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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/16/19 in tutte le aree

  1. Buongiorno a tutti! Vorrei presentarvi una nuova moneta inedita per Asti, questa volta di Giovanni I (II) Paleologo. Nel Corpus vengono riportate 5 varianti, questa finora non l'ho trovata segnalata in nessun testo. Simile alla CNI 4 (presenta una rosetta nella legenda), questa presenta la stessa rosetta anche sopra lo scudo, inoltre che sappia io è l'unica in cui c'è scritto MARCHIO e non MARCHO. Nella seguente immagine tratta dal CNI l'ho indicata come variante 6.
    3 punti
  2. Comunque ragazzi, ho un po di carne al fuoco oggi ed in generale.. Ho recuperato altri due rotolini riassemblati in posta (sempre gentilissimi tanto che mi hanno detto che quando ho bisogno basta che chiedo) da controllare. Ho 500€ di moneta da controllare a lavoro appena posso.. Mia mamma mi ha recuperato un po di CC (devo ancora vedere cosa però), e ha una sua amica che vive in Olanda quindi le ho chiesto se riesce a recuperare li qualche bel CC non solo Olandese ma dei paesi limitrofi che è quello che piu mi preme (Belgio, Lussemburgo, Estonia/Lettonia/Lituania e soprattutto FINLANDIA che non ne ho mai trovato manco uno in tanti anni ??). Inoltre ho un amica che FORSE, deve andare in Finlandia (il bello è che qualche mese fa c'era gia stata ma non lo sapevo mannaggia).. Speriamo che la fortuna mi assista.. voi mi fate sempre molta invidia quando trovate i CC di sti paesi..
    3 punti
  3. Buonasera a tutti. Ho recentemente visto in Rete un denaro, questo: (da http://www.londoncoincentreinc.com/italy-lucca-henry-iii-v-ad-1039-1125/ ) Se vi ricorda qualcosa, è perché probabilmente avete in mente questo: Una buona occasione per valutare, con nuove foto, la lettera iniziale. Peso 0.94 g.
    2 punti
  4. Salve, ho chiesto informazioni circa il modulo ordine 2019, condivido con voi le informazioni della risposta. Gentile Cliente, La informiamo che il modulo non è ancora disponibile Potrà avere informazioni in tempo reale sulla disponibilità e i prezzi delle monete direttamente dal sito istituzionale IPZS, al seguente indirizzo: http://www.zecca.ipzs.it/servlet/monetazione In questa sezione del sito troverà il modulo di acquisto 2019 con le informazioni che le interessano, che verrà pubblicato non appena il Ministero dell’Economia e delle Finanze ci comunicherà i prezzi delle monete. Restando a disposizione Le porgiamo distinti saluti.
    2 punti
  5. Ciao @miza, eccoti un ingrandimento del 2 centesimi che ti piace...
    2 punti
  6. LEGIONE VII GEMINA La legione VII Gemina nacque l' 11 Gennaio del 68 e fu formata con elementi hispanici , fu anche chiamata Legione Settima o Galbiana o Hispana ; venne arruolata quando il Governatore della Spagna Tarraconense , Sulpicio Galba , marcio' su Roma contro Nerone . Preso il potere Galba disloco' la VII Gemina nell' Illirico a Carnuntum , attuale Petronell in Austria , dove rimase dal 70 al 74 , fu poi con Otone contro Vitellio ma senza intervenire in battaglia ; quando pero' scese in campo anche Vespasiano la Legione Gemina dalla Pannonia venne in Italia con il suo Legato Antonio Primo per sostenerlo anche militarmente . Nella seconda battaglia di Bedriaco la Legione tenne l' ala sinistra dello schieramento e nello scontro vi morirono anche sei Centurioni della VII Gemina mentre l' Aquila venne salvata grazie al sacrificio del Centurione Primipilo , Atilio Vero ; avvenne anche un tragico fatto familiare , uno dei tanti che purtroppo avvenivano nelle nefaste guerre civili : durante la battaglia un soldato della VII Gemina di Vespasiano uccise , forse inconsapevolmente , suo padre , che era schierato nello schieramento opposto , nella XXI Rapax agli ordini di Vitellio . Terminata la guerra civile , la VII Gemina torno' in Pannonia e in questo periodo prese nome Gemina , dopo che nelle sue file furono inseriti i resti della Legione I Germanica . Entro l' anno 79 la VII Gemina torno' in Spagna , sua regione di nascita , e si stanzio' a Legio , attuale Leon ; nel corso del tempo uno dei suoi comandante fu Traiano , mentre un suo distaccamento al tempo di Adriano fu inviato in Britannia e un altro in Africa sotto Antonino Pio nel 172 contro i Mauri . Al tempo di Settimio Severo la VII Gemina venne anche appellata Pia Fidelis . La VII Gemina si trovava ancora a León in Spagna alla fine del V secolo dove era stanziata da secoli , rimanendovi fino all' anno 400 circa . Non si conosce il suo emblema , forse il Toro . La Citta' di Leon (Legio - Legione) ha pubblicato un libro dedicato alla VII Gemina . A SEGUIRE
    2 punti
  7. E' chiaro che se il valore di mercato di certe tipologie o aree tematiche ha subito una flessione negli anni chi vende ora rimette dei soldi. Da qui però affermare che con la numismatica ci si rimette sempre mi sembra un conclusione affrettata. E' come affermare, dopo la crisi del 2008, che in borsa ci si rimettono sempre i soldi. Le monete romane, che sono quelle che io colleziono io, hanno anch'esse avuto una flessione, ma non è detto che in futuro non ci sia un inversione e chi compra adesso poi guadagna domani a vendere.
