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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 03/26/19 in tutte le aree

  1. Quello che invece è del tutto inutile per la numismatica sono i rebus che nulla hanno a che fare con essa...
    6 punti
  2. Sinteticamente : porta tosa, pur essendo una porta minore, ebbe 3 collocazioni , crescendo il diamtro della città : quella romana (la più antica) , quella medioevale e quella moderna oggi porta Vittoria. Il nome porta tosa deriva da "porta tonsa" nome della prima porta romana che era vicino ad un piccolo porticino fluviale, da qui il nome in quanto tonsa in latino significa remo. L' origine della scultura postata è abbastanza dubbia. La tradizione secolare milanese (e quella più accreditata) la vuole sulla porta medioevale ricostruita proprio dopo l'assedio del Barbarossa. E per i milanesi, è da quasi un millenio, rappresenta la moglie dell 'imperatore Barbarossa nell'atto di radersi le parte intime, proprio come in uso alle prostitute. Esisteva anche una filastrocca di scherno in riferimento a tale scultura.
    4 punti
  3. DE GREGE EPICURI Al CCNM (Milano, via Terraggio 1) martedì 7 maggio 2019 Alessandro Toffanin terrà una conferenza su: "Tra sacro e profano: iconografia numismatica del Santo Chiodo conservato nel Duomo di Milano". La reliquia milanese,le sue origini, la simbologia che assume nel tempo e le sue rappresentazioni in ambito numismatico saranno al centro della serata. Il Sacro Chiodo, secondo la tradizione ambrosiana, rappresenta un simbolo cristiano posto al servizio del potere fin dal tardo impero romano (Elena, il figlio Costantino, il rinvenimento della Croce). Il tema viene ripreso nel periodo signorile, dai Visconti agli Sforza; si trasforma poi in epoca borromea nell'oggetto sacro, venerato tutt'oggi a protezione della città intera. Verranno illustrate ed analizzate una moneta di Francesco Sforza ed una medaglia con San Carlo Borromeo ed il Sacro Chiodo.
    3 punti
  4. Buona sera , spero di essere nelle sezione corretta ,chiedo eventualmente al moderatore per favore di spostarla in sezione appropriata grazie. Come da titolo oggi nel resto datomi dal giornalaio oltre a un due euro finlandia 2005 mi sono arrivati questi 20 centesimi sede vacante 2005, ora mi chiedo come è possibile visto che la sede vacante è solo in blister ed è piuttosto costosa? cosa ne pensate ? grazie
    3 punti
  5. Direi che le fratture non derivano né da una suddivisione per ottenere sottomultipli né per saggio: nel primo caso non si avrebbe la moneta rimanente (perché il "sottomultiplo" sarebbe stato utilizzato, evidentemente) nel secondo un segno indicativo del saggio (del tutto assente, anche volendo ammettere un tentativo maldestro). Inoltre: 1) la moneta non è così rara da spezzarla pur di essere spacciata per autentica (nel caso in questione il valore economico si aggira su qualche decina di Euro); 2) mostra chiare concrezioni dovute verosimilmente ad un prolungato stazionamento in materiale terroso; 3) il pezzettino pulito (innegabilmente) sembra argento; 4) le lettere sono esattamente come dovevano essere (lettering tramite punzoncini parziali); 5 ottima la somiglianza con l'originale. In definitiva il pezzo (o meglio: i ... pezzi) è con ogni probabilità autentico, probabilmente spezzato per fenomeni di cristallizzazione dell'argento dovuto ad un lungo stazionamento nel terreno.
