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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 06/03/19 in tutte le aree
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Ciao a tutti, è con grande soddisfazione che condivido con Voi uno degli ultimi acquisti che è entrato nella mia collezione di testoni. CLEMENTE VII (1523-1534), Roma - Quarto di Ducato (Munt 30, CNI 160). D/: Stemma a targa gigliato . CLEMENS . VII . - . PONTIF . MAX . R/: . Q // VAR // T . // DVC // segno di zecca non identificato (F su crescente lunare). T/: liscio Peso: 8,91 gr. Note: ex Varesi 71, n° 340. E' l'esemplare illustrato sul MIR. Il periodo di coniazione di queste monete è quello dell'anno terribile del “Sacco di Roma”, che va precisamente dal 6 maggio all'8 dicembre 1527. Furono battuti a Castel Sant'Angelo, dove il pontefice si era rifugiato a seguito della presa di Roma da parte dai mercenari al soldo degli Imperiali. Il sacco della città ebbe proporzioni disastrose. Nella prima giornata di scontri 6.000 romani persero la vita in difesa dell'Urbe, mentre altre 2.000 persone, che avevano cercato scampo sulle imbarcazioni del Tevere, affogarono nel fiume quando queste, stracariche, si capovolsero. La popolazione della capitale da 90.000 abitanti si ridusse a poco più di un terzo, 20.000 furono passati per le armi, 10.000 abbandonarono la città ed altri 30.000 morirono in seguito alla peste causata dal sacco. Nulla si salvò dallo scempio dei Lanzichenecchi, non le donne che ebbero a subire violenze inenarrabili, non i palazzi ed i monumenti; ogni casa fu saccheggiata e le chiese profanate. Le stanze del Vaticano, con gli affreschi del Raffaello, del Botticelli e di Michelangelo furono trasformate in corpo di guardia. Innumerevoli le opere d'arte che andarono perse per sempre nella furia di quei giorni; la statua del Laocoonte venne fatta a pezzi. Solo castel Sant'Angelo, l'antico sepolcro romano fatto costruire dall'imperatore Adriano, già fortificato fin dal V secolo e da poco restaurato e rinforzato, resistette all'assedio posto dai Lanzichenecchi, che furono sempre respinti dalle artiglierie. Agli Imperiali, che avevano scavato tutto intorno al mausoleo una trincea servendosi dei prigionieri, non rimaneva altro che attendere che la penuria di cibo e la peste aprissero le porte della fortezza. Il 5 giugno il pontefice dovette cedere e le condizioni della resa furono durissime: oltre al pagamento di circa 400.000 ducati, della decima di tutti i beni ecclesiastici nelle terre di Carlo V e la consegna agli Imperiali di Ostia, Civitavecchia, Modena, Piacenza, Parma e Forlì, fu deciso di tenere in ostaggio tre Cardinali e altrettanti parenti stretti del papa e la reclusione di questo ultimo in Castel Sant'Angelo sino al completo pagamento del riscatto. Benché il pagamento fosse avvenuto entro agosto, papa de' Medici rimase prigioniero per sei mesi durante i quali furono fusi arredi sacri in oro ed argento per far fronte alle continue richieste di denaro da parte degli occupanti. Clemente VII riuscì a fuggire dal Castello la notte dell'8 dicembre travestito da servitore. Il giorno successivo la fortezza venne riconsegnata al Legato Pontificio. Il 17 febbraio 1528 gli Imperiali decimati dalla peste mossero alla volta di Napoli. Le monete emesse in tale contesto furono battute utilizzando argento di fortuna ricavato dalla fusione degli arredi sacri, vasellame e reliquie. Le testimonianze dell'epoca ci confermano questa straordinaria battitura per il pagamento del riscatto del pontefice. Un autore, il fiorentino Domenico de' Rossi, compagno di prigionia del papa, nelle sue "Memorie Storiche" così scrive della capitolazione del pontefice: "...Il primo capo fu, che Sua Santità pagasse 400.000 Ducati all'esercito Cesareo in tre paghe, cioè 100 mila presentemente, 50 mila tra venti giorni, cioè per tutto il giorno 26 dello stesso mese di giugno, e li restanti 250 mila fra due mesi prossimi etc. Furono chiamati in Castello gli Zecchieri e immediatamente datogli l'oro e l'argento, che vi era dentro rifugiato, ne furono improntati i 100 mila Scudi promessi e presentemente pagati; gli altri 50 mila li andavano mettendo