    2 punti
  8. Allora che collezioniamo a fare ...... tanto tra 1 miliardo di anni il sole fagociterà la terra e le nostre monete andranno distrutte. ? Io tornerei al vero spirito del collezionismo..... avere qualcosa che ci provoca piacere e soddisfazione. Non facciamo troppi pensieri sul valore o altro... non servono . Se una moneta ci da soddisfazione o provoca un piacere enorme, la di prende e basta, sempre considerando il nostro potere di acquisto. Se pensiamo che acquisto a 40 , ma forse avrò in futuro un valore di 30 , non hai dentro il piacere di avere un certo oggetto . Se fosse così immaginate chi spende migliaia di euro per fare viaggi .... potrebbe dire che al ritorno non ha nulla in mano ..... ma vuoi mettere ciò che hai vissuto nel mentre.....????
    2 punti
  9. Non vedo il motivo per cui uno che compra una moneta in futuro debba guadagnarci, il prezzo lo fa il mercato, non conosco il mercato di 20 anni fa ma osservando bene purtroppo la numismatica sta attraversando una crisi, pochi collezionisti, molti affaristi. Io colleziono anche 2 euro commemorativi, con questi appena compro già ci perdo, mi piace punto. Poi se uno ha bisogno di monetizzare qualsiasi cifra va bene.
    2 punti
  10. Buona sera a tutti, @adolfos se, come sembra, Pisa già coniava monete Lucchesi dalla sua integrazione nel ducato di Tuscia e, con esplicito diploma da parte di Corrado II, continuo'a farlo "legalmente" ancora a lungo (diploma vantato ed impugnato più volte a seguito delle ammonizioni ricevute nel corso del XII sec.) Altro che H3b.......proveremo comunque a cercare indizi e non sarà facile. Ci si può appigliare comunque ad alcuni punti fermi della coniazione Pisana che potrebbero essersi trasferiti per "osmosi" sui Lucensis usciti dalle stesse officine. Le "legature" tra le "V"sono un punto fermo, ad esclusione dei denari con anelletto direi che la quasi totalità dei rimanenti ben leggibili ce l'hanno, a differenza di lucca in tutte le serie di denari pisani è pressoché identica ed invariata anche la "foggia" delle singole lettere e questo può esserci di aiuto, andrò a ripescare alcuni "screenshots" che feci a dei denari di lucca con lettere di stile Pisano intanto posto un denaro F.I. (a-b) ? La moneta è particolarmente (per il tipo ) ben leggibile ed è un campionario quasi completo di lettere tipiche per questi denari, perdonate la lungaggine e spero di non essermi incartato con i concetti che desideravo esprimere, buona notte a tutti.
    2 punti
  11. Buonasera, la mia collezione è nata da una passione per la storia. Le mie monete riflettono i miei interessi ed anche la mia personalità, quando ho potuto ho acquistato monete di un certo valore (più storico che economico). Ad oggi non ho mai venduto o scambiato nulla, l'acquisto di ogni moneta è sempre stato legato ad un interesse e alla soddisfazione di una specifica curiosità. Le ho disegnate tutte e catalogate una ad una, con pari dignità, dal bronzo imperiale romano del IV secolo da ciotola al testone rinascimentale. Certo, se fosse necessario, pur essendo consapevole che non potrei recuperare integralmente il capitale investito, le potrei anche vendere. Ad oggi, il vero valore della mia collezione, consiste nel piacere e nelle sensazioni provate nello studiare, osservare e maneggiare queste reliquie del passato. Federico
    2 punti
  12. Ho preso questo token per la storia che porta con se, sul web ho trovato qualche traccia che vado di seguito a descrivere. In questa mia moneta/gettone è raffigurata una nave, ma esistono token con al dritto il volto della liberty, di conseguenza molto simili ai large cent* utilizzati negli Stati Uniti nello stesso periodo: Large cent in mio possesso* ________NOT ONE CENT (gr. 9)________ _ Essendo questi token una coniazione privata, la scritta al retro "NOT ONE CENT" (non un centesimo), scongiurava un'eventuale accusa di contraffazione. La rimanente dicitura emula una famosa frase risalente al 1797, "Milioni per la difesa, ma non un centesimo per un tributo". Sarebbe scaturita dalla richiesa di un'ingente somma di denaro da parte dei francesi per far cessare le spedizioni contro le navi americane. Nel 1837, quaranta anni dopo, c'erano ancora molti americani che ricordavano il grido "milioni di dollari per la difesa, ma non un centesimo per tributo", dato i tempi piuttosto duri, il motto finì su molti token. Il panico del 1837 fu il risultato delle politiche economiche adottate dal presidente Andrew Jackson, con la conseguente penuria di monete dovuta all'accaparramento. https://it.wikipedia.org/wiki/Panico_del_1837 La produzione di questi token nel periodo 1837/41 è stata una risposta diretta per aiutare a risolvere la carenza di monete durante questo periodo storico. ____________________________________ MILLIONS FOR DEFENCE NOT ONE CENT FOR TRIBUTE
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  13. Ciao a tutti, volevo condividere con Voi il mio ultimo acquisto, 1 Lira 1907 dalla collezione del @ilnumismatico , che volevo ringraziare pubblicamente per la precisione e l'accuratezza con la quale mi ha accompagnato in questo acquisto, un vero professionista e numismatico d'altri tempi. La moneta è stata appena spedita e quindi non ancora la posso "maneggiare" ma già dalle foto mi emoziona tantissimo.