    3 punti
  6. Scrive Dabbene: ''Quindi divulgare, comunicare ma dove oltre che qui?'' La risposta è semplice: ovunque sia possibile. Qui a Padova come Circolo Numismatico facciamo conferenze (un buon successo lo sta ottenendo il ciclo sulla monetazione veneziana in collaborazione con il Museo Bottacin), creiamo incontri con i soci (che stanno aumentando di anno in anno), collaboriamo con il Comune di Padova (l'Agorà Numismatica è il frutto di questa collaborazione), siamo in costante contatto con scuole del territorio (liceo Tito Livio in primis). Sarà poco, sarà tanto... non saprei. Però ci mettiamo tutta la passione per farlo e crediamo fortemente nel suo aspetto culturale. Viva la Numismatica! E viva il collezionismo che le permette di vivere e di crescere! Arka Diligite iustitiam
    3 punti
  7. Buona sera a tutti. 1 grano 1814 doppio punto dopo FERD III riferimento gigante 128a. Volevo chiedere agli amici collezionisti di monete siciliane, che hanno sicuramente più esperienza di me su questa monetazione, se reputano corretta la rarità che ne da il gigante. Il mio è del 2013 e lo segna R e non mi sembra che ce ne siano tanti in circolazione. Ringrazio in anticipo tutti quelli che interverranno. Saluti Angelo
    3 punti
  8. Ciao a tutti, ho aggiunto questo grano del 1801 alla mia modesta collezione tipologica, anche la conservazione è piuttosto modesta... ma se si vuol spendere poco è quello che si può inserire nella propria raccolta. mm ≤ 19 - gr. 2,30
    2 punti
  9. Aquileia fu l' antico avamposto repubblicano romano nel nord est d' Italia , colonia inizialmente di diritto latino fondata nel 181 a. C. da parte dei Triumviri romani : Lucio Manlio Acidino , Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio , inviati dal Senato a sbarrare la strada ai barbari che minacciavano i confini orientali dell' Italia . Le prime coniazioni di monete in epoca imperiali emesse ad Aquileia iniziarono a partire dall' Imperatore Diocleziano nel 294 e terminarono forse nel 425 con Giovanni , mentre altri indizi daterebbero le ultime emissioni nel 452 al tempo di Valentiniano III . Ad Aquileia nel corso degli scavi archeologici iniziati gia' nel XVI secolo e proseguiti ininterrottamente fino ad oggi , sono stati rintracciati praticamente tutti i piu' importanti edifici pubblici e privati , tranne uno , la Zecca . Considerando che ad Aquileia erano operanti almeno tre officine documentate dalle monete , il fatto che non ne sia stata rintracciata neanche una rimane una coincidenza alquanto strana . In base alla numismatica si deduce che le lettere poste dopo la sigla di zecca , nel nostro caso AQ : P , S , T , o le loro corrispondenti lettere greche come nel caso della Terza officina , indichino in ordine di numero le tre officine di produzione delle monete di Aquileia . Ad oggi , in mancanza di riscontri archeologici delle tre officine monetali , verrebbe da porsi una serie di domande : 1 e' possibile che le lettere dopo la sigla della zecca non indichino il numero dell' officina , ma abbiano un altro significato ? 2 e' possibile che la zecca sia stata un unico edificio e non tre dislocati in diversi punti della Citta ? 3 in base al punto 2 , e' possibile che essendo forse stata la zecca un unico edificio , questo sia stato diviso in tre ambienti di produzione , come odierni reparti di un' unica fabbrica , chiamati officine ? 4 ma in base al punto 3 , se cosi' fosse , quale motivo e quale utilizzo pratico avrebbe avuto porre le tre lettere : P , S e T ? sempre che queste lettere indichino numericamente le tre officine ? La medesima perplessita' si potrebbe avere anche per altre zecche tardo imperiali , tipo quella di Ostia che di officine ne avrebbe avute addirittura quattro , ma anche ad Ostia nessuna di queste quattro officine e' stata rintracciata . In base a queste personali riflessioni mi piacerebbe avere vostri pareri . In foto una pianta di Aquileia nel V secolo e tre Follis emessi ad Aquileia dalle tre officine .
    2 punti
  10. In collezione: Slovenia zecca di Gutenwert pfennig 1215-1230 (circa) C.N.A. Cj 9a-b Rappresentazione frontale di Vescovo che regge con le mani croce e pastorale; Angelo sormontato da torre, regge il Vangelo con la mano dx o sx
    2 punti
  11. In numismatica è fondamentale poter vedere i tondelli...
    2 punti
  12. Gloriosi anni '70/'80 Figurina/banconota da 1.000 lire in omaggio nei formaggini Milkana. Nei formaggini Mio > o Susanna > si ci trovava altro
    2 punti
  13. Forse anche il silenzio che sembra attanagliare tutto non e’ un buon segno, forse le uniche speranze vengono da mezzi come questo dove la comunicazione viene fatta ancora e anche se meno partecipata di una volta viene ancora letta da molti ...e anche solo il leggere conta... Quello che dici e’ giustissimo ...ma poi ricorre a fasi alterne in numismatica anche la tendenza a fare il gruppo degli eletti e il resto amen o conta poco ...e’ ciclico e ritorna, mezzi come Lamoneta, che non tutti amano diciamolo pure anche se leggono tutti, può aiutare invece ad aprire la numismatica verso molti ...
