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Elenco dei contenuti che hanno ricevuto i maggiori apprezzamenti il 12/08/18 in tutte le aree
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Aggiungo un'altro testo del prof.Castrizio 182017 STORIA DI REGGIO: LA RIUNIFICAZIONE DEL MERIDIONE: IL REGNO DELLE DUE SICILIE E IL SISTEMA MONETARIO in Prima di designare come proprio erede al trono di Napoli Renato, la regina Giovanna II aveva chiesto aiuto contro Luigi III, nel 1420, ad Alfonso d’Aragona. Alfonso fu poi allontanato quando la regina si riavvicinò a Luigi III e nuovamente reintegrato come erede nel 1433. Nel 1435, alla morte della sovrana, Alfonso cercò di impadronirsi del Regno, ma la sua marcia fu bloccata dalla disastrosa sconfitta che subì a Ponza, dove la sua flotta fu quasi completamente distrutta: dopo poco, Renato entrava a Napoli. Alfonso, tuttavia, seppe sfruttare al meglio la situazione, e grazie anche all’alleanza con Filippo Maria Visconti, duca di Milano, riprese la sua lotta per impadronirsi del trono di Napoli. La vittoria, infine, gli arrise nel 1442, quando Napoli cadde dopo che Renato aveva abbandonato la città: avveniva così l’unione tra il Regno di Napoli e quello di Sicilia (di Trinacria), tanto che l’anno seguente il papa Eugenio IV riconobbe Alfonso re Utriusque Siciliae. Alfonso, soprannominato ‘il magnanimo’ già in vita, fu un patrono delle arti e della letteratura, precorrendo la figura del sovrano rinascimentale. La sua monetazione è molto varia, poiché il sovrano non fece alcun tentativo di unificare il sistema monetario siciliano con quello del Regno di Napoli. Ma mentre la monetazione siciliana perpetua i due nominali tradizionali (pierreale e denaro), quella napoletana è ricca di novità. L’oro fu reintrodotto, con la coniazione degli alfonsini, larghe monete che mostrano da un lato il sovrano al galoppo e dall’altro le armi inquartate di Napoli e di Aragona. Le stesse armi inquartate figurano nei carlini d’argento, dove sostituiscono il giglio angioino; in argento venne coniata una nuova moneta, il reale, del valore di ¾ di carlino, che mostra, oltre alle armi consuete in tutta la monetazione napoletana di Alfonso, il ritratto del sovrano. Alfonso continuò a coniare denari di mistura molto bassa, con impronte simili a quelle del reale. Alla morte di Alfonso nel 1458, il Meridione continentale e la Sicilia si separarono nuovamente, poiché, mentre la Sicilia e gli altri domini della corona aragonese andavano al fratello di Alfonso e suo erede naturale Giovanni, e poi al figlio di quest’ultimo, Ferdinando il Cattolico, il Regno di Napoli andava a Ferrante, suo figlio illegittimo. Ferrante regnò per quasi tutta la seconda metà del XV secolo, e i suoi eredi regnarono per pochi anni prima che il Regno di Napoli si unisse nuovamente alla Sicilia, all’inizio del Cinquecento, essendo conquistato da Ferdinando il Cattolico. La monetazione di Ferdinando è estremamente complessa, sia perché continua la tendenza, già presente nel regno di Alfonso, di moltiplicare i nominali in ogni metallo, sia per le numerose riforme che subì nel corso di un così lungo regno. In una prima fase Ferrante coniò il ducato in oro; in argento, non soltanto il carlino ma anche il suo doppio, la sua metà ed il suo quarto; infine, il denaro di mistura. Tutte queste monete presentano al diritto il ritratto del sovrano (di profilo o in trono) ed al rovescio le armi inquartate di Napoli e di Aragona. L’unico nominale a riportare, al posto delle armi di Aragona, la croce di Calabria, è il mezzo carlino. Questo ha portato alcuni studiosi, primo dei quali Fusco, ad attribuire la moneta a Reggio Calabria. Tale attribuzione è stata contestata da Pannuti, che attribuisce la moneta a Napoli, seguito da Travaini. Dopo pochi anni di regno, Ferrante aumentò il peso della moneta argentea, riportandola a quello del vecchio gigliato: da una libbra di metallo si dovevano così ricavare non più 88 monete ma soltanto 