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  14. 1 punto
  15. Secondo me avremo ancora delle sorprese
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  16. Un mio amico ha i nonni che vivono in Lussemburgo, passa il Natale li ogni anno e deve ancora trovare qualcosa. I primi anni diceva che le commemorative li puoi solo comprarle e cose così, dopo averlo convinto sto anno ne aveva trovata una e l'ha spesa senza accorgersi. Breve storia triste
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  17. è un decanummo di Giustiniano emesso a Ravenna negli anni 40 del VI secolo ufficiale bizantina ciao
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  18. Cit. Il vero problema è che per motivi agricoli tutto è possibile e consentito. Ma dove è scritto? Ma dove, ma quando mai.... Cit. le pale dei trattori scendono tranquillamente sotto i 50 cm. Aratura profonde non superano i 35-40 cm. Comunque per trovare reperti di epoca romana bisogna scendere ancora parecchio, almeno qui in pianura padana. cit. la legge italiana su questo problema si gira tranquillamente dall’altra parte. Allora non coltiviamo più: buona idea. Naturalmente nessuno faccia l'orto: non vorrete, con una vangata, scavare un ripostiglio di monete! Scusate ma, da contadino, queste cose non si possono sentire. Le regole le abbiamo anche noi, molte più di quelle che da non addetti ai lavori si possano immaginare. In particolare nelle zone archeologiche ci sono dei vincoli su quello che si può fare: sulle lavorazioni, sulle strutture che si possono erigere, ecc. Sui ritrovamenti la legge vale anche per noi (e ci mancherebbe!). In ogni caso, per essere propositivi, delle soluzioni ci sarebbero. Ricordo che prima di iniziare i cantieri della A35 e dell'alta velocità, per circa 2 mesi, 2 quad provvisti di georadar e, penso, metal detector, scandagliarono tutto il percorso. Passati i dati gps e stratigrafici alle autorità trovarono sepolture, accampamenti e "resti vari" (ora tutti in un museo a Pagazzano, Bg). Queste sono attività di ricerca secondo me da incentivare, lo scavo poi lo faranno gli enti preposti.
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  19. Eccone un'altra trovata su acsearch, attribuita da Gemini (nel 2012) ad una zecca in Dacia: Types of Trajan. Denarius, 2.65g. (h). . , After 98 AD. Obv: Laureate head of Trajan right, blundered legend around. Rx: Standing figure right, blundered legend around (perhaps ending COS III, appropriate to Hadrian). Davis website I4. About VF. Ex Phillip Davis Collection . If, as seems likely, this intriguing piece was struck in Dacia, it represents the very end of a centuries-long tradition of imitative coinage. The irony of the Dacians' producing this coin with a portrait of Trajan, on the eve of his first Dacian war, is striking and dramatic .