    2 punti
  14. Ciao Mirco, questa è una foto che rimarrà indelebile nella mia memoria, l'entusiasmo e la passione di quei volti non potrò dimenticarlo, come la giornata che la contraddistinse. Io e Mario abbiamo fatto tante cose in ambito numismatico, e molte cose lui ha fatto per me. Forse scrisse ancora di me o ne parlò con amici, ma il suo messaggio mi giunse sempre nonostante fossi in alcuni momenti in altre dimensioni per il mio essere e vivere in modo eclettico o travagliato per le vicende della vita che non ti avvisano mai purtroppo. Si quell'uomo che dona è ancora presente, e ogni tanto il rito si ripete, tondello in dono e racconti a non finire. E' la mia vita, non saprei viverla diversamente, il desiderio di comunicare e donare prende sempre il sopravvento, e Mario è cosi anche lui. Ci capimmo subito, come comprendemmo te e la tua ragazza, nei vostri occhi si leggeva la speranza e il desiderio di esserci, la numismatica vi aveva contagiato, entrandovi nel cuore. Non ha caso il fato ci fece incontrare, dandoci l'opportunità di lasciare ai posteri l'immagine emblema dell'amicizia e del messaggio che volevamo trasmettere a tutti gli appassionati, che la numismatica aggregare e può dare punti di riferimento importantissimi. Grazie Mirco sai che bello se fossimo tutti uniti attraverso un'unico ideale. Eros
    2 punti
  15. Bingoooooo!!!!!!!!!!!!! Invece ogni tanto bisogna parlarne visto che ci leggono tutti, carissimo.. Se non la finiamo con quest caccia agli stregoni numismatici, fra un po' non ci sarà più nulla da cacciare e anche coloro che sono preposti a ciò, in futuro potranno occuparsi solo di fantasmi... Avviciniamo gli altri, cerchiamo di far comprendere l'importanza di questa scienza, come aspetto culturale importantissimo per la crescita e l'evoluzione dell'individuo. Se non ci fosse stata la numismatica, non ci sarebbe stata tanta ricostruzione storica, dobbiamo essere riconoscente a tutti coloro che hanno contribuito a questo, e a coloro che ancora oggi con tanti sacrifici e sudore, contribuiscono a tutto ciò..
    2 punti
  16. E' una delle rarissime rappresentazioni di una zecca al lavoro su una moneta antica. Si tratta di un documento di grande valore storico. Numismatica Ars Classica NAC AG, Auction 27, del 12 Maggio 2004, lotto n. 41 Greek Coins, Poseidonia, No.: 41, Estimate: CHF 500, d=19 mm Poseidonia with the Roman name of Paestum. Semis early first century, æ 4.28 g. Q· LAR·PR Scales weighting ear of corn; in exergue, Pæ. Rev. SPDDS·S Two workmen in the act of coining; in field l., MIL. In exergue, S. SNG Copenhagen 1372. M. Crawford, Studies Price, Paestum and Rome. The Form and Function of a Subsidiary Coinage, 25/1. Historia Numorum 1238. Rare. Dark green patina, extremely fine / good very fine Crawford, who aptly describes the late coinage of Paestum as frivolous and chaotic (a pretty good description of social and political life in the provinces during the early imperial period, for which see the graffiti of Pompeii and Apuleius’ Golden Ass), interprets the inscriptions as Q. Laur(entius ?) praetor sua pecunia dono dedit Senatus sententia milia (or miliens): "The praetor Q. Laur. out of his own money and by consent of the Senate (of Paestum) gave as a present (to his fellowcitizens) thousands (of this coin)". To what end is suggested by the obverse; to buy a measure of subsidised wheat.
    2 punti
  17. Questo grano del 14 sembrerebbe un tondello insulso per molti ma non sapete come sia difficile da recuperare, rispetto alla serie di Ferdinando per Palermo. Sempre in bassa conservazione, e ostico di natura. Trovarli in bb pieno è quasi un miracolo, il tuo è già in discreta conservazione. Per quanto concerne la rarità mi associo ad Asclepia, la sola R e quasi stretta al nominale stesso, il doppio punto merita un R2.. Eros
    2 punti
  18. Buonasera, avevo notato anch'io il doppio punto su questi nominali, al momento sulla baia c'è questo : https://www.ebay.it/itm/1-Grano-1814-Variante-Con-2-Punti-dopo-III/254170673690?hash=item3b2dc0b21a:g:7V0AAOSwjR5cdhcG Inoltre ho notato che il doppio punto è presente anche su alcuni esemplari del 10 grana del 1796...
