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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 04/09/19 in tutte le aree

  1. Uno dei più importanti monumenti arcaici di Poseidonia-Paestum, ritrovato poco più di 60 anni or sono, integro con all'interno il corredo originario : al centro una mensa con 5 spiedi in ferro, ai lati 8 vasi in bronzo di pregevole fattura (6 hydrie e 2 anfore) contenenti del miele, ed 1 anfora in ceramica a figure nere . Probabilmente un heroon, come spesso le città greche dedicavano alla figura, spesso mitica, del loro ecista-fondatore : personaggio che in questo caso, anche per l'assenza di nomi nel complesso, resta tuttora di incerta identificazione . Dalla numismatica abbiamo 2 tipi di monete di Poseidonia chiamate a concorrere al tentativo di identificazione . Il primo tipo, una estremamente rara dracma arcaica incusa, riporta la scritta F I I S o per alcuni W I I S, parola che ricorderebbe I S, l'ecista-fondatore di Sibari città da cui provenivano i coloni di stirpe trezena nucleo iniziale di Poseidonia . Il secondo tipo, una rara didracma a doppio rilievo, riporta la scritta S E I L U che alcuni leggono M E G I L vedendovi un richiamo a MEGILLOS, possibile ecista della fondazione di Poseidonia . Quasi tutti, comunque, concordano sul fatto che i 2 nomi (se tali sono) dovevano essere di grande importanza per la città di Poseidonia se li ha onorati riportandoli sulle proprie monete : personaggi dunque ai quali verosimilmente poteva essere dedicato un heroon .
    4 punti
  2. Salve E’ frequente la formazione di chiazze verdine sulle monete d’argento del Regno d’Italia negli album come questa Lira del 1899 di Umberto I. Per dimostrarne la causa ho fatto ricorso alla microscopia elettronica a scansione con spettroscopia a dispersione di energia (SEM-EDS) e i risultati hanno dimostrato che nelle zone colorate il rapporto rame/argento è ca.1/4, mentre nelle zone circostanti di colore argenteo tale rapporto è ca.1/40. Si tratta quindi di zone di arricchimento superficiale del rame che viene trasformato in prodotti di ossidazione dai componenti della plastica e dagli agenti atmosferici.
    4 punti
  3. buongiorno a tutti vorrei cercare di approfondire questa interessante m edaglia a nome di Pio IX realizzata con il piombo del feretro papale appena entrata nella mia collezione. Un po' di storia relativa alle esequie di Pio IX che ha portato alla coniazione di questa medaglia. Pio IX, nel suo testamento, aveva dato specifiche disposizioni per la sua sepoltura “… Il mio corpo divenuto cadavere sarà sepolto nella Chiesa di S. Lorenzo fuori le mura". Dopo la messa esequiale solenne, la triplice bara di papa Mastai, coperta da una coltre funebre, viene issata nel loculo delle sepolture provvisorie dei papi, che fino al 1920 circa si trovava da secoli sopra la porta dei cantori, alla sinistra della Cappella del Coro in San Pietro. Qui i papi giacevano fino alla morte del successore o finchè non fosse stato ultimato il monumento funebre destinato ad accolgierne definitivamente il feretro. Il loculo dei “provvisori” sarà tappato dalla statua marmorea di papa Pio X, e spostato quindi a lato della vicina Cappella dell'Annunciazione: li fu deposto, ultimo papa, Leone XIII, in attesa di partire per il Laterano, sua ultima dimora. Negli anni '60, anche questo secondo loculo sarà tappato: dall'enorme altorilievo bronzeo di Manzù, raffigurante papa Giovanni XXIII. I lavori della tomba di Pio IX, situata accanto a quelle di papa Zosimo, Ilaro e di Sisto III, durarono tre anni: il 13 luglio 1881 fu deciso di trasferire nella basilica presso il Verano. Su richiesta del Prefetto di Roma, per evitare incidenti, il tutto avvenne di notte. Alle 23, il feretro papale fu estratto dalla sua tomba provvisoria nelle Grotte Vaticane e deposto sul carro funebre. A mezzanotte, il carro, parato di rosso e trascinato da quattro cavalli, comparve in Piazza San Pietro, seguito da pletora di carrozze piene di cardinali. Ovviamente, passare inosservati era una pia illusione.Appena arrivata alla spina del Borgo, il carro si trovo circondato da migliaia di romano con torce accese che avevano improvvisato un corteo funebre. Una folla di persone, un’altra folla, cominciò a dirigersi verso il feretro, al grido ” Il Papa nel Tevere”; non dimentichiamo che Pio IX è stato l'ultimo Papa re, durante il suo "regno" è terminato lo stato pontificio nel 1870 con la breccia di porta pia e la presa di Roma da parte dello stato italiano (solo nel 1929 con i patti lateranensi e la fondazione città del vaticano il pontefice tornerà ad esercitare una sorta di potere temporale su un territorio) quindi è comprensibile come alcuni avversari volessero liberarsi della sua salma. I cappuccini di San Lorenzo, temendo il ripetersi degli incidenti: nel 1883 presero Pio IX dalla tomba, e lo seppellirono in un punto anonimo della cappella