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  20. ? ahia qui siamo proprio fuori strada , vedo una gran confusione ! Premesso che i denari gruppo VII e VIII sono diversi da quelli di Simon Boccanegra per via della legenda al dritto in cui compare il riferimento al dogato in quest 'ultimi (Mentre i primi appartengono ancora alla fase precedente della repubblica di Genova ) Non sono assolutamente denari .. ma due petachine rispettivamente di Tomaso di Campofregoso e Filippo Maria Visconti (ci puoi vedere persino il biscione visconteo sopra il castello ) , probabilmente le due emissioni più comuni dell' intera fase dei dogi a vita. https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV18/6 https://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-GEV16/5
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  21. Ciao @El Chupacabra Ormai ci hai abituato a vedere non solo belle monete ma bensì intere "belle serie di monete". Anche questa serie e penso di interpretare il pensiero di molti amici del forum è bellissima. In particolare, a me piace il 2 lire "quadriga veloce" e il 2 centesimi "Italia su prora". Il 2 lire, coniato in soli 534.810 esemplari, è una moneta molto apprezzata e ricercata anche nelle basse conservazioni... ancora più apprezzata se in alta conservazione come la Tua. Concordo con il giudizio di qFDC. Sebbene molto bella, tutta la moneta è disturbata da piccoli e piccolissimi segni che non possono classificarla in FDC. Comunque, avercene di monete così..... Il 2 Centesimi invece lo trovo bellissimo, sia come colore del metallo sia come conservazione. Non ha debolezze di alcun genere. Spesso su questi centesimi, i capelli dell'Italia non sono ben definiti, il Tuo 2 C. è ben impresso anche nella capigliatura dell'Italia. Di nuovo complimenti Buon pomeriggio
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  22. Ritrovamento odierno Taglio: 2€ CC Bandiera europea Paese: Francia Anno: 2015 Tiratura: 4.020.000 Condizioni: BB Ritrovamento: Firenze Taglio: 2€ CC TdR Paese: Grecia Anno: 2007 Tiratura: 3.978.549 Condizioni: BB Ritrovamento: Firenze La greca già la possedevo ma rimane una graditissima doppia, mentre con la commemorativa francese salgo a quota 5 per quanto riguarda le CC della bandiera europea, dopo il ritrovamento di: Italia (2), Francia, Spagna, Austria e Germania (F)
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  23. per me non è radiata, quello che vediamo sono i capelli, anche il tipo di collo massiccio e la testina mi fanno pensare ad una imitazione, magari di Claudio I...o qualcosa di simile
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  24. Sembra tuttavia strano, a mio modo di vedere, che due aurei di Nerone, supponiamo autentici, dello stesso conio e tipologia possano comparire in aste ravvicinate e per entrambe è stato fatto un ritocco. Questo inanellarsi di coincidenze mi sembra alquanto improbabile. La spiegazione più plausibile secondo me è un'altra....
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  25. La notte non è meno meravigliosa del giorno, non è meno divina; di notte risplendono luminose le stelle, e si hanno rivelazioni che il giorno ignora. (Nikolaj Berdjaev) Il più grande peccato dell’uomo è dormire di notte, quando l’universo è disposto a lasciarsi guardare. (Lilaschon, Twitter) E mi piace la notte ascoltare le stelle… sono come cinquecento milioni di sonagli. (Antoine de Saint Exupery) Un saluto notturno
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  26. 20 Lire Littore 1927 anno V Nell’album c’è un posto vuoto pre-etichettato per questa moneta, che però non è mia intenzione colmare. Prima di tutto il centinaio di pezzi della zecca è stato coniato per esperimento e quindi sono da considerarsi come campioni non emessi per la circolazione e nemmeno per i numismatici. Allora a maggior ragione uno dovrebbe avere in collezione le monete emesse per i numismatici, con l’anno dell’Era Fascista VII, VIII, IX, X, XI e XII. Inoltre c’è il problema dell’autenticità dovuto alla possibile manomissione dei pezzi 1927/VI togliendo fisicamente l’uno. Nella sua opera “I falsi numismatici” Gino Manfredini fa notare che la distanza dell’apice destro della V dal fascio nel Littore anno V autentico è minore di quella nella moneta dell’anno successivo. Misurata approssimativamente con un righello su due ingrandimenti, tale distanza è poco più di 2 mm nell’anno V e ca. 5 mm nell’anno VI. Per la metamorfosi da VI a V non è quindi sufficiente abràdere la I, ma bisognerebbe anche modificare V, allargandola un poco oppure, come sembra a occhio, aumentando il corpo del carattere e spostandola leggermente a destra.
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  27. Grande Alex ?? se non sei riuscito a fare chiarezza tu con questo video, e ancora c'è gente che non lo ha capito, vuol dire che questi saranno cause perse (poi quelli che faranno orecchie da mercante ci saranno sempre purtroppo).. PS. È il primo tuo video che vedo, io mi ero convinto fossi Veneziano, invece sei Sardo e vivi a Venezia? Un grande saluto comunque ?
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  28. Credo che RSC significhi "Roman Silver Coins"
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  29. taglio    2 euro BNDR (DA NON PUBBLICARE) paese Italia anno 2015 tiratura 1.000.000 circa condizioni ?? città Roma
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  30. Bravo ottima spiegazione, anche se io avrei detto subito "eravate e resterete poveri, valgono 2 euro?"! E non se ne può più con questi 2 euro greci!