insieme, di candelieri, croci, vasi ed ornamenti di Reliquie, quali fatti improntare con le teste di S. Pietro e Paolo , e con l'arme di Sua Santità, furono similmente pagati a quelle insaziabili turbe". Questa moneta racchiude uno straordinario fascino storico-numismatico, proprio in relazione agli avvenimenti e le modalità che portarono la sua produzione. Recentemente sono stato a Roma, e ho avuto modo di visitare Castel Sant'Angelo... Il sapere di passeggiare attraverso le stanze e i corridoi che in quel terribile 1527 vennero calcati anche da Clemente VII e dalla sua corte, devo dire mi ha appassionato ed emozionato molto! In questa occasione ho scattato due foto del "Passetto" (purtroppo chiuso per restauro e quindi non percorribile), che mi hanno riportato con l'immaginazione alla rocambolesca fuga del papa dal castello, davvero bellissimo e che vale assolutamente la pena di visitare. Michele11 punti
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Caro Pugliese, quello che posso dirLe per certo è che troppo spesso nelle Soprintendenze e nei musei ci sono pochissimi esperti numismatici e le perizie o la cura delle collezioni è affidata a persone che nella migliore delle ipotesi hanno fatto un esame di numismatica e che spesso di monete non capiscono un beneamato. Non so Lei cosa faccia per lavoro, ma se si interessa di numismatica dovrebbe sapere che moltissimi articoli scientifici pubblicati sulle più prestigiose riviste internazionali sono a cura di collezionisti e commercianti senza nessuna laurea specifica. Dovrebbe anche sapere che il nostro immane patrimonio numismatico è in assoluto il meno pubblicato, il meno accessibile e il peggio inventariato del mondo. Solo grazie all'impegno di pochi illuminati funzionari e studiosi e alla passione di molti appassionati, senza laurea specifica, sta venendo alla luce il nuovo CNI. La Numismatica Ars Classica pubblica la SNG della Biblioteca Nazionale di Francia e finanzia ogni anno diverse pubblicazioni scientifiche. Sa quante volte ho dato la mia disponibilità a pubblicare collezioni di Istituzioni italiane sentendomi rispondere che non c'era nessuno disponibile a scrivere il catalogo. Ovviamente se il Ministero assumesse più personale qualificato per inventariare, catalogare e pubblicare il materiale numismatico conservato nei musei italiani ne saremmo felici. Se questo non avviene e purtroppo credo non avverrà, i collaboratori esterni, anche senza laurea triennale, dovrebbero essere i benvenuti da chiunque ama la numismatica !! Mettiamo poi in chiaro un punto quando parliamo di personale qualificato: un archeologo non è necessariamente un numismatico !! D'altronde non sono io a dirlo, ma è stato il grande Emanuele Rizzo a scrivere che gli archeologi di monete non capiscono nulla. Lei si farebbe operare a cuore aperto da un ortopedico? Ecco, un archeologo è molto spesso un ortopedico che pretende di fare il cardiochirurgo o viceversa. La giungla degli amici degli amici è spesso all'interno del ministero, delle università e dei musei dove troppo spesso vegetano funzionari senza alcuna passione e con scarsa conoscenza. Io capisco la frustrazione dei giovani laureati per le baronie e per la mancanza di sbocchi lavorativi, ma prendersela con chi, quasi sempre, a titolo gratuito collabora alle pubblicazioni e alla diffusione della numismatica è puntare il proprio mirino sull'obbiettivo sbagliato. Cordiali saluti, Arturo Russo7 punti
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Buonasera, A Verona ho riportato a casa questo bel pezzo per Modena...una bella monetona di Francesco I d'Este che ancora mi mancava. In argento, al dritto lo stemma coronato ed al rovescio L'Aquila bicipite anch'essa coronata. Era rimasta al palo all'asta nomisma e dopo averla vista in mano mi son convinto ☺️ Son molto contento, anche se la moneta non è tra le rare vere per Modena era un modulo che in condizioni accettabili lo brama o da un po'. Cosa ne pensate? Grazie a tutti in anticipo e un saluto Marco4 punti