funeraria, una decina di metri sottoterra. Precauzione esagerata: pochi giorni e, come succede sempre a Roma, le acque si calmarono. Però, o per pigrizia o per il fatto che la prudenza non sia mai troppa, i cappuccini non tirano mai fuori la salma dal suo nascondiglio. Da chiacchiere che girano per San Lorenzo, sembra che negli anni Trenta, la bara del Papa fosse tirata fuori e portata in processione nel quartiere, sino alla Basilica dell’Immacolata. Nel 1956, fu deciso di provvedere finalmente al trasloco nella tomba vera. Nel 2000, in occasione della beatificazione, il corpo di Pio IX fu di nuovo tirato fuori ed esposto provvisoriamente in una sala sopra al chiosco. Al momento della morte di Pio IX, i canonici addetti erano incerti sull'opportuità di seppellire il papa con la preziosa pianeta usata per l'esposizione della salma, e si vagliò l'eventualità di sostituirla con una più semplice. I danni che si notano e sulla salma e sui paramenti sono anche dovuti a infiltrazioni di umidità provenienti dal terreno in cui era sepolta la bara nell'apposita cappelle della basilica di S.Lorenzo al Verano. Infatti (la cosa è inedita), il corpo del papa non era collocato nel sarcofago soprelevato che per anni ci è stato detto essere la “tomba” del papa: era uno specchietto per le allodole. Infatti, per evitare atti sacrileghi e profanazioni da parte dei liberali (che poco prima avevano, durante la traslazione, tentato di gettarne il feretro nel Tevere), si decise di seppellire il papa in un punto segreto e anonimo del pavimento della stessa cappella. Da qui le infiltrazioni d'umidità che hanno danneggiato.i resti. Ricomposizione e nuova vestizione in abiti da coro della salma di Pio IX, dopo la ricognizione canonica per il processo di beatificazione. La salma, trattata con notevole imperizia, è vistosamente danneggiata, il nuovo feretro composto da una anziché tre casse si rivelerà del tutto inadeguato. Gli abiti da coro, anche questi fuori dall'ordinario, furono rimediati dal papa regnante Pio XII, ma non corrispondevano a quelli previsti per l'esposizione di un papa in tenuta da “coro”. Ennesima riesumazione dei resti di Pio IX nel 2000. La mummia è ancora peggiorata. Si notino le zone degli abiti di colore azzurro: si tratta di ossidazioni dei mediocri materiali dorati di cui era stata nel 1956 fregiata la salma per la nuova tumulazione: è' evidente che il feretro era stato collocato in un luogo non riparato dall'umidità. quindi facendo una piccola supposizione la medaglia fu coniata intorno al 1956 quando dopo la riesumazione la triplice cassa (tra cui quella in piombo da cui è stato preso il materiale per la medaglia) venne sostituita da un'unica bara. adesso mi piacerebbe capire quale potrebbe essere stata la tiratura, ho letto che è classificata rara (e in effetti su internet compare in pochi esemplari) ma più per ora non ho trovato
    4 punti
  4. Buonasera a tutti gli amici del forum... non sono d accordo con alcuni utenti che definiscono questa piastra solo reduci del “1conio” con P. Sotto il collo, semplicemente N.C. È stato fatto uno studio come precedentemente postato da @jonnymatrix dove spiega molto bene le differenze evidenti tra i due conii e le rarissime apparizioni in aste pubbliche (6 su 100)... non condivido il fattore economico elevatissimo e con enormi speculazioni su questo tipo di moneta, ma l indice di rarità riportato dallo studio di Pietro Paolo Testa, credo sia più che giusto... detto questo posto il mio esemplare in conservazione BB+ periziata dal Sign. Emilio Tevere.. saluti a tutti..!
    3 punti
  5. Il problema caro Pietro è che sono pochi gli utenti che amano condividere le proprie monete. E pochissimi I Collezionisti di questi piccoli nominali in rame, che raramente si trovano in alte conservazioni.... Non tutti poi collezionano per varianti... Ma solo per tipologia. Come si fa a stabilirne la rarità? Noi pochi, continuiamo a ricercare e studiare, spinti dalla sete di conoscenza e appagati da queste visioni che ci portano indietro nel tempo.
    3 punti
  6. Piastra 1798, 9 torrette, arco chiuso e sottocorona con zighirinatura daall'alto verso il basso
    3 punti
  7. Arrivata oggi, ultimo acquisto fatto sulla recente asta di Inasta questo 4 grossi del II tipo di Carlo II del 1552. Variante con AVGUSTE nella legenda del rovescio non segnalata sul MIR, segnalata solo con data 1553 ma presente sul CNI al 139. Coniati ad Aosta da Nicolò Vialard al taglio di 43.3 pezzi al Marco con una bontà di denari 4.2 è una moneta molto più rara da trovarsi rispetto il 4 grossi di Emanuele Filiberto, vengono segnalati 320 marchi battuti fino al 1554 che porta ad una coniazione complessiva di meno di 14000 pezzi. Si conoscono solo due date, il 1552 ed il 1553 più un tipo senza data. Dal vivo è più bella di quello che sembrava dalle immagini dell'asta, spero piaccia anche a voi come è gradita a me.
