre Napoletane. Dopo anni di continue ricerche sul noto sito ho trovato un esemplare che, secondo i miei canoni, era quasi in perfetto equilibrio tra prezzo e conservazione. La disponibilità e la cortesia del venditore poi hanno fatto si che la trattativa finisse a buon fine. In effetti la moneta qualche difetto lo ha, ma appena arrivata a casa, è subito entrata nella lista delle mie preferite. Peso e diametro nella norma. Ecco le foto.2 punti
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Opera che prima della vendita non è che fosse tanto ricercata dal governo egiziano Sul reperto che pare avere una provenienza "discutibile", penso alla fortuna degli scopritori , trovare una testa somigliante a un faraone sconosciuto o quasi fino al "tesoro", faraone poi diventato famosissimo. Essendo cattivo mi chiedo quasi se non sia uno di quei quadri di "scuola napoletana" del 600 che diventano Ribera o Giordano a seconda dell'importanza del venditore o di qualche compratore "interessato".2 punti
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Uhm... al momento non saprei se è possibile fare ipotesi su queste emissioni se non basate sulla sensazione (P=PISA?), al più mettere su carta quello che ormai vediamo da anni sul Forum, cioè che queste monete esistono. Personalmente non ho molto tempo a disposizione per farlo, e direi neanche le capacità. Se qualcuno volesse cominciare, però, sono disponibile per eventuali integrazioni/revisioni.2 punti
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Buona domenica a tutto il Forum. Condivido in questa bella discussione dell'Amico @ferdinandoII le mie due Piastre del 1853 HIER senza punto2 punti
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Io penso che Gotifredo, mettendo le piccole lettere GOTI sul libro, e Pellegrino con PILI abbiano già cercato un escamotage per difendersi legalmente dalle proteste del vescovo salisburghese. Evidentemente non è stato sufficiente e Pellegrino ha dovuto sottostare all'ordine della Dieta imperiale e coniare monete di stile diverso. Quelle "Bernardi 9". Poi si è arrivati alle "Bernardi 10" con QVI in nesso, ma c'è stato un passaggio prima di raffinare la tecnica e coniare monete scodellate. Per questo penso che tutti questi cambiamenti non siano stati fatti in un anno o due.2 punti
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taglio 2 euro paese San Marino anno 2017 tiratura 600.000 condizioni spl città Milano taglio 2 euro paese San Marino anno 2019 tiratura ?? condizioni spl+ città Milano2 punti
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Buonasera a tutti, girovagando per il sito della Bank of Cyprus Cultural Foundation (www.boccf.org) e della sua bellissima collezione numismatica che vi suggerisco di spulciare, mi sono imbattuto finalmente nei fantomatici "ferlini", ossia, da quel poco che so, monete (?) battute sull'isola poco prima del famigerato 1571 (le schede riportano infatti 1567-1570). In realtà non sono considerate ufficialmente monete (e non vengono infatti riportate in nessun testo) ma degli oggetti monetati verosimilmente in piombo, sul sito si legge lead token. Tessere? Oppure semplicemente emissioni di necessità? Nella collezione ne sono catalogati cinque, emessi a nome di Veneziani (e non) presenti sull'isola poco prima della sconfitta: Podocataro, Barbaro, Martinengo, Querini e Conte di Tripoli. Di seguito, nell'ordine, le immagini relative. Io ammetto che non le avevo mai viste, mi piacerebbe sapere se qualcuno ne sa di più. A voi il giudizio.2 punti
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Buonasera a tutti, ultimo arrivato nella Famigliola Borbonica Collezione Litra68, il mio modesto ma tanto desiderato 4 cavalli 1789 cifre divise.2 punti
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Ciao prima di tutto come detto in precedenza bisognerebbe vedere da che tipo di moneta di moneta è stato fatto il calco e il suo peso reale, da qui puoi vedere esattamente la diversità di peso, poi influisce in maniera fondamentale il preso specifico della lega usata per la fusione, una differenza notevole si avrebbe se un originale è coniato e la copia fusa, in quanto la prima ha avuto una compressione di volume dovuta alla coniazione mentre la seconda no, ha solo riempito uno spazio vuoto, é per questo che le copie di monete false risultano più leggere dell'originale. Influisce anche se in maniera opposta opposta ( dovrebbe risultare più pesante ) il metodo di fusione e di riempimento dello stampo ,che è stato usato, visto che quelli moderni tipo induzione e centrifuga fondono meglio il metallo e lo compattano maggiormente. Però senza una foto della moneta non si può dire niente con esattezza. Calchi in gesso di monete ne abbiamo anche noi al centro numismatico e sono di monete trovate in valle molti anni fa, che un numismatico ci ha regalato. Silvio2 punti