80. Tali monete recano, al diritto, la rappresentazione dell’incoronazione del sovrano avvenuta a Bari nel 1459, ed al rovescio una grande croce di Calabria ad occupare tutto il campo. A causa della scena che occupa il diritto, tale moneta fu chiamata ‘coronato’. Una terza fase della monetazione di Ferrante si può individuare a partire dal 1472, quando venne abolito il denaro di mistura, sostituito col cavallo di puro rame, così chiamato in ragione dell’animale che occupa il rovescio. L’ultima fase della monetazione napoletana sotto Ferrante coincide con la sostituzione della croce di Calabria dei coronati con la raffigurazione dell’Arcangelo Michele che trafigge un drago, e con il nome del sovrano che, sui vari nominali, non appare più come Ferdinandus ma come Ferrandus. Le coniazioni dei successori di Ferrante seguono sostanzialmente il sistema messo in piedi dal sovrano, con emissioni di ducati, coronati e loro frazioni, e cavalli, con iconografie monetali spesso mutate. La circolazione della Calabria meridionale nella seconda metà del XV secolo è ancora da studiare nei dettagli. Se, con la separazione di Reggio dalla Sicilia seguita alla morte di Alfonso, la città e il suo territorio avrebbero dovuto utilizzare moneta napoletana, questa non è attestata nei ritrovamenti dal territorio pubblicati. Anzi, analizzando i due ripostigli di Calamizzi, occultati negli anni Sessanta del XV secolo, sembra che Reggio abbia utilizzato moneta siciliana; nella stessa direzione vanno le informazioni ricavabili dai ritrovamenti di privati sul territorio. Malgrado il Meridione continentale e quello insulare fossero in mano a due diversi sovrani, questi appartenevano entrambi alla casa d’Aragona, per cui Reggio, città di frontiera tra i due regni, non ebbe difficoltà a restare nell’orbita della sua area di circolazione tradizionale, ancorata alla Sicilia orientale, perlomeno relativamente alla monetazione di minor valore. Nella seconda metà del secolo la maggior parte delle monete divisionali in circolazione nel Reggino erano quindi quelle coniate da Giovanni II e poi da Ferdinando il Cattolico per la Sicilia. Relativamente al primo, forse non si tratta dei reali d’oro o dei pierreali d’argento (e della loro metà e quinta parte), ma certamente dei denari in mistura. Nel 1479 Ferdinando diventa re di Sicilia, succedendo a Giovanni, e nel 1503 conquista Napoli: i due Regni sono nuovamente uniti sotto un unico sovrano. Egli governò in maniera spregiudicata, con provvedimenti che non incontrarono il favore del popolo: fu introdotta nel Regno l’Inquisizione e le tasse furono aumentate pesantemente, spesso per finanziare operazioni, come la conquista di Granada, che nessun interesse avevano per i sudditi italiani. La monetazione di Ferdinando rimase distinta per i possessi continentali e per quelli insulari, ed in questi ultimi è resa complessa dalle numerose modifiche introdotte. A Napoli si coniarono ducati d’oro, carlini d’argento e sestini in rame, ma non conosciamo con precisione la circolazione reggina durante il regno di Ferdinando il Cattolico, per cui non sappiamo se tale monetazione sia stata in uso a Reggio e nella Calabria meridionale limitatamente ai nominali di maggior valore, come potremmo ipotizzare se confrontiamo la situazione con quanto emerso relativamente all’epoca di Ferrante, o in misura differente; né se dalla zecca di Messina provenissero soltanto i divisionali o anche le monete di maggior valore prodotte per la Sicilia. La monetazione prodotta per la circolazione siciliana consisteva, prima del 1490, solo di un raro denaro in mistura. Le emissioni successive si possono dividere in tre fasi. La prima di esse vide la coniazione del trionfo d’oro, prima moneta aurea siciliana ad essere allineata, per peso e purezza, al ducato veneziano, che raffigura Ferdinando in trono e un’aquila simile a quella dei pierreali; ed il suo doppio, col ritratto del sovrano di profilo; in argento venne coniata l’aquila o tarì, che