    2 punti
  8. Buongiorno amici del forum!! Vi presento una moneta da 5 franchi della Repubblica Subalpina coniata dalla zecca di Torino nell'anno 10 (1801) e che da qualche anno è nella mia collezione. Cosa ne pensate riguardo alla conservazione? Attendo i vostri autorevoli pareri e vi ringrazio!! Auriate
    2 punti
  9. La vita di Publio Cornelio Scipione vissuto in un momento critico della storia di Roma , fu costellata di successi militari e non furono successi da nulla perche' ottenuti contro fortissimi e temibili nemici quali erano i Cartaginesi , i loro alleati Ispanici , i Galli e infine alcuni popoli italici ; ma nonostante le continue vittorie ottenute prima in Spagna e seguita poi da quella decisiva per Roma , a Zama , Scipione non ebbe in patria il giusto e doveroso riconoscimento per avere salvato la Repubblica romana da Annibale ; la Repubblica e i suoi Senatori vedevano profeticamente in lui i futuri pericolosi germi del comandante militare amato e seguito fedelmente dai soldati , molti ex congedati che avevano militato sotto Scipione chiesero di partire con lui in Africa per snidare Annibale dall' Italia e combatterlo sul suolo patrio ; inoltre fattori extra militari che riguardavano il sospetto di appropriazione indebita del tributo di guerra pagato dal Re Antioco a Roma , da parte del fratello Lucio , del quale Publio ne difese veementemente l' onesta' , ne inquinarono , pur non essendo mai definitivamente provata , la reputazione dell' Africano , tanto che infine volontariamente si ritiro' a trascorrere gi ultimi anni della sua vita a Literno dove in punto di morte dette ordine di essere qui sepolto , pronunciando la famosa frase : “ingrata patria non avrai le mie ossa” , mori' lo stesso anno in cui mori' il grande avversario Annibale . Bello e possibile immaginarli , sebbene nemici implacabili , stimarsi e rispettarsi in vita l' uno dell' altro , alcuni passi di Polibio e Tito Livio sembrano attestare questa possibilita' . Lucio Anneo Seneca nelle "Lettere a Lucilio" cita in alcuni passi la Villa di Scipione a Literno : "Ti scrivo mentre me ne sto in riposo proprio nella villa di Scipione l’ Africano , dopo aver reso onore al suo spirito e all’ ara che , immagino , essere il sepolcro di un cosi' grande uomo . Sono convinto che la sua anima e' ritornata in cielo , non perche' comando' grandi eserciti , ma per la sua straordinaria moderazione e per il suo amor di Patria” "Vidi la Villa costruita in blocchi squadrati , i muri nascosti dal bosco e le torri erette a difesa sui due lati della Villa ; una cisterna celata da edifici e da piante che avrebbe potuto bastare anche a un intero esercito ; un bagno angusto e buio secondo l’ antico costume" Successivamente la Villa di Scipione sarebbe appartenuta ad un liberto , un certo Vetuleno Egialo , che Plinio il Vecchio ricorda come uno dei più famosi viticultori della Campania . Purtroppo , l' ubicazione della Villa di Scipione a Literno non è nota , dato che nessuna delle fonti archeologiche attualmente disponibili offre il minimo indizio . L’ iscrizione tramandata dagli autori antichi , che Scipione fece incidere sulla sua tomba , così recitava : INGRATA PATRIA , NE OSSA QUIDEM MEA HABEAS . Il monumento funebre , oltre l' Ara , era completato da una statua poi distrutta in seguito ad una tempesta al tempo di Augusto . Ma quale era l' aspetto di questo grande uomo Scipione l' Africano ? Ad oggi una certezza assoluta circa le fattezze di Scipione e' forse riposta nel ritratto piu' probabile che lo rappresenta , e' un busto in bronzo della prima meta' del I secolo a. C. conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli , fu trovato ad Ercolano nella Villa dei Papiri . Altre due probabili rappresentazioni dell' Africano sono riposte la prima in una moneta d' Argento della Gens Cornelia emessa a nome di Gneo Cornelio Blasio nel 112/111 a. C. che al dritto forse rappresenta l' Africano con volto giovanile e l' altra in un secondo busto in marmo conservato ai Musei Capitolini di Roma ; se questi tre reperti rappresentassero realmente le fattezze di Publio Cornelio Scipione , le potremmo mettere in ordine di eta' perche' ben rappresentano il personaggio : moneta , busto in marmo e busto in bronzo , i tre reperti nell' ordine descritto bene evidenziano il trascorrere del tempo tramite i lineamenti via via appesantiti del volto dell' Africano . Quello che unisce le tre opere oltre alla evidente somiglianza pur nelle diverse eta' raffigurate , e' la presenza della calvizia , parzialmente visibile o immaginabile anche nel ritratto della moneta . In foto la cosi' detta Ara di Scipione a Literno , il parco archeologico di Literno , il Denario di Cornelio Blasio con al dritto il probabile volto giovanile dell' Africano , il busto dei Musei Capitolini in eta' di mezzo , ed infine quello del Museo di Napoli che dovrebbe rappresentare Scipione in eta' anziana .
