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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 01/14/19 in tutte le aree
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Si, ma qual è la percentuale dei dinieghi rispetto ai beni antiquari diversi dalle monete che si intendono esportare? Siamo proprio sicuri che il problema degli antiquari è l'elevato numero di dinieghi? E non piuttosto la burocrazia (che vale per tutti) per esportare un bene (e che però esiste da anni, per chi l'ha sempre osservata)? Non dimentichiamoci che una volta che si nega il nulla osta all'esportazione, per quel bene parte la procedura di "vincolo" obbligatorio e per chi ha negato il permesso all'esportazione vi è la necessità di relazionare il Ministero sui motivi che giustificano il diniego. In altre parole, bisogna prendere carta e penna e giustificare, alla stregua dei parametri comunemente utilizzati (rarità, pregio, mancanza del bene nelle Pubbliche raccolte ecc.) il particolare interesse culturale che giustifica il diniego e, contestualmente, l'apposizione del vincolo. Parliamoci chiaro: sono "rotture di scatole" anche per il Funzionario che nega il nulla osta, perché poi, se le motivazioni non sono tecnicamente sostenibili o comunque se il diniego viene impugnato al TAR da chi voleva esportare il bene (il recente caso dell'Augustale di Bolaffi è stato ricordato anche in una discussione qui sul Forum), si apre uno scenario di ulteriore lavoro per il Funzionario (che dovrà interfacciarsi con l'Avvocatura dello Stato per l'ulteriore difesa in giudizio del Ministero). Posso dire una cosa, in tutta franchezza? Parlare con la cosiddetta "Controparte" qualche volta è più interessante che sentire le "solite campane". Questi Funzionari sono obbligati dalla Legge a "filtrare" le richieste di esportazione quando i beni rivestono caratteristiche di particolare rarità e pregio. Ciò accade raramente, ma qualche volta dovrà pur accadere. Per stabilire quando i beni hanno tali caratteristiche essi dispongono di mezzi modesti, tempi stretti (hanno 40 giorni dalla richiesta di esportazione per opporre il diniego e avviare la procedura di "apposizione del vincolo") e tutto ciò dev'essere coordinato con le altre attività del Funzionario (che nulla hanno a che vedere con l'esportazione dei beni...) che egli svolge abitualmente nell'ambito del proprio ufficio. Quindi, chi è preposto all'interno della Soprintendenza della Provincia ALFA a valutare le richieste per l'esportazione, nel contempo potrebbe anche seguire due cantieri a 50 Km. dal suo ufficio, dove la Telecom sta posando un cavidotto e nei quali sono emerse delle testimonianze archeologiche, che vanno messe in sicurezza, studiate, repertoriate ecc. ecc. La situazione, che qualche volta si tende a rappresentare, non sempre è quella di nullafacenti che, quasi a mò di dispetto, bloccherebbero ad nutum l'esportazione di quella moneta o di quel libro o di quel dipinto. E direi che la situazione non è neppure quella che si blocchi l'esportazione di un bene perché uno si è svegliato male la mattina e gli stanno sulle balle gli antiquari. Perché, come già detto, un "diniego" costa fatica in quanto richiede lavoro e può esporre a critiche e censure - anche dal proprio superiore gerarchico , se poi accade che il TAR annulli il diniego....(e dunque ci sarebbe da attendersi che il nullafacente faccia passare tutto, piuttosto che mettersi a bloccare qualcosa...!!! Ma chi glielo fa fare?). Ora, non mi interessa difendere nessuno, tanto meno i pubblici funzionari. Ma sarebbe utile approfondire le problematiche di tutti (non solo di una parte), perché (almeno in qualche caso) si potrebbe rimanere sorpresi. Che poi nella P.A. ci possano essere "rendite di posizione", mentalità e burocrazie bizantine, lavativi e scansafatiche, non lo nego a priori, come peraltro non possiamo negare a priori che ci siano anche dei commercianti "furbetti" a addirittura disonesti; ma alla base di tutto mancano delle Leggi chiare, un' organizzazione degli uffici efficiente e tempistiche certe delle pratiche amministrative. Se però già dalla partenza, cioè dalle Leggi e Regolamenti che governano la materia, la situazione è ingarbugliata e poco chiara; se poi l'organizzazione degli uffici ed il personale non è razionale; se le professionalità non sono adeguate (un Architetto - Funzionario della Soprintendenza, potrebbe essere un ottimo tutore del patrimonio immobiliare ma è anche probabile che non abbia alcuna preparazione archeologica....e tanto meno numismatica!) non ci vuole molto a capire che la gestione di quell'ufficio sarà caratterizzata nella migliore delle ipotesi dal caos e, nella peggiore, dal caos più l'incompetenza. Saluti. M.3 punti
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D'Andrea - Ginnasi e Moretti so che uscirà in questi giorni personalmente ho i volumi delle zecche Italiane e di quelle africane e mi prenderò anche questo…. sul prossimo volume ho avuto il piacere poi di partecipare con un piccolo contributo sui problemi di classificazione degli AE4 bizantini2 punti
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Entro solo oggi nella discussione, perché da un mese ho problemi con internet, aspetto quindi il 26 gennaio per vedere l'evento in streaming, ma fin d'ora plaudo all'iniziativa e alla volontà di pochi, che nonostante le difficoltà hanno la forza di continuare a portare avanti un iniziativa che a metà dello scorso anno sembrava naufragare. ma la prossima uscita del n° 4 del "Gazzettino" dimostra che la forza di volontà è più forte dellle avversità, e voi siete dei "FORTI" Grazie, grazie ancora.2 punti
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È lo stesso conio, lo testimoniano le due perline quasi ad ore nove del rovescio con la stessa identica deformazione. Le piccole differenza che si notano sono dovute alla differente conservazione e ai lavori di tooling eseguiti.2 punti