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Innanzitutto "bel marenghìn" alla piemontese ! Riminiscenza sui "marenghìn": durante gli anni 1943-45 nelle Langhe la guerra civile infuriava. Una delle questioni più spiacevoli era che ( se non ti bruciavano la casa ) , ti requisivano tutto ( vitelli, farina vino, galline etc ). In pratica non avevi da mangiare. Mia bisnonna materna (essendo a quel tempo contadini ma proprietari di cascina e quindi...relativamente "abbienti" ) ricevette in dote un paio di Kg di "marenghi" (!). Di fronte alla situazione instabile, li nascose in un paiolo dove raccoglieva le... deiezioni del pollame e dei conigli. Non c'era da mangiare, anche perchè ogni tanto i miei famigliari nascondevano un gruppo di partigiani che era braccato dai nazi-fascisti. Quindi, quando il cibo mancava, prendeva una moneta ed andava al " mercato nero" a comperare il necessario per sfamare la propria famiglia "allargata". Così sono sopravvissuti tutti, anche se i " marenghìn" sono spariti quasi tutti. Metto uno dei "marenghìn" del paiolo...lavato ☺️ 1865: anno importante per la storia e la scienza. Scelgo, da medico, Joseph Lister e l'introduzione dell'antisepsi che ha salvato milioni di vite. Ma anche l'enunciazione delle Leggi sull'ereditarietà di Mendel.2 punti
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Buon fine settimana a tutti. Ultimo arrivo in collezione: Grano Cavalli 17982 punti
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Grazie per averle condivise, sono comunque dei gran pezzi di storia. Le date sono illeggibili per le foto sfuocate. I 3 Cavalli sono i nominali più difficili da collezionare e da studiare, per la loro difficoltà a reperire in ottima e leggibile conservazione.. Questo è il gruppetto che sono riuscito a riunire in tanti anni, incompleto per alcune varianti mancanti. Spero vi piacciano.2 punti
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Buonasera a tutti, non sono presente molto "fisicamente" nel forum ma sono un appassionato collezionista da oltre 20 anni, ne avevo meno di 18 quando cominciai... Volevo renderVi partecipi del mio ultimo acquisto ?1 punto
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Ciao a tutti, il XVII secolo per Napoli fu terribile ( rivolte, peste, eruzione del Vesuvio), ma la monetazione di FIlippo IV è decisamente interessante. Ho aggiunto in collezione un tarì del 1623 con sigle B e C più raro di quello coniato nel 1622. Saluti Eliodoro1 punto
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In asta Leu c'è questa moneta di Poseidonia che reca le lettere FIL sotto il toro. Cantilena-Carbone registrano questo esemplare ipotizzando si tratti dell'incisore. Ho letto Kraay. che registra tale moneta, ma - se non ho letto e visto male le tavole - al diritto indica un conio diverso dalla moneta in asta. In particolare questa moneta sembra avere il conio indicato da Kraay come D/7, mentre Kraay accoppia a conio R/7 (quello con FIL) il conio D/6. Premesso che posso aver sbagliato o visto male, e di ciò mi scuso in anticipo, è possibile che a una moneta conio R/7 (FIL) corrisponda al diritto un conio diverso da quello segnalato da Kraay? E, in generale, che ne pensate di questa moneta? Grazie di ogni vostro commento1 punto
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SAMARIA. Circa 375-333 BC. AR Hemiobol (0.21 gm). Estimate $600 SAMARIA. Circa 375-333 BC. AR Hemiobol (0.21 gm). Forepart of winged bull right / Nude boy crouching facing, holding a bird by the neck. Meshorer & Qedar 121. VF. ($600) A completely enigmatic reverse type https://www.acsearch.info/search.html?id=1443571 punto