    2 punti
  10. Rispolvero questa discussione perché volevo aggiungere un altro esemplare (già noto) col medesimo busto. L'antoniniano in questione è stato pubblicato in uno dei prontuari di Gallieno opera di Cédric Wolkow, con tanto di immagine (assieme al mio pezzo) ma ora ve lo voglio mostrare a miglior definizione: D\ GALLIENVS AVG, busto nudo radiato dell'imperatore a destra coperto da aegis. R\ VIRTVS AVGVSTI, X|_, la Virtù stante a sinistra con ramo in mano destra e lancia nella sinistra. Ex Berk BBS 114 (maggio 2000, lot. n. 431). Analogo busto appare in due rarissimi (e splendidi) medaglioni di Gallieno (di uno già avevo riportato l'immagine, ma lo ripropongo nuovamente): E la ripresa iconografica di Gallieno attinge a piene mani da un piccolo gruppo di medaglioni del secondo secolo di Traiano, Adriano e Commodo: E' indubbio il tentativo di Gallieno di riallacciarsi all'età d'oro degli Antonini con un preciso programma iconografico che mirava a rappresentarlo agli occhi dei suoi sudditi alla pari di questi illustri predecessori, considerati dai romani come i regnanti dell'ultima vera età dell'oro nonché fautori di un periodo di grande prosperità per l'intero Impero. Prosperità che Gallieno si riproponeva quindi di ripristinare ribaltando quella che era invece la difficile situazione con cui doveva confrontarsi: un impero minacciato da un lato dall'insorto Postumo fautore di un regno secessionista e dall'altro dal sovrano dei Sasanidi Shapour I che aveva catturato il padre - nonché imperatore - Valeriano I. A questo quadro politicamente difficile, instabile e militarmente complesso si sommava la morte dei figli Valeriano II e Salonino che di fatto poneva fine alla dinastia Valeriana precludendo quella visione di futuro di pace e stabilità per l'impero che auspicava il capostipite Valeriano I con l'ascesa alla porpora imperiale nel 253. ...tutto questo per ribadire per l'ennesima volta come un piccolo e apparentemente umile tondello radiato, nemmeno in grandi condizioni, sia in realtà intriso di storia e di messaggi... ah! per me è (anche) questo il bello della numismatica! PS Le immagini dei medaglioni le ho riprese da una presentazione in power point di Doyen disponibile nel suo profilo pubblico di academia.edu
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  11. Beh diamogli un po di compagnia.. Posto anche il mi 5 Francs sempre dell'AN 10
    2 punti
  12. Piastra 1798 sottocorona zighirinato (particolare la foglia in più sul lato sinistro di G.120) Piastra 1798 arco chiuso
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  13. Partecipo a questa bella discussione postando le mie piastre 1798. Piastra 1798 normale
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  14. DE GREGE EPICURI L'iconogafia dei due prigionieri seduti sotto un trofeo è antichissima (non ricordo a chi si deve la prima emissione, forse a Cesare): indica semplicemente "due nemici vinti". Quanto alla mirabolante vendita di questa moneta, avanzerei 3 iptesi: 1.L'articolo del giornale è del 5.4, ma potrebbe riferirsi ad un "evento" dell' 1.4, con tutto quel che ne consegue... 2.Il BM ha forti dubbi sull'autenticità della moneta. 3. La signora Teresa May, essendo ormai in braghe di tela, ha dato ordini tassativi di non comperare più niente.
    2 punti
  15. Taglio: 2€ CC Nazione: Germania D Anno: 2014 Tiratura: 6.300.000 Conservazione: BB Località: Padova Taglio: 2€ CC Nazione: Germania J Anno: 2013 A Tiratura: 2.310.000 Conservazione: BB Località: Padova
    2 punti
  16. Si tratterebbe del secondo esemplare conosciuto, il primo e unico finora è al British Museum. Abbastanza incredibile per noi che dopo averlo trovato con un metal detector in un campo inglese ora possa anche venderlo e che andrà all'asta a Giugno presso DNW a Londra. Magie della legislazione britannica... https://news.artnet.com/art-world/metal-detector-discovers-golden-roman-coin-1509847/amp-page
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  17. Buonasera Per la zecca modenese non son tantissime le tipologie in oro collezionabili e spesso han prezzi improponibili ai comuni mortali. Questa è stata l'occasione per comprare la prima moneta d'oro in assoluto della mia vita collezionistica ? Il modulo è davvero piccino ma l'aquila estense spiega fiera le proprie ali e la moneta è fresca... Cosa che non si vede spesso anche se la tipologia è relativamente comune. Cosa ne pensate? Grazie a tutti e un saluto. Marco
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  18. @Francesco1984complimenti per questa meravigliosa piastra. Rilievi bellissimi, ottimo bordo e priva di difetti di conio.
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  19. Sì è la RIC VII Tessalonica 123.