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Ho appena pubblicato questo articolo sul mio sito; spero sia di vostro interesse. Storia e monete dello stato di Chu: http://numistoria.altervista.org/blog/?p=261192 punti
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perdonami @rorey36 , ma non capisco il senso di questa tua discussione. Si è già discusso più e più volte su questa piattaforma sulla figura degli slab e sappiamo bene come vanno a finire le cose: ognuno con le proprie idee e non sarà certamente il commento di uno sconosciuto a fargli cambiare idea. Mi pare la solita inutile e stucchevole battaglia contro i mulini a vento.2 punti
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Buon inizio di settimana a tutti, Le Piastre del 1834 sono note per le innumerevoli varianti che presentano. Avevate mai notato questa doppia I in REGNI? ? Neppure io, è stato il mio Amico @borbonik a scoprirla.2 punti
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16 nummi di Giustiniano, zecca di Tessalonica tipo SB175 e simili (dipende ca cosa c'è sopra la I, nella foto non vedo bene) cfr http://www.wildwinds.com/coins/byz/justinian_I/i.html http://www.wildwinds.com/coins/byz/justinian_I/sb0175.jpg http://www.wildwinds.com/coins/byz/justinian_I/sb0176.jpg http://www.wildwinds.com/coins/byz/justinian_I/sb0177.jpg http://www.wildwinds.com/coins/byz/justinian_I/sb0178.jpg2 punti
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Intanto sono arrivati alla nostra mail già tre testimonianze/abstract scritti da autori di questo Gazzettino da leggere il giorno 26 gennaio in streaming ( cercasi quindi volontari con bella voce ? ), un quarto almeno so che arriverà, in più se non ci sono imprevisti dovremmo essere presenti in tre. Gli scritti si può dirlo già sono veramente belli, importanti, uno addirittura e' per me quasi un editoriale per il prossimo numero, vedremo ...certo che le voci che racconteranno questo Gazzettino, o direttamente o interposta persona, sono rappresentative e offrono un bello spaccato di quello che rappresenta oggi questo prodotto. Credo che la collaborazione con questi autori possa, se vorranno, continuare anche nel prossimo numero, nel contempo il Gazzettino e' dare la possibilità a tutti, esperti o alle prime armi di esserci, quindi contiamo in nuove voci o in ritorni, certamente poi bisogna bussare alla porta, farsi avanti alla nostra mail ...esserci ...dovrebbe essere anche un fatto di adesione spontanea e di identità al progetto, sta a voi ...2 punti
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7,74 è il prezzo attualizzato tenuto conto del inflazione nel 1958 un oncia di argento valeva circa 90 centesimi di dollaro , un dollaro valeva circa 620 lire quindi il valore intrinseco delle 500 lire nel1958 era di circa 165 lire! nel '69 il prezzo del argento era di 2 $ il valore del dollaro 624 lire quindi il valore intrinseco delle 500 lire nel1969 era di circa 368 lire! a occhio direi che il valore intrinseco superò le 500 lire nel 1973 quando il prezzo dell' argento salì sopra i 2.8 $ ( dell epoca ) all' oncia https://www.macrotrends.net/1470/historical-silver-prices-100-year-chart http://fxtop.com/it/tassi-cambio-storici.php?A=1&C1=USD&C2=ITL&DD1=01&MM1=01&YYYY1=1958&B=1&P=&I=1&DD2=12&MM2=01&YYYY2=1975&btnOK=Cerca2 punti
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Buona domenica ragazzi, Ferdinando II Piastra 1832 Reimpressa su 12 Carlini della Repubblica Napoletana. Unica fra tutte le Piastre a riportare la lettera R sopra la data.2 punti
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Io mi riconosco in quello che dici. Appena ho iniziato ho comprato monete nella certezza che non avrei mai rivenduto e che il collezionista non compra per rivendere ed in effetti lo penso ancora adesso, salvo però quando decidi di aumentare il livello cercare monete in conservazione più alta o più rare e costose, allora pur di avere quella moneta che hai in testa e che assolutamente vuoi ti spinge a volte a vendere qualcosa. Li potresti avere brutte sorprese alle prese con periti che molto spesso riducono il valore delle tue cose trovandosi il segnetto o dicendoti che certe cose non si vendono più ecc ecc. Sto parlando di professionisti non di cialtroni ma davanti al profitto alcuni ti trasformerebbero uno spl in bb. Se tu non compri giustamente per rivendere e cmq ti trovassi a sapere che una moneta pagata tanto poi diventa comune per un ipotetico ritrovamento come stiamo ipotizzando ora, avresti cmq un danno economico. Certo tu puoi scegliere di fregartene ma non puoi esserne indenne. Stiamo parlando di monete che valgono molto, se prendiamo collezionisti che hanno magari un cento aratrice, un 1903, 1905, fascione, vette Italia siamo oltre 50 mila euro di spesa. Passione o no sono cifre che ti fanno ragionare sul poter un domani conservare il lato economico oppure no.2 punti
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Stavo leggendo questo articolo su Twitter e mi siete venuti in mente: https://www.lastampa.it/2019/01/13/italia/vietato-maltrattare-oggetti-antichi-cos-il-collezionismo-diventa-reato-AKWE2vxHaTxGsLtumW13aL/amphtml/pagina.amp.html?__twitter_impression=true Lo conoscevate già questo ddl? È veramente così?1 punto
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Buonasera cari Lamonetiani. Tempo fa pubblicai la serie del "Cinquantenario" per condividere con Voi il compleanno della mia raccolta (50 anni di collezionismo tra alti e bassi) e - con soddisfazione - innescai una piacevole partecipazione dove anche altri condivisero i loro esemplari portando ad oltre 5.000 il numero delle visite (5.264 al momento in cui scrivo). Ora Vi voglio sottoporre anche l'altra faccia del 1911: le quattro monete con medesimo millesimo, ma non emesse per l'anniversario. Le monete "normali" concepite unicamente per la circolazione. Nella speranza di fare cosa gradita, Vi auguro buona visione...1 punto