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Quante volte abbiamo visto quel paesaggio piuttosto confusionario che si trova sul fronte dei biglietti da 1, 2, 5 e 10 lire amlire magari senza farci caso? del resto queste banconote esteticamente non sono un gran chè... Sui biglietti sciupati quello strano paesaggio scompare del tutto... Ora finalmente sappiamo di cosa si tratta Una campagna monocromatica con dei covoni di grano in primo piano. Aggiungiamo un po' di colore a pastello per togliere quella grigia austerità, come la colorerebbe un bambino.2 punti
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RIC 124b Trajan Decius, AE As. AD 250-251. 13.27 grams, 27.36 mm. IMP C M Q TRAIANVS DECIVS AVG, laureate, cuirassed bust right, seen from the back / PANNONIAE, The two Pannonia standing, each holding a standard. S-C across fields. RIC 124b; Cohen 88; Sear 9429. Text2 punti
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La Compagnia delle Indie Orientali fu fondata nell'anno 1600 e ricevette una carta reale che garantiva loro un monopolio britannico sul commercio con le Indie. La compagnia iniziò presto a inviare navi in India e Giava. Inizialmente, il commercio di Giava era il più redditizio, ma fu presto spodestato dal commercio indiano. La prima fabbrica o postazione commerciale della compagnia fu fondata nel 1611 a Masulipatam, sulla costa sud-orientale. Nel 1639, la compagnia ricevette una concessione di affitto di Madras dal re di Chandragiri. Lì costruirono Fort St. George, e Madras sostituì Masulipatam come principale insediamento della compagnia sulla costa di Coromandel. Nel momento in cui la società ricevette la concessione di Madras, ebbe anche una sovvenzione per coniare monete. Le prime monete inglesi fatte in India erano pagode d'oro, fatte per assomigliare alle monete dei re di Vijayanagar. Monete non molto grandi, circa 3,40 grammi di peso per 11-13 mm. di diametro, mostrano al dritto la figura a tre quarti del dio Venkateswara, una delle forme del più conosciuto Maha Vishnu, in piedi di fronte, fiancheggiato dalle sue due consorti, Sridevi e Bhudevi. L'esemplare in foto risale al periodo 1740-1807. petronius2 punti
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Medaglia interessante per la raffigurazione del rovescio e la frase in esergo (Sonntag AUKTION 30). Lot 1289. Medailleure mit entsprechend thematisierten Arbeiten. Güttler, Peter Götz * 1939. Weißmetallmedaille 1993/94. Auf Richard Peterhänsel (geb. 1952 in Plauen, Zahnarzt dortselbst, Münz- und Medaillensammler). Dessen Brustbild nach halblinks / Münzgeselle bei der Hammerprägung. DGKM Bd. 27 1993.13. 63 mm gussfrisch2 punti
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Ad integrazione storico-numismatica, vi riporto anche un articolo di Mario Traina, pubblicato nel volume "Dieci anni di monete", che gentilmente mi ha fornito l'amico @anto R, che fa il punto sugli avvenimenti del "Sacco di Roma". Michele2 punti
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Avevo fotocopiato le pagine di un articolo sulle Monete dei patriarchi di Aquileia da Jacob Themesser Das Muenzwesen des Patriarchates Aquileja (Non ho sbagliato a riportare, nome e cognome sono indicati proprio così) dal Numar unic del 45° Congres della Societat Filologjche Furlane del 1968.2 punti
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Ieri sera al Circolo Numismatico Torinese ho colto l' occasione di incrementare il branco sabaudo Cavallotto I Tipo Emanuele Filiberto Conte di Asti (1538-1559) D/ EM PHILIBERTVS DE SABAVDIA Cavallo impennato a destra , retrospicente con zampe posteriori appoggiate sulle due rette dell' esergo R/ PRIN PEDEMON CO AST Scudo sabudo con lambello cartocci e corona a 7 fioroni intersecanto in alto la leggenda Mistura , 26 mm. , gr 3,46 / 2,70 ,zecca di Asti Mir Savoia 475 , Biaggi 400 , Simonetti 6 Questo esemplare presenta alcune varianti nella legenda : EM al D/ e PRIN invece di PRINC al R/1 punto
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Cercando di fare spazio e di organizzare (per modo di dire) nella mia biblioteca numismatica mi sono imbattuto in quelli che furono i miei primi "strumenti" del mestiere, risalenti, ahimé, a 35 anni fa! Uno dei quali dovrebbe essere particolarmente caro ad @Alberto Varesi1 punto