manteneva le stesse caratteristiche del pierreale, e la sua metà: queste monete, in luogo della raffigurazione del re, presentano le armi di Castiglia/Leon inquartate con quelle di Aragona/Sicilia. La seconda fase delle coniazioni siciliane, probabilmente iniziata contemporaneamente a quelle napoletane, vide l’introduzione del ritratto del sovrano su tutti i nominali e la coniazione di ‘doppie aquile’in argento. L’ultima fase della monetazione siciliana, prodotta negli ultimi anni di vita di Ferdinando, vide la coniazione di esemplari in argento chiamati tradizionalmente tarì: l’unità ed il suo doppio, assieme alla metà ed al quarto, con l’utilizzo delle consuete tipologie: busto di profilo, aquila siciliana e stemma d’Aragona; venne inoltre coniato un picciolo (denaro) in rame o bassa mistura. Tratto da “La zecca di Reggio attraverso i secoli” a cura del professore Daniele Castrizio4 punti
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Ciao, L'ultima arrivata... Periodo dei dogi biennali 1528 - 1797. Con i suoi 76,65 grammi fa parte della serie di monete di ostentazione che meglio di tante parole descrive il prestigio della zecca genovese al tempo. Alcune note: Dal 1541 sulle monete in oro di Genova e dal 1554 su quelle in argento compare la data. In questo caso 1693. Altresì, sempre in leggenda compaiono in quel periodo le iniziali dello zecchiere. Nel nostro caso ITC (Io. Thomas Caminata). Nel campo, la vergine sulle nubi cinge il bambino in grembo e lo scettro. Sopra, due angeli che reggono una corona di stelle. Al rovescio croce ornata con quattro teste di angelo. La bellezza iconografica raggiunge livelli molto alti.3 punti
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Metto un po' di pepe alla discussione postando un documento. Si tratta dell'autorizzazione del vicerè Giovanni della Nuca, datata 30 maggio 1495, in cui si autorizza la zecca di Messina a battere monete con i conii napoletani per favorire Ferdinando II d'Aragona (fuggito da Napoli) nella lotta proprio contro Carlo VIII. Nel documento si legge che eventualmente si poteva coniare queste monete anche nella città di Reggio o in qualsiasi altro luogo del Regno. Il documento è tratto da C. Trasselli "Note per la storia dei Banchi in Sicilia nel XV secolo - Parte I" Palermo 1959, p. 169. L. Travaini e G. Ruotolo alla voce la zecca di Reggio Calabria in "Le zecche italiane fino all'Unità" riportando un passo di questo documento affermano, giustamente a mio avviso, che queste monete non sono identificabili e che non è certo che tale coniazione sia avvenuta. Però una cosa appare certa. Reggio Calabria alla data del documento era nella disponibilità di Ferdinando II d'Aragona o comunque non assoggettata a Carlo VIII. Ma allora esisteva una zecca a Reggio???3 punti
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Ultimo acquisto. Questa moneta era classificata come McAlee 844 definita rara anche nel libro. Ma a mio avviso invece Si tratta della 885 estremamente rara, io nn ho trovato su i internet, la differenza è che la prima è radiata, la seconda è laureata. Che ne pensate radiata o laureata posto le foto per confronto prese dal libro.3 punti
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Ecco con la luce in casa appena diffusa su un letto di velluto questo zecchino di Firenze sotto Gian Gastone del 1726 raro e di massimo splendore..si possono vedere tutti i suoi dettagli con i fondi specchio..2 punti
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Il fatto è che mi sono un po' rotto le cosiddette di leggere richieste assurde di valutazione da chi, tra l'altro, non si prende nemmeno la briga di cercare la sezione giusta per farlo, tanta è la fregola di sapere se può spillare quattro soldi a qualche pollo sprovveduto. Nessuno si diverte a far polemica ma siccome questo è un forum di numismatica e non è il banchetto del mercatino preferisco leggere discussioni inerenti la passione per il collezionismo anziché richieste da parte di bramosi di arricchimento. Forse anziché dire a me di non rispondere facevi prima tu a non chiedere.2 punti