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Complimenti! Un grande traguardo, per una fantastica serie! Secondo me, la più bella delle emissioni italiane di tutti i tempi! :)1 punto
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Dico la verità: sicuramente il periodo in cui hai iniziato è certamente più favorevole di quando iniziai io, ben più di 10 anni fa e poco abituato all'utilizzo di certi Siti che di molto facilitano la ricerca di monete a prezzi vantaggiosi :) In ogni caso, 35 euro per la serie da te citata è un prezzo ottimo; probabilmente non sono state fatte altre offerte (meglio così) perché si tratta di un'emissione intermedia, cioè con interesse non alto ma resta un pezzo essenziale per la tua collezione, visto che vuoi completarla con tutti gli anni di emissione. Aggiungo che non bisogna agitarsi; può succedere di sbagliare di qualche decina di euro, la perfezione non esiste. Bisogna pensare anche all'emozione che può dare una moneta o una data serie. Anche all'emozione che potrà darti il vedere tutte assieme le divisionali vaticane. Ottima idea quella di decidere di collezionarle tutte! :)1 punto
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Segnalo per i collezionisti della tipologia Tallero questo volume : Casoli Alfredo – Casoli Angelo Maria Teresa Imperatrice 1740- 1780 Coniazione della moneta : Tallero Vol. II Edizione privata 20181 punto
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Grazie mille Poemenius Ho trovato anche questa referenza che sembra un match perfetto con la mia moneta. Ref. Chapter 23 The Pseudo-Byzantine Coinage https://www.byzantine-ae.info/wp-content/uploads/2016/06/Chapter_23_-_The_Pseudo-Byzantine_Coinage.pdf Dedurrei quindi che Goodwyn Type E e Pottier et al. Type IV b sia la stessa cosa, solamente due modi di classificare diversi.1 punto
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Buonasera @Motoretta, Il tuo Grano 1792 è riportato nel Magliocca al 317, Comune. Di questo millesimo le varianti conosciute sono: Oltre la tua, 1792 lettera A al rovescio senza asta, con fiocco. 1792 lettera, A al rovescio senza asta, senza fiocco. 1792 lettera A con asta e senza fiocco. 1792 SICILAR R4, Complimenti per il bel "Granuzzo"1 punto
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Certo che mi puoi dare del tu, ci mancherebbe. Mai presa in vita mia una posizione "O Stato o muerte"......figuriamoci se la prendo oggi in una materia (e in un ambiente) che ha molti aspetti che si prestano a "vari" approfondimenti (e non tutti discutibili qui per ragioni di ....pudicizia). La questione "luna di traverso" nei sequestri alle sette del mattino, non la mischierei con ciò di cui parlavamo poco fa e che riguardava l'atteggiamento dei Funzionari preposti a concedere o negare l'attestato di esportazione. Quella dei sequestri è un'altra vicenda, più volte esaminata anche qui e che presenta indubbiamente delle grosse criticità; ma se mettiamo tutto nel "pentolone", non facciamo un buon servizio e confondiamo, anche per chi ci legge, i piani logici e giuridici del ragionamento. Il rischio che paventi c'è...inutile negarlo. E prima di inasprire le pene per tombaroli & C. sarebbe stato più utile che il Legislatore ponesse dei correttivi onde evitare quelle odiose operazioni che iniziano alle sette del mattino con un sequestro e finiscono dopo 8 anni con la restituzione di tutto il materiale..... e neanche un "scusi, ci siamo sbagliati". Su questo aspetto non si riesce, da anni, a trovare un contemperamento tra la sacrosanta esigenza della Giustizia di fare il suo corso e l'altrettanto sacrosanta esigenza del cittadino di non vedersi trattato come un delinquente, quando delinquente non è. La materia numismatica, in particolare, vede schierati degli "integralisti" che hanno buon gioco ad essere tali anche grazie ad una legge che ormai da un secolo attribuisce allo Stato qualunque ritrovamento avvenuto nel sottosuolo nazionale; a ciò si aggiunga la tematica della diffusa e talvolta imbarazzante spoliazione di reperti in vaste aree del nostro Paese ad opera di tombaroli che poi....(e questo è certamente il "peccato originale" che scontano tutti i collezioni nell'immaginario collettivo e, in particolare, nell'immaginario dei suddetti "integralisti") finiscono invariabilmente..... sul mercato antiquario. Perchè...parliamoci molto chiaro: dove finiscono i beni rinvenuti dai tombaroli? Non certamente alle Associazioni di beneficenza. Quindi, per farla breve, per quel famoso "immaginario", è il collezionista (ed il mondo che gli ruota intorno) che incoraggia l'attività dei tombaroli e che è destinatario principale dei beni saccheggiati. A poco serve ricordare che le Collezioni pubbliche sono costituite in gran parte da donazioni di collezionisti privati, perchè questa verità riabilita solo in parte il mondo del collezionismo, che comunque se ha degli innegabili meriti, ha anche oggettivamente degli innegabili torti. Cambiare la legge sulla proprietà originaria dello Stato su tutto ciò che si rinviene nel sottosuolo, sarebbe probabilmente un passo importante: ma come già ricordato, non c'è nè la volontà di farlo da parte del Corpo Elettorale, nè la volontà amministrativa di suggerire a qualche politico di tentare questa strada. Nel 2005 si riuscì a far passare nottetempo e in un provvedimento sul cinema e sul diritto d'autore (quindi, non si può onestamente affermare che si agì a "testa alta"...), il famoso "art. 2-decies", che rendeva le monete ripetitive e conosciute in un numero elevato di esemplari non rare e non di pregio, avulse dalla tutela del Codice Urbani. Dopo meno di un anno la norma venne abrogata e questo dovrebbe dirla lunga su quella che era (ed è tuttora...) la sensibilità del Paese anche rispetto a correttivi che non mettono in dubbio i principi "sacri" della proprietà pubblica dei reperti del sottosuolo, ma che si limitavano a circoscrivere la tutela a