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Prego, il simbolo si legge "lei" ha a che fare con il tuono quindi dovrebbe avere a che fare con qualche divinità taoista probabilmente Leigong legata a questo elemento. Se sei interessato e tradurre dall'inglese non è un probema poi trovare informazioni generiche su queste "monete talismaniche" daoiste (o taoiste) qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Chinese_numismatic_charm#Taoist_charms ti renderai conto che è un argomento vasto. Qui, purtroppo sempre in inglese, quelli legati al dio del tuono Leigong: https://en.wikipedia.org/wiki/Lei_Ting_curse_charm comunque a scanso di equivoci sottolineo che non sono un esperto, mi piace fare ricerche.1 punto
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Mi dispiace rispondere così presto, così mi limito ad indicare l'area in arabo: السامرة1 punto
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Grazie Rocco68, le invio i dati: Diam 38 mm entrambe ( circa, non ho un calibro ). Peso ( bilancia elettronica precisa) : 29,04 ( ! ) quella superiore - 31,12 quella inferiore con il colpo sul bordo a ore 10 ( sembra più spessa anche solo visivamente ). A questo punto penserei che quella superiore è falsa (Montenegro riferisce il peso tra 31,15 e 31,18 ). Ma il contorno con le stanghette inclinate, in quella superiore è normale... nell'altra raffazzonato. Cerco di postare la foto e la Ringrazio. Ps: nella foto del contorno il viso del Re è posto inferiormente e quella superiore è a destra.1 punto
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Ciao, a rovescio ci vedo una Vittoria avanzante verso destra. Tipologia abbastanza comune e non credo che la moneta darà molti altri suggerimenti. Giusto per dare un'idea: Ciao Illyricum1 punto
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Mi scuso per il ritardo... posto i miei 10 Tornesi 1857. Non penso abbiano varianti (peccato!). Saluti a Tutti1 punto
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non è la tua ma potrebbe servire per l'identificazione https://www.numisbids.com/n.php?p=lot&sid=1963&lot=843 QING: AE charm, CCH-1934, 57mm, Lei Ling "Daoist curse charm", lei zou sha gui jiang jing / zhan yao chu xie yong bao / shen qing feng / tai shang lao jun ji ji zhi ling "God of Thunder (Lei) clear out and kill the ghosts and send down purity. Behead the demons, expel the evil and keep us eternally safe. Let this command from Lao Zi be executed quickly" // man fishing, VF, ex Daniel K. Ching Collection. The large characters at the extreme right and extreme left are not Chinese but rather Daoist "magic writing". Regarding the very large character on the left, the upper half is "magic writing" for the Chinese character lei which means "thunder" and refers to the "God of Thunder". The lower part is "magic writing" for the Chinese character ling which means "to order" . traduzione con google: QING: fascino AE, CCH-1934, 57mm, Lei Ling "fascino maleducato daoista", lei zou sha gui jiang jing / zhan yao chu xie yong bao / shen qing feng / tai shang lao jun ji ji zhi ling "God of Thunder ( Lei) sgombrare e uccidere i fantasmi e mandare verso il basso la purezza Decapitare i demoni, espellere il male e tenerci in salvo per l'eternità Lascia che questo comando di Lao Zi sia eseguito rapidamente " // uomo che pesca, VF, ex Daniel K. Ching Collection. I grandi personaggi all'estrema destra e all'estrema sinistra non sono cinesi ma "scrittura magica" daoista. Per quanto riguarda il personaggio molto grande a sinistra, la metà superiore è "scrittura magica" per il lei carattere cinese che significa "tuono" e si riferisce al "Dio del tuono". La parte inferiore è "scrittura magica" per il carattere cinese ling che significa "ordinare".1 punto
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Non è stata un'evoluzione, ma una rivoluzione. E le rivoluzioni sono molto più rapide. La tecnica della scodellatura era già ben nota alla zecca di Aquileia, perché avevano già coniato con questa tecnica alcune imitazioni di frisacensi (vedi MEC 12). Arka Diligite iustitiam1 punto
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Buongiorno a tutti e buona domenica, grazie @Rocco68Amico mio, non vedo l'ora di studiarlo per bene, farò un bel servizio fotografico che con piacere condividerò. ?1 punto
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Buongiorno @Litra68, sono contento che questo 4 Cavalli sia il primo e "tanto desiderato" come scrivi. Discutevamo tempo fa con un caro Amico sui presunti due punti dopo il numerale IV : Appena ti arriva, potresti fare e condividere nuove foto della moneta? Ancora complimenti per questo tuo nuovo emozionante nominale. Saluti, Rocco1 punto