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  31. Ciao a tutti, come di consueto, vi presento un testone della mia collezione: CLEMENTE XI (1700-1721), Roma (Munt. 66, CNI 49) D/: Stemma semiovale sagomato in cornice, chiavi con impugnatura ovale con cordoni e fiocchi CLEMENS . XI - PONT . MAX . AN .IV R/: FOENERATVR // DOMINO . QVI // MISERETVR // PAVPERIS // . 1704 . in cinque righe curve entro cartella a targa T/: liscio Peso: 9.19 gr Questo testone, può essere considerato il primo in ordine cronologico (e probabilmente il più raro) del gruppo dei "testoni con legenda" coniati a Roma da questo papa. Con "testoni con legenda" si intendono quelle monete che al D/ presentano le stemma del pontefice mentre il R/ è interamente occupato da un motto, una citazione, una legenda appunto che ha come obiettivo sensibilizzare il popolo all'essere caritatevole e che viene in genere tratta dalle Sacre Scritture. Nel testone che vi presento, per esempio, la legenda al R/ si traduce con "Chi ha pietà dei poveri ha credito presso il Signore" (Proverbi XIX, 17). I testoni con legenda ovviamente sono stati coniati anche da altri papi: forse il più famoso in assoluto, inteso in questo senso, è il "MELIVS EST DARE QVAM ACCIPERE" di Innocenzo XI nelle sue numerosissime versioni! Ritenuti giustamente meno accattivanti dal punto di vista artistico e iconografico rispetto ad incisioni sicuramente di maggior effetto e sontuosità, rivestono tuttavia, proprio nella loro capacità di veicolare un messaggio diretto, un ruolo molto importante. Per Clemente XI, i testoni con legenda sono i seguenti: -FOENERATUR DOMINO QUI MISERETUR PAUPERIS (Munt 66) -MULTOS PERDIDIT ARGENTUM (Munt 68-69) -NE OBLIVISCARIS PAUPERUM (Munt 70-71-72) -QUI MISERETUR PAUPERI BEATUS ERIT (Munt 73-74-75-76-77-78-79) Vi inviato pertanto a commentare il mio testone e soprattutto a postare le foto dei vostri testoni di Clemente XI con legenda, così da completare la galleria fotografica di questa particolare tipologia!. Michele
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  32. Secondo me si; si tratta di moneta classificata R ; ha una sua patina e una frattura di conio a ore 3 del dritto... saluti
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  33. Intanto la locandina e’ ora anche in vetrina per tutti quelli che passano a Città Studi o frequentano l’ambito ... Portiamo la numismatica sempre più verso la gente e dove ci potrebbero essere interessi e predisposizioni ....
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  34. Jean Elsen & ses Fils S.A., Auction 109, lot 239, 18/06/2011 SYRIE, COELE-SYRIE, CHALCIS, Ptolémée (85-40), AE bronze, 73-72 av. J.-C. Droit : Tête l. de Zeus à droite. Revers : Deux figures masc., en habit militaire, debout face à face, tenant chacune une lance. A droite, [LMΣ] (an 240 de l'ère séleucide). Ref.: SNG Cop. 413; BMC 3-5 var; Kindler, Ituraeans, 2. 5,97g. Patine foncée.
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  35. Savoca Numismatik, Live Online Auction 12, lot 129, 22/01/2017 Kings of Macedon. Corinth. Demetrios I Poliorketes 306-283 BC. Tetradrachm AR 28mm., 16,77g. Head of Herakles right, wearing lion skin / ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ, Zeus Aetophoros seated left on throne decorated with Nike; cornucopia in left field, NO below throne. The corinthias strucked this coin, with a Nike on the shoulder of Zeus, after beaten the athenians in a war. very fine Price 691. ILLUSTRAZIONE: TETI ATTENDE LE ARMI DI ACHILLE NELLA FUCINA DI EFESTO, PARTICOLARE DI UN AFFRESCO ROMANO DELLA CASA DEL TRICLINIO A POMPEI (MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI). NOTARE IL PARTICOLARE DEL POGGIAPIEDI, MOLTO SIMILE A QUELLO RAFFIGURATO AI PIEDI DI ZEUS SULLA MONETA.
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  36. Cerco di accontentarti (nei limiti delle mie capacità fotografiche): eccoti un ingrandimento del 2 Lire...
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  37. Gerhard Hirsch Nachfolger > Auction 346 Auction date: 13 February 2019 Lot number: 2521 RÖMISCHE MÜNZEN, RÖMISCHES KAISERREICH NERO. 54-68, Sesterz. Belorbeerter Kopf l. Rs: Kaiser reitet r., hinter ihm reitet ein Soldat r. mit Vexillum. C. 90. R.I.C. 168. Dunkle Patina. L. korrodiert. Felder etw. geglättet. vz/vz-ss Seit 5 Jahren in deutscher Sammlung. Estimate: 750 EUR ILLUSTRAZIONE: DECURSIO EQUITUM DALLA COLONNA ANTONINA
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  38. Oltre a questo , anche per il motivo che di alcune scoperte , vedi ad esempio il vapore , non tutti ne compresero la potenzialita' , rimase la scoperta di un solo uomo o di un circolo di menti eccelse , vedi come esempio il caso della matematica ed astronoma Ipazia . Ogni epoca ha i suoi limiti scientifici e tecnologici ; oggi al contrario si conoscono in teoria molte possibili soluzioni a determinati problemi , ma ancora non si conosce come realizzarle in pratica .
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  39. Non ufficialmente. È un neologismo del linguaggio tecnico numismatico derivato dal termine inglese slab; come tutte le neoformazioni viene declinato secondo la prima coniugazione, l'unica ancora produttiva nella nostra lingua.