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Buonasera a tutti, possiedo un ferro da cialde in cui sono impressi due stemmi che non sono riuscito a riconoscere l unica cosa che so è che vengono dal centro Italia, probabilmente, sareste così gentili da aiutarmi ad identificare le famiglie di provenienza? Vi ringrazio anticipatamente.1 punto
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DE GREGE EPICURI Marco Sassi (Principesax) è genovese, ma attualmente vive e lavora a Milano; iscritto da anni al Circolo Astengo di Genova, da qualche anno partecipa anche al CCNM in via Terraggio (Milano). Dato che è un grande appassionato di monete genovesi, gli abbiamo chiesto di illustrarci a grandi linee la numismatica di Genova: cosa che si farà martedì 26 giugno prossimo, alle ore 20.45, in sede. Per questa volta andremo fino al 1527, perchè non si può parlare di troppe cose...Quindi sentiremo e vedremo molti CONRADUS, molte IANUA e molti castelli. Ma si parlerà anche dei milanesi a Genova, dei francesi, e di tante altre cose. Magari anche qualcosina sulle colonie in oriente, argomento ghiotto ma difficile. Vi aspettiamo!1 punto
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Guardate che splendore questo statere di Taranto del VI secolo a. C. Al diritto Apollo con lira e fiore; rovescio in incuso.1 punto
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La prima di Taranto @King John , a mio gusto la moneta più squisitamente arcaica e bella tra tutti gli incusi della Magna Grecia . Estremamente rara, nota in soli 8 esemplari : di questi unisco, da Gorini, quello di post 1 in Berlino ed un secondo, unico in mani private ( forse il 2^ ? ), passato a suo tempo in asta Leu 81 al lotto 6 .1 punto
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Per prima cosa, bisogna capire lo scopo di questi ferri: sono affini a quelli con cui si fabbricavano le ostie per le messe e, non per niente, la faccia più elaborata è ricca di frasi di ambito sacro, come ben evidenziato da @chievolan: aggiungo che MA è sormontato da un segno di contrazione, ed è quindi il compendio del Nome di Maria. Se però non mi inganno, le mani che si intravedono nelle foto postate da @Ranbelmi dicono che questi ferri sono di grandi dimensioni, e quindi non servivano per fabbricare ostie (sulle quali, fra l'altro, due stemmi "laici" ci sarebbero entrati come cavoli a merenda...). Appurato il probabile utilizzo laico dei ferri, rimane da capire perchè lo stemma sul lato "buono" (in alto nelle foto) è ben curato, al contrario dell'altro. Descriviamoli secondo la terminologia blasonica: - in alto: tre pali, alla banda diminuita attraversante e caricata da tre stelle di sei raggi - in basso: un leone, sostenente sulla coda una (colomba tenente nel becco un ramo d'ulivo?) Lo stemma in basso sembra molto pasticciato, come fosse stato inciso in un secondo tempo rispetto al primo; e la presenza della (colomba?) sembra ulteriormente posticcia, oltre ad essere del tutto insolita araldicamente. Lo stemma in alto ha somiglianze con quelli di due famiglie fiorentine, citate dal Ceramelli-Papiani nella sua puntuale raccolta travasata in internet ( http://www.archiviodistato.firenze.it/ceramellipapiani/? i Rossi (fascicolo Ceramelli-Papiani n° 4093) e i di Iacopo d'Agnolo (fascicolo 2616). Ma la somiglianza è una cosa, l'attribuzione un'altra...1 punto
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@fapetri2001, grazie lo stesso, ci stavo provando ma quando c'è @profausto si arriva sempre secondi o terzi, se tutto va bene ... @okt complimenti per i 74, ti seguo a ruota. ... Buona serata a tutti Hirpini1 punto
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Ciao sicuramente il catalogo Magliocca! http://www.damicoeditore.it/napoli/1502--magliocca-manuale-delle-monete-di-napoli-1674-1860.html1 punto
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Non so cosa sia, ho cercato un po' ma invano, però quella lettera ح alla quarta riga del R\ mi ricorda qualcosa ma non sono sicuro... forse il Maghreb, il Nordafrica occidentale... penso sia una moneta, una frazione di Dinar, non una medaglietta... però potrei sbagliarmi, la memoria mi tradisce: scherzi dell'età (oggi 74!). Sono curioso, sarei contento se qualche studioso mi illuminasse (io sono solo uno studente)1 punto