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La collezione delle Zecche Piemontesi continua.. DESANA , CONTE DELFINO TIZZONE 1583-15982 punti
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Hai salvato un libro di numismatica dall'indifferenza, azione meritoria e ricompensata con un'acquisizione preziosa, a mio avviso le ristampe di classici del settore o di opere antiche e introvabili sono, non solo utili per poter fruire di testi di difficile reperibilità, ma anche un interessante complemento bibliografico in una biblioteca specializzata, spesso in questi volumi vi sono anche introduzioni storiche o veri e propri saggi che illustrano la storia dell'opera insieme a notizie sul suo autore, aggiunte preziose e illuminanti che danno loro ulteriore valore.2 punti
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Credo che l'acqua demineralizzata non interferisca con la patina.2 punti
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Il cinque sterline fa parte da anni in collezione, l'ho portato a casa per rivedermelo un pò. Foto dal mio cell non riescono ad esprimere al meglio la bellezza di questa moneta2 punti
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Grazie @alfred, grazie @King John, grazie @demonetis, grazie altri che hanno scritto buone parole alla nostra mail. Per aderire al Gruppo formalmente basta rispondere alla nostra mail dichiarando di aderire ai principi del Manifesto Programmatico dando le proprie generalita’, la mail e’ sempre quella [email protected] A voler guardare noi sappiamo benissimo chi c’e stato vicino coi fatti, con le parole, col sostegno anche qui su Lamoneta, voi certo siete tra questi e per voi e altri nulla cambierà e non ci sarebbe neanche bisogno di rispondere...siete e sarete aderenti, testimonial, potrete partecipare e avere prodotti tipo il Gazzettino con questa adesione convinta e motivata, a noi basta questo, persone sincere, leali che vogliano anche contribuire in questo cammino ... Vogliamo persone che ci credano e non ostacolino il cammino, quello che conteranno saranno i fatti, le iniziative, anche le pubblicazioni tipo l’imminente nuovo Gazzettino, la forma, le cariche...credo conti il realizzato e a volte mi viene detto con calma, c’e’ tempo, non condivido ...non rimandare mai quello che puoi fare oggi, la vita e’ un attimo e se lasceremo qualche segno questo rimarrà per tutti ...2 punti
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I'll leave these two notebook entries in English and ask you to please explain them if necessary. The section in bold is the shorthand answer: x: Was finally able to see enough Cuban “Star” coins, and to learn to look at them with the necessary counter-intuitiveness, to discern the difference between a “high relief” 1915 40-centavo piece like this one and the “low relief” piece below. On high relief pieces like this one, the star is less well-defined than it is on low relief coins. (01) x: As above, this “low relief” 1915 40-centavo piece took some time for me to figure out. And I guess I should have been smarter, but I wasn’t. The key to the problem, finally? The American Peace Dollar. Took just about a half-minute thinking about the difference between the high relief 1921 Peace and the low relief 1922 Peace before it was obvious what to look for in the Cuban “star” coins. That is, higher relief means less detail, and lower relief means more detail, especially in the center-lines of the star. (94) Wish I had this coin in my hands--unfortunately I just can't from the picture whhich variety it is. If anyone is interested, I'll see about photographing the two coins above. Thanks for catching this one, vathek. I'd missed it. v.2 punti