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  20. Sarà che sono in un'altra regione ma di tondelli così manco l'ombra... Complimenti per l'acquisto quello scudo ha sempre il suo fascino.
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  21. Gettone ovale in ottone (5,5 g, diametro 20 mm) da 2 Peso dell’azienda agricola Miramar in Guatemala in attività dal 1876. Il gettone era una forma di pagamento dei raccoglitori di caffè della fattoria ed era spendibile nelle struttura interne.
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  22. 1 punto
  23. potevi sposare il patron di Amazon e poi chiedere il divorzio con 35 miliardi qualche monetina te la compravi senza remore
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  24. Ma li mo.......? Genny straordinari.....
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  25. Stai facendo un polverone per niente, la sterlina, moneta d'oro da gr 7.98 a 916 mill, aveva ( nota l'imperfetto) il valore di UNA sterlina, fino al 1914, e valeva per l'oro che conteveva, all'epoca vigeva il Gold Standar, successivamente alla I guerra mondiale, conseguenza la svalutazione di tutte ( o quasi) le monete, il valore dell'intrinseco fu più elevato del nominale, ma questo vale anche per il nostro marengo, che valeva 20 lire. La sterlina ( moneta d'oro) fu sporadicamente coniata, per la circolazione ancora prima della II guerra mondiale. La svalutazione pesò ulteriormente su tutte le monete dopo la II G.M., non ci fu nessun stato che coniò moneta d'oro per la normale circolazione, la Gran Bretagna, riiniziò a riconiare la sterlina, con i vecchi valori ponderali, si continuò a chiamarla sterlina, però era ed è completamente slegata dalla circolazione, e solo collagata alla quotazione dell'oro. Ti consiglierei di leggerti uno dei tanti testi economici, esempio quelli di Carlo Maria Cipolla, ti toglieresti tanti dubbi e perplessità saluti TIBERIVS
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  26. Complimenti per l' acquisto . Domenica ho trattato il 1553 con un un francese ma non volendo ridurre il prezzo gli e' rimasta in mano ! Sicuramente il 4 grossi di Emanule Filiberto e' piu' comune . Basta osservare il numero di esemplari presenti nel catalogo rispetto a questo
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  27. Nessun problema, anzi se mi vogliono promuovere io sono ben disposto
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  29. Questa è la mia preferita...
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  30. Segnalo il volume nella sezione dedicata ai libri numismatici in uscita @POLG
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  31. Oggi vi presento questo nuovo hoard che esula dal mio usuale range temporale della seconda metà del III secolo (antoniniani gallici & c.), ma a essere sinceri esula fino a un certo punto visto che oramai la mia passione per i ripostigli sta creando una vera e propria "collezione nella collezione" con una estensione temporale che va ben oltre alle "colonne d'ercole" del mio usuale campo d'azione. THE HOLME HOARD (detto anche Bottesford II) rif. https://finds.org.uk/database/hoards/record/id/1241 Report pubblicato in Numismatic Chronicle n.166/2006 Il ripostiglio è stato rinvenuto in un'area che già aveva restituito nel 1996 (https://finds.org.uk/database/hoards/record/id/1238) un altro tesoretto di 169 denari d'argento denominato appunto Bottesford I. Il ritrovamento in questione è opera dei detectoristi J. Robinson e J. Sparks che l'hanno portato alla luce il 25 novembre 2003 a Holme, nel Lincolnshire. Composto da 408 denari d'argento è stato rinvenuto assieme a parte del contenitore: un piccolo vaso in argilla grigia il cui fondo aveva in diametro di 58 mm. Di tutto il ripostiglio, 115 pezzi sono stati acquisiti dall'associazione British Museum Friends che ne ha donati 15 al museo: https://www.britishmuseum.org/research/collection_online/search.aspx?searchText=holme+hoard La parte rimanente è stata restituita agli scopritori che hanno poi provveduto a venderla in un'unica occasione tramite la casa d'aste DNW (Dix Noonan Webb Ltd) con la vendita pubblica del 16/03/2005 (https://www.dnw.co.uk/auction-archive/special-collections/foreword.php?specialcollection_id=316). Questo infine è l'esemplare che è entrato nella mia collezione: D\ ANTONINVS AVGVSTVS, busto laureato e drappeggiato a destra di Caracalla. R\ PONTIF TR P III, Caracalla nudo con mantello sulle spalle stante a sinistra, con un globo nella mano sinistra e una asta a punta in giù nella destra. RIC 30/b Ex D. Taylor collection; Ex DNW auction 16/03/2005; from Holme Hoard 2003. Per concludere, si tratta di un ripostiglio rientrante nel cosiddetto "denarius period" britannico e a proposito degli hoard rientranti in questo arco temporale, Roger Bland dice: A voi la parola per eventuali commenti o integrazioni!
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  32. Soltanto i gettoni monetali della Valle d'Aosta, con foto, dati tecnici, cenni storici e dov'è possibile foto attuale e dell'epoca per capire dove si trovavano le attività coinvolte. Posterei la foto della copertina, mo non vorrei che venga inteso come attività di vendita o pubblicità commerciale
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  33. Concordo pienamente ? Oltre ai tempi di attesa maggiori sulle spedizioni
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  34. È questo il punto: Iva e costi elevati di spedizione. Tanto vale acquistarla altrove...