    2 punti
  19. taglio 2 euro cc paese slovenia anno 2018 tiratura 1.000.000 condizioni spl città trieste taglio 2 euro paese monaco anno 2012 tiratura 1.082.373 condizioni bb città trieste taglio 1 euro paese sanmarino anno 2017 tiratura 500.000 condizioni spl città trieste taglio 50 cent paese belgio anno 2016 tiratura 5.000.000 condizioni bb+ città trieste
    2 punti
  20. Buongiorno amici, allego immagini di un cavallo aquilano di Innocenzo VIII con impugnatura delle chiavi ad anello singolo, D.A. 126 ; MIR 99 , estremamente raro , è il quarto esemplare con questa particolarità della mia " piccola scuderia "
    2 punti
  21. La magica attrazione dei grandi moduli della monetazione pontificia. Piastra Clemente XI 13° anno di pontificato (1712-1713) D\ * CLEMENS * XI P * M * AN * XIII * Scudo del Papa sormontato da chiavi decussate e tiara R\ FONTIS . ET . FORI . ORNAMEN : Vista della piazza del Pantheon con l'obelisco al centro; in esergo . E . H . (incisore Ermenegildo Hamerani) e lo scudo del Vescovo Fattinello Fattinelli. AG 31,80 gr. diam. 44-45 mm R2 (D'Andrea-Andreani-Novelli n° 362; Muntoni 3 p. 81 n° 39; CNI XVII p. 29 n° 74) Il grande fascino delle piastre pontificie, vere e proprie opere d'arte in miniatura. Esemplare in ottimo stato di conservazione.
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  22. Sono stati pubblicati a cura dell'Accademia Italiana di Studi Numismatici gli Atti della Giornata di Studio "In punta di bulino" svoltasi in Bologna il 14 ottobre 2017. Francia.pdf Francia2.pdf
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  23. Trovo interessante questa parte editoriale vista col Mazarakis e ora qui di dare poi un segno bibliografico compiuto e poi il fatto che sia raccontata anche la storia di importanti collezionisti.
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  24. No. Se ne hai viste in giro, potrebbe trattarsi di banconote pubblicitarie, come quelle illustrate in questa discussione O, anche, di banconote autentiche su cui qualcuno si è divertito a stampare macchine o altro. Magari dopo che erano andate fuori corso, o anche prima, tanto, per quel che valevano le ultime In ogni caso niente di ufficiale o che abbia un interesse e valore numismatico, quanto al valore economico, se esistono, può anche darsi che ci sia qualcuno disposto a pagare per averle. Sposto la discussione in Cartamoneta. petronius
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  25. Vin ricordo che abbiamo un nostro catalogo, fatto molto bene e invidiato da tanti! Con un eccellente motore di ricerca! Perché andare su wildwins? http://numismatica-classica.lamoneta.it/
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  26. Ma io quella l'ho fotografata sabato al convegno di Castellammare. Appena posso posto foto completa: è a 6.
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  27. 1 punto
  28. Due banconote pubblicitarie intere con annesso depliant, ricordo che li ritagliavamo , giusto per giocarci se non si usavano per lo sconto. 5.000 lire Colombo I° tipo
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  29. Ciao. Le considerazioni svolte sopra da Giovanni (Giov60) sono pienamente condivisibili. Le monete d'oro e gli scudi d'argento di V.E.II e Umberto I non erano normalmente utilizzate per l'ordinaria circolazione ma venivano detenute dalle Banche quale riserva o utilizzate nelle importanti transazioni internazionali. I nominali aurei maggiori (100 e 50 lire) erano sostanzialmente monete destinate al collezionismo e ciò è attestato dall'esiguo numero di esemplari coniati - come si sa, per questi e per tutte le monete in oro - solo a richiesta. La stessa moneta divisionaria d'argento (2 e 1 lira e 50 cent.) non si pensi che fosse diffusissima fra la popolazione. In un lettera della Camera di Commercio di Torino del gennaio 1896, inviata al Ministro dell'Agricoltura, industria e commercio, con la quale si esprimeva la preoccupazione che le monete divisionarie in argento potessero essere poste fuori corso, è riportato il seguente passaggio, alquanto eloquente sull'argomento che ci interessa: "Nel frattempo si è divulgata la voce che col 30 corrente cesseranno di avere corso legale gli spezzati d'argento da lire 2, da lire 1 e da centesimi 50. Ancorchè la moneta divisionale d'argento sia ridotta fra noi allo stato dell'araba fenice, la diceria che essa stesse per perdere il suo corso legale ha inquietato non poco gli scarsi detentori che ancora ne serbano." Il fatto che la constatazione sulla scarsa presenza in circolazione di moneta divisionaria d'argento provenga da un Ente quale la Camera di Commercio di Torino, ovvero da una Piazza che all'epoca doveva ritenersi fra le più ricche e attive d'Italia, la dice lunga su quale dovesse essere la presenza di moneta argentea sul restante territorio nazionale. Figuriamoci poi quale poteva essere la presenza concreta in circolazione di moneta aurea. Come scriveva Giovanni, la cartamoneta aveva di fatto "espulso" dalla circolazione la "moneta buona", cioè quella d'oro e, pur in minor misura, anche quella d'argento. Rimaneva comunque sia l'una che l'altra nella monetazione del Regno, dal momento che sia la Legge Fondamentale Monetaria del Regno (risalente all'agosto del 1862), che gli accordi della U.M.L., continuavano a prevedere come nominali aventi corso legale sia quelli in argento che quelli in oro. Saluti. M.