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Piccolo trittico. Almeno, ogni tanto, un po' di fortuna. Taglio: 1 euro Nazione: S. Marino Anno: 2017 Tiratura: 500.000 Conservazione: BB Località: Alliste Taglio: 2 euro CC Nazione: Finlandia Anno: 2007 Tiratura: 2.000.000 Conservazione: B Località: Alliste Taglio: 10 cent Nazione: Portogallo Anno: 2011 Tiratura: emesso solo in divisionale Conservazione: SPL Località: Alliste Note: la botta di fortuna ad averla trovata per terra, dove lavoro. Menomale che, per fugare eventuali dubbi, ho voluto conservarla, senza spenderla, per poterne controllare la tiratura. Ed infatti... Località: Alliste2 punti
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Buonasera a tutti cari amici!! Oggi ad un mercatino ho trovato questo penny delle Barbados di cui tra l'altro la data pare essere 1788 anche se l'ultima cifra e quasi scomparsa. la moneta è piuttosto consumata ma la cosa interessante è l'incisione presente sopra le due facce. Al rovescio sembra esserci la seguente scritta HANNA ANDERTON TO (continua al dritto) JOHN PENDERTON. Secondo voi di cosa si tratta? è un'incisione antica o moderna? Quale valore potrebbe avere la moneta in questione (l'ho pagata 5 euro). Chi potrebbe avere scritto il messaggio su di esso.....sembrerebbe una dedica come se la moneta fosse stata regalata.... Attendo i vostri autorevoli pareri!! Grazie mille a tutti!! Auriate1 punto
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1991 VICENZA 64a ADUNATA D/. Alpino trombettiere, dietro la Torre Bissara, sotto nome dell'autore E. VARISCO. R/. Stemma del Comune di Vicenza e stemma dell'A.N.A.1 punto
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Occhio ?....sta arrivando il nuovo e quarto Gazzettino ...1 punto
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Buonasera posto qualcosa dopo un po di tempo...oggi vi presento una delle ultime entrate in collezione per questo pontefice Baiocco Romano anno XXIII che io ho ricondotto al muntoni 134....dico bene? come vi sembra? grazie a tutti quelli che interverranno e un saluto a tutti marco1 punto
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Rispondo al fuoco dell'amico @gallo83, che saluto con affetto, con un baiocco sempre anno XXIII ma appartenente alla variante Muntoni 136.1 punto
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Buonasera e buone festività natalizie a tutti, vi scrivo con l'intento e la speranza di ravvivare ed acuire questa bella discussione con alcuni degli ultimi arrivi della mia collezione. La prima moneta che vi presento è una madonnina fermana, frutto di un accoppiamento di conii fra il dritto della variante con riferimento Muntoni 317 var II ed il rovescio della variante inedita con BAIOC. e .1797.1 punto
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Facciamoci un articolo da Gazzettino ?, occhio che tra poco ci siamo ....1 punto
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Fine 1800, bella e grossa medaglia (mm. 39) della MADONNA DEL MONTE SOPRA VARESE e al R/. Beate CATERINA e GIULIANA1 punto
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Come da titolo, vorrei sottoporvi un curioso particolare nel dritto di questo Tarì del 1855. È secondo voi, un esubero di metallo quello dopo la parola REX o un punto? Un Grazie a tutti quelli che vorranno esprimere un parere. Saluti, Rocco.1 punto
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Bronzo di Eraclea in Lucania (ora vicino a Policoro) https://aste.catawiki.it/kavels/16881915-ancient-greek-southern-lucania-herakleia-ca-281-278-bc-14-13mm-2-26gm-head-of-athena-trophy-sng-ans-123 Trovo bellissimo il ritratto di Atena vista di fronte1 punto
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Caspita hai calato l'asso di briscola. Moneta monto importante. Tutti i massimali inevitabilmente lo sono ma quello del 1937 è premiato in particolar modo dal mercato. Lo è sempre stato e lo è ancora di più negli ultimi anni. Ti faccio i miei complimenti e ti ringrazio per averla condivisa. Buona festa1 punto
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ciao @Mariafedina, prova a compararla con questo bronzetto Saluti Eliodoro1 punto