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  35. Sapevate dell'esistenza di un tetradramma coniato a Teos a nome di un'antica gilda professionale greca (l'artista di Dioniso)???? Una moneta particolarissima con uno splendido ritratto di Dioniso! Photo I. IONIA. The Artists of Dionysus. 2nd Century BC. Silver tetradrachm (16.87 gm). Teos(?), ca. 155-145 BC. Head of young Dionysus right, wearing mitre (headband) and crowned with ivy wreath / ΤΩΝ ΠΕΡΙ ΤΟΝ ΔΙΟΝΥΣΙΟΝ ΤΕΧΝΙΤΩΝ flanking filleted thyrsus, ivy wreath border. Lorber-Hoover, NC 163 (2003), pp. 59-68 (this coin). Unique and unprecedented— a coin struck in the name of an ancient Greek professional guild! Of exemplary style and a true masterpiece of Hellenistic art. Extremely fine. Ex Peter Guber Collection. Provenance: Freeman & Sear Manhattan Sale II of 04.01.2011, lot: 62. P.S.: Coinage was normally produced on the authority of cities, kings, and dynasts. This is the only known example of a coin struck by a professional guild. The Artists of Dionysus were actors, musicians, and other artists who participated in the festivals and contests that were a prominent feature of the ancient Greek world. In the third century, the Artists of Dionysus organized themselves into three corporate bodies, one at Athens, one in the Peloponnesus, and one in Asia Minor. Members of the Artists wore a purple-and-gold uniform and enjoyed special privileges throughout the Greek world. When Teos passed under Pergamene control after 188, the Artists of Dionysus merged with another troupe of performers at the Attalid royal court to create the group that issued this remarkable and unique tetradrachm. The presence of a wreath on the reverse links this coin to the so-called wreathed tetradrachms issued by various cities of western Asia Minor, including Cyme, Myrina, Heraclea and Smyrna. These wreathed tetradrachms were produced within a short period, ca. 155–145, establishing the probable date for this piece. At this period, the Artists of Dionysus were quite wealthy and very closely linked to the Pergamene court. Yet the essentially religious role of the Dionysiac Artists is a clue that its function may have been different from that of other wreathed tetradrachms. The lack of control marks points to a one-time, special issue intended to finance or commemorate some event of great importance in the life of the association. Tetradrachms such as this one may have been awarded as prizes in the first festival involving the Attalistai (guild devoted to the Attalid rulers), or presented to foreign guests. The truly exceptional artistry of the obverse portrait of Dionysus is certainly befitting of this unique coin’s origins and importance. Estimated Value: $ 150,000. Photo II. The Artists of Dionysus. Ca. 155 BC. Silver tetradrachm (16.87 gm). Struck at Teos. Head of young Dionysus right, wearing mitre and wreathed with ivy / ΤΩΝ ΠΕΡΙ ΤΩΝ ΔΙΟΝΥΣΟΝ ΤΕΧΝΙΤΩΝ, filleted thyrsus, ivy wreath border. C.C. Lorber and O.D. Hoover, "An unpublished tetradrachm issued by the Artists of Dionysus," NC 2003, pp. 59-68, pl. 15, 1-2 (this coin). Unique and of extraordinary numismatic and historical interest. Struck on a broad flan. Some striking flatness on reverse, otherwise extremely fine. Provenance: Gemini, LLC Auction IV of 08.01.2008, lot: 177. P.S.: The Artists of Dionysus were actors, musicians, and other artists who participated in the festivals and contests that were such a prominent feature of the Greek world in the classical and Hellenistic periods. In the third century, the Artists of Dionysus organized themselves into three corporate bodies, one at Athens, one in the Peloponnesus, and one in Asia Minor. The last, called the Association of Dionysiac Artists in Ionia and the Hellespont, was based in the city of Teos from at least 207/6 and enjoyed a tax-free land grant from the city. In addition to these regional koina, two Hellenistic monarchies, the Ptolemies and the Attalids, sponsored royal associations of performers. When Teos passed under Attalid control after 188, the group at the Pergamene court, called the Artists of Dionysus Kathegemon, merged with the Tean group to form the Association of Dionysiac Artists in Ionia and the Hellespont and of Dionysus Kathegemon. This is the group that issued the unique tetradrachm offered here. Coinage was normally produced on the authority of cities, kings, and dynasts. A very few coinages name deities as their issuing authority, but this is the first example of a coin struck by a professional guild. Its types, naturally, honor the god to whom the artists dedicated their service. The presence of a wreath on the reverse links our coin to the so-called wreathed tetradrachms issued by various cities of western Asia Minor, including Cyme, Myrina, Heraclea, Lebedus, Magnesia on the Meander, and Smyrna. These wreathed tetradrachms were produced within a short period, ca. 155-145, establishing the probable date of the tetradrachm of the Artists of Dionysus. Curiously, the vast majority of wreathed tetradrachms seem to have circulated in Syria. P. Kinns, O. Hoover, and D. MacDonald have hypothesized that these coins were minted to finance the Attalid policy of supporting pretenders to the Seleucid throne. Because Eumenes II had already adopted the light cistophoric standard for his own currency, he obtained the Attic-weight coinage he needed from allied cities in Aeolis and Ionia. At this period, the Association of Dionysiac Artists in Ionia and the Hellespont and of Dionysus Kathegemon was quite wealthy and very closely linked to the Pergamene court. The leader of the association, the flautist Kraton of Chalcedon, played an important role in the development of Attalid royal cult and was eventually appointed priest of King Eumenes. There is thus good reason to suspect Pergamene influence over the production of our tetradrachm. Yet the essentially religious role of the Dionysiac Artists is a clue that its function may have been different from that of other wreathed tetradrachms. The lack of controls points to a one-time, special issue intended to finance or commemorate some event of great importance in the life of the association. The most likely occasion is Kraton's foundation of the order of Attalistai, performers dedicated to the cult of Attalus II. Kraton provided the Attalistai with a sanctuary at his own expense and left them a bequest when he died. The establishment of the Attalistai must have taken place sometime between 159 and 153/2—a period that overlaps the early years of the wreathed tetradrachms of Aeolis and Ionia. Tetradrachms of the Artists of Dionysus may have been awarded as prizes in the first festival involving the Attalistai, or presented to foreign guests.