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Sono sempre cinque "linee di coppi", semplicemente "visti" ed incisi con una prospettiva diversa.1 punto
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Si tratta di una dramma di Parion, nella Misia, databile al 5° sec. a. C., che raffigura sul diritto la Gorgone di fronte, con la lingua sporgente. Un esempio in https://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=3529431 punto
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Buonasera, restiamo in casa Savoia ma ci spostiamo nel 1886, posto la 2 lire argento Umberto I millesimo 1886 collezione Litra68. Re Umberto ricordato da alcuni come Re Buono per il suo operato durante il Colera a Napoli, per la promulgazione del codice Zanardelli apportando importanti innovazioni come l'abolizione della pena di morte, e da altri criticato per il suo forte conservatorismo e l'avallo per la repressione dei moti popolari del 1898. Il 1886 è stato un anno pieno di interessanti avvenimenti, alcuni dei quali sono ancora attuali nella nostra vita di tutti i giorni e dell'infanzia. Cito la realizzazione della prima automobile da parte di Karl Benz chiamata Velociped. L'inaugurazione della statua della libertà, il brevetto della Coca cola e la pubblicazione del romanzo di Edmondo De Amicis il Libro Cuore. Come sempre la fonte delle notizie è il web.1 punto
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Salve a tutti gli utenti del forum contribuisco postando il mio esemplare di 5 tornesi non di eccelsa conservazione ma collezionabile.1 punto
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Continuo con i nominali del 1857 condividendo il mio 5 Tornesi. Questo è il conio del dritto che riporta la legenda più vicina al bordo, Per tanti anni definito e riportato come "testa piccola".1 punto
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AVVISO : Offrisi due o tre pagine del Gazzettino per pubblicare ipotesi e sottolineo ipotesi da offrire per ulteriori riflessioni e approfondimenti alla comunità scientifica sulle monete con la P, potrebbe dare ulteriori stimoli per studi e comunque e’ divulgazione ... Certo ci vuole uno o due volontari ... io ci provo sempre ...?1 punto
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Salve @odjob. Innanzi tutto, grazie per il tuo intervento che ho seguito molto attentamente. Permettimi, però, di dissentire con te su alcuni punti, che argomenterò di seguito, perché non sono del tutto corretti. Inizierei lasciando da parte Wikipedia: la ricerca, quella scientifica, passa per ben altre fonti. Per avanzare l'ipotesi dell'esistenza di una nuova zecca, come leggo nel tuo primo post (cito: "Potrebbe trattarsi di una Zecca inedita nel foggiano oppure di una zecca conosciuta tipo Lucera, Siponto (poi Manfredonia) in epoca antica (a.C.) ma di cui non se ne conosce l'operatività nei secoli IX e X della nostra era") servono prove concrete: non necessariamente una zecca attiva in epoca antica (tu dici molto genericamente "a.C.", quindi credo di capire che ti riferisca al periodo greco-romano, almeno fino al I sec. a.C.) rimase in attività anche nell'Alto Medioevo. Mi preme ricordare, quindi, che le zecche antiche, soprattutto quelle del primo Medioevo, non rimanevano aperte ed operative per anni interi con la stessa soluzione di continuità (forse come molti di noi oggi immaginano), ma, al contrario, i periodi di attività erano intervallati da altri periodi, a volte anche lunghi, di stasi e di chiusura (come nel caso della zecca di Salerno dopo Guaimario I). Questi periodi di inattività erano interrotti da nuove riaperture che avevano tempi di durata molto diversi (da pochi mesi a diversi anni, in base alle esigenze dell'autorità politica che ordinava la coniazione). Infatti, nell'Alto Medioevo, i regnanti coniavano in modo discontinuo aprendo o fondando zecche solo all'occorrenza in base alle loro necessità contingenti. Quindi, ipotizzare una continuità di zecca, addirittura nell'ordine di diversi secoli, dal I sec. a.C., se non addirittura precedente a questa datazione, al IX-X secolo mi sembra altamente improbabile. Occorre escludere anche l'ipotetica zecca di Melfi, finora un vecchio "mito" numismatico che ha condizionato l'attività di numerosi studiosi senza che fosse prodotta un'adeguata documentazione che comprovasse concretamente la sua