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  40. 7,74 è il prezzo attualizzato tenuto conto del inflazione nel 1958 un oncia di argento valeva circa 90 centesimi di dollaro , un dollaro valeva circa 620 lire quindi il valore intrinseco delle 500 lire nel1958 era di circa 165 lire! nel '69 il prezzo del argento era di 2 $ il valore del dollaro 624 lire quindi il valore intrinseco delle 500 lire nel1969 era di circa 368 lire! a occhio direi che il valore intrinseco superò le 500 lire nel 1973 quando il prezzo dell' argento salì sopra i 2.8 $ ( dell epoca ) all' oncia https://www.macrotrends.net/1470/historical-silver-prices-100-year-chart http://fxtop.com/it/tassi-cambio-storici.php?A=1&C1=USD&C2=ITL&DD1=01&MM1=01&YYYY1=1958&B=1&P=&I=1&DD2=12&MM2=01&YYYY2=1975&btnOK=Cerca
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  41. Per cercare di completare le tipologie, ne allego un altro dalla mia collezione... Ex asta Christie's novembre 2011.
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  42. Contribuisco come richiesto da ZuoloNomisma con questo testone meno raro del tipo foeneratur ma più raro degli altri con scritta, saluti.
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  43. Complimenti Michele, davvero un bell'esemplare ! Oltre ad essere il primo testone "con legenda" di questo pontefice, è anche l'ultimo realizzato dall'incisore svizzero Pietro Paolo Borner; per quanto non sia firmato lo stile è senz'altro riconducibile a lui. Proprio nel 1704 sarebbe stato sostituito da Ermenegildo Hamerani nel ruolo di mastro incisore della zecca pontificia. Tra l'altro è l'unico testone tra quelli che citi di cui esista solo una tipologia, apparentemente una sola coppia di conii, che con tutta probabilità non hanno avuto repliche proprio per l'avvicendamento al vertice di cui sopra... Per questo è tra i testoni più rari di Clemente XI...? Ciao, RCAMIL.
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  44. Hanno scelto benissimo le monete da colorare: la terra blu come fu vista la prima volta dalla luna è una scelta splendida! bellissima! La moneta sulla caduta del muro continua a non piacermi, volevo vedere le persone che gli davano giù col piccone, ma almeno colorando i calcinacci acquista un senso.
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  45. Egregio amico, se non vado errato un esemplare del grosso tornese di Carlo appartenente alla raccolta Rasero era presente nell'asta XV del 1953 di M&M al n.344. Credo sia stato acquistato dal Medagliere di Torino , allora molto attivo,ed essere presente al n.11 del catalogo delle raccolte numismatiche torinesi. Cordialmente vannilo
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  46. Ravviviamo un po' questa discussione con l'ultimo arrivato in collezione Denaro genovese con due interpunzioni al Rovescio e spina che nasce da globetto nel I quarto. A mio modo di vedere una variante piuttosto rara da trovare. Per quanto riguarda la collocazione cronologica, nei lavori di @monbalda non mi sembra che si faccia riferimento a questa variante, ma direi che dovremmo essere nel V gruppo ( 1260 - 1280 ca. ) Cosa ne pensate ? Il peso dovrebbe essere 0.54 grammi, mentre il diametro 15 mm.
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  47. Ipotesi di destinazione Secondo Plinio (N. H., 33, 46) il vittoriato sarebbe stato introdotto come mercis loco, ossia argento a peso, nell'Illirico. La teoria estrapolata dagli scritti di Plinio attualmente tende ad essere screditata; si ritiene infatti che l'associazione con i territori dell'Illirico sia scaturita da un'analogia ponderale con i nominali circolanti in quelle aree, come accade colla comparazione alle dracme padane. Plinio però scrisse la sua opera due secoli dopo l'entrata in circolazione del vittoriato e la sua associazione non appare molto credibile o comunque non verificabile. Patrick Marchetti, studioso belga, ritiene che il vittoriato sia un nominale destinato ad un differente canale di emissione. I Romani lo avrebbero utilizzato, almeno nel corso della guerra annibalica, per pagare gli auxilia. Le truppe straniere infatti ricevevano una paga inferiore rispetto a quella dei legionari e sempre secondo lo studioso belga ad un ausiliario spettava la paga di un vittoriato per 4 giorni di servizio, mentre ad un legionario un denario per il medesimo periodo. Il vittoriato rappresenterebbe dunque "una frode" perpetrata dallo Stato nei confronti degli ausiliari, ma si trattava di una truffa poco evidente in quanto apparentemente questi soldati percepivano lo stesso numero di monete di un legionario. Questa particolare ipotesi risulta incerta principalmente perché si ritiene che gli auxilia, in quel periodo, percepissero la paga direttamente dai governi di origine ma, al tempo stesso, fornisce una verosimile spiegazione sul perché questo nominale fu coniato. Sempre a sostegno di questa ipotesi vi è la corrispondenza