quelle monete davvero importanti. Tutto ciò indubbiamente scoraggia, ma bisogna "resistere, resistere, resistere" (ma queste tre parole non le aveva già dette tempo fa qualcun altro, a Milano??? ?). Nessun attacco. E che non puoi pretendere che le considerazioni che Ti hanno fatto alcuni Antiquari (che volentieri inviterei a partecipare alla discussione) sui dinieghi all'esportazione che hanno dovuto subire, possano avere più valore, nell'ambito di questa discussione, di altre considerazioni sull'argomento che godono di un supporto, seppur parziale quanto vuoi, ma di carattere statistico. Si forniscano dei dati, sommari e parziali quanto si vuole, ma almeno si "monetizzi" l'affermazione che gli Uffici Esportazione delle Soprintendenze starebbero penalizzando gli antiquari. Altrimenti, limitarsi a riferire che gli Antiquari si lamentano della severità di tali Uffici, mi sembra un modo poco proficuo di interloquire. Saluti. M.1 punto
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le monete che ho citato facevano parte della collezione di Angelo, perciò non è questa. Dall' altra parte ho in collezione 3/4 2 lire periziate da Angelo, tutte FDC (di cui 2 eccezionali), che a mio parere non sono FDC. Ho sempre avuto su alcune perizie eseguite da Angelo dei disappunti e che gli dimostravo puntualmente. Alcuni periti lo sanno che avevamo due visioni diverse per l' eccezionalità. Ripeto, parlavo delle due monete che aveva in collezione (e che sicuramente saranno tornate in mercato) e ti garantisco che erano Eccezionali.1 punto
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Argomenti gia' trattati , anche in altre sezioni ; chiedi un parere ? dipendesse da me inasprirei maggiormente la legge per chi deturpa il patrimonio artistico archeologico , sia antico che moderno , e soprattutto verso chi traffica in questi beni illegalmente , specialmente se portati all' estero ; saro' antiquato e retrogrado ma la penso cosi' . Ecco cosa sono i cosi' detti Beni Culturali : http://www.paesecultura.it/conoscere-i-beni-culturali/cosa-sono-e-quali-sono-i-beni-culturali/1 punto
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I think the sphinx is running out of ideas because this riddle is too easy ? By coincidence I got one of these last week ?1 punto
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io credo che i popoli antichi sapessero come sfruttare le loro invenzioni, ma non vi era un apparato industriale sufficientemente sviluppato per supportarle.1 punto
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Per carità, possiamo anche estendere la ricerca ai dinieghi all'esportazione di qualunque categoria di bene culturale. Semplicemente, visto che siamo in un Forum di numismatica frequentato anche da commercianti numismatici, mi chiedevo se i Professionisti del settore potevano confermare o smentire il dato percentuale che riportavo sopra. Se qualcuno possiede il dato nazionale complessivo dei dinieghi lo fornisca, ci mancherebbe. Peraltro, torno a dire che il disegno di legge in itinere non introduce nuove disposizioni che attengono all'esportazione, ma aggrava (sostanzialmente) le pene già previste per i reati connessi ai bb.cc. in generale (e non solo per determinati beni). Quindi continuo a non spiegarmi il "grido di dolore" degli antiquari se riferito alla procedure di esportazione, in quanto così come per le monete, anche per i libri, per i dipinti, per i manufatti antichi ecc., le norme sull'esportazione esistono già da decenni e non sono oggetto del d.d.l. attualmente all'esame del Parlamento. Il comparto "beni culturali" si può dire che sia disciplinato uniformemente da decenni, sia per l'esportazione, che per la dichiarazione di culturalità (cd. "notifica") che per le sanzioni penali. Anzi, dopo la "riforma" del 2017 (al momento però non ancora completamente attuata), la situazione per i mercanti è (o dovrebbe essere) notevolmente migliorata, dal momento che al di sotto del valore di euro 13.500 il bene si esporta con un'autocertificazione: e cioè vale sia per le monete che hanno più di 70 anni (ma sembrerebbero sempre escluse quelle definite "archeologiche"), per i libri, per i dipinti ecc. Quindi, nel momento in cui la Legge del 2017 andrà a regime, l'attività degli antiquari (così come dei numismatici) sarà - sotto il profilo dell'esportazione - indubbiamente facilitata, quanto meno per gli oggetti non "archeologici" (e su questo termine, capisco che si aprirebbe un inciso grande come il tomo di un'enciclopedia e quindi chiudo subito la parentesi...) che hanno più di 70 anni e che costano meno di 13.500 euro. L'articolo postato all'inizio ma sopratutto il commento del Dott. Bolaffi vanno dunque letti non tanto con riferimento alle questioni sull'esportazione (che sono tali da decenni e che, anzi, di recente hanno visto - seppure finora solo in teoria - addirittura una semplificazione), ma piuttosto in relazione ai consistenti aggravi degli aspetti sanzionatori che introdurrà il d.d.l. per coloro che, commercianti e collezionisti e comunque soggetti "in contatto" con i bb.cc., dovessero incappare nelle maglie della giustizia. Altrimenti, il "grido di dolore" per altre ragioni è difficilmente spiegabile, se lanciato dagli antiquari in questo specifico momento. Saluti. M.1 punto