esistenza. Inoltre, la zecca di Melfi, qualora esistesse davvero, fu prerogativa normanna, in quanto loro antica capitale prima della conquista di Salerno, e ricordo che i Normanni non coniarono denari o mezzi denari in argento in Italia meridionale: al contrario di quello che fecero, in realtà, i Longobardi. Anche Melfi, dunque, capitola. Per quanto riguarda la tua affermazione, cito testualmente: " D'Andrea ci parla di operatività della Zecca di Lucera in periodo medievale", dovevi essere più preciso. A quale studio del D'Andrea ti riferisci? Qual è il "periodo medievale" a cui si fa riferimento? Perché, vedi, a me basta rispondere con: "Una zecca fu attribuita a Lucera sia nel 1240 sia nel XV secolo, ma in entrambi i casi l'attribuzione è errata". Tratto da G. Ruotolo, "Lucera", in L. Travaini (a cura di), "Le zecche italiane fino all'Unità", I, Roma 2011, p. 809. Siamo lontani anni luce dal periodo della moneta in esame (X secolo) e non è stata mai provata l'esistenza di una zecca a Lucera a partire dal XIII secolo! Quindi, via anche Lucera! La zecca di Matera l'avevi già tirata fuori in quest'altra discussione: https://www.lamoneta.it/topic/144205-guglielmo-conte-di-puglia/?tab=comments#comment-1652008 e da allora nulla è cambiato su questo fronte. Non credo che occorra citarla all'occorrenza, ogni qualvolta ci troviamo di fronte ad una nuova moneta longobarda o normanna. Poi, sarei curioso di leggere qualche studio scientifico, e sottolineo, che spero tu voglia consigliare a tutti noi in merito a questa zecca finora taciuta dai principali repertori. Sia nel tuo primo che nel tuo secondo intervento mi pare di capire che le abbreviazioni SA-TA siano da sciogliere in SANCTA, con "Maria" sottinteso. Anche qui c'è un refuso, perché, se pure diamo per buona la tua interpretazione, "sanctus. -a, -um" è un aggettivo e in quanto tale può riferirsi, nel nostro caso, a qualsiasi altra santa venerata nella liturgia beneventano-capuana o anche franca: mica solo la Vergine Maria godeva di tale appellativo? E allora, chi è questa "Sancta"? Quali prove ci sono che tale titolo onorifico era rivolto solo a Maria? Se confrontiamo la tua ricostruzione con le altre due monete da me illustrate in figg. 2 e 3 dovresti notare che il titolo "Sancta" è accompagnato sempre e in modo esplicito dal nome "Maria". Per quale motivo il mezzo denaro inedito presentato nel mio saggio dovrebbe riportare solo l'aggettivo/appellativo senza indicazione alcuna del soggetto a cui è riferito, mentre nelle altre serie il soggetto c'è e si legge anche chiaramente? Che poi godesse di particolare venerazione presso i Franchi non dimostra nulla, perché, guarda, molte delle antiche cattedrali longobarde dell'Italia meridionale erano dedicate al culto della Vergine. Dunque, via anche l'interpretazione di "Sancta" [Maria]. Passiamo, quindi, al tuo secondo intervento, il n. 16 di questa discussione. Inizio subito leggendo che il Capodiferro non avrebbe avuto l'autorità per battere moneta a Capua perché spettava all'imperatore. Che i rapporti politici siano stati particolarmente stretti tra i due non vi sono dubbi, così come non vi è dubbio alcuno nell'ingerenza imperiale nella scelta di Giovanni XIII come pontefice, e mi sembra che su questi punti mi sia soffermato abbastanza. Il problema è che su questa serie monetale non leggiamo il nome di Pandolfo I, quanto quelli di san Tammaro, nel nostro caso, e della Vergine negli altri due in figg. 2 e 3. Dunque, emettendo questa serie, il Capodiferro non veniva meno al suo impegno politico con Ottone perché semplicemente l'autorità emittente su queste monete non compariva mediante l'indicazione del suo nome. Altrimenti, dovresti cortesemente contestualizzarmi, in rapporto sia alla politica imperiale tedesca che a quella imperiale bizantina, i mezzi denari capuani descritti in A. D'Andrea-V. Contreras, "Le monete delle zecche minori della Campania", II, Castellalto 2011, pp. 48-54, dal n° 3 al n° 9 e poi in Id., "The coins of indipendent Lordships in Campania", Acquaviva Picena 2015, pp. 45-47, dal n° 30 al n° 36. Sui follari con san Demetrio e quelli attribuiti alla zecca di Bari rimando a L. Travaini, "La monetazione nell'Italia normanna", Zurigo-Londra 2016, p. 11*, n° 203 e 203a. Inoltre, si veda anche L. Lombardi, "Sui follari normanni con san Demetrio", in "QdS del Circolo Numismatico Mario Rasile", LXIX, Cassino 2005, pp. 