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Non sono improvvisamente diventato esperto di monete indiane tutto nasce dalla lettura di un brano, quello riportato nel post di apertura, nel libro Rajah di Gisbert Haefs, storia romanzata della vita di George Thomas. Soprannominato Jaharai Jung e Jahazi Sahib, fu un mercenario irlandese e in seguito un Rajah attivo nell'India del XVIII secolo. Dal 1798 al 1801, governò un piccolo regno in India. Da lì è nata la curiosità di saperne di più su queste monete pagoda, e da una ricerca sul web questa discussione. Che non sarà chilometrica come altre a cui vi ho abituato non sono molte le informazioni trovate, e in ogni caso non voglio addentrarmi troppo in un campo che, di fatto, non conosco. Ma qualcun altro, forse, ne sa molto di più, e dunque ogni contributo sarà benvenuto, e servirà a conoscere meglio una monetazione tanto affascinante quanto poco frequentata. petronius1 punto
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https://www.marcopolo.tv/passetto-borgo-storia https://it.wikipedia.org/wiki/Passetto_di_Borgo 800 metri di storia e leggende!1 punto
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Ero giovanissimo: 7 anni. Mi regalò il primo catalogo lo zio collezionista del mio compagno di banco. Per vari anni è stato il mio unico riferimento, quando ancora le monete del Regno si trovavano nel cassetto del nonno e si scambiavano tra ragazzi come fossero figurine. Cesare Bobba: il suo catalogo confluì più tardi nel Montenegro (credo che quest'ultimo ne abbia rilevato i diritti o quantomeno il format). Ho una perizia di Bobba: la moneta l'ho tolta fuori ma il cartellino lo conservo. Non era, credo, perito particolarmente preciso e frequentemente in conflitto di interesse con se stesso (ma capita anche oggi).1 punto
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Un esperto in fallimenti di (sue) aziende che dall'alto della presidenza USA dà consigli economici ad altri paesi è uno spettacolo indimenticabile.1 punto
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@Legio II Italica complimenti per il posto, lo trovo molto affascinante. Chissà se il documento è vero, o un falso e / o d'epoca per qualche motivo x. E chissà se mai un giorno si troverà invece di qualche documento, qualche pezzo di tecnologia veramente ex-traterrestre. Saluti, Salvatore1 punto
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In questa stessa discussione, quasi tre anni fa, inserii (a partire dal post 263) la trascrizione di un mio articolo che era uscito in due puntate su «Cronaca Numismatica»: Tra elemosina e dannazione. La ricchezza sulle monete dei papi. Molto più recentemente, a marzo di quest'anno, quello stesso lavoro è stato ripubblicato nella sezione articoli di Cronaca Numismatica online. Se vi fa piacere leggerlo, questi sono i link: prima parte - seconda parte Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente Roberto Ganganelli per tutto quello che fa. Non mi riferisco alla decisione di riprendere questo articolo in particolare ma, più in generale, al suo impegno quotidiano a favore della diffusione della cultura numismatica. Compresa l'iniziativa di tenere in vita CN intervallando nuovi contributi con la riproposizione di studi, saggi e articoli apparsi a suo tempo sull'edizione cartacea.1 punto
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Non saprei dirti se è più bella la tua moneta o la descrizione che accompagna il tondello..... Complimenti Michele !!!1 punto
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Una monetina che sembra quasi identica è stata postata nella discussione che inserisco di seguito, gli interventi che ne sono scaturiti sono molto interessanti:1 punto
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piccola precisazione. VTRIVS SIC sta per UTRIUSQUE SICILIAE cioè entrambe le sicilie, cioè le due sicilie. Antonio1 punto
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taglio 2 euro CC paese italia anno 2016 A tiratura 1.479.000 condizioni qspl città Bologna Taglio 1 euro paese sanmarino anno 2018 tiratura 1.250.000 condizioni spl città Bologna1 punto