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Salve , d' accordo con queste "invenzioni" dei Greci , ma tenga presente che furono scoperte individuali di menti eccezionali , dei Leonardi da Vinci dell' antichita' , che pero' , ad esempio la scoperta della propulsione del vapore , non ebbero seguito come applicazioni industriali in quanto non sapevano come sfruttarle praticamente ; i tempi non erano ancora maturi per questi sviluppi industriali , come non lo furono quelli di Leonardo che rimasero per la maggior parte inapplicati . Rimane isolato il caso del grande Archimede con la scoperta del peso specifico di un corpo , scoperta subito applicata per determinare scientificamente la percentuale di oro rispetto all' argento che era presente nella corona del Re Gerone ; altre scoperte di Archimede subito applicate furono quella della vite elicoidale per aspirare l' acqua e della leva con quale fu facile e con poca fatica alzare grandi pesi , scoperta questa che subito si evolse in altre applicazioni pratiche . Tutte le altre scoperte scientifiche dell' antichita' , che indubbiamente furono molte ma pur sempre di menti singole , non ebbero , per la maggior parte di esse , applicazioni pratiche al servizio dell' umanita' , non di un solo popolo . I Romani non c' entrano nulla .1 punto
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Probabilmente è passato in uno di questi barber shop ora molto di moda ma che lavorano solo di tosatrice elettrica...1 punto
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Ma torniamo in topic. Qui c'è un articolo molto interessante che nella prima parte esamina l'andamento del cambio dell'Euro rispetto alle valute principali del mondo e altre ancora. [Notare che nell'introduzione si specifica quanto è ormai istintivo sottolineare anche per me ogni volta che inizio a parlare di Euro come valuta: una smentita alla convinzione secondo cui sarebbe nato nel 2002. Evidentemente il continuo sentirlo ripetere non ha esasperato solo me] https://blog.soldionline.it/cosamuoveimercati/euro/ Su quest'altro sito c'è lo storico Euro - Dollaro esaminato anche nel dettaglio di ogni anno con le medie mensili. https://www.money.it/Cambio-Euro-Dollaro-Storico-dal-1999-al-20191 punto
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DE GREGE EPICURI Nella maggior parte dei casi, le lettere nel campo (spesso due: a destra ed a sinistra) cambiano nelle successive emissioni della stessa moneta, e ci permettono così di determinare il periodo preciso in cui una moneta è stata emessa: sono cioè dei marcatori di emissione. In qualche caso molto specifico (es. TEMP FEL REPARATIO, il cavaliere caduto) è stato ipotizzato che le lettere nel campo permettano di identificare le diverse svalutazioni/rivalutazioni.1 punto
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"I romani non avevano il gusto per le scoperte tecnologiche e dove le trovavano le sopprimevano……" ? Questa e' una sua affermazione del tutto personale non convalidata dalla realta' ingegneristica in tutti i campi , dei Romani .1 punto
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In realtà non fu introdotto il millesimo (sconosciuto in Cina), ma l'anno dell'era di governo, apponendo il numero sul rovescio. Ad esempio il numero 5 sul rovescio della tipologia Jia Ding (1208-1224) indica che la moneta fu emessa nel 1212. Questo sistema riguarda solo la dinastia Song meridionale: fu introdotto nel 1180 e terminò con la fine della dinastia (1279).1 punto
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Taglio: 50 Cent Nazione: Irlanda Anno: 2012 Tiratura: 990.000 Condizioni: BB Città: Dublino (IRL) Taglio: 50 Cent Nazione: Irlanda Anno: 2018 Tiratura: ??? Condizioni: SPL Città: Dublino (IRL) Note: News!1 punto
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Taglio: 5 Cent Nazione: Irlanda Anno: 2016 Tiratura: 80.000 (??) Condizioni: BB Città: Dublino (IRL) Taglio: 5 Cent Nazione: Irlanda Anno: 2017 Tiratura: 782.980 Condizioni: BB Città: Dublino (IRL) Note: News! Taglio: 5 Cent Nazione: Irlanda Anno: 2018 Tiratura: ??? Condizioni: BB Città: Dublino (IRL)1 punto
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Taglio: 2€ CC Nazione: Finlandia Anno: 2013 B Tiratura: 977.000 Condizioni: BB Città: Bassano del Grappa (VI) Taglio: 2€ CC Nazione: Slovenia Anno: 2014 Tiratura: 978.500 Condizioni: MB Città: Bassano del Grappa (VI) Taglio: 2€ CC Nazione: Germania (A) Anno: 2007 Tiratura: 985.000 Condizioni: BB Città: Bassano del Grappa (VI)1 punto
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Ma in tutto ciò... Ho letto parecchi commenti relativi al valore delle monete, agli investimenti veri o presunti, all'opportunità di comprare o meno le monete citate... Ma del contenuto della Nota 56, dei motivi che hanno portato alla creazione di quegli accumuli, del capire veramente cosa vuol dire scrivere di alcuni esemplari del 100 lire 1940 proof, non interessa a nessuno o solo a pochi??? Capiamoci bene, non è polemica ma è per capire...1 punto
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Salve a tutti, ieri ho acquistato all'asta Negrini (veramente interessante) questa moneta di Metapontum, classificata come Johnston 19, senza descrizione: la Johnston 19 è questa: Obv. hd Demeter r, hair gathered Rev. ear of barley, [ME l], leaf l and locust r aspetto il suo arrivo per vederla meglio ma ho l'impressione che invece del profilo di Demetra ve ne sia uno maschile barbuto... solo effetto di possibili corrosioni? a me alcuni particolari come, ad esempio, fronte e capigliatura, sembrano diversi. Johnson non riporta però bronzi con al dritto figure maschili e al rovescio la locusta. Mi piacerebbe sentire qualche parere ... intanto ne approfitto per fare a tutti gli amici del forum e alle loro famiglie i più sentiti auguri di buone feste e di un positivo, anche dal punto di vista numismatico, 2019 !!1 punto
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Buongiorno, tempo fa era uscita la notizia di scheletri di gladiatori decapitati presso Eburacum/York. Vi segnalo alcuni link: https://pns.hneu.edu.ua/pluginfile.php/281051/mod_resource/content/0/Transcript of the Mystery of the Headless Romans Excerpts.pdf https://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-3407365/The-mystery-headless-Gladiators-York-DNA-analysis-decapitated-remains-sheds-new-light-Roman-migrations.html E' di questi giorni la comunicazione di un altro gruppo di scheletri con caratteristiche simili nel Suffolk: https://www.bbc.com/news/uk-england-suffolk-46763020 https://www.livescience.com/64462-decapitated-skeletons-roman-cemetery.html in italiano: https://www.vanillamagazine.it/scoperto-un-cimitero-romano-con-i-corpi-decapitati-post-mortem/?fbclid=IwAR2gNsCitbOfULfgSiRFggfvJ4aakffn2YZw1tMwsEwqMG5amkxkwViIEVI Va considerato che in varie popolazioni era in auge il culto dei crani (ad esempio in certe popolazioni galliche). Ciao Illyricum1 punto