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  30. Ho letto in un forum polacco di monete spacciate per buone durante quei periodi in Polonia , in pratica la Germania ritirava le buone e immetteva questi falsi . Ho letto questo peròbisogna prendere con le dovute cautele perché non so se era attendibile al 100% la fonte di chi lo ha scritto....
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  31. Mi scuserete: questo mio post non c'entra molto con le monete di Milano, ma rivela un particolare poco conosciuto di Milano che vale assolutamente la pena di far conoscere... A Milano nel XII secolo vi era l'ormai scomparsa Porta Tosa e sapete perchè si chiamava così???? Questo nome deriva da “tonsa”, che significa “rasata”, come si evince dalla impudica figura femminile, raffigurata nell’atto di radersi il pube con un rasoio in una pusterla d'accesso delle mura cittadine, oggi conservato presso il Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco. Diverse sono le interpretazioni di questa quantomai insolita raffigurazione. Stando ad alcuni potrebbe rappresentare la pena inflitta ad adultere e prostitute, altri vi individuano l’usanza celtica secondo cui le donne mostravano le parti intime rasate per allontanare il malocchio.
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  32. Da "Panorama Numismatico" di marzo 2019
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  33. Con me sfondi una porta aperta. Sono stato nelle scuole dei miei figli a parlare e far capire ai ragazzi l'importanza delle monete, la storia che passava sulle loro mani quando gliele facevo toccare di persone. Ho regalato libri e monete a tanti giovani oltre a tanti consigli e la soddisfazione che ho avuto quando qualcuno di loro ha intrapreso un percorso universitario in questo senso è stata grande. Oggi però (forse anche a causa degli anni che avanzano ), mi sento un po sfiduciato. È il senso dell'impotenza che ti prende quando vorresti che le cose andassero in un certo modo e purtroppo non vanno così.
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  34. Anche se di stile un po grezzo il tondello richiama un'icona dei miti.. Il mito di Perseo mi perseguita...
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  35. Questo post e questo tondello vanno riesumati, erano avanti di brutto, immortalavano scene da fare invidia ai Manieristi...
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  36. Spettacolare... Come si fa a non esaltarsi? Un capolavoro incisorio, mi sono sempre chiesto come potessero improntate certi coni con gli strumenti che avevano a disposizione, grandissima manualità e tecnica sopraffina. Alcuni particolari vedi la testa leonina sullo scudo di Athena, imbarazzante.. Lo spessore dei rilievi è la cosa più pazzesca, mi ricordano alcune medaglie Borboniche, ma li aumentarono la potenza del bilanciere per poter imprimere maggiormente la medaglia e far venire certi rilievi. Ma allora, come facevano a dare colpi così forti per la battitura quando i coni erano di questa fattura. Perché va ricordato che quando il conio è così impresso (inciso ) profondamente, la potenza di.battitura dovrà essere maggiore per ottenere certi rilievi sul Tondello e quindi maggiori saranno le difficoltà. Sono aspetti tecnici ma fondamentali per comprendere maggiormente il valore di certe meravigliose espressioni artistiche... Eros
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  37. Comunque la domanda ancor prima di "Circolavano?" è "Perché furono coniate?". La risposta va cercata nelle riserve auree (e d'argento, per il periodo di rapporto fisso di cambio oro:argento riferibile agli scudi e non agli spezzati minori) delle Banche che dovevano garantire una "teorica" convertibilità in oro della cartamoneta. Gli Istituti di Credito dell'Ottocento potevano emettere cartamoneta che, salvo brevi periodi di corso forzoso, poteva essere convertita in oro ed argento su richiesta del privato. Da ciò la necessità di coniare moneta aurea, quasi tutta tesaurizzata dagli Istituti Bancari. La prima metà del Novecento fu un'epoca confusa in cui la coniazione in oro argento fu sempre "a garanzia" fino alla 1^ guerra mondiale, per poi sparire sostanzialmente e riapparire nel 1926 con la ripristinata convertibilità in oro della cartamoneta (ma con rapporto di cambio alterato con la lira cartacea) e scomparire nuovamente per il riflesso della crisi di Wall Street nel 1929. Probabilmente il mistero di dove siano finite le 5 Lire del 1914 va iscritto in quest'ambito con il loro