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Eh, ma la guest star, l'attore famoso e di grande richiamo, che fa una comparsata di tre o quattro puntate e poi sparisce, è tipico delle soap operas, di solito arriva quando la storia incomincia a stancare e l'audience è in calo, sperando che risollevi le sorti del progamma petronius1 punto
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Ormai sono 9 anni che frequento questo fantastico Forum numismatico, pieno di esperti, appassionati, commercianti, neofiti, curiosi etc... La forza di questo spazio è l'approfondimento di molti argomenti, uno di questi è appunto se collezionare o meno gli errori e gli artefatti della Repubblica Italiana. Per me l'importante è capire bene come questi errori vengono creati, perché vengono portati fuori dalla zecca e perché finiscono sul mercato numismatico. Dopo aver trovato le risposte a tutti questi quesiti, il collezionista può serenamente fare la sua scelta, ma prima di tutto deve venire lo studio e la conoscenza. A mio parere trovo molto più interessanti collezionare le varianti di conio e non gli errori ma questo è soltanto il mio parere. Per quanto riguarda la rarità di questi errori/artefatti (monete coniate su altri tondelli o ghiere capovolte) è logico che siano R5 o R4, non potrebbero essere altrimenti. Esempio di variante di conio, data normale e data piccola. Saluti Marfir1 punto
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Tutto normale ,è la patina . Patina di antica collezione suona bene ….. non rallentare il processo ,la pulizia delle monete non solo le svaluterebbe ma perderebbero TUTTO il fascino .1 punto
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Venerdì ci sarà la sola conferenza, su casa Savoia, zecca di Susa e economia del collezionismo. Sabato ci sarà il convegno commerciale vero e proprio!1 punto
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Chi si somiglia si piglia Ma se dopo essersi pigliati se ne andassero a fare una luuunghiiissssimaaa luna di miele su una remota isola deserta, non saremmo forse tutti più contenti? petronius1 punto
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E'estremamente raro reperire una moneta come questa in questo eccellente stato di conservazione. Piastra 1767. Ferdinando IV di Borbone (1759-1799) I Periodo . gr. 25,33 – ø 41,3 mm. D/ FERDINAND. IV. D. G. SICILIAR ET HIER. REX, busto piccolo a destra drappeggiato e corazzato, sul petto collare del Toson d’Oro. Sotto il taglio della spalla F. A. (Ferdinando Aveta, maestro incisore). R/ HIPANIAR. / INFANS 1767, nel campo al centro stemma ovale circondato da onorificenze pendenti, coronato e caricato dello scudetto dei Borbone al centro. Ai lati C. / C. (Cesare Coppola, maestro di zecca) ed a destra R. (Giovanni Russo, maestro di prova), sotto in cartella (GR. 120). –T/ foglie in rilievo . Riferimenti:CNI 49. Pannuti Riccio 46a. Molto Rara. Da Numismatica Ars Classica asta n°30 lotto n°682 mi scuso per la foto non in alta definizione1 punto
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Che bella novità! A meno di imprevisti conto di esserci e spero che questa iniziativa possa avere successo. Un in bocca al lupo agli organizzatori.1 punto
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Se libero da impegni lavorativi, non mancherò di farvi visita il sabato1 punto
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Ciao! Restano di lui tanti scritti che ce lo ricorderanno; non sarà dimenticato. Da te in particolare. saluti luciano1 punto
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Non potendo postare foto originale (alla mostra alle Gallerie dell'Accademia a Venezia l'altro ieri era tassativamente vietato fare foto), mi accontento di questa. Immagine sicuramente ormai trita e ritrita, tutti la conosciamo alla perfezione (nella sua imperfezione, oserei dire), ce l'abbiamo in tasca a milioni nei centesimi, forse nemmeno Leonardo le dava tutta questa importanza, eppure vi assicuro che averla a dieci centimetri dagli occhi, poter intravvedere i solchi della penna sul foglio ed essendo consapevole del suo valore immenso, imprescindibile e culturalmente inenarrabile non è da poco. Sindrome di Stendhal no, ma quasi. PS se capitate per Venezia, oltre alla biennale, fate un salto all'Accademia. Non capita tutti i giorni di vedere quei pochi grammi di carta, assolutamente geniali nella loro vacuità.1 punto