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That’s a great coin... The first coin in your collection is always special. The relief is impressive and the shine is wonderful... cheers!1 punto
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Buongiorno, posto, previo permesso da parte degli autori, una buona presentazione da un punto di vista militare, sui Galli che si scontrarono con Giulio Cesare. L’ESERCITO GALLICO AI TEMPI DELLA CAMPAGNA DI CESARE (58 a.C. – 50 a.C.) Nel magnifico dipinto di Giuseppe Rava quattro cavalieri galli in azione, di cui due provvisti di armatura pesante del tardo La tène. Doverosa premessa: questo articolo è una ricostruzione autoriale di quello che poteva essere l’apparato militare celtico della Gallia nel suo ultimo periodo romanizzazione. Per la stesura di questo “esperimento” ci si è basati su fonti archeologiche, articoli di autori stranieri e libri sull'argomento (tutti indicati in fondo), ma nonostante ciò si rimane comunque nel campo delle ipotesi, non avendo un’ovvia conoscenza diretta degli eventi. Possiamo però affermare di essere sufficientemente sicuri della bontà di questa ricostruzione tanto da volerla condividere con voi. Buona lettura. La conquista della Gallia da parte del divo Giulio Cesare è una delle imprese romane più conosciute e studiate. Il De Bello Gallico è inoltre una delle fonti storiche più esaustive sulla società celtica dell’ultimo periodo, eppure lascia per ovvi motivi innumerevoli aree nebulose. Una di queste è in realtà l’organizzazione militare dei suoi avversari, tralasciata forse perché data quasi per scontata nel mondo romano, avendo ormai da secoli contatti con il popolo d’oltralpe. Ciò ha lasciato spazio a ricostruzioni degli indomiti galli piuttosto farlocche: da una parte descritti come barbari sanguinari senza alcun acume tattico, dall'altra come eroi lontani dalla civilizzazione mediterranea, puri come il mito del buon selvaggio. Di queste ricostruzioni colpisce spesso la faziosità di una o dell’altra parte, fino ad arrivare ad abomini storici come le donne guerriere (attualmente tanto care ai vichinghi). Eppure la verità è ben lontana da ciò: il guerriero gallico dell’ultimo secolo a.C. era ben lontano da un urlante spadaccino ricoperto di pitture di guerra. Se questo potrebbe essere vero per le popolazioni del Belgio (metà germaniche) e dai lontani abitanti della Britannia, è del tutto errato per i civilizzati signori della Gallia meridionale e centrale, il vero fulcro di potere della Gallia antica. Il periodo di cui parliamo è infatti chiamato dagli archeologi come Tardo La Tène, ultimo tassello di una lunghissima evoluzione partita dall'antica cultura di Hallstatt, risalente all’800 a.C. In questo ultimo periodo i galli intessevano ricchi scambi commerciali con l’Africa, la Grecia, l’Italia e la Spagna. Dopo la grande migrazione del terzo secolo a.C. i celti erano entrati in contatto con una miriade di culture diverse, trasformandole e venendo trasformate da essi stessi. C’erano tribù celtiche stanziate in Egitto, c’era un regno celtico nel cuore dell’Anatolia, i Celtiberi dominavano la Spagna e avevano combattuto contro Roma e Cartagine. E dove non arrivavano i celti, erano gli altri popoli ad arrivare da loro: le colonie greche di Massalia, Emporio e Alalia erano importanti partner commerciali del mondo gallico, mentre i retaggi liguri erano comuni in tutta l’Occitania. Infine, i nemici germani e romani premevano da anni ai confini tribali. Dunque, essendo la società celtica imperniata sulla guerra, che forze militari si trovò ad affrontare nella sua conquista Cesare? Combattevano ancora come i loro antenati conquistatori? Dalle stringate parole di Cesare spesso non riusciamo a notare una reale differenza tra i Germani di Ariovisto e i galli di Vercingetorige, eppure le risultanze storiche nonché archeologiche marcano un’importante distinzione. Cominciamo dal primo punto: la cavalleria. Le forze migratorie che sconvolsero il Mediterraneo nel IV secolo a.C. parevano essere composte da grandi masse di fanteria armate con spade e asce, al cui seguito c’erano i civili (tra cui donne, che, sì, in questo caso, erano solite menare fendenti). La cavalleria, spesso sotto forma di primitivi carri da guerra, aveva una funzione di supporto e trasporto, tanto che in Italia si considerava i Veneti dei cavalieri molto più abili dei celti, all'epoca improntati sulla fanteria. Le compagnie inter tribali di mercenari al servizio dei sovrano ellenistici erano composte da fanti, non cavalieri, spesso protetti da pesanti armature di maglia. Invece, quando Cesare annienta gli Elvezi e penetra in territorio Gallico già da molti anni si parlava di abilissimi cavalieri galli, che avrebbero presto preso servizio nell'esercito romano (primi su tutti gli Edui, alleati di Cesare). I romani erano estremamente abili nel copiare dal nemico e nel prendere il meglio di loro, perciò è gioco facile capire come in quel momento la cavalleria gallica fosse superiore in valore della fanteria celtica. Dalle ricostruzioni sembra che i galli avessero due classi di cavalieri: i cavalleggeri di rango inferiore, spesso piccoli proprietari terrieri capaci di avere solo un cavallo oppure il seguito di qualche nobile importante, armati alla leggera e i cavalieri nobili riccamente equipaggiati. Bisogna ricordare che i galli non avevano le staffe, perciò i loro soldati a cavallo non operavano come i futuri cavalieri medievali, bensì fiancheggiavano e assalivano a sciame le fanterie nemiche, cercando di scardinarne i ranghi più con l’altezza