25-40. In queste due sedi già si possono ravvisare i motivi di queste riattribuzioni di zecca. Non occorre aggiungere altro. Sul culto di san Tammaro a Benevento, invece che a Wikipedia, occorre rifarsi agli studi condotti da A. Vuolo, professore di Letteratura latina medievale e Storia del Cristianesimo all'Università degli Studi di Salerno, e opportunamente citati nel mio saggio, oltre che brevemente riassunti nel mio intervento in questa discussione al n. 4. Per tutto il resto, le ipotesi vanno provate con dati autorevoli alla mano, come mi sembra di aver fatto sia nel mio saggio che in questa sede. Colgo l'occasione per sollecitare l'intervento, qualora avessero voglia e tempo, degli esperti di questa monetazione che, sono sicuro, siano ancora molto attivi in questo nostro spazio virtuale. Credo che così potremmo godere di numerosi e validi spunti di riflessione.1 punto
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DE GREGE EPICURI La serie 38 di Crawford è fusa, semilibrale e il peso dell'asse è tendenzialmente di 132 g. I primi assi coniati si trovano nella Cr. 41, e pesano al massimo 67-70 g. La cosa strana è che nella Cr.41 ci sono anche degli assi fusi, con peso estremamente variabile, come indicato anche dal nostro catalogo (dai 40 g. in su!). Beh, mi pare evidente che la seriazione di Crawford sia probabilmente da revisionare, come in effetti aveva iniziato a fare R.Russo e come sta facendo A. Mc Cabe.1 punto
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Ti sei fissato con 'sti alieni. Non é importante, Dio, Dei, Alieni, Leggi Universali o altro! Non DEVE essere importante ai fini della Verità, no ? Deve essere solo una eventuale conseguenza provata. Non é così semplicistico come l'hai esposta la questione. Scientificamente é una questione di modelli. Il modello o funziona sempre o non funziona. Un modello che funziona "fino ad un certo punto", non é un modello definibile scientificamente attendibile (magari, come dici tu, lo sarà in futuro se basteranno opportune correzioni all'interno di esso, ma se lo dai già per certo che il modello deve essere per forza quello, anche se "funziona sino ad un certo punto, ma POI NO", stai tu facendo un atto di fede). O rimani agnostico, in questi casi, oppure rischi di fare la fine di chi correggeva ad infinitum il modello geocentrico... Che funzionava, fino ad un certo punto! E' tutto qui il messaggio che vorrei passare. Credimi, che più leggi e pià ascolti il mondo scientifico sul tema, e più ti rendi conto che si rendono conto di navigare in acque mooooolto oscure sull'argomento, al momento. La mia speranza e che con l'approfondimento della genetica, si possa arrivare ad un modello che funziona sempre e per tutto, come dovrebbero essere i modelli corretti. Io la chiave di volta la vedo li. Vedremo, forse. Ciauz!1 punto
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Beh, Wallace ricordiamo che era un credente, ed uno anche che faceva delle belle sedute spiritiche. Egli inviò una lettera a Darwin il 18 giugno 1858, quindi prima della sua pubblicazione. Darwin si sentì come ostacolato dal collega poiché le idee di Wallace erano simili alle sue. Si dice che Darwin "fregò" Wallace e lo stesso si arrabbiò, e non poco, gettando fango sull'amico e collega. Tornando ai giorni nostri; George W. Gilchrist della University of Washington , in una ricerca per vedere se ci fossero delle riviste scientifiche che in qualche modo erano contrarie all'Evoluzione e che invece avvaloravano l'idea ci un “disegno intelligente”, conslutò migliaia di riviste. Tra tutte le riviste consultate non ne trovò nessuna. Era la metà degli anni'90. Nel 2013, la stessa cosa fece Barbara Forrest della Sautheastern Louisiana University, e Lawrence M. Krauss della Casa Western Reserve Universtity, riportando esito totalmente negativo. Alcuni antievoluzionisti hanno mandato delle lettere a riviste come “Science” e Nature”, ma nessuno attacca l'evoluzione in sé, ma bensì evidenziano alcuni “problemi” evolutivi. Quindi l'evoluzione non la nega nessuno scienziato che pubblica articoli passanti una revisione fra pari. Le discussioni dei biologi evoluzionisti vertono sui tassi di cambiamento evolutivo, speciazione, rapporti arcaici fra gli uccelli e i dinosauri, gli accoppiamenti fra Homo Sapiens e Denisova e Neanderthal ecc. Molti creazionisti invece estrapolano dai discorsi degli scienziati ciò che va bene a loro per provare le tesi pseudoscientifiche sull'evoluzione. Ma questo avviene anche in campo storico e archeologico. L' Evoluzione funziona, è il Creazionismo che non funziona ed è appeso ad una non voglia di voler capire che l'uomo altri non è che un animale, e per di più discendente dall'Africa. PS non credo a manipolazioni aliene alla Biglino, che reputo una sorta di Ciapanna in versione più colta.1 punto