tra le aree di circolazione del vittoriato e quelle costituenti il teatro bellico frequentato da queste truppe ed i territori di reclutamento. Un peso e una riduzione ponderale analoghi a quelli del vittoriato si rinvenirebbero nelle dracme dell'Illiria: inizialmente pari a 3 scrupoli sia ad Apollonia che a Dyrrachio, si sarebbero inoltre svalutate, nella prima città, a 2,92 grammi. Su questa base, Thomsen ha ipotizzato che il vittoriato fosse stato dapprima coniato nelle zecche del centro-sud Italia approssimativamente in contemporanea all'introduzione del denario, al fine di disporre di una moneta che, in vista della campagna illirica contro il regno macedone (alleato di Cartagine), rispondesse a una metrica ponderale compatibile con quella dei Paesi in cui si sarebbero svolte le operazioni belliche. Sulla base dei dati di circolazione, F. Barello (Archeologia della moneta. Produzione e utilizzo nell'antichità, Roma 2006, pp. 197-198) propende per l'ipotesi che il vittoriato fosse destinato a fare da aggancio con il sistema monetale dei Celti stanziati nella pianura padana, che utilizzavano, nella seconda metà del III secolo, una dracma al di sotto dei 3 grammi di peso. In questo senso è estremamente significativo il contenuto dell'arbitrato romano (117) tra gli abitanti di Genova (Genuates) e i Viturii Ligurenses (tribù ligure dell'interno), che impose a questi ultimi un tributo annuo di 400 nummi vittoriati, conservato sulla tavola bronzea detta "di Polcevera" (CIL I, 199)[1]. Considerato il basso contenuto d'argento del vittoriato, l'imposizione riportata sulla tavoletta di Polcevera potrebbe essere vista come un tentativo di risparmio di risorse: imponendo il pagamento in nummi vittoriati veniva utilizzata una moneta probabilmente più familiare ai diretti interessati ed al tempo stesso le risorse di argento dell'area di influsso romano venivano in certa misura preservate; quel nominale "povero" avrebbe poi circolato in quelle zone a tutto vantaggio del politicamente sempre più pesante denario di Roma. Per Coarelli (Argentum signatum, 2013) il vittoriato deve essere leggermente precedente al denario (come Thomsen ha dimostrato) e deve quindi incastrarsi fra la fine dell’emissione del quadrigato e la riforma denariale, quindi nell’anno dal 261 al 215. Riduzioni ponderali Mommsen, per primo, evidenziò l'esistenza di due differenti standard di peso per il vittoriato: 3 scrupoli (circa 3,41 g), il primo; 2 e 4/7 di scrupolo (circa 2,92 g), il secondo, con ogni evidenza più recente. Dalle fonti tradizionali sappiamo che nel 217, dopo l'inizio della Seconda Guerra Punica, la lex Flaminia ridusse il peso del denario da 4 a 3 e 3/7 scrupoli (portandolo a g 3,9); si ritiene che la prima riduzione del vittoriato, pari appunto a 1/7 di peso, sia contemporanea, per mantenere invariato il rapporto di 3/4 tra le due monete. Una successiva riduzione subì verso il 104 in seguito alla lex Clodia che ne fissava il peso a g 1,95 rendendolo quindi pari a mezzo denario e portandolo, di fatto, a ricostituire il quinario romano che aveva cessato di esistere colla riforma monetaria del 217. Vittoriati e dracme padane Mommsen (Histoire de la monnaie romaine, Tomo II, Parigi 1870, pag. 99) per primo ha supposto un'influenza ponderale del vittoriato sulla dracma padana. Osserva Pautasso (La monetazione preromana dell'Italia settentrionale, 1966) che la dracma padana, nata sotto l'influenza commerciale di Massalia, perde ben presto ogni relazione con la di originaria ispirazione; può quindi porsi il quesito se il diverso andamento ponderale della monetazione cisalpina possa essere stato determinato dall'influenza del vittoriato, coniato sul piede della dracma focese e destinato al commercio con le regioni adriatiche e ioniche, l'Italia meridionale, la Spagna, la Liguria e la stessa Massalia. I ripostigli forniscono indicazioni contrastanti. Sono pochi i casi di ritrovamenti congiunti di dracme padane e vittoriati e questo farebbe dubitare di un rapporto di coesistenza fra le due monetazioni e di una equivalenza ponderale, finalizzata a semplificare gli scambi. Tuttavia sono ancor più rari, forse inesistenti, i ritrovamenti delle dracme padane con quelle di Massalia, onde si può escludere che fosse Massilia il riferimento ponderale per i popoli padani. Su queste basi, alcuni studiosi escludono una connessione ponderale fra le due monetazioni: i ripostigli attesterebbero un afflusso graduale dele monete romane nelle regioni cisalpine, parallalelo alla crescente influenza commerciale di Roma, per cui la scarsità dei vittoriati (e, soprattutto, dei ritrovamenti congiunti con le dracme padane) dimostrerebbero una loro scarsa penetrazione, imputabile ala fatto che sarebbero arrivati solamente con la fondazione delle colonie, quando ormai erano una moneta in declino. Inoltre, le dracme padane non presenterebbero alcuna riduzione ponderale parallela a quella subita dal