stoccaggio preferenziale in qualche caveaux. Dunque a partire dal 1861, "Unità d'Italia", la moneta d'oro la videro quasi solo le Banche ed i pochi privati che chiedevano la conversione in oro della cartamoneta (non sempre ottenibile e solo per quota parte della richiesta). Gli spezzati d'argento (fonte di speculazione) e le monete di bronzo circolavano a valore fiduciario; l'argento poi scomparve per l'impennata del suo costo dopo il 1915. A questo punto, salvo qualche operazione di regime nel periodo di ripristinata convertibilità (la coniazione delle 20 Lire 1927 e 1928), il metallo prezioso scomparve e venne monetato solo come "oggetto" per i collezionisti, come oggi. Anche le 100 Lire 1903, 1905, 1912, 1923 e 1925, 1936, 1937, 1940 furono "monete per collezionisti", ma altrettanto si può dire per questi stessi nominali di V.E. II e Umberto I, mentre i "marenghi solamente mantennero la funzione di convertibilità affidata all'oro monetato. In tutto questo si iscrive teoricamente un ulteriore aspetto: la monetazione dell'oro/argento presentato dai privati. Particolarmente vivace nel Settecento ed Ottocento, si mantenne attiva anche nel Novecento fino alla fine del Regno di V.E. III, pur se con una regolamentazione che imponeva di rispettare il quantitativo indicato per decreto (dunque molto limitato da cui la discrezionalità con cui vennero con ogni evidenza considerate le richieste, che nel periodo fascista furono quasi certamente rapportabili alla fedeltà al regime). Anche le 100 lire prora e 50 littore del 1931 furono in gran parte coniate su commissione della Banca Commerciale Italiana per il Sud America che pagò anche un diritto fisso per chilo di oro lavorato.
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  38. DE GREGE EPICURI Bella la medaglia, e bella anche la frase patriottica e "progressista". Sarebbe bello se anche oggi tutte le "fortezze minacciose" si potessero convertire in musei! La medaglia del post precedente (n.238) ha richiami della Ginevra calvinista (Post tenebras...spero lucem).
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  39. Mi pare sia il RIC VII Arles 173 DIVO CLAVDIO OPTIMO IMP / REQVIES OPT-IMORVM MERIT ARP in exe, 318 d.C. - R 4; oppure il RIC VII Arles 176 , legende identiche, ARP in exe, 317-318 d.C. - R 5. Moneta abbastanza buona come dettagli e con buona patina, nell'insieme parzialmente rovinata dalla scarsa centratura della battitura. Ciao Illyricum
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  40. Grazie per le vostre risposte @Asclepia e @gennydbmoney. Quello su ebay sembra proprio lo stesso del dettaglio che ha postato asclepia. Allora, anche se seguo poco e non colleziono siciliane, i miei dubbi erano fondati. Vediamo se qualcun altro ne ha visti o ce l' ha in collezione
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  41. Auktionshaus H. D. Rauch GmbH, Auction 92, lot 1082, 22/04/2013 GRIECHISCHE MÜNZEN PONTUS Amisos (D) Bronze (2,78g), ca. 90-85 v.Chr. Av.: Kopf des Perseus mit geflügelter Phrygischer Kappe n.r. Rv.: AMI-ΣOY, geflügelte Harpa. SNG BM 1196-1198, HGC 256. s.sch.-vzgl./s.sch. ILLUSTRAZIONE: PERSEO CHE DECAPITA MEDUSA
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  42. Buongiorno Amici Cari,grande convegno come da sempre, clima familiare, tantissima affluenza di collezionisti e studiosi. Ottima organizzazione, pranzo di qualità a prezzo veramente irrisorio. Grazie ad Attilio ,Ugo e a tutta l'associazione "Tempo Libero" per queste due splendide giornate. a presto Michele
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  43. Roma Numismatics Ltd > Auction XVII Auction date: 28 March 2019 Lot number: 411 Lot description: Thrace, Apollonia Pontika AR Tetradrachm. Magistrate Meno..., early 2nd century BC. Laureate head of Apollo right, with spiral locks falling behind neck / Cult statue of Apollo Iastros standing facing, head left, holding long laurel branch in right hand, upon which a bird is perched, and bow and arrows in left hand; on ground line, another arrow; IATPOY downwards to left, AΠOΛΛΩNOΣ downwards to right, ME-NΩ across fields. Unpublished variant, for type cf. S. Topalov, Apollonia Pontica. Contribution to the Study of the Coin Minting of the City, Sofia 2007, p. 624, 98 (magistrate ΑΘ-Ε). 