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Salve a tutti. Ringrazio @dareios it Lorenzo per la presentazione e per aver apprezzato il saggio su questa moneta che mi ha permesso di riscoprire e raccontare una storia che ha avuto interessanti risvolti non solo dal punto di vista numismatico. Confido di riuscire, in queste poche righe, a riassumere in modo efficace il contenuto del mio studio. Veniamo subito alla descrizione dell’esemplare finora inedito (fig. 1): D/ SA sormontato da tratto di abbreviazione. Contorno perlinato. R/ TA sormontato da tratto di abbreviazione. Contorno perlinato. Fig. 1. Si tratta di un denaro, o, come viene comunemente riconosciuto dalla bibliografia tradizionale, un mezzo denaro, in argento dal peso di 0,42 g. con un diametro di 13 mm. Questi dati mi hanno subito permesso di effettuare un paragone con gli altri cosiddetti mezzi denari (tale dicitura è da me usata in senso convenzionale) usciti dalla zecca capuana nel corso del X secolo, poiché molto simili tra loro. A differenza degli altri nominali coniati a Capua, però, il nostro caso presenta la totale assenza del nome di un regnante, come invece si riscontra sul resto della produzione argentea longobarda capuana, mentre reca al suo posto queste due singolari abbreviazioni, evidentemente interconnesse tra loro. Ho pensato che si potesse trattare di un’emissione “religiosa” e la mia ipotesi ha trovato conferma nell’accostamento della moneta in questione con altre due piccole monetine finora note, ed attribuite tradizionalmente alla zecca di Benevento, che recano legende mariane complementari su entrambi i lati (figg. 2 e 3). Fig. 2. Fig. 3. Anche a livello pondometrico è possibile accostare tra loro questi esemplari, poiché rispettano quasi sempre lo stesso range di peso. Ma le analogie non sono finite qui, perché se si nota bene lo stile con cui sono stati tracciati i caratteri si evidenziano molti punti praticamente identici che accomunano queste ultime due monete con quella in oggetto: ad esempio, la particolare forma cuspidata degli apici oppure il modo di rendere la lettera A, dalla forma estremamente squadrata e spigolosa. Inoltre, persino lo stile della perlinatura sembrerebbe avvicinare i tre esemplari. Ho poi notato che la C nella legenda di D/ in fig. 2, dalla forma quasi quadrata, non è stata mai prodotta su nominali di sicura origine beneventana, soprattutto in quei casi dove si è riscontrata la presenza della stessa abbreviazione SCA. Il che mi ha portato a pensare che questi tre mezzi denari formassero una serie unitaria e che non uscirono dalla zecca di Benevento, come finora si è detto e scritto, ma da quella di Capua. Ma per cosa stanno queste due abbreviazioni, SA e TA? Come ho detto prima, la soluzione più probabile, vista anche la serie in cui è inserita, è che si tratti dell’indicazione del nome di un santo. Ho creduto possibile, quindi, sciogliere le due abbreviazioni in SA(NCTUS) TA(MARUS), ovvero san Tammaro. Vi risparmio le poche note agiografiche che si possono reperire sulla figura di questo santo, ma è importante notare come il suo culto sia radicato, e poi da qui si sia diffuso nell’entroterra campano, nelle regioni corrispondenti alla Liburia e alla Terra di Lavoro, accentuando il legame, anche spirituale, tra il nostro esemplare inedito e la zecca di Capua. Da questo punto di vista, la nostra moneta rappresenta anche una delle più antiche testimonianze del culto di Tammaro pervenuteci, per questo dicevo che la sua importanza si estende ben oltre i confini della numismatica. Infine, la particolarità di non presentare nomi di regnanti, né capuani, né beneventani, mi ha portato alla conclusione che fossi di fronte ad una serie monetale estremamente particolare, emessa per ricordare un evento altrettanto importante. La devozione espressa da questi tipi mi ha fatto pensare subito ad un’occasione celebrativa di natura religiosa e solamente un avvenimento ebbe rivolti così profondi da