vittoriato con la lex Clodia (g 1,95), in un’epoca in cui ormai erano più intensi gli scambi col mondo romano, e ciò attesterbbe una totale mancanza di collegamento ponderale. G. Gorini, invece, ritiene che le monete celtiche del Nord Italia si siano sempre progressivamente adattate al peso del vittoriato e alle sue riduzioni (da 3,41 a 2,92 g e infine a 1,95 g). Infatti, dacendo riferimento alla classificazione del Pautasso, si osserva che i tipi da 1 a 3 (localizzati in area ligure-pedemontana) hanno peso medio di poco superiore a 3 g e possono quindi essere associati ai primi vittoriati (fine III secolo a.C.); presentano inoltre un’escursione ponderale da 3,5 a 2,7 g che potrebbe essere letta in chiave diacronica e giustificarsi con un progressivo adattamento alla prima riduzione ponderale dei vittoriati. I tipi successivi attestano una progressiva diminuzione di peso, anche in questo caso interpretabile come adattamento alla seconda riduzione ponderale del vittoriato: 2,8-2,7 g per il n. 4 (nord-est della Liguria); 2,6 g per il n. 5 (associato ai Salluvi, localizzati nel Ticinese oppure nel sud della Francia); 2,3 g per il n. 6 (Cenomani, tra Brescia e Verona) e il n. 7 (Insubri); 2,25-2,2 g per i n. 9 e 10 (con alfabeto leponzio o nord etrusco). Per il tipo n. 12 (con alfabeto leponzio) è stato ipotizzato uno standard ponderale di 2 g ma, in realtà, queste monete hanno quasi sempre peso inferiore e potrebbero quindi essere allineate ai vittoriati di 1,95 g, di cui peraltro condividono la datazione alla fine del II secolo a.C. Infine, i tipi da 13 a 30 sono quelli presenti nel tesoretto di Serra Riccò, spesso intepretati come mezze dracme od oboli; presentano tuttavia peso da 1,75 a 0,6 g e potrebbero quindi attestare un adattamento agli ultimi vittoriati e ai quinari del I secolo a.C. Zecche militari I vittoriati con simboli e lettere sembrerebbero emessi nell’Italia meridionale: alcuni simboli sembrano infatti adeguarsi a simboli già utilizzati su monete greche (ad esempio, il pentagrammacompare su bronzi di Teanum e su monete puniche del Bruttium) e se ne registra una maggior presenza nei ripostigli[2], rispetto ai vittoriati senza simboli. Il fenomeno potrebbe spiegarsi con la presenza di zecche ausiliarie, forse anche itineranti con l’esercito, operanti in loco per evitare il pericolo di spostamenti di denaro in un territorio altamente insicuro: infatti i vittoriati con simboli, mediamente più leggeri dei vittoriati senza simboli e quindi attribuibili ad anni successivi al 217, sarebbero stati emessi in concomitanza con l’occupazione cartaginese. Anche l’iconografia ne confermerebbe la natura di monetazione militare di guerra, assolvendo a una funzione di messaggio ideologico grazie all’associazione tra la protezione del dio supremo e la vittoria militare. Per altro verso, si registrano rinvenimenti di vittoriati con simboli in Hispania, lungo la direttrice della campagna di conquista finalizzata a tagliare i rifornimenti ad Annibale (in questa regione sarebbe stato emesso il vittoriato con legenda Roma in incuso, considerato tuittavia il più antico e quindi anteriore alla campagna degli Scipioni, e l’unico doppio vittoriato conosciuto). Campana propone di attribuire a zecca ispanica le coniazioni con pentagramma e con bastone (Cr. 105/1 e 106/1). [1] Lastra bronzea su cui è incisa un'iscrizione in lingua latina, che riporta una sentenza emessa dal Senato romano nel 117 in merito ad una vertenza di confini tra i Genuates e i Veiturii-Langenses, due tribù liguri. Fu rinvenuta nel 1506 nel greto del torrente Pernecco a Pedemonte di Serra Riccò da un contadino del luogo, Agostino Pedemonte, mentre era intento a dissodare un pezzo di terreno. La tavola arrivò quindi nelle mani del governo della Repubblica di Genova che ne permise lo studio e la traduzione. Attualmente è custodita nel Museo di archeologia ligure presso la villa Pallavicini di Genova Pegli. La vertenza tra i Genuates e i Veiturii-Langenses riguardava i confini tra alcuni terreni pubblici e terreni privati ed aveva raggiunto momenti di elevata tensione. Essendo il territorio oggetto del dissidio particolarmente delicato perché attraversato dalla via Postumia, i consoli e il Senato, decisero di intervenire direttamente inviando in loco i due magistrati citati nel testo, Quinto e Marco Minucio Rufo, i quali, dopo un'adeguata ispezione del territorio tornarono a Roma ed emisero la sentenza che fu resa esecutiva dal Senato il 13 dicembre dell'anno 637 di Roma (117). Detta sentenza venne incisa su alcune lastre di bronzo, di cui una sola venne ritrovata. [2] Sono però assenti dai ripostigli dell’Italia meridionale (compreso quello di Caltrano, ove sono presenti quasi tutti i tipi di vittoriati con simboli) il vittoriato con crescente (Cr. 57/1) e quello con pentagramma (Cr. 105/1, presente invece nei ripostigli di Pisa e di Fano).
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