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E’ proprio giorno di festa allora, splendida ?, molto bello il Santo ben definito veramente, e anche i fondi indubbiamente !1 punto
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Confermo dicendo che lo scorso convegno di Monaco di Baviera a marzo avevo visto molti Nigriniano in vendita da venditori dell'Est Europa, quasi tutti dal qSPL in su.1 punto
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Nigriniano é un imperatore le cui monete sono notoriamente rare... Almeno nel mondo del collezionismo... Tuttavia negli ultimi 10 anni ne sono apparse un numero impressionante probabilmente dall'est Europa.. É oggi un imperatore le cui monete sono al massimo non comuni, ma per sostenerne il prezzo molti commercianti se le tengono nel cassetto e le vendono poco alla volta.... Ecco il "caso".... Commercio / storia del collezionismo / valutazioni di rarità...1 punto
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La storia di Hermann Zapf è piuttosto lunga e nulla ha a che vedere con il collezionismo di cartamoneta, quindi mi soffermo solo su una nota curiosa a cento anni dalla sua nascita. Hermann Zapf muore nel 2015 a 97 anni, fu un tipografo e calligrafo tedesco, inventore del carattere Optima e sviluppatore di oltre 200 font. Il 3 ottobre 1950 si trovava come visitatore alla Basilica francescana di Santa Croce a Firenze, ma osservava le 276 lapidi con occhi ben diversi dagli altri turisti, le studia, le scruta, prende appunti a fa schizzi. I grandi nomi di Michelangelo, Rossini, Galilei e Machiavelli avevano per lui meno fascino della grande varietà di lettere scolpite nella pietra. Resta particolarmente affascinato da una lastra tombale datata 1430. Dato che aveva lasciato il suo taccuino in albergo, Zapf tracciò con mano ferma e sicura alcune lettere su una banconota da 1.000 lire in corso a quel tempo. La banconota appare in qfds, tra l'altro non poteva ben tracciare quelle lettere così ben eseguite su di un biglietto usato e sfibrato. Grande... quelle lettere sembrano stampate e non scritte a mano libera. La banconota è di proprietà della famiglia Zapf, io la metterei in collezione volentieri anche se "deturpata" in quel modo.1 punto
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Il font Optima nova viene attualmente commercializzato con questa brochure ps. a livello collezionistico, ma di altro genere: Negli anni '50 le poste tedesche utilizzano il nuovo font di ispirazione italiana di Hermann Zapf per una serie di francobolli.1 punto
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DEGAGNA INFERIORE, terra nella provincia di Brescia, presso Salò. Questa terra nel secolo XVII segnava i confini tra la Repubblica Veneta ed il Tirolo. D/. DEGAGNA INFERIORE - R/. BRACENTI ( ora BRACCIANTI ) Rara tessera benefica per i braccianti, ne parla il Gnecchi e il Promis.1 punto
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Un tempo la variante "gambo largo" era considerata rara, ora probabilmente non più, anche se resta meno comune del 7 normale. credo sia molto difficile dare un giudizio sulla conservazione in base a quelle foto: quella del rovescio fa pensare ad una bella moneta, diciamo spl o anche più, mentre non capisco se il diritto sia venuto male in foto o sia realmente consunto1 punto
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Diciamo che se la lira avesse avuto tutto questo lasso di tempo supplementare, ce ne sarebbero molte di meno sul mercato collezionistico e magari i prezzi non sarebbero crollati a dismisura. Centomila lire conciata come uno straccetto e riparata con il nastro adesivo manteneva comunque 51,65 euro al cambio, successivamente zero.... giusto qualcosina ma da bb in poi. Da noi ne sono rimasti qualche migliaio di miliardi di lire sparsi per tutto il mondo, per la Spagna? si sa qualcosa? Comunque si, anch'io se le avessi circolate le convertirei in euro, venendo meno il valore facciale possibilmente con gli stessi soldi le prendi successivamente in fds, e proprio mal che vada, nuovamente circolate. Il fatto è che la pensiamo così perché proveniamo dall'esperienza italiana, che reputo diversa da quella spagnola per via di questi nove anni in più di conversione.1 punto