permettere al principe longobardo di Capua-Benevento la realizzazione di nominali sui quali non vi risulti alcun tipo di ingerenza da parte dell’autorità politica in carica: l’istituzione della prima metropolia del Mezzogiorno, quella di Capua, nel 966. Il pontefice allora in carica, Giovanni XIII (965-972), era particolarmente malvisto dalla nobiltà e dal popolo di Roma per via della sua politica filo-imperiale e per le varie lotte che in questo periodo facilmente si scatenavano tra le famiglie aristocratiche romane, sia per il controllo del soglio pontificio, sia per l’acquisizione di beni e terre che, ricordiamo, costituivano la base per un solido potere politico. Giovanni XIII fu quindi vittima di una congiura di palazzo che si trasformò ben presto in rivolta popolare fuori controllo: il papa fu catturato e cacciato da Roma, ma non è chiaro come riuscì a fuggire dal suo esilio in un castello situato sul confine tra Lazio e Campania: l’unica notizia certa è che nel 966 lo si ritrova già a Capua, ospite e protetto di Pandolfo I Capodiferro (943-981). Questi si servì della sua posizione di forza per convincere il pontefice suo ospite a creare una sede arcivescovile a Capua. Pandolfo I aveva realizzato un progetto che i dominatori longobardi di Capua avevano tentato invano di realizzare fin dalla seconda metà del IX secolo. Il primo arcivescovo capuano fu Giovanni, fratello stesso del principe: il potere politico e religioso si trovavano, quindi, riuniti nelle mani di una sola famiglia, il che permise a Pandolfo di serrare il suo controllo sul resto del Principato, soprattutto nelle zone più periferiche, spesso soggette a velleitarie pretese di autonomia dal governo centrale capuano. Con una simile azione, Giovanni XIII riuscì nel contempo a contrastare l’avanzata delle fondazioni di nuove diocesi di rito greco nell’Italia meridionale, le quali avevano visto una fioritura costante per tutto il IX e il X secolo, fin quasi alle soglie dell’anno Mille. Per celebrare una tale ricorrenza, tutt’altro che irrilevante per la storia religiosa e politica del Mezzogiorno longobardo, Pandolfo I emise questa serie, databile quindi al 966. Inoltre, mi è stato possibile approfondire l’apporto politico e finanziario che la comunità ebraica di Capua offrì con spiccata efficacia proprio sotto il governo di Pandolfo Capodiferro. Lascio la parola per opinioni, considerazioni e pareri, sperando di non essere stato troppo prolisso nella mia esposizione. Per qualsiasi informazione in merito al reperimento del saggio in estratto o della rivista che lo contiene potete contattarmi con un MP.1 punto
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Salve, in realtà Kraay registra i seguenti accoppiamenti (C.M. Kraay, Gli stateri a doppio rilievo di Poseidonia, in "Atti e Memorie della Società Magna Grecia", n.s. VIII, 1967, p. 118 e ss.): D/6-R/5 D/6-R/6 D/6-R/7 D/6-R/8 D/6-R/9 D/7-R/10 D/7-R/7 Sfogliando il Kraay mi sembra che la moneta da te postata corrisponda alla coppia di coni D/7-R/7. Si tratta di emissioni attribuite all'età lucana che presentano un sistema di coniazione cosiddetto a "grappolo" - con più coni di rovescio abbinati ad un unico D/ - che a tratti diviene leggermente intrecciata, con la ripresa di coni di R/ spesso stanchi o danneggiati abbinati a due o più D/ (si vedano in proposito proprio le osservazioni del Kraay). Oltre all'ottimo testo di Cantilena-Carbone ti consiglio anche la lettura di M. Taliercio Mensitieri, Aspetti e problemi della monetazione di Poseidonia, in Poseidonia-Paestum, "Atti del XXVII Convegno di Studi sulla magna Grecia" - 1987, ed. Napoli 1988, part. p. 165 e ss. con puntuali osservazioni.1 punto
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In realtà gli hanno sparato i lillipuziani ma diciamo che è ruggine per evitare allarmismi1 punto
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Non fosse altro che per motivi di studio per le Monete medievali io ho bisogno di tondelli liberi, li devo vedere, avere in mano, peso, analisi XRF, studiare al microscopio i segni, le poche bustine le ho sempre aperte, e poi quel brivido da cui tutto parti’ nella schiena che mi venne fu per il contatto fisico di tenerla in mano, al pensare alle mani in cui passo’ , alla sua storia, per me il collezionismo Numismatico e’ questo ...spero rimanga così1 punto
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