e la velocità dell’animale che con il peso di una carica lancia in resta. I cavalleggeri gallici avevano funzione di esploratori, avanguardia e saccheggiatori, mentre nelle battaglie preferivano tenersi a distanza di sicurezza lanciando giavellotti o inseguendo i fuggitivi brandendo delle lance corte. Oltre all'elmo (non sempre presente) la loro unica difesa era di solito uno scudo rotondo, presto adottato dai cavalieri ausiliari romani (quasi sempre galli, celti cisalpini o ispanici) per la sua leggerezza e comodità. La cavalleria pesante gallica era formata da nobili o seguiti di sovrani, perciò poco numerosa. Parlare di pesante è molto relativo, in realtà, rispetto a un catafratto o un cavaliere medievale: questi uomini erano dei cavalieri leggeri, protetti da una corazza di maglia e da scudo ovale o semi quadrato, mentre le loro armi da offesa erano giavellotti (scagliati prima di una carica), lance e spade per il corpo a corpo. Non era raro che questi uomini smontassero da cavallo e ingaggiassero duelli contro uno o più avversari, mentre il seguito di cavalieri leggeri poteva supportare da distanza. Nella battaglia di Carre, nonché nelle future battaglie contro i parti combattute dal triumvirato, i cavalieri galli si distinsero per abilità e resistenza, formando muri di scudi anche quando erano ormai stati appiedati a causa del fitto dardeggiamento nemico. L’importanza rivestita dalla cavalleria, sfruttata per respingere i germani e nelle guerre tra tribù, portò a modifiche sostanziali nella fanteria. Se precedentemente il guerriero celtico appiedato era un duellante provvisto di scudo e spada, nonché giavellotti, e protetto da una cappa, nel periodo tardo latenico la lancia prese il posto della spada, mentre la difesa fu affidata ad armature di pelle, sormontate dai tipici elmi che divennero ordinanza tra i legionari del primo secolo d.C. La lancia presentava grandi vantaggi rispetto alla spada lunga celtica, il cui apogeo era stato nel IV secolo a.C. : per prima cosa una lancia era più economica, migliore della spada nel combattimento individuale tra fanti (ci sono tantissimi video e fonti storiche che ci fanno capire di come la lancia fosse un’arma migliore di una spada anche in uno scontro uno contro uno) e infine straordinaria per respingere un cavaliere. Se i primi guerrieri celti puntavano a scardinare la formazione nemica con la forza d’urto della fanteria (pensiamo a uno scontro tra celti e opliti etruschi) e quindi sfruttare le spade per sgominare dei nemici non addestrati nel duello, nel primo secolo avanti Cristo i galli utilizzavano la cavalleria per scompaginare il nemico, mentre la fanteria rivestiva un ruolo di supporto o difesa, per cui la lancia era indubbiamente meglio indicata. Inoltre un guerriero armato di lancia poteva comunque brandire una spada corta come arma di riserva. Attenzione! Ciò non significa che i primi guerrieri celtici non facessero uso di lance, ma che tale arma fosse vista (soprattutto dalle fonti romane e greche) più che altro come arma da getto o come equipaggiamento secondario. Con lo sviluppo della cavalleria, invece, la lancia assunse un ruolo via via crescente, fino a diventare l’arma standard dei guerrieri gallici. Altro errore è quello di pensare ai guerrieri gallici come masse disordinate. Bisogna ricordare che ciò che Cesare affrontò fu l’intero popolo gallico, dunque la maggior parte dei suoi avversari erano civili armati alla buona, che sfruttavano la mera forza d’urto per cercare di scardinare il muro dei legionari (senza quasi mai riuscirci). Invece la vera classe militare gallica non aveva grandissimi numeri, poiché divisa in una miriade di tribù che raramente poteva schierare più di un migliaio di soldati a piedi e altrettanti a cavallo. Il guerriero a piedi gallo, diciamo di professione sebbene professione non fosse, sapeva combattere fianco a fianco al compagno sfruttando muri di scudi e lance per respingere la cavalleria nemica (tanto che ci sono fonti storiche in cui si parla di “opliti” arverni), scagliava dardi sui nemici in avvicinamento e organizzava cariche in linea molto simili a quelle dei legionari romani. La reale differenza che dava maggiore vantaggio ai romani era il sistema degli ordini, ben più sviluppato, la formazione di centurie autonome e soprattutto la maggiore coesione dei numeri di una legione. Se un clan poteva schierare 1000 guerrieri a piedi ben addestrati, una legione metteva in campo 5 volte tale numero, costringendo i galli a doversi confederare ad altre tribù e quindi con tutte le problematiche che da ciò conseguivano. Se aggiungiamo poi che molti galli combattevano dalla parte dei romani (spesso i clan più ricchi e militarizzati), allora è indubbio il motivo per cui l’esercito romano vinceva sempre in uno scontro in campo aperto. Ci siamo dunque levati dalla mente il guerriero a petto nudo urlante, ma rimangono ancora tre punti di interesse: l’armatura, l’uso della spada e la schermaglia. Iniziando a spiegare il primo punto, è doveroso ricordare come i celti fossero fabbri indubbiamente superiori a quelli italici. I legionari che marciarono per le foreste della Gallia indossavano armature forgiate nella Cisalpina e moltissime delle reclute erano essi stessi liguri o insubri, popolazioni italiche da tempo celtizzate. La X legione, cara al Divo Cesare, aveva la sua sede di reclutamento nel Nord Italia, la cui popolazione era e rimase sempre di stirpe celto-ligure o al limite etrusca. Consegue che i guerrieri migliori dei Galli indossassero anch'essi ottime armature di maglia, molto simili a quelle dei legionari, abbellite da fregi e sormontate da grandi elmi. Come già accennato, però, al contrario dei romani i guerrieri corazzati erano una piccola parte del nucleo militare gallico, mentre la maggior parte doveva accontentarsi di cuoio e semplici cappe nonché l’onnipresente scudo. Sull'uso della spada le fonti sono troppo poche per ricostruire