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Salve @Legio II Italica e @Theodor Mommsen , a causa del mio corso e dei vari esami mi sono persa gli sviluppi di questa discussione... Grazie per gli interessanti approfondimenti e per la dedizione che mettete in queste ricerche Saluti1 punto
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Ciao, sembrerebbe una dedica, indubbiamente d'epoca, in ogni caso è una iniziativa privata, pratica molto in uso dalla fine del '700 sino alla fine dell '800. Hai provato a fare qualche ricerca nel web per questi due nominativi? Moneta molto affascinante, cinque euro spesi bene io stesso avrei speso anche il doppio.1 punto
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Il piccolo anello venne trovato cinquant’anni fa nel complesso archeologico dell’Herodion, vicino a Betlemme in Cisgiordania. E su di esso oggi, grazie al lavoro di una speciale macchina messa a disposizione dai laboratori delle Antichità israeliane, vi è stato decifrato un nome, quello di .... Ponzio Pilato! https://www.repubblica.it/esteri/2018/11/30/news/israele_ritrovato_l_anello_di_ponzio_pilato-213019921/1 punto
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Vi presento l'ultimo acquisto in Asta 73 di Varesi moneta splendida da 6 Bolognini senza data di Modena CESARE D’ESTE (1562-1628) e VIRGINIA DE' MEDICI (1568-1615) La moneta sul D riporta lo stemma coronato Estense e sul R lo stemma coronato Mediceo. Virginia nata a Firenze il 29 maggio 1568 era figlia illegittima di Cosimo I de' Medici, la sua legittimità avviene nel 1570 quando Cosimo I 4 anni prima di morire con matrimonio morganico prende in sposa Camilla Martelli madre di Virginia. Fu concessa in sposa al duca Cesare D'Este nel 1586 dopo però che erano falliti tutti i tentativi di farla maritare con uno Sforza. E' una variante non censita sul catalogo della moneta, perciò visto che a me non riesce se qualcuno vuol prendersi la briga di inserirla mi farebbe piacere.1 punto
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Bellissimo esemplare del 6 Bolognini, una moneta non particolarmente rara ma non semplicissima da trovare in alta conservazione, dal momento che molto spesso venivano bucate e utilizzate come ciondolo. Complimenti!1 punto
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Venezia: Grosso del Doge Jacopo Tiepolo (1229-1249) Anche se non sono conoscitore della monetazione della Serenissima, attirato dall’elevato stato di conservazione e dalla sua patina, recentemente ho acquisito un ‘grosso’ battuto sotto il Doge Jacopo Tiepolo tra il 1229 e il 1249. Cercando di dargli la giusta catalogazione ho indirizzato le mie ricerche sul CNI VII individuandolo a pg 32 n°8. Tale voce riporta il riferimento ad un esemplare presente nella collezione Papadopoli al n° 4. Scartabellando tra i pdf della mia biblioteca, ho trovato il testo del Papadopoli, e a pag 109 al n° 4, è riportato tale esemplare ma con un’interpunzione leggermente differente che trascrivo. CNI D/ .IA.TEV.P.L’:. R/ .SM.VENE(TI) PAPADOPOLI D/ .IA.TEVPL’:. R/ .SM VENETI. Chiedo agli specialisti di detta monetazione se si tratta di due esemplari differenti o se può essere considerata la stessa variante. Ringrazio anticipatamente chi vorrà intervenire.1 punto
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No king, prosegui tranquillamente. un errore di scrittura ci può stare diversamente, siamo qua tutti per imparare, ogni spunto è gradito. visto che l oggetto è la mandibola di animali, direi che possiamo anche spaziare... gli argomenti nuovi sono sempre di interesse... grazie skuby1 punto
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