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È comunque una monetazione affascinante, forse perché ancora sconosciuta in molti suoi aspetti, partendo proprio dal contesto storico di questi popoli, varie e diversi, che prima dell' arrivo della "civiltà romana" vivevano secondo la propria di cui ben poco conosciamo. Il bisogno di creare delle imitazioni di monete "importanti" nel circuito economico del periodo, testimonia e suggerisce già un livello elevato di queste civiltà.1 punto
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Amare il proprio Paese è restarci nonostante tutto. E poi ogni Paese ha i suoi problemi, la "terra promessa" non esiste1 punto
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@numa numa @Orodicarta Poi smetto, lo prometto. Ma prima vi posto un passaggio afferente un momento della storia economico-finanziaria di Venezia in tema di politica monetaria (ed a cui prima facevo riferimento), che va comunque letto con occhi che considerino le debite proporzioni di dimensioni e logica economica, con quanto considerato sino ad ora sul QE. Da: “Mercanti a rentiers. L’involuzione fu compiuta.” fonti: Frederic C. Lane, Luciano Penzolo. Tratto da: https://www.attivismo.info/quando-listeria-del-debito-colpi-la-serenissima/ La Repubblica Serenissima aveva finanziato la sua espansione e la sua prosperità con il debito pubblico. Uno solo però non bastava per l’ambizione dello Stato Veneziano e il desiderio di benessere dei suoi cittadini. Per cui si istituirono tre diversi conti di debito pubblico: Monte Vecchio; Monte Nuovo; Monte Novissimo. Parve poi che la pressione fiscale per il pagamento degli interessi fosse troppo gravosa, soprattutto non “equa”. Pertanto si fece avanti Zuan Francesco Priuli a dire che il debito andava dismesso e rimborsato. Partendo in primis dal Monte della Zecca di Stato, che pagava il 16% di interesse. Così fu avviata la sua dismissione. 1584. Una data da ricordare. “L’affrancazione delle serie dei titoli in Zecca procedette più speditamente di quanto avesse previsto Priuli. Il gettito delle decime e delle tanse, il recupero di crediti d’imposta, la vendita di beni appartenenti allo Stato ed un riordino contabile effettuato nel 1579 consentirono alla Signoria di restituire i capitali ai prestatori nel giro di soli sette anni. Infatti il 15 giugno 1584 il senato, che nel frattempo aveva assunto il governo della materia finanziaria, dichiarava con soddisfazione che era avvenuta la completa restituzione dei debiti aperti in Zecca”. Ma che accade nell’economia reale? La quantità di denaro resa disponibile e riversata sui creditori dello Stato ebbe l’effetto di stimolare il mercato e le attività commerciali? La risposta è NO. Perché? “Erano soldi che erano stati investiti nel debito pubblico per trovare una certa sicurezza; nei depositi in Zecca erano affluite le doti delle mogli e si erano costituite quelle delle figlie. Ora tutto questo denaro doveva trovare una nuova collocazione, che assicurasse un rendimento soddisfacente e, soprattutto, una sicurezza di stabilità della rendita”. La fonte di rendita sicura anche per le categorie più deboli, e quindi distributiva nelle fasce meno “avventurose” fu svincolata, pericolosamente. Dove andarono i soldi? Da Interesse Pubblico a speculazione privata senza controllo. Inoltre la tassazione non fu abbassata, perché le guerre esigevano fondi continui. Non so se avete idea di che periodo era quello, in Europa. “Una buona parte dei capitali liberati dalla Zecca pare abbia preso la via degli investimenti in Terraferma, e in particolare nell’acquisto di fondi rurali e nel prestito ipotecario. Si fa strada l’interesse nei confronti del mercato dei cambi, delle assicurazioni – forse in connessione con la passione per il gioco che pare colpire la città. È la stagione dei Fiorentini e soprattutto dei Genovesi, che controllano il