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  36. Per dindirindina.... Nella sua semplicità un ritratto di grande impatto, grazie per averlo condiviso, è sempre un piacere vedere e conoscere certi nummi..
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  37. Piastra 1798, 9 torrette, arco chiuso e sottocorona con zighirinatura dal basso verso l'alto
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  38. Lasciamo pure qualche spiraglio in questo “cerchio”, in modo tale da tenere vivo l’interesse e la ricerca che, altrimenti, una volta chiuso, si assopirebbero. Il desiderio di apprendere dovrebbe essere un elemento comune a tutti, maestri compresi, in quanto, pensare di essere depositari della conoscenza, rappresenta l’errore più grave che uno studioso possa fare.
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  39. La tua ipotesi Philippvs è estremamente suggestiva. Avvalora ancora di più la teoria che si tratti di una moneta attribuibile a Filippo III (peraltro esiste un decreto di coniazione risalente al 1620, come citato anche nell'articolo in cui è stata pubblicata). Non sarebbe male fare questo studio microscopico (io purtroppo non ne sono capace). È anche possibile che il conio del 10 reali non si sia impresso correttamente sul tondello, come spesso accadeva, e che la scritta sardiniae sia rimasta tagliata a metà. Personalmente, ma magari sbaglio, sono più portato a pensare che la moneta originaria fosse un 8 reales di Filippo III perché sotto il segno di zecca (Segovia) sembra di vedere una A sormontata da croce, corrispondente allo zecchiere Esteban de Pedrera, che dovrebbe aver operato tra il 1616 e il 1621. Se abbiano poi a Cagliari aggiunto la legenda di Filippo III, non saprei dirlo. La mia personale teoria è che sia possibile che alcuni dei 10 reali che attribuiamo a Filippo II siano stati coniati sotto Filippo III ma questo esemplare è l'unico al momento in cui questo è dimostrabile poiché per pura casualità assieme a vecchi maltagliati rozzi e consunti in Sardegna è stato inviato anche un 8 reales coniato a Segovia e per ancor più improbabile casualità, il tondello riscaldato ha mantenuto, seppur deformandosi, le sue principali caratteristiche. Probabilmente non siamo arrivati ancora a risolvere l'enigma.
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  40. Ciao Pietro, mi permetto di darti un consiglio da collezionista di lunga data (colleziono monete da 25 anni). In numismatica è FONDAMENTALE la pazienza. Non è possibile avere fretta: se si vuole correre in numismatica ci si schianta e basta, è una certezza matematica. A cosa mi riferisco? Alle monete che vai cercando. Non so da quanto tempo tu collezioni, ma dal fatto che tu non ci venga a chiedere dell'autenticità di patacche riconoscibili a tre metri di distanza è evidente che ti serve ancora un po' di allenamento. E allora perché vuoi andare a cacciarti nei guai con monete rare e pericolose, che traggono in inganno anche i più esperti? Il Regno è pieno di monete interessanti e meno impegnative, le hai già tutte? Parti da quelle, credimi, e quando arriverai a puntare ai pezzi importanti sarai pronto, non avrai bisogno di chiedere consigli a nessuno e sarai felice e consapevole del traguardo a cui sarai arrivato. Un saluto
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  41. Buonasera @Rocco68, bella pure questa........ Io direi, (oltre alle 9 torri, oltre il sotto corona rigato, oltre i rombetti al posto dei "pipistrelli"), scudo chiuso con appendice.