16.85g, 32mm, 1h. Near Extremely Fine, scattered light marks. A unique and unpublished variant. Apollo Iatros was the patron deity of Apollonia Pontika (formerly founded as Antheia, but later renamed in the god's honour), and is depicted on the reverse of this coin holding his traditional attributes of a bow and arrow, together with a laurel staff on which is perched a bird, alluding to his birth beneath a laurel tree and the numerous birds including hawks, ravens and crows considered sacred to him. An important sanctuary of Apollo Iatros was situated within view of the city on the island now called St Cryicus, famous in part due to the great statue of the god which stood there. Known as the 'Colossus of Apollonia Pontika', it was designed by the renowned Kalamis of Athens and when completed in 480 BC it stood at over 13 metres tall. There it remained for more than 400 years, until in 72 BC Marcus Terentius Varro Lucullus captured the city, seized the statue as a trophy, and had it transported to Rome. Scholars conventionally believe that the types of this coin depict this well known statue (see Pick, 1898, p. 169; Lippold, 1919, p. 1534; Levi, 1965, p. 92; Lacroix, 1949, pp. 248-249), and they have provided the template for a planned reconstruction of the statue by the modern city of Sozopol. The cult of Apollo Iatros was predominantly confined to the Black Sea Region, prevalent also in the other major Ionian Colonies in this area which include Pantikapaion, Istros and Olbia - all of them of Milesian foundation, yet curiously no trace of this cult has been found at Miletos. This has led Yulia Ustinova (Apollo Iatros: A Greek God of Pontic, Münster 2009) to conclude that the cult was of locally originating deity, later assimilated to Apollo with the influx of Greek colonists. The epithet 'Iatros' itself literally means 'doctor' or 'healer'; the first evidence of the god as a healer appears in Homer's Iliad where he heals Glaukos' arrow wound (Iliad, 16.527-531). This aspect of Apollo is much broader than the name suggests however, and in addition to being considered a healer of men and women, Apollo was also revered for his responsibility in maintaining the health of the state: the political well-being of the city, the welfare of the crops that fed the people, and the averting of civil war. As the rise of the cult of Apollo's son Asklepios in the 5th and 4th centuries eclipsed this function of Apollo, the epithet Iatros was increasingly used in reference to Asklepios, who represented a specialised god concerned with medicine; his attribute of a serpent wrapped around a staff is still commonly employed as a medical symbol today. Estimate: 7500 GBP IMMAGINE: REPLICA MODERNA SITUATA NELLA CITTA' DI SOZOPOL (BULGARIA) DELLA STATUA DI APOLLO IATROS CHE ERA COLLOCATA AD APOLLONIA PONTICA
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  44. Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung, Auction 228, lot 192, 9/03/2015 RÖMISCHE PROVINZIALPRÄGUNGEN PROVINZ ASIA Claudius und Agrippina minor, 41 - 51 n. Chr. Cistophor (11,28g). 51 n. Chr. Mzst. Ephesos. Vs.: TI CLAVD CAES AVG AGRIPP AVGVSTA, Kopf des Claudius mit Lorbeerkranz u. drapierte Büste der Agrip­pina minor n. l. Rs.: DIANA EPHESIA, Kultbild der Artemis Ephesia. RIC 119; RPC 2224; BMC 231. Ex Slg. Fritz Steinmetz, 1980er bis 1990er Jahre. R! Zarte Tönung, vz ILLUSTRAZIONE: L'Artemide Efesia (o Artemide Farnese), una scultura risalente al II secolo d.C. della dea Artemide. In alabastro giallo, fa parte della Collezione Farnese ed è conservata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli(inv. 6278).La statua rappresenta l'immagine cultuale che era collocata nel tempio di Artemide a Efeso. (IV-II sec. a.C.) , attualmente conservata nel museo archeologico di Efeso. La dea è rappresentata come una giovane donna dalla pelle nera come l'ebano, ma vestita di una strana veste bianca che ne fascia strettamente il corpo come se lei fosse una mummia. Sulla sua testa, le spalle, le braccia, sulla veste stessa sono scolpiti leoni, api e protomi di animali domestici e selvatici. Ma la cosa più sorprendente è il suo petto, che sembra costituito di una quantità di mammelle bianche e si interpreta la cosa supponendo che volessero rappresentare la sua illimitata capacità di nutrire noi, suoi figli, e tutti gli animali che ci sono utili, rappresentati sul suo corpo. I leoni sarebbero naturalmente simbolo della sua enorme forza, come dea della natura e della fertilità. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che quelli siano scroti di toro, visto che le protomi di molti tori sono rappresentate sul corpo della dea, come se in una versione precedente della statua i fedeli avessero avuto l'abitudine di appendere in offerta scroti di toro al collo della statua.