sistema creditizio basato sulle fiere dei cambi. Sono loro che, forti dell’esperienza e della pratica acquisita in decenni al servizio dei vari sovrani europei – e in particolare degli Asburgo – riescono a rastrellare parecchio denaro dai Veneziani, e specie dai patrizi. Quel che preme sottolineare è la ricerca dei Veneziani di una relativa sicurezza della rendita; una sicurezza che il mercato creditizio – strutturato nei vari livelli – pare offrire più di altri settori. Occorre tener altresì conto delle eventuali prospettive di collocazione del denaro nel debito pubblico di altri Stati. E’ presumibile che vi sia stato un movimento di capitali oltreconfine, verso le altre tesorerie“. Che terribile dejà vu… Allora il Priuli pensò che lo stimolo monetario non aveva avuto l’effetto sperato, perché c’era ancora troppo debito… e Venezia si accinse a estinguere tutto il debito e iniziò a rimborsare perfino il Monte Vecchio, il debito più antico di Venezia. La base su cui fu costruito il suo splendore. “Nel giro di otto anni la Signoria avrebbe reso circa quattro milioni di ducati, risparmiando una spesa annua di interessi di 200 mila ducati.” Un genio. Spendere 4 milioni per risparmiare 200 mila. Dismissione debito più tassazione. Anni di surplus di bilancio. E finalmente nei primi del 1600 Venezia fu senza debito. “Le fondazioni caritative non disponevano più di titoli idonei in cui investire” e così capirono che non poteva funzionare. Allora fu ricostituito un debito a lungo termine con l’accettazione di nuovi depositi presso la Zecca con un tasso di interesse al 4%. Ma la società veneziana, il suo modello di sviluppo e i suoi valori erano stati modificati. E forse iniziò il vero declino culturale. L’interesse pubblico, identificato nell’interesse dello Stato e della sua potenza commerciale, fu minato dallo spostamento di interesse sulle proprietà immobili e la rendita speculativa.1 punto
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Va beh allora metto anche il mio senza esergo... Non ti cercai, non ti chiamai, non ti desiderai.. Ma il dolce cercar mi portò a te, o forse fosti tu a desiderar.. - NAPOLI - FERDINANDO III ( 1504 - 1516 ) Cavallo 1 punto
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Non riesco proprio a collocarle. Stilizzate a tal punto da essere difficilmente riconoscibili come un leone, quasi fossero un imitazione. Il recto incuso dell'esemplaree 509 parrebbe essere il medesimo dell'esemplare 510 che presenta affinità anche nel lotto 508 in quello che i complilatori descrivono come ferro di cavallo. Discorso diverso per il lotto 511 dove non sarei troppo sicuro della descrizione del dritto come protomi leonine, il recto appare molto differente dai primi tre esemplari proposti ricordandomi in parte i punzoni di Mileto.1 punto
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Buonasera @dabbenee a tutti i Lamonetiani, vi consiglio una visita al museo Archeologico di Teano dove potrete ammirare tante belle monete piene di storia oltre a tanto altro..1 punto
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stich concordo con te ma anche l'altro tipo, visto le varianti delle legende, può riportare le lettere nelle posizioni in cui si trovano in questa..... almeno sugli esemplari da me visionati... la differenza è che il II tipo il duca non era ancora duca, sono state coniate prima del 1554 in cui salì al trono ducale alla morte del padre, quindi non si fregiava del titolo di duca (DUX) ma solo di conte di asti (CO AST), le altre invece sono state coniate dopo il '54 il secondo tipo poi era in una mistura molto più ricca di argento (2 denari), mentre il terzo tipo quasi esclusivamente di rame (0,21 denari) e a me sembra che la moneta in questione di argento ne abbia visto ben poco..... comunque in mancanza dell'appellativo DUX visibile, le monete vengono sempre declassate al terzo tipo, non potendo essere certi delle legende, comunque rimane una moneta interessante e di non facile visibilità.... calcola poi che ne hanno coniate parecchie e di coni ne saranno stati utilizzati anche parecchi....... quindi le varianti.....1 punto
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