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  42. Si si lo avevo capito che era un affermazione...anzi ti ringrazio per essere intervenuto...grazie mille
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  43. Ciao Andiamo per gradi. Non ho trovato nulla sul cambio marco/lira, ma nel 1945 gli Alleati fissarono il cambio marco/dollaro a 10 marchi per un dollaro, quindi 1000 marchi erano pari a 100 dollari. Tale cambio rimase in vigore fino al 1948, quando la Germania rivoluzionò il suo sistema monetario. Nel 1943, sempre gli Alleati, avevano fissato il cambio lira/dollaro a 100 lire per un dollaro, ma due anni dopo la nostra moneta si era ulteriormente, pesantemente svalutata, e di sicuro anche i cambi ne avevano risentito. In questa tabella sono riportati i cambi storici lira/dollaro, tranne per il periodo che ci interessa, dal 1939 al 1954 il cambio viene definito "anomalo" e non è indicato https://cronologia.leonardo.it/potere.htm Ho provato, per quel che vale a ricavarlo empiricamente, partendo dal valore della lira nel 1937, pari a 1408 lire del 2001 (fine della circolazione) e quello del 1945, crollato a sole 54 lire. Una differenza di ben 26 volte! Ho quindi moltiplicato il cambio lira/dollaro del 1937, pari a 19, per 26, ottenendo 494 lire per un dollaro, cifra che appare congrua col cambio successivo conosciuto, quello del 1955, le famose 625 lire che rimasero pressoché invariate per quasi un ventennio. Ma sono solo ipotesi. E allora, sempre ipotizzando, potremmo dire che per avere 1000 marchi, ovvero 100 dollari, nel 1945 erano necessarie 49.400 lire, cifra che penso si possa tranquillamente arrotondare a 50.000. Non posso invece aiutarti sulla quotazione attuale del biglietto da 1000 am-mark. Questo è il mio in una conservazione che si avvicina a SPL, anche se forse non la raggiunge in pieno. Prendilo con beneficio di inventario, ma mi sembra di averlo pagato un qualcosa come 90.000 lire (di sicuro non erano 90 euro), cifra che oggi, dopo oltre vent'anni, non ha più molto senso. Posso solo dire che allora, sicuramente, la ritenevo ragionevole. Dopodiché, come faccio sempre, mi sono completamente disinteressato degli eventuali incrementi o decrementi del suo valore, io colleziono per la vita, e se un giorno, spero mai, fossi costretto a vendere la mia collezione, solo allora mi porrei seriamente il problema di quanto vale in quel momento. Maurizio
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  44. Ciao, ho visto che esiste un rebus molto simile: ? Coniare strane monete coni A R - est R - anemone TE Aurilio N.
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  45. @motoreavapore, Piastra 1798 arco superiore dello stemma normale... Arco continuo.... E questo com'è?
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  46. Cari amici, di rientro da Annecy vorrei condividere con voi questo bel Quarto di grosso di Carlo d'Orleans, II periodo (1447-1465)! Quelli passati in asta nell'ultimo decennio si possono contare sulle dita di una mano (senza nemmeno usarle tutte), di varianti differenti da questa (un paio del I periodo, con la rosa al centro della croce) e soprattutto con la legenda quasi mai completamente leggibile! Corpus, vol. 2, pag. 24, n. 20 - (MIR manca) @piergi00, @teofrasto, @adamaney, @dabbene, @monbalda
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  47. Riprendo questa discussione di @salvo1973 Condividendo una importante scoperta nel decoro del taglio nel mio Mezzo Ducato del 1784 : Sui cataloghi viene riportata la "treccia in rilievo"
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  48. Sai... non sono così sicuro di aver fatto buona cosa a consigliarti di rivolgere la tua attenzione alle monete modenesi del periodo estense. Ora proponi tante belle monete e io mi trovo costretto a riprendere in mano libri e documenti per soddisfare le curiosità che spesso queste monete mi fanno affiorare. E alcune curiosità vanno messe in evidenza. I giorgini con il ritratto vòlto a destra sono suddivisibili in due diverse tipologie; con santo inginocchiato e con santo in piedi. La tipologia con santo inginocchiato presenta due tipi di ritratti: un tipo con testa grande (priva del busto) e piccola porzione del drappeggio che orna il collo; il tipo con testa piccola, busto e armatura...che corrisponde al Il tuo giorgino. Questo tipo di ritratto corrisponde al ritratto presente anche nei giorgini della tipologia con santo in piedi e corrisponde a tal punto da farmi pensare che ne condivida il punzone e che ne sia contemporaneo o immediatamente successivo. Da notare che questo tipo di giorgino (il tuo) presenta un ritratto con busto proprio per mettere in evidenza un particolare interessante e non trascurabile: il busto ornato del collare con il toson d'oro. Cesare d'Este ricevette notizia di essere stato insignito di questa onorificenza dopo la metà del 1604. Ferrante II Gonzaga, signore di Guastalla e già appartenente all'ordine del Toson d'oro, venne incarico di consegnarlo a Cesare e la cerimonia di consegna ebbe luogo il 18 ottobre del 1604. Il tutto per affermare che questa è sicuramente la data post quem questa tipologia può aver visto la luce. E qui mi fermo... complimentandomi per l'ottimo acquisto... ciao Mario
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