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  45. Ciao. Solo per confermare che a latere del 44mo Convegno numismatico Città di Torino, organizzato dall'Associazione Numismatica Taurinense, sabato 30 marzo, dalle ore 10, la N.I.A. ha organizzato presso una sala dell'Hotel NH Ambasciatori di Torino (sede del Convegno) un incontro/dibattito aperto a tutti sul tema: "il d.d.l. n. 882 - disposizioni penali in materia di protezione del patrimonio culturale. Scenari prevedibili sul commercio e sul collezionismo numismatico". All'incontro sono stati invitati Esponenti della Soprintendenza di Torino, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Stampa di settore. Il tema in discussione è quello, piuttosto "caldo", dell'iter non ancora concluso del d.d.l. n. 882, già approvato alla Camera ed in procinto di essere discusso anche al Senato. Contro tale d.d.l. hanno avviato una raccolta firme mediante petizioni "online" alcune importanti realtà Numismatico-Filateliche nazionali, le cui iniziative hanno avuto eco anche sul Forum. L'argomento trattato dovrebbe coinvolgere, se non direttamente almeno..."emotivamente", tutto l'ambiente del collezionismo e del commercio numismatico. Data la presenza di Interlocutori istituzionali del settore, che hanno sempre dimostrato grande disponibilità al confronto, sarebbe auspicabile una partecipazione nutrita di pubblico, a cui sarà data volentieri la parola per porre domande su aspetti problematici di carattere generale o anche solo per un franco confronto di opinioni. Saluti. Michele
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  46. Altre immagini per chi smanetta su facebook antica stamperia fabar Locale a dir poco stupendo...
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  47. Dopo questa lunga premessa, che spero non vi abbia stufato, arriviamo finalmente a quel che ci interessa direttamente: la deduzione di coloniae iuris Latini. Mommsen ha evidenziato come la penetrazione romana verso la Campania sia stata garantita, sul piano militare, dall'installazione di forti presìdi militari in località fortificata lungo la dorsale appenninica che fu, così, progressivamente trasformata in una "spina nel fianco" delle popolazioni sabelliche. Queste piazzeforti permettevano di controllare le vie di comunicazione (la via Latina e, dopo la sua costruzione, la via Appia), separare le popolazioni non ancora assoggettate (secondo il noto modello del divide et impera) e intimidire quelle alleate e più o meno assoggettate. Il modello fu probabilmente trovato nelle città di Cora (Cori) e Norba (Norma), collocate in posizione dominante sulle pendici appenniniche. Erano due città "autenticamente latine", città dei Prisci Latini; forse erano state esse stesse, in un'epoca di cui ormai si è persa memoria, piazzeforti avanzate della nazione latina. Fatto sta che quando, nel 334, Roma decise di installare una piazzaforte a Cales (Calvi Risorta), per controllare l'espansione sannita e l'insicura fedeltà dei Capuani (consegnatisi spontaneamente a Roma con la deditio del 343), oltre che per vigilare sull'Appia, dopo la sua realizzazione, attuò il modello delle cosiddette "colonie latine postume". 6.000 uomini armati (con le rispettive famiglie) furono installati in un abitato fortificato, sul suolo sottratto a una comunità preesistente e assoggettata (Cales, in particolare, era un antico centro degli Ausoni, conquistato da Roma nel 335). Poiché tuttavia la loro nuova collocazione geografica appariva inconciliabile con i limiti posti alla vita pubblica dalla struttura di città-Stato che ancora Roma conservava; fu così piegato (con tipica mentalità romana) all'esigenza del momento uno strumento giuridico nato in epoca più remota per fini diversi, e si finse che Cales fosse una colonia dedotta dalla Lega latina, sebbene questa fosse stata sciolta 4 anni prima (nel 338). Era nato il modello della colonia iuris Latini, come detto, "postuma". La genialità dell'insediamento di Cales è dimostrata dal fatto che esso fu la vera causa, per parte Sannita, della guerra che ne seguì contro Roma. Sia dopo la nota sconfitta delle forche caudine (321) che nel prosieguo della guerra i Sanniti offrirono la pace a Roma, in cambio (fra l'altro) dello smantellamento della piazzaforte di Cales (oltre ad altre condizioni), ma Roma, com'è noto, rifiutò. L'espediente fu reiterato a Suessa Aurunca, centro degli Aurunci annesso da Roma con la sconfitta della Pentapoli aurunca, nel 313, con la deduzione di circa 3.000 coloni. Veniamo finalmente al terreno strettamente numismatico. Vi mostro ora una serie di monete di bronzo correntemente classificate come "oboli", di cui si è già parlato nel forum, con un tecnicismo ben maggiore del mio, in questa discussione: http://www.lamoneta.it/topic/81113-la-monetazione-di-suessa/page__hl__suessa__st__15
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