davvero come un celta combattesse: le spade dei cavalieri ritrovate avevano una lunghezza di 80-90 cm e potevano solo colpire di taglio, mentre la fanteria pare utilizzasse ancora le spade tra i 60 e i 70 cm, atte colpire sia di punta che di taglio. Il Gladius Hispaniensis (diverso dal gladio imperiale), arma d’ordinanza del legionario Giulio-Claudio aveva una lunghezza simile ed era palesemente ispirata alla spada celtica, che dunque aveva sviluppato una scherma diversa da quella degli antenati. Infatti, se il guerriero celta del primo periodo sfruttava la spada per calare colpi dall'alto durante una carica opponendo lo scudo a umbone contro il nemico, tanto da avere una catenella di sospensione ad anelli metallici per evitare che l’arma scivolasse nella mischia violenta, il guerriero celta “civilizzato” usava la spada come arma di ripiego, lunga a sufficienza per ferire un cavaliere, ma atta più che altro a sopravvivere in un combattimento fuori formazione contro nemici poco corazzati, ad esempio altri celti o più probabilmente dei germani. È importante però comprendere come l’uso della spada fosse legato allo scudo, non a improbabili combattimenti a due mani come qualche nostalgico del medioevo vuole vedere applicato anche ai galli. Ultimo punto, la schermaglia: certe volte si sente dire che i celti (o i barbari in generale) ritenessero disonorevole uccidere da lontano, dunque non facessero uso di armi da getto. Questo è, semplicemente, un falso mito. Sicuro la spada era vista come arma nobile, ma Cesare ci parla di vere e proprie piogge di giavellotti, sassi (dunque presenza di fromboli) e frecce sulle linee romane. Se attorno ai guerrieri di professione c’erano sempre accompagnatori armati alla leggera equipaggiati con armi da lancio, anche cavalieri e fanti scagliavano dardi contro il nemico, sia in funzione difensiva che per ammorbidire la resistenza prima di una carica. Il giavellotto, comunissimo in Iberia, era quindi un’arma utilizzata anche dai guerrieri gallici, a maggior ragione nelle grandi orde male armate che si opposero alla conquista romana. Infine, Cesare stesso non manca di citare, c’erano gruppi di arcieri, spesso utilizzati come avanguardia ed esploratori. L’arco, anche di dimensioni importanti, era l’arma prediletta per la caccia, che i celti non sfruttavano particolarmente in battaglia (un frombolo è un’arma molto più utile di un arco) se non dopo le decisioni di Vercingetorige, che a quanto pare chiese espressamente ai tanti cacciatori della Gallia di combattere con gli archi. Le genti meno civilizzate del nord, come Belgi e Armoricani, non avendo le stesse protezioni fisiche dei cugini del sud, facevano largo uso di archi e giavellotti, per poi caricare il nemico indebolito. In conclusione, possiamo notare come tantissimi dei luoghi comuni sui “selvaggi” Galli siano in realtà semplici creazioni dell’immaginario collettivo: l’esercito gallico dell’ultimo periodo era invece formato da nuclei altamente specializzati di guerrieri, ben armati e capaci di applicare tattiche avanzate, la cui principale forza era data dalla cavalleria, supportata da linee di lancieri corazzati e da nutriti gruppi di schermagliatori. Ciò che fece pendere la bilancia in favore dei romani, oltre a una straordinaria e superiore organizzazione militare (superiore però a chiunque nel Mediterraneo, pure ai civilizzati greci per esempio), fu soprattutto la divisione politica dei celti, incapaci di fare fronte comune contro un invasore spesso ben accetto, e dall’esiguo numero dei soldati professionisti, che costrinse i magistrati e i re celtici a rimpolpare le armate di miliziani mal armati, del tutto inefficaci contro i soldati romani. Ad ultimo, la frammentazione delle tribù non permetteva ai guerrieri professionisti di creare bande coese tra loro, costringendo a combattere spesso fuori formazione e quindi inadatti a tenere testa alla legione. In futuro, se questo esperimento vi è piaciuto, utilizzeremo questo formato per parlare anche di altri eserciti del mondo antico, dagli Iberici agli Illiri. Vi ringraziamo dunque per la lettura e vi invitiamo a condividere questo articolo per aiutarci nella nostra opera di divulgazione. FONTI PRINCIPALI - Il De Bello Gallico, Caio Giulio Cesare - Celtic Warriors: The armies of one of the first great peoples in Europe, Daithi O'Hogain - Lords of Battle: The World of the Celtic Warrior, Stephen Allen - Celtic Warrior 300 BC–AD 100, Stephen Allen - Rome's Enemies GALLIC & BRITISH CELTS, Peter Wilcox - Celtic Warriors: 400BC-160AD, Tim Newark Tratto da : https://www.facebook.com/regogoloboemetto/?__tn__=%2CdkCH-R-R&eid=ARAPlulxSn-0FQ28RnlxJ3xjQ98ydTWJxaI-0X9c-prD0OOa4fdNRwG6sTyDHYNiDldsPwtxufHPZ5og&hc_ref=ARS_Y-SdUDrKn_xULlP9VLqUKW38ZC0B2zr4at5_SBfj2CrxVQpqwEV36ir1U1-OV6M&fref=nf&hc_location=group1 punto
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@Edoal85 La foto non è un gran che... Ma da questa foto non mi sento completamente sereno... La porosità è strana e la moneta non sembra nella norma.. Parliamo di un venditore italiano serio che te la garantisce? E ti rimborsa nel caso? Altrimenti chiedi foto ad alta qualità... Così com'è nel dubbio sinceramente lascerei perdere1 punto
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Buon sabato a tutti, Qual'è stata per voi l'ultima moneta dell'anno..... L'ultima ad entrare in Collezione nel 2018? La mia, dopo una lunga riflessione e dopo aver chiesto lo sconto al venditore è stato questo 9 Cavalli 1804. La conservazione non arriva al qBB, ma la sua rarità è senza discussione. Ho deciso di riportarlo nella sua terra da oltreoceano. Cosa ne pensate? Mi piacerebbe leggere i vostri pareri. Saluti, Rocco1 punto
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Buonasera @salvo1973, dopo tanta ricerca ho trovato il mezzo Ducato del 1784 da mettere in Collezione. Magliocca 273 R21 punto
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